(Rimini) La giunta comunale ha approvato l'accordo di programma con la Regione Emilia Romagna con cui vengono definiti gli interventi in materia di sicurezza e riqualificazione urbana. L’accordo, grazie al finanziamento regionale di 98.000 euro su un totale di spesa previsto di 145.000, consentirà la realizzazione di un progetto sperimentale che ha come obiettivo la soluzione delle problematiche di sicurezza.

L'area d'intervento è quella costituita dal quadrilatero compreso tra la via San Vito e la Via Toniolo nel cui sedime attualmente sono presenti sia spazi adibiti a verde pubblico con minime attrezzature ludiche, sia un piccolo campo da tennis in disuso. Un luogo dove la scarsa fruizione da parte della popolazione residente, sommata ad una non puntuale manutenzione, ha presto innescato un progressivo decadimento dei luoghi on un conseguente ed inesorabile degrado dell'intera area.

Mercoledì, 18 Ottobre 2017 15:13

Scm, lavoratori approvano accordo su rinnovo

(Rimini) I lavoratori Scm hanno approvato con un referendum svolto nelle giornate di lunedì 16 e martedì 17 ottobre, l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto integrativo con oltre l'82% dei si.
Il voto è stato positivo in tutti gli stabilimenti coinvolti in provincia di Rimini, Vicenza e Siena, ed ha riguardato 1763 lavoratori. Hanno votato in 1212 con 998 si e 203 no.
“L'accordo - spiega Daniele Baiesi della Fiom - che è frutto di oltre quattro mesi di serrate trattative, affronta molteplici temi: dalla formazione per i lavoratori condivisa tra le parti al tema di industria 4.0. Dalla sanità integrativa a percorsi di stabilizzazione dei lavoratori precari. Al riconoscimento di diritti individuali a procedure di confronto e di relazione sulle materie contrattuali e del jobs act ecc”.
Inoltre per la parte economica, “al raggiungimento dell'obiettivo 100 ci sarà un premio variabile che partirà da 1700 euro con riferimento al 2017, per arrivare nel 2020 a 2100 euro”.

(Rimini) Domenica alle 17 al museo Tonini di Rimini, lo storico contemporaneista Stefano Pivato e Marco Pivato, giornalista scientifico, presentano I comunisti sulla luna. L’ultimo mito della rivoluzione russa, dedicato all’odissea russa nello spazio, che si inaugura con il lancio dello Sputnik, nell’ottobre 1957, a quarant’anni esatti dalla mitica rivoluzione.

La Guerra fredda si trasferisce tra le stelle. L’Urss riesce a stabilire un primato tecnologico che si protrae per ben un decennio, con l’effetto di rigenerare il mito della patria socialista, offuscato dalla denuncia dei crimini di Stalin. Dopo Laika, la prima cagnetta mandata nello spazio, icona del proletariato comunista da contrapporre alla supponenza inutile dei barboncini da salotto dei paesi capitalisti, a sancire la superiorità tecnologica dell’URSS sugli Stati Uniti, sarà il volo spaziale di Jurij Alekseevič Gagarin, seguito dal “miracolo” della prima donna lanciata nello spazio: Valentina Tereškova. E Valentina smontò non solo il pregiudizio sull’inferiorità femminile, ma pure dimostrò che anche le donne comuniste potevano essere carine.

Su ciò Stefano Pivato, storico avvezzo a trattare i materiali simbolici del Novecento, si diverte a tracciare una breve storia sull’infelice rapporto, nell’iconografia avversaria, fra bellezza femminile e impegno a sinistra. Ma arriva il 20 luglio 1969, quando Neil Armostrong pianta la bandiera a stella e strisce sul suolo lunare. È la fine del mito.

(Riccione) Marco De Pascale, coordinatore di Patto Civico Riccione, interviene sui lavori di riqualificazione dell’area verde della ex fornace, che prevede anche la sostituzione di alcuni esemplari nel giardino dei ciliegi di Tonino Guerra.

"Non c'è niente da fare. Il sindaco Tosi e la sua giunta sono quanto di più lontano possa esserci dal bello, dalla cultura, dall’arte”, secondo De Pascale. “Tale incredibile guerra a tutto ciò che dovrebbe elevare lo spirito delle persone e contribuire a far crescere in loro la passione per la "bellezza" - nel senso più alto del termine - non salva niente e nessuno”.

De pascale cita “le punizioni per il Maestro Severini, e la soppressione dell'Istituzione Cultura (non si dimentichi che il cartellone di livello della corrente stagione Teatrale 2017:2018 - nonostante i selfie di Sindaco e assessore - è merito esclusivo delle scelte di quell'Istituzione Cultura a guida Bezzi - delibera del 2015 - che riuscì a salvaguardare i finanziamenti nonostante la guerra a colpi di tagli che gli faceva la Sindaca) ora è la volta del Bosco dei Ciliegi ideato, disegnato e progettato da quell'artista di fama internazionale che era Tonino Guerra, e realizzato dal Comune e da Geat con il contributo del WWF nel 2003”.

Negli intenti di Tonino Guerra il Bosco dei Ciliegi avrebbe dovuto caratterizzare cromaticamente il luogo con le sue fioriture primaverili, ed aveva un evidente valenza culturale, artistica e naturalistica.

“E cosa fanno i nostri di questa che è a tutti gli effetti un'opera d’arte?Tagliano alcuni ciliegi, altri li estirpano, altri ancora li seppelliscono sotto cumuli di terra. Il "Bosco dei ciliegi" con la sua studiata (dall'autore Tonino Guerra nei suoi bozzetti) alternanza di alberi da frutto e da fiore, e la specifica disposizione delle piante, avrebbe dovuto esser parte della più ampia area comprendente i vicini Rio Melo e il Ponte Romano in un percorso che univa cultura e natura. Senza contare la vicinanza col la scuola media Geo Cenci, che avrebbe consentito - in una visione di ampio ed alto respiro - un coinvolgimento degli stessi ragazzi nello sviluppo artistico e naturalistico dell'area predetta”.

Per De Pascale, “in realtà la vicenda è paradigmatica dell'operato di questa amministrazione: solo apparenza, nessuna cura della sostanza, totale disinteresse per tutto ciò che ha una valenza culturale. Condivisibile il commento della Presidente di Italia Nostra: in risposta all'amministrazione che assicura che in parte altri Ciliegi saranno ripiantati, essa afferma: "..... oltre al fatto che non avranno la stessa grandezza, la Poesia del Bosco ha un suo disegno: non è che si possono piantare qua e là a caso secondo le indicazioni di un tecnico comunale".

(Rimini) E’ ormai ultimata la replica dell’affresco di Giorgio Vasari, “La presa di San Leo”. Con il progetto storico - artistico l’amministrazione comunale leontina ha inteso celebrare i cinquecento anni della presa della Rocca di San Leo da parte delle truppe medicee, avvenuta il 17 settembre 1517. L’avvenimento storico, che portò il Montefeltro sotto l’influenza della signoria fiorentina, fu immortalato dal Vasari in un affresco tutt’ora conservato a Palazzo Vecchio nella sala di Leone X.

Per l’importante ricorrenza storica, due allieve dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze coadiuvate dal docente di Pittura Pierpaolo Ramotto e l’artista Pierluigi Ricci hanno realizzato un olio su tela di imponenti dimensioni (370x250 cm) utilizzando le antiche tecniche preparatorie e di stesura del colore della scuola pittorica fiorentina cinquecentesca. Per oltre un mese gli artisti hanno lavorato nell’atelier appositamente allestito in un’ala della Rocca di San Leo. Il progetto culturale e il programma delle celebrazioni ufficiali si è realizzato grazie al contributo di Banca Carim.

“Si tratta di un evento culturale rilevante per tutto l’entroterra riminese, che ha visto il coinvolgimento di importanti Istituzioni: Comune di Firenze, Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini - commenta il Prof. Avv. Sido Bonfatti, Presidente di Banca Carim -. Contribuire a valorizzare il patrimonio storico - artistico del territorio fa parte del tradizionale impegno di Banca Carim per la comunità: siamo lieti che l’evento abbia suscitato una così vasta eco”.

“È un onore e un piacere – dichiara Mauro Guerra, Sindaco di San Leo – ricevere le attenzioni di Banca Carim. Il contributo economico è stato fondamentale per l’ottima riuscita dell’intero evento: sia nel giorno della ricorrenza, il 17 settembre scorso, con l’autorevole e interessante prolusione del Prof. Antonio Paolucci, sia per la realizzazione di questa inedita bottega d’arte all’interno della Fortezza. L’interesse per l’evento è testimoniato dalla notevole attenzione mediatica, coronata dal servizio della trasmissione “Sereno Variabile”, andata in onda sabato scorso su RAI 2”.

L’opera si trova all’ultimo piano della Rocca di San Leo, nella sala antecedente al cosiddetto “puntone”, ed è ora parte integrante del tradizionale itinerario di visita della Fortezza. I turisti che saliranno a San Leo potranno visitare l’esclusiva bottega d’arte contemporanea e vivere un’esperienza di grande fascino. Fino al 26 ottobre saranno, inoltre, possibili anche visite guidate notturne, il giovedì ore 20.30, a questo esclusivo percorso storico e artistico. Per gruppi organizzati sarà possibile proseguire anche in novembre od altre date concertate, contattando l’ufficio IAT di San Leo al numero verde 800 553800 e all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Mercoledì, 18 Ottobre 2017 10:37

Banca Valconca, Torre nuovo direttore

(Rimini) Originario di Treviso, classe ’56, Roberto Torre è il nuovo direttore generale di Banca popolare Valconca. Torre ha assunto in passato importanti incarichi in banche di livello nazionale. "Sono state queste esperienze, la più recente si è conclusa da oltre un decennio, svolte in particolare nel comparto crediti, che mi hanno significativamente formato e arricchito professionalmente; ho infatti vissuto il loro periodo di massima espansione ed avervi partecipato costituisce per me anche motivo d'orgoglio." dichiara Roberto Torre, che prosegue "Il mio lavoro mi ha portato a viaggiare da nord a sud della nostra Penisola, ho vissuto in varie città italiane e questa volta tocca alla Riviera".

Il nuovo Direttore Generale di Banca Popolare, in carica dal mese di ottobre, ha iniziato la sua carriera professionale in Banca dal 1977, anno del primo incarico a Banca Cattolica del Veneto fino a oggi passando per Banca Intesa e Banca Santo Stefano per la quale è stato vice-direttore generale, responsabile della direzione crediti/contenzioso e per due anni Direttore Generale.

Luigi Sartoni lascia dopo 26 anni di incarico quale Direttore Generale della Banca Popolare Valconca "Si tratta di un avvicendamento legato ai limiti di età, auguro tutto il meglio al mio successore". "Ora, dato il maggiore tempo a disposizione, mi dedicherò con più impegno ai miei numerosi hobby e alle mie passioni, soprattutto nel volontariato in cui sono attivo da anni".

Mercoledì, 18 Ottobre 2017 08:46

18 ottobre

Processo di un giorno per Butungu | Cevoli, famiglia chiede autopsia | Università preoccupata

Martedì, 17 Ottobre 2017 14:38

Cattolica, il comune pianta 100 alberi

(Rimini) L’appuntamento è per domenica 19 novembre. L’invito dell’amministrazione è rivolto a tutte le associazioni, i comitati e i cittadini affinché partecipino, all'iniziativa di piantumazione partecipata di alberi in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi (che si celebrerà martedì 21 novembre).

L'iniziativa prevede di piantare 200 nuovi alberi di essenze autoctone, nell'area Boschiva di via Mascagni. I cittadini sono chiamati direttamente a partecipare ad un progetto semplice dal valore non solo simbolico, perché la sensibilizzazione rispetto alla questione ambientale e al valore delle piccole azioni di ognuno di noi, sono un patrimonio di buone abitudini, vita e salute che dobbiamo lasciare in eredità alle generazioni future.

“Sindaco, assessori e consiglieri - spiega il sindaco Mariano Gennari - saranno li con la vanga in mano a lavorare, ma questa è un'iniziativa aperta a tutti i cittadini e spero ci sia una grande partecipazione trasversale, perché i boschi rappresentano serbatoi di biodiversità, utili per il riequilibrio ecologico degli ambienti urbanizzati con importanti effetti sulla qualità urbana. Con questa azione partecipata, si vuole accrescere il senso di comunità e ridare linfa e vigore ad un'iniziativa di qualche anno fa, che già prevedeva nell'area la creazione di un bosco urbano, che purtroppo per molteplici motivi non era riuscita ad attecchire e crescere col vigore adeguato all'importanza del progetto”.

Martedì, 17 Ottobre 2017 14:32

Alto Adriatico paradiso delle tartarughe

(Rimini) Le ultime rilevazioni dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) censiscono circa 75mila tartarughe marine nel Mare Adriatico. Decine di migliaia di questi rettili ogni anno percorrono centinaia di miglia per raggiungere l'alto Adriatico compreso tra Ravenna, Trieste e Pola, non per deporre le uova, ma per alimentarsi e nutrire i piccoli. L'alto Adriatico è un mare poco profondo e ricco di crostacei, paradiso per la biodiversità dell'ecosistema marino.
Un ambiente ideale per le tartarughe che, oltre ad alimentarsi con spugne, meduse, cefalopodi, gamberetti e pesce, con le loro possenti mascelle possono frantumare senza problemi i gusci duri dei granchi, dei ricci di mare, dei bivalvi. Sauro Pari, presidente della Fondazione Cetacea Onlus con sede a Riccione, spiega: "Nell'area tra il Conero e Trieste sono state censite tra le 25mila e le 45mila tartarughe, prevalentemente della specie Caretta caretta, rettili che nascono nello Ionio, nell'Egeo e nel nord Africa e che poi vengono ad alimentarsi nel nostro mare. Si possono vedere soprattutto in estate, oltre le 12 miglia, e specialmente quando c'è il sole. Mangiano alghe, meduse e granchi. Ma sono golosissime anche di cozze e vongole, e per questo motivo una della zone di maggior concentrazione di tartarughe sono le aree in cui sono presenti gli allevamenti di mitili, una sorta di self service per questi simpatici animali". Nel 2012 la Regione Emilia-Romagna, sollecitata da Fondazione Cetacea, ha istituito una Rete regionale per la tutela delle tartarughe marine: hanno siglato l'intesa anche l'Università di Bologna, l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, le Capitanerie di porto di Ravenna, Rimini e Porto Garibaldi, i Carabineri Forestali, Arpae Daphne e le diverse fondazioni da anni impegnate nella tutela dell'ambiente, come il Centro ricerche marine di Cesenatico. La Rete emiliano romagnola opera in stretta sinergia operativa con le Reti di Veneto, Marche e Abruzzo. "Una ampia collaborazione operativa, anche grazie alla collaborazione dei pescatori - aggiunge Pari - ma ci sosteniamo unicamente col volontariato e le donazioni dei privati, compreso il 5 per mille e le adozioni online ('Adotta una Tartaruga') delle tartarughe che salviamo".
Sono diversi, infatti, i problemi in cui incorrono questi animali marini. Possono finire intrappolati nelle reti dei pescatori o ingerire un sacchetto di plastica credendolo una medusa. E finiscono all'ospedale. "A Riccione - aggiunge ancora Pari - gestiamo l'Ospedale delle Tartarughe, con 42 vasche singole e che ci costa ogni anno circa 180mila euro tra strutture e cure, compresa la Tac. Quando i pescatori o le capitanerie di porto ci segnalano una tartaruga in difficoltà la curiamo e poi, se sopravvive la liberiamo ancora in mare. Quest'anno abbiamo curato e poi liberato 58 tartarughe, circa 550 negli ultimi dieci anni". Oltre all'Ospedale delle tartarughe, la Fondazione Cetacea gestisce 'Adria', centro di recupero animali marini e di divulgazione sul mare Adriatico. Il Centro, oltre alle strutture di ricovero degli animali malati o feriti, consta di diverse sale espositive, una sala video, un laboratorio didattico, una sala conferenze e una biblioteca specializzata (http://fondazionecetacea.org). (ANSA).   

(Rimini) Alla fine è stata la stessa difesa di Guerlin Butungu a chiedere il rito abbreviato. Il 20enne congolese è alla sbarra accusato di essere a capo della banda di minorenni che il 26 agosto scorso ha aggredito una coppia di turisti polacchi, violentando la donna e successivamente una prostituta trans peruviana. L’udienza di oggi era stata richiesta dalla sua difesa per chiedere proprio il contrario e cioè un processo ordinario, ma la situazione a un certo punto si è capovolta.

L'accusa in aula ha ribadito la sua preferenza per il rito direttissimo, in quanto il congolese ha ammesso gli addebiti su quasi tutti i 12 capi d’imputazione (gli stupri e alcune rapine), esclusi quelli legati alla cessione di stupefacenti ai compari minorenni. A sua volta, la difesa di Butungu ha ribadito la volontà di non voler proseguire col rito direttissimo, perché "non basta che ci sia una ammissione generica da parte dell'imputato dei fatti a lui contestati”, servirebbe bensì un’ammissione decisa.

Dopo la camera di consiglio, il tribunale ha quindi accolto la posizione della difesa e ritenuto ammissibile il rito direttissimo solo per lo stupro, la rapina e le lesioni nei confronti dei turisti polacchi e della peruviana. A questo punto la difesa è tornata sui suoi passi, chiedendo il processo per direttissima per tutti i capi d'imputazione. Richiesta accolta dal collegio giudicante. Rito abbreviato e sconto di un terzo della pena (se condannato) per Butungu, quindi.

"Come Dipartimento tutela Vittime, a prescindere dal rito con cui verrà celebrato il processo, chiediamo che la Giustizia faccia il suo corso nella maniera più celere possibile, onde evitare, come succede in moltissimi casi, il rischio di una estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Attesa la gravità dei fatti contestati, confidiamo che agli autori di questo crimine orrendo, venga comminata una pena adeguata, pena che, di contro, risulterebbe inflitta invano, se, una volta divenuta irrevocabile la sentenza, non venisse effettivamente scontata dal colpevole", è la dichiarazione del Dipartimento tutela vittime, rappresentato a Rimini da Beatriz Colombo, i cui attivisti hanno manifestato davanti al tribunale in occasione dell'udienza.