Vaccini, il 10 marzo resta a scuola chi è in regola con Asl
(Rimini) In riferimento all’applicazione delle nuove normative sugli obblighi vaccinali nelle scuole, il Comune di Rimini comunica di aver ricevuto dall’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) una nota chiarificatrice firmata il 3 febbraio scorso del ministro della salute Beatrice Lorenzin nella quale si precisa che “i minori, i cui genitori dimostrino con documentazione proveniente dall’azienda sanitaria locale, entro il 10 marzo p.v., di avere presentato alla medesima azienda la richiesta di effettuare delle vaccinazioni e che la somministrazione di queste ultime sia stata fissata dalla medesima azienda sanitaria successivamente a tale ultima data, ben potranno continuare a frequentare i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia sino alla fine dell’anno scolastico o del calendario annuale in corso; pertanto, dopo il 10 marzo, sarà precluso l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia ai soli minori i cui genitori/tutori/affidatari non siano in regola neppure con tale adempimento”.
L’Amministrazione Comunale sottolinea che, obbligatoriamente, si atterrà come tutti i Comuni italiani a questa interpretazione autentica del Ministero competente.
Funzionario moldavo corrotto si nascondeva a Riccione
(Rimini) Un alto funzionario moldavo è stato arrestato nella notte dai carabinieri di Riccione, L’uomo, 62 anni, era stato lavorava per l’autorità di controllo per il lavoro per la Repubblica dell’est e da un anno era ricercato perché oggetto di un mandato di cattura internazionale. Il funzionario è infatti stato condannato a sei anni per alcuni episodi di corruzione commessi in patria.
6 febbraio
Aeroporti, Airiminum denuncia le Marche | Pubblicità no vax sul bus | Diploma in 4 anni al Valgimigli
Arrestati i rapinatori dei Conad
(Rimini) Due fratelli siciliani di 31 e 28 anni sono stati arrestati dai carabinieri di Riccione per aver rapinato due supermercati della perma Verde. Residenti ad Arezzo, i due, già noti alle forze dell’ordine, si sarebbero spostati in riviera per mettere a segno i colpi ai danni del Conad di via Catullo e di quello di via Romagna a Misano Adriatico. A incastrarli le immagini di video sorveglianza e i basisti sul posto, in particolare una coppia che al momento della rapina hainiziato a incitare la cassiera a consegnare i soldi per evitare che qualcuno si facesse male.
Mignani su pubblicità no vax: Pericoloso confondere scienza e marketing
(Rimini) “Il 2017 si è chiuso con 4885 casi di morbillo (veri, non segnalati) di cui il 44% è stato ricoverato e il 22% è finito in pronto soccorso. Troviamo un autobus su cui scriverlo?”. E’ provocatorio il farmacista riccionese Giulio Mignani, presidente dell’ordine dei farmacisti della provincia di Rimini, al quale non è sfuggita “l’incredibile vicenda della pubblicità no-vax comparsa sui mezzi di Start Romagna”.
Per Mignani, “pubblicità simili sono pericolose perché diffondono falsità scientifiche e sono ancora più gravi se esposte su mezzi destinati al servizio pubblico. E’ difficile, se non impossibile, considerare il messaggio come frutto di buona fede: si tratta infatti di un numero di reazioni avverse segnalate, pensato per impressionare il pubblico ma totalmente fuori contesto. Chi ha tratto questo numero dal rapporto Aifa lo ha estrapolato al solo scopo di diffondere diffidenza e paura nei confronti dei vaccini, riconosciuti come una delle pietre miliari della medicina”.
Basta indagare per scoprire che “un simile numero (4766) è tutt’altro che preoccupante. Tanto per cominciare si tratta di reazioni segnalate quindi non dimostrate e non correlate con certezza al vaccino. Non si può inoltre mostrare un numero senza considerare la platea totale di vaccinati: le segnalazioni (ripetiamo: devono essere poi dimostrate) in Italia sono appena 7,9 ogni 100mila abitanti. Il numero assoluto, per la Scienza, è insignificante”.
Dal rapporto Aifa sulla sorveglianza sui vaccini del 2016 “emerge poi che il 29% di queste segnalazioni si riferiscono ad anni precedenti o non hanno riferimenti all’anno di vaccinazione, circostanza che rende quantomeno improbabile il nesso di causalità tra disturbi riscontrati e vaccinazioni. Inoltre, leggendo i dati che l’autore del messaggio ha omesso, si nota come 3882 reazioni su 4766 (81,2%) siano segnalate come non gravi”.
Mignani fa notare che “il numero delle reazioni avverse segnalate sia più che quintuplicato negli ultimi 15 anni, mentre il numero degli effetti avversi segnalati in seguito a vaccinazioni è cresciuto molto meno di quelli legati ad altri farmaci: segno che al di là del vociare senza regole sui social network, i vaccini destano negli ambienti scientifici una preoccupazione assolutamente irrilevante circa la loro sicurezza. Insomma: tanto rumore per nulla. Quello che rende gravissimo l’accaduto è che si utilizzi un mezzo pubblico per spargere paure infondate”.
Chi ha scritto questo messaggio, per concludere, “dovrebbe capire che la scienza e il marketing pubblicitario non sono la stessa cosa e che lo ha pubblicato sui suoi mezzi dovrebbe assumersi la responsabilità di avere contribuito al diffondersi di pericolose falsità. Il pensiero antiscientifico è una piaga dei nostri tempi e non può essere un servizio pubblico a dare spazio ai professionisti della disinformazione”.
Ubriaco, non paga il conto al ristorante. Arrestato ucraino
(Rimini) Nella serata di ieri una volante della Polizia di Stato si è portata presso un ristorante di Miramare, su richiesta del proprietario il quale aveva segnalato alla centrale operativa la presenza di un cliente molesto. L’uomo, un 52enne di origine ucraina, dopo aver consumato la cena, mangiando e bevendo a volontà, si è rifiutato di pagare il conto.
Per tutta la durata della cena, l’uomo ha disturbato di continuo i clienti, ai quali offriva da bere con insistenza, insultandoli pesantemente in caso di rifiuto. Sul posto, gli operatori hanno trovato l’avventore ancora seduto al tavolo e al loro invito di saldare il conto, questi mostrava subito un atteggiamento ostile e riluttante, proferendo frasi minacciose nei loro confronti. Di fronte all’insistenza dei poliziotti, l’uomo si è alzato di scatto colpendo con una spallata un operatore e lanciandogli violentemente contro un piatto, schivato dall’agente. Non soddisfatto, l’uomo ha proseguito cercando di impossessarsi di un coltello posto su tavolo.
A questo punto i poliziotti sono intervenuti bloccandolo, non senza fatica data la stazza molto robusta dell’uomo il quale, anche da terra, cercava di divincolarsi. Messo in sicurezza, l’ucraino ha continuato a mantenere un atteggiamento violento, anche quando è stato fatto salire in macchina per essere accompagnato in Questura. Al termine degli accertamenti l’uomo è stato tratto in arresto per il reato di resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale, è stato processato con rito direttissimo in mattinata ed è stato condannato a due anni e due mesi da scontare in carcere. Due agenti sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari per i traumi (di lieve entità) riportati durante le concitate fasi dell’intervento.
Ai Casetti è straniero il 60% dei detenuti
(Rimini) “Più di un miliardo di euro all’anno, in costante crescita. E’ quello che costa ai contribuenti italiani mantenere nelle carceri i detenuti stranieri, che al 31 dicembre 2017, secondo i dati del DAP, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, erano il 34,27% della popolazione carceraria (19.745 su 57.608 detenuti), un numero stratosferico se consideriamo che in Italia la percentuale ufficiale di stranieri censiti nel 2017 è pari a circa l’8,3% della popolazione residente”. Ne dà notizia Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna e candidato alle prossime elezioni politiche.
“E le carceri dell’Emilia e Romagna - prosegue - non fanno eccezione. Nelle tre case circondariali romagnole, per quel che riguarda il nostro territorio, alla fine dell’anno scorso la percentuale dei detenuti stranieri era preoccupante: Ravenna, con 34 detenuti stranieri su 70, ovvero il 55,71%; Forlì con 53 carcerati stranieri su 124 pari al 42,74% e Rimini con 94 detenuti stranieri su 159, ovvero ben il 59,12%”.
Altro dato “allarmante riguarda il fatto che quasi 10.000 detenuti stranieri sarebbero originari di paesi africani dove la religione preponderante è quella musulmana, spesso con applicazione della sharia. E’ il Marocco il paese più rappresentato nelle carceri italiane con 3.703 detenuti, seguito a ruota da Tunisia, 2.112, Algeria 461, Nigeria 1.125 e 2.578 carcerati provenienti da Egitto, Sudan, Libia, Somalia, Costa d’Avorio ecc. Considerato, poi, che circa il 30/40% di questi detenuti professa la religione musulmana, si capisce come proliferi la radicalizzazione islamista all’interno delle carceri, con attività di proselitismo o indottrinamento tra i detenuti”.
Per Morrone “appare quindi urgente e necessario intervenire con misure chiare per porre rimedio a questa situazione insostenibile. La nostra proposta è quella di garantire maggiori espulsioni amministrative e giudiziarie, intervenendo con modifiche restrittive sulla Legge 189/2002 (Bossi Fini), ma soprattutto chiedendo la modifica della ormai vecchissima Convenzione di Strasburgo, datata 1983, affinché vi sia, indipendentemente dal consenso del condannato, il trasferimento del detenuto dalle carceri italiane a quelle del paese di origine per scontare la pena detentiva”.
Dati turismo, la provincia chiude il 2017 con +4,2% di arrivi
(Rimini) Il territorio riminese chiude l’anno 2017 con un incremento complessivo di arrivi pari al 4,2 per cento e di pernottamenti del 2,5 per cento. In termini assoluti l’aumento degli arrivi è di 144.296 unità e, per quanto riguarda le presenze, di 390.696. Le performance migliori sono di Rimini e Misano, sia in termini numerici che percentuali. I dati sono quelli forniti dal sindaco di Rimini Andrea Gnassi, questa mattina in conferenza stampa. La provincia di Rimini arriva a sfiorare i 16 milioni di pernottamenti nel 2017 (15.964.404). A fine 2014 erano 15.070.414.
Se si guarda ai pernottamentiesteri, l’ultima volta che superarono la soglia del 30 per cento fu il 1988, “l’anno pre mucillagini, quando l’oscillazione si fermò al 34 per cento”, sottolineano dal Comune. Per scendere al 29 per cento del 1989 e precipitare al 21 per cento del 1990 “da dove mediamente, con qualche alto e altrettanti bassi, non ci si è più mossi per diverse annate”, fanno notare da palazzo Garampi. Nel 2000 il dato si fermava a poco più del 19%.
In particolare, in provincia di Rimini cresce nel 2017 il turismo tedesco (+ 4,5% presenze, + 2,7% arrivi), quello polacco (+ 4,3% arrivi, + 13,7% pernottamenti), quello del Regno Unito (+ 5,7% presenze). Quello russo si incrementa del 22,7% in pernottamenti e del 19,4% in arrivi. I Paesi dell’Unione europea rappresentano il 62% delle presenze di turismo straniero complessivo. Per quanto riguarda il Comune capoluogo le presenze russe superano quelle tedesche (468.426 contro 424.086).
Dando uno sguardo ai dati su scala regionale, l’Emilia Romagna chiude il 2017 con 40.031.392 pernottamenti e 11.006.903 arrivi. I territori che formano la nuova Destinazione Romagna (Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini) assommano 31.020.683 presenze, avendo un peso sul totale regionale del 77,4%. La provincia di Rimini ha una quota complessiva sul totale regionale delle presenze pari al 39,8%.
In fatto di permanenza media, per i territori emiliani va dai 2,4 giorni di Parma ai 2,3 di Modena, ai 2,1 di Bologna e Reggio Emilia, agli 1,9 di Piacenza. Quelli romagnoli dai 4,9 di Ferrara ai 4,7 di Forlì Cesena, ai 4,4 di Rimini ai 4,3 di Ravenna.
I dati di dicembre in provincia: Bellaria – 27,3% arrivi e – 27,5% presenze; Cattolica + 18,6% arrivi e + 48% presenze; Misano – 38,9% arrivi e – 32,6% presenze; Riccione + 0,5% arrivi e + 8,7% presenze; Rimini + 5,1% arrivi e + 22,2% presenze. In generale in provincia si contano + 5,4% arrivi e + 16,1% presenze.
Neve, disagi in Valmarecchia. Pd chiede manutenzioni costanti
(Rimini) Il weekend all’insegna del maltempo ha messo in ginocchio estese zone dell’Emilia Romagna. Neve, pioggia e ghiaccio, hanno totalmente isolato diverse comunità della Valmarecchia, da Sant’Agata Feltria a Novafeltria fino a Casteldelci nel riminese. Sotto il peso della coltre bianca, diversi alberi sono caduti danneggiando i fili della luce e causando quindi un blackout. La consigliera Nadia Rossi, ha presentato un’interrogazione alla Giunta per fare chiarezza sui disagi.
«La nevicata di sabato 3 febbraio ha creato non poche problematiche a numerose famiglie che si sono ritrovate senza elettricità per più di un giorno. – spiega Rossi – A Casteldelci fino a 50 centimetri, a Pennabilli e Molino di Bascio si è sfiorato il metro d'altezza. Unica frazione a salvarsi dal guasto, Petrella Guidi. Le situazioni più preoccupanti a Sant'Agata, dove cittadini ed attività economiche sono rimasti al buio e al freddo per 34 ore, con notevoli disagi a cui si sommano anche i danni economici. Il sindaco, Guglielmino Cerbara, mi ha confermato che le ultime frazioni hanno riavuto l'elettricità solo domenica sera alle 18. È stata mobilitata la Protezione Civile e i residenti potevano alloggiare gratuitamente in hotel».
La neve ha mandato in tilt un intero territorio, Enel ha stimato che in tutta l’Emilia Romagna circa 12mila persone erano senza luce. La frequenza con cui eventi atmosferici causano danni di tale portata, da costringere ad agire in emergenza, è tale per cui non si possono più considerare occasionali.
«Agire in emergenza significa affrontare costi maggiori, per altro a fronte di disagi e perdite economiche che l’ordinaria manutenzione eviterebbe. – conclude la consigliera – Per questo vorrei capire quali zone della Regione abbiano riscontrato i disagi evidenziati nel riminese, ma soprattutto quali siano state le cause e quali modalità la Regione intende mettere in atto sui territori, in sinergia con i gestori dei servizi pubblici, al fine di evitare il ripetersi di situazioni emergenziali di fronte ad eventi connotati da ordinarietà».
Neve, disagi in Valmarecchia. La Lega attacca
(Rimini) “Troppi i disagi sopportati dai residenti della Valmarecchia per le precipitazioni nevose del 3 febbraio scorso”. Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale della Lega, interviene per denunciare le difficoltà subite dalla viabilità e i black-out elettrici che si sono verificati, in particolare, a Casteldelci (Rn) e a Sant’Agata Feltria (Rn), comune che è rimasto senza elettricità da venerdì sera, 2 febbraio, con le abitazioni prive di riscaldamento per l’intera notte.
“Il problema ha riguardato soprattutto Enel: nonostante la perturbazione accompagnata da precipitazioni nevose fosse stata ampiamente preannunciata, l’azienda avrebbe dato risposte tardive ai tanti residenti, molti dei quali anziani, che hanno contattato il centralino Enel per segnalare i disservizi, preoccupati dalla situazione di isolamento in cui si trovavano. Molte zone, infatti, avrebbero ricevuto assistenza e il ripristino dei servizi solo nella tarda serata del 3 febbraio”.
Di qui, la presentazione di un’interrogazione alla Regione dove Pompignoli chiede alla Giunta di sollecitare Enel perchè predisponga un piano di manutenzione straordinario in modo da evitare il ripetersi di questi disservizi e vuole sapere se l’amministrazione regionale intenda intervenire anche attraverso l’erogazione straordinaria di risorse da mettere a disposizione dei Comuni interessati da questi disagi.