mattoneRimini | Riziero Santi (Pd) è il nuovo sindaco di Gemmano

 

Il democratico Riziero Santi a capo della lista Ambiente e sviluppo (espressione del centrosinistra) è il nuovo sindaco di Gemmano con 367 voti pari al 54,45 per cento. Si è fermato a 233 voti pari al 34,57 Alessandro Staccoli della lista Cambiamo Gemmano (espressione del centro destra). Seguono Fiorenzo Brighi (Noi per la Romagna) con 49 voti pari al 7,27 e Filippo Giorgi (Gemmano futura) con 25 voti pari al 3,71. Sono state 30 le schede nulle, 14 quelle bianche, per un totale di 718 votanti (affluenza al 59,98 per cento).

 
Le prime congratulazioni a Santi dal segretario provinciale del Pd Emma Petitti che, con un sospiro di sollievo per i democratici dopo il flop alle politiche, parla di rinascita. “Quella della lista civica Ambiente e Sviluppo è una vittoria che tutto il PD festeggia, perché dimostra che la buona politica non insegue illusioni né si gioca su facili promesse o sterili polemiche, ma sa coinvolgere una comunità intorno ad una missione condivisa. Da oggi, anche da Gemmano parte un'onda di fiducia e di rinascita della politica che, siamo sicuri, si diffonderà in tutta la Valconca e in tutti i Comuni del territorio riminese che vedranno nel 2014 l'appuntamento con le urne”, ha detto Emma Petitti.

tortora-scuroRimini | Referendum scuola bolognese, i commenti di Galvani (Fds) e Lombardi (Pdl)

 

L’eco del referendum consultivo contro il sistema educativo bolognese da giorni catalizza anche Rimini e la situazione in particolare di due suoi nidi, Bruco verde e Cerchio magico, dove di fatto ci sono delle insegnanti da stabilizzare (perché nel 2005 hanno superato un concorso) e niente soldi perché ciò possa avvenire. Il sistema riminese, anch’esso integrato pubblico-privato, sembra andare nella direzione di rafforzare questa sua identità. Il fronte trasversale schierato con le insegnanti (Fds, Sel, Idv) già da tempo pensa che la soluzione al problema possa essere quella di portare anche i riminesi alle urne per una consultazione simile a quella di Bologna.

 
“Appare del tutto evidente che la partecipazione attiva ha coinvolto prevalentemente le famiglie che hanno figli e giustamente vogliono decidere sulla qualità dei servizi educativi”, dice Savio Galvani, consigliere comunale di Fds. “La politica ha bisogno di recuperare credibilità, infatti, l'affluenza è in calo sistematico e anche le elezioni amministrative che si sono tenute in questi giorni rilevano purtroppo questo dato negativi, servirà inoltre ricordare che in Friuli alle ultime elezioni regionali (e sottolineo regionali) ha partecipato appena il 55,20 degli aventi diritto”, spiega anche il segretario di rifondazione che fa notare come alle primarie a Bologna per il Pd abbiano votato in 43mila “e il dato veniva esaltato come grande risultato di partecipazione”. Vale a dire che gli 86mila bolognesi (28,7 per cento degli aventi diritto) che hanno votato ieri sono tanti, perlomeno il doppio.
A questo punto “a Rimini che succede? Abbiamo un sistema educativo integrato simile a quello di Bologna e l'amministrazione contribuisce con varie forme di sostegno economico; abbiamo anche un regolamento che impone il quorum per la validità dei referendum consultivi; in compenso abbiamo anche molti problemi, a cominciare dai nidi gestiti dall'ASP e dai rapporti di lavoro che devono essere stabilizzati”. Da qui l’idea prima di “procedere ad una consultazione referendaria. Per ora festeggiamo questa vittoria!”.


A rispondere a Galvani, sul fronte opposto, il consigliere regionale del Pdl Marco Lombardi. “Continuare a non vedere che il sistema integrato delle scuole dell'infanzia e dei nidi si serve dell'apporto dei privati per dare più risposte ai cittadini e non gli regala nulla ma anzi fa risparmiare le casse pubbliche, significa avere gli occhi foderati di ideologia ‘veterocomunista’”, dice Lombardi. “Coloro che gongolano per il risultato di un referendum che ha interessato solo il 28 per cento dei cittadini, si meriterebbero che il Comune felsineo lo considerasse vincolante e non consultivo, creando così le condizioni per lasciare a casa migliaia di bambini e mettendo centinaia di famiglie in grave difficoltà”.
Secondo il consigliere regionale “in questo modo gli ultimi difensori dell'ideologia comunista, che considerano "pubblico" un servizio non per la sua natura, ma solo se è svolto direttamente dal pubblico, dovrebbero spiegare non ai "ricchi", ma agli operai che loro dicono di difendere, che non ci sono i posti all'asilo per i loro figli perché non si possono finanziare quelle realtà che fino a ieri con amore, competenza e con costi notevolmente inferiori per lo Stato, hanno accudito i loro bambini”.

Lunedì, 27 Maggio 2013 16:33

Il linguaggio della scultura di Ennio Morri

8bIl linguaggio della scultura di Ennio Morri

 

Si è inaugurata sabato 12 maggio presso la clinica Merli una mostra commemorativa di Elio Morri (scultore riminese) a cento anni dalla nascita e a vent’anni dalla prima mostra pubblica riminese realizzata nel 1983 per ricordare l’artista che era scomparso pochi mesi prima

 
Di Morri non ho ricordi personali, se non per il fatto che il suo studio era poco distante dalla bottega di mio padre e da ragazzino l’ho visto qualche volta in cerca di ritagli di legno rugoso da utilizzare per le sue sculture, ma di certo è forte il ricordo del suo studio allocato in fondo al cortile tra i resti di palazzo Lettimi in via Tempio Malatestiano, le pareti altissime sovrastate da un tetto di fortuna e lucernari.


Entrai in quello studio con un’allegra brigata di giovani artisti qualche anno dopo la sua morte perché il Comune, proprietario dello stabile, ci aveva concesso di realizzarvi una mostra sulla nuova generazione di artisti che si affacciava sulla scena riminese. Le sculture dell’artista ovviamente non c’erano più, ma ancora, in quell’antro arroccato e misterioso, noi vi trovammo ben vivido lo spirito dell’arte di Morri. Del resto le “macchine” della bottega artigiana erano ancora tutte presenti: il grande trespolo girevole per le sculture monumentali e il graticcio a parete con le travi chiodate per farvi aggrappare la creta su cui modellare le formelle di grandi dimensioni, il bancone da lavoro e, su un lato, un lungo mobile a scaffali per riporre oggetti, colori, piccole sculture. Le attrezzature realizzate da Morri in loco con legno di recupero, soprattutto assi e cantinelle in abete grezzo da cantiere edile, emanavano ancora un fascino incredibile e ci fu impossibile intervenire su alcuna di esse, tanto che ognuno degli otto ribaldi creò la propria opera ritagliandosi una voce che dialogasse con gli oggetti presenti. Nacque così l’Officina riminese – con un tributo all’artista Morri – scultore in Rimini.


La mostra che oggi riunisce alcune sue opere e disegni, vuole ricordarlo a cento anni dalla nascita e vent’anni dopo la grande mostra che fu realizzata postuma a pochi mesi dalla scomparsa dell’artista. Vi sono riunite opere di piccolo formato ma appartenenti alle varie fasi creative dell’artista, dal figurativo di impronta novecentista dei primi anni di maturità artistica alle forme destruttutate degli anni sessanta. Sono spesso lavori ad uso pubblico come il Sigismondo a cavallo utilizzato per un premio cittadino o i bozzetti per opere monumentali poi fuse in bronzo; sculture in legno di impronta classica come il Nudo di giovinetta e altre in cui la scomposizione formale delle figure di Nudo nello spazio si fa più astratto-modernista, a prendere l'impronta da Moore e da Minguzzi; il ritratto di Lorenzo Morri che, pur del sessanta, ripercorre invece l'esperienza del Novecento con un confronto più serrato con le opere di Arturo Martini, che già nei suoi lucidi scriiti sull’arte della scultura, l’aveva definita una lingua morta e con un certo Fontana, il Fontana della prima stagione figurativa con i suoi ritratti ricoperti a foglia oro a fare da riferimento.


Proprio in questo dilemma continuo tra astrazione e figurazione più classica si svolge tutta la tensione evolutiva, il linguaggio della scultura di Ennio Morri che, credo, non trovi soluzione: come evidenziato anche dai disegni dove un prigione, di impronta sironiana, segue l'impronta del grande maestro in quella propensione dei suoi anni tardi a rinchiudere le figure dentro una gabbia, quasi ad impedire alla figura di essere soggetto umano.


Morri è stato sicuramente un artista vero operante però ai confini del dibattito culturale dove la committenza, sia pubblica che privata, non usciva forse da un certo provincialismo. Certo, appare chiaro che in questo dilemma l’artista si sia dibattuto, tra le proprie necessità espressive e le richieste di questa committenza un po’ tradizionalista, tra il bisogno di sentirsi moderno e di partecipare a quel dibattito culturale che aveva portato, prima, all’abbandono della riconoscibilità del soggetto, cioè all'astrazione, e, in seguito, negli anni settanta del novecento, prefigurato la fine dell'arte stessa e la sua formazione umanista di artista che gli impediva di cancellare totalmente ogni riferimento alla figura. E in questo dilemma, e contraddizione, pare svolgersi l’intera avventura artistica di Morri.
Alessandro La Motta

neroRimini | Elezioni, a Gemmano votano in 720

 

Crollo dell’affluenza per le amministrative anche a Gemmano, il comune in provincia di Rimini dove dopo diversi mesi di commissariamento si sta procedendo con il rinnovo dell’amministrazione comunale. L’affluenza dei votanti, in linea con il tred nazionale, è in calo attestandosi al 60,18 per cento. Significa che il nuovo sindaco di Gemmano sarà scelto, tra Fiorenzo Brighi (Noi per la Romagna), Filippo Giorgi (Gemmano Futura), Riziero Santi (Ambiente e Sviluppo), e Alessandro Staccoli (Cambiamo Germano), da 720 elettori su 1.197 aventi diritto. Le precedenti consultazioni avevano avuto affluenza pari al 70,04 per cento.

7bLa bocciatura del concordato Aeradria: la bocciatura di un sistema

 

La notizia della decisione del Tribunale di Rimini, che ha respinto la proposta di concordato presentata da Aeradria spa, la società che gestisce l’aeroporto Federico Fellini, ha colpito il nostro territorio sia per le prospettive di continuità aziendale, che vengono rimesse in discussione, sia per lo schiaffo ricevuto da un ceto politico dimostratosi da tempo incapace di gestire l’aeroporto.

 
La questione, giuridica ma sostanziale, della continuità aziendale, messa in discussione dal diniego all’operazione formulato dal Tribunale, pone numerosi problemi, anche di ordine professionale e reputazionale, per chiunque se ne sia occupato: non si presentano piani che è prevedibile non siano approvati, quasi scommettendo al ribasso su ipotesi che si tenta di rendere le meno indolori possibile, ipotizzando che poi si potrà ritentare, dal momento che la società è partecipata da Enti Pubblici.


Si tratta di ragionamenti tanto più gravidi di conseguenze ove si rifletta sul fatto che la nuova normativa in materia di crisi aziendali privilegia o tenta di salvaguardare l’unitarietà dell’impresa e la sua continuità, a differenza della vecchia legislazione, che tutelava esclusivamente i creditori con il ben noto criterio della par condicio. Continuità che, tuttavia, non può essere assicurata a tutti costi ed in qualunque condizione, pena l’approvazione di mostruosità giuridiche che, in definitiva, appaiono poco più che furbi escamotage per non pagare dazio.


D’altra parte, e qui si innestano altre considerazioni, fare le nozze con i fichi secchi non è commendevole neppure in tema di salvataggi aziendali, soprattutto se l’azionista di maggioranza appare, come in effetti è, squattrinato e maldisposto ad investire. Premesso che Aeradria spa, come più in volte in passato è stato evidenziato, è stata affidata in eccesso dal sistema bancario e, quasi sicuramente, senza garanzie, a fronte di una manifesta e notoria incapacità di generare utili e cassa, è difficile immaginare che possa ripartire liberata dal fardello dei debiti come se niente fosse per due evidenti ragioni:
i debiti finanziari sono come le scorie nucleari: puoi portarli lontano dagli occhi e sotterrarli azzerandoli, ma rimangono attivi (ovvero, sono da pagare) e i creditori principali –le banche- non sono in condizione di accettare, non in questo momento storico, stralci di questa portata;
l’origine dei debiti finanziari è nella dimensione dell’aeroporto, il cui numero di passeggeri per anno non raggiunge il punto di pareggio, nonostante gli sforzi fatti finora: è facilmente comprensibile che il fatturato di pareggio non possa essere raggiunto se non a prezzo di grandi investimenti e mettendo nel conto, ancora per molti anni, ulteriori perdite, ovvero ulteriori motivi di nuovo debito. Nessuno si chiede, d’altra parte, perché si debba investire sull’aeroporto per attrarre turisti attraverso le tante “Pensione Iris (vista ferrovia)” che insistono sul nostro territorio.


L’aeroporto di Rimini e le sue difficoltà testimoniano la bocciatura di un sistema che, ad evidenza, non è tale oppure, molto probabilmente, funziona male. Con maggiori risorse, e questo va detto, vi sono esempi di infrastrutture (per esempio gli impianti di risalita in Trentino Alto Adige) la cui sostenibilità economica è assicurata dall’essere inserite all’interno di una logica -di sistema, appunto- che vede una cabina di regìa forte e competente, una pianificazione strategica, una logica di interesse generale. Così i sovraprofitti che alla Provincia Autonoma di Trento derivano dal possesso del capitale azionario di Autobrennero consentono alla stessa di fronteggiare i deficit derivanti dalla gestione degli impianti di risalita o di finanziare, in un’ottica di sistema, l’agricoltura di montagna.


Poiché il nostro territorio non ha queste risorse e, soprattutto, questa autonomia, non vi sono soluzioni che non passino, alternativamente o per una messa all’asta dell’aeroporto ed una sua immediata privatizzazione (sulla scorta di quanto fatto a Roma con ADR Spa) o per il suo rilancio attraverso strumenti che, pur mantenendo la presenza pubblica, coinvolgano i privati (per esempio attraverso la finanza di progetto). Se la prima soluzione appare, come certamente è, assai tranchant, la seconda tuttavia appare più realistica in rapporto alla situazione finanziaria nei nostri Enti pubblici territoriali, anche nell’ipotesi che venga coinvolta maggiormente la Repubblica di San Marino. Il problema, anche in quest’ultimo caso, rimarrebbe, come è attualmente, di natura economica, ovvero legato alla modestia del fatturato in rapporto ai costi fissi ed ai deficit economici e finanziari che tale situazione genera: tuttavia, in un’ottica, appunto, di sistema, è immaginabile pensare che sia possibile coinvolgere nuovi attori e nuovi protagonisti, rilanciando l’aeroporto Fellini quale infrastruttura indispensabile per l’industria turistica. La quale, peraltro, non può continuare a lanciare gridi di dolore sulla possibile perdita degli afflussi turistici dall’Est Europa senza rimettere in discussione un modello di offerta che, se da un lato consente ancora l’offerta di pacchetti di pensione completa a prezzi non credibili e de-qualificanti, dall’altro porta il Presidente della Fiera a lamentarsi per il fallimento del sistema di incentivi che avrebbe dovuto rendere attrattivo il polo convegnistico riminese.


Occorre senza dubbio un grande sforzo, prima di tutto di fantasia, per proporre a tutte le parti in causa (enti pubblici, banche, industria turistica) una soluzione che provi a costruire e non solo a salvare ciò che non è più salvabile, cioè sostenibile, magari a spese di qualcun altro: anche andando dietro alle affermazioni sull’edilizia del sindaco Gnassi, che personalmente condivido, smettendo di pensare a come costruire ex-novo dove non ci sono più spazi, per dirottare risorse sulla riqualificazione. Anche della pensione Iris, con vista ferrovia.
Alessandro Berti twitter@profBerti>

tortora-chiaroRimini | Scuola: un’altra analisi dei numeri del referendum bolognese

 

Sul referendum consultivo sul sistema educativo integrato a Bologna da Rimini, dove qualcuno ha già proposto la possibilità di un’esperienza simile, c’è anche chi serra i ranghi pro scuola pubblica e privata (con tanto di slogan, già pronti). “Non è più tempo di logori ideologismi post-sovietici”, dice Marco Rossi, referente riminese di Fare per Fermare il declino. “Sì alla convivenza pubblico-privato nei servizi educativi. Sì alla libertà di scelta per le famiglie. Sì all'efficienza economica per l'amministrazione, che permette di di tenere le spese sotto controllo, e quindi di limitare le tasse, e di migliorare al contempo la qualità del servizio grazie alla concorrenza”.

 
La matematica non è un’opinione si dice, ma capita a volte, anzi spesso, che i numeri spesso li metta assieme un po’ come gli conviene. “Leggiamo dell'originale interpretazione trionfalistica data dai consiglieri riminesi Savio Galvani, Stefano Brunori e Fabio Pazzaglia al disastroso esito del referendum ideologico promosso a Bologna dal composito fronte M5S, Sel, Cgil, Casapound. Ai consiglieri vorremmo far notare che il referendum è servito solo a confermare che i bolognesi che vogliono estromettere la gestione privata dall'offerta integrata del servizio educativo sono una ridotta minoranza, cioè meno del 17 per cento. Infatti, già hanno votato in pochi (un 28,71 per cento che è il minimo storico nelle consultazioni bolognesi). Di quei pochi, più del 40 per cento si è espresso contro i quesiti”, nota Marco Rossi.


Secondo Rossi, “l'antica saggezza della città di Bologna ha quindi confermato che un'impostazione che affianchi in sana concorrenza gestione comunale, statale e privata dell'offerta educativa è quella giusta per assicurare libertà di scelta alle famiglie e efficienza economica all'amministrazione pubblica. Contrariamente ai consiglieri Galvani, Brunori e Pazzaglia auspichiamo quindi che la proficua convivenza dell'erogazione pubblica e privata dei servizi educativi sia propria anche della città di Rimini”.

rossoRimini | Dopo Bologna referendum antiscuola anche in riviera

 

A Bologna il referendum consultivo contro il sistema educativo ha ottenuto un’affluenza del 28,7 per cento. Di questi circo 86mila bolognesi il 59 per cento ha votato per la fine del sistema integrato (che non si capisce da cosa dovrebbe essere sostituito e con che fondi) e il 41 per il mantenimento. A Rimini questi numeri hanno ringalluzzito il fronte fatto da Idv e dalla sinistra estrema di maggioranza (Fds) e minoranza (Sel), alle prese negli ultimi mesi con la lotta per portare il Comune all’assunzione di 15 insegnanti che nel 2005 hanno comunque superato un concorso e che adesso lavorano nei nidi Bruco verde e Cerchio magico.

 
“Referendum sullo stop dei finanziamenti pubblici alle scuole private: a Bologna ha vinto la scuola pubblica. E a Rimini? Potrebbe diventare necessario farlo anche qui da noi. Perché è del tutto evidente che se il Partito Democratico insisterà nella volontà di privatizzare gli asili comunali, allora diventerà necessario promuovere il referendum anche a Rimini. Oggi le ragioni della scuola pubblica escono rafforzate dal referendum di Bologna: i diritti contano, i cittadini contano. Questo risultato è nell’interesse di tutti, anche di noi riminesi perché premia un modello di convivenza e di civiltà che anche la nostra città intende avere”.


E’ per questo che i tre adesso vogliono proporre la stessa esperienza anche a Rimini. “Il dibattito è aperto. Il primo appuntamento per discuterne insieme a mamme, babbi, nonne, nonni, cittadini interessati è venerdì 31 maggio. Ne parleremo alle ore 12,30 in via della rondine e alle ore 15,30 in via Sacco e Vanzetti durante la giornata in difesa della scuola pubblica che si svolgerà davanti agli asili comunali Cerchio magico e Bruco verde. I due asili comunali che sono diventati il simbolo della battaglia a difesa della scuola pubblica”.

Lunedì, 27 Maggio 2013 10:18

GIORNALAIO 27.05.2013

giornalaioAeradria e i suoi avvoltoi. San Marino fuori dalla black list se il titano rinuncia alla tassa etnica. Grandi eventi e lungomare in tilt 

 

Aeradria. Commento di Ferruccio Farina (dalla prima) e intervista de ilRestodelCarlino al direttore dell’aeroporto di Ancona. “«Non vogliamo ripetere gli errori che ha fatto il ‘Fellini’. Se lo facessimo, rischieremmo il fallimento». Si riferisce ai contributi di co-marketing versati in questi anni da Aeradria per portare nuovi voli? «Esattamente. I voli con Windjet, ma anche quelli russi, hanno costi esorbitanti. Noi facciamo attività di aeroporto, cercando sempre di guardare ai conti. Non vogliamo essere né un tour operator né una compagnia aerea. Per questo non vogliamo svenarci per inseguire i voli russi, nonostante l’indotto che portano». Il ‘Fellini’ ha generato, nel 2011, un indotto di 900 milioni. Possibile che non vi faccia gola? «Il nostro indotto è molto più basso, parliamo di 100 milioni. Ma, ripeto, bisogna poi vedere i conti. Noi siamo stati sempre in attivo dal 2009 al 2011, abbiamo fatto due soli aumenti di capitale dal 2007 a oggi, e mai per ripianare le perdite ma solo per gli investimenti»”, (p.5).

 
Frontalieri. “I Quasi seimila frontalieri che potevano rappresentare un asso nella manica nella risoluzione del contenzioso fra Italia e San Marino, si stanno trasformando nel tallone di Achille del Titano. Da Roma, con modo diplomatici, auspicano che “il Consiglio grande e generale possa disporre definitivamente il superamento della famigerata tassa etnica a carico dei frontalieri italiani che ha provocato una palese disparità di trattamento rispetto ai lavoratori residenti a San Marino a partire dal 2011”. Le parole sono di Fabrizio Cicchitto (Pdl), presidente della Commissione Affari esteri della Camera, riunita martedì 21 maggio per l’esame preliminare del provvedimento di ratifica della convenzione fiscale fra Italia e San Marino, firmata a Roma nel giugno 2012. Il trattato già ratificato da San Marino è al vaglio del Parlamento italiano. Negli atti della Commissione Affari Esteri a parte il Movimento 5 Stelle e di Sel che hanno chiesto un supplemento “di istruttoria e di approfondimento del provvedimento”, i toni delle altre forze politiche sono stati molto morbidi e orientati a fare sì che si giunta in tempi brevi alla ratifica del trattato. Trattato che, in seconda battuta, aprirà la strada all’uscita di San Marino dalla black list. Maglia nera che l’Italia gli ha riservato dal 2010”, LaVocediRomagna (p.10).


Nuovo lungomare in tilt.“TRAFFICO in tilt ieri mattina (e non solo) sulla Statale Adriatica e nella zona mare di Rimini, con gli automobilisti in coda che tempestano di telefonate le redazioni dei giornali e i centralini della polizia municipale. Sul fronte del porto e del lungomare, altre proteste dai guidatori ‘sfrattati’ e dai ristoratori e baristi. «Come è andata la gara di triathlon? Per noi è andata malissimo, una vera pugnalata — attaccano dello storico ristorante La Buca —. Non abbiamo battuto quasi chiodo: le transenne sono state piazzate mercoledì. Considerando che c’è la crisi, qui si sta scherzando col fuoco. Vogliono spingere sulle biciclette? Facciano più gare cicloturistiche, ma non affossino il cuore della Rimini marina». Stesso disco al ristorante Lo Squero: «Abbiamo avuto disdette a raffica. Tre tavolate sabato a pranzo, altre sabato sera, e proprio adesso altre otto persone che hanno disdetto per stasera. Le transenne da mercoledì hanno causato problemi seri di accesso a tanti clienti»… “«SIAMO bloccati da 40 minuti sull’Adriatica e non sappiamo come arrivare a Rimini da Riccione», sbottano in mattinata al cellulare alcuni automobilisti”“«Si chiude una straordinaria due giorni di sport. Non avrebbe potuto esserci modo migliore – dice il sindaco Gnassi – che una bellissima giornata di sole per concludere questa manifestazione che ha portato in città le stelle mondiali del triathlon. Ne siamo orgogliosi»”, ilCarlino (p.3).
“Il copione, ampiamente annunciato, è andato in scena sin dalla prima mattina, quando la gara con le centinaia di atleti impegnati tra corsa, bici e nuoto hanno dato via al Challenge Rimini.Il lungomare, blindato per l’occasione, ha costretto gli automobilisti a cimentarsi nelle vie “secondarie”. E come successo sabato, con l’inaugurazione della manifestazione sportiva, il torpedone di autovetture si è mosso al rallentatore, mettendo a dura prova i nervi di chi stava negli abitacoli. Soprattutto in alcuni punti incandescenti, come le parallele al lungomare, con i viali delle Regine intasati in direzione Riccione. Ma anche via Roma e via Tripoli paralizzate a lungo e travolte dal traffico che non riusciva a trovare sbocchi per scorrere in modo fluido”…“Gli interventi “preventivi” non sono stati comunque studiati a tavolino ovunque allo stesso modo. Almeno a giudicare dalla protesta che si è levata ieri, intorno all’ora di pranzo, da parte di numerosi ristoratori di viale D’Annunzio e d’dintorni, dove «sono stati previsti i blocchi e le transenne per la gara di triathlon ma non sono state indicate le strade alternative da percorrere». A spiegarlo senza nessun giro di parole è il titolare del Pappagallo, che tuona contro l’amministrazione: «C’erano le persone che bloccavano le auto dei clienti ma poi non sapevano dire che strade fare: davvero scandaloso». Ed è stato lui a chiamare esasperato «il comando dei vigili per chiedere che dessero delle indicazioni, ma mi hanno risposto che si sarebbero informati».Stessi toni da battaglia per Sergio Pioggia, della vicina Fattoria del mare, rimasto anche lui “vittima” dei blocchi senza via di uscita, tanto da lanciare una proposta: «Obbligherei tutti gli amministratori, prima di sedersi in Comune, a gestire delle attività commerciali, per capire che non ci può muovere senza consultarci ma soprattutto non possono fare esperimenti sulla nostra pelle come se niente fosse»”, CorriereRomagna (p.5).
Pollice verso anche da Cna e Confcommercio. “Un disagio che secondo Mussoni si poteva ridurre: «Bastava informare per tempo che si intendeva chiudere il lungomare! E invece siamo venuti a sapere della decisione appena mercoledì, troppo tardi per organizzarci e limitare i disagi dei clienti». «Purtroppo devo constatare –polemizza ancora Mussoni - che questo comportamento del Comune sta diventando la prassi: non solo la concertazione con le categorie non esiste più, ma ogni decisione viene presa senza prima aver ascoltato il nostro parere, vedi ad esempio i nuovi 40 parcheggi a pagamento introdotti nella zona mare». Di scarsa considerazione parla anche Gianni Indino della Confcommercio Provincia di Rimini: «Noi è da tempo che lo stiamo dicendo. Fa piacere che ora anche gli altri operatori abbiano deciso di sollevare il problema»”, NuovoQuotidiano (p.3).


“Affluenza in calo nelle urne di Gemmano dove si vota anche oggi per l’elezione del sindaco, dopo dieci mesi di commissariamento. Su 1.197 elettori aventi diritto ieri alle 12 aveva espresso la sua preferenza il 12,28 per cento, ovvero 147 persone (la percentuale era del 20,43 alle ultime elezioni politiche dello scorso febbraio); alle 19 l’affluenza era leggermente salita arrivando a 416 votanti, ovvero il 34,75 per cento contro il 35,67 per cento delle politiche di qualche mese fa. Alle 22 si erano recati alle urne in 513, ovvero il 42,85 per cento degli aventi diritto: alle politiche aveva votato il 62,33 per cento”, Corriere (p.5).


Porto, il tendone dei libri verso la demolizione. “Sarà abbattuto il ‘tendone dei libri’ sorto nel ‘97 con «autorizzazione temporanea» quale «stand per mostra libraria di carattere nautico e ambientalistico». Dopo che l’ultima delle tante ordinanze di ingiunzione alla demolizione è rimasta lettera morta (scaduta il 18 luglio 2012) Palazzo Garampi ha deciso la linea dura. «Procediamo con la demolizione coatta, ad opera di una ditta esterna su incarico dell’amministrazione comunale — spiega l’assessore ai Lavori pubblici Roberto Biagini —. Al momento il settore controlli edilizi sta elaborando dati che poi girerà al settore Lavori pubblici sul costo necessario per la demolizione e il ripristino del luogo». Il meccanismo dell’intervento ‘manu militari’ è semplice, nella sua brutalità: «Il Comune quantifica preventivamente il costo — spiega Biagini — conferisce a una ditta il compito di procedere in maniera coatta. Si demolisce e ripulisce l’area. Alla fine il conto di quanto è costato tutto quanto viene inviato alla proprietà»”, ilCarlino (p.2).


Marina centro riqualifica i mercatini. “«RIQUALIFICHIAMO Marina Centro e viale Vespucci». Il nuovo presidente del Comitato turistico, Giammaria Zanzini, butta acqua sul fuoco delle polemiche legate alla maggiore selezione degli ambulanti. «Basta chincaglieria, più arte e antiquariato», dice Zanzini. Che ricorda come la propria nomina è frutto di un’adesione di 150 attività che comprende : albergatori, ristoratori e commercianti che hanno dettato delle regole precise da seguire per riqualificare e rendere nuovamente appetibile questa realtà riminese «E’ sorta quindi la necessità inevitabile di creare degli eventi di qualità e tematici in cui, per quanto riguarda i “mercatini”, la merce esposta dagli espositori dovrà corrispondere alle caratteristiche richieste dalle singole manifestazioni». Zanzini spiega come si articoleranno le due serate: «Due eventi estivi ben distinti». Il primo è fatto a mano ArtigianInstrada, dedicato esclusivamente all’artigianato, per cui l’espositore dovrà essere produttore di ciò che vende. Il secondo evento è L’antico & il vintage”, ilCarlino (p.4).

 
 “Le liste civiche vogliono fare “blocco”, unirsi per contare di più. E scatta proprio da oggi una campagna di sensibilizzazione con manifesti, incontri e accordi con tutti i movimenti e liste civiche della provincia, fino a Pesaro. Iniziative che culmineranno in un incontro pubblico che si terrà giovedì 6 giugno con la cittadinanza (alla sala del quartiere 2, in via Pintor 7 alle ore 20,30).Promotori, le due liste civiche attualmente attive in città, la “Rimini per Rimini” e “Cuore di Rimini”, con i loro leader, il segretario Arturo Pane e il combattivo consigliere comunale Bertino Astolfi, Marco Tanda che si occuperà di comunicazione, ma già c’è l’appoggio del forum attivo da tempo su Facebook e fondato da Corrado Paolizzi “La Rimini che Vorremmo”, che conta 2.678 iscritti”, NQ (p.5).


Intervista all’attore Paolo Cevoli, NQ (p.6).

Sabato, 25 Maggio 2013 09:01

GIORNALAIO 25.05.2013

giornalaioAeradria, balneazione, lungomare. Alberghi, cori razzisti e case-famiglia. La fondazione Fellini è onlus

 

Aeradria. “Rischia di allargarsi a ben altri ambienti l’inchiesta della Procura sui conti di Aeradria dove risultano indagati per falso in bilancio e violazione della legge fallimentare il presidente Massimo Masini e l’intero Cda. Mentre si attendono nuovi interrogatori, probabilmente la prossima settimana sul fronte dei rapporti con banca Carim, si accendono i riflettori del pm Gemma Gualdi e del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza su Airport Infrastructure Rimini srl (Air), nata dieci anni fa e controllata al 51% da Aeradria, il cui presidente è Sandro Giorgetti, leader regionale della Federalberghi. La società Air, dopo una perdita di quasi 800mila euro nel consuntivo 2011, l’8 maggio scorso ha depositato in Tribunale la richiesta di concordato preventivo riservandosi di presentare una proposta di piano, mentre Aeradria con i suoi 47 milioni di debiti ha da poco ricevuto il no dai giudici civili al concordato in continuità. Oltre al 51% di Aeradria, nella compagine di Air figurano il Consorzio artigiano romagnolo (Car) legato alla Cna (20%), la coop degli albergatori Promozione Alberghiera (15%) e infine Confcooperative di Rimini (14%). Che ci sta a fare Air? Senza dipendenti e senza sue strutture, sarebbe stata creata per garantire ad Aeradria un veicolo societario tramite il quale acquistare biglietti dalle compagnie aeree low cost, come Wind Jet. E questo perché per statuto, secondo la legge sugli aeroporti, la stessa Aeradria non può comprarli direttamente. Un tentativo per aggirare le norme con una sorta di società filtro?”, LaVocediRomagna (p.18).

 
Balneazione, a Rimini da oggi una nuova ordinanza divieti. “BALNEAZIONE: le maxi-piogge restano un incubo per Rimini. Cambia l’ordinanza del Comune, su rilievi di Ausl e Arpa. In caso di sversamenti in mare si riducono da 24 a 18 le ore di bagni vietati. Ma aumentano ancora le dimensioni dei tratti di mare che saranno interdetti. Da 300 metri di due anni fa - 150 a nord, altrettanti a sud di ciascun sfioratore aperto in caso di maxi-piogge - ai 600 dell’estate scorsa, sino a misure che potranno arrivare ai 1.561 metri dell’Ausa, il tratto più grande e anche quello storicamente più vulnerabile e soggetto a chiusure. Andasse in tilt l’Ausa verrebbero chiusi in un colpo solo una cinquantina di stabilimenti balneari. Il più piccolo tratto di mare è di soli 437 metri (Pedrera Grande, perché diviso a metà con Igea Marina). La media dei tratti che potrebbero venire chiusi è all’incirca di un chilometro. Gli sfioratori sono 12, e nel caso di chiusura di tutti quanti in contemporanea sarebbero vietati 12 chilometri di mare ai bagni su 15 totali”, ilRestodelCarlino (p.5).


Oggi e domani triathol, lungomare a Rimini off limits. “«PER ANDARE al mare prendete la bicicletta, lo scooter, o andate a piedi, se potete...», è l’appello degli assessori Gianluca Brasini e Jamil Sadegholvaad ai riminesi. Perché oggi e domani il lungomare sarà off limits per il ‘Challenge Rimini’, unica tappa italiana del circuito mondiale del triathlon Challenge family. Una gara per veri ‘ironman’: 1,9 km a piedi, 90 in bici, 20 di corsa. I DISAGI per la gara sono iniziati da mercoledì, e si sono acuiti ieri, con la chiusura al traffico della rotonda di piazzale Fellini. Oggi la situazione sarà ancora più critica, perché il lungomare resterà chiuso fino a piazzale Gondar (compresa la pista ciclabile). Unica eccezione, fatta per andare incontro a bar, ristoranti e locali della zona, la riapertura al traffico tra le 20 e le 3 di stasera, in via Colombo e nel tratto da piazzale Kennedy e piazzale GondarRimini”, ilCarlino (p.9).


Turismo, “si chiama Made in Rimini holidays è la nuova rete d’impresa che comprende 116 alberghi di tre consorzi (45 dei Torre Pedrera hotels, 36 degli Alberghi tipici riminesi, 35 dei Piccoli alberghi di qualità). Si tratta della prima rete in Emilia Romagna, una delle prime in tutta Italia. Il protocollo è stato firmato nella mattinata di ieri nella sede della Camera di commercio. L’obiettivo è quello di unire le forze per abbattere i costi. In particolare per la formazione, la promocommercializzazione ma, soprattutto, nell’unire le strutture per gli acquisti. «Questo ci permette un risparmio notevole, nel settore dei generi alimentari, delle escursioni, degli arredi o, come sta accadendo proprio in questi giorni, per l’adeguamento degli hotel alle regole anti incendio» spiegano gli albergatori”, CorriereRomagna  (p.11).


Insulti razzisti dalla tribuna del Flaminio per Carlton Mayers giovedì sera, ilCarlino (p.3).


Una legge per le case-famiglia. “Associazione comunità Papa Giovanni XXIII chiederà una legge quadro per il riconoscimento a livello nazionale delle case famiglia come le aveva individuate don Oreste Benzi. Lo ha detto ieri Giovanni Paolo Ramonda, presidente dell’Associazione, venuto a Rimini per presentare il convegno che si terrà in fiera il 31 maggio in occasione dei 40 anni di “casa Betania” la prima casa famiglia, a Coriano. Oggi nel mondo ce ne sono 300, 251 in Italia, 37 nella sola provincia di Rimini…La Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, tecnicamente, è un presidio socio assistenziale, che va sotto il nome completo di “Casa famiglia multiutenza complementare”: ‘famiglia’ perché si basa su una coppia di genitori, padre e madre, (o due figure che svolgono questo ruolo) che accolgono, oltre ai figli naturali, anche figli rigenerati nell’amore; ‘multiutenza’ perché accoglie persone con difficoltà diverse: ragazze madri, pazienti psichiatrici, disabili, anziani, ex prostitute; ‘complementare’ perché si fa posto al nuovo venuto solo se non si danneggia chi già c’è”, LaVoce (p.13).

 
“Ironia della sorte, una vittoria post mortem o quasi per la Associazione Fondazione Fellini di Rimini. La quinta sezione della Cassazione, presieduta da Biagio Virgilio, ha infatti stabilito lo scorso 20 febbraio (motivazioni depositate il 10 maggio) che l’As sociazione può correttamente fregiarsi della qualifica di onlus, e di conseguenza avere accesso alle agevolazioni fiscali che ne conseguono. Una lunga battaglia legale contro l’Agenzia delle entrate (ed Equitalia), che aveva ritenuto che all’Associazione mancassero i requisiti per l’iscrizione al registro delle associazioni non profit… Dunque l’Associazione Fondazione Fellini, ora in liquidazione, chiuderebbe con un bilancio in attivo. E dopo? L’assessore Massimo Pulini crede che occorra aspettare di avere una sede, il Fulgor, per dare vita a un nuovo centro studi dedicato al regista. Quale ne sarà la forma giuridica (Associazione, Fondazione...) è tutto da decidersi. Così come da definire sono i rapporti con la famiglia del regista, morto giusto 20 anni fa”, Corriere (p.8).

tortora-scuroRimini | Maxi blitz dei Carabinieri contro la prostituzione in strada

 

Questa notte i militari del Comando provinciale dei Carabinieri di Rimini, seguito di numerose segnalazioni da parte di associazioni di categoria, amministratori di condomini e cittadini, hanno effettuato, con il supporto di un elicottero AB412 del Nucleo di Forlì, un grosso blitz antiprostituzione mettendo in strada 10 pattuglie, oltre 22 Carabinieri ed alcuni militari dell’AVES, passando a setaccio il lungomare e le strade parallele della zona sud della città, nonché la statale 16 di Viserba Monte e di Torre Pedrera.

 
I carabinieri del NORM e delle Stazioni di Rimini, Miramare, Rn-Via Flaminia e Viserba, con una mirata azione scattata in contemporanea alle 24, hanno controllato in entrambi i sensi di marcia tutte le strade segnalate di Rimini, i luoghi dove solitamente le prostitute attendono clienti. Sono state identificate circa 60 prostitute, di cui 42 di origine rumena, 8 bulgare, 6 ungheresi, 3 transessuali brasiliani e una nigeriana. Tutte accompagnate nella caserma di ia Carlo Alberto dalla Chiesa e identificate. Quindici sono risultate destinatarie di foglio di via, per loro è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria. Le altre, invece, sono state proposte per l’adozione di tale misura di prevenzione. Alcune, risultate sprovviste di documenti, sono state sottoposte anche a fotosegnalamento.


Si tratta di volti noti per un terzo delle ragazze segnalate e che esercitano a Rimini anche durante il periodo invernale. Tutte le altre arrivano da altre città italiane in vista della stagione estiva. I travestiti, invece, hanno dichiarato aver già avviato nel loro paese le pratiche per cambiare i dati anagrafici in attesa di un “cambio” fisico più radicale già programmato nei paesi orientali (Thailandia) dove questo tipo di intervento pare sia molto più economico.


Sono stati numerosi anche i clienti controllati (oltre 15) e contravvenzionati (5) per aver violato il Regolamento di Polizia urbana del Comune di Rimini che prevede una multa piuttosto salata pari a 500 euro (che punisce la domanda di prestazioni sessuali a pagamento condotta a bordo di veicoli circolanti sulla pubblica via).

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