mattoneRimini | Nuovo mercato ittico, Biagini: Al progetto manca condivisione con artigiani

 

A bloccare il progetto per il nuovo mercato ittico non è la distrazione dell’amministrazione rispetto alla questione, ma la mancanza di condivisione formale degli operatori della cantieristica navale rispetto alla proposta della cooperativa Lavoratori del mare. Questa la risposta del Comune di Rimini alle sollecitazioni affidate ieri dai pescatori alla stampa locale. “Si tratta di una mancanza rende di fatto complicato ed incerto il buon esito della procedura di esame ed approvazione dello progetto. Da qui l’opportunità di non attivare immediatamente all’apertura della Conferenza ove queste problematiche emergerebbero in maniera irreparabile”.

 
L’amministrazione precisa di essersi impegnata molto nel progetto, non solo per il ruolo centrale che ha per il nuovo Mercato ittico, ma anche per la necessità che tale intervento affronti e risolva tutte le altre questioni e problematiche che insistono nel contesto, dalla sicurezza della diportistica e dei pescherecci, alle sedi delle diverse autorità e forze dell’ordine marittime, alla modifica delle banchine portuali, ai rapporti con Agenzia del Demanio per le modifiche alle concessioni su aree del demanio Marittimo, alla mobilità e l’accessibilità degli automezzi all’area del mercato e dei cantieri navali, solo per dirne alcune”.


Il Comune precisa che i suoi tecnici “hanno affiancato in questi mesi quelli incaricati della cooperativa con un impegno costante e vicino che ha portato solo il 28 marzo scorso alla consegna da parte della cooperativa pescatori di un nuovo schema di massima della soluzione progettuale che recepisce gli indirizzi concordati. Un impegno costante e vicino confermato solo tre giorni fa dall’incontro tra i rappresentanti della cooperativa, con l’assessore Roberto Biagini e i tecnici comunali. Un incontro tutt’altro che ‘infruttuoso’ ma occasione per aggiornare la Cooperativa, come richiesto, sullo stato dell’esecuzione del 2° stralcio dell’avamporto e degli interventi di sicurezza sul 1° stralcio realizzato, nonché di concordare l’avvio immediato da parte del Comune delle procedure per la richiesta di finanziamenti regionali finalizzati alla chiusura del vano di alaggio esistente con modifica delle banchine e la realizzazione di un nuovo necessario travel-lift”.


Si tratta di un lavoro, spiegano dal Comune, che “necessita di specifica variante urbanistica e della preliminare sottoscrizione di un accordo territoriale con la Provincia, in quanto importante area nel contesto provinciale tanto da essere stata classificata quale polo funzionale”. Per questo “l’assessore Biagini e l’amministrazione comunale incontreranno a breve i rappresentanti degli artigiani al fine di avere un quadro definitivo degli aderenti al progetto di riqualificazione dell’area portuale e per individuare ogni soluzione e atto efficace a completamento degli aspetti amministrativi e procedurali. Inoltre, come già stabilito, convocherà una conferenza di servizio con tutti i soggetti interessati perché, come è noto, la realizzazione del nuovo mercato ittico comporta e prevede una riorganizzazione delle funzioni e persino degli uffici e dei posti barca dei soggetti oggi presenti come, ad esempio, le forze dell’ordine deputate al controllo della navigazione”.

tortora-scuroRimini | Bilancio, domani il consiglio del 'sabato sera' 

 

E’ stato riconvocato per domani il consiglio comunale saltato ieri a causa della assenze tra le file della maggioranza con conseguente mancanza del numero legale. Alle 18 del sabato sera i consiglieri comunali di Rimini dopo l’appello, saltando l’ora delle interrogazioni, i dovranno vedere dunque per discutere il bilancio di previsione 2013. Punto primo all’ordine del giorno resta la delibera per “l’individuazione degli organismi collegiali indispensabili al raggiungimento dei fini istituzionali dell'ente”, nel corso della cui discussione ieri si sono interrotti i lavori dell’assemblea. In apertura di seduta il consiglio ha comunque fatto in tempo ad approvare col voto favorevole della maggioranza, contraria la minoranza, i criteri generali per la determinazione delle tariffe dei servizi pubblici a domanda individuale esercizio 2013, e la disciplina generale per l'applicazione delle tariffe dei servizi cimiteriali.

tortora-chiaroRimini | Aeradria, Rossi (Fare): Pubblico fuori da scelte industriali aeroporto

 

Il primo commento sulla nuovo piano di concordato presentato ieri in tribunale da Aeradria per il salvataggio dell’aeroporto di Rimini e San Marino arriva da Marco Rossi di Fare per Fermare il declino, che nei giorni scorsi si era espresso in favore dell’ipotesi di privatizzazione. «La maggioranza ai privati prevista come parte del salvataggio di Aeradria è senz'altro novità positiva, che Fare auspicava. I privati infatti investono soldi propri e non dei contribuenti: sono necessariamente più attenti alla sostenibilità economica e quindi alla qualità della gestione dell'aeroporto», conferma Rossi. «Ci aspettiamo – si spiega meglio Rossi – ad esempio che, se i privati prenderanno il controllo, cambino i criteri di nomina del management, più attenti alle competenze maturate nel settore e meno ai "meriti" politici dei nominati».
C’è però un nodo da sciogliere, quello della effettiva libertà d’azione dei privati. «Resta da capire quale sia la natura della "golden share" prevista per gli azionisti pubblici, che non deve poter interferire se non in casi davvero rari ed eccezionali con le scelte industriali del "Fellini". Nonostante fosse preferibile un'informazione più completa anche sui crediti convertiti in azioni (15 o 20 milioni di euro?) e sugli investitori misteriosi che dovrebbero portare altri 6 milioni di euro, ci auguriamo che si sia finalmente intrapresa la direzione che porti alla salvaguardia dell'operatività dell'aeroporto, senza che vengano inutilmente bruciate altre risorse economiche pubbliche».

Venerdì, 21 Giugno 2013 11:08

Romagna, i campanili al tempo della crisi

2bRomagna, i campanili al tempo della crisi 

Bisogna avere almeno 50 anni per ricordarsi le cartoline con una figura femminile molto ben messa in bikini e la costa romagnola con tutti i nomi delle località costiere (guai se ne veniva dimenticata una). Inoltre il fisico della bellezza nordica nascondeva la fascia territoriale dell'entroterra che arricchiva la nostra offerta turistica. Era la Romagna dei mille municipi e campanili. Ma ora siamo in tempi di crisi economica e sociale, di spending review e razionalizzazione dei costi. Stato e Regioni incentivano le fusioni dei comuni per garantire ancora contributi e servizi. Anzi una legge regionale del 2008 impone accentramenti e fusioni ai comuni sotto i 3mila abitanti. Un analogo provvedimento di sostegno e incentivi ai processi di unione e vera e propria fusione è stato stabilito dal ministero degli interni nell'ottobre 2012. Va nella direzione della razionalizzazione e risparmio di spesa anche l'idea dell'unica Asl romagnola che sarà varata il primo gennaio 2014. Anche il destino delle provincie dovrebbe essere segnato... A questo processo si affianca inoltre il fenomeno dei comitati e movimenti di cittadini, come quelli dei comuni della Valmarecchia che hanno abbandonato Pesaro per diventare riminesi. Insomma il volto della Romagna cambia e Inter-vista vuole seguire questa trasformazione. Quanto questo processo sia di difficile attuazione lo dimostra il fallimento del referendum sulla fusione dei comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli.
Il progetto di un comune unico del Rubicone ha avuto una gestazione ventennale ed è sfumato col referendum del 9 giugno. A dispetto della volontà degli amministratori e anche delle associazioni economiche di categoria, Savignano (17833 abitanti) e di San Mauro (11515) non convoleranno a nozze. Per la verità un terzo comune, cioè Gatteo, si era già chiamato fuori nella fase preparatoria rifiutando l'offerta di fare parte di questo progetto che sarebbe stato il primo in Emilia Romagna per comuni di media grandezza e con una realtà economica e sociale di tutto rispetto. La Regione (che aveva già pronto il progetto di legge) non ha potuto fare altro che prendere atto dell’esito di questo referendum e riporre nel cassetto la legge istitutiva, rimasta ora solo sulla 'carta' del suo sito online.
In questo caso si trattava di una scelta, forse fallita perché arrivata fuori tempo e logorata da vecchie logiche di campanile ma che aveva negli incentivi statali e regionali una formidabile motivazione e l'averla rifiutata è forse la classica zappa affondata sui propri piedi. Infatti gli incentivi significano denaro anzitutto: nel giro dei primi quindici anni sarebbero arrivati qualcosa come 16 milioni di euro e anche la possibilità di sforare il patto di stabilità.
Dalla sua vacanza (di una settimana) in Sicilia, la riflessione del sindaco di San Mauro, Gianfranco Miro Gori, è decisamente autocritica: "Non ci ho proprio capito niente: se qualcuno mi avesse detto che a San Mauro - dove ha votato il 42% degli aventi diritto - vinceva il no con oltre il 63% gli avrei chiesto se stava bene di mente". Insomma a malincuore Miro Gori, nella seduta del consiglio comunale successiva alla tornata referendaria ha dovuto approvare e inviare a Bologna l'ordine del giorno (votato ovviamente all'unanimità) che chiedeva all'assemblea legislativa emiliano-romagnola di rispettare questo 'no' allo sposalizio con Savignano. Comune quest'ultimo che, nonostante il sì alla fusione (i favorevoli a Savignano sono stati il 54,80%) ha dovuto fare altrettanto: il responso dei cittadini va rispettato. Il collega di Savignano Elena Battistini è molto amareggiata: "Era un'opportunità unica, boicottata da alcuni per meri motivi politici. In questa vicenda non ci sono vincitori né vinti ma un solo perdente: il territorio".
Il sindaco Miro Gori (il cui secondo mandato scade l'anno prossimo) spiega che "questa opportunità svanita è frutto di un 'gravissimo errore' indotto da due fattori: il 'campanilismo' e dal fatto che qualche mio concittadino possa avere pensato che la qualità di vita del comune potesse diminuire".
Ma non c'è stato anche qualche difetto di comunicazione?
"Ho pensato anche questo, ma io ho incontrato personalmente più di mille residenti cercando di fargli capire le ragioni. Evidentemente non ci sono riuscito. C'è da dire che il venire meno per strada di Gatteo ha polarizzato il processo solo su due comuni e anche questa bipolarizzazione è stata un errore. C'è poi una ruggine storica tra i due comuni. E San Mauro ha costruito la propria identità attorno alla figura del Pascoli anche un po' contro Savignano e il suo Rubicone. Ma pensare che con la fusione fossimo diventati un 'quartiere' di Savignano, come qualcuno dei miei concittadini ha pensato, è stato un giudizio infondato che ha fatto saltare un'opportunità davvero unica non solo di difendere la quantità e la qualità dei servizi, ma di svilupparli".
Non ha pensato neppure per un istante di lasciare?
"No, il mio mandato scade il prossimo anno dopodiché spero che il centrosinistra (il mio municipio nell'area è uno dei pochi sul quale è sempre sventolata la bandiera 'rossa') sappia trovare un buon candidato per vincere ancora. Io semmai sarò disponibile a dare una mano nel settore che mi ha sempre interessato, quello della cultura".
Cosa farà poi?
"Io da tempo sono in pensione dal comune di Rimini e ora sono presidente di Sammauroindustria. Stiamo preparando il tradizionale processo storico a Casa Pascoli: quest'anno appunto sarà sul Rubicone e veniva dopo quello del 2012 su Pascoli appunto anche in vista di questo nuovo comune di quasi 30mila abitanti che avrebbe potuto chiamarsi ‘Rubicone Pascoli’. Ma sicuramente la riflessione avrà accenti diversi".
A proposito di fusioni, nella provincia di Forlì Cesena ci sono altre due processi in fase iniziale: quello tra Bertinoro e Forlimpopoli e quello tra Bagno di Romagna e Verghereto, mentre nel Riminese è già in fase avanzata l'unione tra Torriana e Poggio Berni, comuni che però insieme non arrivano ai 5mila abitanti.

Venerdì, 21 Giugno 2013 09:50

GIORNALAIO 21.06.2013

giornalaioAeradria, la via di fuga dal tunnel. Rimini, la maggioranza continua a latitare. Agenzia mobilità: cda rarefatto dal conflitto d’interesse

 

“Questione di ore per il verdetto del Tribunale che deciderà se fermare o meno la procedura di fallimento (chiesto dalla Procura), dopo la nuova proposta di concordato preventivo presentato dalla società ieri mattina, un’ora prima dell’inizio dell’udienza. Un piano che prevede 6 milioni nuovi di zecca messi sul piatto da Carim, Asset Banca, Gros e anche dalla Repubblica di San Marino, e la conversione in azioni della maggioranza dei crediti. A fare la parte del leone le banche: la Carim (che deve riscuotere 9 milioni di crediti da Aeradria) ne verserà 3, Asset Banca di San Marino (creditrice per un milione di euro) stanzierà un altro milione, il resto verrà dal Titano e dal Gros. Se il fallimento verrà respinto e il concordato accolto, l’aeroporto passerà in mano ai privati, lasciando la partecipazione pubblica fanalino di coda. Nel caso il Tribunale decidesse di accettare la richiesta di sospensione della procedura fallimentare, Aeradria avrà 15 giorni di tempo per mettere a punto i dettagli della richiesta di concordato”, ilRestodelCarlino (p.3). “Grazie all’accordo tra soci e i maggiori creditori (i più piccoli verrebbero ‘liquidati’ con oltre il 27% dei crediti vantati), si chiuderebbe posizioni debitorie per 15 milioni euro, destinati, dice Dettori, a superare i 20”. “Il nuovo concordato farà così scendere la quota degli enti pubblici al 20%, il resto sarà in mano ai privati”. “Diventa sempre più importante invece il ruolo della Repubblica di San Marino. Che manterrà la quota del 3%, ma (anche grazie all’ingresso di Asset) punta ora a realizzare un proprio scalo all’interno del ‘Fellini’, con voli cargo e commerciali, oltre all’apertura di un importante outlet dedicato allo shopping”.
“Impegni messi nero su bianco nei documenti consegnati al tribunale. Come quello sulle “strategie” per i creditori più piccoli. Per loro viene ipotizzato un aumento della quota “rimborsabile”, stimata al 27 per cento «ma che potrebbe salire anche al 30 per cento» sottolineano gli estensori del piano… E’ euforico Massimo Masini al termine dell’udienza. Il numero uno di Aeradria ha parole di elogio sperticato nei confronti della Cassa di Risparmio di Rimini «Carim ha svolto un ruolo fondamentale come mediatore ma anche come “sollecitatore”». Insomma ha agito da vero e proprio nuovo capo in pectore del Fellini”, CorriereRomagna (p.3).
“Con la presentazione del nuovo concordato è praticamente scontata la sospensione della procedura prefallimentare. Successivamente potrà accadere che il Tribunale conceda ulteriori 15 giorni per eventuali integrazioni al piano, come previsto dall’articolo 162 della legge fallimentare. Il giudice Maria Antonietta Ricci si è infatti riservata sulla nuova domanda di riferire al collegio giudicante già nei prossimi giorni, congelando di fatto la richiesta di fallimento della Procura. Nessuna novità sull’altro fronte aperto dal sostituto procuratore Gemma Gualdi che da mesi sta svolgendo indagini su Masini e gli altri membri del Consiglio di amministrazione per violazione delle leggi fallimentari e falso in bilancio”, LaVocediRomagna (p.11).
“Chi sono i Paperoni disposti a mettere soldi freschi nell'aeroporto? Tra i soggetti che hanno manifestato interesse, e non da oggi, c'è l'imprenditore del settore calzaturiero Gimmi Baldinini. Da noi interpellato l'industriale sammaurese conferma: "Certo che sono interessato a fare una piccola o anche una grande parte". Ma prima si vuole avere la certezza della messa in bonis della società”, NuovoQuotidiano (p.3).


Bilancio. “Continua il calvario del Bilancio di previsione. Dopo la bocciatura in commissione, il sindaco Andrea Gnassi mercoledì notte sembrava essere riuscito a ricompattare la maggioranza, ma ieri in Consiglio i suoi gli hanno fatto l’ennesimo sgambetto: mancanza di numero legale e tutti a casa. Nel Pd mancavano in tre: Gallo e Angelini (giustificati a inizio seduta) e Zerbini (si è assentato per andare al lavoro).Infine in corso d’opera si è volatilizzato anche Brunori (Idv). Dopo il “fattaccio” Fabio Pazzaglia (Sel) ha ricordato di avere informato i colleghi della maggioranza che non avevano il numero legale. «Ma il mio appello è caduto nel vuoto. A quel punto non mi è rimasto altro che chiedere la verifica e constatare che la maggioranza non aveva i numeri per continuare». Prima del rompete le righe, il primo cittadino ha riunito i consiglieri nella sala della giunta per una sfuriata biblica. Arrivavano addirittura notizie di consigli comunali domenicali (punitivi), se non addirittura di sabato sera. Alla fine è stato deciso di continuare sabato alle 18”, Corriere (p.4).
Problemi all’orizzonte, vista poi la situazione, si annunciano anche per il consiglio già fissato per giovedì prossimo, quello che dovrebbe essere decisivo (salvo ora cambiamenti visto l’evolvere della situazione) con la votazione del bilancio. Dai banchi del Pd mancheranno almeno due (e forse tre) consiglieri: Vincenzo Gallo e Sara Donati. Significa che il rischio di andare sotto è reale”, NQ (p.5).


Sicurezza. “L’EMERGENZA stazione è già sul tavolo del prefetto di Rimini. Il problema del degrado in cui versa la stazione ferroviaria, diventata ormai una zona ad alto rischio per le risse che si consumano quasi ogni sera, sarà nei prossimi giorni al centro di un incontro che Claudio Palomba ha già chiesto sia al questore che al comandante provinciale dei carabinieri. «A breve — dice il prefetto — incontrerò anche il dirigente regionale della Polizia ferroviaria, per cercare di risolvere la situazione. Capire come agire e intervenire, e ragionare anche sui sistemi di videosorveglianza. Oltre alla stazione, tratteremo anche delle altre zone della provincia che destano maggiore preoccupazione, soprattutto quella sud»”, ilCarlino (p.7).


Alberghi alle prese con l’adeguamento alle norme antincendio. “Secondo una stima della stessa Aia qui a Rimini potrebbero infatti essere circa 200 gli alberghi ancora alle prese con le procedure previste dalla normativa antincendio. Interventi anche piuttosto costosi, tanto che c’è chi ha preferito addirittura rinunciare ad aprire. I più però hanno messo mano al portafoglio”, LaVoce (p.13). Si parla tra l’altro anche di “800 euro per un timbro e una firma” per una certificazione “perché non era inclusa nell’intervento”.


Tassa sui rifiuti, alcune attività pensano di chiudere. “Stangata Tarsu, stanno arrivando le prime cartelle per pagare la temuta Tassa sui rifiuti e servizi. L’agitazione sale e scattano le richieste da parte delle associazioni di categoria per avere degli incontri con Hera e Comune. Obiettivo: «Trovare dei margini di trattativa per riduzioni e agevolazioni ». Nel mirino ci sono infatti quei 30 centesimi in più a metro quadro che faranno lievitare gli importi a dismisura. Ma anche l’impossibilità di dedurre l’Iva. «Colpo durissimo. Se non si trovano delle soluzioni, chiuderemo in massa», assicurano da Confartigianato. Stessa preoccupazione dall’Associazione albergatori: «Le nostre paure sono state confermate: grazie a Monti per l’ennesimo pacco che ci ha regalato»”, Corriere (p.6).

 
Agenzia mobilità, buona parte del cda costretto a dimettersi. “E’ DURATO davvero poco il nuovo consiglio di amministrazione di Agenzia Mobilità. Quattro dei sette membri del cda si sono dimessi, a fine maggio, perché in sostanza glielo imponeva la nuova normativa, il decreto legge del 19 aprile scorso, che impedisce a un dirigente o a un assessore che svolga funzioni ‘attinenti’ a ricoprire ruoli in società partecipate dagli stessi enti di appartenenza. Il tema è quello dell’incompatibilità, del possibile conflitto di interessi. Per questo si sono dovuti dimettere il dirigente della Provincia Alberto Rossini, la dirigente del Settore ragioneria del Comune di Riccione (quello che paga le fatture di AM) Cinzia Farinelli, la dirigente dell’Autoparco e Patrimonio del Comune di Cattolica Claudia Marisel Rufer, il dirigente (posizione organizzativa) del Comune di Verucchio e dell’Unione comuni Valmarecchia Massimo Stefanini. In pratica la neo presidente, bocconiana Roberta Frisoni resta ‘congelata’, un generale senza alti ufficiali. Poiché i soli membri restanti, tra i quali Claudio Dau, nominato dal Comune di Bellaria non si possono per statuto prendere decisioni”, ilCarlino (p.8).


Ieri sera, “un bimbo di sei mesi è stato travolto dall’auto di un pirata della strada. Il piccolo era nel passeggino spinto dalla madre sulle strisce pedonali ieri sera attorno alle nove e mezza. La mamma aveva atteso il verde per i pedoni e si era incamminata verso il lato opposto della via Emilia, a Santa Giustina, di fronte al bar Sport: all’improvviso una macchina ha centrato il passeggino a tutta velocità”, Corriere (p.5). Il bimbo è in prognosi riservata all’Infermi.

neroRimini | Manca il numero legale e salta il consiglio comunale

 

Manca il numero legale per il consiglio comunale dedicato, tra l’altro, alla seconda discussione attorno al bilancio di previsione 2013 del Comune di Rimini. Un fatto che accade dopo la commissione di martedì scorso con la maggioranza spaccata proprio sul bilancio, che arriverà ad essere votato in consiglio (si prevedeva il 27 di giugno) col parere sfavorevole dei commissari. A mancare oggi alle 19 (più o meno un'ora dopo l'inizio) in quattro, tutti in maggioranza. Tre nelle file del Pd: Samuele Zerbini, Vincenzo Gallo e Francesco Angelini, uno in quelle dell’Idv, Stefano Brunori.
“Dopo un'ora dall'inizio del consiglio – racconta il consigliere di Sel Fare comune, Fabio Pazzaglia – in modo davvero cavalleresco e responsabile, sono intervenuto pubblicamente per invitare i colleghi del Pd a mantenere il numero legale. Non era mai successo prima d'ora che un consigliere di opposizione facesse un accorato appello ai colleghi di maggioranza per invitarli a mantenere il numero legale”. Un appello caduto nel vuoto.
Pazzaglia ha quindi chiesto la verifica del numero legale per constatare che la maggioranza non era in grado di avere i numeri per continuare. “Un fatto politico di rilievo – spiega il consigliere di Sel – perché arriva subito dopo il parere negativo in commissione. Due indizi costituiscono una prova? Non lo sappiamo, staremo a vedere nelle prossime ore. Di sicuro la maggioranza in questo periodo non sembra godere di ottima salute”.

tortora-scuroRimini | Bilancio sostenibilità Hera, le critiche di Rimini Uptown 

 

Venerdì mattina al teatro degli Atti sarà presentato il bilancio di sostenibilità Hera, ci saranno il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, l’amministratore delegato di Hera Maurizio Chiarini e il direttore dell’area di Rimini della multi utility Tiziano Mazzoni. La notizia ha stimolato il comitato di Covignano Rimini uptown che in tema di sostenibilità ambientale ed Hera è molto sensibile, soprattutto raggruppando per lo più cittadini destinati a convivere con il biodigestore di Ca’Baldacci, cittadini che il bilancio sostenibile di Hera se lo sono studiati e hanno da dire in merito qualcosa.

 
“E’ veramente impressionante – esordisce la portavoce Elisabetta Garuti – la mole di dati e il dettaglio con cui vengono analizzate le varie attività della multiutility negli ultimi dieci anni. Nella parte dedicata alle comunità locali, ben poco però si parla dell’impatto che i vari impianti hanno sulla gente che vi abita intorno, nonostante l’art.58 del Codice Etico di Hera impegni la società a ‘prestare attenzione alle sollecitazioni provenienti dalle comunità in cui opera, realizzando iniziative di consultazione, informazione e coinvolgimento. Ciò vale in modo particolare per le comunità insediate nei pressi dei propri impianti. L’impegno del Gruppo è più significativo nei territori in cui costruisce o potenzia impianti di smaltimento di rifiuti o di produzione di energia elettrica’”.

 
Se l’azienda segnala “un forte impegno dedicato alle attività sociali, di ascolto, ambientali e di formazione per le scuole”, fa notare Garuti, “io non metto in dubbio che ciò non sia vero per qualche area dell’Emilia Romagna, ma posso dire che per quello che riguarda la centrale di produzione di biogas di Cà Baldacci a Rimini, questo non è stato sicuramente vero. Nessuna consultazione della popolazione abitante nella zona, nessuna informazione così come descritta nel bilancio, ma solo degli articoli sui giornali, nessun coinvolgimento, anzi. Nessun avvertimento che, dopo quasi 60 anni di vergognosa storia della gestione dei rifiuti in questo sito, sarebbe stata costruita una centrale di produzione di biogas”.


Dalla vergogna allo “scempio”, fanno notare da Uptown, il passo è breve. “E così adesso ci troviamo con un impianto sproporzionato alla capacità di assorbimento del nostro territorio che non è idoneo a reggere un tale pesante impatto sociale, agronomico, ambientale e paesaggistico. Siamo ai piedi della collina di Covignano nell’immediato entroterra riminese a soli 10 chilometri dal centro di Rimini. Nel raggio di due chilometri dall’impianto sono presenti tre agriturismi, due ristoranti, diverse aziende agricole a vocazione vitivinicola e numerosissime abitazione civili. Confinanti con l’impianto ci sono decine di ettari di vigneti che conferiscono l’uva a varie cantine che producono vino venduto in tutta Italia e all’estero”.

 
Eppure, “zitti zitti ci hanno messo un impianto industriale rumoroso, puzzolente e inquinante in mezzo alla campagna. Ma come è possibile? Ma dove sono l’etica e il rispetto dell’ambiente e della comunità locale? E non mi si dica che siamo affetti dalla sindrome ‘non nel mio giardino’ perché sono quasi 60 anni che la popolazione di Ca’ Baldacci si tiene i rifiuti di Rimini nel proprio giardino”.


Un’azienda seria, “veramente etica, rispettosa delle persone e dell’ambiente”, secondo il comitato dei residenti di via San Martino in Venti e dintorni, “avrebbe chiesto scusa per i tanti disagi e se ne sarebbe andata”. Ed è per questo che dicono che per loro “le 200 pagine del bilancio di sostenibilità rimangono solo chiacchiere perché i fatti che ci riguardano parlano un’altra lingua. Nel 1988, a discarica in chiusura, un dirigente dell’Amia (ora dirigente di Hera) ci aveva promesso che ci avrebbero dato il gas. Adesso capiamo che cosa voleva dire, anche se noi pensavamo qualche cosa di diverso. Non avevamo capito che ce lo avrebbero dato in emissioni diffuse, fuoriuscite di biogas e pm10 di camion. Davvero, non pensavamo che ce lo avrebbero fatto respirare”.

tortora-chiaroRimini | La lotta agli stipendi d’oro del management Hera arriva a Roma, Paglia (Sel): I soci pubblici intervengano

 

Solidarietà ai lavoratori in sciopero di Hera dal deputato di Sel Giovanni Paglia che chiede un’azione da parte degli azionisti. “Hanno pienamente ragione sindacati e lavoratori di Hera spa a scioperare per il contratto e per chiedere una politica aziendale al servizio del territorio e degli utenti”, afferma il parlamentare di Sinistra ecologia libertà.
Il rischio di un rallentamento degli investimenti dovrebbe essere un problema avvertito anche dalla maggioranza pubblica degli azionisti - prosegue Paglia - così come l'eccesso evidente di risorse impiegate nella retribuzione del management e degli organi di amministrazione e controllo”. Il deputato quindi richiama gli azionisti pubblici che “dovrebbero invitare con forza l'azienda a impegnarsi attivamente per una soluzione positiva della trattativa sul contratto nazionale che non sia penalizzante sul piano salariale e dei diritti per i lavoratori - insiste il deputato di Sel - scongiurando tra l'altro il rischio di diversi trattamenti per gli addetti dei diversi comparti”.

tortora-scuroRimini | Bilancio 2013, il no dei 5Stelle

 

Dopo il voto contrario in commissione, assieme a tutte le minoranze del consiglio comunale di Rimini, il Movimento 5Stelle analizza il bilancio preventivo 2013 proposto dall’assessore Gian Luca Brasini, una manovra che “glissa su argomenti di fondamentale importanza, quasi a voler far credere che il problema non esista. Se siamo in emergenza, come con enfasi viene ormai rappresentato in tutti i documenti programmatici di questa giunta, perché non vengono adottate misure d'emergenza?”, per esempio.

 
“Quello che abbiamo finito per chiederci – spiegano i grillini – è cosa obbliga il Comune di Rimini ad insistere nella destinazione di risorse per opere inutili, anziché provvedere alle vere emergenze del sistema città? Parliamo di emergenza fogne. Vengono vendute le reti gas, che producono reddito, piuttosto di fermare il trc, opera costosa, di cui si vende un futuro sopravvalutato fatto di insostenibilità economica, che tra l'altro è addirittura disallineato con i principi del masterplan in quanto crea un ulteriore frattura nel territorio. Questo semplice concetto, da solo, crea dissonanza tra la realtà e il rappresentato”.


Non va meglio andando ad analizzare il resto, a partire da Acquarena, il progetto per la riqualificazione della zona della vecchia fiera, di fronte al nuovo palacongressi. “Sappiamo bene che il Garden ha pronto un progetto per una piscina olimpionica e ci chiediamo, retoricamente, come possa essere meglio una piscina da 25 metri nel complesso di costruzioni che ormai tutti chiamano “Salva Palas” e che, di nuovo, va contro le linee programmatiche della presunta guerra antimattone”. Invece, spiegano dal Mov, “se sbloccassimo le risorse appena citate più quella destinata al Seminario, spesa di cui più volte abbiamo denunciato l'inutilità, avremmo magicamente quasi 13 milioni di euro da destinare alle vere emergenze della città di Rimini. Quali sono queste emergenze? Fogne, turismo, lavoro? Sicuramente non gli interessi che vengono attualmente rappresentati. Parliamo di interessi politici ovviamente, ma anch'essi, quando la forza politica che li porta avanti non è rappresentativa della popolazione, possono diventare molto perniciosi”.


Additate dai 5Stelle anche le risorse investite nelle manifestazioni ideate dal sindaco Andrea Gnassi, che “oramai, nell'evidenza dei fatti, servono più alla sua immagine che al rantolante turismo riminese. A forza di concentrare tutte le risorse in due (tre se è vero il carnevale d'agosto) fine settimana ci siamo trasformati da capitale del turismo a capitale del lowcost, per sopravvivenza”. E infine una stoccata. “Certo ad alcuni più di altri tali invenzioni fanno bene, sembra esserci infatti uno strano sbilanciamento delle iniziative utili verso la zona del porto: ruota, ciclabile (che non ci sono i soldi per finirla, ma che comunque comincia da lì), Green Village, Molo e iniziative Rosa. Dobbiamo anche confessare una certa gelosia visto che non abbiamo ricevuto nessuna risposta alle nostre pubbliche proposte di riqualificazione, mentre un non meglio identificato consorzio del porto riceve appoggio addirittura sui quotidiani”.

tortora-chiaroRimini | V peep, Moretti (Pdl): Commissione d’indagine su maggiori oneri

 

Case popolari, il consigliere comunale del Pdl Giuliana Moretti ha richiesto una commissione d’indagine sulla riscossione da parte dell’amministrazione riminese delle somme dovute dai cittadini del V peep in relazione ai maggiori oneri che l'amministrazione stessa da tempo ha pagato ai proprietari dei terreni espropriati in quanto una sentenza della corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità delle norme contenute nella legge del 1971 circa l'indennità di esproprio. “La giunta – spiega Moretti – ha deciso di deliberare anche la possibilità ai proprietari di immobili del V peep Ausa, che hanno usufruito del diritto di superficie dei terreni su cui insistono i loro immobili attraverso una convenzione stipulata con il Comune, di ottenerne la proprietà, pagando la differenza tra il diritto di superficie e la proprietà”, come è già stato fatto per gli altri peep presenti in città. Questa seconda opzione è comunque facoltativa, al contrario del pagamento dei maggiori oneri.


“Si comprende la necessità di salvaguardare gli interessi dell'amministrazione e quindi della collettività, in quanto queste due operazioni permetterebbero di introitare ingenti somme nelle casse comunali. Oltre 5 milioni di euro per quanto riguarda i maggiori oneri. L'importo previsto dalle valutazioni tecniche fatte, attribuendo ai terreni il valore commerciale attuale, se tutti gli immobili passassero dal diritto di superficie al diretto di proprietà, supera i 60 milioni di euro”, premette Moretti, che però non può fare a meno di notare come “il momento di grave crisi economica che le famiglie stanno vivendo, impone di essere amministratori attenti e responsabili. Si tratta di importi che vanno dai 2mila ai 9mila euro a immobile, cifre che anche se rateizzate, possono mettere seriamente in crisi una famiglia”.

 
Da qui la richiesta, da parte di Moretti che è anche vicepresidente del consiglio comunale, di istituire una commissione di indagine “per verificare la legittimità dell'atto e della procedura che ha portato alla delibera di giunta che stabilisce le somme che i cittadini dovranno pagare e potranno pagare”. In merito al passaggio dal diritto di superficie al diritto di proprietà, il consigliere del centro destra fa notare, inoltre, che “più gli importi saranno abbordabili più l'amministrazione avrà l'opportunità di introitare risorse economiche, libere dal patto di stabilità, che permetterebbero nuovi investimenti utili alla collettività tutta”.

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