tortora-scuroRimini | Canoni pertinenziali, i balneari hanno incontrato Petitti e Pizzolante

 

Canoni pertinenziali, il 15 settembre è scaduta la proroga ai pagamenti ottenuta grazie all’emendamento presentato nei mesi scorsi dai parlamentari riminesi Emma Petitti (Pd) e Sergio Pizzolante (Pdl), che oggi a Rimini hanno incontrato gli operatori e i rappresentati di alcuni comitati balneari. Obiettivo fare il punto della situazione dopo l'incontro di ieri a Roma fra il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta i rappresentanti delle agenzie interessate e gli stessi deputati, e arrivare preparati al tavolo tecnico convocato presso il ministero per giovedì 26.

 
"L’obiettivo portato avanti dai parlamentari, emerso anche dal confronto con gli operatori, è ottenere innanzitutto una ulteriore proroga della sospensione della riscossione coattiva dei canoni, in attesa comunque della necessaria revisione generale di tutta la materia riguardante canoni e concessioni", spiega il Coordinamento nazionale pertinenziali. "Il nodo da superare è quello della copertura finanziaria, ma i parlamentari hanno assicurato che c’è piena consapevolezza della necessità di risolvere la questione da parte di tutti gli attori interessati. I deputati hanno infine garantito che continueranno a presidiare il problema in stretto contatto con gli operatori".

tortora-chiaroRimini | Golpe in commissione, l'assessore Biagini: Io c'ero

 

"Questa mattina alle 8,30, orario di convocazione della II commissione dedicata al tema delle colonie Murri, Novarese e Bolognese, io ero regolarmente presente", precisa subito l'assessore alla Tutela e governo del territorio, demanio marittimo, lavori pubblici, mobilità del Comune di Rimini, Roberto Biagini, accusato di non aver voluto partecipare questa mattina ai lavori della seconda commissione consiliare, dedicata alla verifica dello stato delle ex colonie sul litorale sud di Rimini. La commissione ha dato modo di far parlare di sé perché alcuni consiglieri della maggioranza alle 8,35 hanno arbitrariamente aperto e dichiarato chiusa la seduta senza attende l'arrivo di presidente (Carla Franchini, M5S) o vice presidente (Gennaro Mauro, Pdl) che al loro arrivo hanno richiamato i consiglieri e riaperto la discussione, invitando l'assessore che però era già andato via. "C'’ero - sottolinea Biagini - nel momento di apertura del verbale e c'’ero quando la segretaria ha proceduto alla chiusura, dichiarando di fatto finita la commissione. Dunque, sapendo che la commissione era conclusa, non ho fatto altro che tornare nel mio assessorato. Su tutto quello che è successo dopo e sulle decisioni assunte dai consiglieri, non esprimo valutazioni, perché non è cosa che mi compete e mi riguarda".

Venerdì, 20 Settembre 2013 14:31

sergio zavoli

Nella foto Sergio Zavoli, i cui festeggiamenti per il 90esimo compleanno avranno inizio alle ore 17 di domani, al Teatro degli Atti di via Cairoli a Rimini. Sarà il regista Ettore Scola ad aprire la giornata dedicata a Zavoli con la presentazione di “Che strano chiamarsi Federico”, il suo film-omaggio al grande maestro del cinema italiano appena presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia, a cui seguirà la proiezione di “Zoom su Fellini”, il documentario realizzato da Sergio Zavoli sul grande amico Federico. Un primo momento a prologo, sempre al Teatro degli Atti, dell’incontro dal titolo “Sergio Zavoli ha novant'anni: confronto con un grande testimone del nostro tempo” in cui interverranno, Ettore Scola, Valter Veltroni, Andrea Gnassi e lo stesso Sergio Zavoli,  alle ore 21

tortora-scuroRimini | Ex colonie, golpe in commissione. Il vicepresidente Mauro: C'è 'premeditazione'. Il capogruppo Agosta si appella al buon senso (e prende le distanze da Astolfi)

Mini golpe in commissione pianificazione e controllo a Rimini. Si sarebbe dovuto parlare delle colonie sul litorale sud e della loro riqualificazione con i dirigenti e l'assessore Roberto Biagini. Ma alle 8,35, "dopo solo 5 minuti dall'orario di convocazione della seconda commissione - racconta il vicepresidente Gennaro Mauro - gli esponenti della maggioranza di centro sinistra Fraternali, Donati, Allegrini, e Astolfi, con un "colpo di mano", hanno dato inizio ai lavori non avendone la prerogativa in assenza del presidente e vicepresidente, e hanno provveduto subito dopo ad annullare la seduta". Capofila, in realtà, è stato Bertino Astolfi della lista Rimini per Rimini (ma tesserato storico del Pd).

 
A quel punto "l'assessore all'urbanistica Biagini, a differenza dei dirigenti comunali, ha abbandonato l'aula negandosi ad un approfondimento sul futuro delle colonie Murri e Novarese, tema che non è né di sinistra e né di destra, ma dei cittadini riminesi e dei milioni di turisti che raggiungono il nostro litorale", continua Mauro che parla di "comportamento gravissimo e irrispettoso delle prerogative dei consiglieri comunali che va pubblicamente censurato" e chiede in tale senso un intervento sia del sindaco del comune di Rimini, Andrea Gnassi, sia del capogruppo del Pd, Marco Agosta.


Secondo Agosta, "si è trattato di un qui pro quo. Il capogruppo della lista ha forzato la mano sui tempi. Ammettiamo che è irrituale aprire e chiudere la seduta per un ritardo di cinque minuti. Detto questo, i nostri consiglieri sono stati presenti in aula e quindi il Pd ha consentito lo svolgimento della commissione. Due consiglieri si sono fatti sostituire perché avevano impegni di lavoro. Mi sembra tanto fumo per niente. La cosa è stata enfatizzata da tutte le parti. Il presidente della lista si è sentito di agire così, io direi che questa cosa poteva essere evitata, perché un po' di buon senso non guasta mai".


Poco dopo il golpe, infatti, presidente e vice presidente della commissione arrivati in aula e trovato il vuoto si sono messi in moto, hanno richiamato la maggioranza e hanno lo stesso provato a fare luce sullo "stato di incuria in cui si trovano le due colonie che - continua Mauro - è sotto gli occhi di tutti, così come lo quello della Bolognese, tra l'altro, luogo di soggiorno di pericolosi soggetti, necessitano di un attento esame politico". A discuterne si sono ritrovati i commissari di minoranza con Stefano Brunori dell'Idv. Dalla maggioranza Allegrini, del gruppo dei quattro golpisti, è tornato sui suoi passi e a tenere il numero c'erano anche Bertozzi, Gallo e Pironi. La commissione però alla fine ha deciso lo stesso di aggiornarsi al 25 ottobre per approfondire le questioni legate alla colonia novarese anche perché "nonostante la complessità della tematica i dirigenti comunali sono stati avvertiti della seduta della commissione solo due giorni prima. Non sono arrivati preparati. Per questo - punta il dito Mauro - ritengo di avere il fondato sospetto che sia stato tutto costruito ad arte, come dimostra l'assenza dell'assessore e la circostanza che non ha messo i dirigenti nelle condizioni di prepararsi e fornire la documentazione ai componenti della commissione".


Delle ex colonie la seconda commissione, assicura Mauro, continuerà ad occuparsi perché "lo stato in cui versano è sotto gli occhi di tutti e noi vogliamo sapere se c'è la necessità di determinati atti politici".

10bBreve guida ai referendum. Parla Innocenti (Iniziativa radicale)

 

"I due referendum sulla responsabilità civile dei magistrati sono importanti perché è giusto che un magistrato in caso di colpa grave ed errore ne sia responsabile di fronte ai cittadini sia sotto l'aspetto economico (attraverso dei risarcimenti), sia rispetto alla sua carriera: non è giusto che chi sbaglia possa avere accesso a determinate cariche come attualmente accade", spiega Ivan Innocenti di Iniziativa radicale.
Altro grosso nodo da sciogliere quello della divisione delle carriere, ovvero mettere di fronte i magistrati alla scelta di fare o i giudici o i pm. "Questo - sottolinea Innocenti - per spezzare il conflitto d'interesse che si viene a creare quando due magistrati possono trovarsi a ricoprire vicendevolmente in due diversi processi i ruoli di giudice e pm. In tutti i Paesi dove la giustizia funziona le carriere sono separate".
C'è poi il referendum sui magistrati fuori ruolo, "una questione che vogliamo abolire o ridurre enormemente. Nel Ministero di grazia e giustizia lavorano 400 magistrati distaccati. Perché? Producono delle leggi. Vale a dire che ci sono dei magistrati che scrivono quelle leggi cui saranno sottoposti essi stessi. Mi domando: dove è la separazione della carriere? Questa è una cosa inaudita: chiediamo che finisca. Anche perché visto che ci sono 10 milioni di processi pendenti, forse sarebbe meglio che queste persone andassero a smaltirli curando gli interessi dei cittadini. Faccio anche notare come in Italia la politica in realtà non sia separata dalla magistratura, dal momento che siamo in presenza di magistrati che siedono in un ministero".  
Referendum sulla custodia cautelare. "Ad oggi abbiamo più di 30mila persone in carcere senza essere state processate. Si tratta di una quantità enorme dal momento, e da statistiche comprovate si sa che almeno la metà di queste sarà dichiarata innocente. Chiediamo, quindi, che l'utilizzo della custodia cautelare sia più stringente, un'occasione eccezionale, legata a fattori di effettivo rischio".
Referendum per l'abolizione dell'ergastolo ostativo, "ovvero quello per cui non si concede nessun tipo di beneficio al detenuto. Si applica di fronte a una persona che non collabora, ma non sempre di fronte ai personaggi più efferati". Un famoso ergastolano ostativo è Carmelo Musumeci. Lo è perché gestiva bische clendestine e traffico di stupefacenti entrando in conflitto con altre bande rivali, per questo motivo e per la natura della sua associazione è stato condannato in base al 416 bis, senza però avere avuto mai contatti con la mafia siciliana. Fuori dal regime di ergastolo ostativo sta un altro volto noto: Giovanni Brusca. Di sé ha detto: «Ho ucciso Giovanni Falcone. Ma non era la prima volta: avevo già adoperato l'auto bomba per uccidere il giudice Rocco Chinnici e gli uomini della sua scorta. Sono responsabile del sequestro e della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, che aveva tredici anni quando fu rapito e quindici quando fu ammazzato. Ho commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti. Ancora oggi non riesco a ricordare tutti, uno per uno, i nomi di quelli che ho ucciso. Molti più di cento, di sicuro meno di duecento (dichiarazione tratta dal libro Ho ucciso Giovanni Falcone, di Saverio Lodato, Mondadori)». Giuseppe, in molti lo ricorderanno a quindici anni fu prima strangolato poi sciolto nell'acido. La sua colpa quella di essere figlio del pentito Santino Di Matteo.
"Chi è all'ergastolo, sono in 1.400, non è detto che sia la persona più cattiva del mondo. Le nostre istituzioni prevedono che il carcere sia riabilitativo e hanno da tempo verificato che il 'fine pena mai' non funziona. L'Europa ha dichiarato l'ergastolo pena inumana e lo Stato del Vaticano un mese fa ha abolito dai suoi codici questa pena che peraltro non usava. Strano come una democrazia, come è l'Italia, non abbia la stessa sensibilità che ha una monarchia, come è il Vaticano".


C'è poi il pacchetto 'diritti civili' che "va sostenuto - secondo Innocenti - perché ha come fondamento la nostra Costituzione, che insieme alla Carta dei diritti dell'uomo, è tradita dalle leggi italiane". C'è il referendum sul divorzio breve (che vuole abolire i tre anni di separazione "per ridurre il carico giuridico e i costi per i cittadini"), ci sono i due referendum sull'immigrazione. "Uno chiede di semplificare l'accesso al lavoro degli immigrati. Chi lo perde, infatti, contestualmente perde la carta di soggiorno ed è messo nelle condizioni di non potersene cercare un altro in modo legale. Sono cioè attualmente in vigore delle norme che fanno sì che una persona cada nell'illegalità invece di tenerla nella legalità, questo non ha senso. L'altro referendum sull'immigrazione chiede l'abolizione del reato di clandestinità che fino a qualche anno fa era amministrativo e poi è diventato penale: stiamo riempendo le carceri di immigrati che sono entrati in modo clandestino".
Al proposito, al di là dei dodici quesiti, Innocenti ricorda anche che "noi come radicali chiediamo l'amnistia, ma una amnistia che non sia di classe. Oggi in carcere in Italia ci sono 65mila persone, mentre ci sarebbe posto per poco più di 40mila. Accanto a questi numeri, però, è necessario metterne un altro: sono 150mila le prescrizioni. Noi sosteniamo che queste prescrizioni corrispondono a una amnistia di classe perché, di fatto, chi ha buoni avvocati (cioè denaro per pagarli) può permettersi di portare il suo processo in prescrizione (scelta facilitata anche dal problema dell'affollamento delle carceri). Di fatto, la giustizia italiana permette già l'amnistia per chi può pagarsela".
Ci sono infine il referendum che chiede di abolire il carcere per i reati legati alla tossicodipendenza e al piccolo spaccio perché "attualmente il carcere è una scuola di crimine, mentre noi per queste persone vogliamo percorsi diversi", e quello sull'8 per mille "che chiede di togliere la quota dell'inoptato ripartita per le confessioni di modo che sia rispettato sia il diritto di chi vuole destinare la quota alla sua confessione, sia di chi non lo vuole".

9bReferendum, si firma in Comune fino a lunedì per riprendersi la speranza rubata

 

Mancano pochi giorni per sottoscrivere, se condivisi, i quesiti referendari proposti dai radicali, alcuni sostenuti anche dal Pdl, in fatto di giustizia e diritti civili. La storia di alcuni di questi referendum è lunga.

 
Forse non tutti ricordano il caso legato al conduttore televisivo Enzo Tortora. Arrestato il 17 giugno 1983 con l'accusa di associazione per delinquere di stampo camorristico dalla Procura di Napoli sulla base delle dichiarazioni di tre pregiudicati campani, sarà dopo qualche anno dichiarato estraneo ai fatti. Ad esso si ispirarono, nel 1987, i promotori del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati. Il quorum fu poi raggiunto e superato grazie al voto del 65% degli aventi diritto. Di questi, l'80% chiese l'estensione della responsabilità civile anche ai giudici. Il referendum però fu di fatto abrogato dalla legge Vassalli.
Destino simile nel 1993, dopo gli anni oscuri di tangentopoli, per il quesito sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Il quorum si raggiunse con il 77 per cento di affluenza, i sì superarono il 90 per cento. Eppure ad oggi il finanziamento pubblico dei partiti ancora c'è "perché - spiega Ivan Innocenti di Iniziativa radicale - qualche mese dopo, alle elezioni politiche i promotori del referendum ottennero il 2 per cento dei voti contro il 98 degli altri e le forze politiche vincitrici si sentirono legittimate a cambiare l'esito scaturito dalla volontà dei cittadini. Chi allora ha continuato a governare voleva il finanziamento pubblico dei partiti e anzi lo ha aumentato".


Queste cose, secondo Innocenti, succedono anche perché sui referendum manca l'informazione. "Vorrei far notare l'importanza delle firme di Berlusconi perché hanno richiamato ai banchetti non solo i sostenitori del Pdl, ma anche quella parte della sinistra sensibile ai nostri temi, ma scarsamente informata. Il suo gesto ha permesso che l'informazione sui referendum si diffondesse".
E così adesso, a distanza di meno di trent'anni, questi referendum "bisogna rifarli perché la politica ha rubato le speranze dei cittadini eludendo le loro indicazioni".
E anche perché il 'bel paese' in fatto di giustizia e diritti civili "è fermo a 40 anni fa: siamo di fronte a un'emergenza che non si può negare. E' la Corte di giustizia europea ad aver condannato l'Italia oltre 2500 volte per la lunghezza dei processi e le condizioni delle carceri: noi eludiamo quotidianamente la Carta europea dei diritti dell'uomo, e anche la nostra Costituzione. Per l'Italia si può parlare di 'strage del diritto' e si badi che, se non interessano le ripercussioni a livello umano, ce ne sono di importanti anche a livello economico. Ci sono studi, sia a livello europeo sia nazionale, che dimostrano come la lunghezza dei processi in Italia costi il 2 per cento del prodotto interno lordo, tantissimo. E' anche per questo motivo che ci troviamo al 90esimo posto in fatto di affidabilità negli investimenti: chi verrebbe in Italia a investire dal momento che qui un processo civile può durare anche 10 anni? Sono oltre 10 milioni i processi tra civili e penali pendenti".


I numeri provinciali, quelli di ieri. "Stiamo lavorando - spiega ancora Innocenti - per mandare a Roma al comitato nazionale i moduli sottoscritti da oltre 600 persone che, per un totale di 12 quesiti, corrispondono a più di 7mila firme, tra quelle raccolte ai tavoli e quelle depositate negli uffici dei comuni di Rimini e Riccione, dove fino a lunedì si potrà continuare a firmare, così come negli uffici dei comuni di Bellaria, Santarcangelo, Verucchio, Misano, Cattolica, Coriano e Morciano".
Dal Pdl, che sostiene il pacchetto giustizia, sono stati inviati 900 moduli già completi mentre altri 450 sono in fase di certificazione. "Con l'ultimo banchetto supereremo le 2.700 firme", spiega Alberto Pietrelli. "A queste bisogna aggiungere quelle depositate direttamente presso i comuni della provincia, in particolare Rimini e Riccione, che arriveranno alle 2mila circa", precisa citando anche il caso di "San Clemente dove in un solo giorno, poche ore di banchetto, abbiamo raccolto 95 firme. Tanto per un posto così piccolo".


Sulla pagina Facebook di Iniziativa radicale, inoltre, si può accedere al 'borsino' dei referendum più firmati (aggiornato a ieri, secondo i numeri dei radicali): Responsabilità civile/1: 566; Responsabilità civile/2: 557; Magistrati fuori ruolo: 566; Custodia cautelare: 564; Ergastolo: 440; Separazione delle carriere: 574; Divorzio breve: 599; Immigrazione/Lavoro: 493; Immigrazione: 480; Droghe: 534; 8xMille: 565; Finanziamento pubblico: 632.

Venerdì, 20 Settembre 2013 09:47

GIORNALAIO 20.09 2013

giornalaioSpiagge, il governo liberalizza. Aeradria, Vezzelli indagato per imprudenza. Delfinario, sorrisi alla fine dell'incontro tra proprietà e comune di Rimini. Politica, l'ammiraglio alla guida della destra

 

Spiagge, l'esecutivo vuole liberalizzare. "Letta parla di globalizzazione, la Riviera replica sollevando una bufera. E’ successo ieri quando il premier ha illustrato il piano “Destinazione Italia” partorito dal Consiglio dei ministri. Vediamo la parte di nostro diretto interesse: “L’Italia non valorizza adeguatamente i beni pubblici in concessione - c’è scritto nella bozza del piano -. Ad esempio, le concessioni balneari garantiscono all’erario introiti soltanto per circa 130 milioni di euro all’anno. La lunga durata dei contratti di concessione limita la mobilità dei gestori e scoraggia gli investitori internazionali”. “Destinazione Italia” suggerisce poi di “rivedere i criteri di assegnazione dei beni e la durata dei contratti, prevedendo gare che accrescano la concorrenza tra i diversi gestori. Anche la quantificazione dei parametri economici minimi per l’assegnazione deve essere adeguata ai valori di mercato correnti”", LaVocediRomagna (p.17).
"UN ‘NO’ trasversale alla parte di decreto. ‘Destinazione Italia’ che riguarda le spiagge quello che viene dai parlamentari Sergio Pizzolante (Pdl) ed Emma Petitti (Pd). «Sono contrario al capitolo del decreto ‘Destinazione Italia’ dedicato alle spiagge e al demanio — dice Pizzolante — . Il tavolo tecnico istituito presso il ministero dell’Economia sul demanio si riunirà il prossimo giovedì e mi aspetto che confermerà la linea condivisa nella riunione di luglio. Occorre garantire la continuità delle attuali gestioni delle spiagge. Giovedì entreremo nel merito, ho fiducia che troveremo una soluzione e che sapremo imporla in Europa». «Il Piano Destinazione Italia non è ancora arrivato in Parlamento, non ne conosciamo i contenuti — scrivono Emma Petitti, Caterina Bini e Silvia Velo, Pd —. Chiediamo al governo di fare chiarezza su questo punto, smentendo queste indiscrezioni»", ilRestodelCarlino (p.5).


Aeradria, membro del nuovo cda nei guai. "NUOVI guai per Rodolfo Vezzelli, dirigente di Aeradria, a causa dei suoi trascorsi da direttore dell’aeroporto di Forlì. L’accusa parla di «operazioni imprudenti ed eccessivamente rischiose» che avrebbero portato poi «al buco in bilancio della Seaf» (una ventina di milioni nel 2010, una decina nel 2011, 8 milioni di euro di debiti al 31 dicembre 2012); Seaf è la società, messa in liquidazione, che gestiva l’aeroporto di Forlì, dichiarato fallito nel marzo scorso. A riaprire l’inchiesta sullo scalo forlivese, archiviata a gennaio, è stato il capo della procura di Forlì, Sergio Sottani", ilCarlino (p.9).

 
Campi da calcio, adesso si manifesta contro la gestione. "Non accenna a sbollire la diatriba tra le società sportive e i Delfini sulla gestione dei campi riminesi. Le tensioni continuano ad essere all'ordine del giorno e ora, per farsi sentire, le principali società che si sentono danneggiate dal nuovo corso hanno deciso di scendere in piazza. E' infatti in programma entro fine mese (probabilmente il 26 o 27 settembre) una manifestazione in piazza Cavour, quindi sotto il Municipio, alla quale sono invitate a partecipare tutte le associazioni, i genitori e i ragazzi. "Le società come la nostra sono strangolate, non possiamo andare avanti così" spiega il direttore generale della Rimini United Lanfranco Giannini", NuovoQuotidiano (p.9).


Il centrodestra fuori da Forza Italia si riorganizza attorno all'ammiraglio. "Poco più di una settimana per aprire ufficialmente il sipario, ma ormai i giochi sono fatti. Il movimento “Noi per la Romagna”, dopo l’esperienza di Gemmano (dove ha sostenuto il candidato sindaco Fiorenzo Brighi), è pronto a debuttare alle prossime consultazioni locali, ovvero le elezioni regionali e comunali. L’annuncio ufficiale arriva dall’ammiraglio Aleardo Maria Cingolani (alle ultime amministrative di Rimini con la lista di Madgi Allam) che dà appuntamento al 28 settembre prossimo nella sede di via Isotta per svelare uomini e strategie", LaVoce (p.15). "“I fondatori sono una decina - aggiunge Cingolani - posso confermare la presenza del consigliere provinciale Giuliano Giulianini e di alcuni nomi di spicco della Lega Nord”. Tra questi, in attesa di ulteriori conferme ufficiali, di sicuro c’è quello del segretario provinciale del Carroccio Vito Vangelisti".

neroRimini | Delfinario, vertice in Comune: Necessario adeguamento struttura

 

Oggi incontro a palazzo Garampi. A tema il destino del delfinario di Rimini. "Il Comune ha offerto il proprio supporto - spiega l'avvocato della proprietà, Massimiliano Bacillieri - perché ci tiene a mantenere la struttura a Rimini. Ha ribadito di tenere anche alla salute degli animali, che se sono stati concepiti lì, cresciuti lì e vissuto lì per tanti anni, non si capisce perché si debba fare la violenza di portarli in altre strutture. La salute degli animali, quindi, è fondamentale anche per il Comune". All'incontro hanno partecipato le proprietarie Monica e Tamara Fornari, accompagnate dall'avvocato Bacillieri, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e l'assessore al demanio Roberto Biagini.

 
"Ci hanno detto - continua Bacillieri - che gli strumenti urbanistici per regolarizzare il delfinario ci sono, dovrà essere convocata una conferenza di servizi per capire se c'è lo spazio per l'ampliamento della struttura o se ci si limiterà alla ristrutturazione". Non è stata presa in considerazione l'ipotesi di un trasloco, né vicino, né lontano. "Il delfinario resterà lì dove è in ogni caso, perché se si vuole continuare a utilizzare acqua marina non può essere altrimenti". Non si è parlato di tempi. "Siamo rimasti così - conclude l'avvocato - e per ora aspettiamo. L'idea che ci siamo fatti è che ci sia la volontà finalmente di mettere mano alla questione. Speriamo che alle parole seguano i fatti".


Il confronto, dicono dal palazzo, "è servito per chiarire le posizioni delle parti, a seguito delle note vicende che hanno coinvolto la struttura nelle ultime settimane. Altra questione è invece la vicenda amministrativa relativa alla necessità dell'’adeguamento strutturale del delfinario sul sedime demaniale. L'’assessore Biagini ha ribadito l’'assoluto obbligo di muoversi nel solco delle competenze amministrative e delle leggi vigenti, che prevedono che tali strutture rispondano a requisiti precisi".


Di riqualificazione del lungomare si è parlato anche in v commissione consiliare, che ha espresso questa mattina parere favorevole (7 i voti favorevoli della maggioranza, 3 le astensioni della minoranza) alla proposta deliberativa per l'’individuazione dei beni immobili di proprietà statale che saranno oggetto di domanda di attribuzione nell'’ambito della recentissima normativa in tema di Federalismo Demaniale (articolo 56 bis della legge 90/2013). Tra le aree di proprietà statale situate nel Comune di Rimini si rilevano innanzitutto i terreni di sedime del lungomare e le pertinenze, oltre alle aree di piazzale Gramsci e della scuola media Panzini, destinate rispettivamente a viabilità, parcheggi pubblici, parte del mercato settimanale ambulante e scuola; tutte opere realizzate e mantenute dal Comune di Rimini con funzioni pubbliche a servizio della città.

tortora-chiaroRimini | Destinazione Italia, i balneari: Duri e determinati contro le gare

 

“In un progetto del Governo, che conosciamo solo per sommi capi e, quindi, ancora informale, dove, tra l'altro, si parla anche di turismo, ci aspettavamo di trovare sostegno e supporto alle 30mila imprese balneari e oltre 100mila addetti diretti. E' vero che si tratta di linee strategiche, ma affrontare problematiche di tale rilevanza economica e sociale valutandone solo gli aspetti economici (come si fa nel piano ‘Destinazione Italia’) ci sembra riduttivo e fuori dalla realtà", dicono, in attesa di capirne di più, Riccardo Borgo, del Sindacato Italiano Balneari FIPE/Confcommercio, Vincenzo Lardinelli della FIBA – Confesercenti, e Cristiano Tomei CNA – Balneatori. Le associazioni dei balneari fanno sentire la propria voce in vista della discussione in Consiglio dei ministri domattina del decreto Destinazione Italia, che servirà nei propositi dell'esecutivo a rintracciare investitori esteri verso il 'bel Paese' e prevede allo scopo anche la liberalizzazione di alcune concessioni demaniali.

 
"Tornando a parlare genericamente di gare, si rischia di ricreare un clima irrespirabile al quale non potremo che reagire con durezza e determinazione. Se, poi, l'obiettivo è quello di cercare i presupposti per creare nuove e importanti opportunità di investimento chi meglio di noi lo può fare? Abbiamo dalla nostra parte la lunga tradizione di un sistema unico in Europa, l'esperienza necessaria, la volontà di investire purché si creino le condizioni per poterlo fare. Se è utile cercare investitori stranieri, lo è ancora di più creare le condizioni per chi è già nel settore, nell'interesse sia delle imprese esistenti che del turismo balneare italiano”, spiegano i sindacalisti.
Giovedì prossimo anche le associazioni del balneari parteciperanno al tavolo tecnico programmato dal Ministero dell'economia. "Vedremo quale sarà la posizione dell'esecutivo. E' certo che, nell'occasione, dovremo anche trovare una soluzione ai problemi dei canoni pertinenziali che stanno mettendo definitivamente in ginocchio e fuori mercato un numero importante di imprese non solo balneari ma anche ristoranti, discoteche, alberghi, ecc. Le Associazioni di categoria, infine, ritengono che per uscire dall’impasse di Bruxelles, occorra trovare una soluzione forte, condivisa e - se necessario - coraggiosa, che il Governo faccia propria e sostenga con convinzione. Crediamo ci siano i presupposti giuridici, economici e sociali per arrivare a questo risultato, altri Paesi, d’altronde, lo hanno già fatto".

tortora-scuroRimini | Destinazione Italia, Pizzolante: Spiagge già in gestione fuori da campagna per investimenti esteri

 

Se ne inizierà a discutere domattina in Consiglio dei ministri: è il decreto Destinazione Italia e al suo interno parla anche di spiagge e demanio. Giovedì il dossier arriverà sul tavolo tecnico dedicato al demanio istituito presso il Ministero dell'economia cui siede anche il deputato del Pdl Sergio Pizzolante che dal suo diario Facebook già si dichiara "contrario". "Mi aspetto che il tavolo di giovedì confermi la linea condivisa nella riunione di luglio"."Le spiagge italiane, quelle che hanno già una gestione imprenditoriale, non possono essere oggetto di una campagna per gli investimenti dell'estero verso l'Italia. Dobbiamo garantire la continuità della gestione per valorizzare un servizio competitivo e tutelare 30mila imprese nate sulle aree demaniali", aggiunge il deputato raggiunto al telefono. 

Non usa mezze parole il deputato del centro destra anche perché da indiscrezioni, filtrate attraverso il Sole24Ore, (davvero "a sorpresa", come specifica il quotidiano di Confindustria) nel decreto entrerà la liberalizzazione delle concessioni balneari. Tutto da rifare rispetto alla primavera quando, con parere contrario del governo e il rischio di una multa Ue (la ragioneria dello stato aveva quantificato il rischio di una sanzione Ue in un importo tra 10.880 e 652.800 euro al giorno), il parlamento ha votato la proroga di 5 anni (fino al 2020) inserita nel decreto sviluppo bis del governo Monti?
La questione si avvia verso una riapertura con il 'pericolo' di nuove gare anche per sanare la posizione dell'Italia nei confronti di Bruxelles, col rischio però di richiamare le voglie di investitori d'oltralpe. La liberalizzazione scatterà per i grandi affitti a uso commerciale (con canone annuo superiore a 60mila euro ovvero 250mila per gli alberghi) e prevederà modifiche per il cambio di destinazione d'uso, che dovrebbe diventare più semplice per i grandi investitori.

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