2bLe bcc rispondono al vescovo (Banca di Rimini, Banca Valmarecchia)

 

Se scalpore ha suscitato, nel suo discorso alle autorità in occasione di San Gaudenzo, il riferimento del vescovo di Rimini Francesco Lambiasi agli istituti di credito cooperativo, da parte loro le bcc, perlomeno a livello locale, si mostrano ben in linea con gli argomenti usati dal pastore della chiesa riminese.

 
«Il nostro sistema - spiega Cesare Frisoni, presidente Banca di Rimini - quest'anno ha compiuto cento anni, nato grazie alla visione da pionieri delle vecchie casse rurali che hanno considerato la necessità di rispondere al bisogno della persona. Ci sentiamo in piena sintonia con le parole del vescovo a livello di principio e lavoriamo per esserlo anche a livello operativo».
A questo spirito anzi il credito cooperativo non si è mai sottratto. «Per assolvere meglio lo spirito di solidarietà nel territorio - racconta Frisoni - le nostre banche si sono spesso accollate la concessione di credito a imprese e persone in uscita da altri istituti da cui non avevano più sostegno. Abbiamo corso un rischio ragionevole per concorrere alla tenuta e allo sviluppo dell'economia del territorio in cui operiamo nonostante le difficoltà».
Piena adesione anche alla proposta del vescovo di istituire il Fondo per il lavoro. «Iniziative del genere non possono che essere accolte positivamente, sempre nei limiti delle nostre possibilità», sottolinea Frisoni. «Ci siamo già mossi chiedendo ai dipendenti di destinare alcune ore del loro lavoro al finanziamento di questo fondo e parteciperemo anche noi amministratori devolvendo il gettone di presenza nel cda. Quello che raccoglieremo sarà poi raddoppiato perché la banca come suo contributo metterà esattamente la stessa cifra raccolta da dipendenti e amministratori»

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Del Fondo per il lavoro parlerà presto in cda anche la Banca Valmarecchia. «Noi guardiamo in modo positivo tutto quello che è finalizzato ad aiutare le persone nella situazione di crisi», spiega il direttore Gino Gregoroni. «E' giusto mettersi all'opera per ideare e valutare strumenti utili». In linea con lo spirito solidale espresso dal vescovo e di fronte a una crisi che non cessa di mordere, l'istituto di credito ultimamente ha «anticipato la cassa integrazione (un cifra tra i 7 e gli 8mila euro) a chi ha perso il posto di lavoro. Di queste operazioni ne abbiamo fatte qualche centinaio. A causa della crisi economica queste situazioni sono molto diffuse».
Gregoroni ribadisce anche come il credito cooperativo si tenga lontano dalle speculazioni finanziarie (altra raccomandazione di Lambiasi). «Sia per statuto, ma anche per vocazione, noi possiamo finanziare solo le aziende del territorio, né ci occupiamo di speculazioni finanziarie. Noi non né facciamo né le proponiamo ai nostri clienti. L'idea che c'è dentro al nostro modo di operare è quella della banca tradizionale: raccogliamo dal territorio e investiamo, nei limiti del possibile, nel territorio».

1bSan Gaudenzo, le bcc rispondono al vescovo (Banca malatestiana, Banca Romagna est)

 

Un tempo il popolo le chiamava in modo sbrigativo “le banche dei preti”. Sapeva bene che tutte erano nate all’ombra di un campanile e quasi sempre per iniziativa di un sacerdote illuminato che cercava di fare i conti con le pecorelle del gregge, quasi tutte contadine e artigiane, che avevano bisogno di credito, negato dalle banche importanti. Si chiamavano Casse Rurali e adesso portano invece il nome di Banca di Credito Cooperativo. Non era mai accaduto – almeno a Rimini – che fossero oggetto di un intervento importante dell’autorità ecclesiale. Lo ha fatto il vescovo Francesco Lambiasi, nel discorso alle autorità in occasione della festa di San Gaudenzo. Lo scenario in cui si colloca il discorso è quello del 2008: la finanza, staccata dal mondo produttivo e dal bene dell’uomo, divenuta fine a se stessa e per se stessa, ha trascinato nel baratro anche l’economia, che aveva pervaso.

 
Come si muovono in questo contesto le Bcc che, ricorda il vescovo, sono nate fra Ottocento e Novecento, sulla scia della Rerum Novarum e della dottrina sociale della Chiesa?    Il vescovo non si avventura (almeno non lo fa in modo diretto) nel giudizio su comportamenti presenti o passati. Fissa alcuni paletti: «Le BCC hanno una responsabilità e una missione: esse, cooperative di credito, devono sapere rendere visibile che l’economia, rivolta all’uomo e per l’uomo, produce sviluppo economico equilibrato e duraturo. Per dirla con il nostro Stefano Zamagni, mentre la banca commerciale dà valore al mercato – il che è certamente cosa buona – la BCC dà mercato a valori quali la mutualità, la solidarietà, la reciprocità».
Un passo più avanti il vescovo è ancora più preciso: «Tutto questo richiede comportamenti seri e coerenti, spesso controcorrente; le Banche di Credito Cooperativo non devono massimizzare il profitto, per cui non prediligono impiegare i risparmi dei loro soci e clienti in strumenti finanziari, ma li prestano ad altri soci e clienti, mettendo in circolo la ricchezza raccolta nel territorio di appartenenza. “La Banca di Credito Cooperativo deve sempre ricordare che si va in banca per portare fiducia sotto forma di risparmi e per ricevere fiducia sotto forma di prestiti”, come diceva in ripetute occasioni il compianto cardinale Ersilio Tonini».
Ma c’è la crisi, come si fa? «In questo periodo di crisi – risponde il vescovo - l’amministratore di ogni istituzione finanziaria, ma ancor più quello di una BCC, deve coniugare il dovere della sana e prudente gestione con l’esigenza di fronteggiare gli effetti della crisi e così di non far mancare il credito alle famiglie in difficoltà e di essere di supporto alle imprese che creano e danno lavoro. L’attenzione e la prossimità all’uomo non devono essere dimenticate neppure nel momento del recupero crediti, ottenuti per prestiti andati in sofferenza».


Nella provincia/diocesi di Rimini le banche di credito cooperativo hanno una lunga e solida tradizione, hanno sviluppato sinergie e fusioni e, in un caso, hanno conosciuto anche l’onta del commissariamento.
Come hanno reagito all’energico richiamo del vescovo? «Mi ha fatto piacere che il vescovo abbia parlato di noi; – afferma Enrica Cavalli, dal 2011 presidente della Banca Malatestiana – significa che c’è un rapporto aperto, che fa conto su di noi. Noi siamo presenti nei problemi della vita sociale e investiamo sul territorio. Credo che faremo la nostra parte anche nell’iniziativa sul lavoro che proprio in questi giorni è stata lanciata». Ma se monsignor Lambiasi richiama le origini delle vostre banche e spiega come oggi dovrebbero comportarsi, significa che da queste radici c’è stato un allontanamento? «Non credo – risponde il presidente Cavalli - Ogni anno organizziamo iniziative, come l’Expo per i nostri soci, che vogliono essere un aiuto allo sviluppo delle imprese del territorio. Certo, si può fare sempre di più, ma noi ci siamo. Abbiamo un bilancio sociale che tiene conto delle esigenze delle famiglie e delle imprese». C’è tuttavia un “ma”: «Siamo piccole banche ma sempre più appesantite da fardelli e obblighi burocratici che ci impediscono do operare come vorremmo. Siamo penalizzati dalla normativa europea che considera piccole imprese aziende che invece da noi sono medio-grandi».

 
Corrado Monti, vice presidente della Banca Romagna Est, ritiene che ancora oggi le banche di credito cooperativo siano in sintonia con l’ispirazione ideale che le hanno generate. «Nella situazione economica attuale – spiega – interpretiamo un ruolo dinamico. Noi siamo le banche che raccolgono il risparmio e lo reinvestono nel territorio, mentre le banche d’affari prendono il risparmio e lo usano per alimentare la finanzia. La differenza è tutta qui». Ma questo è vero anche in questo periodo di crisi, non è che anche le banche cooperative hanno stretto i cordoni del credito a famiglie e imprese? «La crisi c’è, noi possiamo fare anche ulteriori sforzi, ma siamo realtà sottoposte a vigilanza, dobbiamo cioè rispettare le regole e far quadrare i conti come ogni altra azienda. Comunque fino a poco tempo fa il cento per cento di quanto veniva raccolto era reinvestito nel territorio. Adesso un po’ di meno, ma non per volontà nostra, sono le aziende che sentendosi insicure presentano meno richieste». Monti non crede che il richiamo del vescovo sottintenda qualche difficoltà di rapporto fra la realtà ecclesiale e le ex casse rurali. E aggiunge: «L’attenzione del vescovo nei nostri confronti conferma che siamo una realtà vicino alla gente. Vuole dire che il nostro peso è cresciuto, che siamo una realtà interessante capace di incidere sul territorio».

Mercoledì, 16 Ottobre 2013 10:22

GIORNALAIO 16.10.2013

giornalaioAsl unica, Ravaioli: i problemi non si risolvono aumentando le dimensioni. Aeradria, almeno 12 le lettere incriminanti. Spiagge, niente large intese su sdemanializzazione. Fisco, evasione in aumento a Rimini

 

Asl unica, i pro e i contro secondo Alberto Ravaioli, LaVocediRomagna (p.3). "Non è sempre la dimensione mega che genera risparmio e qualità, ma può essere anche l’organizzazione e una giusta collaborazione, con gruppi professionali ben orientati e preparati. Uno dei principali elementi di problematicità appare essere poi il rapporto con le altre due Aziende Sanitarie della Regione (Bologna e Reggio per intenderci) con le sperequazioni che si verranno a creare. In Romagna non vi saranno mai, per le dimensioni, certe super-specialità. Si pensi al trapianto di organi, a quello di midollo eterologo, alla super- biologia con le sue tecnologie che difficilmente potrà essere realizzata tutta in Romagna, al grande tema delle Università, Facoltà di Medicina, che in Romagna non ci sarà mai, alle specialità mediche e alle Scuole di specializzazione. Le mega aziende non risolvono questi problemi che sono fatti di rapporti personali e politici e di relazioni".

 
Spiagge. "Il pressing del Pd riminese sul governo, per innescare la retromarcia sulla sdemanializzazione e sulla vendita delle spiagge sembra avere centrato l'obiettivo. Se ne è avuta conferma ieri. Nelle concitate ore che hanno preceduto e accompagnato la presentazione della Legge di stabilità è apparso chiaro che del tema demanio, almeno fino alla prima serata, non vi era traccia. "C'è un contrasto tra noi e il Pd – ha ammesso il parlamentare riminese del Pdl Sergio Pizzolante – sulla norma". Il Partito democratico spingerebbe infatti ora per una legge che regionalizzi il demanio, così da lasciare che siano le Regioni a decidere il da farsi. "Noi invece – spiega Pizzolante – non siamo d'accordo e rimaniamo convinti della validità della proposta Baretta, l'unico progetto che può garantire davvero una soluzione"", NuovoQuotidiano (p.7).

 
Indagine Aeradria. "Stando a quanto reso pubblico da Aeradria nei suoi bilanci e nei verbali di varie assemblee, questi impegni sarebbero almeno una dozzina, fra il 2009 e il 2012… Esistono varie attestazioni da parte dei collegi dei revisori del Comune di Rimini - per fare un solo esempio - e di Rimini Holding che avvisano Aeradria della non sussistenza dei crediti vantati per il piano marketing. Agli impegni, infatti, non seguirono gli atti amministrativi necessari per la liquidazione. Rispondendo ad un’interrogazione di Gennaro Mauro (Pdl), nel maggio scorso Gnassi affermò che “non aveva conoscenza” del fatto che le banche avessero anticipato i soldi ad Aeradria sulla base delle lettere d’impegno, fra le quali la sua. Ha commentato ieri al riguardo Mauro: “Gnassi non diede seguito all’impegno, ma nel frattempo Aeradria nei bilanci aziendali anni 2010 e 2011 quantificava come Crediti le promesse del comune di Rimini, del presidente della provincia di Rimini, dei Comuni di Riccione, Misano, di Cattolica e della Regione Emilia Romagna. Oggi abbiamo appreso che nessun amministratore di sinistra al governo nei principali enti locali della provincia ha dato seguito all’impegno preso. Non posso immaginare che Gnassi e Vitali siano stati così ingenui, e non abbiano pensato che l’impegno scritto preso a favore di Aeradria, abbia indotto la Carim di Rimini ad anticipare le somme alla società aeroportuale nella certezza che la parola fosse onorata”. Per quanto riguarda la Provincia, Vitali rispose ad un’interrogazione di Claudio Di Lorenzo (Pdl) così: “nessun impegno è mai stato contabilizzato all’interno dei bilanci dell’ente. La corresponsione non è mai avvenuta poiché in assenza di formale impegno contabile”. La lettera di patronage di Nando Fabbri Un discorso a parte merita la lettera di patronage impegnativa (“con contenuto fidejussorio”) inviata a Carim nel febbraio 2008 dall’allora presidente della Provincia Nando Fabbri, a garanzia, fino a 928.260 euro, di un mutuo concesso dalla banca ad Aeradria (2,7 milioni, durata 7 anni). A fine 2012 Carim chiese alla Provincia di versarle la garanzia prestata da Fabbri (visto che Aeradria non aveva fatto fronte agli impegni per 1,5 milioni), ma Vitali rispose nel marzo 2013 che la garanzia gli risultava “scaduta nel corso del 2010”", LaVoce (p.11).
"Il giorno dopo la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati (su cui il procuratore capo Giovagnoli si è trincerato ieri dietro un laconico “no comment”) piovono attestati di solidarietà nei confronti del presidente della Provincia Stefano Vitali e del sindaco Andrea Gnassi, ma anche richieste di dimissioni. Le une arrivano ovviamente dal "fronte amico", dal Pd in primo luogo. Mentre a chiedere le dimissioni sia di Vitali che di Gnassi è il Movimento 5 stelle riminese, cui si associa anche la parlamentare Giulia Sarti", NQ (p.5).


Fisco. "Ogni 100 euro di tasse dovute, il riminese medio ne evade oltre 36. In altre parole, più di un terzo dei soldi che dovrebbero essere corrisposti dai contribuenti, non arrivano allo Stato. E’ il “tax gap”, il rapporto tra imposta versata e imposta dovuta, calcolato sulla base delle stime di reddito dall’Agenzia delle Entrate. Un gap che nel territorio provinciale riminese è il più alto in Emilia- Romagna e fra i più alti d’Italia. Lo ha ribadito il direttore provinciale dell’Agenzia Elio Padovano intervenendo ieri mattina alla seduta congiunta di II e V commissione consiliare", LaVoce (p.13).
"Sessantasette milioni di Iva evasa da gennaio. E' questa la cifra record scoperta dalla Guardia di Finanza di Rimini e rivelata ieri dal comandante Venceslai durante la seduta congiunta della II e V Commissione Consiliare dedicata proprio allo spinoso tema dell'evasione, grande piaga riminese e non solo. “Si tratta di un dato che possiamo definire a tutti gli effetti storico – sottolinea Venceslai -. Mai infatti avevamo raggiunto una cifra così alta. Cifra naturalmente nella quale sono compresi e fanno ovviamente la parte del leone i 37 milioni e mezzo evasi dai quattro imprenditori che abbiamo arrestato nell'operazione Machiavelli compiuta recentemente insieme all'Agenzia delle dogane di Rimini (l'operazione aveva portato alla luce un giro d'affari complessivo nascosto al Fisco di oltre 187 milioni di euro, ndr)”. Altro dato significativo, quello degli evasori totali: “Ne abbiano individuati ben 31 per un totale di 13 milioni di euro evasi”", NQ (p.3).
"Padovano ha spiegato che il gap nel 2001 era al 47%. Ha anche detto che gli evasori totali (chi non ha presentato dichiarazione dei redditi) nel Riminese l’anno scorso sono stati 43.152, con aumento di 11.165 (+33%) in un solo anno: nel 2011 furono 31.987. Ciò a fronte - ha precisato il direttore di Agenzia Entrate - di 226.544 potenziali contribuenti. Le dichiarazioni dei redditi sono state 183.992", ilRestodelCarlino (p.4).


Mamma di Montefiore oggi in udienza dal Papa. "PIÙ FORTE della malattia e delle diagnosi mediche. Affetta dalla sclerosi laterale amiotrofica da due anni, Laura Grassi quando ha scoperto di essere rimasta incinta ha deciso, nonostante il parere negativo di molti medici, di portare a termine la sua gravidanza. Sei mesi fa è nata Alessia. Una storia, quella della mamma coraggio di Montefiore, che oggi arriverà in Vaticano. Perché il sogno di Laura era quello di poter abbracciare Papa Francesco e oggi al termine dell’udienza generale potrà salutarlo e ricevere la sua benedizione", ilCarlino (p.2).

neroRimini | Aeradria, Gnassi indagato: Tranquillo perché certo correttezza atti

 

"Sono tranquillo innanzitutto perché sono convinto della correttezza degli atti amministrativi adottati", dichiara il sindaco di Rimini in merito alla notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati nell'inchiesta della procura su Aeradria.
"In secondo luogo, sono tranquillo perché l'’impegno che abbiamo profuso negli ultimi anni da parte mia come sindaco e più in generale dalla collettività– è stato, è e sarà esclusivamente finalizzato alla difesa di una infrastruttura strategica qual è l’aeroporto di Rimini. Abbiamo sempre agito con la massima trasparenza, per raggiungere un obiettivo condiviso da tutti, ovvero salvaguardare un’infrastruttura che non rappresenta un simbolo, ma genera economia, indotto, porta centinaia di migliaia di arrivi e milioni di presenze sul nostro territorio e senza la quale avremmo migliaia di posti di lavoro in meno, gente per strada e imprese chiuse”", conclude Gnassi.

tortora-scuroRimini | Aeradria, 5Stelle chiedono dimissioni Gnassi e Vitali

 

Aeradria, i 5Stelle chiedono, per l'ennesima volta, le dimissioni del sindaco di Rimini Andrea Gnassi e del presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali, ma non in quanto indagati dalla procura. "Oggi siamo nuovamente a chiederne le dimissioni ma non in ragione delle indagini che sarebbero in corso a loro carico. Per noi, il principio di presunzione di innocenza, è un valore. Piuttosto, per la gestione della vicenda in totale e palese sfregio dell'economia e dei risparmi dei cittadini riminesi".

 
Spiegano i 5Stelle che "mentre i gestori di Aeradria dilapidavano decine di milioni di euro, anche con affidamenti milionari alla fallita Windjet, vicenda che ha del grottesco", sindaco e presidente della provincia si sono adoperati "per garantire ulteriore accesso al credito alla stessa società in violazione delle procedure amministrative. In questo modo, si sarebbe potuto creare ulteriore buco anche in Carim, banca controllata parzialmente dal Comune. Quasi contestualmente, il sindaco chiedeva ai cittadini di concorrere all'aumento di capitale della banca, per andare ad appianarne i buchi di bilancio. Buchi creati anche dalla gestione disgraziata – se deliberatamente fraudolenta sarà stabilito dalla magistratura - di Aeradria e dalla mancata ed opportuna regolamentazione del mercato immobiliare".


In particolare continuando a riferirsi a Gnassi, ricordano i 5Stelle "che attraverso il rilascio incontrollato di permessi per costruire, avvenuto negli anni in cui il sindaco ricopriva importanti incarichi di partito e godeva dei comodi compensi per incarichi amministrativi, il mercato immobiliare riminese è stato distrutto proprio a causa di questo, così come per ragioni correlate tre banche riminesi su cinque, sono state commissariate. Da una parte quindi, il sindaco ha concorso a creare il buco di Aeradria e Banca Carim a vantaggio - come minimo - suo e di una classe politica di inadatti parassiti, dall'altra si è improvvisato promotore finanziario per fare appianare ai cittadini riminesi il buco della banca creato negli anni dal suo stesso partito ed anche da lui. Noi sappiamo bene quanto sia doveroso attendere le conclusioni delle indagini. Ebbene, signor sindaco: seppure la sua malafede rimanga da dimostrare, la sua incapacità ed irresponsabilità sono invece manifeste, e rappresentano un evidente pericolo per tutta la comunità che lei dovrebbe guidare. Se ne vada immediatamente, rassegni le dimissioni. Il suo, è un atto dovuto".

tortora-chiaroRimini | Aeradria, Pizzolante: indagine non pesi su salvataggio aeroporto

 

Indagini Aeradria. Di fronte alla notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Gnassi e Stefano Vitali, si dichiara garantista il deputato del Pdl Sergio Pizzolante. "Sul piano umano comprendo il momento difficile ed esprimo vicinanza con la speranza sincera che tutto si possa risolvere velocemente e bene", dice. Eppure, aggiunge, "dal punto di vista politico non posso non segnalare che questa vicenda è anche il frutto di una relazione non virtuosa fra politica ed economia. Per più di tre anni si è aspettato Godot, il piano regionale degli aeroporti, e così non si è proceduto verso la privatizzazione e la ricerca di partners aziendali all'altezza. Anziché rivolgersi al mercato si è voltato lo sguardo a mamma Regione. Nel frattempo sono stati commessi degli errori, come è evidente. Gnassi e Vitali si dicono in buona fede, sostengono di aver operato per salvare l'aeroporto. Sì non ho dubbi, è così, ma si può sbagliare anche in buona fede, purtroppo".
Secondo il deputato del Pdl, infine, "questa vicenda non deve pesare sul nuovo percorso di salvataggio e rilancio dell'aeroporto. Ho già detto che il concordato preventivo deve tutelare i creditori che sono diventati soci. Il fallimento della società colpirebbe i soci creditori e creerebbe il panico nella nostra comunità. La perdita del traffico russo, inoltre, sarebbe letale per il nostro sistema economico".

tortora-scuroRimini | Indagini Aeradria, Vitali: Una lunga recita

 

Aeradria, sarà l'avvocato Moreno Maresi a difendere i diritti del presidente della provincia Stefano Vitali rispetto alle ipotesi di reato per cui sembra sia indagato dalla procura di Rimini. La notizia la dà Vitali stesso che anche oggi conferma di non aver ricevuto comunicazione circa la sua iscrizione nel registro degli indagati. “Non ne so nulla, non sono stato informato di nulla e su nulla", ripete il presidente.
"Se, come riporta quest’oggi la stampa riminese, le accuse nei miei confronti riguardano iniziative prese negli anni scorsi per garantire l’attività dell’aeroporto di Rimini, saprò nei tempi e nelle sedi opportune spiegare la liceità e la giustezza degli atti e dei comportamenti. Sono del tutto sereno, anche perché finalmente mi dovrebbe essere data (uso il condizionale, visto che, a quanto si legge, ‘dalla Procura non arrivano conferme ufficiali rispetto all’indiscrezione’) la possibilità di illustrare i fatti e confutare teoremi, dopo almeno otto mesi di voci e insinuazioni fatte circolare all’evidente scopo di ‘preavvisare’ persone, con un’infrastruttura strategica per lo sviluppo del nostro territorio finita drammaticamente nel mezzo a questo minuetto quale ‘danno collaterale’".
Vitali continua a mostrare un atteggiamento sospettoso e allusivo. "Quanto è accaduto ieri, peraltro, non è che l’ultimo atto di una lunga recita fatta di segnali di fumo, avvertimenti ‘a mezzo stampa e a mezzo fotografia’. Nulla di non atteso ma che purtroppo consolida l’idea di una anomalia di fondo della vicenda; stranezze sulle quali in troppi fanno finta che niente stia accadendo".

10bAeradria: le leggi, le buone intenzioni e i cattivi risultati 

 

Sull’aeroporto sono sorprendenti le notizie che circolano oggi. Stupisce innanzitutto il cambio di registro del presidente della Provincia Stefano Vitali. Da lui avevamo sempre ascoltato buone lezioni di etica, in cui, certo, non è lo scopo a rendere morale un’azione ma il rispetto della legge.
Ora invece pare che per valutare il comportamento degli enti pubblici sull’aeroporto si debba guardare non al rispetto della legge ma allo scopo per cui sono state prese certe decisioni e agli effetti positivi che dovrebbero aver provocato. Ovviamente noi ci auguriamo, per il bene dell’aeroporto, della città e delle persone stesse, che Vitali e Gnassi escano indenni da questa vicenda, ma la contraddizione resta.
Ma questa, se vogliamo seguire il ragionamento che arriva da comune e provincia, non è ancora la questione principale. La sostanza è un’altra: siamo proprio sicuri che le decisioni prese da Comune e Provincia in questi anni siano state tutte giuste? Ciò che si è fatto (anche le lettere di patronage) è stato compiuto – dicono oggi Gnassi e Vitali – per il bene della struttura e della città. Sempre, in ogni caso, tutto ciò che si è fatto aveva questo scopo. Ma, visti i risultati, qualche dubbio non vi viene che quelle stesse decisioni prese con uno scopo buono fossero però inefficaci e magari dannose? Siete proprio sicuri di non aver preso qualche cantonata, che l’accentramento terapeutico praticato sull’aeroporto fosse la soluzione adeguata? Oggi personaggi pubblici come l’on. Emma Petitti diramano dichiarazioni di solidarietà ai due presunti indagati, ridicono che volevano il bene dell'aeroporto e si fermano lì. Sarebbe più interessante se prima o poi provasse a dare qualche risposta in più sugli errori che sull’aeroporto sono stati fatti.
Perché se le buone intenzioni forse bastano a rispettare le leggi, di sicuro non bastano per ottenere buoni risultati.

Martedì, 15 Ottobre 2013 15:18

Le tre parole del vescovo alla città

9bLe tre parole del vescovo alla città

 

Monsignor Francesco Lambiasi spera possano costituire una piattaforma comune nello spirito di una laicità positiva. Parliamo delle tre parole – solidarietà, sussidiarietà e responsabilità – che ha richiamato alle autorità nel discorso in occasione di San Gaudenzo. Lambiasi cerca di costruire un pensiero ecumenico, inclusivo di tutte le sensibilità che sono presenti non solo nella società civile ma nella stessa comunità ecclesiale. Fra gli stessi cattolici c’è chi è più incline a sottolineare la solidarietà, chi invece ha maggiori simpatie per la sussidiarietà. Il vescovo richiama che i due principi camminano insieme e che ben si uniscono ad un terzo che è la responsabilità. Sulla solidarietà Lambiasi ricorda che «è una parola sempre più quotata nella borsa degli incontri a livello locale, nazionale e internazionale, e con Giovanni Paolo II ha fatto il suo ingresso anche nel mondo ecclesiastico. Il Papa polacco la intendeva non come "un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane", ma come "la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune", ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo responsabili di tutti».

 
Il vescovo ricorda quindi che «Non può essere usurpata l'iniziativa che spetta originariamente ai soggetti sociali. E' la verità o principio di sussidiarietà. Tutto ciò che può essere fatto da una istituzione inferiore, deve essere incoraggiato senza rinvii o senza aspettare una soluzione "dal piano superiore". Questa è l'interpretazione più corretta del principio di sussidiarietà».


Lambiasi conclude che «Il principio di responsabilità è strettamente legato al principio di solidarietà e a quello di sussidiarietà ed è conditio sine qua non per la loro effettiva realizzazione. Il principio di responsabilità, al quale fa riferimento il concilio Vaticano II, consiste nella capacità e nel dovere del cittadino di assumere coscientemente le proprie decisioni e di rispondere moralmente e giuridicamente di esse, in relazione ai compiti e alle competenze che esso comporta, oppure di ometterle, quando sia necessario. Inoltre il principio di responsabilità chiede ad ogni cittadino l’osservanza delle leggi, la lealtà verso l’ordinamento e la società, vietandogli di approfittare dello Stato sociale e delle sue provvidenze per ottenere indebiti vantaggi e inaccettabili privilegi».
Valerio Lessi

tortora-scuroRimini | Aeradria, Miserocchi e i ragionevoli dubbi

 

"Non voglio fare speculazioni su questa vicenda che non conosco nei suoi risvolti giuridici, da "garantista" vale il principio di innocenza, non mi presto quindi a processi sommari sui media", dice il coordinatore del Pdl Fabrizio Miserocchi alla notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati da parte della procura di Rimini del sindaco Adrea Gnassi e del presidente della Provincia Stefano Vitali.
"Mi colpiscono però - precisa Miserocchi - alcune dichiarazioni nei titoli di oggi, quella della "gravissima fuga di notizie" del presidente Vitali, e della "assoluta trasparenza" del sindaco Gnassi. La prima, come si dice da noi, "ha i calzetti". Giornali nazionali hanno per mesi pubblicato intercettazioni telefoniche (inutili e ridicole) scavando nella vita privata e sputtanando persone, senza che un solo censore della sinistra dicesse una parola, anzi erano valide prove per costruire teoremi e accuse. La seconda parla di trasparenza nella gestione di Aeradria...beh qualche ragionevole dubbio il cittadino medio, anche informato, può sollevarlo".

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