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Rimini, elezioni 2016. Indino, Confcommercio: il prossimo sindaco riveda il "pacco del mare"

Lunedì, 22 Febbraio 2016

“Il nuovo sindaco e la nuova amministrazione comunale dovranno tenere in debito conto le difficoltà in cui versa il commercio della nostra città”. Chi parla è Gianni Indino, presidente della Confcommercio, che organizza circa 2.500 imprese della provincia, delle quali 1.500 in città.

E quali sono queste difficoltà?

“Innanzitutto la crescita incontrollata di centri commerciali di ogni tipo, a volte anche in situazioni scorrette, ai confini del territorio comunale. La misura è colma, occorre dire basta a queste che presto diventeranno solo cattedrali nel deserto, senza alcun servizio. Al contrario chiediamo una rivitalizzazione del centro storico. L’amministrazione uscente sta facendo alcuni lavori, il Galli, piazza Malatesta, la sistemazione di alcune strade. Il centro storico deve tornare ad essere il cuore pulsante della città”.

E a questo scopo che altro dovrebbe fare il sindaco?

“C’è l’enorme problema dei parcheggi da risolvere. Quelli a pagamento non sono sufficienti così come non lo sono quelli non a pagamento. Si deve poter parcheggiare senza dover sborsare una enorme cifra. Sembra che nell’area Scarpetti saranno ricavati nuovi posti auto. Questo sarebbe un segnale importante. Il centro vive se ci sono i parcheggi”.

In città si vedono sempre più saracinesche abbassate. Da cosa dipende?

“Enorme è il problema degli affitti. La rendita immobiliare continua a dettare legge, gli operatori non riescono a pagare certi affitti e chiudono. In effetti se si cammina in certe vie del centro, un tempo pulsanti di vita, adesso c’è il deserto. I prezzi sono esorbitanti. Occorrerebbe introdurre anche per gli esercizi commerciali la cedolare secca del 15 per cento, così i proprietari avrebbero vantaggio ad affittare e si potrebbero abbassare i prezzi”.

Ma il Comune cosa può fare?

“Può diminuire la pressione fiscale. Il nuovo sindaco dovrà pensare a come ridurre le tasse. Mi rendo conto che la situazione è difficile, che i Comuni sono alle prese con i frequenti tagli di risorse che un tempo arrivavano dallo Stato. Però non si può rispondere solo con l’aumento delle tasse, l’economia riprende solo se ripartono i consumi. Chiunque arrivi a Palazzo Garampi dovrà dare un segnale forte sulla diminuzione della pressione fiscale. Noi commercianti siamo come le sentinelle del territorio. Dove si spegne un’insegna, si spegna la città. È questa prospettiva che occorre evitare. Dove c’è il buio prospera più facilmente la delinquenza…”.

Quindi anche voi ponete il tema della sicurezza…

“E’ il problema numero uno. Noi commercianti, a suo tempo, con il prefetto Palomba, ci eravamo battuti per il progetto Mille occhi che mirava a creare un collegamento diretto fra esercizi commerciali e forze dell’ordine per la prevenzione della delinquenza. Servono anche provvedimenti semplici come la maggiore illuminazione dei parcheggi a ridosso del centro storico”.

L’abusivismo non è più la vostra bestia nera?

“Lo è, lo è, anche se bisogna riconoscere che qualche miglioramento c’è stato. Nella scorsa estate c’è stata una diminuzione della densità dei mercatini a cielo aperto sulla spiaggia e altrove. Quindi va apprezzato lo sforzo compiuto da amministrazione, forze dell’ordine e Capitaneria di Porto. Restano alcune sacche di resistenza nella zona di Miramare, dove di sera i mercatini sono molto frequenti. Va fatto di tutto perché il fenomeno sia almeno limitato. Altrimenti di abusivismo si muore. Ma vanno contrastati anche altri fenomeni…”

Quali?

“Ci sono commercianti che fanno di tutto per rispettare le regole e altri che bellamente se ne infischiano. Per esempio alcuni non rispettano il divieto di vendere alcolici ai minori. Noi abbiamo proposto che dopo la prima infrazione, sanzionata dalla multa, con la seconda si arrivi al provvedimento di chiusura e poi al ritiro della licenza. Senza aspettare troppo tempo ed evitando così che possano cambiare ragione sopciale. Vediamo inoltre che ci sono case che si trasformano in ristoranti abusivi, i cosiddetti home restaurant. Sono senza licenza, senza controlli igienici, mentre il cuoco senza cappello di un ristorante regolare viene immediatamente sanzionato. Che dire poi delle sagre che vengono organizzate in barba ad ogni regolamento? E i ristoranti e i bar che si trasformano in locali da ballo senza aver alcun permesso? Il fronte dell’abusivisnio è molto ampio e noi chiediamo che la prossima amministrazione intervenga a mettere un freno”.

È un fatto che ormai la stragrande maggioranza dei negozi della zona mare, la zona turistica pregiata, non sia più gestita da riminesi. Come mai?

“Sono cambiati i flussi turistici: se prima c’erano cento arrivi, adesso ce ne sono cinquanta. E gli affitti dei negozi sono ancora ispirati alla massima rendita immobiliare. Quindi chi può prendere in affitto un negozio? Solo chi è in grado di accettare questi prezzi e lo fa perché il negozio diventa il luogo dove si vive, si mangia e si dorme. Ci vorrebbero più controlli per capire da dove proviene il flusso di denaro che taluni riescono a maneggiare”.

Per la zona turistica l’amministrazione uscente ha immaginato il Parco del Mare? È una prospettiva che vi convince?

“Beh, io l’ho rinominato il Pacco del Mare. E con questo ho detto tutto. Non che non sia d’accordo sul rifacimento del lungomare, anzi questa è una priorità per il rilancio turistico di Rimini. Il sindaco è soddisfatto perché ci sono state 250 manifestazioni di interesse. Ma sono solo il 3 per cento degli operatori! L’amministrazione deve partire dopo aver ascoltato proposte e suggerimenti degli imprenditori. Soprattutto deve ricordarsi che il lungomare è un’arteria indispensabile per l’accessibilità della zona mare. Ci sono i lavori in corso in piazzale Kennedy, è bastato un semaforino per creare code fino a piazzale Fellini. Cosa succederà quando il viale sarà a doppio senso di circolazione e si dovrà fermare un autobus per far scender ei turisti, un camion per scaricare i rifornimenti per le attività? Sarà il caos totale. Si pensi a un progetto realistico e fattibile, partendo dai parcheggi sotterranei e lasciando una corsia di scorrimento anche sul lungomare. Sbagliato pensare a nuove attività in quella zona senza prima risolvere il problema della viabilità. La nuova amministrazione dovrà rivedere tutto”.

indino


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