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Rimini 2016, Gnassi c'è. E gli altri?

Venerdì, 20 Novembre 2015

4bRimini 2016, Gnassi c'è. E gli altri?

 

 

 

A pochi mesi dal voto amministrativo della primavera prossima, l’unica certezza è la ricandidatura di Andrea Gnassi. Proprio quella che nel chiacchiericcio politico delle settimane scorse sembrava essere improbabile per le ragioni scritte e lette più volte: dai possibili agguati interni di Melucci & Compagni al fantasma incombente del rinvio a giudizio per il caso Aeradria.

 

La designazione del Pd è invece arrivata all’unanimità (poco importa se restano i sospetti che si tratti solo di facciata e che i mal di pancia non siano affatto scomparsi) e il fantasma giudiziario sembra essersi allontanato. Almeno stando alle indiscrezioni pubblicate dal Resto del Carlino, secondo cui l’eventuale rinvio a giudizio arriverà solo a campagna elettorale abbondantemente avviata o addirittura dopo il voto, indiscrezioni apparse (solo un caso?) subito dopo la notizia della direzione Pd che approvava la ricandidatura di Gnassi.

E’ una decisione definitiva? I particolari che si conoscono pubblicamente inducono a ritenere di sì. Se poi la magistratura accelererà i tempi e se, di fronte al rinvio a giudizio di Gnassi, i suoi nemici interni riprenderanno le ostilità, beh, questa è una storia che valuteremo se e quando accadrà.

 

Per ora il quadro generale vede solo Gnassi pronto a correre per riconfermare se stesso. Le forze che aspirano ad un cambio di direzione politica amministrativa (liste civiche, partiti) in queste settimane hanno fatto melina a centrocampo in attesa di sapere in quale contesto si sarebbe inserita la loro iniziativa e quale sarebbe stato l’avversario con cui confrontarsi. Questo elemento di chiarezza ora è arrivato ed i giocatori hanno il dovere di scoprire le carte.

Le varie iniziative civiche (Dreamini, Progetto Rimini, Vincere per Rimini, Cuore di Rimini, ecc.) devono decidere cosa fare da grandi e precisare con chiarezza di fronte all’opinione pubblica con quali modalità, idee e candidati intendono partecipare alla campagna elettorale. Chi, anche solo per un attimo, ha vagheggiato una conquista di Palazzo Garampi con l’aiutino della via giudiziaria deve rendersi conto che la battaglia ridiventa tutta politica e che va combattuta con le armi della politica.

 

Anche i partiti dell’area di centrodestra devono riprendere iniziativa, pur se ormai appare chiaro che l’alleanza sarà fra Forza Italia, Fratelli d’Italia, la Lega e le eventuali liste civiche che vorranno aggregarsi. Tra questi, chi ha mostrato subito i muscoli è il nuovo e giovane segretario provinciale della Lega Bruno Angelo Galli secondo il quale “i numeri che abbiamo raccolto alle regionali ci danno il dovere di guidare il centrodestra e lo faremo con responsabilità”. Galli ama darsi l’etichetta di leghista moderato, presentabile e che, a differenza di quanto hanno fatto nel passato i dirigenti del centrodestra riminese, vuole “vincere veramente”.

Quella di un centrodestra che fingeva di correre, senza quindi avere davvero la volontà di aggiudicarsi il trofeo, è una narrazione molto diffusa, specialmente fra gli elettori delusi di quell’area politica. È una lettura che non tiene conto di come siano naufragate (a causa di qualche abile e maliziosa “manina”) certe eccellenti candidature che alla vigilia di precedenti consultazioni erano emerse.

 

Questa volta, e a pochi mesi dal voto, il massimo che ci è concesso è l’identikit del candidato perfetto che deve essere “un nome nuovo, civico, ma che non sia un dilettante della politica”. Interessante, ma ancora insufficiente. La stessa Lega non fa che ribadire di avere pronti almeno due candidati, salvo tenerli ben nascosti con la motivazione che prima bisogna discutere con i potenziali alleati, ecc, ecc. La volontà di vincere non può essere una petizione di principio, ma deve tradursi in atti conseguenti. L’individuazione di un candidato credibile – nome e cognome – fa parte del corredo necessario per chi voglia perseguire una strategia vincente. Possiamo sbagliare, ma l’impressione è che avremo ancora un congruo periodo di tempo per assistere ad uno scontro interno fra la Lega, che rivendica la leadership e la guida dell’area, e i potenziali alleati che, in nome di una nobiltà ormai decaduta, gliela contestano. Schermaglie che termineranno quando si prenderà atto che nella spartizione che stanno decidendo Berlusconi, Salvini e Meloni, l’Emilia Romagna resta un’area riservata all’incremento elettorale della Lega.

 

Il primo obiettivo dell’area di centrodestra è arrivare al ballottaggio e battere quindi la concorrenza dei grillini, che correranno da soli, e che si trovano nell’inedita situazione di fare i conti con una candidatura calata dall’alto (Sonia Toni, ex moglie di Grillo) non digerita dai militanti. Ancora non è chiaro come finirà la battaglia, ma si può comunque ritenere che il loro eventuale successo elettorale dipenderà più dagli orientamenti nazionali e dagli umori generali che dal traino di una prestigiosa candidatura. Gli spazi di manovra per il centrodestra ci sono tutti.

 

Ma per chi aspira a contendere Palazzo Garampi a Gnassi c’è la necessità di fare una rivoluzione culturale. Chi pensa di condurre una campagna elettorale elencando le cose promesse e non realizzate nel programma del 2011 batte strade vecchie, che non tengono conto che, di destra o di sinistra, non c’è programma la cui realizzazione sia incompleta. Invece, ad un sindaco uscente che si caratterizza per una vision della città e del suo futuro (discutibile ma esistente) è necessario rispondere con una vision diversa che abbia l’ambizione di interpretare meglio e più compiutamente le esigenze della città. Bisogna riconoscere che le forze di opposizione a Gnassi non si sono distinte fino ad ora nel farla emergere nel contrasto ai diversi provvedimenti dell’amministrazione uscente. Oltretutto le forze di centrodestra si sono messe nella scomoda situazione di chi nella precedente legislatura ha votato il Piano Strategico, ed ora si ritrova a contestare i singoli provvedimenti che di quel Piano sono in qualche modo una realizzazione. Si può uscire da tale scomodità solo se si è in grado di ricondurre queste nuove scelte e posizioni ad una visione unica e alternativa a quella del sindaco uscente.

 

Nel segreto dell’urna si vota secondo diverse inclinazioni: chi segue la rabbia e il malcontento, chi si affida all’usato sicuro e chi ha bisogno di seguire un sogno e qualcuno di credibile che può realizzarlo. Ognuno scelga il campo sul quale vuole giocare. La sfida del 2016 è tutta qui.

Palazzo Garampi RImini Italy


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