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Rapporto sull'economia, fuori dal tunnel con alcune ombre

Giovedì, 22 Marzo 2018

Siamo fuori dal tunnel? Se si guardano i dati del Rapporto sull’economia del 2017 presentato oggi dalla Camera di Commercio si può dire che sì, qualcuno è riuscito a sbucare fuori dal tunnel. Molti indicatori hanno assunto il segno positivo, perfino nel settore dell’edilizia, quello più massacrato dalla crisi cominciata nel 2008. Ma i dati quantitativi a volte non riescono a fotografare la realtà nei suoi aspetti per così dire qualitativi. Guido Caselli, direttore del Centro Studi dell’Unioncamere regionale, in un brillante intervento ha osservato che fra le nuove imprese che nascono a Rimini al primo posto ci sono quelle addette al commercio di chincaglierie, seguite da quelle di commercio elettronico e da affitta camere (fenomeno Airbnb). Esce bene dal tunnel, - stando all’immagine da lui usata – chi in questi anni ha provveduto ad arredarlo, cioè si è confrontato con le sfide poste dai cambiamenti. Stiamo uscendo dal tunnel, però i posti di lavoro più ricercati in Emilia Romagna sono cuochi, camerieri, personale non qualificato per le pulizie, commesse, operai, solo il 18 per cento delle offerte di lavoro riguarda competenze elevate. Siamo una regione vecchia (in senso demografico), calano le imprese, crescono solo quelle straniere. La prospettiva? Si può tornare ad essere un territorio competitivo se al centro dello sviluppo saranno poste le persone, se ciascuno di noi comincerà dal cambiamento di se stesso. Insomma, per dirla con Giorgio Gaber, che ha fatto da colonna sonora dell’intervento di Caselli, «Un’idea un concetto un’idea finché resta un’idea è soltanto un’astrazione», solo «se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione».

Veniamo ai dati. Nei settori dell’agricoltura e la pesca sono attive 2.524 con un calo dell1,8 per cento rispetto al 2017. La produzione lorda vendibile è arrivate a 97,1 milioni, con una crescita del 3,4%, grazie soprattutto all’incremento dei prodotti zootecnici (polli e uova) i cui prezzi hanno conosciuto u incremento. Nella pesca sono attive 212 imprese, con un calo dello 0,5% rispetto all’anno precedente.

Sostanzialmente stabile (2.589) il numero delle imprese del settore manifatturiero, nel quale è proseguita la positiva fase congiunturale cominciata nel secondo semestre del 2015.

Il fatturato è risultato in espansione (+4,0%); il fatturato è cresciuto del 3,6%, ed anche gli ordini sono aumentati dell1%. Le previsioni per il primo semestre del 2018 vedono una stabilità nella produzione e un aumento degli ordini dall’estero.

Si diceva del segno positivo nel settore delle costruzioni. Riguarda il monte delle ore lavorate (più di 3 milioni con una crescita dello 0,9%). Va rilevato che il settore è composto per il 69% da ditte individuali e fra queste quelle con il titolare straniero sono il 33,4%. \

Anche nel commercio dove le imprese attive sono 8.962 (-0,4% riseptto al 2017) nelle aziende individuali il 20,5% è straniero. Le vendite al dettaglio nelle imprese commerciali sono calate dell1,3%, permane quindi una crisi dei consumi.

Le imprese artigiane attive al 31 dicembre scorso risultano 9.696 (-0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Sono in flessione soprattutto le imprese che lavora nelle costruzioni (-1,1%), nei trasporti e nello stoccaggio di merci (-2,2), nell’alloggio e nella ristorazione (-1,6%). Sono invece in aumento (-1,8%) le imprese dedite ala riparazione di computer o di beni per uso domestico. Da segnalare che nel primo trimestre del 2017 la produzione, fino a quel momento in aumento, ha subito una brusca frenata (2,5%).

Riguardo al sistema bancario e credito, prosegue il ridimensionamento strutturale del settore: -4,8% sportelli bancari presenti sul territorio provinciale (260 unità al 31/12/2016). La densità degli sportelli si conferma comunque buona (77 sportelli ogni 100 mila abitanti), con valori superiori alla media regionale e nazionale. In crescita, rispetto al 2016, i depositi (+6,9%), con una media per abitante di 26.818 euro, maggiore di quella nazionale ma inferiore di duemila euro a quella regionale. I prestiti, invece, al netto delle sofferenze, sono in flessione del 3,5% (in modo ancora più netto quelli alle imprese -5,3%). Rimane elevato il tasso di rischio del credito (rapporto sofferenze/prestiti): 15,3%, maggiore del dato regionale (11,9%) e nazionale (9,7%).

Nel 2017, il livello del tasso di occupazione 15-64 anni (63,3%) risulta inferiore al dato medio regionale (68,6%) ma superiore a quello nazionale (58,’%). Il tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) è risultato pari al 10,2%, superiore a quello regionale (6,5%) ma sostanzialmente migliore del dato nazionale (11,2%).

Le previsioni Prometeia relative al valore aggiunto (in termini reali) prodotto in provincia di Rimini nel 2017 stimano una crescita dell’1,6%, con un trend analogo per il 2018 (+1,6%) e in rallentamento nel 2019 (+1,1%).


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