Alcune novità nel servizio di mensa scolastica per gli alunni che frequentanno i nidi e le materne comunali. Innanzitutto, spiega l'assessore all'istruzione Matti Morolli, "L'inserimento di ingredienti locali e di qualità ha rappresentato però solo una parte del salto di qualità avuto dalla nostra offerta culinaria, completato da un nuovo ricettario. Penso ad esempio al pesce fresco dei nostri mari, entrato a pieno titolo nei nostri menù attraverso ricette accattivanti e più vicine ai gusti dei nostri bambini, come il “pappa fish”. Un piatto che ha affiancato il pesce azzurro (con il filetto, merluzzo, code di rospo, gamberi) o la carne rossa igp del Montefeltro, il parmigiano reggiano 24 mesi dop".

Ogni novità è passata dal pieno coinvolgimento dei comitati mensa in cui sono rappresentati i diversi enti preposti alla gestione delle mense e una rappresentanza dei genitori. Da questo confrotno è emerso il punto critico delle tariffe.

"Il comune di Rimini - spiega Morolli - ha prodotto una corposa serie di agevolazioni e esenzioni non pienamente utilizzate da chi potenzialmente ne ha diritto. Agevolazioni che possono anche arrivare al dimezzamento della tariffa pasto piena. Ad oggi il 50% nelle scuole dell'infanzia e il 64% nelle materne pagano la tariffa standard. Il numero di coloro che usufruiscono delle riduzioni potrebbe essere maggiore in caso di presentazione del modulo Isee, così come prevede il regolamento. Le percentuali molto alte di coloro i quali non usufruiscono delle misure compensative (comprese quelle che prevedono la riduzione tariffaria per i fratelli) hanno convinto l’amministrazione comunale a mettere in piedi una semplificazione, con l’obiettivo dichiarato di elevare il numero di agevolazioni.

Il Comune di Rimini verrà incontro con una nuova modalità di calcolo. Dall'anno scolastico 2018-2019 il Comune di Rimini calcolerà in automatico l'Isee delle famiglie che faranno domanda del servizio, evitando così di richiedere un surplus di documentazione e riconoscendo dunque ‘in automatico’ un benificio economico a più famiglie riminesi".

Alto tema criticosono gli insoluti, le famiglie che non pagano la retta. Il recupero dellinsoluto di rette e mense procede regolarmente a pieno regime, avendo già recuperato più della metà dell’insoluto complessivo per questi servizi che, a luglio 2017, avevvano provocato per le  casse comunali  800 mila euro di entrate in meno.

Di novità positiva parla anche il consigliere comunale della Lega Matteo Zoccarato: “Un anno fa presentai una mozione per sollecitare la Giunta Gnassi ad assumere provvedimenti attutivi rispetto ai costi, insostenibili, del servizio di mensa scolastica negli istituti primari del nostro Comune.  Oggi, finalmente, possiamo dire che qualcosa, sul fronte delle procedure di appalto, si stia muovendo e che lo scenario sia sensibilmente cambiato. Il servizio è stato infatti messo a bando e ora confidiamo che, a parità di qualità del prodotto, le famiglie spendano di meno.” Per la Lega “mille euro a bambino erano una spesa difficilmente sostenibile per la maggior parte dei riminesi. A questo punto, con l’esito delle procedure pubbliche per l’affidamento del servizio, ci auguriamo che qualcosa cambi e che i costi si abbassino.” Zoccarato, intervenuto sul tema in Commissione bilancio, ha anche sollecitato l'Amministrazione “a valutare l’opportunità di coinvolgere imprese agroalimentari del territorio per il reperimento delle materie prime. La scelta fino ad oggi adottata dall’Amministrazione comunale, di appoggiarsi a colossi nazionali legati al biologico, ha implicato un incremento dei costi del prodotto finale che invece si potrebbero contenere con la contrazione della filiera produttiva”.

 

Presentata oggi la prima stagione di prosa del risorto teatro Galli. Fra i protagonisti del cartellone Umberto Orsini, Luisa Ranieri, Isa Danieli, Giuliana De Sio, Marco Paolini, Davide Enia, Gioele Dix, Laura Marinoni, Lorella Cuccarini, Marina Massironi, Filippo Dini, Anna Foglietta, Paolo Calabresi.

Il  prologo alla Stagione che vede il ritorno in scena, nella cornice di Castel Sismondo, di Malatesta, spettacolo itinerante nelle magnifiche sale del castello di Sigismondo Pandolfo Malatesta, prodotto dal Comune di Rimini per le celebrazioni malatestiane, ideato e interpretato da Gianluca Reggiani, che ne firma anche la regia.La prima rappresentazione il 4 ottobre e poi tutti i successivi week end del mese.

La sezione dei Turni ABC si apre con una straordinaria storia d’amore e di passione, The deep blue sea (6, 7, 8 novembre) con Luisa Ranieri, diretta per la prima volta a teatro da Luca Zingaretti; una riflessione su cosa un uomo o una donna siano capaci di fare per inseguire l’oggetto del loro amore.

Yasmiza Reza, autrice francese portata al successo internazionale come commediografa con la pièce Art, tradotta in tutto il mondo, firma Bella figura (26, 27, 28 novembre) per il regista Thomas Osthermeier e la compagnia del teatro Schaubühne di Berlino. La versione italiana, prodotta da Nuovo Teatro di Marco Balsamo e diretta da Roberto Andò, vede riunito un cast di interpreti di livello come Paolo Calabresi, Anna Foglietta, Anna Ferzetti, David Sebasti, Simona Marchini. La pièce è incentrata su un segreto imbarazzante che lega due coppie.
Sempre per le nuove produzioni che faranno tappa al Teatro Galli, il percorso ABC ospiterà altri due nuovi allestimenti: il Teatro Bellini di Napoli affida alla regia di Alessandro Gassmann la rilettura scenica di Fronte del porto (8, 9, 10 febbraio), dal romanzo di Budd Schulberg, diventato celebre per la sua versione cinematografica con Marlon Brando diretto da Elia Kazan, mentre la Compagnia di Umberto Orsini rilegge il Il costruttore Solness di Ibsen (14, 15, 16 marzo), adattato da Alessandro Serra. Umberto Orsini, tra i più importanti autori di teatro italiano, è protagonista con a fianco Lucia Lavia di questo capolavoro della maturità del drammaturgo e poeta norvegese (di cui nel 2018 ricorrono 190 anni dalla sua nascita avvenuta nel 1828), dando voce alla storia di un uomo che vorrebbe fermare l’inesorabile scorrere degli anni e avere una nuova occasione di felicità, ma resta vittima della propria ambizione e del senso di colpa.

La programmazione ospita anche uno dei maggiori sold out degli ultimi due anni, Non mi hai più detto ti amo (18, 19, 20 dicembre), commedia ironica, intelligente e appassionante sul tema dei rapporti famigliari, affidata a due protagonisti affiatati e versatili sul palcoscenico come Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia e la ripresa di Cita a ciegas. Confidenze fatali (15, 16, 17 gennaio) del drammaturgo argentino Mario Diament, per la regia di Andrée Ruth Shammah, un thriller appassionante con protagonista un Gioele Dix capace di calarsi con grande sensibilità nei panni di uno scrittore cieco attorno al quale ruotano le storie di altri personaggi che gli confidano pezzi della loro vita: Laura Marinoni, Elia Schilton, Sara Bertelà e Roberta Lanave, con i loro frammenti di storie, comporranno un puzzle che si dipana come un avvincente intreccio di incontri apparentemente casuali dove violenza, inquietudine e comicità serpeggiano dentro rapporti d’amore. Completa questa sezione un testo classico come Il berretto a sonagli (29, 30, 31 gennaio) di Pirandello, prodotto da Sicilia Teatro. È la commedia dell’ipocrisia per eccellenza, diretta e interpretata da un Sebastiano Lo Monaco capace di calarsi con grande sicurezza nel personaggio di Ciampa, scrivano quarantenne, sa che sua moglie lo tradisce, ma per l’amore che lo lega a lei, un amore forte come una costrizione, accetta di condividerla col suo amante, purché non si venga a sapere in paese.

E il vecchio Teatro Novelli? Per il momento andrà in pensione, in attesa che sia immagina una coabitazione fra le due strutture teatrali. La sezione del cartellone dedicata al contemporaneo si terrà al Teatro Degli Atti.

Lunga nota di Gianni Indino, presidente del Silb regionale e della Confcommercio di Rimini,  sulle critiche emerse nei confronti della Notte Rosa a Riccione e ai problemi dell'area del Marano.

Indino parte da una premessa: “La Notte Rosa è e deve rimanere uno degli appuntamenti di punta del palinsesto dell’intrattenimento della nostra Riviera, senza se e senza ma. E’ possibile ripensarla, rinnovarla, ma non certo snaturarla del suo carattere di trasversalità che è anche la cifra del suo appeal e del suo successo".

Quindi arriva al punto cruciale della questione: "Pensare che sia un problema che centinaia di migliaia di giovani abbiano scelto la nostra Riviera durante questo weekend è alquanto bizzarro, le destinazioni nostre concorrenti farebbero carte false per intercettarli. Di più. Mettere insieme le problematiche emerse in alcune aree delle nostre città – come il Marano - con la stessa Notte Rosa è un esercizio tanto pericoloso quanto errato. Una cosa voglio dire in modo chiaro e forte, perché altrimenti non si riesce a comprendere il problema. Le discoteche e più in generale chi fa intrattenimento non trae alcun beneficio dai gruppi di ragazzi che arrivano ai locali già “imbenzinati” dopo qualche sosta ai minimarket, con un bagagliaio dell’auto o zainetti colmi di qualsiasi tipo di alcolico di cui abusano, maggiorenni o minorenni che siano. Anzi ne devono subire solo i problemi. I locali, infatti, si trovano a dover gestire questi gruppi attraverso il personale di sicurezza, per riuscire a garantire agli altri avventori – che rappresentano la stragrande maggioranza - di trascorrere una serata di divertimento senza noie o fastidi provocati dai pochi. Purtroppo questo non accade solo durante la Notte Rosa, saremmo i primi a chiedere di “spegnerla” se fosse l'origine di tutti i mali, ma accade tutti i weekend, da noi come in tutta Italia e non solo. Da qui quindi l’invito a evitare facili strumentalizzazioni e a scindere questioni molto diverse tra loro".

Secondo Indino "I locali, lo ribadisco, sono la parte lesa di questa situazione".

"Detto tutto questo - conclude Indino - siamo e rimaniamo convinti che i giovani debbano rimanere uno dei target principali della nostra destinazione, non alternativo ma sinergico ai tanti flussi turistici che le nostre città sono sempre state in grado di accogliere e soddisfare. Come noi ne è convinta la Regione Emilia-Romagna, l’Assessorato al Turismo regionale, APT e Destinazione Romagna, al nostro fianco nella promozione in tutta Europa della nightlife come eccellenza e motore attrattivo del nostro territorio. Proprio questa, infatti, sarà l’estate degli investimenti senza precedenti dei locali da ballo che proiettano la nostra Riviera nel gotha delle destinazioni della nightlife nel mondo. Le cifre delle programmazioni dei top DJ mondiali si attestano intorno ai 4 milioni di euro, saranno veri e propri eventi internazionali che porteranno sul nostro territorio centinaia di migliaia di giovani, con benefici per tutti. Come sempre, noi siamo disponibili ad aprire tavoli di confronto per migliorare e affrontare le criticità che possono emergere nel fare turismo dell’intrattenimento, ma contrasteremo con forza, invece, chiunque voglia in modo miope e autolesionista spegnere la notte e il suo valore economico e sociale".

Tutto è cominciato nel lontano 2002 con Liu, un ragazzo di venticinque anni, scalzo e affamato, accompagnato alla comunità di Montetauro dai carabinieri. Era entrato in Italia, dalla Slovenia, dopo aver percorso la rotta dei Balcani, contraendo un debito di 10 mila euro. Poi aveva denunciato alcuni suoi connazionali che lo sfruttavano per saldare il debito per il viaggio. Per i fratelli della Piccola Famiglia dell’Assunta è stata la scoperta di un mondo sconosciuto, da avvicinare e a cui tendere una mano per favorire conoscenza reciproca e integrazione. Ed è risaputo quanto la comunità cinese sia fra quelle più difficilmente integrabili e dove forte è il sentimento di diffidenza e di estraneità verso il paese che la ospita.

Un incontro casuale ha generato molti fatti. Incontrando la comunità cinese della zona, i fratelli di Montetauro si sono accorti che spesso i bambini non si integrano con i loro coetanei, sono sbalestrati da vari cambi di residenza, conoscono in modo approssimativo la lingua italiana e, a volte, hanno blocchi nel suo apprendimento ed uso.

Nel 2003 la comunità apre a Savignano sul Rubicone la prima casa Italia-Cina, un luogo dove sono accolti bambini e ragazzi cinesi per aiutarli a fare i compiti e per insegnare loro la lingua italiana. Intanto, quel primo ragazzo accolto su invito dei carabinieri si è battezzato, si è sposato, ha avviato una nuova vita a Rimini. Nella chiesa di Montetauro ogni domenica partecipano almeno trenta persone cinesi alla Messa. In poco tempo è cresciuta una piccola comunità cattolica cinese.

Nel gennaio 2016 un’esperienza analoga a quella di Savignano viene avviata nei locali della parrocchia di San Nicolò, vicino alla stazione. All’inizio ci sono solo quattro cinque bambini, il centro è aperto due pomeriggi alla settimana e i volontari aiutano a fare i compiti e insegnano l’italiano. “Ad aiutarci nei rapporti con le famiglie – spiega Mattia Amaranti – è stato Cosimo, un cinese da anni a Rimini, che ha svolto le funzioni di mediatore culturale”. Cosimo ancora oggi è coinvolto nell’iniziativa. A maggio i bambini erano già diventati trenta e in estate avevano superato le cinquanta unità, in età compresa dalla prima elementare alla prima superiore. “E’ stato il meccanismo del passaparola, è bastato cominciare che poi le famiglie si sono passate la voce, superando ogni diffidenza”.

Nel corso dell’anno scolastico da poco concluso il centro è stato aperto tutti i pomeriggi, dal lunedì al venerdì, dalle 14,30 alle 17,30. Spargendo la voce tramite gli insegnanti di religione, sono arrivati anche una decina di giovani volontari dalle scuole medie superiori. Le colonne portanti sono Mattia, l’insegnante Donatella Dell’Omo e il sacerdote don Savio, che ha dovuto lasciare la Cina perché nella sua parrocchia aveva un gruppo di ottanta giovani che lo seguivano e le autorità gli hanno fatto capire che per lui non c’era più posto nel grande paese asiatico. “Ai ragazzi arrivati da poco in Italia – racconta Donatella – insegniamo la lingua. Ma organizziamo anche corsi di lingua cinese per chi è nato in Italia o ci vive da tempo. In casa la parlano, ma spesso è un dialetto, e soprattutto non la sanno leggere e scrivere”. “L’insegnamento della lingua cinese, mezzo fondamentale per conservare un’enorme ricchezza culturale e nel percorso di formazione identitaria del bambino”, si legge sul sito di Casa Italia-Cina.

Accanto ai compiti e ai corsi di lingua (“C’è anche un rapporto con i docenti delle scuole che frequentano, per aiutarli al meglio”, racconta Donatella), sono state avviate anche attività extra-scolastiche, la danza per le bambine e il basket per i bambini. I canestri ormai fatiscenti di San Nicolò hanno ripreso nuova vita, grazie anche all’aiuto di un allenatore dei Crabs che una volta alla settimana arriva a trasmettere i principali segreti tecnici a ragazzi entusiasti della possibilità loro offerta di praticare uno sport.

Fino a tutto agosto l’attività prosegue come centro estivo, aperto al mattino dalle 9 alle 12. Gli iscritti sono una novantina e arrivano, oltre che da Rimini, anche da Santarcangelo (in autobus) e cinque da Pesaro (in treno). “I ragazzi sono contenti – dicono Mattia e Donatela – Si rendono conto che ci sono persone disponibili a stare con loro. Anche se non riescono ad esprimerlo con le parole”. Anche le famiglie sono contente, hanno trovato un posto sicuro e non sono bloccate dal fatto che è una struttura cattolica ad occuparsi dei loro figli. I genitori sono molto impegnati nel loro lavoro, o un’attività di ristorazione o ditte di abbigliamento. Alle superiori i ragazzi si iscrivono in prevalenza all’Alberghiero o a ragioneria. “I ragazzi – racconta don Savio – capiscono che sono uno “shenfu”, un sacerdote, e a volte quelli più grandi mi fanno anche qualche domanda sulla religione”.

Il servizio agli immigrati cinesi è diventato stabilmente una delle attività in cui è impegnata la Piccola Famiglia dell’Assunta. In silenzio, fuori dai riflettori, come è nel suo stile.

Martedì, 10 Luglio 2018 09:28

10 luglio

Giro di vite al Marano | Export a gonfie vele | La Ericsoft nell'ex Cgil

Lunedì, 09 Luglio 2018 10:25

9 luglio

Carim, il Pm va in appello | Sedicenne in coma etilico | 'Fatto' di crack picchiava la madre

Il capogruppo della Lega Marzio pecci torna ad intervenire sul caso Erbetta- Patto Civico.

"Il controllo dell’opposizione sulla maggioranza - scrive Pecci - ha fatto implodere Patto Civico ed il Capogruppo, Mario Erbetta, si è trasferito sui banchi dell’opposizione.
Il significato politico della implosione non è privo di importanza: sta a dimostrare che la politica di Patto Civico, promessa alle elezioni, è fallita e per questo, adesso, non può non aprirsi all’interno della coalizione un confronto che porti ad un chiarimento.
I cittadini e gli imprenditori riminesi non vogliono essere travolti dalle lotte fratricide dei partiti della coalizione che governa la città.
Lo scricchiolio, nel gruppo di Patto Civico, era in corso da tempo e nessuno, quindi, crede alle dichiarazioni del vecchio e del nuovo Capogruppo.
Non è un problema di libertà di pensiero o di vanagloria, ma è un problema politico: una coalizione di sinistra che avrebbe dovuto guardare alla politica liberale del centro con il coinvolgimento della categorie economiche e delle associazioni: una bufala che ha ingannato i riminesi.
In ogni consiglio comunale abbiamo evidenziato, nei nostri interventi, la criticità della coalizione, le contraddizioni tra le dichiarazioni dei Consiglieri di Patto Civico e le delibere della Giunta.
Venivamo derisi ed abbiamo avuto ragione, ma gli elettori, ingannati, ci hanno creduto e la coalizione è stata asfaltata: prima bocciando il referendum e poi con il voto del 4 marzo.
La narrazione, come si dice oggi, ci porta alla questione principale e cioè all’etica nella politica. Ovvero alla chiamata del cittadino a decidere tra decenza ed indecenza.
Quando i fatti ed i comportamenti vanno contro la decenza politica i cittadini chiedono subito conto e chi ha valori morali da difendere, prima traballa e poi cade.
La coalizione, col sole estivo, si è liquefatta, ora sta al Sindaco venire in Consiglio Comunale per chiarire alla città ciò che sta accadendo".

Nei primi cinque mesi dell'anno nella provincia di Rimini gli arrivi sono cresciuti del 3,6 per cento e le presenze del 6,3. I dati sono pubblicati sulla pagine del servizio statistiche della Regione Emilia Romagna. 

L'andamento non è però uniforme per tutti i Comuni della costa. Se Cattolica può brindare al suo +21,9 per cento, Bellaria Igea Marina ha di che interrogarsi sulle ragioni del suo - 8,1, unico dato negativo fra i centri della Riviera.

Rimini è solo leggermente inferiore alla media provinciale (+5,7), Misano invece raggiunge solo un +2,1 mentre Riccione può essere soddisfatta del suo rotondo +10 per cneto.

Siu base proviniale sono in sensibile aumento le presenze straniere (+12,6), certamente favorite dalla Pentecpste, periodo di vacanze per i tedeschi, che quest'anno cadeva a maggio. Da gennaio a maggio le presenze tedesche sono cresciute del 39,8 mentre nel mese di maggio sono quasi raddoppiate (la Pentecoste l'anno scorso cadeva a giugno). I russi sono invece in calo_ 7,3 per cento.

A Sergio Pizzolante non è piaciuto il nostro articolo in cui ipotizzavano che l'abbandono di Patto Civico da parte di Mario Erbetta, per le circostanze in cui è maturata, segni il fallimento del progetto politico avviato due anni fa dall'ex deputato.

Questo il suo intervento:

Io non faccio più politica attiva, ma visto che si analizza, con dichiarazione di morte, quella che è stata anche opera mia, controanalizzo una analisi profondamente sbagliata.

Vedo che Valerio Lessi si è candidato ad assistente Papa.  Consigliere della futura lista per le comunali, le regionali, le europee.  Che nascerebbe sull'erbetta della Gaiofana. Spiace, perché altre volte ci aveva visto giusto.  Questa volta più che miope si dimostra cieco.
Patto Civico è l'unica possibilità che c'è a Rimini per fare politica, incidere sulle scelte di governo, senza appartenere alla sinistra classica o al vento populista.  Non c'è altra possibilità! Altra proposta politica. Invito ad una riflessione più seria e più attenta.
Dove c'è ragione politica c'è spazio politico.  Il lavoro quotidiano che si sta facendo, senza gli show sui social media, con associazioni di categoria, ordini professionali e gruppi di interesse, dice questo.
Lo dice anche la logica politica.  Chi la conosce la vede.
Il Patto Civico è con Gnassi.  Se diventa, contro Gnassi, non esiste più. È l'esatto contrario di quello che scrive l'assistente Papa. È quello che qualcuno non ha capito.
Il Patto è nato per, superando contrapposizione ideologiche, far partecipare parte rilevante del ceto medio riminese ad una grande scommessa di cambiamento di Rimini. In accordo con il sindaco non contro.
E sta succedendo!
Nella precedente consiliatura andava in onda altro, con alcune dispute ideologiche.
Con alcune rotture su questioni non programmatiche, ce ne siamo dimenticati?
Oggi si lavora solo sui programmi e sulle opere.
E la grande novità del Patto CON Gnassi.
E i riminesi non prevenuti, vedono e comprendono.
Gnassi non ha chiesto la testa di nessuno.
Strana logica quella per la quale, uno ha ragione e altri quattro, più assessore, più Pizzolante, hanno torto.
Pensare poi che Pizzolante possa prendere ordini!
All'inizio di questa avventura si diceva il contrario. La maggioranza non durerà perché Pizzolante la destabilizzerà. Palle! Destabilizzatore o sottomesso? Non quadra.
Si stanno mantenendo i patti, il Patto!
Molto semplice.
Si dice che il Patto fa l'elogio di opere altrui.
Ridicolo.
Nella campagna elettorale di 5 anni fa dissi che senza le Fogne Rimini sarebbe morta.
Le Fogne stanno a Rimini come l'Ilva sta a Taranto, dissi.
Poi Gnassi si impegna sulle Fogne e noi che facciamo? Diamo una mano. Ed era nel Patto.
E Galletti garantisce le risorse.
Ministro di un governo di cui ho fatto parte. E se ne occupa l'Assessore all'Ambiente del Patto.
Sono accuse ridicole.
E le opere sui motori culturali?
Abbiamo dato una mano! Appartengono a Gnassi? No a Rimini. Ed erano nel Patto.
E il Presidente della Commissione Cultura è del Patto.
E il Parco del Mare? Va fatto in accordo con gli operatori non contro, abbiamo detto. È quello che si sta cercando di fare.
E la Stazione? Si fanno passi in avanti per rompere il muro. Era la questione centrale del nostro programma. Del Patto.
E la ricostruzione del Lungomare nord? Ci sono due consiglieri comunali del Patto, attivissimi, dovrebbero fare i ricatti a Gnassi?
E l'acquisizione della Novarese, per dare una nuova prospettiva a Miramare? Il nuovo Capogruppo è di quelle parti, mi sembra.
C'è poi una questione più politica, culturale, strategica.
Noi abbiamo per primi detto, tre anni fa, che la partita nuova era, ed è,fra riformisti e populisti.
Che non c'era più il vecchio centro sinistra e il vecchio centro destra.
Di you remember? Chi ha avuto ragione?
Qual è la realtà?
Il Patto sta dalla parte giusta.
E chi ha visto prima e sta dove deve stare è vivo.
Nonostante la stagione difficile.
E i venti del populismo.
Il Patto sarà un pezzo della ricostruzione dell'area della responsabilità e della ricostruzione contro chi distrugge.
Questo è certo.

Le considerazioni di Pizzolante ovviamente non ci trovano d'accordo. Le ragioni le abbiamo già espresse nell'articolo precedente. La realtà però è testarda e a contare sono i fatti. Vedremo fra qualche anno, forse anche prima, chi ha visto giusto o chi è stato cieco.

A nessuno di noi interessa fare l'assistente di qualcun altro. Ci interessa guardare la realtà, cercare di capirla ed esprimere il nostro punto di vista, in un libero dibattito. Ben felici di ospitare anche altri interventi, concordi o discordi dalla nostra interpretazione, non importa.

Venerdì, 06 Luglio 2018 11:47

Ecco perchè Patto Civico è finito

Patto Civico è finito. È questa la conseguenza delladdio di Mario Erbetta e del suo passaggio all’opposizione. Qualcuno potrebbe obiettare: ma restano i quattro consiglieri fedeli a Gnassi, resta il fondatore e promotore Sergio Pizzolante che ha salutato l’ex capogruppo senza troppi rimpianti. Tutto vero, ma bisogna scavare più a fondo.

Patto Civico era nato a Rimini per dare voce nelle istituzioni al ceto medio produttivo e, si rispondeva a chi era scandalizzato per l’alleanza organica dei moderati con Gnassi, avrebbe condizionato l’amministrazione, rendendola più sensibile alle istanze di quella parte della società che non si identifica con la sinistra. Un progetto ardito, che è stato capace di intercettare un sentimento e una domanda in quel periodo ben presenti nella società riminese: poiché alle buone perfomance di Gnassi non corrispondeva un’alternativa credibile da parte delle forze di opposizione, molti si chiedevano come sostenere il sindaco uscente senza finire nel calderone indistinto della sinistra. E nelle urne c’è stato il trionfo, mal digerito ancora oggi dagli avversari del sindaco interni al Pd, che adesso sghignazzano e si fregano le mani.

Nei primi due anni il capogruppo Mario Erbetta, alla sua prima esperienza in consiglio, così come tutti gli altri quattro entrati in consiglio grazie all’intuizione di Pizzolante, ha interpretato con passione e determinazione questo mandato ricevuto dagli elettori: non appena si presentava l’occasione si distingueva, incalzava, cercava di dettare l’agenda.

Gnassi, che fra le sue virtù non ha quella della capacità di rapporto, di inclusione e di mediazione, non sopportava che nel recinto del centrosinistra ci fosse un gallo che cantava alle ore sbagliate (secondo lui). Tutti si scandalizzano che il sindaco abbia chiesto la sua testa, ma è un comportamento che ci sta nella logica della politica, che è anche lotta per il potere, senza esclusioni di colpi. Come diceva nella Prima Repubblica il socialista Rino Formica, la politica è merda e sangue, e il malcapitato Erbetta ne ha fatto le spese. Quindi non è sorprendente che Gnassi abbia chiesto il siluramento del capogruppo, lo è invece il fatto che il gruppo, come Erode ammaliato dalla bella Salomè, non abbia esitato un attimo a concedergliela. Chi era nato per condizionare e per dettare l’agenda, si è trovato ad accettare senza reazioni i diktat di chi doveva essere condizionato. Anzi Gnassi è riuscito vincente anche nell’antica pratica di ogni potere dominante: divide et impera. Con quali argomenti potrà continuare la narrazione di un Patto Civico che nelle stanze del potere locale porta le istanze della società civile? Non si sorprenderanno i consiglieri e i loro ispiratori se questi loro racconti saranno accolti come le favole dei bei tempi andati e con un sorriso ironico ed amaro.

Il nuovo capogruppo Mirco Muratori, che fino ad oggi non si era distinto nell’attività consigliare, avrà per sempre il marchio di chi è in quel posto perché più ligio e fedele ai voleri del sindaco e del Pd. E tale sarà l’immagine anche del successore fra sei mesi.

Peraltro, il discorso di investitura non lascia ben sperare. Ad ogni passaggio il suo intervento è stato infarcito di attacchi personali a Erbetta, accusato di volta in volta di eccessivo protagonismo (da quattro soldi, ha aggiunto), di narcisismo, di vanagloria personale. Era questa l’antica tecnica leninista di isolamento dei militanti che deviavano dalla linea ufficiale del partito: farli apparire come dei reprobi più attenti all’interesse personale che alla causa. La demonizzazione morale dell’avversario come strumento di lotta politica: decisamente non un bell’esordio da parte di un preteso rappresentante degli interessi della società civile.

Ma la cosa più grave di quel discorso è che, non potendo più Patto Civico rivendicare di condizionare Gnassi e il Pd, sceglie la via dell’immedesimazione totale con le politiche del sindaco, giungendo peraltro a risultati parossistici. Si scopre così che tutti i cavalli di battaglia del sindaco, quelli con cui da anni intorta i suoi interlocutori, sono in realtà frutto delle battaglie di Patto Civico. Compresi il Museo Fellini, la galleria di arte moderna e contemporanea, il riacquisto della Novarese, il lungomare di Rimini Nord, e via elencando. Ma c’è dell’altro: Patto Civico rivendica anche il merito di opere cominciate da Gnassi nella precedente legislatura, quando il Patto non esisteva e Pizzolante era ancora un avversario di Gnassi. Proclama infatti Muratori: “La meno narcisistica ma più importante delle grandi opere messe in campo - il Piano di salvaguardia della balneazione e la separazione delle reti fognarie - fotografa lo spirito e il senso autentico di come intende il perseguimento del bene pubblico Patto Civico: il primato dei fatti, degli interventi che migliorano concretamente la qualità della vita dei cittadini e la competitività delle imprese e non un effimero protagonismo da quattro soldi”. Pur di uccidere l’uomo morto, il novello Maramaldo del Marecchia finisce per intestarsi anche il piano di salvaguardia della balneazione. Viene da chiedersi se Gnassi non sia già pentito, vista l’eterogenesi dei fini a cui è andata incontro la sua battaglia contro Erbetta.

In ogni caso Patto Civico che voleva dettare l’agenda agli altri, non trova di meglio che appropriarsi dell’agenda altrui e di omaggiarla con un incenso che però sa di bruciato. Patto Civico è finito.

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