Domenica, 28 Aprile 2013 11:21

Il limbo della Rimini Calcio è rosa

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Il limbo della Rimini Calcio è rosa


Il limbo è il colore che sta in mezzo tra il bianco e il rosso. Una sorta di rosa insomma ma non inteso come il colore del futuro per il pallone della nostra città. Il Rimini è nel limbo, semivivo o semimorto a seconda dei punti di vista. Passeggia nella terra di mezzo, in quella zona dal colore sfumato, dal colore sbiadito che vuol dire e non vuol dire. Chiaramente è una questione di campo ma soprattutto è una questione di società. Sul campo la strada è ormai stretta e per arrivare alla salvezza, per capire se il Rimini sarà completamente dentro o completamente fuori dal calcio professionistico del prossimo anno, dovrà prima conquistare i play out - gli spareggi, per dirla come si mangia - e poi dovrà vincerli, giacché su quattro se ne salverà una sola. Oggi, contro il Savona secondo in classifica, i giocatori in maglia “rosa” dovranno scalare con le proprie motivazioni una classifica dura come il Mortirolo per sentirsi alla pari agli avversari e provare a vincere per puntellare la posizione e tenere a distanza il Fano che cerca di afferrare il Rimini per trascinarlo nel precipizio della retrocessione diretta.
In società il colore rosa è quello del contenitore delle tante trattative per la cessione che si sono alternate negli ultimi mesi. Ci può entrare chi vuole, con proposte vere o verosimili, non fa differenza. Rosa è la via di mezzo dell’ultima trovata, con Mauro Traini (della cordata Del Giudice?) che ha già dichiarato di essere il nuovo direttore generale della Rimini Calcio, di aver ricevuto l’incarico e di essere già al lavoro per il futuro. Quale sia poi questo futuro è ancora da stabilire perché al momento si capisce poco o nulla, anzi più nulla, ma non è questo il punto. Il punto è che dalla società (dove già un direttore generale c’è) ufficialmente non arriva nessuna comunicazione in proposito, si attende cda di domani che dovrebbe decidere se affidare o no il nuovo incarico a Traini. Decidere cosa poi, se già Traini si è autoproclamato (senza smentita), magari si capirà domani o forse mai. In fondo nel pallone è come nella vita, le occasioni arrivano e le prendi, poi vedi che succede. Se funziona, se non funziona, se riesce, se non riesce. Probabilmente si è forzato un po’ questa volta ma sai com’è, di questi tempi ci si prova anche, e se ti lasciano fare, perché il rosa è il colore di chi prende tempo, di chi non ha poi le idee molto chiare, può anche accadere che le cose comincino al contrario. Rosa, rosa, rosa. Un colore che è la via di mezzo, la terra di nessuno, diventata regola costante in questa sciagurata stagione del centenario. Oggi però si gioca, sveglia, c’è la partita, trovate il pallone, anche se non sarà facile in mezzo a tutta questa confusione. Se il futuro sarà rosa, questa città, questa tifoseria non lo sa, perché oltre oggi non si riesce a vedere. Se lo augura. E non è la stessa cosa.
Francesco Pancari

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Bellaria | Polemica ‘Bella, ciao’. Il Comune: Accuse false


Lascia letteralmente senza parole quanto riportato oggi dall’Anpi di Bellaria Igea Marina rispetto alle celebrazioni del 25 aprile”, dicono dal Comune di Bellaria Igea Marina circa le accuse di Anpi oggi sui quotidiani (la mancata esecuzione del canto Bella ciao e mancato patrocinio alla proiezione di un documentario) e su cui il deputato del Pd Emma Petitti ha chiesto spiegazioni.
“Anzitutto, occorre ristabilire la verità sulle richieste giunte in Comune in merito all’evento di cui parla Anpi. A tal proposito, si precisa che nessuna richiesta di patrocinio è stata trasmessa direttamente da Anpi all’amministrazione, ma sull’argomento c’è stata una corrispondenza tra il consigliere Pd Morelli e la segreteria del sindaco, per altro scritta: l’amministrazione ha risposto dando la disponibilità di una sala comunale per accogliere l’evento, ma dopo averlo comunicato al consigliere, nessuna altra richiesta è pervenuta”.


Anche sulla querelle musicale l’amministrazione di Bellaria ha da dire qualcosa. “Si legge con dispiacere qualcosa di diverso da quanto avvenuto, facendo lo stesso con l’episodio di “Bella ciao”, brano non eseguito dalla banda musicale semplicemente perché non previsto nella scaletta, e spontaneamente intonato da alcuni dei presenti ieri mattina alle celebrazioni del 25 aprile: la tassativa disposizione di non eseguire il brano, è frutto della fantasia di chi, non avendo trovato nelle celebrazioni approntate dall’amministrazione un pretesto per strumentalizzare ed appropriarsi della ricorrenza, si è fatto ben pochi problemi ad inventarlo. Anche in questo caso, i fatti, così come i presenti alle celebrazioni, smentiscono tranquillamente quanto detto da Anpi, tanto più che a nessuno, né banda né organizzazione, risulta sia giunta la richiesta di eseguire il brano”.


E infine nessun dubbio sul ricordo del 25 aprile, giornata nella cui importanza “l’amministrazione comunale crede fermamente, ricorrenza tra le più significative del Paese. Si tratta di uno snodo fondamentale della storia italiana, innegabile e non negoziabile, che a quasi settant’anni di distanza e in un momento delicato per il nostro Paese, oggi più che mai deve essere occasione di difesa dei valori repubblicani e superamento delle contrapposizione in nome dei princìpi nobili della democrazia. Un momento di unità e di ricordo, da condividere con gli alunni delle scuole e con i ragazzi della scuola di musica, anche per mantenere vive le testimonianze di chi, come Primo Levi, Dino Buzzati, Salvatore Quasimodo, ha subìto l’odio nazi-fascista e ha avuto la forza di raccontarlo. Non una festa che appartenga a qualcuno, ed in cui, a qualcuno, sia permesso inventare di tutto: spiace che a Bellaria Igea Marina i rappresentanti di un’istituzione storica come Anpi abbiano dimostrato di pensarla diversamente”.

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Prove di Governo, la lezione di Letta e Lupi a Rimini


Ore frenetiche di consultazioni per Enrico Letta, impegnato nel difficile compito di formare il governo. L'inedito dialogo avviato su sollecitazione del Capo dello Stato tra le forze politiche che il presidente incaricato sta cercando di attuare in vista dell'esecutivo chiama in causa Rimini. Infatti un'anticipazione singolare di questo lavoro fu messo in atto dal gruppo di cattolici in un teatro Novelli molto affollato, precisamente il 23 febbraio 2012: sul palco Enrico Letta (Pd) e Maurizio Lupi (Pdl), entrambi appartenenti all'intergruppo parlamentare nato nella scorsa legislatura sulla 'sussidiarietà'. Intergruppo sollecitato da alcuni esponenti politici locali bipartisan: Francesco Angelini, Filippo Giorgetti, Giuseppe Malerba, Elisa Marchioni, Fabrizio Miserocchi, Sandro Valentini, Stefano Vitali. Moderava Stefano Giannini già segretario della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali.


Spiega Stefano Giannini (ex presidente, per due mandati, dell'Azione cattolica diocesana): «Sollecitati anche dal vescovo Francesco Lambiasi, abbiamo creato questo gruppo di lavoro non con fini politici ma per dialogare sulla vita politica e sul bene comune e per esporsi fuori dai nostri ambienti (al di la dei diversi modi di intendere la presenza cristiana nella società e nella vita pubblica). Il presidente Napolitano, accettando il reincarico, ha richiamato tutti a questo senso di responsabilità e oggi questo appello è più che mai attuale». Quanto al giudizio sulla persona e sul politico Enrico Letta, Giannini sottolinea che il suo è un parere personale: «Ho molta fiducia nella possibilità di riuscita del suo tentativo che mi sembra possa garantire un percorso di dialogo e la risoluzione di problemi che stanno a cuore a tutti».


Si sbilancia decisamente invece col 'pollice verso' Stefano Vitali, Pd presidente della Provincia che pure ha firmato l'invito all'incontro con Letta e Lupi dell'anno scorso a Rimini: «Le identità politiche devono restare distinte. Il governo da fare è quello che dura solo qualche mese per arrivare a nuove elezioni con un'altra legge elettorale».
E' questa la vera priorità del paese, non quella economica?
«Il governo Monti è stato un disastro. E' stato preso un commissario europeo e se n'è fatto un 'Maradona' col risultato che la nostra politica economica è stata dettata dalla Bce e ora siamo al punto di partenza. Non credo che il governo che si sta allestendo possa essere molto diverso. Intendiamoci Letta è un'ottima persona ma finirà per diventare come suo zio Gianni, il 'democristianone' di turno che dovrà mediare tra le varie anime e posizioni. Non ce li vedo proprio Letta e Lupi insieme».
Eppure a Rimini invece li avete invitati entrambi…
«Certo, ma i diversi movimenti cattolici possono lavorare insieme e lo abbiamo fatto per una condivisione di valori ma resto convinto che in politica più le identità restano distinte, meglio è».


Dal canto suo Fabrizio Miserocchi (Pdl) che aveva già notato un post del presidente della Provincia Vitali sulla rete web, spiega che «si tratta di una posizione molto conservativa e che guarda soprattutto all'interno del Pd, che in questo momento si trova alla corda. Invece è una follia - dice Miserocchi - continuare nel muro contro muro, anche perché finora non ha portato a nulla. La sfida (o se si vuole chiamarlo 'ultimatum' come mi è sembrato essere l'appello di Napolitano) è decisiva. La riforma elettorale è una priorità, certo, ma insieme a quella fiscale, all'abolizione dell'Imu e ai provvedimenti per il lavoro. E' una sfida che bisogna avere il coraggio di accettare mettendo la vita stessa dei partiti, del Pd ma anche del Pdl, in secondo piano. Come richiesto dalla situazione del paese, non bisogna sbagliare. E del resto il presidente incaricato Letta (anche a Rimini) ha fatto un'ottima impressione e la scelta non avrebbe potuto essere migliore. Letta è preparato e conosce bene quello di cui parla, è un giovane ed è moderato. Quell'incontro del febbraio scorso ha anche affossato (spero definitivamente) il metodo della contrapposizione a prescindere. E' un metodo che nasce quasi naturalmente dai cattolici, ma che è valido in ogni ambito della vita sociale e politica».
Serafino Drudi

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Rimini. Fabio Galli su Pd, circoli e 'la rete'


Partecipazione democratica ai tempi del web. Prendiamo un esempio. Il Pd, a Rimini. Non si può negare il fatto che tra quanti frequentano i circoli ce ne siano tanti che manifestano le proprie opinioni (ed eventuali maldipancia) in rete. Ma c’è esatta corrispondenza tra quanto si legge sui diari di Facebook e quello che si alla fine ragionevolmente si pensa e si dice nelle assemblee?


“E’ evidente che il modo di fare politica oggi sia cambiato, soprattutto dal punto di vista della comunicazione”, risponde l’assessore provinciale al turismo Fabio Galli. “Ed è vero anche che i circoli non funzionano più come un tempo, ma tutto ciò che accade sulla rete non può essere considerato esaustivo dell’opinione dei militanti di un partito importante come il Pd. C’è una grande parte di elettorato che sulla rete non ci va e cerca altri luoghi per esprimere la sua opinione”.
Ciò non toglie che la rete comunque qualche vantaggio lo offra, soprattutto a un partito grande come il Pd e non solo in termini di ‘promozione’. “Internet – sostiene Galli – è certamente un termometro per capire cosa sta bollendo in pentola. Tuttavia, le opinioni espresse sui social a volte possono coincidere con quelle che vengono fuori dai circoli. Altre no. Non esiste una regola”.


Pur nella consapevolezza che col web e il suo mondo occorra confrontarsi, resta “evidente che un partito politico come il Pd che ha sempre tratto la sua forza nel radicamento sul territorio non possa inseguire o rincorrere chi ha scelto di comunicare esclusivamente sulla rete”. Attenzione, “sulla rete bisogna esserci – ribadisce Galli – perché è uno strumento utile per esprimere opinioni. Ma non può sostituire le sedi democratiche, quelle in cui un partito prende le proprie decisioni, e non può sostituire il radicamento nel territorio”. Qui Galli rispolvera Walter Veltroni e l’idea di partito ‘liquido’, cosa che il Pd in realtà non è diventato. Almeno non ancora. “Si è perso il contatto col territorio e lo si è pagato caro alle urne. Sbagliato sarebbe dimenticare che la forza di un partito come quello democratico è proprio il legame con i cittadini, fare politica sul territorio”.


Secondo Galli, tra i chiamati causa per la corsa alla segreteria provinciale (come già tempo fa quando però si era tirato fuori) la la democraticità e la partecipazione non sono garantite dalla sola rete. La soluzione allo scollamento tra rappresentanti e rappresentati è, bensì il “tornare ad avere contatto con i cittadini. Perché la gente vuole vedere in faccia gli amministratori e i politici per cui vota. E anche perché non tutti hanno la possibilità, per motivi diversi, a volta economici a volte legati all’età e all’alfabetizzazione informatica, di accedere alla rete. Non tutti hanno in casa internet”. Anzi, in Italia esiste ancora un’ampia fetta di popolazione che non ce l’ha.


Anche i numeri delle quirinarie di Grillo dimostrano come la rete non sia specchio (se non deformante) di un popolo, perlomeno in fatto di opinioni politiche. Ammessi al voto in 48mila fedelissimi (quelli iscritti al sito). Votanti effettivi sui 28mila. Il presidente proposto (dal movimento che in realtà non ha il maggiore numero di elettori e che quindi non era chiamato a fare un nome) ha raccolto circa 4mila voti di strafedeli della fantomatica ‘rete’.
“Sono numeri che la dicono lunga sulla corrispondenza tra rete e popolo”, nota Galli che comunque su Facebook era stato tra i democratici sostenitori della candidatura della terza scelta grillina, Stefano Rodotà, nome proposto dopo le defezioni della giornalista Milena Gabanelli e del medico Gino Strada. Spiega perché. “Secondo me, in questo caso il centrosinistra avrebbe dovuto anticipare la mossa dei 5Stelle, una mossa prevedibile. Le rinunce della Gabanelli e di Strada erano presumibili. Noi, come mossa strategica avremmo, secondo me, fatto bene a proporre per primi Rodotà. Detto questo, ferma restando la stima per la sua persona, vista come è stata gestita nel Pd l’elezione del presidente della Repubblica, non mi sento di dire che il suo sarebbe stato un nome per forza unificante”.


Tornando alla rete, Galli fa notare come, infine, i primi tre candidati a 5Stelle per il Quirinale abbiano raccolto più o meno sui 4mila voti ciascuno a livello nazionale. “Parliamo di un sondaggio sulla rete”, dice Galli ricordando come, a fare da contraltare alle quirinarie, in casa Pd in occasione delle primarie gli elettori siano stati 3 milioni, cittadini che fisicamente sono andati a votare (e hanno anche pagato per farlo). Con esisti molto più sostanziosi numericamente. “Ci sono stati candidati che nella sola loro provincia di riferimento hanno raccolto anche sui 10mila voti. Mi sembrano molti di più di quanti ne abbiano raccolti i candidati dei 5Stelle. Segno che ancora la forza del partito è il territorio e non la rete”.
Rete con indiscutibili e utili potenzialità, e che invece nelle ultime settimane da Montecitorio sembra piuttosto una lente d’ingrandimento che alla fine riesce ad accentuare di volta in volta solo dei piccoli particolari facendoli sembrare totalizzanti.

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Bellaria | 25 aprile senza patrocinio, Petitti chiede spiegazioni al comune


Succede anche questo. ABellaria-Igea Marina in occasione della ricorrenza del 25 aprile nelle celebrazioni ufficiali non sia stato eseguito l'inno simbolo della Resistenza, Bella Ciao? Alla notizia letta sui quotidiani questa mattina, arriva la reazione del deputato del Pd Emma Petitti, lesta a difende la bontà del canto. “E' come se non venisse suonato l'inno nazionale nel giorno della festa della Repubblica. Guai a non coltivare la memoria, a non tramandare i valori che mossero chi combattè per la democrazia, la libertà dal nazifascismo, l'unità del nostro Paese”, dice Petitti.
A mancare nel 25 aprile di Bellaria non è stata solo la parte musicale. “Altrettanto grave è il mancato patrocinio dell'amministrazione comunale alla proiezione del documentario dedicato alla figura della partigiana, medaglia d'oro al valore, Irma Bandiera. Ci aspettiamo da parte del sindaco e del Comune di Bellaria un chiarimento per rispetto nei confronti tutti coloro che credono e praticano ogni giorno i valori della Resistenza”, conclude il deputato del centro sinistra.

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Rimini | Aeroporto, “passeggeri in crescita” per ponti di primavera


Se Aeradria è nell’occhio del ciclone, tra il contestato concordato in continuità e le notizie poco rassicuranti su alcuni contatti che la Provincia ha preso per intercettare investitori (leggi qui e qui), splendicchia il sole sullo scalo Riminese che con l’ultimo weekend di aprile “segna un più che consistente bilancio di passeggeri. I voli in programma da oggi, venerdì 26, a lunedì prossimo, 29, sono complessivamente 32. Tra arrivi e partenze, lo scalo della Riviera di Rimini e della Repubblica di San Marino “ospiterà” circa 10 mila passeggeri da e per Mosca (13 voli), Rostov (2 voli), San Pietroburgo (2 voli) Krasnodar (2 voli), Ekaterinburg (1 volo), Samara (1 volo), Tirana (2 voli), Roma (8 voli), Marsa Alam (1 volo). Altrettanto positiva la previsione passeggeri e voli dei giorni precedenti la Pasqua Ortodossa che i russi celebreranno il prossimo 5 maggio. Tra mercoledì 1 maggio e sabato 4 maggio, il Fellini accoglierà 27 voli, dei quali ben 23 dalla Russia. La stima di arrivi e partenze è di circa 10 mila unità, con la giornata del sabato a far registrare il maggior numero di movimenti aerei. Tutti gli aeromobili impiegati dalle compagnie russe hanno una capienza compresa tra i 150 e i 390 passeggeri”.
Da Aeradria sono andati a cercare i numeri del 2010 per proporre un raffronto ‘onesto’. “Il raffronto con i periodi analoghi del 2010, quando non era operativo il vettore low cost Wind Jet, vede un aumento di oltre 5 mila passeggeri rispetto all’ultimo weekend di aprile (23, 24, 25 e 26) e rispetto ai giorni precedenti la Pasqua Ortodossa che “cadeva” invece il 4 aprile”.

Venerdì, 26 Aprile 2013 12:04

inferno

Nella foto, Gustave Doré, Inferno, antica stampa (XIX)


A Rimini “Desiderare le stelle, viaggio alla scoperta di sé attraverso Dante”, con il Portico del vasaio


Tre serate nel segno di Dante e la Divina Commedia per scoprire che come dice il poeta fiorentino “Ciascun confusamente un bene apprende Nel qual si queti l’animo, e disira; per che di giugner lui ciascun contende”.
Tre serate, promosse dal centro culturale Il Portico del Vasaio e l'Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Lettimi”, all'insegna delle parole del sommo poeta, accompagnate dalla musica classica e da quella popolare, in un dialogo di musica e poesia che tenta di interloquire con le suggestioni più eloquenti della grande corona fiorentina, una sfida quella di Dante che interroga l’umano desiderio e lo porta alla prova dei fatti, fino a toccare le corde più intime del nostro animo - l’affetto, la giustizia, la felicità, l’amore, chiedendoci: ma è davvero possibile desiderar le stelle?
Il primo appuntamento sarà con l'Inferno dantesco, musiche di J.S. Bach il 26 aprile alle ore 21.15 presso l'Auditorium dell'Istituto “G. Lettimi”, ospite musicale sarà il prof. Marco Ferretti, al violoncello.
Gli altri appuntamenti saranno il Purgatorio il 10 maggio e il Paradiso il 24 maggio.

tortora-chiaro

Rimini | Biodigestore Ca’Baldacci, nuovo esposto al Comune


Sempre più critici nei confronti dell’apertura del biodigestore Ca’Baldacci, i residenti di San Martino in Venti riuniti nel comitato Rimini Uptown hanno inviato un nuovo esposto a sindaco, Polizia municipale e amministrazione provinciale. In oggetto i problemi legati alla viabilità che il traffico dei mezzi pesanti diretti a e dall’impianto creano alla mobilità locale, soprattutto in termini di sicurezza.


Abbiamo documentato tutto – racconta Mauro Franceschini – dopo che già nel 2011 ci eravamo accorti del fatto che lo spazio tra il cancello dell’impianto e la pesa a disposizione delle manovre necessarie ai mezzi non è sufficiente. Se un camion si trova sulla pesa accade che il successivo che lo raggiunge non riesce a entrare nel cancello e resta fermo fuori e così tutti gli altri. Capita che si crei una fila di camion tutti fermi in prossimità della curva. Questo non solo crea disagio alla mobilità locale, ma è anche molto pericoloso”.


I residenti osservano come le difficoltà di manovra dei mezzi persistano oggi che l’impianto non funziona a pieno regime e si domandano cosa potrebbe succedere quando arriveranno carichi da tutta la provincia (parlano di 47mila tonnellate in ingresso e 33 in uscita nel 2011 per circa 20mila spostamenti).


“A rendere maggiormente pericolosa la situazione sono anche i mezzi che provenendo dalla Marecchiese preferiscono correre il rischio di inoltrarsi i diversi controsensi oppure percorrere via Covignano anziché arrivare dalla superstrada di San Marino (cosa che avevamo già notato nel 2011)”, aggiunge Franceschini.


Insomma, man mano si va avanti l’impianto mostra sempre di più alcune lacune strutturali. “L’impianto è stato autorizzato in assenza degli standard di sicurezza necessari ad evitare pericoli alla circolazione. La soluzione deve essere trovata da chi ha autorizzato l’impianto. Abbiamo notato che il cancello è separato dall’impianto da un’area protetta e non è possibile li davanti creare una rotonda che aiuti il traffico. Il biodigestore è stato costruito in un posto caratterizzato da carenza infrastrutturale”. I residenti, in definitiva, continuano a chiederne la chiusura.

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Rimini | Asili, Galvani ipotizza referendum contro la gestione integrata


Dopo le dichiarazioni rilasciate ieri in conferenza stampa dall’assessore ai servizi educativi del comune di Rimini Gloria Lisi sui benefici dell’integrazione tra pubblico e privato in fatto di asili, la sinistra più estrema in seno al consiglio comunale corre ai ripari. Secondo Savio Galvani di Federazione della sinistra a spingere verso la privatizzazione dei servizi sarebbe un approccio ideologico.


“Integrare - sottolinea Galvani - non significa affatto sostituire. Infatti, quando il consiglio comunale venne chiamato a decidere se lasciare chiuse (cosa che è anche accaduta in altri comuni d'Italia) le nuove strutture edificate dal Comune di Rimini, anche con le risorse provenienti dalla tassa di scopo, perché non era nella condizione di assumere personale a causa dei vincoli imposti della legislazione nazionale vigente, oppure se affidarli in gestione ai privati, il consiglio decise molto chiaramente di affidare la gestione all'Asp (che è un'azienda pubblica), con l'intenzione precisa di mantenere una gestione diretta, addirittura utilizzando la graduatoria del concorso pubblico bandito dall'amministrazione comunale stessa”.


E’ questa la strada tracciata, “le linee di mandato”, secondo cui andare avanti, sostiene Galvani. “La logica dell'integrazione del servizio ha esattamente la finalità di aumentare l'offerta di servizio pubblico con l'apporto dei privati, ma non è certo quella di sostituire il pubblico nelle sue funzioni proprie. Pertanto, siamo fermamente convinti della necessità di trovare una soluzione adeguata al problema contrattuale delle insegnanti, dipendenti di Asp; qualora venisse subappaltato il servizio, il caso si trasformerebbe in un problema politico di grande rilievo”.


Nel tal caso Galvani minaccia di ricorrere anche a Rimini a un referendum simile a quello proposto per l’abolizione del fondo per i servizi integrati (un milione di euro) da Sel e 5Stelle a Bologna. “Non esiteremmo un attimo ad aprire il contenzioso su tutte le strutture di proprietà pubblica, anche attraverso una consultazione referendaria, analogamente a quanto avviene a Bologna, dove i cittadini sono chiamati a decidere attraverso un referendum sul tema dei finanziamenti pubblici alla scuola privata”.

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Rimini | Ricostruzione Galli, il Comune assicura: Costi contenuti e reperti archeologici salvaguardati


Si parla ancora del teatro Galli. Rispetto alla richiesta di ieri da parte del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Gioenzo Renzi della sospensione dei lavori per la realizzazione dei piani interrati per i servizi, a fronte di un guadagno economico, 10 milioni, e culturale, la salvaguardia dei ritrovamenti archeologici, il Comune oggi fa i suoi distinguo.


Il progetto esecutivo di ricostruzione del teatro Galli prevede la realizzazione di un piano seminterrato e di due piani interrati al di sotto del palcoscenico per la collocazione dei vani tecnici, dei magazzini, dei camerini e per l’alloggiamento degli apparati tecnologici della meccanica teatrale, che risultano essenziali per il funzionamento del teatro. La scelta di operare un restauro filologico (“Com’era, dov’era”) non ha permesso di individuare volumi di adeguate dimensioni nella porzione in elevazione dell’edificio”, spiegano come prima cosa dal comune riferendo che lo scavo arriverà a una profondità di circa 9 metri dal piano stradale di piazza Malatesta.


Sotto l’aspetto economico questi lavori comporteranno una spesa che “può essere valutata in circa 2 milioni di euro di opere strutturali ulteriori e in 400mila euro per le opere di finitura, come proposto dal raggruppamento costituito dalla Ditta Cesi di Imola e dalla Cooperativa Costruzioni di Bologna aggiudicatario della gara di appalto, dal momento che numerose lavorazioni devono comunque essere eseguite quali ad esempio i pali di fondazione”.


Rispetto ai ritrovamenti “nella zona relativa alla sala del teatro, su indicazione della Soprintendenza Archeologica di Bologna, si è deciso di eseguire lo scavo archeologico esteso a tutta la superficie fino ad una profondità di circa 1,45 metri dal piano di piazza Cavour, non previsto nel progetto esecutivo approvato. Questa soluzione ha comportato un aumento della cubatura di scavo archeologico nella zona relativa alla sala, ma tale soluzione permetterà di rendere visitabili i trovanti archeologici rinvenuti durante le fasi di scavo, unitamente all’impianto architettonico della cavea realizzata da Poletti”.

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