6 agosto
Niente rinnovo per le concessioni | Ombrelloni chiusi | Il Marano è troppo inquinato
4 agosto
Fugge alle nozze combinate | Genitori contro maestre | Quotazione Ieg, comune approva
Imbrattato manifesto Mosca, Sap sporge denuncia
(Rimini) «Non veniamo meno a quanto in fatto questi anni per tutelare la dignità e la memoria dei nostri colleghi. Per questo motivo abbiamo sporto denuncia con la speranza che siano al più presto individuati e puniti i responsabili» è quanto dichiara Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap), alla visione del manifesto in ricordo del soprintendente della polizia di Stato, Antonio Mosca imbrattato. Il 29 luglio 1989, dopo due anni di calvario ospedaliero, Antonio Mosca moriva. Mosca fu ferito, insieme ad altri due colleghi, il 3 ottobre del 1987 da cinque proiettili (di cui uno alla testa) esplosi dai fratelli Savi, fondatori della Banda della ‘Uno Bianca’. Ogni anno si tiene una Santa Messa in sua memoria a Rimini, annunciata con l’affissione di un manifesto funebre. Quest’anno, qualcuno ha pensato di imbrattare il manifesto con epiteti volgari e offensivi. «E’ un atto vile, di una vigliaccheria unica, oltraggiare la memoria di un servitore dello Stato, barbaramente ucciso da una banda di criminali mentre era in servizio. Siamo vicini alla famiglia – conclude Paoloni - ai figli, appartenenti alla Polizia di Stato ad alla Amministrazione Civile del Ministero dell’Interno. A loro va tutta la nostra solidarietà e vicinanza».
Sport, 16,5 milioni investiti in impianti
(Rimini) Sedici milioni e mezzo investiti per la riqualificazione, il potenziamento e la realizzazione di nuovi impianti dedicati allo sport. Questa la cifra che racchiude l’impegno dell’Amministrazione Comunale sul fronte dell’impiantistica sportiva del territorio riminese, capitolo che storicamente ha presentato gap in rapporto alle esigenze della città. Dal 2011 al 2018 – ma in particolare dal 2014 in avanti, con un sensibile scatto in avanti dopo il primo biennio di pianificazione – il Comune ha investito complessivamente circa 16,5 milioni, distribuite tra manutenzioni ordinarie, manutenzioni straordinarie e la realizzazione ex novo di strutture.
Nel primo biennio, tra il 2011 e il 2012, l’impegno dell’Amministrazione è stato orientato su uno degli aspetti prioritari e cioè la manutenzione ordinaria delle strutture scolastiche e quindi utilizzate sia dagli studenti sia dalle società esterne. Con il triennio 2013-2015 si è invece cominciato a dare gambe ad un programma articolato e ambizioso di riqualificazione e potenziamento dei molteplici impianti del territorio, a partire dai grandi poli, come lo stadio Romeo Neri e il rifacimento della pista di atletica, lo stadio del baseball, Flaminio e 105 Stadium, per complessivi 1,65 milioni di investimento di cui più della metà finanziati con risorse comunali. Sempre nello stesso triennio sono stati due i milioni investiti per gli impianti per attività outdoor (con uno sforzo particolare nel 2015, quando si è avviato il progetto di messa a punto dei campi di calcio di quartiere, una decina da San Vito a Miramare. Si è inoltre proseguito sulla manutenzione straordinaria delle palestre scolastiche, con interventi su 13 plessi per circa 630mila euro.
Il 2015 è stato anche l’anno dell’avvio di due nuovi importanti impianti per la città, a partire dalla palestra di Villaggio I Maggio, progetto da un milione di euro in fase di collaudo. Per la nuova stagione sportiva quindi Rimini potrà contare sulla nuova casa del Volley. Sempre nel 2015 sono state stanziate le risorse per Acqua Arena, progetto da 8 milioni di euro di cui 5 in capo al Comune che doterà la città di un polo natatorio comunale moderno e completo. Al momento l’Amministrazione, a seguito della risoluzione del contratto per inadempienze con l’associazione temporanea di imprese che si era aggiudicata il bando per la realizzazione, sta lavorando per rientrare nella piena disponibilità dell’area e pubblicare un nuovo bando per completare l’intervento.
Se nel 2016 si è dato corso ai tanti investimenti messi in campo negli anni precedenti, nel biennio in corso 2017-2018 il piano di interventi si concentra sull’adeguamento e la riqualificazione dei grandi impianti già esistenti in primis lo Stadio Romeo Neri, con il restauro della facciata monumentale attraverso l’opportunità offerta dall’Art Bonus, il rifacimento della copertura della tribuna centrale e l’adeguamento alle disposizioni della Lega Pro per essere utilizzabile per il campionato.
“A questo si aggiunge l’importante intervento che partirà a ottobre al centro sportivo di Rivabella, che interessa sia l’impianto per il rugby sia quello del baseball, per un valore complessivo di 1,1 milioni di euro finanziato per circa la metà attraverso i contributi che abbiamo intercettato con il bando ‘Sport e periferie’ – spiega l’assessore allo Sport Gian Luca Brasini – L’excursus degli investimenti messi in campo dal 2011 ad oggi fotografa lo stato di avanzamento di un complessivo programma mirato a superare quel gap sul piano dell’impiantistica sportiva che una città come Rimini non poteva più sopportare, sia perché i numeri dei praticanti sono in costante crescita, sia perché crediamo nello sport e nel movimento come motore per un turismo dinamico legato al wellness, che non può prescindere da strutture e impiantistica adeguata. Lo sport è salute, welfare, è educazione, è uno strumento di crescita, di aggregazione e di comunità. E può essere un asset importante di sviluppo economico. Gli oltre 16 milioni di progetti messi in campo sono un investimento per il nostro futuro”.
Si ricorda che complessivamente ad ogi sono 79 gli impianti sportivi attivi sul territorio, di cui 67 (84 per cento) gestiti direttamente dal Comune (59 per discipline varie, 7 campi da calcio e la piscina) e i restanti 12 gestiti da terzi (5 campi da calcio, 7 per discipline varie). Nel 2012 quelli gestiti dal Comune erano 53, contro i 22 condotti da altri soggetti.
I sub di Riccione compiono 30 anni. Domani si festeggia
(Rimini) Grande festa domani per la Sub Riccione. La sezione subacquea della Polisportiva Riccione compie 30 anni e si ritrova dalle ore 16 alla sede di via Torino 67 a Riccione per spegnere le candeline in compagnia, tra giochi in acqua, cocomerata per tutti (ore 17), ma anche i racconti della grande passione per il mare di questo grande gruppo, foto e tanta voglia di vivere insieme il meraviglioso mondo marino. Alle ore 20 cena e durante la serata verranno consegnati i brevetti a tutti i corsisti di Ara e Apena.
Era il 4 agosto 1988 quando cinque amici con la passione per la subacquea decisero di creare la sezione subacquea nella Polisportiva Comunale Riccione. Le finalità della nuova aggregazione sportiva erano, in primo luogo, quella di promuovere e formare gli amanti del mare alle attività subacquee, con corsi di vari livelli per sommozzatori e apneisti, tenuti da istruttori abilitati, con il rilascio di brevetti FIPSAS a cui si era affiliata. Lo scopo era quello di praticare concretamente l’attività subacquea, organizzando uscite in mare in Italia e all’estero, convegni e incontri sulle attività marine, ma anche momenti di aggregazione sociale come cene, feste, escursioni aperte a tutti, anche a ch non praticano attività subacquea.
In questi 30 anni, grazie all’operato volontario dei consiglieri della sezione subacquea, degli istruttori e di tanti soci, è stata svolta una consistente attività che ha visto ottenere il brevetto numerose persone, che ora praticano con passione la subacquea e partecipano alle numerose escursioni in mare e alle iniziative proposte dalla società.
Attualmente sono in attività un considerato numero di istruttori e divemaster che praticano la loro opera volontariamente nei vari corsi di Enfant,Open Water, Advance, Divemaster, Apnea 1, Apnea 2 Apnea 3, ed infine il Team dell’agonostica della apnea. In ultimo le varie specialità corso Nitrox, Fotosub, Rescue, Oxigen Provider.
La Cina importa meno plastica: Legacoop lancia l’allarme rifiuti
«Il mercato rischia di non recepire più i prodotti della raccolta differenziata, a cominciare da plastica e carta, con paesi come la Cina che hanno fortemente ridimensionato l’importazione. Mentre gli impianti di trattamento, discariche e inceneritori, sono a rischio saturazione. È un combinato disposto che rischia, se non affrontato per tempo e con modalità adeguate, di trasformarsi in un problema serio per la nostra Regione». Così il direttore generale di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti, concludendo un incontro organizzato dall’associazione regionale sul problema. «Come cooperative e consorzi abbiamo contribuito a sviluppare una rete di impianti che porta al riciclo il 90% del materiale raccolto, nell’ambito di una buona politica di industrializzazione del ciclo dei rifiuti speciali, a conferma che la sostenibilità ambientale è il nostro obiettivo. Un lavoro che rischia di essere compromesso», spiega Mazzotti.
Per questo Legacoop regionale intende porre direttamente la questione alla Regione, all’ANCI, ai Comuni e al tavolo dell’imprenditoria regionale. È prevista la creazione di un osservatorio per monitorare l’evoluzione della situazione, raccogliendo anche l’adesione di Confservizi, Utilitalia e coloro che intenderanno lavorare su questo versante. Questo è quanto emerso nella riunione regionale svoltasi a Bologna a cui hanno partecipato le imprese cooperative aderenti a Legacoop impegnate nel settore. Erano presenti Filippo Brandolini, Vice Presidente di Utilitalia con delega all’Ambiente, Luigi Castagna, Presidente di Confservizi Emilia-Romagna, Simone Gamberini, direttore di Legacoop Bologna e Alberto Armuzzi, Presidente del Comitato regionale dell’Emilia-Romagna di Legacoop Produzione e Servizi. Nella riunione, aperta da Rita Pareschi, responsabile Ambiente e Territorio di Legacoop Emilia-Romagna, sono intervenuti i rappresentanti di Consorzio Astra, Formula Ambiente, Consar, Copura Ravenna, coop Città Verde e Eco2000 che hanno evidenziato le criticità che residuano dalle attività di raccolta ed in particolare di recupero e riciclo da parte delle varie cooperative associate che operano in regione come fornitori di servizi sia nell’ambito della gestione dei rifiuti urbani sia direttamente verso le imprese produttrici di rifiuti speciali. A queste difficoltà vanno aggiunte le tante criticità che derivano da aspetti normativi – quale per esempio la recente sentenza sulla classificazione End of Waste – e dalla complessità ed incertezza degli iter autorizzativi. Questa situazione, certamente straordinaria per l’Emilia-Romagna, regione che ha sempre avuto la capacità di pianificare ed attuare un adeguato sistema di infrastrutture per la gestione dei rifiuti sia urbani che speciali, va certamente ricondotta a varie cause, tra cui rilevanti sono il ritardo negli iter autorizzativi degli impianti di discarica, così come un incremento della produzione dei rifiuti urbani e speciali, conseguenti alla ripresa economica e dei consumi, in controtendenza rispetto alle previsioni del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.
Filippo Brandolini nel delineare la situazione del settore dei rifiuti nel contesto nazionale, ha evidenziato che il nostro paese soffre un ormai cronico sottodimensionamento della capacità del sistema impiantistico che rischia di rappresentare un freno alla prospettiva dell’economia circolare.Tale problema infatti non riguarda più solo i rilevanti volumi di rifiuti urbani indifferenziati di quelle aree che oltre ad essere in ritardo con la raccolta differenziata non dispongono di impianti di termovalorizzazione e di discarica, ma anche flussi di rifiuti, pure importanti dal punto di vista quantitativo, che residuano dalle attività di riciclo, quali ad esempio il “plasmix", il “pulper" di cartiera o il "car fluff". A ciò si aggiungano i problemi derivanti da un quadro normativo talora confuso e contradditorio, che, però, ancora una volta rischia di essere un freno allo sviluppo di iniziative coerenti con l’approccio dell’economia circolare, quale in particolare la recente sentenza del Consiglio di Stato sull’End of Waste, che oltre a bloccare nuovi progetti sta mettendo in seria difficoltà tante iniziative di successo già in esercizio, le quali oltre agli importanti risultati ambientali conseguiti sono rilevanti sotto il profilo economico ed occupazionale. E’ importante sottolineare che il nuovo Ministro dell’Ambiente si è impegnato per risolvere a breve questo problema con un intervento legislativo. Luigi Castagna nel suo intervento si è in particolare soffermato sulla posizione che Confservizi Emilia-Romagna ha sostenuto nel confronto con la Regione Emilia-Romagna sull’Accordo con il governo per la maggiore autonomia, per ribadire che tale Accordo non deve mettere in discussione la gestione industriale dei rifiuti, che consente a questa Regione di essere ai livelli delle best practice europee nella gestione dei rifiuti, di contribuire alla competitività del tessuto economico e produttivo nonché alla qualità sociale e della vita per i cittadini.
Export, in provincia vale 2,3 miliardi
(Rimini) Le imprese di Confindustria Romagna sono sempre più internazionalizzate. È quello che emerge dalla prima Indagine Internazionalizzazione di area vasta di Confindustria Romagna che ha coinvolto 224 aziende di Rimini e Ravenna: 217 di queste hanno dichiarato di avere contatti con l’estero. Un campione che, considerando il fatturato totale di tutte le imprese associate delle due province e rapportato al fatturato totale realizzato dalle 217 imprese, rappresenta oltre il 54,1% del fatturato globale. L'analisi settoriale si è concentrata sui comparti maggiormente rappresentativi dei due territori: metalmeccanico, alimentare, chimica e farmaceutica, abbigliamento, legno e mobile, gomma e plastica.
Secondo i dati dell’indagine 2018, realizzata dal Servizio Economico - Ufficio Internazionalizzazione dell’Associazione, più della metà delle aziende campione (55,8%) dichiara di svolgere parallelamente attività di import/export; le aziende esclusivamente esportatrici corrispondono al 39,2% del campione, mentre si attestano al 5,1% del totale le aziende solo importatrici.
“L’internazionalizzazione – commenta Paolo Maggioli, presidente di Confindustria Romagna - è sempre più considerata dalle aziende di Rimini e Ravenna come possibile forma di diversificazione del mercato e del prodotto per giungere ad una crescita dei volumi e del fatturato. Insieme all’innovazione, resta una necessità per contrastare le difficoltà che presenta il nostro mercato interno e chi ha superato la lunga crisi di questi anni lo ha fatto proprio perché ha investito in innovazione e internazionalizzazione”.
Nella crescita delle esportazioni, l’Europa Comunitaria (dei 28 Paesi Membri) continua ad essere la principale meta (82% del campione) seguita dal Nord America (35,9%) e dall’Asia (29,1%).
Nelle importazioni sono predominanti l’Europa Comunitaria e l’Asia, che rispettivamente riforniscono il 70,5% ed il 50,8% delle imprese del campione che si dichiarano importatrici.
Nel 2018 i primi cinque paesi di destinazione per importanza, sono Germania (54,9%), Francia (51,5%), Regno Unito (35,4%), Stati Uniti (32,5%) e Spagna (31,1 %). È interessante evidenziare la posizione degli Stati Uniti con il 32,5% (67 imprese), a dimostrazione del forte interesse che l’economia americana sta imponendo sui mercati internazionali nonostante il risultato inaspettato delle ultime elezioni presidenziali. Seguono Svizzera (25,7%), Austria (23,8%), Olanda (22,8%), Cina (22,3%), Russia (20,9%).
Anche nelle importazioni la Germania si attesta come primo paese di approvvigionamento con il 41,7% delle preferenze, seguita dalla Cina con il 37,9% del campione e dalla Francia con il 24,2%.
I principali ostacoli all’internazionalizzazione sono: Conoscitivi (96,9%), Strutturali e/o di Servizio (69,2%), Dimensionali (25,9%), Finanziari e/o di Supporto (23,1%), Socio-Economici e/o Politici (13,3%).
Per quanto riguarda i servizi richiesti il campione indica: Ricerca di Partners Stranieri (61,1%), Informazioni Commerciali e di Mercato e sulla Legislazione Doganale (31,6%), Assistenza in materia di Contrattualistica e Normativa Estera (29%) seguiti da Formazione, Orientamento ed Assistenza in Materia di Commercio Estero (26,9%).
Inoltre, Finanziamenti del Processo di Internazionalizzazione e Assicurazione dei Crediti all’Esportazione (13%). L’accesso a servizi di supporto in materia di internazionalizzazione viene ritenuto sempre più un elemento fondamentale per il successo delle attività al di fuori dei confini nazionali.
Di questo Confindustria Romagna è assolutamente consapevole e lo testimoniano le numerose iniziative ed i servizi realizzati in questo campo. Fra questi il sevizio “Romagna World” lanciato ad inizio 2018 per andare incontro alle richieste di ricerca di nuovi clienti all’estero, con un’intensa attività di formazione, una sempre più stretta collaborazione con studi legali specializzati in contrattualistica internazionale, l’organizzazione di Progetti Paese e missioni, il supporto nella predisposizione di pratiche di finanziamento a valere sugli strumenti Simest e sui bandi regionali.
La forma di collaborazione maggiormente ricercata è quella Commerciale (90,1%). Seguono gli Accordi di Joint-Venture con il 14,9% e la Cooperazione Produttiva (8,3%).
Fra i paesi ritenuti prioritari e più interessanti nei prossimi tre anni per sviluppo di nuovi business ci sono: Stati Uniti (41,8% del camoione), Cina (23,4%), Germania (18,4%) e Russia (12,7%).
I dati dell’indagine sono in linea con i numeri rilevati dall’Istat: nel 2017 l’export della Provincia di Ravenna è di oltre 4 miliardi di Euro, contro gli oltre 3 miliardi e 500 dell’anno precedente (+11,57% collocandosi al primo posto in regione per crescita delle esportazioni). L’export della Provincia di Rimini nel 2017 è di oltre 2 miliardi e 300 milioni di Euro, contro gli oltre 2 miliardi e 100 milioni dell’anno precedente (+8,97% e terza posizione in regione.
Nel primo 1 trimestre 2018 si osserva che l’export di Ravenna cresce del +0,05% rispetto al 1 semestre 2017, mentre l’export di Rimini segna un +10,46% rispetto al 1 semestre dello scorso anno.
Anche sul fronte delle importazioni il trend delle aziende della provincia di Rimini è positivo (+12,91% rispetto al primo semestre 2017; per Ravenna si registra un +3,27% rispetto al primo semestre 2017.
L’indagine Internazionalizzazione per il territorio di Rimini rispecchia i risultati emersi in Romagna. I quattro comparti più rappresentativi del tessuto imprenditoriale della provincia (Metalmeccanico, Alimentare, Abbigliamento e Legno e Mobile) dimostrano un forte orientamento all’internazionalizzazione. Le aziende riminesi associate a Confindustria Romagna che hanno partecipato al sondaggio sono 142. Di queste hanno dichiarato di operare con l’estero.
Più della metà del campione (51,4%) dichiara di svolgere parallelamente attività di import/export; le aziende esclusivamente esportatrici corrispondono al 42,9% del campione, mentre si attestano al 5,7% del totale le aziende solo importatrici.
Dal lato delle esportazioni, l’Europa Comunitaria (dei 28 Paesi Membri) continua ad essere la principale area di riferimento (87,1% del campione), seguita dal Nord America (34,8%) e dall’Asia (30,3%). Calano le esportazioni verso l’Europa (non UE) sicuramente a causa dei dazi imposti dalla Russia su alcuni prodotti di origine europea.
Per le importazioni si conferma il netto predominio dell’Europa Comunitaria e dell’Asia, che rispettivamente riforniscono il 72,5% ed il 51,3% delle imprese campione.
Rispetto al 2016 crescono le esportazioni che restano predominanti verso la Germania, che ha registrato un 56,8%, la Francia con il 54,5%, la Spagna ed il Regno Unito con il 37,1%. In crescita gli Stati Uniti con il 32,6% a dimostrazione, come in area vasta, del forte interesse verso l’economia americana. Seguono Austria e Svizzera (27,3%).
L’Europa Comunitaria è prevalente anche nelle importazioni. La Germania è il primo paese di approvvigionamento con il 42,5% delle preferenze, seguita dalla Cina (38,8% del campione), da Francia e Spagna (rispettivamente 16,3% e 15%).
Le imprese della Provincia di Rimini dimostrano di percepire in maniera maggiore gli ostacoli conoscitivi (97,6%), seguiti da ostacoli strutturali o di servizio (72,4%), ostacoli dimensionali (28,3%), ostacoli finanziari o di supporto (25,2%) ed infine ostacoli socio-economici o politici (13,4%).
Per quanto riguarda i servizi richiesti: Ricerca di Partners Stranieri (54,4%), Informazioni Commerciali e di Mercato e sulla Legislazione Doganale (39,2%) Assistenza in materia di Contrattualistica e Normativa Estera (33,6%); Finanziamenti del Processo di Internazionalizzazione (19,2%), Assicurazione dei Crediti all'Esportazione (16%).
La forma di collaboazione più richiesta è quella Commerciale (88,6%). Gli Accordi di Joint-Venture e la Cooperazione Produttiva si piazzano rispettivamente al secondo e al terzo posto con il 13,9% e il 5,1%. In generale sono meno utilizzate le forme di collaborazione in termini di Cooperazione nel Campo della Ricerca (3,8%) e di Accordi Tecnici e/o Formativi (1,3%).
Con riferimento alle aree geografiche in cui le nostre associate della Provincia di Rimini hanno instaurato le collaborazioni attuali o passate, il primato è della Germania (30,4%), seguita da Francia e Stati Uniti (21,5%) Cina (20,3%), Russia (13,9%), Regno Unito (11,4%) e Turchia (10,1%)
Paesi di maggiore interesse per le aziende della Provincia di Rimini si confermano essere gli Stati Uniti con il 44,9% mentre al secondo posto l’interesse va nella direzione della Cina (26,2%).
All’interno del mercato domestico, il 18,7% del campione concentrerà i propri sforzi per sviluppare e consolidare il proprio business prevalentemente in Germania.
3 agosto
Maestre che urlano e strattonano | Molestatore chiede scusa | Cantiere fogne, operaio cade nel vuoto
Frodi creditizie, 1.516 in regione nel 2017, 156 a Rimini
(Rimini) Sono stati 1.516 i casi di frodi creditizie attraverso il furto di identità avvenute nel 2017 in Emilia-Romagna. E' quanto emerge dalla 26/a edizione dell'Osservatorio Crif-Mister Credit secondo cui, sull'intero territorio nazionale i casi rilevati sono stati più di 26.600 per un importo medio di oltre 5.700 Euro e una perdita economica complessivamente pari a circa 153 milioni di euro.
Con le 1.516 frodi registrate, l'Emilia-Romagna si piazza al 7/o posto della graduatoria nazionale alle spalle di Sicilia (4.247), Campania (4.243), Lombardia (2.818), Puglia (2.766), Lazio (2.494) e Piemonte (1.533 casi).
A livello provinciale, il maggior numero di frodi è stato registrato nella provincia di Bologna con 285 casi, seguono la provincia di Modena con 236 e Reggio Emilia con 222. Poi Parma con 186 casi, Rimini con 156, Ravenna con 146, Forlì-Cesena com 105, Piacenza con 93 e Ferrara con 87 (Ansa).
Riccione, Tosi dichiara guerra all’alcol
(Rimini) Come preannunciato nei giorni scorsi il divieto di vendita di bevande alcoliche nell'area a mare della ferrovia tra viale Boccaccio e il confine con il Comune di Rimini nella fascia oraria 20-7 verrà riproposto dopo lo scorso fine settimana nel periodo 3 agosto - 10 settembre. Il sindaco Renata Tosi ha firmato l'ordinanza che , nel lasso di tempo indicato, è rivolto ai titolari o gestori di attività commerciali in sede fissa e di attività commerciali alimentari su aree pubbliche, per i quali è vietata la vendita per asporto o consumo sul posto, o per cessione a terzi di bevande alcoliche. Divieto esteso anche ai titolari o gestori di pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande in area demaniale. Rimane consentita la somministrazione per il consumo immediato sul posto a condizione che avvenga all'interno dei locali. La violazione dell'ordinanza prevede una sanzione amministrativa con il pagamento di 400 euro.
Il sindaco ha firmato oggi una seconda ordinanza che prevede il divieto di vendita, somministrazione o cessione per asporto di bevande contenute in bicchieri e bottiglie di vetro, compresi i distributori automatici in occasione delle serate " Deejay On Stage 2018" in programma il 3,4,7,8,9,14,15,16,18,21,22,23 e 24 agosto in piazzale Roma ad ingresso gratuito. Il divieto sarà valido nei giorni indicati dalle ore 19.00 alle ore 07.00 nella zona compresa a mare della ferrovia da viale Battisti ( lato Cattolica) a viale Bellini ( lato Rimini) fino al mare compresi gli stabilimenti balneari e le aree adiacenti. Sarà inoltre vietato consumare o abbandonare in luogo pubblico bevande di qualsiasi genere contenute in bottiglie di vetro. Nell'area di piazzale Roma in cui si svolgeranno direttamente gli spettacoli, sarà vietato accedere con lattine o bottiglie di plastica chiuse o piene. Nella stessa area su disposizioni della Questura, non sarà possibile accedere con caschi e zainetti.
Per il sindaco Renata Tosi "con queste due ordinanze diamo un segnale evidente: tutelare la sicurezza pubblica di cittadini e turisti e far si che la città, tramite tutti i suoi operatori, metta in campo servizi che consentano di vivere Riccione e le sue occasioni di svago e divertimento in piena sicurezza. Grazie alla professionalità e alla presenza costante delle nostre forze dell'ordine, mettiamo in campo due misure che riteniamo indispensabili per rispettare questi obiettivi. L'estensione del divieto di vendita di bevande alcoliche in una zona circoscritta di Riccione nel mese di agosto fino ai primi dieci giorni di settembre in concomitanza della Moto Gp,fermo restando la possibilità di somministrazione sul posto per ristoranti e commercianti, premetto che non intende penalizzare i pubblici esercizi ma al contrario garantire che, nella fascia oraria potenzialmente più a rischio, ovvero quella serale, non venga venduto alcol, soprattutto ai giovanissimi. La seconda ordinanza che replica l'esperienza dello scorso anno a proposito dell'uso del vetro a cavallo dei concerti in piazzale Roma è un ulteriore strumento che darà la possibilità di godere in spensieratezza gli eventi e la città senza incorrere in eccessi".