Giovedì, 15 Novembre 2018 15:05

Provincia, ai confini del meteo

(Rimini) Il presidente della Provincia, Riziero Santi, ha scritto alla redazione Rai dell'Emilia-Romagna per segnalare che le previsioni meteo del Tgr Rai Emilia-Romagna non contemplano l'area territoriale dei 7 comuni dell'Alta Valmarecchia che dal 2009 fanno parte della Provincia di Rimini. Questi invece continuano ad essere presenti nelle previsioni meteo del Tgr Marche.
“Precisato che i cittadini - spiega Santi - ci tengono a rientrare nell'informazione riferita al territorio della comunità della Provincia di Rimini come correttamente deve essere, vi è anche una ragione oggettiva riferita alla diramazione di allerte meteo di Protezione Civile regionale per aree omogenee, essendo la zona in oggetto classificata nelle macroaree A e B della Regione Emilia-Romagna”. Per queste ragioni Santi ha chiesto di poter risolvere quanto prima l'incongruenza.

Giovedì, 15 Novembre 2018 15:03

Papa Francesco, al Tiberio il film di Wenders

(Rimini) Al Cinema Tiberio domani e e sabato è in programma il film di Wim Wenders ‘Papa Francesco un uomo di parola’. Il film vuole essere un viaggio personale in compagnia di Papa Francesco, più che un documentario biografico relativo alla sua figura. Gli ideali del Papa ed il suo messaggio sono centrali in questo documentario, che si prefigge di presentare la sua opera di riforma e le sue risposte riguardanti alcune questioni di livello globale. Il film si basa visivamente e narrativamente sull'interazione del pubblico face-to-face con il Papa, instaurando un dialogo tra lui e, letteralmente, con il mondo. Disponibile nel rispondere alle domande di persone provenienti da qualunque background, Papa Francesco risponde a contadini, lavoratori, rifugiati, bambini ed anziani, detenuti, a coloro che vivono nelle favelas e campi di rifugiati. Tutte queste voci e facce sono uno spaccato di umanità che partecipa ad una conversazione con Papa Francesco.
L'opera di Wim Wenders apre la nuova rassegna cinematografica, in collaborazione con ACEC, sui temi della spiritualità La Grande Luce, dedicata quest'anno alla solidarietà. Seguirà martedì 27 novembre (ore 17) e mercoledì 5 dicembre (ore 21) My name is Adil di Adil Azzab, Andrea Pellizzer e Magda Rezene: Adil è un bambino marocchino in viaggio verso l'Italia per ritrovare il padre che non vede da tempo. Un film che insegna a "camminare con le scarpe altrui", a comprendere la povertà e afferrare il senso del distacco e del sogno.
La rassegna si conclude il 2 dicembre (ore 21) con il documentario Un paese di Calabria di Shu Aiello e Caterina Catella, dedicato all'esperienza di accoglienza di Riace, esperienza importante e preziosa per i migranti che vengono dal mare. Al termine del film è prevista una tavola rotonda sul tema dell'accoglienza.

(Rimini) Non solo pane ma dignità. Rimini accoglie con gioia la proposta di papa Francesco e domenica 18 novembre rilancia la Giornata Mondiale dei Poveri. La Giornata mondiale dei poveri viene celebrata ogni anno (questo è il secondo) nella 33ª Domenica del Tempo Ordinario. Il logo che accompagna la Giornata mostra la dimensione della reciprocità. Si nota una porta aperta e sul ciglio si ritrovano due persone. Ambedue tendono la mano; una perché chiede aiuto, l'altra perché intende offrirlo. In effetti, è difficile comprendere chi tra i due sia il vero povero. O meglio, ambedue sono poveri. Chi tende la mano per entrare chiede condivisione; chi tende la mano per aiutare è invitato a uscire per condividere. Sono due mani tese che si incontrano dove ognuna offre qualcosa. Braccia che esprimono solidarietà e provocano a non rimanere sulla soglia, ma ad andare incontro all'altro. Il povero può entrare in casa, una volta che dalla casa si è compreso che l'aiuto è la condivisione.

La Diocesi di Rimini celebra la Giornata, intitolata "Questo povero grida, il Signore lo ascolta", con un evento diocesano domenica 18 novembre 2018, invitando inoltre calorosamente tutte le comunità a programmare eventi e progetti. Molte sono le iniziative parrocchiali di cui si ha già notizia. A livello cittadino, i poveri sono tutti invitati alla S. Messa alla chiesa di San Giuseppe al Porto, a Rimini, presieduta dal Vescovo di Rimini, alle ore 11, domenica 18 novembre. Alla liturgia eucaristica seguirà il pranzo comunitario presso gli ampi locali sottostanti alla Chiesa di San Giuseppe al Porto. Si tratta di un appuntamento reso possibile dal fattivo contributo di Caritas diocesana, Associazione Papa Giovanni XXIII, Capanna di Betlemme e Opera S. Antonio, oltre alla preziosa collaborazione della Protezione Civile (per gli aspetti organizzativi) e della Chiesa Ortodossa rumena che attualmente utilizza gli spazi di Sant'Agnese. A tavola, tra gli altri, ci sarà anche il Vescovo, mons. Francesco Lambiasi, oltre ad una schiera di volontari espressi dalle quattro realtà che hanno organizzato l'iniziativa: queste persone serviranno a tavola.

Sono stati invitati anche amministratori, politici, persone che occupano ruoli di responsabilità, oltre ai diaconi e ai seminaristi riminesi, e i rappresentanti delle confessioni religiose presenti a Rimini e di altre fedi.
I primi destinatari del pranzo sono le persone accolte o ospiti delle due mense cittadine (mensa Caritas e mensa dei frati di Santo Spirito) e della Capanna di Betlemme. Sono attesi a tavola almeno 300 ospiti.
"Mi unisco all'auspicio di Papa Francesco perché questa nuova Giornata Mondiale, diventi un richiamo forte alla nostra coscienza credente affinché siamo sempre più convinti che condividere con i poveri ci permette di comprendere il Vangelo nella sua verità più profonda. – sono parole del Vescovo di Rimini – I poveri non sono un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l'essenza del Vangelo".

La Giornata prosegue alle ore 15 con una festa con canti, testimonianze, sketch (molti protagonisti saranno gli stessi indigenti) e messaggi sul tema della Giornata stessa. Una importante anteprima della Giornata è in programma venerdì 16 novembre. Si tratta della Veglia organizzata dalle ore 21 presso la chiesa della comunità delle Clarisse, a San Bernardino, nel centro storico di Rimini. Dopo la Veglia, che prenderà in esame i tre verbi suggeriti dal Papa (gridare, rispondere, liberare) su proposta di Caritas e Papa Giovanni XXIII, seguirà un ulteriore segno di condivisione: un gruppo di giovani condividerà la notte dei senza tetto. L'invito è aperto ai giovani di tutte le parrocchie, associazioni e movimenti ecclesiali.

La Diocesi, inoltre, invita caldamente ogni comunità parrocchiale a celebrare adeguatamente questa giornata secondo i desideri del Papa. Con la sensibilità, le possibilità e l'inventiva propria di ciascuna realtà. A questo riguardo, il Vescovo di Rimini ha inviato personalmente una lettera a tutti i sacerdoti, alle comunità parrocchiali e ai responsabili delle diverse comunità religiose e associative. Tra le varie proposte che costellano la Giornata, c'è anche quella di accompagnare fisicamente (e magari andare a prenderli direttamente nei luoghi dove abitano) i poveri alla messa a San Giuseppe al Porto, e nei due momenti cittadini, ma anche nelle varie parrocchie.
"Non solo una buona azione ma riconoscimento di una dignità" rilancia il Vicario generale, don Maurizio Fabbri in relazione a questo appuntamento. "Con l'idea di creare delle occasioni concrete di incontro, e non solo di assistenza, perché il povero è una persona e non un problema e per aiutarlo davvero bisogna riconoscerlo come un fratello e una sorella che diritto anch'esso a tutto ciò che desideriamo per noi stessi".

(Rimini) “Ogni bambino è un artista. Il problema è come rimanere un artista una volta che cresce”. E’ a partire da questa considerazione di Pablo Picasso che è nato il dialogo pubblico, ‘Senza titolo’, di martedì scorso tra l’artista Alessandro La Motta e la psicoanalista Loretta Biondi, introdotto da Omar Battisti di ‘Nidienodi’, che ha promosso l’iniziativa, in collaborazione con la Rete Nazionale del Consultori di Psicoanalisi Applicata. Nella cornice della bottega di La Motta (in via Asili Baldini a Rimini) a dare il la alla conversazione è stata la poesia di Annalisa Teodorani.

Una la domanda di fondo. “Perché - sottolinea Loretta Bionfi - oggi vogliamo partire dal nostro lavoro clinico con bambini e adolescenti? L’esigenza è di testimoniare ciò che noi dell’equipe di Nidienodi impariamo da loro, dal lavoro con loro. Uno degli elementi fondanti di questo lavoro è la costruzione di un posto soggettivo per ciascuno di essi”.
In genere, “tendiamo a sostenere l’ipotesi che il bambino non è soltanto quel tempo sincronico dell’esistenza, ma che ha un contesto familiare che lo precede e un “destino” che gli appartiene, che sceglie sempre. ‘Senza titolo’, non è solo la ricerca di quel posto, ma è la rottura della codifica dell’essere precostituito, indicato, etichettato dal discorso sociale. Così come ogni bambino è bambino con “quel portato” di esistenza determinata ma mai interpretata, se non da lui, se è messo al lavoro”.

Per l’artista, fa eco Alessandro La Motta, “l’assegnazione volontaria di un valore allo spazio allo spazio bianco dell'opera, alla pagina bianca è già una titolazione. Come sostiene Picasso io non so come verrà l'opera che realizzo la scopro quando l'ho fatta...così credo io, che l'opera stessa, lo spazio dell'opera, mi definisca, spiego meglio..."Picasso è Picasso" nel farsi con l’opera". Da anni, almeno una trentina, La Motta lavora con gli scarti di produzione e con materiali usati, “con un loro vissuto e con una destinazione d’uso diversa, sono entrati nel mio processo creativo. Sono elemento sostanziale da cui partire, con un’implicazione non meramente stilistica, ma correlata a un’impronta di “esistenza” precedente al mio intervento, come se disegnare e cancellare su un materiale con un “vissuto” certo, ma dismesso o deviato nel suo uso, mi consentisse quelle impronte di esistenza, quel sentimento “archeologico” di farci rivivere attraverso l’arte, la vita della materia. Ma questa è un’operazione adulta appunto, come dice Picasso è l’atteggiamento di scoperta e di stupore che porta l’artista a mantenere quello spirito, quell’indomito desiderio di trovare un modo di ricreare quel mondo magico dell’infanzia della manipolazione giocosa delle cose. E’ un modo, il modo del bambino per crearsi il mondo il proprio mondo, quello spazio suo solo suo”.
Sin da piccolo, racconta La Motta, “mi sono trovato a maneggiare pezzi di legno e impiallacciature, scarti di produzione del lavoro di mio padre ebanista, e quei materiali alimentavano in me la fantasia, e sono diventati nel tempo insieme a vecchie carte e lamine di metallo arrugginite o ossidate, il vero e proprio campo in cui sviluppare l’opera, l’idea creativa. Diversi anni fa ho scritto un racconto su quei ricordi di escono alcuni stralci che dicono di quello stupore: ”Eppure non potevo non curiosare tra quei vecchi scaffali - trovare impiallicciature, le più svariate o tralci di radici d’ulivo, imbattermi in scassati transistor e gigantesche valvole spaziali; finite lì chissà come o curiosare nei sacchi iuta in cui erano stivati cotone e gommalacca d’angelo in minutissime squame; lo sento ancora oggi, come allora, nelle mie giovani narici, inalarsi l’odore dell’alcool sprigionato dalla tanica in latta che avevo segretamente violato”.

La Motta va avanti. “Li vedo ancora lì i mobili, affastellati l’uno sull’altro o pezzo su pezzo come improbabile meccano , poltrone incastrate come l’opera di un dio pazzo , e sedie appese come quarti di bue a travi e cordami come attendessero ospiti ... si dice fossero anime celesti scese per dissolvere polvere e fuliggine da quelle sedute. E mi ricordo gli attrezzi che avevi realizzato su misura per me , il martellino , i mobili in miniatura - e le ore, le lunghe ore che rubavi al tuo lavoro seguendo i miei progetti improbabili nel quale ti coivnolgevo: vedi ero già allora preso via dalla fantasia; ma l’avventura di quel giocare e scoprire. Forse proprio allora per vincere il terrore che la noia mi assalisse, maturai l’idea, la grande fuga: da grande non avrei voluto che nessuno interrompesse il mio sogno, quel mio inchiodare chiodi storti su impiallicciature sbilenche; questo pensavo negli interminabili pomeriggi con te, quando le ore non fuggivano via come oggi, prima che la fantasia prendesse il sopravvento: lo pensavo e lo penso ancora.(…)”.
Ora e solo ora quello spazio interiore “ha trovato una destinazione, quel luogo e quei materiali sono stati occasione privilegiata di messa a tema del mio essere. La libertà creativa dell’artista e il gesto del bambino hanno affinità quindi?. L’età adulta spesso dimentica il mondo, lo spirito del bambino, tende a portarlo a degli schemi; l’artista lavora spesso una vita per ritrovare quel senso ludico di scoprirsi e scoprire il mondo attraverso uno sguardo di bambino”.

Un altro esempio. “Ero giovanissimo e avevo il laboratorio a casa. Capitava quindi che la mia prima figlia Maddalena restasse con me. Queste sono le sue prime prove con l’acquarello. Ecco la creatività del bambino e la libertà creativa. Ecco l’artista. Anche a me come descrive Picasso mi ci sono voluti anni per ottenere quella freschezza che lei aveva nel suo istintivo colorismo. Ecco l’artista, dicevo così come da piccolo guardavo mio padre con la stessa ammirazione. Il bambino che diventa adulto non sempre mantiene questa capacità di sorprendersi a conoscere e misurare il mondo”.
Nel gioco di paragoni e di rimandi, “Senza titolo, con tre definizioni, attraverso gli scarti, gli scarabocchi, i sogni, è il tentativo di definizione di un gesto liberante, ne sono nati tre approfondimenti, che proveremo a far emergere, come vorremmo emergessero le esistenze, l’essere dei bambini che sono e del bambino che siamo stati”.

Giovedì, 15 Novembre 2018 09:05

15 novembre

Albergatori indagati | Stalker recidivo | Bidello patteggia

Mercoledì, 14 Novembre 2018 16:39

Atti sessuali su ragazzi, bidello patteggia

(Rimini) Ha patteggiato due anni per violenza sessuale, con pena sospesa, il bidello di 59 anni di una scuola superiore della provincia di Rimini accusato di aver costretto quattro studenti di 16 anni, tre ragazze e un ragazzo, a subire atti sessuali all'interno dell'istituto. La sentenza è stata pronunciata dal gup del Tribunale di Rimini nei confronti dell'imputato, difeso dall'avvocato Paolo Righi. La vicenda risale al 2016, quando in seguito alla segnalazione del dirigente scolastico, erano stati sentiti degli polizia giudiziaria i quattro ragazzi, che avevano confermato le accuse (Ansa).

Mercoledì, 14 Novembre 2018 14:26

Redditi bassi, la Lega vede il futuro nero

(Rimini) “I numeri al ribasso sul reddito medio dei riminesi non fanno ben sperare per il futuro delle nuove generazioni”.
A commentare il report della Cisl sul reddito medio dei cittadini riminesi nel 2017 è il segretario prov.le della Lega Bruno Galli che lancia l’allarme e parla di “situazione disastrosa. Peggio di noi, in Regione, non c’è nessuno, tantomeno su scala romagnola.”
“Quello che più spaventa è che rispetto al 2016 il reddito dei riminesi ha subito un’ulteriore contrazione del 6% facendoci toccare il fondo su scala regionale” – spiega Galli – “per non parlare degli under 35 il cui reddito è diminuito addirittura del - 15,6 %. Numeri alla mano, ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza reddituale ed occupazionale che inevitabilmente si ripercuote sul sistema economico locale. Con questi presupposti, gli equilibri socio economici della nostra provincia si fanno sempre più precari e a rimetterci è la qualità della vita e il potere d’acquisto delle nostre famiglie”.
Per il leghista Galli sono mancate “politiche lungimiranti di promozione, inserimento e valorizzazione dell’offerta occupazionale riminese con il risultato che oggi, dopo anni di sonnolenza delle Istituzioni locali targate Pd, i nostri lavoratori sono quelli più svantaggiati nelle dichiarazioni dei redditi. L’assenza di una strategia condivisa tra mercato del lavoro, Enti locali e imprese ha fatto dei riminesi i peggiori della classe e ipotecato il futuro delle nuove generazioni”. Il segretario prov.le della Lega di Rimini, infine, punta il dito contro l’Amministrazione Gnassi che “non ha mosso un dito di fronte ai dati allarmanti del 2016 lasciando scivolare i riminesi nel baratro della povertà e dell’insicurezza. Consiglio al Sindaco Gnassi di centellinare le pubbliche auto-celebrazioni e i ricevimenti in grande stile perché se il futuro che attende i riminesi è tale e quale al loro portafogli, non credo ci sia molto per cui festeggiare.”

Mercoledì, 14 Novembre 2018 14:22

Porto, in febbraio la pulizia dei fondali

(Rimini) La Giunta ha approvato il primo stralcio del progetto esecutivo per il dragaggio del porto. Un primo intervento dal costo di 121.000 euro, che si avvale a parziale copertura del contributo della Regione per 50.000 euro, a cui farà seguito un secondo con un medesimo importo già approvato dalla Giunta nella fase di fattibilità tecnica ed economica.
Con questo intervento, i cui lavori saranno eseguiti tra il febbraio e il marzo del prossimo anno, si procederà al dragaggio dell'area del porto canale compresa tra lo scalo di alaggio e la darsenetta del Club Nautico Rimini al fine di riportare la quota dei fondali a circa -5 metri. L'esatta definizione dell'area e della quota del fondale verrà effettuata in seguito al rilievo che sarà eseguito prima dei lavori dall'impresa che si aggiudicherà l'appalto. Il dragaggio sarà eseguito con draga a refluizione o con un idoneo mezzo meccanico marittimo. I lavori si sono resi necessari per la riduzione della profondità dell'acqua dovuto al continuo apporto di materiali sabbiosi nell'area del porto canale.

Mercoledì, 14 Novembre 2018 14:20

Pediatria oncologica, ritorna la pet therapy

(Rimini) Stamattina si è tenuto l’appuntamento più atteso dai pazienti e staff dell’Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini: Giotto ed Eddie, cuccioli della Dog Galaxy, sono tornati in corsia per giocare coi loro piccoli amici, aiutandoli ad affrontare le terapie con meno stress. Il percorso di pet therapy avrà cadenza settimanale grazie al successo dell’iniziativa #NoveColli4Children, che ha visto il comitato organizzatore della Granfondo più antica del mondo donare 10.000 euro allo IOR, poi raddoppiati grazie al contributo di Sportful. In questo modo i ragazzi dell’Oncoematologia Pediatrica hanno potuto riabbracciare i loro “medici” preferiti: quelli a quattro zampe.
«Attraverso il contatto con il cucciolo il paziente può rilassarsi e distogliere l’attenzione dalle terapie, affrontando meglio i suoi aspetti più dolorosi – afferma la dott.ssa Samanta Nucci, psiconcologa IOR in servizio presso l’Ospedale Infermi –. Inoltre la pet therapy aiuta a sviluppare un approccio più partecipativo e collaborativo nei confronti dei trattamenti, che così risultano più efficaci. La risposta è stata tale che uno dei nostri pazienti ha addirittura protestato quando l’abbiamo dimesso per tornare a casa: sapendo che i suoi amici a quattro zampe torneranno presto in reparto non voleva assolutamente mancare.»
Le operatrici della Dog Galaxy Ramona e Chiara hanno mostrato ai ragazzi i tricks che i cuccioli della pet therapy sono in grado di fare, invitando anche i pazienti a partecipare ad alcuni di questi simpatici esercizi: era inoltre presente Alice Pasini, veterinaria con abilitazione IAA (interventi assistiti con animali) deputata non solo ad assicurare il rispetto delle norme igienico-sanitarie, ma anche a valutare eventuali segnali di stress dei cani, per garantire la massima sicurezza. «L’idoneità dei quattro cuccioli che parteciperanno al progetto, già riconosciuta a monte, viene tenuta costantemente monitorata nel corso degli interventi – spiega la veterinaria – gli incontri prevedono momenti referenziali, in cui si prende l’animale come soggetto dell’attenzione senza effettivamente coinvolgerlo fisicamente; momenti osservativi nei quali l’animale è presente ma non si ha ancora un’interazione diretta con esso; e momenti di relazione diretta tra bambino e cane.»
Sono una cinquantina i bimbi e adolescenti in carico al servizio, e circa 30 i nuovi casi che si presentano ogni anno a quello che è il reparto di riferimento per i problemi oncologici pediatrici in Romagna. Il progetto di pet therapy è solo l’ultimo di una serie di iniziative che lo IOR ha realizzato a favore dell’Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini: pochi giorni fa è stato infatti celebrato il successo della campagna di raccolta fondi “Schiacciamo il Cancro!”, in collaborazione con la trasmissione di Teleromagna “Panorama Basket” e con le squadre di pallacanestro del territorio, che ha portato all’acquisto di una strumentazione fondamentale affinché il percorso di cura possa procedere nella maniera meno dolorosa e stressante possibile. Si tratta dell’Ecuvein VIVO 500S, macchinario che aiuterà il personale sanitario a distinguere le vene per effettuare prelievi più precisi e, in alcuni casi, evitare l’intervento chirurgico in anestesia generale per il posizionamento di un catetere venoso centrale.

(Rimini) E’ una parte sconosciuta della storia della città quella che, giorno dopo giorno, sta emergendo dalle indagini archeologiche per la valorizzazione di Porta Galliana, punto privilegiato di passaggio dalla Rimini malatestiana alla marina, per secoli interrata fino a quasi la sua sommità. Quello che emerge dalle ricerche nell'area antistante la porta medievale coordinate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, volute dal Comune di Rimini ed eseguite grazie ad HERA SPA che si avvale della ditta specializzata adArte di Rimini, sono rinvenimenti così significativi di consentire di trovare risposte all'organizzazione di questo bastione difensivo strategico della città medioevale.
Dagli scavi eseguiti dagli archeologi di adArte sono emersi infatti i resti del cosiddetto "ponte morto" nonché i muri di contenimento del fossato. Il "ponte morto" è infatti una struttura difensiva di grande importanza che si protrae all'interno del fossato per portarsi, a partire dal muro di contenimento verso l'ingresso dell'avancorpo della porta che veniva raggiunto con un altro ponte in legno mobile funzionante come un vero e proprio ponte levatoio. Si tratta di strutture difensive di grande interesse e valore storico perché permettono di comprendere appieno non solo il funzionamento dei sistemi difensivi dell'area in epoca malatestiana, ma anche di restituire agli storici e ai progettisti le linee guida su cui incardinare il futuro intervento di riqualificazione e valorizzazione dell'area che farà seguito alle indagini. Sarà infatti proprio sulla base di ciò che sta emergendo dall'intervento in questa fase che sarà sviluppato il progetto esecutivo per la valorizzazione di tutta l'area della porta tre – quattrocentesca, parte dell'intervento più generale di valorizzazione dell'intera area del bacino del ponte di Tiberio di cui costituisce il 5° stralcio.

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