Ausa, finiti i lavori alla vasca di laminazione
(Rimini) Si sono conclusi nelle scorse settimane i lavori per la realizzazione dell'invaso di laminazione nel tratto dismesso del torrente Ausa, un intervento originariamente inserito nel piano particolareggiato Porta Sud come opera di urbanizzazione che il Comune di Rimini, constatata l'inadempienza del soggetto privato, ha realizzato direttamente escutendo la polizza fideiussoria di 325.000 euro.
Ora, conclusi i lavori di realizzazione e superati con esito favorevole i collaudi statici e tecnico amministrativi, l'opera è in fase di consegna alla società Hera, che in qualità di gestore la prenderà in carico, così come definito nel corso dell'incontro avvenuto non più tardi di alcuni giorni fa tra i tecnici.
Come si ricorderà l' intervento riguarda il torrente Ausa, nel tratto si trova compreso tra l'Autostrada A14 e la SS 16 Adriatica nel suo punto di intersezione con la SS 72 Rimini - S. Marino, un tratto di torrente da tempo dismesso a seguito della realizzazione del deviatore Ausa e attualmente utilizzato come recapito di collettori fognari minori e scoline agricole.
L'intervento realizzato consentirà ora di riutilizzare di quel tratto di torrente come invaso naturale per la laminazione delle portate di pioggia e, allo stesso tempo, migliorare e riqualificare ambientalmente l'area.
In particolare l'intervento è consistito nella pulizia e risagomatura del fondo alveo per una lunghezza di circa 580 m. raggiungendo così una capacità invasabile pari a 11400 mc.. Nei tratti più degradati del canale Ausa, poi, si è proceduto al consolidamento delle scarpate mediante tecniche di ingegneria naturalistica, mentre in corrispondenza della sezione terminale è stata realizzata una briglia di contenimento delle acque per garantire l'accumulo dell'acqua nel bacino. A quota di scorrimento delle acque è stata realizzata una bocca tarata regolata da una valvola a ghigliottina dotata di attuatore meccanico, in grado di mantenere la portata in uscita non superiore al valore massimo prefissato e consentire così all'Ente gestore di regolarla in funzione delle esigenze idrauliche che si manifesteranno
12 marzo
Casa, nomadi ‘regolari’ | Vaccini, cento bambini irregolari | Recupero per San Francesco
Gas alle stelle, Sensoli: servono investimenti su rinnovabili
(Rimini) ”Il caso delle bollette del gas stellari arrivate a tantissimi cittadini di Rimini in questi giorni dimostra come sia di fondamentale importanza spingere maggiormente sulla diffusione delle energie rinnovabili affinché la transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili sia la più breve possibile". È la richiesta avanzata da Raffaella Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, all'interno di una risoluzione che verrà discussa nelle prossime sedute dell'Assemblea Legislativa. Il documento prende spunto dalla protesta che in questi giorni si sta verificando a Rimini, dove un gruppo molto numeroso di cittadini ha ricevuto delle bollette del gas dalla società Sgr con cifre astronomiche. "Secondo la relazione annuale 2018 di Arera, l'Autorità di regolazione Per L'energia Reti e Ambiente), nel 2017 i prezzi del gas naturale per i consumatori domestici italiani, comprensivi di oneri e imposte, si confermano sensibilmente più alti della media dei prezzi dell'Area Euro – spiega Raffaella Sensoli – Guardando al confronto con i principali Paesi europei, il prezzo italiano per la classe di consumo più bassa si conferma inferiore solo a quello francese. Nella seconda classe invece, la più rilevante in termini di consumi per il nostro Paese, l'Italia presenta il prezzo più elevato con poco più di 83 centesimi al metrocubo. L'aumento esagerato in pochi anni del costo del gas metano, di cui il caso di Rimini ne è l'ultima conferma, fa chiaramente capire quanto sia necessario spingere maggiormente sulle energie rinnovabili affinché la transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili sia il più breve possibile". Ecco perché nella sua risoluzione Raffaella Sensoli chiede alla Regione di invertire questa tendenza. "A Porto Torres, in provincia di Sassari, è stata sperimentata per la prima volta e con successo, un'iniziativa, denominata "Reddito energetico regionale", che mette insieme lo sviluppo delle energie rinnovabili e una misura di contrasto alla povertà. L'iniziativa consiste in interventi per l'acquisto e la messa a disposizione, da parte della Regione, di impianti fotovoltaici sulle coperture delle case dei cittadini dando la possibilità ai beneficiari di utilizzare gli impianti in comodato d'uso. Anche per il gas da riscaldamento sarebbe opportuno attuare analoghe azioni, come l'acquisto e la messa a disposizione, da parte della Regione, di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, come pannelli solari, pompe di calore, sui tetti dei cittadini dando la possibilità ai beneficiari di utilizzare gli impianti in comodato d'uso. In questo modo – conclude Raffaella Sensoli si potrebbe aiutare le persone in difficoltà economica, accelerare il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, e diffondere la cultura delle energie rinnovabili sul territorio regionale".
Maxi canoni demaniali, risoluzione Pd per sollecitare il governo
(Rimini) “C’è un problema, serio, che si trascina da tempo e sta aggravando la crisi di un settore come quello della nautica da di porto, già sofferente. È la questione dei canoni demaniali per i porti turistici, quadruplicati dopo la finanziaria del 2007. E c’è sul tavolo, dall’autunno scorso, una soluzione di buon senso e valida, proposta da Anci e frutto di un lavoro articolato e approfondito, che attende solo di essere presa in esame dall’esecutivo. C’è un problema e c’è una soluzione, circostanza più unica che rara: il governo non perda altri mesi preziosi”. La consigliera riminese del Pd Nadia Rossi ha depositato una risoluzione per invitare la Regione a sollecitare in ogni sede una soluzione legislativa rispetto ai maxi aumenti dei canoni demaniali per le darsene turistiche, questione che risale alla finanziaria del 2007 e che si è trascinata fino alle aule della giustizia amministrativa. “Cito l’esempio della marineria di Rimini, divenuto un caso nazionale – spiega la consigliera – con un canone che è balzato da 80 a 340 mila euro l’anno. Questi aumenti sproporzionati hanno generato una situazione di grave sofferenza finanziaria in capo ai 25 concessionari di porti turistici in Italia che impegnano oltre duemila addetti”.
“Anci in autunno aveva inviato al ministro Centinaio, che ha anche la spesso dimenticata delega al turismo, una nota sottoscritta dal presidente De Caro e dal sindaco Andrea Gnassi, in qualità di delegato Anci al demanio marittimo. Conteneva un’idea risolutiva equilibrata e di buon senso”. Si trattava di una proposta di emendamento alla legge di bilancio per il 2019 che suggeriva di sottrarre dall’applicazione dei canoni introdotti a partire dal 2007 le darsene che avevano ottenuto la concessione prima dell’entrata in vigore di quella finanziaria. Un emendamento che è rimasto nel cassetto, “con una conseguente situazione di stallo da parte del legislatore che potrebbe portare a breve al fallimento delle imprese e al probabile abbandono dei porti turistici. Un colpo durissimo per infrastrutture che devono essere considerate come strategiche in un Paese che può e deve puntare sulla blue economy come motore di sviluppo e occupazione”. A questo si aggiunge il complesso quadro giuridico che si sta delineando, “nel quale è intervenuta anche la Corte Costituzionale senza tuttavia riuscire a risolvere la problematica, con una situazione disomogenea tra le varie realtà: per il porto turistico di Rimini ad esempio il Consiglio di Stato ha confermato in via definitiva la legittimità del calcolo del canone effettuato dal Comune, mentre in altri contesti alcuni TAR regionali (Toscana, Molise e Sardegna) hanno imposto a Comuni o Regioni di ricalcolare i canoni”.
“Il viceministro Rixi ha recentemente affermato che il governo è al lavoro per approfondire la questione. – rimarca la consigliera Rossi – Una soluzione c’è già e non è estemporanea ma è frutto di un’attività articolata portata avanti da Anci, col Comune di Rimini in testa, in stretta sinergia coi privati. Si parta da questa iniziativa dei Comuni per arrivare a breve ad una soluzione definitiva”.
Plastica in mare, a Riccione arriva il cestino aspiratore
(Rimini) Sarà un investimento a costo zero per il comune di Riccione e operativo a primavera. Con il dispositivo Seabin, dispositivo mangia plastica che verrà collocato al porto e immerso nell'acqua, sarà possibile recuperare oltre 500 kg di rifiuti plastici galleggianti all'anno, comprese le microplastiche di diametro fino a 2 mm. L'amministrazione ha approvato lo schema di contratto di collaborazione, mediante comodato gratuito, con "Lifegate Consulting and Media spa" per avviare il progetto denominato " Lifegate Plasticless" e l'obiettivo di contribuire alla pulizia delle acque del porto.
Il Seabin è dotato di una pompa che aspira e butta fuori acqua, creando un effetto di decompressione all'entrata del cestello, può lavorare 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 e raccogliere anche microplastiche e microfibre invisibili all'occhio umano, senza intralciare le attività portuali.
"Abbiamo aderito a questo progetto - afferma l'assessore al demanio Andrea Dionigi Palazzi – per la sua connotazione ambientale legato ai temi della sostenibilità, del contrasto all'inquinamento e della sensibilizzazione a stili di vita improntati sul rispetto della qualità dell'acqua e dell'aria. Un'azione che stiamo portando avanti su più fronti. Educare al rispetto del mare è una strada condivisa con le associazioni legate al mondo della nautica in ogni sua sfaccettatura. Interesseremo anche le scuole, già coinvolte nelle scorse settimane ad iniziative legate all'apprendimento della storia e delle tradizioni marinare, con progetti specifici che hanno coinvolto pescatori, operatori delle associazioni e la stessa pescheria portuale".
Vaccini, da domani a scuola solo con la certificazione: 28 i bimbi non in regola
(Rimini) Niente più proroghe. Da domani, i genitori che non hanno presentato alle scuole la certificazione originale sulle vaccinazioni dei figli, vanno incontro alle sanzioni previste dalla legge Lorenzin, che arrivano fino all'esclusione da scuola per i nidi e quelle dell’infanzia. Da domani mattina, per chi non si presenterà a scuola con il certificato richiesto, verrà dunque applicato quanto previsto dalla legge. Questo significa che nei nidi e nelle scuole dell'infanzia i bambini sprovvisti di certificato non potranno entrare. "Con oggi – è il commento di Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – scade l'ultimo termine previsto dalla legge Lorenzin per l'adempimento dell'obbligo vaccinale. Un iter ancora oggi troppo incerto e messo continuamente in discussione da chi, a livello nazionale, dovrebbe invece garantirne l'applicazione. A Rimini la strada è segnata, come dimostrano i dati, che segnalano un progressivo recupero nella copertura vaccinale della popolazione. Partivamo con numeri a tre cifre e, a 24 ore dalla chiusura dei termini, siamo riusciti a recuperarne i due terzi. Questo significa che c'è ancora tanto da fare ma, soprattutto, che la strada intrapresa è quella giusta. Come già annunciato, e previsto dalla legge, segnaleremo questi casi ad Ausl e Procura. Continueremo come prima con la nostra azione che, da una parte porterà avanti le azioni amministrative di controllo e verifica e, dall'altra, promuoverà la sensibilizzazione culturale e scientifica delle famiglie".
All'inizio dell'anno scolastico erano un centinaio i bimbi non in regola iscritti agli asili e alle scuole di infanzia del Comune di Rimini. Sfruttando le diverse scadenze e modalità per assolvere l'obbligo, la maggior parte di questi cento hanno assolto all'obbligo vaccinale, rimanendo, alla data di ieri, solamente 28 quelli ancora non in regola. Nello specifico si tratta di 23 iscritti non in regola alle scuole di infanzia (su 1.200 iscritti) e 5 ai nidi (su un totale di 490 iscritti). Da domani, i genitori che non hanno presentato alle scuole la certificazione originale sulle vaccinazioni dei figli vanno incontro alle sanzioni previste dalla legge Lorenzin. Il Comune di Rimini ha già preparato una lettera in cui si informa che, visto che l'inizio dell'iter vaccinale costituisce requisito per continuare a frequentare, fino alla fine dell'anno scolastico o del calendario annuale, i servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia, si è provvederà a segnalare (da domani mattina) all'ASL competente e che a far data dal ricevimento della presente il minore non potrà più frequentare la scuola/il nido d'infanzia. Gli alunni per i quali non è stata presenta la documentazione richiesta dalla legge, non potranno dunque più frequentare nidi e scuole dell'infanzia, mentre i genitori saranno segnalati all'Ausl e alla Procura.
Hotel confiscato, al via bando per una nuova gestione
(Rimini) Il Comune comune di Riccione vuole verificare l’opportunità di assegnare in concessione l’ex hotel Smart di viale Nazario Sauro, sequestrato e confiscato alla mafia per destinarlo a struttura alberghiera. Il bene, dopo il via libera dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, è rientrato nel patrimonio indisponibile del Comune di Riccione.
L’affidamento avverrà tramite la procedura della manifestazione di interesse. La gestione, i cui proventi saranno destinati esclusivamente a fini sociali, avrà la durata di 30 anni. I costi manutentivi, oggetto della riqualificazione dell’immobile, saranno a carico dell’aggiudicatario e saranno detraibili dal canone di locazione. Il relativo avviso pubblico è stato pubblicato sul sito internet del Comune di Riccione nella sezione Bandi e Gare, con data di scadenza 9 aprile, per gli interessati che volessero presentare la propria proposta a partecipare alla procedura di manifestazione.
Per l’amministrazione “l’ex hotel Smart si trova in un’area ad alta vocazione turistica, il suo riutilizzo come albergo rappresenta la via più idonea per reimpiegare lo stabile a fini turistici, con il punto fermo di reinvestire da parte del Comune il canone di locazione per promuovere politiche dalle ricadute positive a fini sociali”.
11 marzo
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Aumento Irpef, i sindacati: non siamo il bancomat del sindaco
(Rimini) Cgil, Cisl e Uil dicono “no” all’aumento dell’addizionale Iipef che il Comune di Rimini vorrebbe introdurre colpendo soprattutto lavoratori e pensionati. “Il sindaco di Rimini e la sua giunta hanno deciso di mettere mano al portafoglio dei lavoratori e dei pensionati riminesi per fare cassa, ufficialmente per consentire la riqualificazione di Rimini Nord, perché, dice l’assessore Brasini, non c’è certezza sul finanziamento del bando periferie”, intervengono i sindacati.
Queste sono le cifre: attualmente l’incasso tramite Irpef è di 4 milioni e 300 mila, la maggiorazione dovrebbe portare a circa 9 milioni, per finanziare il bando periferie occorrono 18 milioni. Da aggiungere che non solo verrebbe aumentata l’aliquota, ma pagherebbero l’addizionale Irpef anche alcune fasce che finora non pagavano. Il tetto degli esenti infatti dovrebbe essere portato da 17 mila a 10mila euro aumentando così di 16.000 la platea dei contribuenti (prima esenti).
“Ancora una volta chi governa sceglie la via più facile rastrellando risorse da lavoratori e pensionati, coloro che coprono il 74% del gettito Irpef dei contribuenti a livello comunale e che come organizzazioni sindacali noi rappresentiamo. Ed è anche in ragione di ciò che faremo di tutto per non permettere che l’addizionale Irpef venga aumentata”, spiegano Cgil, Cisl e Uil.
“Crediamo che ci siano tante e valide ragioni per dire al Sindaco e alla sua Giunta che l’aumento dell’addizionale comunale non è la strada da percorrere e se il confronto in sede di Bilancio preventivo fosse stato realmente praticato avremmo avuto modo di presentare le nostre proposte, anche sul finanziamento del bando periferie. La necessità di intervenire con una correzione di Bilancio dimostra l’incapacità di programmare e prevenire le eventuali difficoltà finanziarie. Non tolleriamo mancanza di equità e di buon governo da parte dell’Amministrazione Comunale né tantomeno che a farne le spese siano, come al solito, lavoratori e pensionati”.
Ora, “questo confronto sul Bilancio noi continuiamo a richiederlo, anzi a pretenderlo, a partire dalla prossima riunione della Commissione Consiliare di Bilancio. Nel contempo renderemo pubbliche entro breve le iniziative che stiamo decidendo di intraprendere per protestare contro l’impostazione profondamente sbagliata e intollerabile che il Comune intende perseguire per il reperimento di risorse”.