Scm e Niew vincono il Reddot award
(Rimini) Scm Group e NiEW, società di business design e customer experience specializzata nell’ambito industriale, ottengono un importante riconoscimento per l’industria e il design italiano: il progetto di interfaccia uomo-macchina Maestro Active si è aggiudicato il premio RedDot Award nella categoria Brands & Communication Design 2019. La giuria di questo prestigioso concorso mondiale, alla sua 65esima edizione, ha riconosciuto l’alto livello di design, innovazione e creatività del prodotto “made in Italy” a seguito della scrupolosa valutazione di oltre 8.000 progetti internazionali candidati nelle diverse categorie.
Maestro Active, che si era già aggiudicato nel febbraio 2019 un altro riconoscimento di spicco per l’industria ed il design mondiale, una menzione speciale al German Design Award, è la realizzazione da parte di NiEW di un concept del sistema operativo corporate in grado di essere declinato su tutte le linee di prodotto e i dispositivi Scm Group, in chiave Industria 4.0 e Industrial IoT. L’obiettivo è, infatti, quello di creare un’unica interfaccia trasversale a tutte le tecnologie del Gruppo, che oltre a rispondere ai più innovativi requisiti del design IT contemporaneo, consenta a qualsiasi operatore, indipendentemente dalla lingua, dal background culturale e dall’esperienza professionale, un approccio diretto e confidente con macchine anche molto diverse tra loro. L’interfaccia si adatta alle caratteristiche dell’utente in termini di lingua, computer literacy e complessità di informazioni, fornendo anche suggerimenti per un efficace utilizzo della macchina.
“La vittoria del progetto di visual e interaction design Maestro Active - è il commento di Federico Ratti, Innovation Director di Scm Group - è la dimostrazione di quanto questo sistema sia in grado di rispondere alle esigenze di user experience provenienti dalle aziende clienti del nostro Gruppo, operanti in tutto il mondo in vari settori merceologici: dall’industria del mobile all’edilizia, dall’automotive all’aerospaziale, dalla nautica alla lavorazione di materie plastiche. L’obiettivo è quello di dotare le nostre tecnologie di ultima generazione di sistemi digitali esclusivi, capaci di rendere sempre più efficiente, agevole e gradevole l’utilizzo della macchina, garantendo un know-how di alto livello”.
“Siamo molto orgogliosi del risultato ottenuto con la partnership di lungo periodo creata con Scm Group; il redesign di un sistema così complesso e così importante per la competitività di una azienda è raggiungibile soltanto con una reale sinergia tra le competenze multidisciplinari dei ricercatori, progettisti ed esperti di business di NiEW e il patrimonio di esperienze tecnologiche e di leadership del mercato di Scm Group”, ha dichiarato Daniele De Cia, Founder e Presidente di NiEW srl.
La cerimonia di premiazione dei Red Dot Awards 2019 si è tenuta il primo novembre durante una serata di gala alla Konzerthaus di Berlino di fronte ad una platea di circa 1400 ospiti internazionali. I progetti premiati saranno descritti nel International Yearbook Brands & Communication Design 2019/2020 che sarà in vendita in tutto il mondo a partire dal 14 Novembre.
31 ottobre
Il lungomare più bello | Dehor, soprintendenza in retromarcia | Fellini100, la grande mostra
Multe ai commercianti: saranno precedute da diffida amministrativa
(Rimini) Via libera unanime (20 voti favorevoli, 3 astensioni e nessun voto contrario) all'introduzione della diffida amministrativa, uno strumento che "ha come obiettivo quello di avvicinare istituzioni ed imprese – ha spiegato l'assessore alle attività economiche Jamil Sadegholvaad illustrando la delibera al Consiglio Comunale – in una logica di rapporto sempre più collaborativo tra Comune e singoli imprenditori". La nuova disciplina infatti prevede che, nel caso la Polizia Locale ravvisi determinate violazioni a carico di commercianti, esercenti o artigiani, non si applichi subito con la sanzione amministrativa ma si proceda con una diffida, dando un lasso di tempo ben definito e limitato (diverso a seconda delle diverse casistiche individuate) per sanare le irregolarità. "Usando una metafora calcistica, possiamo dire che si tratta di una sorta di cartellino giallo – prosegue l'assessore – con l'obbligo per il titolare dell'attività di regolarizzarsi nei tempi prestabiliti. Il punto fondamentale del dispositivo sta proprio nella sanabilità della violazione: la diffida infatti si applica laddove è possibile ripristinare a breve le condizioni previste dalla legge".
I settori in cui la diffida amministrativa è applicabile sono il commercio, l'attività di somministrazione di alimenti e bevande, l'esercizio di attività di artigianato a contatto con il pubblico e riguarda una casistica ben definita di violazioni. "Se la Polizia Locale, ad esempio, accerta che un commerciante non espone l'orario di apertura dell'attività, obbligo previsto dalla legge, non scatterà subito la sanzione di 1.032 euro come previsto finora, ma sarà diffidato a regolarizzi nell'arco di 24 ore - spiega l'assessore - Questo vale anche per l'assenza dell'indicazione dei prezzi di vendita della merce oppure per l'assenza del prezzo di vendita per unità di misura; in questo caso avranno tre giorni di tempo per regolarizzarsi".
Oltre ad essere uno strumento di semplificazione e di aiuto concreto per le piccole imprese, la diffida amministrativa andrà a garantire maggiormente i consumatori sull'effettivo adeguamento alle regole da parte degli esercenti. Si ricorda infatti che la diffida è valida una sola volta per lo stesso tipo di irregolarità, non si applica in caso di attività svolta senza autorizzazione, licenza, concessione. L'autore della violazione non può essere diffidato nuovamente per un comportamento già oggetto di diffida nei cinque anni precedenti. La diffida amministrativa infine non si applica per le violazioni legate alla somministrazione e alla vendita di alcol e alle irregolarità in materia di giochi in denaro.
Piattaforme marine, tassazione vale 450mila euro per Rimini
(Rimini) Per il momento sembra essersi conclusa positivamente la battaglia fatta dai Comuni contro l'approvazione della norma prevista all'interno del Decreto Fiscale, “che così come inizialmente formulata avrebbe portato ad una riduzione enorme e non accettabile della tassazione sulle piattaforme marine”, sottolinea l’amministrazione comunale riminese. “L'art. 38 del Decreto Fiscale appena pubblicato istituisce, a decorrere dal 2020, una nuova imposta immobiliare sulle piattaforme marine (denominata IMPi) in sostituzione di ogni altra imposizione immobiliare locale ordinaria sugli stessi manufatti. Il nuovo tributo dovrà essere versato sulla base dei valori contabili, in maniera del tutto analoga a quanto doveva accadere con la precedente IMU e senza la riduzione, prevista nelle prime bozze del decreto, che avrebbe portato all'abbattimento dell'80% della base imponibile”.
Ai comuni “spetteranno le attività di accertamento e riscossione, ma non avranno possibilità di manovra sull'imposta, che dovrà essere obbligatoriamente calcolata ad aliquota 10,6 per mille, con lo Stato che si riserva oltre il 70% del gettito conseguente (pari all'aliquota del 7,6%), lasciando ai comuni la quota fissa del 3 per mille”.
Per il primo anno di applicazione, inoltre, “sarà lo Stato a ricevere l'intero pagamento entro il 16 dicembre 2020 e solo dopo provvederà all'attribuzione del gettito di spettanza di ciascun comune. Prima, però, un apposito decreto del ministero dell'economia e delle finanze dovrà individuare gli enti locali ai quali fanno capo le piattaforme stesse, superando in questo modo il problema della mancanza di confini comunali in mare certi a cui fare riferimento”.
Si parla di un'entrata “che non si concretizzerà prima della fine del 2020, ma fino ad allora i comuni non potranno di certo abbassare la guardia in sede parlamentare su questa partita. Per il Comune di Rimini la partita può valere, in futuro, fino a 450.000 mila euro all'anno. Ci si augura ora di poter ottenere maggiore tutela anche in sede di contenzioso: visto che l'IMPi nasce in sostituzione di ogni altra imposizione immobiliare, giustifica a maggior ragione la pretesa finora avuta dall'Ente nei confronti del concessionario ENI S.p.A., titolare delle piattaforme antistanti la costa riminese."
Anniversario Fellini: giunta straordinaria per progetto esecutivo museo
(Rimini) 31 ottobre 1993: il mondo perdeva Federico Fellini, uno dei più grandi Maestri del cinema. Un anniversario che quest'anno è circondato da un'atmosfera particolare, perché segna l'approssimarsi delle celebrazioni per il centenario della nascita del regista riminese, che ricorre il 20 gennaio 2020. Un anno interamente dedicato a Fellini contrassegnato in particolare dall'apertura del Museo internazionale dedicato alla sua opera: proprio domani, 31 ottobre, la Giunta comunale si riunirà in una seduta straordinaria per dare il via libera al progetto esecutivo, ultimo atto dell'iter di progettazione dell'intervento che si sviluppa tra Castel Sismondo, piazza Malatesta e cinema Fulgor.
A precedere l'apertura del Museo, prevista per la fine del 2020, sarà un altro importante appuntamento, la mostra itinerante "Fellini 100 e La dolce vita exhibition", che sarà allestita a Castel Sismondo con inaugurazione il 14 dicembre. La mostra rappresenta una sorta di anticipazione, attraverso un sistema di "messe in scena" come set cinematografici, del progetto del Museo.
L'esposizione ruota attorno a tre nuclei di contenuti: il primo racconta la Storia d'Italia a partire dagli anni Venti-Trenta per passare poi al dopoguerra, per finire agli agli anni Ottanta attraverso l'immaginario dei film di Fellini. Il secondo nucleo è dedicato al racconto dei compagni di viaggio del regista, reali, immaginari, collaboratori e no. Infine il terzo nucleo sarà dedicato alla presentazione del progetto permanente del Museo Internazionale Federico Fellini. Dopo l'allestimento riminese, la mostra comincerà il suo viaggio fermandosi a Roma in aprile fino a giugno 2020, per poi varcare i confini nazionali con esposizioni a Mosca e Berlino. Grazie a "Fellini 100 e La dolce vita exhibition" sarà possibile riportare alla luce tanto materiale inedito acquisito dall'Amministrazione Comunale e capace di fotografare l'immaginario e il percorso creativo felliniano. Una sezione sarà ad esempio dedicata al materiale del Fondo Nino Rota, che contiene materiale legato ai 15 film che hanno visto la collaborazione tra il celebre compositore e Fellini, da Lo sceicco bianco del 1952 a Prova d'orchestra del 1978. In particolare saranno esposti per la prima volta una serie di taccuini originali, sui quali lo storico collaboratore di Fellini appuntava le indicazioni del Maestro rispetto alla musica che avrebbe dovuto accompagnare ed esaltare le sue scelte registiche. Un primo sviluppo della colonna sonora che poi veniva rivista e aggiornata dallo stesso Rota dopo la visione del primo girato della pellicola. Saranno quindi esposti alcuni taccuini, tra cui quelli legati a La Dolce Vita, Otto e 1/2, Le notti di Cabiria.
Il Fondo Nino Rota è solo un esempio del materiale inedito o poco noto custodito nell'archivio comunale e che potrà essere valorizzato nei prossimi mesi come la primissima sceneggiatura di quello che poi sarebbe diventato Amarcord, in una prima stesura intitolato "Il borgo" o ancora la sceneggiatura di Otto e mezzo di proprietà di Lina Wertmuller, che del film fu assistente alla regia.
Nel giorno dell'anniversario della scomparsa del maestro, appuntamento in Cineteca con la rassegna "I film che ho ispirato", ciclo di pellicole che indaga l'eredità lasciata da Fellini nel cinema contemporaneo. Dopo il doppio appuntamento di lunedì scorso con la proiezione de "La nave va" e gli incontri con Paolo Fabbri ed Ermanno Cavazzoni, l'omaggio a Fellini prosegue con la proiezione de La grande bellezza di Paolo Sorrentino (italia, 2013), regista che in questo film si manifesta esplicito continuatore del modello felliniano. "Grazie a chi mi ha ispirato – disse il regista ricevendo il premio Oscar nel 2014 per il miglior film in lingua straniera - Federico Fellini, i Talking Heads, Martin Scorsese e Diego Armando Maradona".
I corridori di Sanpa alla maratona di New York
(Rimini) A New York per tagliare il traguardo della maratona e tornare ad affrontare la vita a viso aperto. E’ con questo spirito che il San Patrignano Running Team prenderà parte anche quest’anno alla Maratona di New York. Domenica 3 novembre saranno dieci gli atleti della squadra della comunità di recupero che grazie agli sponsor Kappa e Cimberio, parteciperanno alla maratona più famosa del mondo per dimostrare che insieme, con disciplina e impegno, è possibile raggiungere qualsiasi obiettivo.
Non a caso il progetto si chiama “Oltre il traguardo”, a simboleggiare quanto questa partecipazione vada ben aldilà della semplice volontà di partecipare e portare a termine la gara. La corsa è una fedele metafora della Comunità, dove il percorso è fatto di tanta fatica e momenti di difficoltà, ma anche di molte soddisfazioni come il superamento dei propri limiti. Una sfida entusiasmante ma complessa perché i ragazzi di San Patrignano, dopo un passato di droga ed emarginazione, si affacciano ad una competizione sportiva unica nel suo genere. Sono circa una trentina quelli che fanno parte della squadra, ma solo parte di loro, dopo mesi di allenamento, ogni anno arriva a New York.
Con i dieci ragazzi di quest’anno, salgono a 63 le persone della comunità portate negli Stati Uniti attraverso questo progetto. “Si tratta di un importante progetto di raccolta fondi, che ci permette da un lato di trovare un determinante sostegno alle attività della comunità e dall’altro di dare una incredibile opportunità ai nostri ragazzi - spiega Virgilio Albertini, responsabile del San Patrignano Running Team che accompagnerà il gruppo nella Grande Mela – Pensare che ragazzi entrati in comunità senza alcuna fiducia nella vita, oggi abbiano la voglia e la forza di affrontare una gara tanto impegnativa è per noi già una vittoria. Poco ci importa dei tempi che riusciranno a fare, nonostante sin qui siano sempre riusciti tutti a portarla a termine. Un risultato che è frutto anche dei tanti allenamenti curati dal nostro allenatore Enrico Benedetti e della partnership tecnica con il team Rosa Associati che per primo credette in questo progetto”.
Cattolica, Badioli (Confcommercio): nuovo lungomare opportunità di crescita
(Rimini) Arrivano a Cattolica grazie al bando lanciato da regione Emilia Romagna 3 milioni e 300 mila euro per la costruzione del nuovo lungomare. “Un nuovo waterfront che da levante legherà tutto il litorale cittadino, in un una nuova dimensione urbanistica, fino al porto pescherecci e marina nuova. Un progetto verde, che mette insieme sabbia, legno, sostenibilità, qualità della vita di cittadini e turisti. Un'iniziativa in grado di rilanciare la destinazione Cattolica a livello italiano e internazionale, promossa da Regione e amministrazioni locali. Un lungomare che farà parte dei 100 km del litorale più bello del mondo", ha sostenuto il presidente della regione Stefano Bonaccini, durante la presentazione del progetto, svoltasi oggi a Rimini. “Compito di associazioni di categoria, imprenditori, albergatori, bagnini di Cattolica è raccogliere questa sfida, anche e soprattutto, sul piano dell'innovazione e della creazione di un prodotto turistico competitivo. Dobbiamo fare un passo indietro rispetto agli interessi particolari di ognuno di noi, per farlo fare in avanti alla città e a cittadini e turisti. L'obiettivo di ognuno di noi deve essere fare cose nuove e mai viste in passato. Creare una nuova offerta a che riesca ad attirare a Cattolica un turismo di qualità e sempre più numeroso. Confcommercio Cattolica è pronta ad affrontare la sfida, raccogliendo l'invito di Regione, sindaco Mariano Gennari e amministrazione comunale", commenta il presidente di Confcommercio Cattolica, Giacomo Badioli.
30 ottobre
Meningite, ricoverata studentessa | Scout speed, strage di multe | Valmarexit
Dehors, Gnassi scrive a soprintendenza: non si blocchi sviluppo
(Rimini) Dehors, sulla stretta della soprintendenza il sindaco di Rimini ha inviato oggi una lettera all’architetto Vincenzo Napoli. Tre anni fa, infatti, il comune di Rimini ha approvato un regolamento che ora la soprintendenza vorrebbe superare, eppure ricorda Gnassi nella sua lettera, “il lavoro di redazione del Regolamento è stato effettuato in stretta collaborazione con la Soprintendenza e ha tenuto conto, in primis, delle esigenze della tutela e valorizzazione del centro storico con la consapevolezza che la riappropriazione della città da parte dei cittadini e dei turisti non poteva prescindere dalla fruizione e dalla vitalità degli spazi urbani”.
L'Amministrazione Comunale, spiega Gnassi, “ha connotato i propri anni di mandato per la propria massima tensione al superamento dell'immagine di una città fratturata e frazionata, una tensione che ha posto tra i suoi obiettivi strategici fondamentali, intraprendendo un impegnativo e ambizioso percorso di recupero e valorizzazione della propria identità storica, culturale e architettonica. Il tema della tutela e della riqualificazione del patrimonio architettonico, artistico e della rigenerazione delle infrastrutture culturali si inserisce prepotentemente nel cuore questa nuova visione urbana, incentrando la propria attenzione su quelli che sono i veri e propri “motori culturali” che hanno lo scopo precipuo di offrire una nuova visione e un utilizzo del centro storico, sia in termini di identificazione e fruibilità per i cittadini, che di attrazione storico/turistica”.
“La vera sfida culturale della Città di Rimini è dunque questa: gestire, organizzare e mettere in rete un inedito, consistente patrimonio di luoghi riqualificati e rigenerati, potenzialmente in grado di attrarre in città centinaia di migliaia di nuovi viaggiatori. E, contemporaneamente, ridisegnare la 'skyline' dell'identità collettiva, restituendo alla comunità spazi culturali mai usufruiti da intere generazioni e dunque occasioni di fare e produrre cultura sia direttamente che in maniera indotta”.
“Questo incessante lavoro di cucitura è strategico e strutturale, legato a doppio filo con la pianificazione dello sviluppo della città, che mira a sostituire i “motori immobiliari” con una rete di importanza internazionale di “contenitori culturali”. L'integrazione strutturata tra proposte culturali e turistiche è diventata, dunque, un driver di lavoro da cui Rimini non può e non vorrà più prescindere. In questa fase strategica di transizione, si è instaurata tra l’Amministrazione Comunale e la Soprintendenza una proficua e continua collaborazione che ha portato ad importanti risultati in termine di valorizzazione del patrimonio storico di Rimini in linea con l'idea di Città che è alla base del mandato di questo Ente”.
“Il rilancio della parte storica, con la recente riapertura al pubblico dello storico Teatro Galli, con la creazione della nuova Casa del Cinema ex cinema Fulgor, con lo svincolo di Piazza Malatesta da funzioni inappropriate attribuitele, con l’apertura di Castel Sismondo, con la realizzazione della piazza sull’acqua all’invaso del Ponte di Tiberio, con il Porto Antico e la Rimini romana, offre solide leve sulle quali fare pressione per promuovere e consolidare il processo di trasformazione in atto. La pedonalizzazione dell'area compresa tra il Castel Sismondo e il Teatro Galli, con l'eliminazione dei parcheggi, rientra tra gli obiettivi del Masterplan e del Piano Strutturale Comunale approvati dal Comune di Rimini, per restituire in prima istanza la qualità dei suoi spazi aperti, liberando la superficie dalla sosta delle auto, limitandone fortemente l'uso e pedonalizzandone intere parti. In altre parole, Rimini ha affrontato e sta affrontando uno dei più grandi progetti di riqualificazione e di ‘liberazione’ del centro e del proprio patrimonio storico e artistico attualmente in corso nel Paese. E’ proprio in questo ambito, coerentemente con le progettualità sopra richiamate, che l'Amministrazione Comunale ha approvato il "Regolamento dei dehors nel centro storico" con deliberazione del Consiglio Comunale n.12 del 03/03/2016”.
“Il lavoro di redazione del Regolamento è stato effettuato in stretta collaborazione con la Soprintendenza e ha tenuto conto, in primis, delle esigenze della tutela e valorizzazione del centro storico con la consapevolezza che la riappropriazione della città da parte dei cittadini e dei turisti non poteva prescindere dalla fruizione e dalla vitalità degli spazi urbani. La collocazione di arredi all’aperto si inserisce, pertanto, in una visione precisa che contrappone al degrado, alla paura e al timore dei tempi d’oggi, la socialità e la riappropriazione degli spazi pubblici riqualificati come luogo di incontro. Spazi e luoghi oggi liberati dal soffocamento di auto, dal degrado di intere aree riqualificate da occupazioni invasive sia temporanee che permanenti. In questo contesto l’individuazione attraverso apposito regolamento di precisi e cogenti criteri per la collocazione di dehors ha favorito la fruizione del patrimonio artistico e monumentale prima di fatto limitato e impedito. E in questo contesto e per questa via è stato perseguito l’obiettivo di favorire l’aggregazione sociale nei contesti urbani costituisce una delle principali risposte al tema della percezione della sicurezza urbana. Queste strutture leggere, sempre reversibili e di elevato livello estetico, sono chiamate ad assolvere ad un importante ruolo: circoscrivere l’occupazione selvaggia di auto, e rifunzionalizzare luoghi e attività nel nome delle relazioni tra persone. In altre parole, essi hanno persino liberato e circoscritto spazi prima impediti ad una vera e libera fruizione dei cittadini. Queste stesse strutture hanno così favorito la dinamicità e vitalità del centro storico e offrire un servizio ai cittadini e ai numerosi turisti che visitano la nostra città”.
“E’ opinione dell’Amministrazione che questo risultato, tanto apprezzato anche da altri Comuni italiani, sia stato possibile solo grazie alla collaborazione tra Comune e Soprintendenza che ha consentito di coordinare le necessità di tutela e del centro storico con le esigenze di rigenerazione e degli spazi urbani. In merito alle risultanze di diverse verifiche effettuate su alcuni dehors del centro storico che risulterebbero realizzati in contrasto con le prescrizioni impartite e le autorizzazioni rilasciate sulla base del regolamento approvato nel 2016, si deve ricordare, come l’articolo 17 del Regolamento sui dehors (capitolo “Sanzioni”), preveda, per i casi di mancata osservanza delle prescrizioni impartite, il mancato rinnovo dell’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico per l’annualità successiva. Questa è, di fatto, come sancito dal Regolamento, una sanzione già di per sé adeguata per le violazioni perpetrate, mentre il pregiudizio indiscriminato per tutta la categoria degli esercizi pubblici non potrebbe esserlo”.
“Le limitate e individuate difformità rispetto alle indicazioni e prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzativi non possono e non devono mettere in discussione i risultati prodotti in questi anni che, oltre ad aver rivitalizzato un’economia in stallo, ha portato alla valorizzazione e al miglioramento del decoro del centro storico con grande apprezzamento da parte della collettività”.
“Va sottolineato ancora una volta come il regolamento in vigore (approvato con il parere della Soprintendenza) sia preciso, severo, rigoroso, al punto da imporre l’uso dei materiali e di misure, la scelta dei colori, il rispetto di prescrizioni tecniche. In base a quanto disciplinato, si è positivamente modificato il volto delle situazioni commerciali in Città, in precedenza caratterizzate non raramente da poca qualità (si pensi solo all’occupazione di suolo pubblico e a all’utilizzo scriteriato di manufatti invasivi e in plastica). Ora invece il contesto è mutato, presentando un insieme di strutture coordinate e persino semplificate. Si ponga l’occhio attualmente alla evidente diminuzione numerica di tali strutture rispetto al recente passato in cui non esisteva alcuna disciplina regolamentare (un esempio per tutti, Piazza Tre Martiri). Inoltre, non si può negare che l’effetto più apprezzabile generato dal Regolamento sui dehors - che ha richiesto e imposto canoni, prescrizioni e criteri -, sta nel fatto che gli imprenditori si sono spinti in investimenti economici importanti, considerata la qualità richiesta per la realizzazione degli stessi. Essi si sono fattivamente impegnati nel miglioramento estetico degli spazi esterni nel rispetto delle prescrizioni impartite dalla Soprintendenza. Una loro indiscriminata penalizzazione, nonostante gli sforzi che hanno fatto, sarebbe non solo un errore capitale, ma configurerebbe l’esposizione di tutti i soggetti, compresa l’Amministrazione Comunale, a contenziosi di natura risarcitoria con possibili, quanto imprevedibili, sul piano delle conseguenze, ripercussioni sul piano delle responsabilità penali e erariali”.
“È per questa ragione che siamo a confermare come codesta l'Amministrazione intenda proseguire nelle rigorose linee tracciate dal Regolamento in discorso, che tutela e disciplina in maniera finora adeguata la materia dell’installazione dei dehors sul suolo pubblico, ritenendo che le attività di rilascio delle autorizzazioni e quella di controllo della loro attuazione siano il risultato di un’azione in totale sinergia con la Soprintendenza, pur specificando che sono funzioni e attività di propria competenza”.
“Infine, un ulteriore tema di riflessione è offerto dalla situazione generale di quei dehors autorizzati con carattere di stagionalità, nonostante la richiesta originaria fosse a titolo permanente, i cui titolari, pur avendo rispettato integralmente le prescrizioni autorizzative, sono stati invitati, al di fuori del perimetro di competenza e al di là di quanto previsto dal Regolamento in discorso, a disallestire le dotazioni alla data del 31 ottobre. Un tema che, anche per la vicinanza temporale, ha necessità di un rapido e positivo chiarimento. In questo senso, per le ragioni sopra esposte e per buoni risultati dimostrati nel corso del periodo autorizzato in termini di ricaduta generale, l’Amministrazione Comunale conferma, per competenza e per diritto, le concessioni in termini di durata annuale delle suddette strutture denominate dehors”.
Il prefetto a Novafeltria: a tema lupi, cinghiali e la fiera di San Martino
(Rimini) Oggi il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica si è riunito a Novafeltria. A tema la tutela della pubblica incolumità e i danni alle aziende del settore zootecnico, in relazione alla diffusione di lupi e ungulati. Sia il Questore che il Comandante Provinciale dei Carabinieri hanno evidenziato il calo dei reati contro il patrimonio nell’area geografica di riferimento, con l’unica eccezione del mese di novembre per il Comune di Santarcangelo di Romagna in concomitanza con la Fiera di San Martino. Fiera che è stata anche all’attenzione del Comitato odierno, dal quale sono scaturiti – tra le altre attività – la necessità di un’azione di presidio e vigilanza ai varchi senza per questo “chiudere la città” e l’esigenza di contrastare “a monte” la presenza dei venditori abusivi e delle loro merci.
La presenza del Presidente della Provincia ha poi consentito di affrontare anche i problemi correlati alla viabilità, non solo sul fronte dei sistemi di controllo (autovelox) per i quali il Prefetto ha sottolineato la necessità di una documentata sussistenza dei presupposti, ma anche sul versante della sicurezza e della percorribilità, con riferimento alle risorse destinate alle arterie del territorio. In relazione alla viabilità e ai segnalati dissesti idrogeologici, il Prefetto ha comunque assicurato la convocazione di specifici incontri.
Particolarmente ampia ed articolata è stata la discussione sulla presenza dei lupi e degli ungulati nell’area geografica in argomento e sui danni provocati alle coltivazioni e agli allevamenti. Diversi i punti di vista emersi da una disamina sia tecnica (veterinario, esponente regione, carabinieri forestali, etc.) sia esperienziale (gli Amministratori Locali), con la consapevolezza di affrontare situazioni complesse ai fini di una soluzione efficace. Su tale tema si è comunque convenuti sull’esigenza di istituire un tavolo tecnico e sulla necessità di approfondire la normativa vigente in materia (nazionale e regionale) anche al fine di valutare concretamente la possibilità di proporre modifiche in sede legislativa.