(Rimini) “Nonostante gli effetti della crisi economica abbiano impattato in modo pesantissimo sul comparto artigiano, l'Emilia-Romagna e la provincia di Rimini si caratterizzano ancora in modo netto per la sua importanza nell'intero tessuto imprenditoriale”. Lo fa notare Emma Petitti, candidata del Pd a sostegno di Stefano Bonaccini. “Le oltre 9mila imprese artigiane riminesi pesano per il 28,3% sul tessuto imprenditoriale locale. Sono piccole e medie imprese a cui come Regione abbiamo rivolto grande attenzione in questa legislatura, stanziando ad esempio nel solo ultimo biennio oltre 26 milioni di euro per contributi a fondo perduto a sostegno degli investimenti produttivi, a cui si integrano i contributi a consorzi fidi e cooperative di garanzia”, sottolinea Petitti.

“Intendiamo continuare a sostenere decisamente questa componente fondamentale della nostra economia, in un rapporto di dialogo e confronto con le associazioni di rappresentanza. Interverremo su fronti precisi, a cominciare dalla semplificazione e dallo snellimento delle procedure burocratiche. Continueremo a favorire l'accesso al credito, attraverso il sostegno al sistema dei Consorzi di garanzia, spingendo sul ruolo di facilitatore e mitigatore che la Regione riveste in questo campo. Nei prossimi anni stanzieremo risorse necessarie per la gestione dei Fondi di finanza agevolata pari a 500 mila euro l'anno; rinnoveremo la dotazione del Fondo microcredito (1 milione l'anno); proseguiremo il sostegno alla capitalizzazione di Confidi (700 mila euro annui)”.

Sul fronte della tassazione, “fra le azioni più incisive che intendiamo portare avanti anche nella prossima legislatura c'è la riduzione dell'Irap per le imprese di montagna, estendendola a quelle collinari. Scatterà inoltre il contributo a favore delle piccole imprese con un onere Irap uguale o inferiore a 5.000 euro l'anno. Renderemo il più semplice possibile l'accesso ai fondi regionali, indirizzando la nuova programmazione europea 2021/2027 dei Fondi strutturali ad incentivare soprattutto gli investimenti produttivi delle imprese e facendo i modo che i benefici della legge sull'attrattività ricadano anche sulle imprese artigiane del territorio. Con i fondi europei continueremo a sostenere gli investimenti in innovazione, digitalizzazione e in capitale umano, la trasmissione del sapere e il ricambio generazionale delle Pmi”.

(Rimini) Si è svolto questa mattina in comune a Rimini l'incontro con la delegazione dei promotori della raccolta firme contro il provvedimento delle Poste, che prende la chiusura dell'ufficio di via Mantegazza. Al confronto hanno partecipato il sindaco Andrea Gnassi, il segretario generale Luca Uguccioni e gli assessori Eugenia Rossi di Schio e Mattia Morolli. “Il sindaco ha ascoltato i delegati, ribadendo la sua posizione contro il provvedimento delle Poste e la propria vicinanza ai residenti di Marina Centro. Una zona strategica per la città in cui sono presenti 200 attività commerciali al servizio di oltre 11 mila residenti, che aumentano enormemente nel periodo estivo e dove l'ufficio Postale svolge una funzione primaria d'erogazione di servizi per la vita della collettività”, spiegano dal Comune.

"Non si tratta solo di un punto di riferimento a presidio del territorio, fondamentale per quella zona - ha ribadito il sindaco Andrea Gnassi - specie per le persone più anziane che hanno difficoltà a spostarsi, ma di un interesse pubblico e di un servizio a favore di una comunità molto più estesa. Una funzione necessaria che diventa ancora più indispensabile in vista della riqualificazione del lungomare, e della nuova piazza pubblica di accesso alla stazione ferroviaria di Rimini, che prevede il prolungamento del sottopassaggio centrale della stazione, con l'apertura sul mare proprio in corrispondenza di quell'area. Quelle che svolge l'ufficio postale sono funzioni importanti che non sono vere solo per Marina Centro, ma anche per tutti gli sportelli nelle zone più periferiche. Ecco perché ci siamo fatti carico di questa importante richiesta e abbiamo già fissato l'incontro con i dirigenti delle poste, ai quali porteremo le istanze dei residenti, cercando di trovare le migliori soluzioni possibili al fine di salvaguardare l'interesse collettivo e scongiurare l'interruzione di questo servizio essenziale".
L'incontro con i referenti di Poste Italiane è fissato la prossima settimana, per il giorno 21 gennaio, nella Sala della Giunta. Un momento di confronto indispensabile, dove sono attesi diversi responsabile della zona 'Macro Area Centro Nord' di Poste Italine. Anche in quell'occasione saranno presenti oltre al Sindaco, il Segretario Generale Luca Uguccioni e gli assessori Eugenia Rossi di Schio e Mattia Morolli.

 

(Rimini) Grazie ai 7 nuovi ingressi avvenuti tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 salgono a 16 le botteghe storiche ufficialmente riconosciute dal Comune di Rimini. Un elenco dinamico e già in corso di aggiornamento, viste le numerose richieste arrivate e di prossima ufficializzazione. Questi, in ordine cronologico, le ultime attività inserite nell' Albo delle Botteghe Storiche del Comune di Rimini. Galassi Confezioni di piazza Tre Martiri, Eredi Balducci di via Saffi, la Gioielleria Burnazzi in corso d'Augusto, Copacabana in via Messina, lo Shooters Pub di viale Mantova, Lord Nelson Pub di viale Regina Elena e la Cappelleria Vitali di via Bertola, vanno ad aggiungersi alle attività già iscritte all’albo: Farmacia San Michele, Trattoria Delinda, Pizzeria del Secolo, The Rose & Crown, Red Devil, The Old Bull & Bush, Elettroforniture Lucchi, Bar Ilde, Cappelli.

“Quello dell'Albo delle Botteghe Storiche a Rimini, non è solo un prestigioso riconoscimento ma anche un'ottima convenienza, perché con questa iscrizione si attivano tutte le disposizioni previste dalla no-tax area. Queste attività storiche infatti, che esercitano da anni sul territorio comunale, possono sfruttare le agevolazioni previste ottenendo un contributo calcolato sulla base della TARI. Un'importante agevolazione economica a cui si aggiunge anche la soppressione del diritto di segreteria previsto per l'iscrizione, che ammontava a 150,00 €, disposizione, approvata da una delibera di Giunta lo scorso aprile, che riconduce l'iscrizione nell'Albo delle Botteghe Storiche, all'unico costo dell'imposta di bollo nella misura di 16 euro”, spiegano dal Comune. “L'Albo Comunale delle Botteghe Storiche e dei Mercati Storici è stato istituito nel Comune di Rimini dall'agosto 2009 in seguito all'approvazione della legge sulla "Promozione e valorizzazione delle botteghe storiche", che è stata emanata del marzo del 2008. Per ottenere l'iscrizione è necessario soddisfare tre condizioni principali:1. Svolgimento da almeno 50 anni continuativi della stessa attività, nello stesso locale (o area pubblica) e con le stesse caratteristiche originarie. 2. Radicamento nel tempo dell'attività, evidenziato da un "collegamento funzionale e strutturale degli arredi con l'attività svolta".3. Caratteristiche esteriori proprie della "Bottega Storica": nei locali o nell'area devono essere presenti "elementi di particolare interesse storico, artistico, architettonico e ambientale", oppure "elementi particolarmente significativi per la tradizione e la cultura del luogo".

(Rimini) “Lei non può venire a fare le prediche sul commercio dopo che voi del Pd l’avete distrutto. Mi riferisco ai negozi di vicinato, alle piccole botteghe dei centri storici: distrutti dall’avvento dei grandi centri commerciali che voi avete voluto. E ora ci viene a dire che vi impegnerete per aiutare i commercianti in difficoltà? Ma la coerenza ve la siete persa per strada?”. La candidata della Lega Veronica Pontis, ce l’ha con l’assessore uscente al bilancio della Regione Emilia Romagna, candidata dal Pd, Emma Petitti. “Sono loro che fanno e disfano – prosegue Pontis – il Pd ci ha abituati a questo. Andare a cercare i voti dei piccoli commercianti dopo che li hanno massacrati è davvero poco gradevole. E lo fanno con la scusa di dire che è stata sbagliata la politica del creare il grosso commercio a discapito del piccolo. Ma da quale pulpito viene la predica? Nelle nostre città, piccole o grandi che siano, assistiamo alla rovina dei piccoli negozi. Non lo dico io, ma ci sono i numeri a confermarlo espressi dalle parole di chi vive questi drammi. Dal 2011 hanno chiuso bottega in tutta la regione 32mila negozi, 5mila solo nel 2019. Per 75 anni il Pd ha governato la Regione, ha deciso tutto, ha prevaricato i piccoli per dare ai grandi e ora cosa ci viene a dire la Petitti? Venga a sentire i negozianti della Valmarecchia e della Valconca o anche quelli di Rimini, ma nei centri storici dove ci sono più serrande abbassate che negozi aperti”.

(Rimini) Oltre 100 persone all’incontro con il candidato capolista di Forza Italia alle prossime elezioni regionali Nicola Marcello alla polisportiva Stella ieri sera a Rimini. Ospite d’eccezione l’ex deputato Nicola Sanese, già direttore generale per 20 anni della Regione Lombardia, “per mettere a tema la differenza tra il sistema di sanità integrata della Regione che Forza Italia e Marcello intendono realizzare ed il sistema di tipo verticistico e padronale della Regione Emilia-Romagna che invece s’intende combattere a tutto tondo”, spiega Marcello. Si è poi parlato di federalismo e di dissesto idrogeologico, punti “che Marcello ha già individuato da settimane in un suo programma a corredo di quelli del centrodestra e che sono consultabili sul sito www.scrivimarcello.it”.

Lunedì, 13 Gennaio 2020 13:45

Economia, l’industria rallenta

(Rimini) Si accentua e si fa evidente la frenata nel terzo trimestre del 2019. E' quanto risulta dall'indagine congiunturale sull'industria realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna nell'ambito della collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna e Intesa San Paolo. La produzione dell'industria in senso stretto dell'Emilia-Romagna è scesa dell'1,7 per cento rispetto all'analogo periodo del 2018, confermando la tendenza negativa del trimestre precedente (-0,8 per cento). Il fatturato a valori correnti è si è ridotto dell'1,3 per cento. il fatturato estero ha contenuto la correzione (-0,4 per cento). La prospettiva non appare incoraggiante considerato che l'acquisizione degli ordini mostra una tendenza peggiore (-1,8 per cento). L'unico conforto viene dalla tenuta degli ordini esteri, rimasti invariati.

I settori. La crescita procede ancora bene per l'industria alimentare, con la produzione in aumento del 2,6 per cento, e a livelli molto più contenuti per l'aggregato delle "altre industrie" (+0,4 per cento). L'industria del legno e del mobile fa solo un lieve passo indietro (-0,4 per cento). Invece, per le industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (-2,7 per cento) e per la metallurgia (-3,2 per cento) il passo indietro è ampio, ma la flessione è veramente pesante per le industrie della moda (-6,1 per cento).
La dimensione delle imprese. L'attività ha mostrato una correlazione positiva con la dimensione d'impresa. La produzione è scesa del 3,0 per cento per le imprese minori fino a 10 dipendenti, la flessione è più contenuta per le piccole imprese da 10-49 dipendenti (-1,2 per cento), ma si è lievemente accentuata per le imprese medio-grandi da 50 a 500 dipendenti (-1,7 per cento).

L'occupazione. Secondo l'indagine Istat, l'occupazione dell'industria in senso stretto dell'Emilia-Romagna ha chiuso il terzo trimestre nuovamente in aumento, giungendo quasi a quota 548 mila unità, con una crescita del 2,1 per cento, pari a poco più di 11 mila unità rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso. Nella media del periodo tra ottobre 2018 e settembre 2019 l'occupazione ha quasi raggiunto quota 547 mila, con un aumento del 4,1 per cento, pari a quasi 22 mila unità rispetto ai dodici mesi precedenti.
Il registro delle imprese Le imprese attive, l'effettiva base imprenditoriale del settore, a fine settembre 2019, risultavano 44.476 (pari all'11,1 per cento delle imprese attive della regione), con una diminuzione corrispondente a 589 imprese (-1,3 per cento) rispetto all'anno precedente, ma la velocità della riduzione aumenta.

(Rimini) “Incredulo e fortemente arrabbiato. Ho letto un post su facebook del consigliere regionale Giorgio Pruccoli del Pd che pubblicando una fotografia di lui all’incontro indetto da Salvini e dalla Lega a Villa Verucchio lo si vede vicino ad un uomo. Pruccoli dice testualmente: Mi ha sorvegliato per tutto il tempo che sono rimasto lì, confabulando spesso con altri ceffi simili a lui. Il problema, caro Pruccoli, è che i “ceffi che confabulavano” altri non erano che carabinieri in borghese (parecchi dei quali con segni di riconoscimento in evidenza) venuti lì per lavoro e a controllare che tutto fosse nelle regole della sicurezza. Erano carabinieri non “ceffi”. Devi vergognarti tu e il partito che rappresenti di usare parole di questo tipo, renderle pubbliche senza prima informarti. Bastava chiedere, no?”. Bruno Galli, candidato capolista della Lega alle prossime elezioni regionali in quota Borgonzoni, critica il post del candidato del Pd Giorgio Pruccoli, intervenuto tra la folla al comizio di Matteo Salvini, al quale aveva chiesto un confronto pubblico. Non è dato sapere, al momento, se Pruccoli fosse a conoscenza del fatto che l’uomo da cui si è sentito sorvegliato, fosse in realtà un carabiniere.
“Sulla sicurezza non si discute – prosegue in ogni caso Galli – e stigmatizzo la volgarità di queste parole. E’ la certificazione di come sono fatti il Pd e i suoi uomini, sempre pronti a difendere chi arriva nel nostro Paese in condizioni di irregolarità, ad ospitarli in strutture pagate dai cittadini e pronti invece ad offendere chi fa il proprio lavoro in piazze dove per fare un comizio occorre farsi proteggere dalle forze dell’ordine perché ci sono movimenti di pesciolini vari, formati proprio dal Pd e dai suoi dirigenti, pronti alla provocazione. Pruccoli chieda subito scusa. La Lega è sempre con le forze dell’ordine”.

Lunedì, 13 Gennaio 2020 13:35

13 gennaio

Proroga per i bagnini | Il candidato Sgarbi | La verità di Lolli

Venerdì, 10 Gennaio 2020 13:51

Elezioni, Bonaccini sul dissesto idrogeologico

(Rimini) La regione Emilia Romagna ha investito 800milioni di euro in settemila cantieri, con il 70 per cento dei fondi nazionali spesi. A Rimini, rende noto il presidente uscente Stefano Bonaccini, ricandidato dal centro sinistra, “sono stati finanziati 340 cantieri con 51 milioni”.
Per Bonaccini, Lucia Borgonzoni avvia l'ennesima campagna basata su notizie false, intervenendo nuovamente sul tema dei fondi stanziati per il dissesto idrogeologico, che secondo lei in Emilia-Romagna non verrebbero utilizzati. Chiara l'esigenza di coprire la totale assenza di proposte per la regione che pur si candida a governare, ma servirebbe più rispetto per gli emiliano-romagnoli. La voglio tranquillizzare sul fatto che non ho bisogno di smentirla. Lo ha già fatto anche il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Morassut, nemmeno due settimane fa, quando ha ricordato che stando agli accordi di programma stipulati dalla Regione Emilia-Romagna con il Ministero dell'Ambiente la percentuale di fondi impegnati rispetto al finanziato è del 71% e la percentuale di spesa rispetto ai fondi impegnati del 73%. Obiettivo centrato da pochi nel Paese”.
Nei cinque anni “di questa legislatura abbiamo investito circa 800 milioni di euro per interventi a difesa del suolo e prevenzione del rischio idrogeologico: 7.042 cantieri (di cui quasi 800 solo nel 2019, per 172 milioni). E la maggior parte delle opere (700) sono già appaltate, come previsto dalla legge.
In provincia di Rimini, in particolare, sono stati finanziati in totale 340 cantieri per 51 milioni di euro. Nel 2019 sono stati destinati 1 milione e 600 mila euro per la sicurezza idraulica del centro storico di San Giovanni in Marignano. A questi si aggiungono 650 mila euro per l'adeguamento del tratto urbano del Torrente Uso fra la ex Statale 16 e la foce”.
Quali “sarebbero dunque i fondi non spesi? Borgonzoni spieghi piuttosto agli emiliano-romagnoli perché il governo gialloverde, di cui ha fatto parte fino a pochi mesi fa, ha stoppato gli investimenti sulla prevenzione del dissesto idrogeologico. Dopodiché ha chiesto alle Regioni piani solo su opere cantierabili subito, entro il 2019: in pochi giorni l'Emilia-Romagna ha inviato un elenco di 89 opere urgenti, immediatamente cantierabili, per 102 milioni di euro; il Governo della Borgonzoni ne ha stanziati solo 21, di milioni, per 18 interventi”.
Ultima cosa: “la mia avversaria ha diffuso in ogni provincia il numero di frane cercando di allarmare i cittadini. Lo ha potuto fare perché l'Emilia-Romagna è una delle poche Regioni ad aver realizzato una cartografia completa del rischio idraulico e idrogeologico, alla base di un piano di gestione e interventi serio e strutturale che il suo Governo si è guardato bene dal finanziare. Stiamo lavorando con l'attuale perché vada diversamente. Noi intanto vogliamo fare un passo avanti, senza aspettare, e raddoppieremo i fondi regionali destinati alla messa in sicurezza del territorio. E Borgonzoni che fa? Ognuno è libero di ripetere le notizie false che crede, certo è che gli emiliano-romagnoli non meritano di essere presi in giro”.

Venerdì, 10 Gennaio 2020 13:45

Consulenze, il comune taglia le spese

(Rimini) Continua a scendere anche nell'anno appena passato la spesa per gli incarichi professionali di collaborazione e consulenza conferiti a soggetti esterni all'ente.
Da una prima ricognizione degli uffici della Ragioneria generale emerge infatti come dall'elenco che recepisce le modifiche normative contenute nelle più recenti disposizione di legge (tra cui il Codice dei contratti pubblici) ammonti a 415.602,43 euro la spesa per gli incarichi conferiti, suddivisa, come prescrive la norma, in 14 categorie, mentre era di 776.771,76 euro la spesa nel 2018.
In particolare sono stati 3.050 gli euro spesi per le docenze biblioteche e archivistiche, 256 per l'attività di ingegneri, 69.879 euro le spese per le consulenze tecniche, 48.848 quelle per il collegio revisori dei conti, 9.694 per le docenze nei musei, 28.036 per i convegni, 80.558 le commissioni attività amministrative, 2.100 euro per la redazione pubblicazioni e saggi, 2.162 per l'attività di comunicazione, 5.640 le spese di traduzione e interpretariato, 11.489 per la consulenza economico finanziaria, 2.950per la formazione, 55.140 le spese per la tutela in giudizio, 14.186 quelle per i servizi veterinari
Un ammontare che rapportato al 2018 scende del 46,5% circa e ancor più se rapportato alla spesa degli anni precedenti pur considerando l'influenza che le modifiche alla normativa hanno apportato alle modalità di conteggio in particolare sugli incarichi di parte investimenti assegnati sulla base del codice dei contratti.

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