Aggiornamento coronavirus: 47 nuovi contagi
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 37.681 casi di positività, 384 in più rispetto a ieri, di cui 171 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Dei 384 nuovi casi, 137 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 162 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti. Sono 13 i nuovi contagi collegati a rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso-faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia, Malta e regioni della Francia. 8 invece i casi positivi di rientro da altre regioni. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,8 anni.
Sui 171 asintomatici, 108 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 25 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 5 con i test pre-ricovero. Per 33 casi è in corso la verifica sul motivo del tampone. Per quanto riguarda la situazione nelle province, i numeri più elevati si registrano a Bologna (73), Modena (54), Rimini (47), Piacenza (47), Reggio Emilia (37), a Forlì (35), Parma (31), Ferrara (28), a Cesena (16), a Imola (8) e in quella di Ravenna (8). I tamponi effettuati ieri sono 8.660, per un totale di 1.290.991. A questi si aggiungono anche 2.080 test sierologici. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 6.349 (373 in più di quelli registrati ieri).
Purtroppo, si registra un nuovo decesso in provincia di Parma. Il numero totale sale dunque a 4.495. Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 6.072 (+353 rispetto a ieri), circa il 95% dei casi attivi. Sono 23 i pazienti in terapia intensiva (+7 rispetto a ieri)e 254 (+13) quelli ricoverati negli altri reparti Covid. Le persone complessivamente guarite salgono a 26.837 (+10 rispetto a ieri): 7 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 26.830 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
A Rimini e provincia 47 nuovi casi, di cui 36 con sintomi, oltre la metà già in isolamento al momento del tampone. Nel dettaglio, 8 pazienti sono risultati positivi dopo il tampone eseguito per sintomi (di cui 1 dopo rientro dalla Toscana e 1 dalla Lombardia), 2 sono risultati positivi dopo rientro dall’estero (Romania), 34 sono risultati positivi per contatto stretto con casi noti (famigliari, amici e lavoro), 2 sono risultati positivi al tampone pre-ricovero per altre patologie, 1 è stato rilevato con test di screening professionale.
A Forlì sono 35 i nuovi casi, di cui 26 sintomatici. Nel dettaglio, 19 casi sono risultati positivi dopo il tampone eseguito su richiesta del medico di famiglia per sintomi, 1 è risultato positivo dopo rientro dall’estero (Francia), 16 sono risultati positivi per contatto stretto con casi certi (famigliari e amici).
Sui 16 nuovi positivi identificati a Cesena, 9 sono asintomatici, 7 in isolamento domiciliare al momento della diagnosi. Nel dettaglio: 11 sono risultati positivi per contatto con casi certi (famigliari e amici), 3 rilevati in quanto pazienti sintomatici (di cui 1 è un rientro da viaggio in Olanda già in isolamento al momento della diagnosi), 2 sono stati rilevati con test di screening.
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 5.365 a Piacenza (+47, di cui 20 sintomatici), 4.512 a Parma (+31, di cui 9 sintomatici), 6.062 a Reggio Emilia (+37, di cui 30 sintomatici), 5.245 a Modena (+54, di cui 31 sintomatici), 6.756 a Bologna (+73, di cui 44 sintomatici); 614 casi a Imola (+8, di cui 3 sintomatico), 1.581 a Ferrara (+28, di cui 9 sintomatici); 1.909 a Ravenna (+8, di cui 4 sintomatici), 1.571 a Forlì (+35, di cui 22 sintomatici), 1.231 a Cesena (+16 di cui 7 sintomatici) e 2.835 a Rimini (+47, di cui 34 sintomatici).
Piazza Malatesta e il Tempio in consiglio comunale
(Rimini) La storia, la valorizzazione e i progetti che interessano Piazza Malatesta, uno dei tre assi su cui si sviluppa il Museo internazionale Federico Fellini, sono stati al centro del consiglio tematico di ieri sera. Al termine il Consiglio ha respinto sia la mozione presentata dal consigliere Gioenzo Renzi (con 18 voti contrari, 12 favorevoli e nessun astenuto), sia l'ordine del giorno presentato dal consigliere Carlo Rufo Spina (18 voti contrari, 13 favorevoli).
"Trovare l'armonia tra innovazione e tradizione è una sfida continua per la città, che riguarda l'urbanistica e l'architettura così come il software e la proposta culturale – ha spiegato il sindaco Gnassi nel suo intervento – Tra Fellini e Sigismondo, nel nostro caso, non c'è dicotomia. Fellini è la chiave, è lo strumento, di un progetto che riqualifica la città di Sigismondo e lo fa attraverso il sogno, il paradigma immaginifico felliniano conosciuto nel mondo che rimette al centro il castello malatestiano. C'è un disegno di città che attraversa le barriere, sia fisiche sia culturali e che oggi consente di collegare il lungomare ad un centro dove trovare un polo artistico-culturale di respiro internazionale. Rinunciamo alla valorizzazione della tradizione per paura dell'innovazione? La fedeltà alla tradizione non può ridursi ad un museo di ricordi, come diceva Malher significa "tener vivo il fuoco e non adorare le ceneri". Il Covid – prosegue il sindaco - dice che oggi per attrarre i visitatori devi offrire verità e emozione, li devi sbalordire, perché la scelta della destinazione sarà molto più approfondita e selezionata anche sulla base dell'intensità dell'emozione che una terra saprà offrire. E a Rimini possiamo farlo perché siamo fluidità, libertà, perché abbiamo il tratto anarchico di Malatesta, perché siamo un pezzo d'Italia che può permettersi un sogno. Fellini è la chiave per trovare le risorse e valorizzare un grande contesto artistico e culturale, un polo che per esistere deve cambiare i paradigmi di tempo e spazio. Non c'è 'fellinizzazione': banalizzare e contrapporre significa non capire che il mondo ha bisogno di emozioni, di coltura e cultura, di creare incanto e sgomento. I linguaggi dell'arte non devono avere paura di rompere le stratificazioni e gli schemi".
Rispetto ai ritrovamenti archeologici nell'area dei lavori "stiamo al fatto scientifico tecnico: se lì sotto ci fosse un tesoro lavoreremmo per valorizzarlo. Oggi l'organismo proposto sta dicendo che purtroppo ci sono solo lacerti, pezzi di mura. Valorizzeremo ciò che troveremo, ma non si può costruire un progetto su ciò che si immagina forse potrebbe esserci sotto. Non esiste una linea di finanziamento per sostenere scavi senza evidenze".
Al termine del suo intervento il sindaco ha inoltre anticipato che il Comune è nella fase avanzata della procedura per far riconoscere Tempio Malatestiano e le terre malatestiane tra i patrimoni mondiali riconosciuti dall'Unesco, attraverso la costituzione di un comitato scientifico formato da esperti nazionali e locali.
Nuovo lockdown? Indino: le aziende come vittime sacrificali
(Rimini) Dalla Confcommercio di Rimini segnalano timori per un possibile nuovo lockdown. “Continuano i nostri timori per un possibile imminente lockdown delle attività economiche. Non solo ristoranti, bar e pub – spiega il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino - ma secondo indiscrezioni nel nuovo Dpcm in fase progettuale potrebbero essere inseriti anche negozi e palestre con chiusure anticipate. Non possiamo assolutamente permettercelo: un nuovo stop alle attività avrebbe enormi costi economici e sociali. Secondo la nota di aggiornamento del Def, con la reintroduzione di misure precauzionali, sia pure meno drastiche della scorsa primavera, l’Italia potrebbe ritrovarsi con un Pil negativo per oltre il 10,5%. In pratica un disastro annunciato”.
Anche il presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, “è intervenuto spiegando che se il contagio aumenterà si dovrà essere pronti a eventuali maggiori restrizioni. Un timore solo in parte mitigato dal prosieguo della sua intervista, in cui ha sottolineato che non ci sarà alcuna caccia alle streghe e che, nonostante sia fondamentale mantenere la massima attenzione sul contrasto ai contagi, non ci saranno chiusure lineari, ma dettate dalle condizioni di criticità dei vari territori. Ce lo auguriamo. Con questo virus, l’abbiamo capito, dovremo imparare a convivere almeno fino all’avvento del vaccino o di una cura. Servirà costantemente prudenza, ma se ci saranno davvero provvedimenti di chiusura sul piano nazionale, metteranno definitivamente in ginocchio l’Italia. Un Paese, lo voglio ricordare, nel quale la maggioranza dei lavoratori sono occupati nel terziario, proprio il settore più colpito, in particolar modo in tutta la filiera del turismo che ad agosto ha potuto giovarsi di un recupero, ma solo parziale”.
Le aziende “non possono essere trasformate in vittime sacrificali, tanto meno i pubblici esercizi in capri espiatori come accaduto all’inizio della pandemia. Anche per questo ancora una volta ci facciamo carico di fare arrivare agli imprenditori un ulteriore monito alla responsabilità, affinché seguano con puntualità i protocolli. Ma questa responsabilità deve essere anche necessariamente collettiva e individuale, condivisa con i cittadini, le istituzioni e le forze dell’ordine cui spetta l’onere dei controlli. In questo modo si può evitare che a qualcuno venga l’idea di prendere una scorciatoia come la chiusura anticipata di bar e ristoranti, che non sarebbe la soluzione al problema. Confcommercio, a tutti i livelli, continuerà ad adoperarsi affinché ciò non avvenga, per il bene delle attività, delle nostre famiglie e del nostro Paese”.
Aggiornamento coronavirus: nuovi contagi nelle scuole
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 36.914 casi di positività, 276 in più rispetto a ieri, di cui 126 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.
L’indice di trasmissione RT in Emilia-Romagna è inferiore a uno: 0,84 rispetto a quello medio nazionale di 1,06. Dei 276 nuovi casi, 124 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 126 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti.
Sono 28 i nuovi contagi collegati a rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso-faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia, Malta e regioni della Francia. 11 invece i casi positivi di rientro da altre regioni.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42,9 anni. Sui 126 asintomatici, 77 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 32 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 9 con i test pre-ricovero, 3 identificati in seguito a test sierologico positivo. Per 5 casi è in corso la verifica sul motivo del tampone. Per quanto riguarda la situazione nelle province, i numeri più elevati si registrano a Modena (52), a Reggio Emilia (48), a Piacenza (35), a Bologna (29), a Parma (28), a Ferrara (26), a Rimini (16), a Ravenna (11) e a Forlì (20).
A Rimini e provincia 16 nuovi casi, di cui 11 con sintomi, tutti in isolamento domiciliare. Nel dettaglio, 1 paziente sporadico per sintomi, 2 rientri dall’estero (Romania); 14 riconducibili a contatti con un caso certo di origine famigliare (di cui 1 con persona rientrata dall'Albania).
I tamponi effettuati ieri sono 10.747, per un totale di 1.268.552. A questi si aggiungono anche 2.825 test sierologici.
I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 5.609 (185 in più di quelli registrati ieri). Purtroppo, si registra un nuovo decesso in provincia di Ferrara. Il numero totale sale dunque a 4.493. Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 5.369 (+190 rispetto a ieri), circa il 95% dei casi attivi. Sono 14 i pazienti in terapia intensiva (+1 rispetto a ieri), scende invece il numero di quelli ricoverati negli altri reparti Covid: 226 (-6).
Le persone complessivamente guarite salgono a 26.812 (+90 rispetto a ieri): 7 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 26.805 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 5.275 a Piacenza (+35, di cui 14 sintomatici), 4.459 a Parma (+28, di cui 13 sintomatici), 5.993 a Reggio Emilia (+48, di cui 31 sintomatici), 5.138 a Modena (+52, di cui 28 sintomatici), 6.623 a Bologna (+29, di cui 20 sintomatici); 597 casi a Imola (+2, di cui 1 sintomatico), 1.515 a Ferrara (+26, di cui 5 sintomatici); 1.880 a Ravenna (+11, di cui 7 sintomatici), 1.492 a Forlì (+20, di cui 13 sintomatici), 1.192 a Cesena (+9, di cui 7 sintomatici) e 2.750 a Rimini (+16, di cui 11 sintomatici).
A Rimini si segnalano nuovi contagi nelle scuole. Dalla Asl confermano che “a seguito dell'attività dell'Igiene pubblica di Rimini sono emerse positività a covid 19 in tre scuole situate nella provincia di Rimini. Si tratta di una scuola elementare, una media inferiore ed un istituto di scuola media superiore. Il personale dell'Igiene pubblica ha effettuato come di consueto sopralluoghi nelle strutture riscontrando il rispetto dei protocolli finalizzati a limitare il diffondersi dell'infezione. In una delle tre scuole però, essendo l'allievo positivo sintomatico, è stato previsto l'isolamento domiciliare per la classe frequentata. Ai membri di tutte le classi in cui si sono presentate le positività e al relativo personale scolastico, è stata offerta, a scopo prevalentemente conoscitivo, l'effettuazione del tampone”.
Negazionisti in piazza, Gnassi: e le prescrizioni anticovid?
(Rimini) “Libertà è la parola più bella e densa di ogni vocabolario del mondo. Soprattutto è la condizione prima sulla quale poi innestare qualsiasi altro argomento, considerazione, tema, progetto, aspirazione, governo. Concretezza? Utilità? Vengono dopo, molto dopo l'idea stessa di libertà”, esordisce il sindaco di Rimini Andrea Gnassi. A tema, l’opportunità delle amnifestazione negazionista confermata a Rimini il 24 ottobre. Il sindaco però ci arriva dopo un giro lungo. “Libertà precede. E libertà va garantita. Lo dice chiaramente anche la Costituzione Italiana. Ma la libertà per essere tale e compiuta si esercita dentro regole. La libertà di ciascuno è nella libertà di altri: in una comunità non si vive da soli ma con gli altri. E la mia libertà è piena perché rispetta la libertà altrui. Quando la mia libertà mette a rischio la vita altrui, quella non è libertà”.
Per Gnassi, “qui sta il nodo del problema legato alle manifestazioni dei negazionisti in tutta Italia da cui scaturiscono gli interrogativi anche pratici. Ne pongo un paio: il Ministero dell'Interno e le Questure del Paese che autorizzano questi assembramenti verificano davvero non solo una generica liceità degli stessi ma la rispondenza agli articoli di leggi e decreti più o meno recenti in materia di salute pubblica? Considerata, ad esempio, l'autorizzazione già concessa alla manifestazione di Rimini, come intende l'Autorità competente agire e disporre servizi per evitare che una assemblea in cui già si esplicita la violazione delle prescrizioni in materia di contrasto al Covid 19 non si trasformi in un cluster di diffusione pubblica del virus? Perché l'argomento, vista la delicatezza, non è stato discusso durante un Comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza? Anche alla luce del nuovo DPCM, l'autorità delegata può considerare eventualmente la revoca dell'autorizzazione già concessa? Si sollecita il Ministero dell'Interno. Bene farebbe la Ministra Lamorgese a chiarire quantomeno le 'regole d'ingaggio', l'iter autorizzativo, gli obbligatori servizi d'ordine pubblico annessi all'autorizzazione per far rispettare le leggi in materia, comuni a tutto il territorio nazionale verso iniziative che, nel malinteso nome della libertà, rischiano di trasformarsi in libertà di contagio. Il problema, cara Ministra, non è solo la movida, i giovani che rientrano dalle vacanze, le feste nei centri sociali per anziani, situazioni sulle quali si producono circolari su circolari. Qui siamo davanti a qualcosa di diverso dal rischio di un contagio casuale: siamo davanti alla dichiarata volontà di violare in una piazza, nel tal giorno e alla tal ora, precauzioni sanitarie in barba alla salute altrui. Deliberatamente senza mascherina, nello stesso momento in cui il Governo obbliga tutt'Italia a mettersela.
Ma, come ho detto sopra, e come in tanti affermano, prima di tutto viene la libertà. Libertà di manifestare senza mascherina e distanziamento, libertà di autorizzare. Nel caso del Comune di Rimini la nostra libertà è, se davvero prima del 24 ottobre non arriverà un auspicabile intervento chiarificatore del Ministero o un a questo punto motivato ripensamento dell'autorità locale, chiedere all'autorità competente, severi servizi di controllo e verifica al millimetro per il rispetto di leggi e decreti in materia sanitaria, elevando in caso di violazione sanzioni puntuali e valutando eventuali altri provvedimenti se la situazione rischiasse di trasformarsi in un potenziale contagio diffuso. Su questo non si può scherzare e non scherzo. Ai Comuni sono chiesti tutela della salute, azioni, interventi. Abbiamo ancora sulla pelle i segni dei mesi passati, I nostri morti, la ricerca di apparecchiature per intubare pazienti, posti letto, piani di ospedale da reperire, l'aiuto alle persone che non potevano uscire di casa. Ai riminesi abbiamo chiesto e continuano a chiedere sacrifici enormi. I Comuni hanno il dovere di fronte a scenari di potenziale pericolo alla salute pubblica di richiamare a queste responsabilità. La richiesta è ufficiale e esplicita: in un Paese in cui troppo spesso ci si volta dall'altra parte, Rimini chiede formalmente di non farlo a chi ne ha competenza e responsabilità per legge".
Clima e lavoro, la proposta della Provincia
(Rimini) Nella seduta consiliare di ieri, il presidente della Provincia Riziero Santi ha presentato il documento “Patto per la governance del territorio - contributo al dibattito sul Patto per il lavoro e per il clima della Regione Emilia-Romagna”. Come espresso dal titolo, si tratta da una parte di una proposta di patto che la Provincia avanza alle istituzioni locali e alle rappresentanze sociali per la governance del territorio, dall’altra rappresenta il contributo della Provincia di Rimini al dibattito sul Patto per il lavoro e per il clima della Regione Emilia-Romagna.
Lo spirito con cui nasce questo documento è lo stesso che muove quest’anno il Patto regionale per il lavoro e per il clima e che anima finalità e contenuti del Next Generation EU: l’emergenza pandemica e le sue drammatiche conseguenze impongono sì un grande piano d’azione per sostenere la ripartenza, ma a partire da un’analisi critica, seria e approfondita, del nostro modello di sviluppo. Un’analisi che, proprio a partire da quelle condotte a livello di istituzioni europee, conduce alla necessità di una revisione dell’attuale paradigma di sviluppo e ad una serie di grandi sfide per la società contemporanea. Sfide globali e locali al contempo, che impegnano tutti noi, a cominciare dalle istituzioni.
“Di queste sfide – ha sottolineato il presidente della Provincia Riziero Santi durante la presentazione – le più grandi da affrontare a noi appaiono quella del cambiamento climatico e della transizione energetica e la sfida dell’Era digitale, che in breve tempo spazzerà via i modelli consolidati di produzione e, di conseguenza, le già sempre più fragili strutture occupazionali. La Provincia, con questo documento, non ha certamente la presunzione di dire la sua su ogni aspetto del sistema socioeconomico del nostro territorio, piuttosto la riflessione e l’analisi condotte in questi mesi ci ha condotto a formulare una serie di proposte laddove le funzioni dell’Ente lo consentono, limitandoci ad aprire un confronto su quei temi che sfuggono al perimetro di competenza provinciale. La finalità è quella di fare una ricognizione delle politiche strategiche di sistema e degli ambiti nei quali, a livello di governance del sistema provinciale, è necessario e possibile intervenire. Se non c’è la pretesa di esprimersi su tutto, abbiamo però l’ambizione e la speranza che questo documento possa agire da stimolo per costruire insieme - enti locali, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e società civile – e grazie quindi al contributo di tutti, un Patto territoriale che consenta di governare, e non subire, i cambiamenti in atto, per assicurare il benessere della nostra comunità.”
Il documento (scaricabile nel sito della Provincia) è articolato in due parti. Nella prima, di carattere generale, viene presentato il quadro d’insieme entro cui nasce il documento e le finalità che esso si propone, tracciando una visione declinata prima sul livello strettamente provinciale, poi su quello più ampio del contesto socioeconomico. Nella seconda parte, il documento entra nello specifico lanciando 15 proposte, di metodo e di contenuto. Nei prossimi giorni, dopo la condivisione con il Consiglio provinciale e la trasmissione del documento ai Comuni, partirà il confronto con le istituzioni e con la società civile, a cominciare dalle associazioni di categoria e dalle organizzazioni sindacali. Il primo appuntamento sarà quello con la Conferenza dei Sindaci.
Test sierologici in farmacia, la Cgil a Federfama: manca protocollo di sicurezza
(Rimini) “Pur condividendo gli obiettivi contenuti nell’accordo sui test diagnostici rapidi per la ricerca degli anticorpi anti SARS-CoV-2, siglato tra la Regione Emilia-Romagna e le associazioni di categoria delle farmacie convenzionate, evidenziamo come molti aspetti legati alla salute e sicurezza dei lavoratori non siano stati opportunamente valutati”. Così la Cgil dell’Emilia Romagna. “L’intero settore manca, sia a livello nazionale che a livello regionale, di uno specifico protocollo di prevenzione e sicurezza. Nonostante ciò, non sono stati costituiti i comitati per la sicurezza (previsti dal protocollo nazionale del 24 aprile 2020, interamente recepito nel DPCM del 26 aprile 2020). In particolare, Federfarma ER, ad oggi, nonostante le nostre richieste e sollecitazioni, non ha dato la sua disponibilità a costituire i comitati territoriali per la sicurezza, tanto meno a definire un accordo specifico di settore, ritenendo così sufficiente l’applicazione delle norme generali introdotte dal protocollo nazionale”.
Per la Cgil, non si può “fingere che, in mancanza di idonee misure di sicurezza e organizzative, la scelta della farmacia come luogo per effettuare i test sierologici non esponga a maggiori rischi di contagi. Se lo scopo dell’accordo è quindi assolutamente condivisibile, e conferma il ruolo di presidio sanitario territoriale delle farmacie, è indubbio che queste dovranno al contempo fare i conti con flussi di ingresso maggiori e al momento non prevedibili”.
Canta per il mondo 2020: “Le difficoltà non restringono gli orizzonti”
(Rimini) È in arrivo la settima edizione di Canta per il mondo, la serata di musica, amicizia e solidarietà che ogni anno il “Corone" di Rimini propone per raccogliere fondi a sostegno dei progetti di AVSI (organizzazione no profit per la cooperazione e lo sviluppo internazionale, compresa l’Italia).
Quest’anno musica e solidarietà corrono anche sulle onde del web.
L’appuntamento è per il 10 ottobre alle ore 21 presso il Teatro Novelli, previa prenotazione che potrà essere effettuata direttamente sul sito www.coronerimini.it oppure inviando una mail a ilpontesulmare1gmail.com, specificando nome, cognome e riferimento telefonico.
Tuttavia, essendo la capienza limitata causa Covid, sono state predisposte altre possibilità sia per seguire lo spettacolo, sia per poter sostenere le 16 adozioni che gli amici del Corone hanno messo in atto da tempo. Dunque, quanto potrebbe apparire una limitazione, si trasformerà in un rilancio e nuove opportunità. Lo spettacolo potrà essere, infatti, seguito dal mondo intero in diretta streaming sulla pagina web del coro www.coronerimini.it oppure in diretta televisiva sul canale 91 di Icaro TV. Sulla pagina web è possibile fin d’ora, con un semplice click, donare per sostenere i ragazzi adottati dal corone.
Nessuna restrizione sociale può impedire di vivere il respiro del mondo intero. È questa l’esperienza degli amici del “Corone” di Rimini, nato oramai sette anni fa e sempre più vitale.
Lo spettacolo, fatto di canti che andranno a toccare le latitudini più disparate, è una sorta di slancio verso il mondo intero, ricercando ed assaporando ogni spunto di bellezza e di valore, nascosto nella diversità delle più svariate forme espressive. Uno slancio verso il mondo, tuttavia, se autentico, non può essere sordo alle situazioni di bisogno in cui l’uomo versa. Per questo alla musica si unisce, senza soluzione di continuità, la solidarietà nei confronti di chi è meno fortunato.
Anche quest'anno il progetto prescelto è il sostegno a distanza di 16 ragazzi che frequentano la Luigi Giussani High School di Kampala, in Uganda.
Sul sito www.coronerimini.it è possibile visionare il saluto di Matteo Severgnini, direttore della scuola di Kampala, che in maniera assai efficace permette di percepire la drammaticità che si sta vivendo in quella terra, una nazione in cui il 2020 è stato proclamato dead year, l’anno morto.
La sfida che il corone lancia in questo tempo strano, connotato dal Virus e da preoccupazioni sempre più inquietanti, è chiara. “Noi non ci fermiamo; siamo consapevoli che anche qui c’è sofferenza e sono nate nuove criticità. Ci siamo chiesti perché continuare ad aiutare realtà lontane quando il bisogno è diventato così vicino fino a toccare amici che hanno perso il lavoro e vivono nell’incertezza? Ma poi, proprio vedendo la gioia dei ragazzi nel video di Severgnini, abbiamo capito che è solo uno slancio gratuito del cuore che può vincere il senso di vuoto che ci troviamo intorno. Insomma, quello che ha tirato fuori dal nulla quei ragazzi, al punto che ci fanno da esempio, è la stessa cosa che sta tirando fuori dal nulla anche noi. Ci siamo resi conto che la difficoltà non restringe gli orizzonti. La difficoltà, seppure drammatica, può generare molto più di quanto possiamo immaginare”.
Dunque la diretta streaming, gli interventi da Kampala, i saluti e le partecipazioni di nuovi soggetti coinvolti saranno l’espressione sensibile di questa apertura universale, vera risorsa di ogni società e di ogni popolo che intenda camminare nella storia da protagonista e non semplicemente sopravvivere ad un virus.
Quest’anno più che mai vale lo slogan del Corone: mai troppo lontani per incontrarci.
9 ottobre
Zona rossa: il governo dovrà valutare | "Fermate i negazionisti" | Il Giro d'Italia
Fiere, in Regione l'ok per la fusione tra Rimini e Bologna
(Rimini) Confermata la volontà di perseguire l’obiettivo dell’aggregazione tra le Fiere di Bologna (Bologna Fiere) e Rimini (Ieg). E’ l’esito dell’incontro tenutosi il 7 ottobre 2020, nella sede della Regione Emilia-Romagna in viale Aldo Moro a Bologna. Erano presenti il presidente Stefano Bonaccini, i presidenti di Bologna Fiere e Ieg Gianpiero Calzolari e Lorenzo Cagnoni, i sindaci di Bologna e di Rimini, Virginio Merola e Andrea Gnassi e l’assessore regionale a Sviluppo e Lavoro, Vincenzo Colla. "La volontà di perseguire l’obiettivo è stata confermata, verificando tutte le condizioni necessarie e utili a tal fine", spiegano dalla Regione. "La Regione Emilia-Romagna, da parte propria, si è impegnata a presentare un progetto di legge regionale a sostegno del sistema fieristico della regione. Infine, si è concordato di chiedere un incontro al Governo per ottenere un fondo a sostegno del sistema fieristico nazionale".