14 ottobre
Il Giro blinda Rimini | Riccione, locale chiuso | Il prefetto: individuare i focolai
Riccione, chiuso locale: non rispetta le norme anticovid
(Rimini) Nello scorso weekend i carabinieri della Compagnia di Riccione hanno avviato una serie di controlli tesi a verificare il rispetto delle nuove disposizioni anti-contagio da “Covid-19”, sensibilizzando la popolazione ad attenersi alle nuove indicazioni del Governo. Nell’ambito dei controlli ed a seguito delle numerose segnalazioni pervenute, nella notte tra sabato e domenica, è stato riscontrato un folto assembramento di giovani all’esterno di un noto Pub di Riccione. I carabinieri, giunti sul posto, hanno quindi accertato che la stessa situazione era presente tra i tavoli del locale, sovraffollati nonostante gli sforzi dei gestori di garantire un minimo di distanziamento. Contestata la violazione, nella giornata di ieri è stato notificato il consueto verbale di 400,00€ con applicazione della sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio per 5 giorni.
Reddito di cittadinanza, segnalati all’Inps due “furbetti”
(Rimini) Contrasto al lavoro nero, la Guardia di Finanza ha individuato due soggetti che, da tempo, percepivano il reddito di cittadinanza senza averne diritto, per un valore complessivo di 11.500 euro.
Il primo caso, di indebita percezione del reddito di cittadinanza, “riguarda un sessantenne, residente a Riccione, il quale ometteva di dichiarare ai fini Isee un patrimonio mobiliare di 99mila euro costituito da quote di partecipazione al capitale sociale di una società con sede in Riccione (RN), operante nel settore della ristorazione, attualmente non operativa. Lo stesso, dal mese di maggio 2019, percepiva un Reddito di Cittadinanza mensile pari ad 780 euro.
In un secondo caso, invece, un cinquantacinquenne, residente a Rimini, nel periodo in cui già beneficiava della prestazione sociale agevolata, intraprendeva un rapporto di lavoro dipendente omettendone la prevista comunicazione all’INPS che, indotto in errore poiché all’oscuro di tale variazione, continuava a corrispondere il reddito di cittadinanza nella misura di circa € 500,00 mensili.
A conclusione delle indagini, i Finanzieri hanno deferito all’Autorità Giudiziaria i due soggetti per il reato previsto e punito dall’art. 7 del decreto legge n. 4/2019. A carico di entrambi i percettori del reddito di cittadinanza è stata, altresì, inoltrata, al competente ufficio I.N.P.S., apposita segnalazione per l’avvio della procedura di revoca del citato beneficio economico ed il recupero delle somme indebitamente erogate.
Positivi nelle scuole
(Rimini) Sul fronte scuola si segnalano nuove positività: si tratta di due alunni di due scuole elementari della provincia, per le quali non sono state previste quarantene. Si confermano invece le misure di quarantena, oltre ai tamponi, per una materna e per un nido sempre della provincia di Rimini.
Aggiornamento coronavirus: 26 nuovi contagi
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 38.356 casi di positività, 341 in più rispetto a ieri, di cui 158 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei 341 nuovi casi, 86 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 194 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti. Sono 11 i nuovi contagi collegati a rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso-faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia, Malta e regioni della Francia. Due invece i casi positivi di rientro da altre regioni.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è 48,9 anni. Sui 158 asintomatici, 102 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 30 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 8 con i test pre-ricovero. Per 18 casi è in corso la verifica sul motivo del tampone. Per quanto riguarda la situazione nelle province, i numeri più elevati si registrano in quelle di Bologna (69), Modena (61), Parma (58), Reggio Emilia (34), Ferrara (30), a Forlì (27), Rimini (26), Ravenna (14) e Piacenza (14). Dei 26 nuovi casi nel riminese, 8 sono casi sporadici, in seguito a manifestazione dei sintomi; 16 per contatto con casi certi, per la maggior parte in ambito familiare; 2, infine, sono emersi da screening professionali.
I tamponi effettuati ieri sono 13.344, per un totale di 1.310.995. A questi si aggiungono anche 2.959 test sierologici. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 6.876 (203 in più di quelli registrati ieri). Purtroppo, si registrano due nuovi decessi, uno in provincia di Bologna (un uomo di 82 anni) e uno in quella di Ferrara (un uomo di 79 anni). Il numero totale sale dunque a 4.498.
Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 6.522 (+158 rispetto a ieri), oltre il 95% dei casi attivi. Sono 31 i pazienti in terapia intensiva (+6 rispetto a ieri) e 323 (+39) quelli ricoverati negli altri reparti Covid. Le persone complessivamente guarite salgono a 26.982 (+133 rispetto a ieri): 7 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 26.975 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 5.420 a Piacenza (+14, di cui 10 sintomatici), 4.595 a Parma (+58, di cui 33 sintomatici), 6.121 a Reggio Emilia (+34, di cui 26 sintomatici), 5.362 a Modena (+61, di cui 13 sintomatici), 6.893 a Bologna (+69, di cui 44 sintomatici); 620 casi a Imola (+2, sintomatici), 1.626 a Ferrara (+30, di cui 14 sintomatici); 1.934 a Ravenna (+14, di cui 8 sintomatici), 1.631 a Forlì (+27, di cui 17 sintomatici), 1.259 a Cesena (+6, di cui 2 sintomatici) e 2.895 a Rimini (+26, di cui 14 sintomatici).
Nuovo decreto, Indino (Confcommercio): nuova punizione per i pubblici esercizi
(Rimini) “Con il nuovo Dpcm si punisce ancora una volta il settore dei pubblici esercizi”. Così Gianni Indino, presidente Confcommercio della provincia di Rimini che parla di “un provvedimento incomprensibile, che va contro a chi in questi mesi ha fatto di tutto per adeguare l’attività ai protocolli. Per i locali serali sarà un vero colpo di grazia. Un provvedimento scritto male, che impone ai pubblici esercizi la chiusura a mezzanotte, ma non impedisce loro di riaprire a mezzanotte e un minuto: una provocazione, certo, che non escludiamo di mettere in atto”.
Come “rappresentante degli imprenditori”, Gianni Indino si dichiara “offeso e umiliato. Con il nuovo Dpcm partorito questa notte dal governo si puniscono ancora una volta i pubblici esercizi, praticamente unici capri espiatori sacrificabili sull’altare della pandemia. Nonostante i protocolli, le sanificazioni, l’uso dei dispositivi di protezione personale e i distanziamenti dei tavoli a cui si sono adeguati in questi mesi, il nuovo Dpcm tratta i pubblici esercizi ancora una volta come untori. L’obbligo di chiusura alle 24 per ristoranti, bar e pub non è comprensibile ed è totalmente ingiusto. Per i locali serali sarà un vero colpo di grazia. Vorrei inoltre ricordare al governo che queste sono imprese, piccole o grandi che siano, e come tutte le imprese hanno bisogno di tempo per riorganizzare l’attività e il personale, mentre le si obbliga ad adeguarsi nel giro di qualche ora. I ristoranti non potranno più nemmeno sfruttare il secondo turno che in parte mitigava i minori posti a sedere, pena dover cacciare i clienti dal proprio locale allo scoccare della mezzanotte.
Se la motivazione che ha spinto il governo ad inasprire le regole per i pubblici esercizi è quella di evitare assembramenti, mi si spieghi perché dopo le ore 24 una tavolata al ristorante non può sorseggiare l’ultimo bicchiere e chiacchierare comodamente seduta, distanziata e in regola. E vorrei sapere qual è il motivo per il quale dopo mezzanotte in un bar o in un pub non si può ascoltare musica, bere una birra o un cocktail seduti e distanziati, conversando con i propri amici dopo una giornata o una settimana di lavoro. E poi, alle 24 saremo obbligati a fare uscire tutti dal locale, faremo suonare la campanella? Ci sarà un po’ di tolleranza dando il tempo di finire il pasto all’ultimo tavolo? Contiamo nel buonsenso di chi farà i controlli. Ma poi fuori le persone non possono sostare: saremo sempre noi a dover liberare velocemente il marciapiede davanti al locale? E se non riusciamo a farlo, di chi sarà la responsabilità? Siamo così sicuri che gli assembramenti siano davvero colpa dei nostri locali e che i ragazzi fatti uscire dal pub o dal ristorante fileranno sotto le coperte? Ai locali senza posti a sedere viene ordinato di chiudere alle ore 21. Le centinaia di negozietti che vendono alcol in tutto il territorio provinciale chiuderanno anche loro alle 21 o continueranno come hanno sempre fatto a vendere alcol da asporto rifornendo chi riempie piazze, vie e parchi in barba a regole e protocolli? Domande che al momento non trovano risposta e non la troveranno mai, perché questo provvedimento sembra scritto da gente che non vive la realtà e non conosce le imprese del settore. Un provvedimento scritto male, che impone ai pubblici esercizi la chiusura a mezzanotte, ma non impedisce loro di riaprire a mezzanotte e un minuto: una provocazione, certo, che non escludiamo di mettere in atto”.
Per Indino, “non si è intervenuto ad esempio sulle capienze del trasporto pubblico, settore da dove arrivano foto e video di assembramenti fuori da ogni logica e soprattutto da ogni regola. Fanno più paura due birre al pub tra amici dopo mezzanotte di pensiline stracolme di gente. Ancora una volta dunque si è preferito puntare l’indice sul settore dei pubblici esercizi. Evidentemente chi ha lo stipendio assicurato a fine mese è più interessato a spostare i problemi piuttosto che affrontarli. Ma se ne assumano le responsabilità: ne dovranno rispondere quando una fetta del comparto morirà e si accorgeranno di quanto beneficio portava al nostro Paese. A questo punto la situazione non è più tollerabile. Gli imprenditori che per legge si trovano penalizzati nella propria attività e che rischiano di dover lasciare a casa anche il personale, devono poter avere un ristoro economico congruo. Eppure da questo lato il governo continua a fare orecchie da mercante e alle imprese non arriva nulla. Una situazione incomprensibile e vergognosa che ci costringe a continuare a batterci sempre con maggior forza a tutela delle imprese”.
San Gaudenzo, il discorso del vescovo alle autorità
(Rimini) In occasione della solennità di San Gaudenzo, Santo Vescovo e Martire, patrono della città e della diocesi, nel quale si ritrovano le radici della storia cristiana di questa terra, il Vescovo Francesco ha incontrato - come di consueto - le autorità civili e militari. A nome di tutta la Chiesa riminese ha omaggiato a ciascuno dei presenti in Sala San Gaudenzo la nuova enciclica di Papa Francesco, Fratelli tutti. Proprio a partire dal testo del pontefice, che tanta eco ha suscitato nei giorni successi alla sua pubblicazione, il Vescovo ha intessuto il suo discorso dal titolo: Osare la fraternità, ardire la speranza (in allegato).
Il testo del Vescovo Francesco si snoda in dieci paragrafi, tutti dedicati alla fraternità: "Una dichiarazione disarmante"; "Fraternité è parola laica o cristiana?", "Non c'è fraternità senza prossimità"; "Basta essere consanguinei o vicini per essere fratelli?"; "Ma cosa c'è oltre?"; "Non c'è fraternità senza solidarietà"; "Non c'è fraternità senza corresponsabilità"; "Non c'è fraternità senza gratuità"; "Non c'è fraternità senza misericordia"; "La politica di c'è bisogno"."Fraternità: parola alta e altra, purtroppo esiliata dal sentire comune e dal parlare corrente. Osarla, si deve. Ma si può? Secondo Papa Francesco, sì, si deve e si può". Lo testimonia anche la recente enciclica del Santo Padre, dedicata alla fraternità e all'amicizia sociale, dal titolo squillante e coinvolgente: Fratelli tutti, titolo preso in prestito da san Francesco d'Assisi.L'intenzione del Vescovo di Rimini non è certo quella di sconfinare in un ambito che non gli è proprio, parlando alla Città con tanto di enciclica papale alla mano, e neppure di 'propinare' un discorso strettamente confessionale ad una Città e ad un territorio laico e multireligioso, come tutto il nostro Paese. Lo stesso Papa Francesco sgombera il terreno da ogni rischio equivoco: "Pur avendo scritto questa enciclica a partire dalle mie convinzioni cristiane, che mi animano e mi nutrono, ho cercato di farlo, in modo che la riflessione si apra al dialogo con tutte le persone di buona volontà" (nr. 5).
Il dialogo con tutte le persone di buona volontà anima l'intervento di Mons. Lambiasi, proprio a partire dal tema del discorso, la parola "Fraternità", parola laica e rivoluzionaria, che la Chiesa condivide in modo appropriato. Non solo. Per il Vescovo di Rimini, le parole che compongono il trinomio della Rivoluzione francese, Liberté – Égalité – Fraternité, sono tutt'e tre, insieme, cristiane, laiche e rivoluzionarie. Cristiane, perché vengono dal linguaggio del Nuovo Testamento. Laiche, perché sono parole del comune linguaggio dell'umano. Rivoluzionarie, perché provengono dal linguaggio sovversivo e contestatore della guerra, della disumanità, di una cattiva economia e di una politica boriosa, tracotante e disastrosa. "Purtroppo però – si rammarica il Vescovo – il trinomio è stato usato male".
A questo punto, mons. Lambiasi 'sviluppa' la sua idea sulla parola fraternità. La declina. Perché non è vera fraternità se non è accompagnata dalla prossimità, che non è appena vicinanza: ce lo insegna la parabola evangelica del Buon Samaritano. Non è vera fraternità se non porta con sé la solidarietà, se non esprime corresponsabilità, se non vive la dimensione della gratuità, se non è accompagnata dalla misericordia. Perdonare non è dimenticare ma, come ricordava don Oreste Benzi: "L'uomo non è il suo errore".
Il Vescovo di Rimini conclude il suo intervento offrendo un decalogo di buona politica. Quella che coltiva un amore preferenziale per i poveri, che è sensibile all'urgenza di trovare soluzione a tutto ciò che attenta ai diritti umani fondamentali. Una politica che non si sottomette alla 'dittatura' dell'economia né si assoggetta al paradigma efficientista della tecnocrazia, ma efficace nei processi e tenace negli obiettivi si impegna ad integrare le persone, alla luce dei principi di solidarietà e di sussidiarietà, che mira ad una vita sociale sana e aperta, e al bene comune senza 'sé' e senza 'ma'.Alle autorità presenti in Sala San Gaudenzo è stata anche consegnata copia della Lettera Pastorale 2020-21 Sperare si può. Per un cammino di fede con gli adulti, pubblicata dalle edizioni ilPonte proprio nei giorni scorsi.
Cattolica, Daniele Cerri è il nuovo assessore alle politiche sociali
(Rimini) Daniele Cerri è il nuovo assessore alle Politiche sociali del Comune di Cattolica. La nomina del sindaco Mariano Gennari è arrivata quest’oggi. PerCerri, classe 1963, si tratta della prima esperienza amministrativa e la sua nomina nasce nell’ambito della società civile non essendo attivo all’interno di alcuna forza politica. Laureato in psicologia con specializzazione in psicoterapia, Cerri porta all’interno del percorso amministrativo la propria esperienza professionale: è stato educatore professionale in comunità terapeutica residenziale e ne diviene responsabile per un arco temporale di cinque anni; ha prestato servizio durante l’emergenza del sisma nelle Marche occupandosi di sostegno psicologico; con l’acuirsi dell’emergenza Covid-19 ha collaborato con l’Asur Marche (Area Vasta 1 – Fano-Pesaro-Urbino). Nel dettaglio le deleghe assegnate al nuovo assessore comprendono: servizi sociali; servizi socio-sanitari; pari opportunità; politiche della famiglia; politiche per l'integrazione; volontariato e associazionismo; politiche per la casa; politiche per la terza età; politiche per la disabilità; servizi demografici. In capo al Primo cittadino rimangono, invece, le deleghe riguardanti la sicurezza e la polizia locale e la lotta all'usura.
“Sono felice dell’ingresso in squadra di Cerri – spiega il Sindaco Gennari – un cattolichino che da sempre si spende nel sociale. A Cattolica lo conoscono quasi tutti come “Cerino” perché ultimo nato di quattro figli (3 fratelli ed una sorella). Attivo in numerosi progetti inclusivi per i diversamente abili, soprattutto con gli sport nautici, vivendo il mare come terapia. Mi permetto di dire che con Daniele il sociale “issa le vele”. Senza dimenticare l’impegno nel volontariato con i campi lavoro della Caritas e con Cattolica per la Tanzania per la quale è stato diverse volte in Africa partecipando attivamente alla realizzazione di scuole ed ospedali. Ho voluto mantenere per me le deleghe alla lotta all’usura ed alla polizia municipale proprio per dare la possibilità al neo Assessore di dedicarsi totalmente al sociale che nel momento storico che stiamo attraversando vive ancor di più dinamiche e situazioni complesse. Al dottor Cerri faccio i miei migliori auguri di un buon lavoro”.
“Ringrazio il Sindaco – ha esordito l’Assessore Cerri – e la tutta la Giunta che sta dandomi fiducia e soprattutto che mi sta concedendo la possibilità di impegnarmi, in una veste differente ed istituzionale, della nostra città. Sono consapevole che saranno otto mesi impegnativi ma sarà il consueto spirito di servizio ad animare il mio lavoro. Non vedo l’ora di “entrare in campo” ed essere me stesso, mettere le mie competenze a disposizione della comunità, pronto ad ascoltare le esigenze dei miei concittadini e lavorare in squadra e per la squadra”.
Verucchio: processo al 'pataca'
(Rimini) Dopo Sigismondo (foto) e Gianciotto Malatesta, la Festa della Storia mette alla sbarra ‘Il Pataca’ in una domenica 18 ottobre tutta dedicata al maestro Federico Fellini nel centenario della nascita. In mattinata l’incontro al Teatro Pazzini con Gianfranco Miro Gori sulle donne nel cinema del grande regista e la presentazione del restauro del torrioncino in cui visse la Rosina di Verucchio, fra i personaggi de ‘La Città delle Donne’. Alle 17.30 il Processo nel Salone delle Feste della Rocca Malatestiana, con avvocati d’accusa e difesa e verdetto affidato alla giuria popolare costituita dalò pubblico
Nella sua sesta edizione, Più vivo la storia, più amo Verucchio, torna a riannodare i fili della tradizione riproponendo i ‘Processi’ nel maestoso Salone delle Feste della Rocca Malatestiana. Fortezza che nel 2017 e 2018 vide alla sbarra rispettivamente Sigismondo Pandolfo e Gianciotto Malatesta, assolti entrambi clamorosamente dalla giuria popolare costituita dal nutrito pubblico in sala dopo un acceso dibattimento degli avvocati. In questa edizione 2020 corredata di tutta una serie di omaggi a ricorrenze particolari legate a personaggi ed eventi, alla sbarra ci finirà invece ‘Il Pataca’ in una domenica 18 ottobre tutta dedicata a Federico Fellini nel centenario della nascita.
“Abbiamo voluto omaggiare il grande maestro con una giornata tutta verucchiese, che prende spunto dall’intervento di recupero e riqualificazione del torrioncino di via Sant’Agostino in cui visse la Rosina di Verucchio fra i personaggi della ‘Città delle Donne’ girato dal regista nel 1979 e uscito nelle sale nel marzo 1980, quarant’anni fa. Restauro che l’architetto Giovanna Giuccioli illustrerà alle 12.30 durante una visita in loco all’uscita dall’incontro al Teatro Eugenio Pazzini che aprirà il programma. Evento in calendario alle 10 che vedrà Gianfranco Miro Gori protagonista di un excursus sul tema ‘Le donne del cinema di Fellini. Da Gelsomina alla Rosina di Verucchio’” spiega la sindaca Stefania Sabba.
Prima cittadina che entra quindi nel merito dell’appuntamento delle 17.30. “Quello dei Processi pubblici con verdetto popolare è un format particolarmente apprezzato e che ha sempre suscitato curiosità e grande partecipazione. Quest’anno abbiamo optato per la storia recente e le atmosfere felliniane tanto da mettere alla sbarra idealmente ‘Il Pataca’. Saranno la giornalista Federica Bianchi e l’esperto in comunicazione Lodovico Vico Zanetti a impersonare l’accusa e la difesa, mentre il ruolo di presidente della giuria non potrà che toccare nuovamente a Gianfranco Miro Gori, saggista, fondatore e a lungo direttore della Cineteca di Rimini nonché autore di numerosi libri su Fellini di cui è uno dei massimi esperti e ideatore di Processi del 10 agosto a San Mauro Pacoli” conclude Sabba. Gori che invita pubblicamente all’evento con la battuta: “Il processo al Pataca non sarà una patacata”.
Borgo San Giovanni, chiusa la prima fase della riqualificazione
(Rimini) Ha avuto lo scopo di individuare gli arredi mancanti come panchine e rastrelliere per le bici, il sopralluogo che questa mattina ha visto impegnati assessori e tecnici dell'amministrazione comunale, nel borgo San Giovanni, per delineare e programmare le imminenti modifiche per il miglioramento del decoro urbano della via XX Settembre. Opere che, nei prossimi giorni, Anthea provvederà a realizzare. Si tratta del completamento della prima fase del progetto di riqualificazione del borgo San Giovanni, che fa seguito ai lavori già terminati, come la nuova pista ciclabile realizzata in sede propria sul lato mare della strada e la riorganizzazione della sosta.
Un progetto, in realtà, che fa parte di un'azione più ampia, che prevede un intervento organico che interesserà anche i marciapiedi lato monte e lato mare. Oltre alle oprare già fatte e a quelle previste nelle prossime settimane, il progetto definitivo prevede infatti - a patire dall'inizio del prossimo anno - una seconda fase di interventi con il rifacimento dei marciapiedi e il riposizionamento di tutti gli elementi di arredo e decoro urbano. Un progetto finanziato con le risorse messe a disposizione dalla Regione.
"Gli interventi di riqualificazione del Borgo San Giovanni, che verranno attuati in questi giorni - precisa Roberta Frisoni - sono al centro di un complessivo progetto che mira al miglioramento del collegamento di una zona strategica della città, che sorge tra il centro storico e la zona del Centro Studi. Gli elementi di arredo urbano che verranno installati in questi giorni, sono volti a garantire la piena funzionalità dell'area e chiudere una prima fase dei lavori. A breve si darà poi completamento al progetto con interventi volti a migliorare la qualità dei percorsi pedonali, dei marciapiedi e del verde."