29 ottobre
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Discoteche e locali protestano a Bologna, Callà: vogliamo lavorare
(Rimini) Tovaglie apparecchiate stese in mezzo alla piazza, ma vuote. Con questa immagine, il sottofondo dell’inno nazionale e del silenzio e l’hastag #siamoaterra la FIPE-Confcommercio, Federazione Nazionale Pubblici Esercizi, ha manifestato in 24 piazze d’Italia con oltre 10mila persone collegate idealmente, accendendo ancora una volta un faro sulle gravi difficoltà in cui si trova il settore dei pubblici esercizi, dai ristoranti ai bar, fino ai pub, al catering e a tutto il momento dell’intrattenimento notturno, già provato dal duro lockdown primaverile e ora, nonostante gli investimenti in sicurezza per ottemperare ai protocolli, nuovamente penalizzata da orari incompatibili con la propria attività. Fipe della provincia di Rimini si è unita nella protesta ai colleghi di tutta Emilia Romagna che si sono dati appuntamento questa mattina in piazza Maggiore, portando a Bologna rappresentanti di categoria e gestori dei locali di tutta la provincia. Tra gli altri presenti a Bologna. Da Cattolica: Staccoli, da Riccione: Pascià e Chiringuito 151, da Verucchio: La Fratta e Casa Zanni, da Misano: Osteria Vecia, da Rimini: Barafonda, Lo Zodiaco, Frontemare, Darsena Sunset, Hasta Luego, Ingrata, Circus, Amerigo, Sbionta, Giusti, TerraeMaris, Red Devil e Mr Jones.
“Eravamo migliaia e abbiamo manifestato con il massimo rispetto delle norme. Una forma di protesta – sottolinea il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini e del SILB-Fipe regionale – composta ed educata, ma ferma e decisa. Siamo a terra, come le tovaglie apparecchiate sul selciato, e i ristori promessi dovevano arrivare ben prima di queste nuove misure restrittive, come avevamo chiesto a gran voce anche direttamente al premier Conte qualche settimana fa. Ristori che ora possono essere solo il primo passo, a patto che davvero arrivino in fretta e non rimangano solo promesse come i rimborsi per le spese di sanificazione, sbandierati al 60% e poi di fatto ridotti a poco più del 9% a fronte degli ingenti costi sostenuti dalle imprese. Se siamo riusciti a trascorrere un’estate serena nei locali, senza picchi di contagio, è perché la stragrande maggioranza degli imprenditori è stata alle regole. Regole che ora sembra non valgano più, o che valgano solo fino a una cert’ora: non è tollerabile, né economicamente sostenibile. Chiediamo solo di poter lavorare con tutte le precauzioni del caso, di ospitare le persone in sicurezza, distanziate e serene.
Per quanto riguarda le discoteche, siamo seriamente preoccupati guardando al nuovo DL Ristori: si parla del 400% in più per i gestori dei locali che hanno avuto un sostegno ad aprile, peccato che siano solo una parte dei locali italiani, soprattutto di quelli stagionali che ad aprile non erano aperti. Serve assolutamente un tavolo condiviso in cui parlare della specificità di questo settore che, evidentemente, non è ancora chiara al legislatore. Le discoteche sono state sbattute in prima pagina come mostri, come capri espiatori, ma dati alla mano non era così. La rinnovata spinta del virus dopo 8 mesi di chiusura delle sale da ballo dimostra che non era colpa delle discoteche e a distanza di mesi mi piacerebbe sentire voci che si alzano a nostra difesa”.
“Innanzitutto vorrei ringraziare i tanti colleghi di tutta la provincia di Rimini che hanno voluto essere insieme a FIPE oggi a Bologna – dice il presidente di FIPE della provincia di Rimini, Gaetano Callà - per fare sentire la nostra voce univoca. Non siamo scesi in piazza perché vogliamo elemosine dallo Stato, ma vogliamo tornare a lavorare! Ci siamo attrezzati per questo, abbiamo investito in sicurezza e ora ci ritroviamo punto e a capo, con una crisi che morde e che rischia di far chiudere più di 50mila imprese lasciando a casa 300mila lavoratori. Le nostre imprese sono piccole, ma alle spalle di ognuna di esse ci sono dipendenti e famiglie. Senza poter lavorare siamo alle prese con costi vivi che vanno avanti ogni giorno e senza aiuti concreti e veloci rischiamo di non poterli saldare. Ciò significherebbe alzare bandiera bianca e non riaprire mai più. Né noi, né il Paese, ce lo possiamo permettere perché i pubblici esercizi e l’enogastronomia sono l’anima dell’Italia, del suo turismo. Per il nostro territorio sarebbe un disastro difficile da rimettere a posto”.
Ristori alle attività, anche in salsa riminese
(Rimini) "Mettiamo in campo una risposta immediata ma che guardi al domani, per dare una prospettiva. Un pacchetto di misure che vada ad affiancare le misure del Governo attraverso il decreto ristoro e il contributo straordinario della Regione, che annunciato fondi per 10 milioni per le attività più penalizzate dalle ultime chiusure: quanto più le azioni saranno sostanziali e rapide e meglio saremo attrezzati per affrontare la ripartenza". In videoconferenza con i rappresentanti delle principali associazioni di categoria, nel primo di una serie di confronti con le realtà cittadine, il sindaco Andrea Gnassi insieme agli assessori Jamil Sadegholvaad e Gian Luca Brasini ha presentato le proposte a cui il Comune di Rimini sta lavorando per sostenere le imprese e per consentire di avere una base di ripartenza per il 2021.
"Siamo tutti sulla stessa barca ed è solo insieme che potremo affrontare questa difficile momento, con consapevolezza, senso di responsabilità e lucidità - ha sottolineato il sindaco Gnassi – Per questo serve un patto tra istituzioni, sanità, categorie, per uscire insieme dall'emergenza e costruire una prospettiva. Il Comune prova a fare la sua parte con questo 'pacchetto d'urto', che s'incardina nelle azioni di ristoro previste dal Governo, ma che ha l'obiettivo di guardare oltre all'emergenza e di mettere le imprese nelle condizioni di farsi trovare pronti quando ci saremo lasciati alle spalle il periodo più critico". Diverse sono le leve su cui si sta agendo a partire dal prolungamento per tutto il 2021 del progetto Rimini Open Space, che nella sua prima fase di sperimentazione ha coinvolto oltre 400 attività, che hanno potuto lavorare garantendo distanziamento e sicurezza. Sempre per i pubblici esercizi la proposta è di esenzione della Cosap, il canone per il suolo pubblico, per tutto il primo semestre del 2021.
Agevolazioni allo studio anche per quanto riguarda la Tari, con un contributo straordinario che possa consentire di ristorare la tassa rifiuti pagata per l'ultimo bimestre 2020. Misura già introdotta nel periodo di lockdown per quelle attività chiuse del tutto o parzialmente sulla base delle misure governative, con riduzioni fino al 40%. Un'ulteriore proposta riguarda le prossime festività natalizie, che inevitabilmente dovrà tener conto dell'evoluzione sanitaria: se le condizioni lo permetteranno, l'intenzione è di favorire la fruibilità dei parcheggi dell'anello del centro storico, valutando l'introduzione di gratuità (ad esempio per la prima ora di sosta), per tutto il mese di dicembre e anche a gennaio. Tra le misure al vaglio anche la possibilità di riproporre e integrare la 'no tax-area', che tra i vari interventi consente il rimborso dell'Imu per i proprietari di immobili che rinegoziano l'affitto e contributi alle start up d'impresa. "Oggi siamo chiamati tutti a stringere i denti – conclude il sindaco Gnassi – per poter essere liberi domani di ricominciare a correre. Le proposte del Comune vanno in questa direzione: vogliamo e dobbiamo farci trovare pronti".
Aggiornamento coronavirus, +114 positivi
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 50.494 casi di positività, 1.212 in più rispetto a ieri, su un totale di 21.376 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti passa così dal 6,6% di ieri al 5,7% di oggi. Dei nuovi contagiati, sono 582 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: complessivamente, tra i nuovi positivi 196 persone erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 326 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,3 anni. Sui 582 asintomatici, 244 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 63 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 4 per screening sierologico, 11 con i test pre-ricovero. Per 260 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede quella di Modena con 280 nuovi casi, poi Bologna (222), Reggio Emilia (171), Rimini (114), Ravenna (96), Piacenza (91), Parma (75). Poi la provincia di Ferrara (57), l’Imolese (37), Cesena (36) e Forlì (33).
I tamponi effettuati sono stati 21.376, per un totale di 1.531.311. A questi si aggiungono anche 2.949 test sierologici. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 18.230 (1.153 in più di quelli registrati ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 17.112 (+1.072 rispetto a ieri), il 93,8% dei casi attivi. Purtroppo, si registrano 14 nuovi decessi: 4 in provincia di Ravenna (una donna di 91 anni e 3 uomini di 78, 90 e 91 anni), 3 in provincia di Bologna (3 uomini di 73, 82 e 95 anni), 3 in provincia di Parma (3 uomini di 72, 88 e 89 anni), 2 in provincia di Modena (2 uomini di 80 e 81 anni), 1 in provincia di Reggio Emilia (un uomo di 85 anni) e 1 in provincia di Ferrara (un uomo di 91 anni). Dall’inizio dell’epidemia i morti complessivi in Emilia-Romagna sono 4.593.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 119 (+16 rispetto a ieri), 999 quelli in altri reparti Covid (+65). Sul territorio, le 119 persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 10 a Piacenza (+2 rispetto a ieri), 12 a Parma (-1), 6 a Reggio Emilia (+1), 16 a Modena (+5), 43 a Bologna (+4), 4 a Imola (+1), 6 a Ferrara (+1), 4 a Ravenna (-1), 7 a Forlì (+2), 3 a Cesena (+1) e 8 a Rimini (+1). Le persone complessivamente guarite salgono a 27.671 (+45 rispetto a ieri). Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 6.567 a Piacenza (+91, di cui 2 sintomatici), 5.420 a Parma (+75, di cui 53 sintomatici), 7.789 a Reggio Emilia (+171, di cui 119 sintomatici), 7.090 a Modena (+280, di cui 174 sintomatici), 9.647 a Bologna (+222, di cui 90 sintomatici), 943 casi a Imola (+37, di cui 27 sintomatici), 2.366 a Ferrara (+57, di cui 29 sintomatici); 2.653 a Ravenna (+96, di cui 36 sintomatici), 2.172 a Forlì (+33, di cui 25 sintomatici), 1.671 a Cesena (+36, di cui 22 sintomatici) e 4.176 a Rimini (+114, di cui 53 sintomatici).
Flash-mob delle palestre: "fateci lavorare"
(Rimini) "Ci sentiamo profondamente presi in giro dall'atteggiamento del presidente del Consiglio. Ha mandato i controlli e questi hanno ribadito che le palestre al 98% sono in regola", ha detto Guido Bruscia, titolare di una palestra che nel flash-mob di questa mattina presso il parco XXV Aprile a Rimini ha arringato la folla con il megafono. 'Lo sport è vita, no al nuovo dpcm', 'sport uguale salute' era scritto negli striscioni. All'appuntamento si sono presentati circa in duecento lavoratori del settore fitness. Tra i presenti c'era anche una ragazza di 28 anni, India Bonvento, che a fine febbraio ha costituito una società sportiva. L'apertura del suo centro a Santarcangelo di Romagna è stato posticipato causa Covid al 5 ottobre scorso. Tempo tre settimane ed era già ora di chiudere. "Siamo nati col Covid e ci siamo strutturati così", in base alle norme anti-Covid, spiega. "Abbiamo richiesto i controlli ma non sono arrivati. Speravamo che con i controlli, vedendo che eravamo in regola, ci fosse stata la possibilità di rimanere aperti". Chiudere per lei che ha investito proprio quest'anno nell'apertura di una palestra "è un disastro - confessa -, l'inizio è tutto un investimento senza guadagni. Abbiamo collaboratori sportivi e dipendenti da pagare". Anche Giulia Olivi, giovane personal trainer, non sta lavorando. "Sto facendo delle schede di allenamento per le mie clienti a casa", però tutto gratis, "nessun guadagno sia dai miei clienti che dai clienti della palestra" per cui lavora (Ansa).
Misano, potenziato il servizio ferroviario
(Rimini) Due importanti fermate potenzieranno il servizio ferroviario a Misano Adriatico. A partire da mercoledì 4 novembre e per tutta la durata dei lavori che causano l'interruzione del servizio tra Rimini e Viserba (termine previsto il 24 gennaio), a Misano Adriatico fermeranno i treni regionali veloci delle 8:17, proveniente da Bologna, e delle 12:42, proveniente da Ancona. "Si tratta – spiega il sindaco di Misano Adriatico Fabrizio Piccioni – di un miglioramento significativo. Ad oggi, da Rimini verso Pesaro, al mattino ci sono solo due treni che fermano a Misano, uno alle 7:00 e uno alle 7:20 e poi nulla fino alle 13:00 passate. Ora si aggiunge la fermata delle 8:17, utile per gli studenti e i lavoratori che devono recarsi a Pesaro. Da Ancona, in direzione Rimini, si aggiunge invece la fermata delle 12:42, utile per chi deve rientrare. In tal modo si pone rimedio ai collegamenti saltati a causa dei lavori di Viserba, ma dovremo continuare a lavorare per garantire collegamenti più frequenti anche una volta ultimato l'intervento, per un servizio di trasporto che sia utile alla collettività".
Trc, Riccione uscirà da Pmr
(Rimini) Il Comune di Riccione impugnerà il bilancio, non pagherà la quota parte dei costi e nuovi debiti del Trc (2.371.828 euro) e uscirà da PMR. Questa in sintesi la posizione del Comune di Riccione che l'assessore al Bilancio, Luigi Santi, esplicita in una nota in vista dell'assemblea dei soci della società proprietaria delle reti e dei beni strumentali del Trasporto Pubblico Locale, PMR. "Era il 16 ottobre di un anno fa quando, presso la sede di PMR, il Comune di Riccione espresse un voto assolutamente negativo sulla sperimentazione del TRC a partire da novembre 2019, avvertendo gli altri Comuni sugli ingenti costi a carico di tutta la comunità. In particolare si prevedeva un corrispettivo complessivo di circa 1 milione di euro da ripartire tra provincia, comuni e Regione. Alle nostre sollecitazioni il presidente di PMR ed il rappresentante del Comune di Rimini intervennero per tranquillizzare tutti gli enti soci annunciando un grande successo dell'infrastruttura, con guadagni per i Comuni soci. E invece ci sono ancora una volta da annotare perdite e a quasi un anno dall'inaugurazione i numeri sono impietosi. Dei 20 mila passeggeri stimati, come da programma di esercizio approvato dal CIPE, il TRC ha avuto mille passeggeri in inverno e una media di 1600 in estate, mentre la linea 11 in alcuni periodi raddoppia il numero degli utenti. E' evidente ancora una volta che la linea che passa al mare va potenziata perché è la via maestra per collegare i Comuni della costa, come abbiamo sempre sostenuto. All'assemblea di domani di PMR verrà sottoposto ai Comuni soci un bilancio di previsione per il 2021 che contiene oltre 1 milione di costi a carico degli enti soci per il proseguimento del servizio TRC. Un milione per oneri di gestione del mezzo. Quindi il contributo consortile che si chiede ai soci è di quasi due milioni e 400 mila euro di cui un milione solo per il TRC, che doveva essere un affare e invece è un pozzo senza fine, inutile per i cittadini e i turisti che continuano a prendere la linea 11. Noi l'avevamo detto subito, la linea di costa è ciò che serve. In coerenza il Comune di Riccione voterà contro il bilancio PMR".
Dpcm, Confartigianato: non si chiama lockdown, ma lo è. Cupioli: non arrendiamoci e restiamo uniti
(Rimini) "Purtroppo ci risiamo. La seconda ondata provocata dal nuovo dpcm, con le restrizioni ritenute utili a contrastare il contagio che sale e la connessa emergenza sanitaria, di fatto ci mette in una condizione di nuovo lockdown". Lo sottolinea Davide Cupioli della Confartigianato. "Le scelte operate porteranno tante aziende alla condizione di stallo operativo. Non è valso a nulla, per noi piccole e medie imprese, mostrare un atteggiamento di collaborazione e assecondare le richieste di adeguarci con dispositivi, sanificazioni, disciplina nella gestione dei clienti e tanto altro. Mentre noi facevamo enormi sacrifici, chi doveva agire sul fronte della sanità, scuola e trasporti, s’è preso una vacanza".
Continua Cupioli, "a noi hanno detto che se queste regole le avessimo osservate avremmo garantito la sicurezza dei clienti e la nostra. Abbiamo generalmente ubbidito, abbiamo perso fatturato e reso instabile la condizione dei nostri dipendenti e la nostra, ma abbiamo resistito. Questo secondo lockdown, perché nella realtà di questo si tratta per moltissime imprese, introduce un altro argomento che è quello della fragilità psicologica che coglie persone stremate dalla rincorsa ai dpcm, dall’instabilità delle loro imprese e dall’incertezza sul possibile futuro. Qualcosa per cui hanno speso la vita. Questa seconda ondata è devastante per il morale di chi in questi mesi ha già sofferto abbondantemente".
Per questo Cupioli rivolge "un appello, che per una volta non mira soltanto al sostegno economico, alla rivendicazione di un contributo vero e tempestivo. Tutte richieste che restano sul tavolo. Voglio dire a tutte le imprese artigiane di ogni settore che sono la spina dorsale dell’economia di questo Paese e del nostro territorio, di non arrendersi. Voglio dire agli imprenditori di attaccarsi con forza ai valori generati dai sacrifici fatti in tutta la vita, in moltissimi casi anche da quelli fatti dai nostri genitori prima di noi. Dobbiamo continuare a lottare, dobbiamo aiutarci anche nelle piccole cose quotidiane. E ai concittadini, chiedo di pensare alle piccole botteghe, ai piccoli negozi. La situazione è durissima, siamo al limite del crollo".
Nel dettaglio, "non c’è bisogno di fare grandi cose, ma serve rimanere uniti, sostenerci a vicenda per vincere anche questa battaglia. Partiamo dalla prudenza, dall’indossare con scrupolo la mascherina, rispettare le distanze, igienizzare le mani. Anche questo aiuta le imprese a non incorrere nelle possibili sanzioni. Ma serve anche continuare a vivere la quotidianità, magari con orari diversi. Sono veramente convinto che ne usciremo solo se ci aiutiamo tra di noi. Dobbiamo resistere, adottare i comportamenti che aiutano a venirne fuori. Dobbiamo garantire a tutti la qualità della vita e la libertà di una vera democrazia, non solo economica ma anche politica".
Aggiornamento coronavirus, +137 positivi
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 49.285 casi di positività, 1.413 in più rispetto a ieri, su un totale record di 21.401 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti passa così dal 9,5% di ieri al 6,6% di oggi. Dei nuovi contagiati, sono 772 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: complessivamente, tra i nuovi positivi 314 persone erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 288 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42,4 anni.
Sui 772 asintomatici, 271 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 34 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 1 per screening sierologico, 9 con i test pre-ricovero. Per 457 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La provincia con più contagi è quella di Bologna (312), a seguire Modena (293), Reggio Emilia (174), Rimini (137), Parma (107), Piacenza (102) e Ravenna (96). Poi la provincia di Ferrara (64), quindi le aree di Forlì (48), Cesena (48) e Imola (32).
I tamponi effettuati sono stati 21.401, per un totale di 1.509.935. A questi si aggiungono anche 3.087 test sierologici. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 17.080 (1.315 in più di quelli registrati ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 16.043 (+1.187 rispetto a ieri), il 93,9% dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 15 nuovi decessi: 6 in provincia di Bologna (4 uomini di 76, 82, 86 e 92 anni e due donne di 85 e 95 anni), 3 in provincia di Modena (2 uomini di 86 e 87 anni e una donna di 88), 2 in provincia di Parma (2 uomini di 84 e 92 anni), 2 in provincia di Ferrara (2 donne di 88 e 95 anni), 1 in provincia di Reggio Emilia (1 uomo di 85 anni) e 1 in provincia di Forlì-Cesena (1 donna di 83 anni di Cesena). Dall’inizio dell’epidemia i morti complessivi in Emilia-Romagna sono 4.759.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 103 (+10 rispetto a ieri), quelli in altri reparti Covid 934 (+118). Sul territorio, le 103 persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 8 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 13 a Parma (invariato), 5 a Reggio Emilia (invariato), 11 a Modena (+5), 39 a Bologna (invariato), 3 a Imola (+1), 5 a Ferrara (invariato), 5 a Ravenna (+1), 5 a Forlì (+2), 2 a Cesena (invariato) e 7 a Rimini (invariato). Le persone complessivamente guarite salgono a 27.626 (+83 rispetto a ieri).
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 6.476 a Piacenza (+102, di cui 12 sintomatici), 5.345 a Parma (+107, di cui 74 sintomatici), 7.618 a Reggio Emilia (+174, di cui 133 sintomatici), 6.811 a Modena (+293, di cui 122 sintomatici), 9.426 a Bologna (+312, di cui 65 sintomatici), 906 casi a Imola (+32, di cui 20 sintomatici), 2.309 a Ferrara (+64, di cui 42 sintomatici); 2.557 a Ravenna (+96, di cui 50 sintomatici), 2.140 a Forlì (+48, di cui 38 sintomatici), 1.635 a Cesena (+48, di cui 37 sintomatici) e 4.062 a Rimini (+137, di cui 48 sintomatici).
Coriano sul parco eolico: provincia incapace di rappresentare il territorio
(Rimini) "Ci sono questioni che impongono la ricerca di un modello strategico condiviso.... Si impone un confronto diretto che coinvolga tutte le parti in causa, private e pubbliche...". Lo sostiene il sindaco di Coriano Mimma Spinelli (portavoce di Rete civica), a tema il parco eolico off-shore tra Rimini e Cattolica il cui progetto sta facendo tanto discutere. Agli atti, ricorda Spinelli, c'è un'interrogazione del consigliere regionale di Rete civica Marco Mastacchi (30 giugno 2020) con una richiesta di audizione all'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna alla presenza dei sindaci della costa e dell'entroterra riminese. Causa Covid19 il solo Presidente della Provincia di Rimini sarà autorizzato in aula, in qualità di rappresentante e coordinatore del territorio.
"Fin dall'inizio e in qualità di Sindaco dell'entroterra ho chiesto alla Provincia di convocare tutti i Sindaci e i rappresentanti delle categorie economiche all'incontro istituzionale dicendo che la Provincia di Rimini non può bypassare un confronto serio con il territorio con il rischio che si arrivi ad un secondo inceneritore o ad un secondo TRC." Asserisce contrariata Domenica Spinelli. "Il confronto serve serio per non rischiare di compromettere un territorio che per tutti noi, dalla costa all'entroterra, è vitale" ribadisce. "Il presidente della Provincia non è in grado di rappresentare gli interessi di tutti se non c'è stata condivisione e discussione tra tutte le parti interessate. Noi Sindaci e amministratori non possiamo essere sempre ignorati perché è sulle nostre spalle che ricadono gli effetti delle decisioni e siamo noi che possiamo garantire la buona riuscita o meno di iniziative che coinvolgono i nostri territori. In questo senso mi sento solidale con i Sindaci della costa e orgogliosa e grata di un Consigliere come Marco Mastacchi che, con un'impostazione da Sindaco, è stato l'unico che si è occupato in prima persona di questa questione, venendo sul territorio a incontrare amministratori e categorie economiche" conclude il sindaco Spinelli. L'audizione è prevista per martedì 3 novembre.