Lotta al covid, regione ER parteciperà a sperimentazione vaccino italo-inglese
(Rimini) Anche l’Emilia-Romagna parteciperà alla sperimentazione del vaccino Oxford-AstraZeneca contro il Coronavirus. Lo farà con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, uno dei sette centri italiani scelti per testare il vaccino sviluppato dall’Università inglese in collaborazione con l’azienda biofarmaceutica. Sarà, nello specifico, la Struttura complessa di Malattie Infettive ad occuparsi della sperimentazione, “arruolando” e seguendo 300 pazienti volontari provenienti da tutta la regione. L’annuncio, con la presentazione del programma, è stato dato oggi in video conferenza stampa, a Modena.
“L’Emilia-Romagna, attraverso una delle nostre eccellenze, che è l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, fa la sua parte in una sperimentazione che tutti noi attendevamo con grande trepidazione: non possiamo che essere orgogliosi- sottolinea Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute-. Ancora una volta viene riconosciuto il valore della sanità pubblica della nostra regione e la qualità professionale di chi ci lavora, mettendo ogni giorno le proprie competenze e le proprie energie al servizio dei cittadini. Desidero ringraziare- conclude Donini- tutti coloro che parteciperanno a questo percorso, dai clinici ai volontari, con l’augurio che possa concludersi in modo rapido e positivo”.
“Si tratta di un’ulteriore dimostrazione di come l’impegno serio e costante di professionisti della sanità venga premiato, e di come l’integrazione forte tra assistenza e Università sia sempre e comunque un valore inestimabile per un’Azienda di elevato livello come la nostra-commenta il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Claudio Vagnini-. La nostra struttura complessa di Infettivologia è stata selezionata non a caso, ma in seguito a una serie di pubblicazioni fatte nei mesi precedenti da cui è emerso il livello elevatissimo di qualità scientifica. L’agenzia che si occupa degli arruolamenti (Contract Research Organization, Cro) ha svolto diverse visite nei mesi scorsi, rilevando come qui sussistano tutte le condizioni per poter condurre uno studio così importante”.
L’auspicio è che le prime dosi del vaccino possano essere somministrate quanto prima ai volontari, non appena verrà espletata tutta la parte burocratica necessaria. Sarà necessario infatti “arruolare”, a partire da tutta la popolazione dell’Emilia-Romagna, 300 persone, che sceglieranno volontariamente di far parte del trial (e cioè della sperimentazione clinica del vaccino). Gli aspiranti volontari potranno candidarsi contattando un apposito numero verde, che verrà comunicato non appena sarà disponibile. Se l’iter procederà come previsto, fase dopo fase, la speranza è che il vaccino possa essere disponibile per la popolazione a partire da aprile 2021.
Come spiega Cristina Mussini, direttore della Struttura complessa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia, “questo studio rappresenta una straordinaria opportunità di avere accesso al vaccino che è stato acquistato dal nostro Paese. I partecipanti, 30mila in tutto il mondo, con età maggiore di 18 anni e senza patologie scompensate o precedente infezione da Sars-CoV-2 verranno ‘randomizzati’ 2:1. Vale a dire che 2 riceveranno il vaccino e 1 il placebo, e faranno due somministrazioni, ma saranno seguiti per due anni. A coloro che non avranno ricevuto il vaccino, sarà offerto gratuitamente una volta concluso lo studio”. La Struttura complessa di Malattie Infettive porterà avanti lo studio in collaborazione con la Patologia Generale dell’Università di Modena e Reggio, avvalendosi della parte assistenziale infermieristica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria.
“Come immunologo e ricercatore impegnato fin dal primo giorno nella lotta contro il Covid- precisa Andrea Cossarizza, professore ordinario di Patologia Generale e Immunologia (Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche materno infantili e dell’adulto di UniMoRe)-credo che il vaccino sia lo strumento con la più alta possibilità di sconfiggere questo virus, e possa avere grande efficacia e fattibilità. In questo particolare momento storico, questa strada è di primaria importanza e va intrapresa mettendo insieme tutte le nostre competenze scientifiche e le nostre forze organizzative, per arrivare al risultato che tutti attendiamo”.
Solidarietà alimentare, in distribuzione 3.400 pacchi viveri
(Rimini) "Favorire l'inclusione sociale e contrastare lo scivolamento verso la povertà attraverso il diritto al cibo. Questo – spiega l'assessore alla protezione sociale, Gloria Lisi – è l'obbiettivo di fondo per cui l'Amministrazione comunale sta stanziando risorse e attivando le reti di sostegno territoriale, attraverso la composizione, l'acquisto e la consegna di più di 1.400 pacchi viveri. Nelle emergenze il primo bisogno che viene in mente – prosegue la Lisi – e anche il più immediato, il più drammatico, è quello del cibo". In comune la questione è stata evidente sin dal lockdown della passata primavera, "quando i nostri servizi, insieme all'associazionismo, si erano attivati per portare spese a casa, pasti caldi e prodotti di prima necessità non solo agli anziani, ma anche alle famiglie più in difficoltà. Da questa esperienza nasce la consapevolezza di attivare progetti territoriali con i quali prevenire le emergenze. La consapevolezza, come già detto la settimana scorsa, è che la pandemia abbia aumentato i bisogni sociali, rendendoli più trasversali. Abbiamo il dovere di essere pronti per affrontare queste nuove esigenze e farci trovare pronti per il difficile periodo che stiamo vivendo e per quelli che potrebbero arrivare".
I pacchi viveri. "Per questo, dalla scorsa primavera, non abbiamo mai cessato di lavorare sui bisogno alimentari, acquistando e continuando ad acquistare beni di prima necessità da far confluire in pacchi viveri. I destinatari sono diversi e trasversali e non solo, come nel passato, i più poveri. Una parte rimane destinata a chi già conosciamo da tempo, ma un'altra, molto consistente, è destinata oggi, tramite l'intermediazione dello sportello sociale, a famiglie anche nuove, un tempo non conosciute o che non si rivolgevano comunque ai servizi sociali. Di questi pacchi viveri, una parte, circa trecento, sono già stati distribuiti, circa un migliaio sono in consegna, e altri ne distribuiremo in futuro. Si tratta di numeri che cambiano continuamente, a seconda dei bisogni".
L'obiettivo "non è "solo" quello attivare altre iniziative di sostegno, ma anche quello conoscere e capire le reali esigenze dei cittadini. prestando loro una prima assistenza, informando il cittadino sui servizi pubblici e privati che esistono sul territorio. Questo perché spesso si tratta di famiglie che si sono trovate in difficoltà per la prima volta e non conoscono i servizi offerti". Come Istituzione "facciamo la nostra parte, ma senza il contributo dell'associazionismo come, in questo caso, la Papa Giovanni XXIII e l'Auser, e del volontariato locale non riusciremmo ad arrivare a coprire il territorio. Volontariato, come nel caso dell'Auser -ma non solo - in larga parte composto proprio da quegli anziani che qualcuno vorrebbe derubricare a "non produttivi". In questi giorni il nostro ringraziamento va, come è giusto che sia, a tutti gli operatori della sanità; ma non dobbiamo dimenticare chi, come questi volontari, in modo più silente e meno visibile, è impegnato ogni giorno a garantire la tenuta della comunità, sostenendo i più deboli, prevenendo il rischio di un'emergenza sociale che la pandemia potrebbe acuire e ampliare".
Festa delle forze armate, celebrazioni "sobrie"
(Rimini) Alla presenza del Prefetto di Rimini Giuseppe Forlenza e del Vicesindaco Gloria Lisi, si è svolte questa mattina, la celebrazione della festa del 4 Novembre: 'Giorno dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate'. Una celebrazione sobria nella quale si è reso omaggio ai caduti della guerra con la deposizione di due corone ai monumenti, nella Cappella Votiva all'interno del Tempio Malatestiano e al Monumento ai Caduti di piazza Ferrari.
"680.000 caduti, 270.000 mutilati, oltre un milione di feriti, 600.000 prigionieri, 64.000 dei quali morti per stenti. Eppure, anche attraverso queste sofferenze condivise quotidianamente, nacque un nuovo sentimento di affratellamento e di condivisione, che andava al di là dello spirito di corpo. In quegli anni ed in quella guerra l'unificazione italiana passò dal piano meramente istituzionale a quello della condivisione di un destino.
Ecco perché il 4 novembre, nato come "Festa della Vittoria" è con il tempo divenuta il "Giorno dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate".
Ai tempi odierni le nostre Forze Armate hanno avuto un ruolo importante in varie missioni di pace all'estero e concorrono alla salvaguardia delle libere istituzioni svolgendo un ruolo fondamentale per lo sviluppo del Sistema Paese e del mantenimento della coesione sociale", recita il messaggio congiunto del Prefetto di Rimini Giuseppe Forlenza e del Sindaco Andrea Gnassi .
"Quest'anno, oltretutto, la condivisione di un comune destino degli italiani, passata per i tanti corpi non più identificati, non può non essere ricordata anche per una particolare ricorrenza. sattamente un secolo fa, il 10 agosto 1920, il Gen. Giulio Douhet (Caserta, 1869 – Roma, 1930) annunciava l'idea di voler onorare tutti i Caduti attraverso la salma di un soldato ignoto. Nasceva così il ricordo del Milite Ignoto che nel nostro Paese viene onorato a partire dalla Celebrazione del 4 novembre 1921. Con il "Giorno dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate" ha compimento l'annuale calendario delle celebrazioni nazionali, quest'anno attraversato da una emergenza sanitaria che ne ha condizionato le manifestazioni pubbliche, ma che certamente non ne ha scalfito il valore e la memoria.
Viva l'Italia Unita, Viva le Forze Armate, Viva la Repubblica, Viva la Pace!", conclude il messaggio.
Parco eolico, Sacchetti a Santi: il tema non è eolico sì, eolico no
(Rimini) "Il tema non è Eolico sì-Eolico no, perché questo si esaurisce in un secondo: Eolico sì, ma non così. Il tema vero è partire da un Piano Energetico locale su scala provinciale che incroci i lavori di quello regionale per il lavoro e per il clima e per cui si rende necessaria la costituzione di un Tavolo per un Green New Deal territoriale". All'indomani dell'intervento del presidente della Provincia Riziero Santi in Commissione Regionale, il segretario provinciale del Partito Democratico Filippo Sacchetti interviene sul progetto del Parco Eolico ribadendo come la posizione di Santi "sia figlia di una discussione politica istituzionale che prosegue dall'estate e che è stata responsabilmente affrontata nelle sedi istituzionali all'insegna della ricerca della condivisione in un momento in cui posizioni ideologiche della cattiva politica istigavano a dividerci prendendo le mosse da un'iniziativa presentata da soggetti privati che potrebbe cambiare in modo determinante il paesaggio della nostra costa".
E' la concertazione il punto focale dell'analisi di Sacchetti, quella in essere e quella che deve tradursi nel detto tavolo istituzionale. "Arrivare a questa posizione condivisa uniti tra enti e Comuni, per il PD è un risultato importante da cui trarre ulteriore forza per andare avanti in una visione di futuro in cui green e sostenibilità ambientale sono architravi di un ragionamento di ulteriore sviluppo complessivo. E' in questo ragionamento ampio che va inserito il tema del Parco Eolico, che la destra populista vuole invece strumentalizzare per farne un focus da campagna elettorale. Campagna che noi continueremo ad affrontare ponendo come sempre al centro programmi di consolidamento del buon governo e di sviluppo a 360 gradi. L'argomento della transizione energetica ha per noi un valore alto e di comunità e vogliamo arrivare a un progetto serio e revisionato insieme alla città e ai cittadini, che hanno diritto di essere ascoltati nelle loro legittime preoccupazioni" prosegue il segretario.
In chiusura, Sacchetti ribadisce e sintetizza la posizione portata in Commissione dalla Provincia sulla scorta degli input dei sindaci e delle voci più importanti di riferimento tra portatori di interesse e categorie che si sono espresse: "E' stato più volte dichiarato che il problema ambientale e climatico esiste e il nostro giudizio sulle fonti fossili è netto e non può essere equivocato e che la strategia della transizione energetica è una priorità assoluta del Paese e del nostro territorio e a perseguita senza indugi. Concordiamo che la risposta giusta va ricercata nell'innovazione e in una risposta complessa e plurale (eolico, fotovoltaico, idroelettrico, geotermica e tutte le altre fonti rinnovabili), ma il Progetto Wind 2020 così come presentato è insostenibile perché presenta forti controindicazioni nell'integrazione con la vocazione turistica del territorio e con il paesaggio. La stessa normativa nazionale non consente una ricaduta diretta dei benefici sul territorio, e questo andrebbe modificato a fronte di un progetto che potrebbe diventare patrimonio romagnolo, allargando l'area di azione".
Infine, "è molto positivo che sia stata lanciata sul territorio la proposta di procedere - in tempi certi - alla redazione di un Piano energetico locale, con un profilo minimo di scala provinciale, attraverso la costituzione di un Tavolo per il Green new deal locale che incroci anche i lavori del tavolo regionale per il lavoro e per il clima. Su questa proposta deve convergere tutta la comunità locale riminese. Sarebbe opportuno che gli esiti di questo piano territoriale per l'energia fossero fatti propri dai singoli strumenti urbanistici dei comuni. Ed è su questa proposta che concentreremo i nostri sforzi, così come portato avanti dal nostro partito in tutte le amministrazioni, a partire da quella europea".
La mostra Fellini e il sacro va alle Befane
(Rimini) "Ho bisogno di credere"– ha affermato Federico Fellini all'amico e giornalista Sergio Zavoli. "È un bisogno né vivo né maturo, per la verità, un bisogno infantile di sentirmi protetto, di essere giudicato benevolmente, capito e possibilmente perdonato". Dal 3 novembre uno dei maestri mondiali del cinema, tra i pochissimi ad essere diventato anche un aggettivo - felliniano - si presenta al pubblico de Le Befane Shopping Centre di Rimini con un ritratto inedito, intimo, particolare: "Ho bisogno di credere. Fellini e il sacro", la mostra-progetto promossa dalla Università Pontificia Salesiana - Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Alberto Marvelli" delle diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro e dal centro culturale Paolo VI di Rimini, in occasione del centenario della nascita del regista riminese e di cui il Centro commerciale riminese è sostenitrice, che resterà aperta fino al 15 novembre 2020, seconda tappa di un tour espositivo che ha già toccato il Museo della Città di Rimini e prossimamente approderà presso la Pontificia Università Salesiana di Roma.
"È con grande piacere che abbiamo deciso di sostenere la mostra evento dedicata a Fellini e il sacro - racconta Massimo Bobbo, Direttore de Le Befane Shopping Centre - un'esposizione che racconta un aspetto poco noto della vita del regista. Questo nostro intervento, dedicato nello specifico al sostegno di una iniziativa culturale di grande rilievo, non è un unicum per il Centro commerciale, ma si inserisce all'interno di un'attenzione che, in questi quindici anni, Le Befane ha sempre avuto nei confronti del territorio di Rimini. Un dialogo con i cittadini, con gli Enti, con i corpi intermedi, che è stato mantenuto sempre vivo, aperto, propositivo e che si è sostanziato in iniziative di sostegno ad attività culturali e sportive, come il 3-2-1 sport; ma anche, da un lato, aprendo le proprie porte a realtà e associazioni senza fine di lucro del territorio e, dall'altro, promuovendo direttamente iniziative a scopo solidale, come Vi vogliamo bene".
La mostra in diciotto grandi e suggestivi pannelli rivisita l'immaginario religioso nei film di Fellini con le sue contraddizioni e le sue provocazioni: il sassolino del matto (La strada); il pellegrinaggio al Santuario del Divino Amore (Le notti di Cabiria); la statua di Cristo in volo su Roma (La dolce vita); il collegio religioso e l'incontro con il cardinale (8 e 1/2); la recita del martirio della Santa (Giulietta degli spiriti); il Rex (Amarcord); la sfilata di abiti ecclesiastici (Roma) e ancora sequenze tratte da Lo sceicco bianco, Il Bidone, I Clown, Casanova, La città delle Donne, La voce della Luna, forse la pellicola che più di altre di Fellini contiene in maniera esplicita l'inestirpabilità e nella profondità delle domande dell'uomo sul senso della realtà. Il protagonista Ivo Salvini è infatti un uomo stupito dalla realtà e che si pone sempre domande di senso e che per questo prova un'irresistibile attrazione per la luna. La luna è anche il logo simbolo della mostra (curata graficamente dallo studio Kaleidon di Rimini), con il volto di Gelsomina, l'indimenticata Giulietta Masina de La strada.
Completano l'esposizione alcune fascinose installazioni (le sedie da regista 'griffate' Federico, la sciarpa del premio Oscar, il caratteristico cappello, ecc), utili per ripercorrere una parte sostanziosa della filmografia del cinque volte Premio Oscar attraverso un originale grandangolo.
Credit agricole, effetto covid: -15% di utile netto al 30 settembre
(Rimini) Sono stati resi noti oggi i risultati al 30 settembre 2020 dell’insieme delle Entità di Crédit Agricole in Italia, che ha fatto registrare un utile netto pari a 551 milioni di euro (-15% a/a) con un risultato di competenza del Gruppo CA di 423 milioni di euro. “L’andamento è influenzato da accantonamenti prudenziali a fronte della crisi Covid-19. L’attività commerciale si conferma dinamica, con una crescita del Totale dei Finanziamenti all’economia che sale a 78 miliardi di euro e una Raccolta Totale1 che si assesta a 259 miliardi di euro”. Il Crédit Agricole è presente in Italia, suo secondo mercato domestico, con 14 mila collaboratori e più di 4,5 milioni di clienti grazie ad un Gruppo composto, oltre che dal Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia, anche dalle società di Corporate e Investment Banking (CACIB), Servizi Finanziari Specializzati (Agos, FCA Bank), Leasing e Factoring (Crédit Agricole Leasing e Crédit Agricole Eurofactor), Asset Management e Asset Services (Amundi, CACEIS), Assicurazioni (Crédit Agricole Vita, Crédit Agricole Assicurazioni, Crédit Agricole Creditor Insurance) e Wealth Management (CA Indosuez Wealth Italy e CA Indosuez Fiduciaria). “La stretta collaborazione tra le società operanti nelle diverse aree di business, garantisce al Crédit Agricole di operare nella penisola con un’offerta ampia ed integrata, a beneficio dei propri clienti e di tutti gli attori economici”.
In allegato i risultati nel dettaglio.
4 novembre
Chiusa una scuola | Il virus nella casa di riposo | Il funerale di don Giorgio
"Ristori", Confcommercio in comune. Indino "soddisfatto"
(Rimini) Questa mattina il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino, ha incontrato in Comune a Rimini l’assessore al Bilancio, Gian Luca Brasini. Al centro dell’incontro le misure di sostegno alle imprese.
“Insieme all’assessore Brasini abbiamo affrontato temi fondamentali per i pubblici esercizi, in particolare quelli relativi alle imposte comunali Tari e Cosap – spiega il presidente Indino - e all’utilizzo dei dehors esterni ai locali, appena prorogato fino a fine anno. L’incontro, in cui siamo arrivati alle conclusioni di discorsi intavolati da mesi, è servito per tirare le somme delle richieste delle imprese e di ciò che l’amministrazione ha già messo e metterà sul tavolo. Posso affermare di essere soddisfatto delle risposte avute, che ci danno ampia garanzia di ulteriori interventi di sostegno alle imprese da parte dell’amministrazione riminese. In particolare si andrà ad incidere ancora sul peso della Tari, impegnando una somma considerevole per sgravare i costi dei prossimi mesi in un ragionamento più ampio anche in prospettiva del post-emergenza. In più sulla Cosap, oltre agli sgravi già inseriti nei provvedimenti statali, su nostra richiesta il Comune sta lavorando per intervenire sulla parte di imposta comunque dovuta per il 2020. Nonostante le oggettive difficoltà del momento che coinvolgono anche l’amministrazione pubblica, devo sottolineare la grande attenzione del Comune per le imprese del territorio e ringraziare per il dialogo costante con i rappresentanti di categoria”.
Coronavirus, chiusa la scuola De Amicis
(Rimini) Una nuova scuola è stata costretta a fermarsi a causa della diffusione del coronavirus. Su proposta dell'Ausl Romagna, e in accordo con la dirigenza scolastica, il sindaco Andrea Gnassi ha disposto per ragioni di sanità pubblica la sospensione delle attività didattiche in presenza di tutto il plesso della Scuola Primaria De Amicis dell'Istituto Comprensivo Centro Storico, da oggi fino al 12 novembre.
Ecomondo, il saluto di Gnassi: l'eolico è un mostro "ammazza turismo"
(Rimini) "Ringrazio davvero il Governo per essere qui con noi. E' un segno di vicinanza a una terra che dal Covid è stata colpita a cuore, al suo turismo, alle grandi piattaforme che fanno incontrare le persone, compresa la dimensione congressuale e convegnistica". Ha esordito cosìil sindaco di Rimini Andrea Gnassi intervenendo all'inaugurazione di Ecomondo e Key energy, i versione digitale a causa dell'ultimo dpcm anticovid, che tra l'altro sarà superato tra poche ore. "Nella sfida per un modello di business del modello fieristico, soprattutto negli ultimi dieci anni, si è deciso di puntare su quelle traiettorie che guardano al futuro: ambiente, alimentare, incontri. E questo ha dato forza alle nostre fiere, che oggi hanno anche l'ambizione di diventare polo di riferimento internazionale. Ieg è partita da Rimini, s'è aggregata con Vicenza, è in corso un processo di integrazione con Bologna che auspichiamo vada in porto. In Italia il sistema fieristico è straordinariamente importante, ma allo stesso tempo è molto piccolo rispetto alla competizione mondiale. Il nostro processo di aggregazione oggi ha l'ambizione di portare l'Italia nel sistema internazionale fieristico e convegnistico e di non lasciare il campo ai nostri competitor tedeschi e inglesi".
Ecomondo "serve a mettere fuoco il pensiero che ci porta nel futuro. Quando ero ragazzo questa fiera si chiamava 'fiera dello sviluppo sostenibile': oggi è il green tecnology expo, oggi è la fiera dello sviluppo; perché non c'è sviluppo se questo non ha dentro il pensiero e la radicalità di una rivoluzione sostenibile. Il Covid è uno specchio che ha messo in evidenza le fragilità di uno sviluppo per come lo abbiamo conosciuto nel secondo Novecento. Temi come lo smaltimento dei rifiuti, l'uso delle risorse, l'acqua, il dissesto idrogeologico, sono asset che entrano nello sviluppo italiano. Ma come si agisce sui territori? Anche con la radicalità di strumenti – e il ministro Costa sta lavorando in questo senso - che affiancano gli enti locali per l'assunzione di responsabilità sui piani regolatori che devono attuare. Se la responsabilità, dentro l'idea di uno sviluppo condiviso appartiene a tutti, allora si può mettere mano ai territori, aggredire il dissesto idrogeologico. Occorre che i Comuni imbocchino una strada forte e responsabile, ma occorre anche che le Regioni li affianchino e che il Governo guardi a queste dimensioni".
"Abbiamo una partita davanti, siamo ad un bivio della storia. Abbiamo bisogno che la green economy non sia la vocazione in cui rifugiarsi dietro i dibattiti, ma sia applicata sul campo. Prendiamo la discussione sul parco eolico davanti alla costa riminese. Non ci vuole la scienza a dimostrare che la vocazione produttiva di Ravenna sul fronte del mare (una grande risorsa per la Romagna) è centrata sulla tradizione del suo polo chimico a terra e offshore del porto industriale e commerciale. Al contrario la vocazione, sul fronte del mare, della provincia riminese (grande risorsa per la Romagna) è legata alle sue spiagge, alla bellezza, alla riqualificazione in essere dei lungomari e agli investimenti sulla tutela della balneazione, ai 27 milioni di presenze turistiche. E' questione di economia, di lavoro, di relazioni. Peccato che si voglia collocare il mostro eolico sottocosta nel riminese. Surreale che si consideri sul mare la vocazione industriale di Ravenna con il suo polo chimico, il suo porto commerciale, come la vocazione sul mare del riminese con le sue spiagge, il suo turismo, gli investimenti per i nuovi lungomare e sistemi idrici e fognari per la migliore balneazione".
"Alla prospettiva green non vogliamo rinunciare, come non vogliamo rinunciare a quella della transizione energetica che ha bisogno più che di una scorciatoia mostruosa e ammazza turismo in un territorio vocato, di un Piano Energetico anche romagnolo dove si individuano più azioni più forti, più siti per produrre i megawatt necessari per l'intera Romagna. Nell'attesa del recovery fund ci serve radicalità e decisione, abbiamo bisogno di premiare non tutti a pioggia, ma di riconoscere case history. Permettetemi un pizzico di partigianeria: Rimini si è posta l'ambizione di togliere l'etichetta 'riminizzare'. Dieci anni fa siamo partiti con un cambiamento radicale che ci ha messo in gioco. Siamo andati a vedere le esperienze più avanzate in Europa e abbiamo provato a tradurle in romagnolo. Questo significa revisione dei piani regolatori, lavorare prima sul sotto poi sul sopra, il sistema idrico fognario:abbiamo investito milioni per non scaricare neanche una goccia di scarichi reflui in mare. E il lungomare oggi è il sea wellness park: ambiente, respiro, palestre a cielo aperto. Ecco perché noi Comuni chiediamo alle Regioni e al Governo di riconoscere la premialità a chi ha intrapreso questa direzione nel segno della sostenibilità".
Ecomondo "è un software italiano per riempire di contenuti le azioni che Comuni, Governo e Regioni devono mettere in atto. Ed è un incubatore che ci ha fatto concretamente capire come lo sviluppo non sia antagonista all'ambiente.Infine voglio sottolineare la presa di posizione del ministro Di Maio che è stato tra i pochi a fare un accenno al sistema fieristico nazionale. Ci sono processi di aggregazione anche innovativi che non guardano al campanile per arrivare ad essere tra i primi in Europa. Il fondo previsto di 200 milioni a sostegno del sistema fieristico nazionale, se non c'è un fondo Covid europeo, oltre ad essere abbastanza limitato, andrà a sbattere nelle norme europee del de minimis".
Quello "che chediamo al Paese è di guardare con precisione, con un'idea, con un progetto, sia alla possibilità di sostenere i territori e le regioni che imboccano con decisione la strada della sostenibilità (e qui c'è anche un'assunzione di responsabilità per noi sindaci; non tutti e non tutto può essere premiato), sia al sostegno del sistema fieristico. Altri paesi si stanno attrezzando: dopo il Covid chi avrà affiancato il proprio sistema fieristico ripartirà con grande slancio. In Italia questa partita ce la dobbiamo giocare all'altezza di quello che nei momenti migliori della storia del Paese siamo riusciti a fare".