Ciclismo, a Riccione arriva la Coppi e Bartali
(Rimini) Appuntamento immancabile per l'inizio della primavera 2021, di sport, turismo e promozione del territorio. Torna il ciclismo nella Perla Verde che avrà la città di Riccione come protagonista le due tappe dedicate della 23esima edizione della Settimana Internazionale Coppi e Bartali. Due le giornate nella Perla Verde per due tappe; precisamente la seconda tappa Riccione-Sogliano al Rubicone il 24 marzo e la terza Riccione-Riccione il 25 marzo. Il Comune di Riccione ha concesso il patrocinio e un contributo economico, oltre agli spazi del Palazzo del Turismo e piazzale Ceccarini per le operazioni di segreteria nei giorni 22, 24 e 23 marzo, del piazzale Roma nei giorni 24 e 25 marzo ed il supporto del Comando Polizia Municipale per la gestione del percorso cittadino che si svolgerà mercoledì 24 e giovedì 25 marzo.
Mercoledì 24 marzo 2ª tappa Riccione - Sogliano al Rubicone sarà di 166,5 km con partenza da viale Milano e dopo un breve percorso cittadino percorrendo via Abruzzi andrà verso il Comune di Misano Adriatico. Il percorso ha l'arrivo finale a Sogliano al Rubicone. Giovedì 25 marzo, 3ª tappa Riccione - Riccione 168,9 km con partenza da Ple Ceccarini percorrendo ad andatura controllata il percorso cittadino coincidente con la cronometro del giro d'Italia dello scorso anno vedrà l'arrivo in via Torino altezza Terme dopo aver scalato il Cippo Carpegna.
"La Coppi e Bartali è un appuntamento irrinunciabile per la nostra Riviera e siamo contenti che torni in marzo, dopo l'edizione di settembre del 2020 - ha detto l'assessore al Turismo e Sport, Stefano Caldari -, potrà così aprire la primavera nel segno dello sport che porta in sé un messaggio di vera speranza e di ripartenza anche di tutte le attività correlate come quelle turistiche. La città di Riccione da anni ha legato il suo brand alle manifestazioni sportive, al nuoto, alla danza sportiva, al pattinaggio, agli sport rotellistici e alle attività ciclistiche, è evidente che per noi dare il nostro contributo a questa manifestazione rappresenta una promozione efficace del territorio e dei valori positivi dello sport".
Economia, vaccini e nexgenerationEu faranno la differenza nella ripresa di Rimini
(Rimini) Secondo lo scenario elaborato da Prometeia a gennaio, nel 2020 per la provincia Rimini il calo del valore aggiunto (a valori reali) dovrebbe attestarsi attorno al 9,8%, (-9,2% Emilia-Romagna, -9,1%, Italia). Tutti i principali macrosettori hanno subito forti cali: Industria (-10,9%), Costruzioni (-5,4%), Servizi (-10,4%). Sono i dati di cui si è parlato oggi alla presentazione del piano di ammortizzatori sociali per la provincia di Rimini promossa dalla Camera di commercio della Romagna, con la partecipazione qualificata della direttrice della sede provinciale Inps, per un'analisi dell'impatto socio-economico dell'emergenza Covid-19, nella provincia di Rimini e degli interventi per la ripartenza, lo sviluppo e la coesione sociale.
Le notizie non sono tutte negative. Se la realizzazione del Piano vaccinale proseguirà positivamente, così come il contrasto alle varianti e la progettazione per la ripresa legata ai fondi del Next generation EU, nel 2021 si prevede un rimbalzo positivo del valore aggiunto del 5,1% a fronte di un +5,0% per la Romagna Forlì-Cesena e Rimini, +5,4% a livello regionale e +4,9% a livello nazionale. Tutte le stime confermano che per ritornare ai livelli pre pandemia, ci vorrà tempo. La crisi causata dal Covid-19 lascerà segni profondi, in modo particolare su donne, giovani e lavoratori meno qualificati e, in particolare, nei settori che lavorano con l'interazione personale, come il turismo. In questo scenario, il sostegno e la valorizzazione del capitale umano sono assolutamente strategici ed è particolarmente importante supportare il nostro Sistema territoriale e le Persone in un percorso di innovazione e sviluppo di specializzazioni e competenze distintive. Si tratta di un tema rispetto al quale la Camera di commercio della Romagna attua in un'ottica di lungo periodo una Linea prioritaria di azioni volta a sviluppare, promuovere e sostenere l'orientamento al lavoro, il placement e la certificazione delle competenze.
"Da oltre un anno, stiamo attraversando una fase particolarmente dura; la pandemia ci sta facendo affrontare una crisi complessa e difficile, come non si era mai vista. Mi sento anche di dire, però, che abbiamo davanti a noi uno scenario caratterizzato da alcuni elementi positivi, come il "Piano vaccinazioni" e le risorse eccezionali del "Next Generation EU" o "Recovery Fund". Aggiungo che a livello locale si sta già attuando una rigenerazione del profilo competitivo e attrattivo del territorio attraverso investimenti strategici in Cultura e Università – ha dichiarato Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna –. L'incontro di oggi, con la preziosa collaborazione della Sede Provinciale dell'INPS, ci consente di inviare un messaggio articolato ai lavoratori del nostro territorio, per fargli sentire che non sono soli. Stiamo lavorando insieme ai principali attori istituzionali per migliorare il sostegno al quale hanno diritto e per lo sviluppo di quelle competenze che daranno loro nuove opportunità. Immediatamente, da inizio pandemia, la Camera ha messo in campo risorse ed energie per lenire i disagi e per sostenere lo sviluppo e ha attivato contemporaneamente azioni e risorse straordinarie, rapportandosi con le Istituzioni di livello locale, regionale e nazionale, in modo da sostenere al massimo il nostro Territorio. Fra i temi particolarmente critici, oggetto di nostre iniziative specifiche, segnalo il nostro impegno sul tema del credito e della liquidità per le imprese, su quello dei ristori per le imprese e sul tema degli ammortizzatori sociali a sostegno dei lavoratori. Nei prossimi mesi ci aspettano ulteriori questioni importanti, che vanno dalle iniziative per la fase dell'emergenza, a quelle di medio e lungo termine per facilitare l'avvio della ripresa e i reinserimenti lavorativi. Nel brevissimo periodo non possiamo fare a meno delle 'politiche passive', che saranno mirate soprattutto ad attenuare l'onda anomala causata dallo sblocco dei licenziamenti. Nel medio periodo, però, queste iniziative andranno raccordate con ulteriori azioni di 'tipo attivo', con corsi di formazione mirati alla riqualificazione ed alla ricollocazione. Aggiungo che occorre moltiplicare le iniziative di orientamento scolastico e professionale e che occorre aggiornare la programmazione dell'offerta di istruzione, formazione e università, tarandola meglio sui trend delle richieste del sistema imprenditoriale. Tutto ciò per promuovere al meglio il capitale umano, e per dare risposte concrete e rapide, sia alle forze di lavoro attuali, sia, soprattutto, ai 'giovani' per i quali dobbiamo predisporre buone opportunità, 'doveri', ma anche 'diritti', sui quali possano contare per costruire un futuro migliore per loro e per l'intero Paese. Per questo, anche la consueta presentazione del Rapporto sull'economia, che quest'anno si svolgerà con un evento online il prossimo 22 marzo, i giovani saranno al centro della riflessione per la ripresa e lo sviluppo del Sistema Romagna".
Le misure restrittive introdotte nel 2020, per ostacolare la diffusione del COVID-19, "hanno avuto un forte impatto sulle attività economiche. Per fronteggiare la situazione di crisi sono state messe in atto misure a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie, con un impegno straordinario dell'INPS nazionale e di tutte le direzioni territoriali. Anche la direzione della provincia di Rimini, a partire dal mese di marzo 2020, è stata coinvolta in prima linea nella gestione di degli ammortizzatori sociali previsti dalle disposizioni governative, mettendo in campo tutte le azioni richieste a supporto della collettività, in sinergia con i diversi interlocutori istituzionali territoriali – dichiara Danila Casanova, Direttrice provinciale della INPS di Rimini –. Gli interventi sono stati mirati a consentire alle imprese un ampio ricorso alla Cig per gestire le sospensioni dell'attività produttiva a risarcire, con trasferimenti diretti le categorie interessate da riduzioni di reddito, attraverso l'introduzione dei bonus per i lavoratori autonomi, i lavoratori stagionali dei vari settori, i collaboratori coordinati e continuativi, i lavoratori dello spettacolo e lavoratori agricoli. Sono stati potenziati gli interventi per le famiglie in condizione di povertà, affiancando al Reddito di cittadinanza e alla Pensione di cittadinanza il Reddito di emergenza ed è stata allungata la durata della disoccupazione indennizzata, data l'accresciuta difficoltà al ricollocamento, tramite la proroga della Naspi. Per citare alcuni dati, nel 2020, le domande di cassa integrazione (ordinaria, in deroga e FIS) gestite sono state 23.990 ,con un incremento del 824% rispetto al dato del 2019 (2.596 domande). Le ore autorizzate sono passate da 1.404.699 del 2019 a 19.946.852 nel 2020, con un incremento del 1.320%. La Sede ha inoltre gestito 87.531 pagamenti diretti di Cassa integrazione, Fis e Deroga, con un incremento del 5.606% sul dato registrato nel 2019. Rilevante è anche il numero dei bonus COVID erogati alle diverse tipologie di lavoratori non protetti dalla normativa sulle integrazioni salariali (intervento che non esisteva nel 2019) che per la Sede di Rimini si attesta a 61.136. È rimasto invece quasi costante il dato relativo alle domande di Naspi, con una lieve flessione nel 2020,a livello provinciale, del 7% (27.073 domande nel 2020 contro le 29.107 nel 2019). Il dato è stato sicuramente influenzato dal blocco dei licenziamenti previsto dai diversi decreti che si sono susseguiti durante il periodo emergenziale. Nel contempo si è rilevato un aumento della durata delle prestazioni Naspi per effetto delle proroghe concesse per un massimo di quattro mesi. La pandemia ha invece determinato un aumento delle domande di congedo parentale che hanno registrato un incremento del 20% rispetto all'anno precedente. In forte aumento sono state infine le domande di Reddito di cittadinanza gestite dalla Sede: 3.885 nuclei (+ 36% rispetto al 2019), per un totale di persone coinvolte pari a 8.482 (+31% rispetto al 2019), con un importo medio del sussidio di 460 euro contro i 436 euro del 2019. A tale sussidio si è aggiunto nel 2020 il Reddito di emergenza che, sul territorio della provincia di Rimini, ha consentito di fornire un supporto a 2.230 nuclei, per un totale di persone interessate pari a 4.746, con un importo medio superiore a 500 euro".
Nell'anno della pandemia Scrigno triplica la capacità produttiva
(Rimini) L'azienda romagnola Scrigno nell'anno della pandemia ha ridotto i tempi di ciclo e triplicato la propria capacità produttiva, "portando a compimento una nuova fase del piano di investimenti in ottica 4.0 iniziato nel 2017, che vede coinvolte le due sedi produttive di Savignano sul Rubicone. Gli stabilimenti Scrigno 2 e 3, dedicati rispettivamente alla realizzazione del 96% della produzione totale dei formati standard e dei sistemi custom per 7 milioni di semilavorati complessivi, hanno accolto un nuovo impianto di confezionamento dei controtelai. La soluzione, grazie a cui saranno processati il 70% dei prodotti, si estende su una superficie di circa 2500m2 ed integra apparati robotizzati anche antropomorfi coniugati ad un sistema di trasferimento automatico dei controtelai con software gestionali di fabbrica".
I software di ultima generazione e le tecnologie 4.0, "di cui siamo dotati, avranno un impatto significativo in termini di riduzione della durata del ciclo produttivo" e continua "La trasformazione digitale è un impegno intra - funzionale per Scrigno che coinvolge l'intera azienda: investire in innovazione è perfettamente in linea con l'evoluzione e il nuovo posizionamento di Scrigno, che accoglie ogni sfida posta dal mercato contemporaneo con un approccio agile e di qualità", commenta Francesco Bigoni, cmo del Gruppo.
Obiettivo delle tecnologie 4.0, in ottica Lean Manufacturing, è in pratica quello di convertire i due stabilimenti in Smart Factory. "Per Scrigno significa condividere il duplice obiettivo di ridurre la complessità e potenziare sia la produttività che la flessibilità, attraverso l'eliminazione degli sprechi, il miglioramento continuo e la massimizzazione del valore per il cliente. In particolare, tutte le postazioni di lavoro sono organizzate con la tecnica delle 5S, che permette di ottenere il massimo beneficio implementando l'ordine, la disciplina e la pulizia del posto di lavoro. Esemplari da questo punto di vista sono i processi di montaggio, i cui materiali sono gestiti con l'applicazione di Kanban elettronici".
Pd, Sacchetti: direzione unanime per il no alle primarie
(Rimini) Il segretario provinciale del Pd, Filippo Sacchetti accoglie l'apertura al dialogo arrivata ieri da alcuni segretari di circolo considerati da alcuni vicini a Emma Petitti. "In questi giorni ho letto appelli e documenti pervenuti presso la sede del Partito Democratico, sottoscritti da parte del gruppo dirigente del pd riminese. I 9 segretari del primo si sommano ai 5 del secondo. Una somma del 100%. E' una grande novità e lo considero un grande passo avanti", commenta Sacchetti. "Infatti, è possibile considerare la totalità della direzione comunale del partito, d'accordo su una posizione condivisa che fissa due paletti ben chiari, che definiscono una importante maturità politica: da una parte diciamo no alle primarie come strumento di regolamento di conti nelle piazze della città, che ha bisogno di tutto tranne che di una disputa aspra in un momento di tensione sanitaria e sociale come questo. Dall'altra parte un no alle forzature per non decidere in sedi riservate o segrete stanze un candidato sindaco per una manciata di voti, che di certo sarebbe ancora meno rappresentativo del sentimento libero e aperto che da sempre contraddistingue la comunità riminese".
Per Sacchetti si tratta di "posizioni molto condivisibili che ci consegnano una situazione rafforzata anche rispetto all'ultimo incontro tenuto alla presenza del segretario regionale Calvano venerdì 19 febbraio. Proprio da quell'incontro assieme ai segretari dei circoli territoriali siamo usciti con questa posizione. No alle primarie, no alle forzature, si decide insieme. Una posizione responsabile che rende possibili nuovi scenari che tengano conto degli obiettivi unitari con cui il centro-sinistra vuole candidarsi per governare la città. Aggiungo io, no alle fughe in avanti. Non è possibile infatti che in questo quadro composto e solido nel percorso del pd e della coalizione, ci siano continue prese di posizione che smentiscono il percorso collettivo. E' successo all'indomani dell'incontro con Calvano e succede tutte le volte che ci si erge a paladini di una verità assoluta, che dobbiamo sempre rincorrere. Sono stanco di un partito ostaggio delle correnti, e anche di singole personalità che alimentano di continuo lo scontro e le tifoserie".
Ricorda Sacchetti, "da quando sono segretario, le uniche tessere che sono cresciute nel Pd di rimini sono quelle dei giovani democratici. Credo di sapere perché. Perché ci siamo sforzati di chiedere una mano alle migliori energie della nostra città, senza chiedergli da che parte stanno prima di avergli chiesto quali idee hanno per cambiare in meglio la società. Ripartiamo da qui. Dal partito unito, nei suoi organismi dirigenti, che indica una strada: troviamo un accordo. Un accordo per proseguire insieme. Un accordo che non sia avulso dalla realtà, che cerca la soluzione giusta per Rimini. Cerchiamo un accordo, intanto perché abbiamo bisogno di guardare avanti e rimarginare una ferita aperta da 25 anni. E perché se non ci riusciamo offriamo un grande assist per la vittoria del centro-destra".
"Abbiamo un patrimonio da investire, come punto di partenza e non di arrivo. Un orgoglio condiviso che non è proprietà privata, che ci ha permesso di essere riconosciuti come forza del cambiamento in questi anni. Cambiare per migliorare, per restituire a Rimini il proprio posto nel mondo e nel costume italiano. Una città che ha tenuto insieme questi anni identità e innovazione, nuovo modello di sviluppo e radici, cultura e ambiente, una città viva e dinamica. Una città con problemi atavici ancora da risolvere e nuovi imposti dall'agenda dell'emergenza sanitaria e sue conseguenze. Per questo, il consenso dell'azione amministrativa non si può disperdere e questo effetto comunità è uno straordinario punto di ripartenza che ci deve motivare a trovare la via giusta".
Il primo decreto Draghi
(Rimini) Il presidente el Consiglio dei ministri Mario Draghi ha firmato ieri il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) che detta le misure di contrasto alla pandemia e di prevenzione del contagio da covid19. Il decreto sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile 2021 e conferma, fino al 27 marzo, il divieto già in vigore di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, con l’eccezione degli spostamenti dovuti a motivi di lavoro, salute o necessità.
ZONE BIANCHE. Nelle zone bianche, si prevede la cessazione delle misure restrittive previste per la zona gialla, pur continuando ad applicarsi le misure anti-contagio generali (come, per esempio, l’obbligo di indossare la mascherina e quello di mantenere le distanze interpersonali) e i protocolli di settore. Restano sospesi gli eventi che comportano assembramenti (fiere, congressi, discoteche e pubblico negli stadi). Si istituisce un “tavolo permanente” presso il Ministero della salute, con i rappresentanti delle regioni interessate, del Comitato tecnico-scientifico e dell’Istituto superiore di sanità, per monitorare gli effetti dell’allentamento delle misure e verificare la necessità di adottarne eventualmente ulteriori.
SCUOLA. Zone rosse – Dal 6 marzo, si prevede nelle zone rosse la sospensione dell’attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia ed elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
Zone arancioni e gialle – I Presidenti delle regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica:
- nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti;
- nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni;
- nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.
MUSEI, TEATRI, CINEMA E IMPIANTI SPORTIVI. Nelle zone gialle si conferma la possibilità per i musei di aprire nei giorni infrasettimanali, garantendo un afflusso controllato. Dal 27 marzo, sempre nelle zone gialle, è prevista l’apertura anche il sabato e nei giorni festivi. Dal 27 marzo, nelle zone gialle si prevede la possibilità di riaprire teatri e cinema, con posti a sedere preassegnati, nel rispetto delle norme di distanziamento. La capienza non potrà superare il 25% di quella massima, fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala. Restano chiusi palestre, piscine e impianti sciistici.
ATTIVITÀ COMMERCIALI. In tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto.
SERVIZI ALLA PERSONA. Nelle zone rosse, saranno chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici.
SPOSTAMENTI DA E PER L’ESTERO. Si amplia il novero dei Paesi interessati della sperimentazione dei voli cosiddetti “Covid tested”. A chi è stato in Brasile nei 14 giorni precedenti è consentito l’ingresso in Italia anche per raggiungere domicilio, abitazione o residenza dei figli minori.
TAVOLO DI CONFRONTO CON LE REGIONI. È istituito un tavolo di confronto presso il Ministero della salute, con componenti in rappresentanza dell’Istituto superiore di sanità, delle regioni e delle province autonome, del Ministro per gli affari regionali e le autonomie e del Comitato tecnico-scientifico, con il compito di procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico, in considerazione anche delle nuove varianti.
3 marzo
“Zona rossa senza ristori” | “Manca una governance culturale” | Primarie, nel Pd c’è chi dice no
Riccione: "Hera azzeri la tari per le aziende chiude dal covid"
(Rimini) "La Regione Emilia Romagna deve intervenire su Hera per azzerare la tassa sui rifiuti alle attività che a causa del Covid non hanno aperto e in percentuale ridurla a quelle più penalizzate. Hera rinunci a guadagni con tanti zeri e rimetta in circolo un po' di ricchezza nel territorio. Se la società privata, ma partecipata da comuni e regione non sente, allora deve intervenire il governatore Bonaccini perché basterebbe questo ad alleviare l'economia della Romagna". Un appello in tal senso lo ha lanciato il sindaco Renata Tosi, in un breve intervento che andrà in onda al tg delle 20 di Sky. Un appello che segue l'accorata richiesta da parte delle categorie economiche espressa questa mattina all'assessore al Bilancio, Luigi Santi e al presidente del consiglio comunale, Gabriele Galassi in un incontro web dalle categorie economiche, Federalberghi, cooperativa Bagnini, Confesercenti, Confcommercio, Cna e Confindustria Romagna, sul tema tributi. "Questo è un momento di ascolto da parte dell'amministrazione nei confronti delle istanze che arrivano dalla comunità produttiva della città - ha introdotto l'assessore Santi - anche in merito alle problematiche sorte a causa delle restrizioni per il contenimento della pandemia. L'amministrazione vuole poter dare le risposte che le attività della nostra città si attendono - ha aggiunto - e quindi come avevamo stabilito in occasione della presentazione della previsione di Bilancio, procediamo sulla linea del confronto. Come avete visto abbiamo attivato un nuova partita dei buoni spesa per andare incontro alle esigenze delle nuove fragilità economiche e altre misure seguiranno".
Da parte delle categorie unanime la richiesta di uno sconto sulla Tari e di un incontro con Hera. "Stiamo predisponendo una lettera che solleciti un incontro con a tre, Hera, Comune e categorie - è intervenuto Diego Casadei (coop Bagnini) perché è il nodo più grande". Sulla stessa lunghezza d'onda anche albergatori e altre categorie. "Chiediamo al Comune di intervenire - ha detto Bruno Bianchini (albergatori) se e nella misura in cui l'Ente pubblico ha dei margini di manovra". Per quanto riguarda la Tari, l'assessore Santi ha spiegato che al Comune di Riccione, calcolate le aliquote provinciali e altre imposte, all'Ente resta poco o niente per intervenire anche perché "vi si deve calcolare anche il fondo Tari per le famiglie più fragili che il Comune ha rinnovato anche quest'anno per un valore di 250 mila euro".
Da Alfredo Rastelli di Confcommercio Riccione la puntualizzazione su quanto deciso a Rimini che si vorrebbe anche a Riccione e cioè di "azzerare la Tari alle attività mai aperte a causa della pandemia, abbattere la tariffa del 40% agli alberghi, del 40% ai pubblici esercizi, del 3% al commercio e del 10% ai balneari".
"Le scelte degli altri Enti vanno rispettate - ha detto Santi - ma credo che non si possano chiedere sacrifici ad una parte della comunità per favorirne un'altra con i soldi delle tasse di tutti. Soprattutto se c'è una società di privata, quotata in borsa, partecipata dagli enti pubblici che agisce in regime di monopolio. Hera non ha avuto contraccolpi economici dovuti al Covid, allo stesso tempo non abbassa le tariffe, ma chiede ai Comuni di stornare il 98% della Tari, creando una enorme disparità tra i cittadini, creando altro debito per le casse dei Comuni che ricadranno sempre sulle tasche di quei redditi più facilmente accertabili. Hera per quel suo 46% di capitale pubblico non può scatenare questa guerra tra poveri. Tra cittadini e categorie, tra Comuni per un servizio che gestisce da monopolista. Noi stiamo con chi chiede di azzerare le tariffe per le chiusure e cercheremo con le categorie una soluzione che possa essere equa per tutti".
Arancione scuro, Federmoda: "zona rossa senza ristori"
(Rimini)
"Chiudo perché non voglio chiudere". Il cartello campeggia da ieri sera (1° marzo) su saracinesche e vetrine spente di più di cento negozi di moda, abbigliamento delle vie dello shopping di Cattolica e Riccione. Sono sessanta commercianti della regina dell'Adriatico e più di quaranta della Perla Verde. A loro si stanno aggiungendo, oggi, anche molti negozianti riminesi. T
"Chiudo perché non voglio chiudere" non è solo ossimoro o mera figura retorica. È rappresentazione della realtà del commercio, dalla boutique elegante al semplice esercizio di prossimità, ai tempi della crisi pandemica. Nasce dal paradossale combinato disposto degli ultimi decreti sicurezza e la colorazione dei territori.
Infatti in zona rossa tutti gli esercizi hanno l'obbligo di chiusura e accedono per diritto i sostegni economici stanziati dal Governo, i vecchi ristori. Mentre, in zona arancione i negozi possono stare aperti e quindi non hanno accesso a nessun tipo di sostegno. Territori dove i cittadini di una zona, come nell'arancione della provincia di Rimini, possono uscire solo per lavoro, motivi di salute, acquisti di generi alimentari, sanitari o emergenze. Di fatto nessuno esce per comprare un paio di scarpe, una borsa o un vestito. Basta fare due passi in qualsiasi strada dello shopping, per trovarla desolatamente vuota. Nasce da qui la protesta simbolica dei commercianti con negozi chiusi anche domani e riapertura al pubblico giovedì (4 marzo).
In questa situazione per un negozio d'abbigliamento alzare la saracinesca, significa esclusivamente aumentare i costi di gestione, impegnare inutilmente tempo e personale. Rimanere chiusi è l'unico modo per ridurre i danni economici alla proria attività e sperare di riuscire a ripartire con il ritorno in zona quantomeno gialla. "A un anno dall'arrivo di Covid-19 e varianti siamo arrivati alla più incredibile delle situazioni. Stai pure aperto anche se non lavorerai, ma in questo modo il Governo si libera dal dovere sostenere attività, che giova ricordare stanno chiuse per esigenze del bene collettivo salute. Il costo di questa tutela deve quindi essere condiviso, diritto costituzionali e leggi alla mano, dall'intera collettività", spiga il presidente Federmoda provinciale Rimini, Giammaria Zanzini.
"Per di più questa zona rossa, sotto mimetizzazione, arriva dopo i 69 giorni di lockdown totale della scorsa primavera e in un momento delicato dell'attività dei negozi d'abbigliamento. Abbiamo terminato i saldi, persi in parte con le precedenti prescrizioni sanitarie e nei negozi ci sono le nuove collezioni primavera ed estate, che rimangono a prendere polvere – continua Giammaria Zanzini – la scelta serrande abbassate di oggi nasce spontaneamente dai nostri associati e Federmoda fa propria un'iniziativa che comunica in modo diretto l'agonia che vive il nostro settore e l'assurdità delle norme per i negozi di moda contenute nel decreto su zone arancioni. In una parola: inaccettabili".
Tutto questo in una cornice dove il comparto moda, in 12 mesi, ha contato 20 miliardi di euro in meno di vendite, 21 mila negozi chiusi e qualcosa come 50 mila addetti lasciati a casa. "In questi giorni la settimana della moda ha comunicato il made in Italy in tutto il mondo. Tra poco agenti e rappresentanti ci chiederanno gli ordini per l'autunno inverno e noi non saremo nelle condizioni di non farli per nulla o ridottissimi. Se noi non compriamo l'industria del tessile, dell'abbigliamento della pelletteria, non ha nessuno a cui vendere. Zone rosse o arancioni che siano".
E da Federmoda provinciale Rimini arrivano proposte concrete rivolte a amministrazioni locali, regionali e Governo, per affrontare la situazione. Primo intervento shock fiscale per i commercianti. Devono limitarsi solo al pagamento di utenze e fornitori. Con questi ultimi trovare un accordo per la divisione dei rischi, poiché all'atto degli ordini i negozianti firmano solitamente clausole stringenti che scaricano i costi dell'invenduto solo sui dettaglianti. A questo si devono aggiungere innovative forme di detassazione o rottamazione dei magazzini per superare una volta per tutto il problema delle rimanenze, che nel caso della moda si riferiscono a prodotti di carattere stagionale, con immediata svalutazione del loro valore commerciale.
Vaccini a rilento, Asl: non c'è garanzia sulle forniture
(Rimini) Dal 16 febbraio sono stati vaccinati oltre 25.000 over 85enni. Il dato, su base romagnola, lo fornisce la Asl. "Ciò ha permesso di mettere al riparo una fascia di popolazione altamente a rischio, per condizioni di fragilità. Stanno cominciando anche le prime somministrazioni al personale scolastico e sono iniziate ieri le prenotazioni delle persone di fra gli ottanta e gli ottantaquattro anni di età. Contestualmente, partirà a breve la vaccinazione nei confronti delle Forze dell’Ordine", annuncial la sanità romagnola.
Proseguono le prenotazioni delle persone con età compresa fra gli ottanta e 84 anni, arrivate ad oggi a 30189. "Tutto bene quindi? Nessuno vuole nascondere qualche intoppo occorso legato ai sistemi informatici, che in alcuni casi hanno reso più lungo l’accesso alla prenotazione. Ma ciò può accadere quando sono tante le persone che contemporaneamente cercano di prendere l’appuntamento. Ma il vero problema è legato alla carenza dei vaccini che ci costringe ad allungare i tempi di somministrazione, come le lettere e dichiarazioni dei cittadini testimoniano. Ovvero l’impossibilità di somministrare a tutti il vaccino in tempi rapidi, nei 25 punti vaccinali organizzati dall’Azienda, che come è stato dimostrato, garantirebbero un accesso di elevata prossimità ai cittadini della Romagna", spiegano dalla Asl.
"Siamo costretti in questa fase, con le attuali scorte vaccinali, a dover tener conto oltreché degli appuntamenti già prenotati in precedenza, anche della necessità di completare con la seconda dose il ciclo vaccinale di tutti gli over85. Ci muoviamo quindi facendo grandi equilibrismi finché non abbiamo garanzia di forniture piene, cercando di tenere insieme le esigenze dei nostri cittadini e le effettive disponibilità. “Posso concordare, con chi sollecita una campagna vaccinale, più rapida, ribadisce il direttore Generale, Tiziano Carradori, e la nostra organizzazione ha già ampiamente dimostrato di essere pronta, ma se manca la materia prima che è il vaccino, credo che ogni sottolineatura sia solamente fine a sé stessa”. Quindi ora la scommessa si gioca sull’arrivo dei vaccini, che se arriveranno a ritmi più sostenuti, consentiranno di aumentare sensibilmente il numero delle vaccinazioni nei nostri punti vaccinali".
Aggiornamento coronavirus: 136 positivi, 4 decessi,
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 265.214 casi di positività, 2.040 in più rispetto a ieri, su un totale di 40.171 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 5%.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su. Da ieri, 1° marzo, sono iniziate le prenotazioni anche per gli anziani con età compresa tra 80 e 84 anni. Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate. Alle ore 14 di oggi sono state somministrate complessivamente 402.599 dosi; sul totale, 140.910 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Per quanto riguarda il personale scolastico, docente e no, ad oggi sono state somministrate dai medici di base 4.830 dosi AstraZeneca, per una campagna che si avvia ad andare a regime.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 834 sono asintomatici, individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 554 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 625 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42,4 anni. Sugli 834 asintomatici, 361 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 39 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 26 con gli screening sierologici, 6 tramite i test pre-ricovero. Per 402 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 791 nuovi casi e Modena (310); poi Reggio Emilia (163), Rimini (136), Cesena (124), Imola (101), Ravenna (98), Ferrara (87) e Forlì (87). Seguono Parma (74) e Piacenza (69). Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 21.921 tamponi molecolari, per un totale di 3.434.170. A questi si aggiungono anche 754 test sierologici e 19.050 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 407 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 208.757. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 45.847 (+1.589 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 43.132 (+1.483), il 94,1% del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 44 nuovi decessi: 2 a Piacenza (un uomo di 89 e una donna di 94 anni) anni); 4 nella provincia di Parma (tre uomini di 82, 79 e 69 anni e una donna di 92 anni); 2 nella provincia di Reggio Emilia (due uomini di 81 e 77 anni); 6 nella provincia di Modena (due uomini di 89 e 78 anni e quattro donne, rispettivamente di 95, 88, 83 e 60 anni); 19 in provincia di Bologna (undici uomini di cui tre di 89 anni, 2 di 87, uno di 86, 85, 81, 80, 69 e 67 anni e otto donne di 96, 92, 91, 88, 83, 80, 71 e 67 anni); 3 nel ferrarese (tre uomini, rispettivamente di 84, 81 e 74 anni) e 3 nel ravennate (tre donne di 96, 94 e 81 anni). Poi 1 in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 71 anni) e, infine, 4 nel riminese (un uomo di 97 anni e tre donne di 90,84 e 83 anni). In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.610.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 239 (+3 rispetto a ieri), 2.476 quelli negli altri reparti Covid (+103). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti:10 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 12.a Parma (-1), 18 a Reggio Emilia (invariato), 51 a Modena (invariato), 67 a Bologna (+3), 20 a Imola (invariato), 24 a Ferrara (invariato), 10 a Ravenna (invariato), 4 a Forlì (invariato), 6 a Cesena (invariato) e 17 a Rimini (invariato).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 20.114 a Piacenza (+69 rispetto a ieri, di cui 38 sintomatici), 18.126 a Parma (+74, di cui 37 sintomatici), 33.671 a Reggio Emilia (+163, di cui 102 sintomatici), 46.335 a Modena (+310, di cui 207 sintomatici), 54.678 a Bologna (+791, di cui 674 sintomatici), 9.426 casi a Imola (+101, di cui 87 sintomatici), 15.277 a Ferrara (+87, di cui 79 sintomatici), 20.118 a Ravenna (+98, di cui 36 sintomatici), 10.048 a Forlì (+87, di cui 19 sintomatici), 12.286 a Cesena (+124, di cui 87 sintomatici) e 25.136 a Rimini (+136, di cui 37 sintomatici).