(Rimini) Sono posizionate vicino ai cassonetti della raccolta differenziata e quando si attivano mediante rilevatori di movimento, iniziano a scattare delle foto. È questo il funzionamento delle foto trappole, posizionate in alcune zone di Rimini (ma che a rotazione copriranno tutto il territorio) nelle adiacenze dei cassonetti dei rifiuti; un meccanismo che consente di individuare e sanzionare chi conferisce i rifiuti in modo irregolare.

Il sistema di video camere a sensori per la rilevazione delle immagini, attivato in fase sperimentale a Rimini già dal 2019, solo nei primi 2 mesi dell'anno ha consentito di elevare 6 violazioni al regolamento regionale che disciplina l'attività in materia di raccolta e conferimento dei rifiuti. Sanzioni che sono state elevate nelle aree di raccolta dei rifiuti in cui sono state posizione i dispositivi di foto trappola. Le zone non sono mai fisse ma cambiano a seconda delle esigenze e delle segnalazioni sui conferimenti sbagliati che fanno i cittadini oppure gli organi di vigilanza. Le 6 telecamere infatti vengono via via spostate fra le diverse isole ecologiche al fine di coprire tutto il territorio comunale.
 
Sanzioni che variano da un minimo di 52 euro ad un massimo di 300 a seconda del tipo di violazione che si commette: dal mancato conferimento nei contenitori predisposti dal gestore, a quello dei rifiuti speciali non assimilati, dei rifiuti impropri o dei rifiuti urbani appartenenti ad una frazione merceologica diversa da quella cui è destinato il contenitore, o della quale è prevista la raccolta. Fino alle sanzioni ben più gravi per l'errato conferimento di rifiuti pericolosi o l'immissione nei contenitori di rifiuti liquidi o sostanze incendiate, oppure anche lo spostamento, il ribaltamento o danneggiamento delle attrezzature rese disponibili dal gestore per il conferimento dei rifiuti.
 
Sono in tutto 29 i casi di violazione e gli articoli contemplati dal regolamento regionale che possono essere contestati a chi non fa attenzione a questi importanti aspetti di regole civili. La rilevazione delle violazioni può avvenire sia tramite l'occhio elettronico, il cui controllo è affidato ad agenti accentratori del gestore appositamente formati e abilitati a questo tipo di rilevazioni, sia attraverso l'accordo recentemente rinnovato dal Comune di Rimini con il Corpo delle Guardie Ecologiche Volontarie - G.E.V. della Provincia di Rimini.  Questa attività di controllo sul corretto conferimento dei rifiuti, copre tutto il territorio comunale e comprende - fra le altre cose - anche: la verifica dei sacchetti contenenti rifiuti; la verifica dei rifiuti abbandonati esternamente ai cassonetti stradali; l'assunzione d'informazioni e le indagini, volte all'identificazione del colpevole per il successivo sanzionamento,  che avviane sempre da parte della Polizia Locale, la quale si occupa della notifica finale al trasgressore.
 
Le Fotocamere di Controllo Ambientale sono in grado di fare foto a colori di giorno e in bianco e nero di notte anche in caso di assenza totale di illuminazione fornendo informazioni visuali sugli utilizzatori delle postazioni identificate e inviando un sms di allarme nel caso di tentativi di manomissione. Le zone video-sorvegliate, autorizzate dalla Prefettura, sono state individuate sulla base delle segnalazioni pervenute dai cittadini, dalla Polizia Municipale, dall'ufficio ambiente, dalle Guardie Ecologiche Volontarie e dal gestore del servizio di raccolta.
 

"L'abbandono dei rifiuti è un gesto di offesa all'ambiente – sottolinea l'assessore all'Ambiente Anna Montini – e al decoro e alla città. La mancata correttezza della differenziazione di plastica, carta, vetro e rifiuti organici, o per pigrizia o per superficialità, come pure l'abbandono dei rifiuti a terra rappresentano una mancanza di rispetto verso la stragrande maggioranza dei riminesi, i quali si impegnano ogni giorno affinché la raccolta differenziata possa essere una risorsa e anche, in generale, per un corretto conferimento dei rifiuti. Queste nuove tecnologie, come pure la collaborazione con il gestore dei rifiuti e le Guardie ecologiche,  ci consentono di attivare un sistema di controllo mirato e diffuso sul territorio che vuole essere un deterrente nei confronti di chi pensa che queste azioni scorrette possano restare impunite e, peggio ancora, tollerate".

(Rimini) Le porte del Teatro Galli sono ancora chiuse al pubblico, ma dietro le quinte si ricomincia a lavorare, guardando alla stagione musicale che verrà. In questi giorni il palcoscenico riminese ha ricominciato a vivere grazie alle prime prove di allestimento dell’opera forse più attesa dal pubblico riminese. Si tratta dell’Aroldo, l’opera di Giuseppe Verdi rappresentata per la prima volta il 16 agosto 1857 per inaugurare il “Nuovo Teatro di Rimini” e che ritornerà al Galli il 27 e 29 agosto 2021 in una produzione che vedrà capofila il Teatro Galli. 

Un lavoro dal forte valore simbolico, che segnò l’inizio di quel ‘primo atto’ della storia del teatro riminese poi interrotto dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, e che oggi si presenta come l’occasione per riaccendere i riflettori sul grande spettacolo dal vivo, dopo il prolungato periodo di chiusura forzata dovuta alla pandemia. Un nuovo inizio dunque per la stagione operistica della città, proponendo l’opera per la quale il Maestro di Busseto decise di trascorrere più di un mese a Rimini e che al suo debutto al Teatro Nuovo raccolse un successo e un entusiasmo ben raccontato dalle cronache dell’epoca.  In questi giorni si lavorerà sull’allestimento, la scenografia e i video, mentre l’arrivo dei cantanti a Rimini è previsto dopo le festività di Pasqua. Per questo periodo di prove, che animerà le assi del Galli per diverse oltre un mese, sono adottate tutti i protocolli sanitari necessari per garantire la sicurezza dei tecnici e degli artisti.  

“Dopo mesi di silenzio, il teatro torna a riempirsi di vita, seppur in un contesto e in circostanze anomale – sottolinea l’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia – Vedere le maestranze al lavoro, sentire il fermento per una nuova produzione, tornare a parlare di spettacoli, di musica è lo stimolo per guardare avanti quando questa drammatica fase sarà archiviata. Ripartire poi con l’Aroldo, per il valore che questa opera verdiana ha per la storia di Rimini e del suo teatro, credo carichi ancor più di significato questo allestimento, che presenteremo nei dettagli nei prossimi giorni”.  

Martedì, 23 Marzo 2021 13:10

Antidroga, un arrestato a Rimini

(Rimini) Quasi 3 etti di cocaina sequestrati, insieme a tutto il materiale per il confezionamento delle dosi, bilancino di precisione, mannitolo - utilizzato per 'tagliare' la sostanza stupefacente - e a circa 3.900 euro ritenuti proventi di spaccio. È il risultato dell'ultima operazione antidroga condotta dal nucleo di polizia giudiziaria della Polizia locale di Rimini, che ha portato all'arresto di un 22enne cittadino straniero, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti. 

L'intervento della Polizia Locale è avvenuto ieri pomeriggio, a seguito di informazioni ottenute da fonti confidenziali che hanno portato ad accertare movimenti sospetti fuori dalla struttura alberghiera dove l'uomo alloggiava. Con la collaborazione del gestore dell'hotel e dopo aver avvisato il pubblico ministero di turno, gli agenti hanno perquisito la camera dell'uomo, trovando un panetto di cocaina da 133 grammi nascosto nella tasca di un giubbotto e altri 137 grammi di cocaina suddivisi in dosi da 20 e 15 grammi.  Oltre alla notevole quantità di droga, nella stanza gli agenti hanno rinvenuto il materiale per il confezionamento delle dosi e per il sottovuoto, un bilancino di precisione e del mannitolo, sostanza spesso usata per 'allungare' lo stupefacente. Infine, gli agenti hanno sequestrato 3.900 euro in contanti, ritenuto frutto dell'attività di spaccio.  L'uomo, classe 1999 risultato irregolarmente presente sul territorio italiano, è stato quindi arrestato e condotto alla casa circondariale di Rimini a disposizione dell'autorità giudiziaria.  

Martedì, 23 Marzo 2021 09:30

23 marzo

Vaccini, prenotazioni in tilt | i bambini e il virus | In spiaggia si lavora

(Rimini) Affrontare le questioni legate all'emergenza Covid, il tema dei ristori ma anche interventi strategici e i necessari investimenti da mettere in campo per rilanciare uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Con questi obiettivi si è svolto un incontro tra l'Anci e le associazioni nazionali del settore turismo (in particolare alberghiero e accoglienza) per predisporre un pacchetto di proposte strategiche per il rilancio del comparto economico più duramente colpito dalla pandemia. Un lavoro di ascolto e sintesi fondamentale anche in vista dell'incontro il prossimo 26 marzo con il ministro al Turismo, Massimo Garavaglia, al quale saranno sottoposte le proposte concertate.  "Crediamo - ha detto il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro - che questo sia il metodo migliore non solo per rappresentare la grave situazione in cui versa da oltre un anno un comparto così rilevante per il PIL italiano. Ma, in chiave positiva e propositiva, per configurare un concreto e efficace sistema di idee e progetti che vengono da chi il turismo lo fa e vi opera quotidianamente".  

Al delegato Anci al Turismo e demanio marittimo, il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, il compito di illustrare alcune delle proposte su cui lavora da tempo l'associazione dei Comuni. "Ci sono misure che possono, anzi devono, essere disposte a breve, medio e lungo periodo. Tra le prime, un piano di investimenti, coordinato con il sistema delle autonomie locali, per l'ammodernamento del sistema ricettivo; sostegni che siano effettivamente calibrati sulla perdita di fatturato;  il sostegno alla liquidità delle imprese turistiche con allungamento a 15 anni del tempo di rientro dei mutui fatti dalle aziende; l'estensione del bonus vacanza a tutto il 2021. Sul medio e lungo periodo occorre dare sostegno alla riqualificazione alberghiera per non perdere quote di mercato rispetto ai concorrenti stranieri, attraverso il super bonus 110 per cento: applicato anche agli alberghi e non solo vincolato ai lavori di efficientamento energetico; la necessità della costituzione di un fondo europeo speciale per il Turismo sul modello dei fondi strutturali FESR. Relativamente al PNRR, servono investimenti per collegare i grandi hub di arrivo del turismo internazionale (città d'arte) a tutto lo straordinario patrimonio di bellezza dell'Italia delle destinazioni minori (es. Venezia collegata alle ville Palladiane, i Borghi, ecc.), attraverso il sistema Fly & Rail, per aumentare la permanenza media sul territorio del turista internazionale.  Serve inoltre il sostegno a tre grandi assi di collegamento del nostro Paese: 1) la direttrice Milano-Bologna-Bari; 2) il corridoio Adriatico Trieste-Venezia-Bari; 3) la direttrice Milano-Bologna-Reggio Calabria- Sicilia".   

Le associazioni di settore che hanno partecipato all'incontro hanno tutte condiviso il metodo del confronto che si sta portando avanti, sottolineando ancora una volta la gravissima crisi in cui versa il settore turismo. Occorrono misure rapide e strutturali sui temi della riqualificazione alberghiera, delle difficoltà nella liquidità e nell'accesso al credito, della necessità di fare rete, dell'opportunità da parte dell'Italia di rinnovare i propri deboli strumenti di promozione internazionale. Soprattutto la considerazione unanime dell'obbligatorietà di procedere speditamente nella campagna vaccinale, l'arma più efficace per rilanciare il comparto turistico.   

Durante l'incontro si è concordato l'obiettivo fondamentale di valorizzare non solo le grandi destinazioni turistiche o i circuiti più attrattivi, ma anche l'Italia cosiddetta "più interna", attraverso azioni di coordinamento, rafforzamento e promozione di specifiche filiere (ad es. i Borghi, il turismo enogastronomico, i siti culturali territoriali ecc...).  "Il turismo – ha concluso Decaro – è sicuramente una leva essenziale dell'economia del Paese. Ma attraverso di esso si consolida un senso comunità, intorno all'elemento più importante di tutti: quello dell'orgoglio di presentarsi al mondo. Ecco perché è naturale che operatori del settore e sindaci lavorino insieme per una ripartenza necessaria ed essenziale". 

(Rimini) Sono partite oggi anche in Asl Romagna le prenotazioni dei vaccini per llepersone “estremamente vulnerabili”. Nel corso del week end tramite sms le eprsone iscritte negli elenchi della Asl erano state avvisate della posivilità e ieri in tantissimi hanno deciso di accogliere la proposta, mandando il sistema in tilt. "Sulla base degli elenchi forniti dalla Regione, in Asl Romagna sono stati recapitati 46.157 sms e già da questa mattina sono partite le prenotazioni che sono arrivate a circa 11.481 (Cesena 2.136; Forlì 2.265; Ravenna 3.848 e Rimini 3.240), esaurendo dalla tarda mattinata la disponibilità  delle agende di prenotazione. Si fa presente che la categoria delle persone estremamente vulnerabili , come consultabile dal sito di Ausl Romagna al link https://www.auslromagna.it/vaccinazione-anti-covid-19#persone-estremamente-vulnerabili , contempla specifiche casistiche con particolari caratteristiche e non tutti i cittadini che presentano patologie pur  appartenenti alle aree indicate, sono ricompresi nelle specificità identificate. Un esempio, a questo proposito, si è verificato ad alcuni cittadini che questa mattina hanno  prenotato attraverso il Fascicolo Sanitario, pur non avendo ricevuto l’Sms dall’Azienda e che a distanza di poco tempo si sono visti recapitare l’annullamento della prenotazione perché non rientranti nella categoria", precisano dalla Asl. E’ in corso la programmazione delle "agende vaccinali e entro domani sarà possibile prenotare per tutto il mese di aprile. Proseguono inoltre le prenotazioni per la fascia di popolazione over 70 e le vaccinazioni per il personale scolastico (12.513 le dosi somministrate dai Medici di famiglia al 20 marzo) e  delle Forze dell’Ordine (3519 le dosi somministrate ad oggi)".

(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 319.080 casi di positività, 2.118 in più rispetto a ieri, su un totale di 19.902 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri – del 10,6%, inferiore al 17,9% dello scorso lunedì – non è comunque indicativa dell’andamento generale, poiché il numero di tamponi eseguiti la domenica è inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, nei festivi soprattutto quelli molecolari vengono fatti soprattutto su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su; proseguono le prenotazioni per gli anziani dagli 80 agli 84 anni, per il personale scolastico e universitario e le forze dell’ordine. Riprese dopo l’autorizzazione di Aifa di venerdì le prenotazioni e le somministrazioni vaccinali per le persone dai 75 ai 79 anni, dopo il via libera dell’Agenzia europea dei medicinai (Ema) sul vaccino AstraZeneca. Alle ore 14 sono state somministrate complessivamente 687.871 dosi; sul totale, 239.433 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.057 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 522 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 849 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 41,9 anni. Sui 1.057 asintomatici645 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing61 con gli screening sierologici, 32 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, tramite i test pre-ricovero. Per 316 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 531 nuovi casi, poi Modena (310); seguono Rimini (215), Reggio Emilia (205), Ravenna (199). Poi Ferrara (196), Parma (166), Cesena (135), Forlì (91), Piacenza (38). Infine, Imola, con 32 nuovi casi. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 9.760 tamponi molecolari, per un totale di 3.837.292. A questi si aggiungono anche 10.142 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guaritesono 1.762 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 232.841. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 74.771 (+312 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 70.679 (+181), il 94,5% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 44 nuovi decessi: 4 nella provincia di Parma (tre donne di  95,85,77 anni; un uomo di 89 anni;); 4 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 86 anni; tre uomini di 86,81,80 anni); 3 nella provincia di Modena (una donna di 56 anni; due uomini di 79 e 78 anni); 13 nella provincia di Bologna (quattro donne di 92, 86, 78, 74 anni; nove uomini, di cui due di 69 anni e gli altri di 99, 94, 89, 84, 80, 78,79); 8 in provincia di Ferrara (quattro donne di 93, 92, 80 e 78 anni;  quattro uomini di 83, 81, 79 e 56 anni), 3  in provincia di Ravenna (una donna di 98 anni; due uomini di  80 e 78 anni); 5 a Cesena (una donna di 78 anni e quattro uomini, di cui due di 83 e gli altri di 91e 82 anni),  4 nel riminese (una donna di 88 anni e tre uomini di 84, 72 e 68 anni). Nessun decesso nel piacentino e nel forlivese. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.468.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 390 (-6 rispetto a ieri), 3.702 quelli negli altri reparti Covid (+137). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (+1), 24 a Parma (-1), 32 a Reggio Emilia (numero invariato rispetto a ieri), 78 a Modena (-5), 120 a Bologna (+1), 33 a Imola (+1), 33 a Ferrara (-1), 17 a Ravenna (-2), 9 a Forlì (invariato), 7 a Cesena (invariato) e 27 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 21.283 a Piacenza (+38 rispetto a ieri, di cui 16 sintomatici), 21.569 a Parma (+166, di cui 95  sintomatici), 38.872 a Reggio Emilia (+205, di cui 88 sintomatici), 54.908 a Modena (+310, di cui 191 sintomatici), 69.039 a Bologna (+531, di cui 240 sintomatici), 11.177 casi a Imola (+32, di cui 16 sintomatici), 18.628 a Ferrara (+196, di cui 45 sintomatici), 24.774 a Ravenna (+199, di cui 69 sintomatici), 12.667 a Forlì (+91, di cui 69 sintomatici), 15.754 a Cesena (+135, di cui 113 sintomatici) e 30.409 a Rimini (+215, di cui 119 sintomatici).

(Rimini) “Bene i ristori ma non c’è dubbio che per un settore letteralmente in ginocchio a causa della restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, occorre fare di più e meglio”. Così l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, interviene ancora sul Decreto legge ‘Sostegni’ appena approvato dal Governo, in appoggio alle associazioni di categoria interessate, come Federalberghi, che hanno fatto sentire in queste ore la loro voce.

“Se la coperta è corta e ora non è possibile concretamente ripianare le perdite subite in questo anno abbondante dal comparto turistico- prosegue Corsini- bisogna perlomeno adottare azioni più incisive e corrette per sostenere le imprese. Come ho già avuto modo di dire insieme al presidente Bonaccini nei giorni scorsi, occorre intervenire sulla liquidità, ad esempio con la proroga delle rate dei mutui e la concessione di prestiti, e con la copertura dei costi fissi, come quelli che gravano sugli immobili a partire dall’Imu, gli affitti, la Tari, più che proseguire sulla strada di ristori che al momento risultano insufficienti per la tenuta del tessuto imprenditoriale”.

“E occorre anche prevedere un arco temporale più ampio per queste misure- chiude Corsini- perché la strada da percorrere per uscire dall’emergenza sanitaria non è immediata. Per permettere agli imprenditori dell’industria turistica di ripartire davvero bisogna quindi che le agevolazioni su liquidità e copertura dei costi fissi siano mantenuti almeno fino a fine anno”

(Rimini) Ammonta a oltre 100 milioni di euro l'investimento da parte della Regione Emilia-Romagna, attraverso risorse stanziate dal Governo nazionale e cofinanziamenti collegati, per un totale di 172 interventi nelle scuole del territorio riguardanti la realizzazione di nuovi edifici scolastici, opere di ristrutturazione, di ampliamento degli spazi e di adeguamento sismico. Per quanto concerne la Provincia di Rimini l'investimento complessivo è di 7,29 milioni di euro volti a definire 7 interventi in diversi istituti. 

 Più nel dettaglio, il piano della Regione prevede 6 interventi per 2,89 milioni di euro, riguarda: a Rimini l'adeguamento sismico delle scuole medie Bertola (441mila euro) e l'adeguamento sismico delle scuole elementari Casti e Griffa (500mila euro); a Santarcangelo di Romagna l'adeguamento sismico delle scuole medie Franchini (600mila euro) e l'adeguamento sismico della scuola dell'infanzia La Margherita (350mila euro); a Montefiore Conca l'adeguamento sismico e l'efficientamento energetico della scuola primaria (497mila euro); a Poggio Torriana l'adeguamento sismico della scuola primaria intercomunale di Camerano (500mila euro). Il piano della Provincia, invece, prevede un intervento da 4,4 milioni di euro per adeguamento sismico dell'Istituto Leon Battista Alberti di Rimini. 
 
"Parliamo di un investimento corposo per quanto riguarda il territorio regionale e riminese che ha l'obiettivo di ammodernare il nostro parco di edifici scolastici e di renderli più accoglienti e vivibili - commenta Emma Petitti, Presidente dell'Assemblea legislativa -. E' un segnale importante, che evidenzia la centralità della scuola e la necessità di fare lezione in immobili sicuri, belli e rinnovati anche dal punto di vista energetico e della messa in sicurezza sismica, in base alle diverse caratteristiche. Come sappiamo è un periodo molto complicato per il mondo dell'istruzione, sia per quanto riguarda i docenti, che si sono dovuti adeguare all'insegnamento da remoto, sia per gli studenti, che da tempo vedono la loro socialità fortemente ridimensionata e una modalità di lezione appiattita dallo schermo. Proprio per questo, come istituzioni, abbiamo il dovere almeno di progettare e concludere interventi di miglioramento dei plessi far sì che i ragazzi e il personale scolastico al loro rientro in aula ritrovino edifici più accoglienti e sicuri. Insieme all'urgenza di far ripartire le lezioni in classe nel più breve tempo possibile, c'è infatti, in parallelo, quella di ampliare e trasformare le strutture esistenti per innovarle e renderle sempre più al passo coi tempi. E' un messaggio fondamentale, ovvero che la scuola è una priorità, il nostro passaporto per il futuro, il vero motore per accendere l'ascensore sociale e garantire a tutte e tutti le stesse opportunità. Il rilancio del nostro territorio deve ripartire proprio da questa consapevolezza".

(Rimini) “Il Decreto Sostegni appena firmato non fa altro che confermare la disillusione degli imprenditori". Così il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino. "Ci si aspettava poco ed è arrivato anche meno . Cifre irrisorie, briciole rispetto alle reali perdite, anche se sommate a quelle già arrivate l’anno scorso. Cifre che confermano come lo Stato non sia in grado di riuscire ad aiutare le imprese concretamente. Gli 11 miliardi messi sul piatto per questo Decreto sono stati bruciati in un attimo generando sostegni insufficienti, con poche migliaia di euro per ogni azienda che ne ha persi invece decine o addirittura centinaia di migliaia. È senz’altro positivo l’aver superato la logica dei codici Ateco come da tempo Confcommercio chiedeva, ma il fondo stanziato per i sostegni diretti è veramente troppo esiguo. Si parla ora di un nuovo scostamento di bilancio che potrebbe arrivare a 20 miliardi: confidiamo che buona parte di essi sia di nuovo destinata alle imprese".

Ma il vero, "unico, grido che proviene dagli imprenditori del nostro territorio continua ad essere “vogliamo aprire”. Non c’è altra soluzione per salvare l’economia che far ripartire il terziario: commercio non alimentare e pubblici esercizi non possono continuare ad essere capri espiatori. Interi settori rischiano di essere rasi al suolo e c’è anche un forte scoramento morale, perché proprio queste così pesantemente colpite sono tra le poche attività chiuse in questa “zona rossa” assai lontana da essere un lockdown. Basta guardare fuori dalla porta di casa: non siamo più tutti chiusi dentro come nel marzo dell’anno scorso. Esistono notevoli flussi di persone che si muovono a vario titolo per raggiungere le numerosissime attività lavorative aperte. Perché allora queste aziende devono essere le uniche a rimanere chiuse nonostante, lo ribadiamo, non esistano prove scientifiche che le mettano in correlazione con l’aumento dei contagi? Basta con le scelte discriminatorie nei confronti delle piccole e micro imprese, quelle che nessuno pare considerare e che invece sono alla base del tessuto economico che fa stare in piedi l’Italia".

"Riteniamo che sia ormai imprescindibile trovare le modalità per permettere alle aziende del terziario di tornare a lavorare con continuità, per consentire a tutti di svolgere la propria quotidiana attività d’impresa nel rispetto di protocolli rigorosi per la sicurezza. È a fortissimo rischio la tenuta del sistema Paese, oltre che economica anche sociale. Dobbiamo aprire e dobbiamo farlo subito, in primis per le persone che sono estremamente provate dopo un anno di aperture e chiusure a singhiozzo, di incertezze, di promesse andate a vuoto. E siccome come già evidenziato i sostegni non sono sufficienti, si implementino subito gli strumenti per sburocratizzare l’accesso al credito e si renda più facile la possibilità di ottenere nuova liquidità allungando le moratorie e la durata delle garanzie statali. Bisogna riaprire prima che sia troppo tardi: se si ritarda ancora si raccoglieranno solamente i cocci. Non si può prescindere dunque da una notevole accelerata della campagna vaccinale, che finora è stata troppo lenta, che coinvolga il prima possibile anche gli operatori del turismo. I vaccini sono un importante viatico per la stagione estiva e per noi non significano solamente salute, ma anche lavoro. Il nostro vaccino è il lavoro. Fateci riaprire!”.

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