Martedì, 27 Luglio 2021 13:04

Cinema, giovedì Nomadland all'Arena lido

(Rimini)  Il flm da Oscar 'Nomadland' arriva sul grande schermo di Arena lido giovedì 29 luglio alle 21,30. La trama: in seguito al collasso economico di una città aziendale nel Nevada rurale, Fern (Frances McDormand) prepara il suo furgone e si mette in viaggio esplorando una vita al di fuori della società convenzionale come una nomade moderna. Terzo film della regista Chloé Zhao, Nomadland presenta i veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells come mentori e compagni di Fern nella sua esplorazione attraverso il vasto paesaggio del West americano.  La regia è di Chloé Zhao, durata 108 min, anno 2020.

Come funziona? Platea numerata con assegnazione delle poltrone. Apertura biglietteria cinema ore 20. Prezzi Cinema: 7 euro intero; 6 euro ridotto; bambini 5/12 anni: 5 euro. Non viene richiesto green pass o tampone; gli ampi spazi all'aperto di Arena Lido permettono il distanziamento e il rispetto delle disposizioni anti Covid19; si accede all'Arena indossando la mascherina, che potrà essere tolta una volta raggiunto il proprio posto a sedere; all'interno dell'Arena è disponibile gel disinfettante per le mani.

(Rimini) Scm Group e Banca Europea per gli Investimenti hanno sottoscritto una nuova linea di credito chirografaria pluriennale di 50 milioni di euro volta a finanziare il 50% dei programmati 100 milioni di euro di investimenti in R&D del Gruppo italiano nel prossimo quadriennio 2021-2024. "Innovazione e digitalizzazione sono pilastri fondamentali per la crescita organica, presente e futura, del nostro Gruppo” afferma Marco Mancini, Amministratore Delegato di Scm Group, aggiungendo che “il consolidato rapporto con BEI contribuisce, con questa linea di credito, ad accelerare il percorso intrapreso e a rafforzare ulteriormente la nostra struttura finanziaria”. 

L’obiettivo degli investimenti programmati da Scm Group, leader mondiale nelle tecnologie per la lavorazione di un’ampia gamma di materiali e nei componenti industriali, è quello di sviluppare prodotti e servizi basati su soluzioni tecnologiche ancora più efficienti, flessibili e di più semplice utilizzo per il cliente finale, che possano garantire al cliente processi produttivi in linea con le nuove esigenze della smart manufacturing e dell’Industria 4.0 e favorire una maggiore sostenibilità nell’impiego delle risorse.

(Rimini) Ieri sera poco prima delle 21 "un altro dipendente di Start Romagna è stato aggredito da un balordo". Lo rende noto Gianluca Belli, autista della Start Romagna, responsabile di Rinascita Civica per la mobilità e candidato a consigliere con la lista 'Erbetta Sindaco'. Si tratta, speccifica la nota stampa, di un referente del sindacato Ugl , "in trasferimento con altri colleghi per andare dal deposito alla stazione sulla linea tre". All’altezza della caserma Giulio Cesare "due balordi dell’est Europa hanno avuto un diverbio con l’autista perché volevano salire sull’autobus con la loro bicicletta. I dipendenti di Start Romagna presenti prima hanno cercato di far capire che non era possibile e poi visto il comportamento aggressivo dei soggetti hanno impedito l’ingresso agli stessi con la bicicletta". Uno dei due "per reazione ha preso per la maglia" uno dei dei dipendenti presenti e "lo ha tirato materialmente giù dal bus facendolo franare al suolo e una volta a terra gli ha lanciato contro anche la bici per poi scappare per evitare l’arrivo delle forze dell’ordine".

Questa nuova aggressione, ricordano da Rinscita Civica, segue quella avvenuta in stazione un mese fa "ed evidenzia come i dipendenti della Start Romagna e in particolare gli autisti siano tutti i giorni in balia di sbandati e delinquenti e rischiano la loro incolumità fisica quotidianamente durante il loro turno lavorativo. La sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere un’ obiettivo primario da perseguire ad ogni costo e questi avvenimenti evidenziano come questi dipendenti di una società partecipata comunale rischiano la loro vita per poco più di mille euro al mese”.

Il candidato sindaco Mario Erbetta evidenzia che “in questi mesi le agitazioni sindacali e gli scioperi si sono succeduti senza nessuna seria soluzione da parte della Start Romagna ai vari problemi denunciati: carenza di organico, turni massacranti e sospensione delle ferie, nessun locale in stazione per poter sostare e andare in bagno nel periodi di cambio turno, stipendi di mille euro per i nuovi assunti, aggressioni verbali e fisiche ormai quotidiane da parte di balordi. Il Comune non può rimanere insensibile di fronte a tutti questi problemi denunciati dai sindacati ancor più perché si parla di dipendenti di una società partecipata comunale".

Il sindaco, prosegue Erbetta, "non si può far vedere solo in occasione della falsa inaugurazione elettorale del Metromare (ad oggi il servizio con i Bus Belgi non è ancora partito e la bocciatura del collaudo dei mezzi fatto qualche giorno fa non lascia presagire tempi celeri), ma dovrebbe far sentire tutta la solidarietà dei riminesi, sbattendo i pugni sui tavoli della Start Romagna, per poter risolvere i problemi dei dipendenti che si stanno incancrenendo mettendo in pericolo la loro salute”. 

(Rimini) Dal 6 agosto prossimo il green pass, ovvero, il certificato di immunità dal covid19, già necessario per muoversi in tutta Europa, sarà richiesto in Italia a tutti gli over 12 in zona bianca per l’accesso ad eventi sportivi, fiere, piscine, palestre, congressi, musei, parchi tematici e di divertimento, limitatamente alle attività al chiuso e sarà richiesto anche per sedersi ai tavoli di ristoranti, bar, cinema, centri termali e sale bingo al chiuso ed addirittura per partecipare a concorsi pubblici.  "Purtroppo per i sammarinesi e per gli italiani residenti sul Titano che sono stati vaccinati in maggioranza con lo Sputnik V non è previsto alcun lasciapassare sanitario in Italia, in quanto il vaccino russo non è stato ancora approvato dall'Agenzia europea dei medicinali (Ema)", commenta Alessandro Amadei, vicepresidente del Comites San Marino.

Le disposizioni si applicano anche nelle zone gialla, arancione e rossa, laddove i servizi e le attività siano consentiti ed alle condizioni previste per le singole zone. La certificazione dovrà attestare di avere ricevuto almeno una dose di vaccino, oppure essere risultati negativi ad un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti, oppure di essere guariti dal covid19 nei sei mesi precedenti. La decisione dell’obbligatorietà del green pass è stata presa dal governo Draghi per far fronte all’aumento dei contagi causati dalle varianti di covid19 e si affianca al prolungamento dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021.

"E’ chiaro che il mancato riconoscimento dello Sputnik V, la cui richiesta di autorizzazione giace dal 5 marzo scorso presso l’EmaA, è una questione prettamente politica considerati i confortanti risultati degli studi clinici pubblicati, fra l’altro, anche dalla rivista scientifica inglese The Lancet che hanno valutato il tasso di efficacia  del vaccino russo intorno al 91,6%", sottolinea Amedei. "C'è troppa confusione sui vaccini da parte dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) e del Cts (Comitato Tecnico Scientifico) pertanto occorre sgombrare il campo da ogni equivoco, promuovendo una campagna di comunicazione chiara ed accurata e fornendo risposte immediate, perché l’epidemia corre più veloce della burocrazia".

Quindi, prosegue Amedei, "il governo italiano riconosca quanto prima il green pass sammarinese, seguendo l’esempio di Grecia, Slovenia e Croazia, paesi dell’Unione Europea che coraggiosamente hanno superato gli ostacoli burocratici imposti dalla politica, riconoscendo come vaccinato ogni visitatore che esibisce un certificato di vaccinazione anti covid19 proveniente da Paesi terzi. Il Governo italiano, inoltre, non dimentichi i 15mila italiani residenti sul Titano, i quali, dopo i pesanti contraccolpi subiti a causa del caos targhe, conseguenza diretta del decreto sicurezza, dopo l’aggravarsi della situazione epidemiologica locale a causa del ritardo nella consegna delle dosi dei vaccini promesse dall’Italia, ora sono alle prese con gli effetti negativi del nuovo decreto covid che limita i loro spostamenti".

Martedì, 27 Luglio 2021 10:29

27 luglio

Vaccini e sindaci | Ceccarelli è partito | Gli albergatori di Riccione chiedono sicurezza

Martedì, 27 Luglio 2021 09:15

Avvocati riminesi: "green pass legittimo"

(Rimini) Sabato scorso, "mentre l’epidemia registra una allarmante e pericolosa recrudescenza", si è svolta a Rimini, come in altre città italiane, la manifestazione organizzata da vari movimenti no vax « per la libertà; contro la truffa del Covid; contro la dittatura instaurata, contro il “Passaporto schiavitù”». A questa manifestazione, tende noto l'associazione Avvocati riminesi per la difesa della salte pubblica, "hanno partecipato attivamente alcuni colleghi, con interventi che miravano a “legittimare” giuridicamente le assurde posizioni no vax. Noi Avvocati riminesi intendiamo manifestare il nostro radicale dissenso e censurare quindi queste argomentazioni del tutto infondate", spiegano gli oltre 40 avvocati firmatari di una lettera inviata alla stampa.

"Parlare di «truffa del Covid» e di «dittatura sanitaria», costituisce un insulto alla memoria degli oltre 130.000 morti italiani di Covid, alla memoria dei Colleghi dei vari Fori italiani che si sono ammalati gravemente oppure che sono deceduti per Covid; costituisce un insulto alla memoria di tutte quelle persone che sono decedute e che continuano a morire nel mondo. Il concetto individualistico di “libertà” propagandato dai no vax non ha nulla a che fare con i principi democratici della nostra Costituzione, mentre ha molto a che fare con la “cultura” del « me ne frego »!". gli Avvocati riminesi ribadiscono quindi che "la Costituzione Italiana tutela la salute, sia come diritto dell’individuo sia come interesse della collettività. L’art. 32 recepisce quindi, anche in materia sanitaria, i principi solidaristici affermati dall’art. 2. Pertanto possono essere disposti anche trattamenti sanitari obbligatori, in forza di una disposizione di Legge (cioè con norma di fonte primaria); del resto in Italia l’obbligo vaccinale è stato più volte disposto nel 1963, nel 1966, nel 1991 e nel 2017. Solo con l’obbligo vaccinale sono state debellate malattie, un tempo epidemiche, come la poliomielite ed il vaiolo".

Il green pass, inoltre, "non comporta un obbligo vaccinale generalizzato, ma costituisce un mero requisito o una idoneità per accedere a determinati servizi ed ambienti sociali (come la patente per poter guidare); pertanto è perfettamente legittimo sotto il profilo costituzionale". infine, "il green pass non viola affatto alcuna normativa sulla tutela della Privacy, poiché sono stati recepiti i correttivi indicati dal Garante. Peraltro esiste un necessario principio di bilanciamento tra la giusta tutela della privacy individuale e l’altrettanto giusta tutela della salute collettiva", spiegano gli Avvocati. 

(Rimini) Con la sottoscrizione del “Protocollo d’intesa per una strategia integrata per la prevenzione ed il contrasto del gioco illegale e del DGA (disturbo da gioco d’azzardo)”, la Prefettura porta a compimento un ciclo di “patti” finalizzati ad offrire ulteriori strumenti sui fronti della sicurezza e della legalità. Una firma, quella odierna, che vede protagonisti insieme al Prefetto anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’Azienda Sanitaria della Romagna, l’Ufficio Scolastico provinciale, l’Associazione Confcommercio, la Federazione Italiana Tabaccai e i Comuni di Rimini, di Riccione, di Santarcangelo di Romagna, di Bellaria Igea Marina e di Cattolica.

La necessità di un apposito strumento pattizio muove dalla constatazione degli specifici profili patologici connessi all’espansione del gioco d’azzardo, registratasi anche in questa provincia. Infatti, la capillare diffusione dei giochi in denaro nelle sue varie forme (superenalotto, lotterie istantanee, slot machine, etc.) anche tra categorie particolarmente vulnerabili, adolescenti e anziani, determina un innalzamento della soglia di attenzione delle Istituzioni sia per gli eventuali, negativi  risvolti sul piano familiare, economico e psicologico che per l’ esposizione al rischio di sfruttamento dello stato di bisogno delle vittime da parte delle organizzazioni criminali.    

Da qui l’esigenza di un’azione più incisiva di contrasto, a partire dalla “Cabina di regia”, coordinata dalla Prefettura, per un’attività di monitoraggio e di prevenzione del fenomeno attraverso una intensificazione  dei servizi di controllo degli esercizi pubblici e dei circoli privati ove sono installate apparecchiature da gioco, non solo al fine di reprimere il gioco illegale, ma anche per garantire la sicurezza stessa del gioco e la tutela dei minori. In tale quadro si rivela decisivo anche il coinvolgimento della scuola che potrà individuare per gli studenti adeguati percorsi di educazione alla legalità, di promozione della salute e di consapevolezza dei rischi del gioco d’azzardo. 

Nel corso dell’odierno incontro, il Prefetto ha ringraziato i sottoscrittori rilevando che “solo attraverso un’azione condivisa e un percorso comune dei soggetti coinvolti a diverso titolo, si potranno conseguire risultati apprezzabili”, soprattutto in considerazione del fatto che “il giocatore d’azzardo ha un vero e proprio rapporto di dipendenza dal gioco in un campo che anche in questa provincia registra una recrudescenza del fenomeno accentuatosi durante il lockdown con il gioco on line”. 

(Rimini) “Per sostenere e rilanciare il commercio al dettaglio non si può prescindere da quel “patto di filiera” da noi fortemente auspicato, ma che nemmeno il periodo di pandemia ha saputo far sbocciare", spiega Giammaria Zanzini, presidente provinciale di Federmoda-Confcommercio Rimini. "Il nostro settore  è ancora in grande sofferenza per la chiusura forzata durata a lungo e sicuramente è anche il settore più colpito dalle rimanenze di magazzino accumulate come conseguenza della pandemia. La capacità lavorativa di un negozio di moda al dettaglio è diminuita del 35%, subendo in questo periodo come mai prima una notevole concorrenza dall’online e dai colossi del web, che hanno potuto beneficiare di un’importante rendita di posizione. Durante la pandemia il comparto ha visto chiudere in Italia circa 9.000 negozi di moda, abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori su 115mila, passando da 310.000 lavoratori addetti del 2019 ai 288.237 di oggi, nonostante tutti gli store avessero investito in presidi sanitari per la tutela dei clienti e dei dipendenti. Alla fine di questa disastrosa pandemia, si stima che le serrande abbassate saranno circa 20.000".

Il lungo periodo di chiusura "è andato poi ad impattare notevolmente sulle politiche di pricing dei negozi, che hanno dovuto fare i conti su un prodotto stagionale e sul rischio di invenduto, tutto a carico delle attività commerciali al dettaglio. Ciò impone non solo una riflessione economica, ma anche etica, che deve portare a rivedere i rapporti di filiera al momento del tutto squilibrati. Non ritengo più possibile che tra fornitore e venditore si debba rinunciare completamente alla divisone dei rischi d’impresa. Da questo punto di vista siamo stati lasciati completamente soli. I contratti che firmiamo con i brand per avere la merce sono del tutto anacronistici. Condizioni oltremodo stringenti, per non dire vessatorie, tutelano esclusivamente la parte industriale senza tenere conto delle oggettive dinamiche di crisi innescate dalla pandemia che vanno ad impattare fortemente sul rivenditore finale. L’industria della moda non può essere arrogante a monte con i produttori e prepotente a valle con i negozi al dettaglio con contratti che sono solamente pro domo sua. Così non possiamo andare avanti. Siamo micro e piccole imprese e non possiamo permetterci di avere su di noi tutto il peso della crisi: l’impossibilità di rivedere gli ordini effettuati senza essere colpiti da penali pesantissime nonostante le chiusure non siano imputabili all’esercente, ma avvengano per decreto, non solo deve fare capire al cliente finale in che situazione ci troviamo, ma deve anche innescare una risposta concreta a livello legislativo. Si deve agire in fretta. Ben vengano dunque il Tavolo della moda ministeriale e il suo omologo appena attivato in Regione Emilia Romagna, dove poter discutere con tutte le parti in causa insieme alle istituzioni, per arrivare ad una soluzione condivisa che tuteli tutte le anime della filiera, imprescindibili l’una dall’altra".

A questi "grandi problemi" si aggiunge "poi il dietrofront nel Decreto Sostegni Bis, che ha escluso il settore della distribuzione, dunque i negozi al dettaglio, dal credito d’imposta sulle rimanenze di magazzino, premiando ancora una volta solo l’industria. Se vogliamo contenere gli effetti negativi sulle rimanenze finali di magazzino nel settore tessile, della moda, della calzatura e degli accessori, non possiamo prescindere da questo credito d’imposta. Oltre a questo, come Federmoda-Confcommercio, abbiamo portato al Tavolo della Moda istituito presso il ministero dello Sviluppo economico la richiesta di un impulso per la domanda interna di prodotti di moda, proponendo l’introduzione di una aliquota agevolata temporanea del 10% e detrazioni fiscali dedicate al consumo, sulla scia di quanto messo in campo nei settori edile e automobilistico con gli ecobonus e del mobile d’arredo con il bonus mobili. Inoltre, per non perdere ancora forza lavoro, chiediamo che vengano messi in atto sgravi fiscali sulla scorta della Decontribuzione Sud, a chi mantiene occupazione lungo tutta la filiera della moda, dalla produzione fino alla distribuzione al dettaglio. Seppur molti brand facciano concorrenza diretta ai negozi tramite i loro canali on-line, va ricordato che la filiera della moda ha bisogno dei negozi al dettaglio. Se vengono a meno i negozi di vicinato, saltano tutte le filiere del tessile, del calzaturiero, della pelletteria. Dai produttori di filati e tessuti a quelli di macchine per cucire, dalle case di moda alle fabbriche di bottoni, dai grossisti agli agenti di commercio, fino ad arrivare ai corrieri. Siamo l’anello portante della catena: le istituzioni ma anche un’industria troppo spesso sorda ai nostri appelli, devono capirlo prima che si spezzi”.

Lunedì, 26 Luglio 2021 17:45

Agricoltura ER, +8% produzione nel 2020

(Rimini)  Un 2020 in decisa ripresa per l'agricoltura dell'Emilia-Romagna, nonostante il Covid. Nell'anno che ha visto l'esplosione in tutto il mondo della pandemia, il comparto agricolo si è mosso in controtendenza rispetto al resto dell'economia e, in base alle stime dell'assessorato regionale, ha raggiunto un valore della produzione (Plv) di campi e allevamenti di oltre 4,5 milioni di euro, con un balzo in avanti dell'8% rispetto all'annata precedente.

Una performance di tutto rispetto da attribuire in egual misura al buon risultato complessivo sia delle produzioni vegetali (+7,6%), sia degli allevamenti (+8,5%) e che ha consentito di recuperare gran parte delle perdite dell'anno precedente, che si era chiuso con una flessione della Plv sopra il 10%.  

Bene l'anno scorso anche l'export delle eccellenze regionali,Parmigiano Reggiano in primis, attestato sui 6,9 miliardi di euro (-0,9%), con la bilancia commerciale che ha fatto registrare un attivo record di 850 milioni di euro per il contestuale calo dell'import (-8,6%).     

In consistente aumento l'occupazione nei campi, con 82 mila addetti (+13% sul 2019), una crescita che ha interessato in modo pressoché uguale sia il lavoro dipendente, sia quello autonomo. Anche in questo caso l'agricoltura è andata in controtendenza rispetto agli altri comparti.  

Sono i dati principali che emergono dal Rapporto 2020 sul sistema agroalimentare dell'Emilia-Romagna, frutto della collaborazione tra Regione e Unioncamere regionale, presentato questa mattina nel corso di un evento in streaming, con oltre 500 iscritti collegati. Alla presentazione dello studio, giunto alla 28^ edizione, hanno partecipato, tra gli altri, l'assessore regionale all'Agricoltura, Alessio Mammi, e il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Stefano Bellei.

"Dopo la flessione nel 2019- ha sottolineato Mammi- il recupero della Plv nell'ultima annata agraria sta a testimoniare la resilienza dell'agricoltura dell'Emilia-Romagna, che nell'anno del Covid ha dimostrato la sua centralità strategica per il Paese. Al recupero del terreno perduto ha contribuito la domanda interna ma anche estera alimentata dai consumi domestici a discapito del fuori casa. Per questo, oltre alle misure varate dal Governo abbiamo attivato misure aggiuntive per aiutare i settori più in difficoltà per la crisi da Covid, a partire dai tre milioni di euro a sostegno degli agriturismi. Abbiamo poi scorso la graduatoria dei progetti di filiera nel comparto lattiero-caseario, con 17,8 milioni del bilancio regionale, e rifinanziato con 1,5 milioni un intervento a beneficio della barbabietola da zucchero. Nel 2020 gli uffici della Direzione agricoltura e di Agrea hanno effettuato pagamenti alle imprese in applicazione della Pac (Politica agricola comune) pari a 609 milioni di euro".

"In attesa del nuovo Psr 2023-2027- prosegue l'assessore- con i quasi 410 milioni di euro a disposizione nel prossimo biennio di transizione, il 35% in più rispetto alla precedente programmazione, continueremo ad investire su giovani, innovazione e sostenibilità, tenendo sempre insieme ambiente, lavoro e redditività per le imprese agricole. Un'attenzione particolare al settore dell'ortofrutta, reduce da anni molto difficili a causa delle gelate primaverili e dell'attacco di fitopatie e di parassiti come la famigerata cimice asiatica, con misure ad hoc per aumentare tutti gli strumenti disponibili a protezione delle colture. Infine, abbiamo prolungato di un anno gli impegni che scadono quest'anno per l'agricoltura biologica e la produzione integrata. Continueremo a lavorare per tenere al centro la sostenibilità, in tutte le sue accezioni: sostenibilità ambientale per la salvaguardia del nostro Pianeta e della biodiversità, e sostenibilità economica per le imprese agricole, senza la quale non c'è reddito e quindi non si generano le possibilità di sviluppo e tutela dei territori e delle comunità."

"Il 2020- ha commentato Bellei- è stato l'anno della pandemia, del lockdown e delle difficoltà, eppure il valore della produzione agricola ha segnato una netta ripresa, mentre l'industria alimentare ha accusato una flessione della produzione, ma ben più contenuta rispetto al complesso dell'economia regionale. Il saldo commerciale agroalimentare è rimasto positivo e nel primo trimestre 2021 si registra una crescita importante dell'export, che supera i 2,2 miliardi. Il settore può svolgere un ruolo di traino nella ripresa e l'export, in questo senso, è davvero un punto di forza. Su questa strada è consolidata la partnership tra sistema camerale e Regione Emilia-Romagna, che si è fortemente sviluppata attraverso strumenti e azioni integrate per supportare l'internazionalizzazione delle imprese e valorizzare le eccellenze dell'intera filiera".                                

(Rimini) Per i cittadini dell’Emilia-Romagna ottenere il Green pass (Certificazione verde COVID-19 - EU digital COVID) da oggi diventa ancora più facile. Sarà infatti sufficiente collegarsi al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico per trovare, tra gli altri documenti sanitari personali, anche questo lasciapassare in formato digitale o stampabile, che sarà obbligatorio dal prossimo 6 agosto per svolgere molteplici attività, tra le quali partecipare a spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive, visitare mostre e musei, frequentare bar e ristoranti al chiuso. 

Chi potrà ottenerlo? Lo potranno ottenere i cittadini che sono stati vaccinati contro il coronavirus, oppure hanno effettuato un test molecolare o antigenico recente con esito negativo (con validità 48 ore) o chi è guarito dall'infezione. La disponibilità del documento sarà graduale, perché dalla piattaforma nazionale del ministero della Salute è iniziato proprio oggi il processo di indicizzazione, cioè il trasferimento delle certificazioni digitali, che in modo progressivo si estenderà nei prossimi giorni a tutti gli assistiti del sistema sanitario dell’Emilia-Romagna. 

“E' lo strumento più efficace per il ritorno alla normalità ed evitare altre chiusure"- sottolinea l’assessore alle politiche per la salute, Raffaele Donini-. La facilità con cui i cittadini potranno scaricare il green pass, utilizzando uno strumento come il Fascicolo sanitario, a cui sono già abituati, potrà essere di grande aiuto per dotarsi di questa certificazione. E’ un strumento utile, direi necessario, se vogliamo guardare con serenità ai prossimi mesi, evitando di dover gettare a mare i sacrifici che abbiamo fatto in questo anno e mezzo di pandemia”.

Come ottenere il Green pass. Il Green pass è un documento digitale e stampabile, che contiene un codice a barre bidimensionale (QR Code) e un sigillo elettronico qualificato. In Italia, viene emesso soltanto attraverso la piattaforma nazionale del Ministero della Salute.

Per scaricarlo dal Fascicolo Sanitario Elettronico basta collegarsi al sitosito Internet www.fascicolo-sanitario.it utilizzando le proprie credenziali personali. Il sito è raggiungibile anche dall’home di ER Salute, il sito del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna: http://salute.regione.emilia-romagna.it

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