Turismo: basterà un tampone ai russi per arrivare in riviera
(Rimini) Nell'ultimo decreto anticovid, il governo ha inserito la possibilità di entrare in Italia con tampone negativo per i turisti stranieri vaccinati con sieri diversi da quellli riconosciuti da Ema, oppure vaccinati e guariti più di sei mesi prima rispetto all'ingresso in Italia. Molte sono state le voci di approvazione, tra cui anche quella del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad. "La bozza del decreto infatti è finalmente un bel passo in avanti per risolvere il paradosso vigente che prevede che gli stranieri potessero entrare in Italia con il green pass base ma non alloggiare in hotel, mangiare al ristorante, usare i mezzi pubblici e in generale accedere alle attività dove è previsto il certificato rafforzato", spiega.
Dall’entrata in vigore del provvedimento, chi è vaccinato e guarito da meno di 6 mesi potrà accedere a tutti i servizi con il pass base. I turisti stranieri che invece che sono in possesso di un certificato di guarigione o vaccinale da più di sei mesi dovranno mostrare l’esito negativo di un tampone rapido o molecolare. "La novità importante di questa nuova disposizione sta nel fatto che questa si applicherà non solo ai cittadini stranieri che hanno effettuato vaccinazioni approvati dalle nostre autorità sanitarie, ma avrà validità anche per chi è stato immunizzato con medicinali ad oggi non riconosciuti dall’Italia, a partire dallo Sputnik.
Una ‘concessione’ che come evidente potrebbe avere un evidente impatto positivo anche per l’incoming nel nostro territorio, in considerazione della vasta diffusione del vaccino russo, in particolare in Paesi che da sempre rappresentano un bacino importante per il nostro turismo".
Rotatorie ss16: un bypass da via Montescudo per limitare i disagi
(Rimini) Autostrade per l’Italia, per garantire il regolare transito dei flussi di traffico durante la realizzazione delle due nuove rotatorie sulla statale 16 (all'incrocio con la superstrada per San Marino e con le vie Montescudo e Coriano), realizzerà un bypass per chi proviene da Riccione in direzione Rimini in corrispondenza all'altezza di via Montescudo. Il bypass consentirà di procedere con la realizzazione del sottopasso ciclopedonale previsto dal piano di interventi, minimizzando gli impatti sulla circolazione stradale.
I lavori di realizzazione del sottopasso del tratto in attraversamento saranno completati entro domenica 8 maggio. E' emerso nell'ambito del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto oggi in provincia proprio per arrivare a soluzioni che rendano il meno impattante possibile sulla circolazione l'avvio dei cantieri, previsto in questo mese. Disagi sono prevedibili, anche in relazione al raduno nazionale degli Alpini previsto per il mese di maggio e alla prossima stagione estiva.
Il piano di interventi rientra nel complesso delle opere accessorie previste nel programma di potenziamento della A14 nel tratto romagnolo, per un investimento complessivo di 21 milioni di euro. Tutti gli interventi, condivisi con le istituzioni del territorio, "sono stati identificati con l’obiettivo di migliorare e potenziare l’accessibilità al sistema autostradale, prevedendo anche opere di mobilità agile (ciclopedonale) ad integrazione della viabilità esistente, in particolare della S.S.16 Adriatica".
Vaccini: open day del sabato per gli under 19 diventa routine
(Rimini) Da qualche giorno in Emilia-Romagna i contagi da Covid-19 frenano e anche sul fronte dei ricoveri si registra un rallentamento, ma il virus continua a circolare tanto soprattutto tra i più giovani. Per questo motivo la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con le Aziende sanitarie locali, ha deciso di proseguire sulla strada degli Open day vaccinali dedicati alla popolazione in età scolastica - che si sono svolti per due domeniche di gennaio, il 16 e il 30 - trasformandoli in un appuntamento fisso del sabato.
A partire dal 5 febbraio, infatti ogni sabato i bambini e ragazzi tra i 5 e i 19 anni potranno vaccinarsi da mattina a sera, da Piacenza a Rimini, seguendo le programmazioni predisposte dalle singole Aziende sanitarie che saranno comunicate già nelle prossime ore e consultabili sui rispettivi siti internet aziendali; naturalmente nel caso dei minorenni sarà necessaria la presenza di un genitore con documento e delega dell'altro genitore, o di chi ha la tutela legale.
"La sfida adesso è vaccinare i bambini- commenta l'assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. In Emilia-Romagna quasi il 95% della popolazione con più di 12 anni ha ricevuto almeno una dose, un risultato straordinario. Nella fascia 5-11 anni, che è partita con le vaccinazioni per ultima, la somministrazione della prima dose ha raggiunto circa il 31% della popolazione, considerando che 60mila bambini positivi negli ultimi tre mesi non possono essere vaccinati, di fatto uno su cinque. Ma è necessario accelerare, perché proprio tra loro il virus continua a circolare molto: con l'Open day fisso del sabato vogliamo agevolare il più possibile i genitori, affinché possano sfruttare le occasioni proposte per fare la scelta giusta, vaccinare i propri figli".
Aggiornamento coronavirus: 14 decessi nel riminese, 858 nuovi positivi
(Rimini) Dall'inizio dell'epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 1.080.696 casi di positività, 12.012 in più rispetto a ieri, su un totale di 53.135 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 20.155 molecolari e 32.980 test antigenici rapidi. Questo il dato comunicato al ministero della Salute, che però comprende circa 1.200 casi di positività registrati nei giorni scorsi, che per problemi tecnici non erano stati caricati a sistema da parte delle rispettive Ausl e che sono stati recuperati oggi: 315 riferiti al Circondario imolese e circa 900 riferiti a Ferrara. Per la stessa ragione anche il dato di domani di Ferrara conterrà altri 900 casi in più. I casi reali odierni sarebbero quindi circa 10.800. Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 22,6%. Se si considerassero i casi reali odierni, la percentuale scenderebbe al 20,3%.
Vaccinazioni. Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 9.785.075 dosi; sul totale sono 3.709.719 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 92,3%. Le terze dosi fatte sono 2.414.703.
Ricoveri. I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell'Emilia-Romagna sono 152 (- 2 rispetto a ieri; -1,3%), l'età media è di 62,3 anni. Sul totale, 90 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 61,5 anni), il 59,2%; 62 sono vaccinati con ciclo completo (età media 63,4 anni). Un dato che va rapportato al fatto che le persone over 12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna sono oltre 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto: la percentuale di non vaccinati ricoverati in terapia intensiva è quindi molto più alta rispetto a chi si è vaccinato.
Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.519 (-159 rispetto a ieri, -5,9%), età media 72 anni. Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 7 a Piacenza (+2), 15 a Parma (-4); 15 a Reggio Emilia (+2); 23 a Modena (+1); 40 a Bologna (-3); 9 a Imola (-1); 10 a Ferrara (invariato); 10 a Ravenna (invariato); 4 a Forlì (invariato); 5 a Cesena (+1); 14 a Rimini (invariato).
Contagi. L'età media dei nuovi positivi di oggi è di 36,4 anni.
La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 2.149 nuovi casi (su un totale dall'inizio dell'epidemia di 219.740) seguita da Modena (2.020 su 169.554), Ferrara (1.848 su 71.079) e Ravenna (1.048 su 99.182); poi Reggio Emilia (966 su 118.609), Rimini (858 su 107.969) e Parma (778 su 87.252); quindi Cesena (700 su 61.629), il Circondario Imolese (654 su 33.670), Forlì (565 su 51.662) e, infine, Piacenza (426 su 60.350).
I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 257.725 (-29.320). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 255.054 (-29.159), il 99% del totale dei casi attivi. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all'andamento dell'epidemia in regione.
Guariti e deceduti. Le persone complessivamente guarite sono 41.298 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 807.769.
Purtroppo, si registrano 34 decessi: 4 in provincia di Parma (due donne di 87 e 91 anni e due uomini entrambi di 68 anni); 2 in provincia di Reggio Emilia (una donna di 96 anni e un uomo di 68 anni); 2 in provincia di Modena (due uomini di 71 e 92 anni); 4 in provincia di Ferrara (tre donne di 70, 80 e 88 anni e un uomo di 85); 3 in provincia di Ravenna (tutti uomini di 83, 85 e 93 anni); 5 in provincia di Forlì-Cesena (quattro donne di 89, 90, 93 e 94 anni e un uomo di 83 anni); 14 in provincia di Rimini (9 donne di 58, 59, 72,73, 81, 84, due di 91 e una di 97 anni; 5 uomini di72, 83, 87, 88 e 93 anni). Nessun decesso in provincia di Piacenza, Bologna e Imola. In totale, dall'inizio dell'epidemia i decessi in regione sono stati 15.202.
Obbligo green pass, "situazione pesante per il commercio"
(Rimini) Per i commercianti riminesi "non mancano le difficoltà in questi primi giorni di entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass per accedere ai negozi". Lo conferma il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino. "Oltre a registrare un calo delle vendite generalizzato si sta a volte deteriorando la parte relazionale, quella del buon vivere e dei rapporti personali tra negoziante e cliente. Purtroppo ho avuto segnalazioni della volontà di alcuni avventori di non esibire il Green Pass quando richiesto. È una situazione pesante, ma continueremo a fare la nostra parte con i controlli a campione nelle attività, come la Legge ci impone. Se da una parte possiamo essere solidali con le scelte delle persone, non possiamo transigere nel fare rispettare le regole imposte. Ci auguriamo che con la diminuzione di contagi e pressione sugli ospedali e con l’arrivo della bella stagione tutto questo diventi presto solamente un ricordo e si possa tornare alla vita normale”.
Cantano vittoria, invece, i tabaccai. “Abbiamo ottenuto dal governo l’alleggerimento della normativa sul controllo del Green Pass nelle nostre attività. Lo avevamo chiesto a gran voce – spiega Giorgio Dobori, presidente provinciale FIT Federazione Italiana Tabaccai - denunciando a più riprese, insieme alle altre categorie del commercio, le difficoltà organizzative che la norma imponeva. Non solo, nelle tabaccherie controllare il Green Pass all’ingresso sarebbe stato difficoltoso, ma anche pericoloso, perché avrebbe costretto l’esercente a lasciare incustodito il bancone, con tutte le conseguenze del caso. Con la risposta ad una FAQ, il governo è venuto incontro alle esigenze nostre e delle altre categorie del commercio, decidendo per i controlli solo a campione del Green Pass. Nonostante questo però non mancano le criticità, con persone che arrivano persino allo scontro verbale al momento della richiesta di esibizione del certificato. Non è una bella situazione e speriamo finisca presto”.
Il vero problema, però, resta un altro. “Più che il controllo a campione del Green Pass, che è comunque un adempimento aggiuntivo per i commercianti, il vero problema è che in giro per le strade c’è davvero pochissima gente – dice Giammaria Zanzini, presidente provinciale di Federmoda-Confcommercio -. E quella che entra nei negozi è ancora meno, soprattutto durante la settimana. Inflazione alle stelle e costi dell’energia esagerati non fanno altro che togliere progressivamente alle persone le opportunità di acquisto per i beni ritenuti non essenziali, come quelli per l’abbigliamento. Spesso anche chi entra nei piccoli negozi pretende sconti da outlet, sopra al 50%: cifre impossibili per i commercianti di vicinato. Speriamo che la rimodulazione delle quarantene possa portare un po’ più di persone a vivere le città e lo shopping e che si torni presto alla normalità. Per quanto riguarda i sostegni appena decisi dal governo per il settore, ancora una volta l’eccesso di burocrazia rischia di renderli di scarso impatto per le piccole e micro imprese del nostro settore. Attendiamo che con l’auspicabile allentamento delle restrizioni si possa guardare alla prossima primavera con più fiducia”.
Misano, lavori per il nuovo palasport
(Rimini) Procede spedito il progetto per la realizzazione del nuovo palazzetto dello sport di Misano Adriatico, che andrà ad affiancare quello esistente. I lavori, come annunciato al termine del 2021, partiranno in primavera e nei prossimi giorni è prevista l'apertura delle buste nell'ambito della gara per l'affidamento della realizzazione.In questi giorni, intanto, sono in corso gli interventi propedeutici alla nuova opera, a partire dallo spostamento della centrale termica del palazzetto esistente. Lunedì, invece, prenderanno il via i lavori di rifacimento del viale di ingresso all'area, punto di partenza per il completamento del polo sportivo Rossini.
L'importo complessivo previsto per la realizzazione di questi primi interventi ammonta a 200 mila euro. La spesa complessiva stimata per la realizzazione del nuovo palazzetto è di 1.800.000 euro, di cui 300.000 euro finanziati dalla Regione e il resto a carico del bilancio comunale. Il nuovo impianto, che avrà una capienza di pubblico di 180 persone, andrà ad occupare l'area attualmente destinata al basket scoperto, che sarà ricollocato nello spazio verde antistante al Palazzetto esistente.
3 febbraio
La protesta dei medici | “Tosi dovrebbe fare un passo indietro” | Rimini a Sanremo
Elezioni Riccione. Diario di centrosinistra
Grandi novità in vista nella ‘grossa coalizione’ di centro sinistra.
I più avevano temuto il peggio nei giorni scorsi dopo il colpo di mano con cui Tirincanti aveva provato a concordare un candidato sindaco direttamente col Pd e fuori dai canali di confronto condivisi con gli altri aspiranti alleati.
Probabilmente lo spavento, più che dalla proposta in sé, è stato prodotto dalla scoperta di quanto debba essere debole oggi il Pd di Riccione per accodarsi a un tentativo così estemporaneo, e tanto combattuto al proprio interno da lasciar trasparire quei comportamenti apertamente egemonici di cui fin dall’inizio il Pd ha cercato di evitare l’accusa.
La debolezza del partito è comunque certificata dall’ipotesi che circola in queste ore, che cioè tutte le componenti della coalizione di centrosinistra si riuniscano in un unico listone senza simboli: e che il Pd, dopo aver governato ininterrottamente per decenni, dopo solo due mandati all’opposizione, sia costretto a rinunciare al proprio nome e simbolo sulla scheda elettorale pur di sperare di vincere ha un sapore quasi malinconico.
L’idea del listone unico risponde comunque all’unica domanda che angoscia fin dalla prima ora i vari referenti della coalizione: come prendere i voti dei moderati erodendo al centro il consenso del centrodestra.
Con l’ipotesi di una aggregazione di liste con un unico candidato sindaco, l’ampiezza della coalizione dovrebbe essere certificata dall’estrazione politica e culturale delle liste stesse: tanto che, pur piccole, le componenti come quelle di Tirincanti e Baleani per la coalizione valgono oro, perché sarebbero la riprova (almeno nell’idea dei suoi promotori) della non egemonia del Pd sull’operazione.
Con il listone unico invece, lo spostamento dell’equilibrio politico da sinistra al centro sarebbe invece affidato alla scelta dei candidati.
Vale la pena notare, in attesa che le varie parti si confrontino al loro interno per decidere che strada prendere, che la formula vincente a Rimini è stata esattamente opposta: tante liste, tanti candidati motivati (anche a non fare brutta figura), rappresentanza estesa sia geografica che professionale che valoriale; soprattutto generando un’impressione di interesse e di fiducia nella politica che, alla prova dei fatti, si è dimostrata contagiosa.
Elezioni Riccione. Diario di centrodestra
Con una battuta potremmo dire che Renata Tosi si è indirettamente proposta quale prossimo candidato a sindaco di Rimini.
Se infatti Enzo Ceccarelli, dopo i suoi due mandati da primo cittadino a Bellaria, aveva tentato di restare nella giunta guidata dal proprio successore (in precedenza suo assessore) ed è stato ripescato qualche tempo dopo dalla Lega come antagonista di Sadegholvaad, si vede bene come la situazione su Riccione sia assolutamente speculare.
Renata Tosi, non potendo ricandidarsi, ha infatti ufficializzato la propria decisione di restare nella prossima giunta che, in caso di vittoria, dovrebbe essere guidata dalla candidata che lei stessa ha indicato (e suo attuale assessore). La ragione della proposta, il garantire una continuità con i due mandati dell’attuale giunta, in modo da favorirne il successo.
Non sappiamo se questa sua valutazione corrisponda al sentimento della maggioranza dei riccionesi, però anche a Bellaria e a Rimini, al termine dei loro due mandati, i sindaci Ceccarelli e Gnassi – che pur godevano di una vasta popolarità e svolgevano la loro funzione con una grande passione amministrativa – hanno infine dovuto accettarne il termine, ed entrambi con dolore e un evidente malumore: esplicito e dichiarato quello di Ceccarelli, appena velato da una presenza ridondante e quasi parossistica in campagna elettorale quello di Gnassi.
Perché, al di là di quanto si sia fatto bene, al di là della propria popolarità, al di là anche di quali siano le gerarchie attuali tra le persone e tra le forze politiche, a tema c’è soprattutto la credibilità di coloro che andranno a candidarsi per il prossimo mandato. E non a caso sui social e in ogni conversazione nella quale si parli delle prossime elezioni riccionesi si è subito messo in dubbio che l'attuale vicesindaco sia un candidato credibile, che possa guidare la città con una propria personalità e una propria visione.
Per questo, indipendentemente da cosa pensi del proprio futuro Renata Tosi, e anche da ciò che i cittadini di Riccione pensino del suo operato, a contare sull’orientamento delle prossime elezioni sarà ciò che sceglierà di dire Laura Galli. Perché dimostrare di non essere ‘sotto tutela’ (rifiutando l’offerta della Tosi oppure spiegando le ragioni per accettarla) è responsabilità che grava solo su di lei, chiamata a dimostrare come si distingua in idee, linguaggio e temperamento rispetto al proprio predecessore.
Così come sarà presto evidente se sia stata, la sua, una investitura reale, oppure ancora da confermare.
"Medici, non burocrati": i sanitari chiedono di rivedere i protocoli
(Rimini) “Non ci resta tempo per curare i nostri pazienti, che non sono solo malati di covid o solo quelli malati di covid”. E’ il succo della denuncia dei 90 tra medici di medicina generale e pediatri che hanno firmato una lettera indirizzata alle istituzioni e ai cittadini per spiegare le condizioni di lavoro. “Immaginate di essere in una guerra sanguinosa e di avere a disposizione un reggimento di Alpini addestrati alla battaglia. Immaginate di chiuderli in un ufficio per giorni, settimane, mesi, a fare fotocopie”, sintetizza la lettera che vuole essere un passo per chiedere un confronto con le istituzioni sanitarie e arrivare a una modifica dei protocolli per la gestione dei pazienti con covid.
La situazione è allo stremo. “L’altro giorno una mia paziente mi ha detto: ho male a un piede ma non sono venuta da lei dottoressa, è già tanto indaffarata con la burocrazia”, racconta Micaela Mancini. “Il problema del ritardo delle diagnosi - ribadiscono in più di uno tra i colleghi e le colleghe - sta diventando serio”. Tra l’altro, “sono sempre più punghi i tempi di attesa per gli esami diagnostici”, aggiunge Lorelay Bianconi. Tanto che si sta arrivando alla cronicizzazione di patologie che potrebbero invece essere curate se prese nei tempi corretti, spiegano.
“Non deve più accadere. Chiediamo un confronto con le autorità sanitarie e politiche che ci permetta di gestire una pandemia superando la logica dell’emergenza”, ribadisce con forza Giulia Grossi. Le ondate delle varianti che si sono succedute, del resto, “sono tutte state previste”, sottolinea Pietro Pesaresi. Nel riminese, ribadisce, “abbiamo il più alto tasso di contagi in Italia: 29.619casi ogni 100mila abitanti da inizio pandemia”. Così come nel riminese resta il più alto numero di vaccinati e qualche medico, come Melchisede Bartolomei, ha perso pazienti che aveva in cura da 40 anni dopo aver consigliato loro di immunizzarsi.
“E in tutta questa storia - interviene Mirco Ripa - siamo considerati dei fannulloni irreperibili, mentre in verità ognuno di noi da inizio pandemia ha curato almeno 500 pazienti covid. Siamo stanchi e arrabbiati”. Nell’agenda di Erica Francese, per fare un esempio “oggi sono 90 i pazienti covid da monitorare: il tempoper ilr esto è molto poco”. Chiosa Corrado Paolizzi: “Che medico vuoi, quello che ti scrive il green pass o quello che ti cura?”.