Free credit, Sadegholvaad: non declassiamo i reati a furbizia
(Rimini) "Il quadro che emerge dalle indagini dell'operazione 'Free Credit' assume contorni penali gravi e preoccupanti, nonché socialmente pericolosi e disgustosi". Così il sindaco di Rimini all'emergere di nuovi particolari rispetto all'indagine della guardia di finanza di Rimini. "Le accuse nei confronti degli imputati, che dovranno naturalmente essere provate nelle sedi preposte, mettono in luce uno scenario criminale profondo e cinico allo stesso tempo, una miseria prima umana e poi professionale che martoria il corpo già debole delle comunità, dell'economia e del lavoro per la pandemia".
C'è un aspetto "terribile in questa vicenda ed è quello profondamente diseducativo di un pezzo di imprenditoria, sicuramente minoritario e marginale ma comunque esistente, che immediatamente, quasi per riflesso ancestrale, si appropria di una ciambella di salvataggio offerta per il bene comune, trasformandola in una sorta di zattera per la propria avidità, la propria insana voglia di appropriazione. Senza neanche il pur minimo senso di colpa, un lacerto di buongusto".
'È pazzesco, il Governo vuole essere fregato' è l'intercettazione resa pubblica, uscita dalla bocca di uno degli imputati. "È l'inversione grottesca di qualsiasi morale o etica: evidentemente per questi signori se c'è un colpevole delle loro truffe è proprio lo Stato italiano, 'inopportunamente' generoso verso la comunità nazionale messa in ginocchio dal virus e necessitante con misure finanziarie straordinarie di essere rimessa in piedi. C'è una convinzione perversa, che forse non è solo auto giustificazione, nel considerare colpevole 'il buono', colui che dà, quasi che esso stesso volesse farsi 'fregare' e dunque per questo non c'è reato né colpevolezza, al limite 'furbizia'".
Indagini come questa "mettono bene in chiaro come le misure eccezionali rese operative dai diversi Governi dalla primavera 2020 ad oggi siano state considerate alla stregua di un assalto alla diligenza. E' implicito che la straordinarietà e l'entità di questi provvedimenti ad hoc abbia attratto anche una serie di soggetti nuovi e improvvisati, una bolla che è circolata nel corpo dell'imprenditoria sana, giustamente adesso scioccata e arrabbiata per il danno presente e futuro che ora verrà a seguito di queste 'mele marce' anche da parte di uno Stato che, come accade sempre dopo certi fatti, irrigidirà le maglie della procedura e della burocrazia, rendendo più complessa l'attività delle imprese sane, oggi più che mai vere e proprie parti lese. Ma parte lesa è soprattutto la comunità riminese, i suoi cittadini, il suo tessuto socioeconomico. L'auspicio nostro è che la Giustizia, questa volta, arrivi rapidamente alla verità, qualunque essa sia, fosse anche la peggiore. In quest'ultimo caso, le pene dovranno essere severe, prive di qualsivoglia attenuante. Oggi le parti lese da questa vicenda sono prima di tutto e di tutti 150 mila riminesi".
Aggiornamento coronavirus: 396 positivi, 1 decesso
(Rimini) Sono 396 i nuovi positivi al coronavirus tracciati oggi nella provincia di Rimini, si tratta di 193 pazienti di sesso maschile e 203 pazienti di sesso femminile. Si possono stimare in circa 200 le guarigioni. Oggi è stato comunicato il decesso di una donna di 76 anni residente a Rimini. Dall'inizio dell'epidemia in Emilia-Romagna si sono registrati 1.057.580 casi di positività, 7.105 in più rispetto a ieri, su un totale di 76.889 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 20.574 molecolari e 56.315 test antigenici rapidi. Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 9,2%.
Per quanto riguarda l'autotesting con tampone rapido antigenico per l'apertura e la chiusura dell'isolamento, a 14 giorni dall'avvio del servizio (mercoledì 19 gennaio) riservato a chi ha fatto la terza dose ed è asintomatico, i tamponi caricati a oggi alle ore 12 sul Fascicolo sanitario elettronico risultano 19.286. Di questi, 11.031, pari al 57,2%, riguardano cittadini che, avendo determinato la propria positività al virus SARS-CoV-2, hanno ricevuto o riceveranno la comunicazione di avvio del periodo di isolamento. Dopo 7 giorni di isolamento queste persone potranno ripetere l'autotesting e in caso di negatività caricare il risultato sempre sul Fascicolo sanitario elettronico e ottenere entro 24 ore la certificazione di fine isolamento. 8.255 sono invece i tamponi con esito negativo (il 42,8%).
Vaccinazioni. Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid. Alle ore 14 sono state somministrate complessivamente 9.721.981 dosi; sul totale sono 3.703.451 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 92,2%. Le terze dosi fatte sono 2.368.635.
Ricoveri. I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell'Emilia-Romagna sono 154 (+5 rispetto a ieri, pari a +3,4%), l'età media è di 62,2 anni. Sul totale, 91 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 60,8 anni), il 59,1%; 63 sono vaccinati con ciclo completo (età media 64,2 anni). Un dato che va rapportato al fatto che le persone over 12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna sono oltre 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto: la percentuale di non vaccinati ricoverati in terapia intensiva è quindi molto più alta rispetto a chi si è vaccinato.
Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.698 (+3 rispetto a ieri, +0,1%, in quanto il dato di 2.701 ricoveri comunicato ieri è stato aggiornato in serata a 2.695, a seguito di un riallineamento dei sistemi informatici), età media 71,6 anni.
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 4 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 19 a Parma (invariato); 14 a Reggio Emilia (invariato); 20 a Modena (-1); 40 a Bologna (+5); 10 a Imola (invariato); 12 a Ferrara (-1); 11 a Ravenna (+1); 4 a Forlì (invariato); 5 a Cesena (+1); 15 a Rimini (invariato).
Contagi. L'età media dei nuovi positivi di oggi è di 34,2 anni. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 1.838 nuovi casi (su un totale dall'inizio dell'epidemia di 215.602) seguita da Modena (1.114 su 166.545), Parma (1.086 su 85.093); poi Piacenza (536 su 59.456), Ferrara (459 su 68.224), Reggio Emilia (477 su 116.202); quindi Rimini (396 su 105.846), Ravenna (364 su 97.048), Forlì (314 su 50.357), Cesena (302 su 60.191) e infine il Circondario Imolese con 219 nuovi casi di positività su un totale da inizio pandemia di 33.016.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 329.161 (-42.972). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 326.309 (-42.980), il 99,1% del totale dei casi attivi. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all'andamento dell'epidemia in regione.
Guariti e deceduti. Le persone complessivamente guarite sono 50.037 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 713.291.
Purtroppo, si registrano 40 decessi: 2 in provincia di Piacenza (due uomini, uno di 83 il cui decesso è stato registrato dall'Ausl di Parma e uno di 94 anni); 7 in provincia di Parma (tre donne di 67, 82 e 91 anni, quattro uomini di 73, 74, 77 e 86 anni); 4 in provincia di Reggio Emilia (tre donne di 86, 93 e 95 anni e un uomo di 92 anni); 2 in provincia di Modena (una donna di 89 e un uomo di 59 anni); 2 nel Circondario Imolese (una donna di 82 e un uomo di 84 anni); 5 in provincia di Ferrara (quattro donne delle quali una di 70, una di 91 e due di 93 anni, un uomo di 91 anni); 10 in provincia di Ravenna (cinque donne delle quali una di 72, due di 90, una di 94 e una di 96 anni, cinque uomini di 62, 74 il cui decesso è stato registrato dall'Ausl di Forlì, 78, 86 e 92 anni); 7 in provincia di Forlì-Cesena (tre donne di 89, 90 e 95 anni, quattro uomini di 71, 74, 81 e 95 anni); 1 in provincia di Rimini (una donna di 76 anni). In totale, dall'inizio dell'epidemia i decessi in regione sono stati 15.128.
Quarantena, "alcuni presidi non rispettano le regole": rete Genitori per la scuola in presenza va all'attacco
(Rimini) “Viene segnalato che i dirigenti scolastici di molteplici scuole dell’Emilia-Romagna stiano erroneamente applicando lo strumento della sospensione dell’attività didattica in presenza e il meccanismo della quarantena”. Lo rende noto la referente della rete regionale Genitori per la scuola in presenza, Stefania Montebelli. “Il caso più frequente riguarda l’attivazione di quarantene con riferimento a casi di positività antecedenti di svariati giorni rispetto alle 48 ore che invece sono previste dalle normative relative alle nuove modalità di gestione dei casi di positività da Covid-19 in ambito scolastico. O ancora, la definizione dell’intervallo temporale entro il quale devono essere conteggiati i positivi di una classe che la norma stabilisce in dieci giorni, per cui la classe interessata dal succedersi di tre casi dovrà vedere sospesi esclusivamente degli alunni presenti nei 10 giorni dall’ultimo caso positivo (il terzo). Appare conseguentemente scontato che i soli destinatari della sospensione delle lezioni e della messa in quarantena anche in questi casi debbano essere sempre gli studenti presenti nelle 48 ore precedenti l’ultimo caso, e non gli studenti del gruppo classe assenti in quanto già in quarantena dal secondo caso”.
Le condizioni per la non riammissione a scuola nei tempi normati, ribadisce Montebelli, “sono in capo all’Asl, i Dirigenti scolastici dovrebbero limitarsi a comunicare alle famiglie i provvedimenti dell’Autorità sanitaria. Tra le segnalazioni ricevute e che ancora stanno arrivando, compaiono casi di Dirigenti scolastici che non attivano per gli studenti in isolamento, o il gruppo classe, o parte del gruppo classe in quarantena, la Didattica a distanza o la DDI come invece previsto dal Dl n.1 del 7 gennaio 2022, al verificarsi delle casistiche, pur in presenza dell’esito di tamponi di positività e di provvedimenti che Ausl stessa emette per la classe”.
Per Montebelli si tratta di “scelte arbitrarie che non solo sono violano il diritto costituzionale all’istruzione, ma vanno anche a contrastare con la ratio posta a fondamento di tutte le norme che punta a ‘coniugare l’imprescindibile esigenza sociale ed istituzionale della prosecuzione della didattica in presenza con il principio di assicurare la sicurezza sanitaria’”.
Riccione, asta deserta per la colonia Bertazzoni: la base si abbassa del 5%
(Rimini) Il Comune di Riccione predisporrà un secondo avviso di asta pubblica per a vendita della "ex colonia Bertazzoni" di viale Torino. Il primo avviso di asta pubblica è scaduto il 31 gennaio senza offerte. La Giunta comunale con delibera procederà ad emanare un secondo avviso nei termini previsti per legge sia per i tempi che per l'importo. L'ex colonia Bertazzoni è, dagli inizi degli anni 2000, inserita tra i beni pubblici alienabili, ed è la prima volta che si procede a bando di asta pubblica. Il prezzo di base di 9 milioni di euro sarà ribassato come da normativa del 5%. Si ricorda che per quanto riguarda la potenzialità edificatoria alla luce della Delibera di consiglio comunale n. 30 del 19.09.2019, che ha dato attuazione alle disposizioni, della Legge Regionale n. 3 del 23.04.2019, "Disciplina per l'avvio e l'esercizio dei Condhotel e per il recupero delle Colonie.Ecc.", l'ex "Colonia Bertazzoni" potrà essere oggetto di intervento edilizio di tipo RRC (Restauro e risanamento conservativo), attuabile mediante permesso di costruire convenzionato.
E' morto l'attore Paolo Graziosi, l'omaggio dell'amministrazione comunale
(Rimini) "Con Paolo Graziosi non se ne va solo una parte della nostra città, un pezzo del miglior teatro italiano e un protagonista del cinema d'autore". Così l'amministrazione comunale di Rimini aòòa notizia della scomparsa dell'attore Paolo Graziosi. "Se ne va un attore. Sembra banale ma la vita di Paolo si è snodata tutta lungo la strada impervia dell'interpretazione, di quello che con felice sintesi qualcuno ha definito 'il mestiere dell'attore'. In una sua intervista di qualche anno fa, alla domanda 'Cosa direbbe a un giovane che vuole intraprendere la carriera dell'attore?', lui rispondeva così: 'Lo sconsiglierei vivamente, sta diventando sempre più difficile in una situazione come sappiamo talmente disastrosa di questo Paese in questo momento. È chiaro che ci vuole una determinazione, una passione e una capacità di sopportare qualsiasi cosa'".
"Risposta senza mezzi termini che però si scontrava con il suo gigantesco, enorme esempio di uomo appassionato del palcoscenico, nato a Rimini nel 1940, al debutto attoriale appena compiuta l'età adulta. Di lì 60 anni alternati tra teatro, televisione, cinema. Ruoli da protagonista e da caratterista ma tutti legati a un unico filo rosso: l'attore è un soggetto 'sociale' e dunque l'impegno civile deve essere la molla e il propellente di qualunque ruolo interpretato o vestito indossato, sia che si salga sul palco in una pièce classica oppure nei panni di Aldo Moro nel capolavoro di Sorrentino 'Il divo'. C'è una coerenza profonda nella vita di Graziosi, legata a doppio filo alla coerenza dell'attore, pur attraversando mezzi e generi, apparentemente diversi e di differente grado di 'nobiltà'".
"L'esempio personale è la risposta più vera e coerente a quella domanda. Perché se è vero che quello dell'attore è un mestiere difficile, spesso impossibile, è altrettanto vero che nulla come esso è sfidante, affascinante, ammaliante. Sui palcoscenici riminesi è stato varie volte protagonista, lo ricordiamo in particolare nel 2016 al Teatro degli Atti con la moglie Elisabetta Arioso in Edipo in compagnia di Alberto Bassetti, nel 2015 al Novelli ne Il ritorno a casa di Harold Pinter nella produzione del Teatro Metastasio della Toscana e Spoleto Festival dei 2Mondi, e ancora al Teatro Novelli, sempre con la moglie, nel 2005 con La lezione di Ionesco".
"Leggiamo che la sua famiglia ha voluto poco fa omaggiarlo con questo pensiero: 'Vogliamo omaggiare l'artista insieme a tutte le persone che lo hanno conosciuto e amato'. Rimini si unisce a questo omaggio e, nell'ambito della sua attività teatrale e cinematografica, cercherà la migliore iniziativa per valorizzarne l'eredità artistica e umana".
Asilo privato Sant'Ermete, il comune: "Emersi elementi di possibile non idoneità e potenziale pericolosità"
(Rimini) "Dal punto di vista edilizio, sono attualmente in corso accertamenti su strutture segnalate al Comune dal gestore come opere temporanee, rispetto alle quali si sta verificando l’effettiva temporaneità e l’idoneità per l’esercizio di attività rivolte a bambini di età prescolare e scolare. Proprio la presenza di un numero elevato di minori – circa 140 – all'interno di queste strutture ha reso necessari i controlli, effettuati inizialmente dalla Polizia locale, per verificare sia i titoli edilizi che l’adeguatezza delle stesse ai requisiti previsti dalla normativa regionale in materia di servizi educativi". Lo scrive in una nota il comune di Santarcangelo in riferimento al servizio educativo privato attivo a Sant’Ermete, oggetto nei giorni scorsi di articoli sulla stampa locale e interrogazioni in Consiglio comunale, in particolare da parte del consigliere Domenico Samorani che chiedeva tra l'altro opportune verifiche sulle condizioni di sicurezza della struttura.
Tra le verifiche chieste da Samorani, in particolare, quelle relative alla "validità o meno dell’autorizzazione temporanea rilasciata nell’estate del 2020 per quanto concerne l’utilizzo dei tendoni come aule e laboratori nel qual caso non si dovrebbe parlare di abuso edilizio", se "la stessa autorizzazione riguardasse il container ad uso ufficio", "se gazebo e container, essendo strutture rimovibili", fossero "da considerarsi “nuove costruzioni” e quindi prive di autorizzazioni", oltre a chiarimenti sulla denuncia in procura per "abuso edilizio".
Oggi arriva la rispsta del comune. "Dai sopralluoghi effettuati insieme alla Commissione tecnica distrettuale e ad Ausl Romagna sono emersi elementi di possibile non idoneità e potenziale pericolosità delle strutture, motivo per il quale l’Amministrazione comunale ha intimato il divieto di prosecuzione dell'attività per la prima infanzia (1-3 anni) e del servizio di formazione/educazione all’aperto da 3 a 13 anni, entrambi esercitati senza alcuna richiesta di autorizzazione. L’ordinanza, in ogni caso, prevede un termine di 20 giorni (attualmente in scadenza) per dare la possibilità di presentare istanza di regolarizzazione e consentire alle famiglie associate di organizzarsi".
Il servizio educativo, "impropriamente definito “scuola” da più parti, è presentato dai gestori come ispirato a principi quali l’educazione all’aperto, la promozione di discipline come inglese, musica, sport, arte e cura dell’orto, attività che in questo periodo storico sono molto richieste dalle famiglie e la cui validità non è oggetto dei provvedimenti adottati. È bene precisare, tuttavia, che c’è una profonda differenza tra attività associative libere e servizi educativi per i quali sono previsti procedure di autorizzazione e controllo, come centri estivi, servizi per l’infanzia 0-3, scuole private, eccetera. Norme molto stringenti per garantire qualità educativa e sicurezza, in particolare negli ultimi anni di emergenza sanitaria, che hanno costretto le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, a mettere in atto misure stringenti e gravose".
Da notare, infine, che "per la fascia d’età 6-13 anni è previsto l’obbligo di istruzione, quindi la frequenza quotidiana delle attività dell’associazione è possibile solo con la fuoriuscita dal sistema scolastico, pubblico o privato che sia, tramite l’opzione esercitata dai genitori per l’educazione parentale o “homeschooling”. In altre parole, al fine di garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, le famiglie possono scegliere di educare i propri figli a casa con le modalità che ritengono più opportune: senza questa opzione saremmo di fronte all’evasione dell’obbligo previsto dall’articolo 34 della Costituzione".
Adottare l’“homeschooling”, quindi, "non significa trasferire lo studente in un’altra scuola, ma toglierlo dal percorso scolastico, all’interno del quale però viene mantenuto il posto e l’assegnazione alla classe per un possibile rientro successivo, subordinato a un esame di verifica della preparazione raggiunta. Anche se per l’educazione parentale è possibile lo svolgimento in forma associata, senza limiti numerici, è necessario che almeno i requisiti strutturali (sicurezza, antincendio, eccetera) siano regolamentati e verificati. Non possono esistere, in parallelo, un mondo in cui la sicurezza degli alunni viene – giustamente – al primo posto e uno in cui la si può rimandare a quando fa più comodo, non esercitando l’attività di controllo in capo all’Amministrazione comunale. Attività che, peraltro, gli uffici hanno svolto con equilibrio, attenzione e scrupolo, senza considerare che nel corso del tempo non erano mancate occasioni di interlocuzione tra l’Amministrazione stessa e i gestori del servizio".
Emendamento salva Tosi, Sacchetti: Lega pensa solo alle poltrone
(Rimini) “L’emendamento al Mille Proroghe presentato da Elena Raffaelli e Jacopo Morrone (insieme ad altri deputati della Lega) per cercare di concedere alla sindaca Renata Tosi la possibilità di un terzo mandato assomiglia tanto all’ultima boccata d’ossigeno di chi cerca in ogni modo di non lasciare il posto forse più preoccupato per il proprio destino personale che di quello della città ed è l’ennesimo segnale dell’inconsistenza del centro destra riccionese sia sotto il profilo amministrativo che nel disegnare un percorso politico con uno sguardo al futuro” commenta il segretario provinciale del Partito Democratico Filippo Sacchetti.
“In un periodo in cui tutti ci si concentra sulla ripresa dalla più terribile pandemia dal Dopoguerra a questa parte e si progettano azioni e iniziative per aiutare cittadini e attività a rimettersi in moto, la Lega di Riccione continua invece a preoccuparsi solo della ricerca di poltrone mettendo come priorità dei propri amministratori scappatoie in Parlamento per garantirsi un altro mandato, cercando di piegare la legge alle proprie personali aspirazioni” incalza Sacchetti, per poi chiosare: “D’altra parte (e per quanto ci riguarda per fortuna) l’incapacità del centro destra nel reperire figure di un certo profilo nella scelta di candidati non è certo una novità e si è manifestata in tutte le recenti scadenze elettorali: a livello provinciale, regionale e nazionale, con la ciliegina sulla torta della freschissima pantomima di Salvini nell’elezione del presidente della Repubblica ribattezzata da più parti come il suo Papeete d’inverno…”
Riprende il mercato immobiliare: +53,8%
(Rimini) “I dati elaboratati da gennaio a giugno 2021 nella nostra provincia per quanto riguarda il settore residenziale indicano la ripartenza delle compravendite, che registrano un rialzo dei numeri, ritornando al trend positivo pre-pandemia". Lo conferma il presidente di FIMAA Rimini, Nello Salvati. "Sale in maniera importante il numero delle transazioni effettuate, dunque dei rogiti, rispetto allo stesso semestre del 2020, quando anche sul nostro settore incombeva il lockdown e tutto si era sostanzialmente bloccato. Nel primo semestre 2021 nella provincia di Rimini si sono registrati 2.138 rogiti, con un incremento del 53,8% rispetto al primo semestre 2020, in linea con gli incrementi regionali (53,4%) e nazionali (55,8%)".
È dunque tornata la voglia di comprare casa: "una percezione che abbiamo tuttora ogni giorno nel nostro lavoro, con un mercato immobiliare riapparso effervescente nell’ultima parte del 2021 con un trend che continua in questo primo mese del 2022. Ora restiamo in attesa che i dati OMI per il secondo semestre lo evidenzino: questi dati vengono elaborati con una tempistica un po’ lunga, ma sono gli unici dati ufficiali in termini di numerosità delle transazioni normalizzate (NTN) e di tendenza delle quotazioni medie. L’area del Comune di Rimini rappresenta la quota del 42,1% del mercato immobiliare provinciale residenziale e nel primo semestre 2021 ha fatto registrare 900 rogiti (+41,6% sul primo semestre 2020), ma l’exploit maggiore lo ha avuto la macroarea Riviera Sud (Cattolica, Misano Adriatico e Riccione) con 569 NTN (+81,85% sullo stesso periodo 2020)".
Gli agenti registrano anche un calo dei valori degli immobili su tutta la provincia. "Ma anche qui si tratta di un calo fisiologico, che prosegue da diversi anni e fa ancora parte dello sgonfiamento progressivo della bolla immobiliare partita nel 2010. Nel nostro settore ci sono infatti fenomeni che si risolvono a stretto giro, ovvero nei 6-12 mesi, altri ad ampio raggio che proseguono per molti anni. Le percentuali di questo calo dei prezzi sono comunque risibili. La quotazione media provinciale si attesta in 2.241,00 €/m2 e risulta in discesa del -1,64% rispetto al 2°semestre 2020. A scendere maggiormente sono le quotazioni delle case in Valmarecchia (Santarcangelo, Poggio Torriana e Verucchio) che registrano un -2,62% e in Alta Valmarecchia (-2,45%), seguite da Rimini capoluogo (-1,89%) per una contrazione dei prezzi media sul territorio provinciale a -1,64%. La zona Riviera Sud, con i suoi 3.170 €/m2 si conferma la più costosa, nonostante il -1,18% sul semestre precedente".
Nell’ambito del Comune di Rimini, "le transazioni numericamente maggiori si sono registrate nell’area periferica “Corona urbana” (201 nel semestre, con un +42,5% sul secondo semestre 2020) mentre in percentuale, la zona in cui si sono firmati più rogiti è stata quella del lungomare Di Vittorio, tra piazzale Toscanini e piazzale Croce (+233,1%). Tutte le zone di Rimini portano il segno più, tranne le flessioni di Torre Pedrera monte (-40,7%), San Vito e Corpolò, entrambe a -16.,7%, Viserba e Viserbella (-15,3%), Borgo San Giuliano (-0,3%). In sintesi, nel Comune di Rimini nel primo semestre 2021 ci sono state il 41,6% in più di rogiti sullo stesso semestre del 2020 e i prezzi delle case, in generale, sono scesi del 2,1%. Non nascondo che nonostante i numeri non esaltanti del primo semestre 2021, i cali delle quotazioni sono infinitesimi e dunque mostrano che nonostante il periodo di grande incertezza che stiamo vivendo, il mattone tiene e le persone credono ancora in questo tipo di investimento. Sulle transazioni la dinamicità del mercato è un po’ frenata dai bonus e dagli incentivi per efficientamento energetico e ristrutturazioni che portano i proprietari a mantenere il bene. Rimaniamo comunque fiduciosi per il prossimo periodo, sperando di non dovere fare i conti con ulteriori restrizioni emergenziali che non favoriscono di certo un buon svolgimento di tutte le fasi della compravendita”.
Commissioni, variazione bilancio per assumere nuovi vigili
(Rimini) Con la prima variazione al bilancio di previsione 2021-2023, discussa questa mattina dalla V Commissione consigliare, l'Amministrazione Comunale dà seguito ad uno dei principali impegni assunti in avvio di mandato amministrativo, dando copertura alle oltre trenta nuove assunzioni che entro la primavera andranno a implementare l'organico del Corpo della Polizia Locale. Un intervento che l'Amministrazione ha deciso di rendere subito operativo e che trova la copertura economica nella manovra illustrata questa mattina ai consiglieri dall'assessore al Bilancio Juri Magrini, che vede tra le maggiori entrate in parte corrente l'IMU versata in prededuzione dal fallimento DAMA in relazione all'ex questura di via Ugo Bassi, per 818mila euro. Tra le maggiori entrate in parte corrente si segnala la prima assegnazione del Fondo di solidarietà comunale, ufficializzata dal Ministero dell'interno il 19 gennaio scorso, e che ha destinato al Comune di Rimini ulteriori 256.438 euro.
Alle maggiori entrate messe a bilancio si affianca un efficientamento della spesa applicato sulle prossime tre annualità, che consentono di garantire l'equilibrio del bilancio dell'Ente senza andare a interferire con la programmazione delle attività e degli interventi dei diversi settori già programmati per il 2022.
Nella manovra infine si dà seguito agli obblighi previsti dalla Legge di Bilancio del 2022 dando conto del trasferimento statale per l'adeguamento delle indennità di funzione dei sindaci e degli amministratori locali. A tal proposito, ha ricordato l'assessore Magrini, l'amministrazione comunale ha scelto di non procedere al raddoppio dell'indennità, così come facoltativamente previsto dalla legge nazionale già per l'anno in corso, optando esclusivamente per l'obbligatorio adeguamento statale, dilazionato nel triennio 2022-2024. La manovra prevede inoltre le risorse a copertura delle spese per il trasporto pubblico locale e per l'attuazione del Piano occupazionale 2022 – 2024 in corso di approvazione da parte della Giunta.
"Attraverso questa prima manovra di bilancio diamo attuazione ad un impegno che ci siamo presi con la città e che abbiamo voluto adottare già ad inizio mandato - spiega l'assessore al Bilancio Juri Magrini – andando ad irrobustire la pianta organica della Polizia Locale con 32 agenti, che garantiranno un apporto fondamentale per potenziare il presidio e le diverse attività di controllo della città.
La commissione di questa mattina però è stata l'occasione per condividere con i consiglieri anche la preoccupazione per le prospettive di famiglie, commercianti, artigiani e imprenditori, in considerazione della complicata fase economica oggi aggravata dai rincari delle bollette legate ai consumi di acqua, luce, gas, aumenti che già si fanno sentire. Come Amministrazione stiamo lavorando per elaborare misure straordinarie di supporto alle imprese che condivideremo con il Consiglio, ma è necessario che ci sia un'assunzione di responsabilità collettiva e che tutti contribuiscano a rendere meno gravoso l'impatto di questo aumento vertiginoso di costi.
Per queste ragioni come Comune di Rimini, condividendo le sollecitazioni che arrivano da Bologna, chiederemo un confronto alle aziende di servizi operative sul territorio, a partire da Hera, per capire quali azioni e interventi adottare per cercare di agevolare le famiglie e le nostre imprese in questa fase. Con l'auspicio - conclude Magrini - che nel frattempo il Governo si faccia seriamente carico del tema, che rischia di congelare ogni tentativo di ripartenza".
Elezioni Riccione, il sondaggio di Cecchetto
(Rimini) Claudio Ceccetto continua a lavorare in vista delle prossime elezioni amministrative a Riccione dimostrando crederci e rimanendo in attesa di un gruppo che lo candidi come sindaco. Ci crede al punto da aver commissionato un sondaggio prelettorale alla società Astraricerche. Alcuni risultati sono interessati come il fatto che oltre il 77% dei riccionesi non vede l’ora di votare e che, guardando al lavoro del sindaco uscente, l’8% degli elettori di sinistra lo promuove mentre il 14% di quelli di destra lo boccia.
La ricerca è stata condotta a metà gennaio 2022 tramite 700 interviste telefoniche rappresentative della popolazione di Riccione; il territorio comunale è stato diviso in quattro aree (Mare, Centro, Interno Nord, Interno Sud) per una corretta rappresentazione della popolazione. Inoltre, le interviste sono state effettuate in base alla composizione della popolazione residente (ultimi dati Istat) per genere sessuale e fascia di età.
Ne è venuto fuori che Riccione resta una città complessivamente benestante. “È stato chiesto agli intervistati di classificare il proprio status socio-economico (domanda molto più valida per ‘capire’ le diverse opinioni, rispetto a quelle relative al reddito personale, al reddito familiare o alla professione): gli abitanti di Riccione dichiarano spesso di essere di classe media (62.4%) e, più degli italiani, di classe superiore (21.4%: in Italia si riscontrano percentuali attorno al 12-16%); la classe inferiore è indicata meno frequentemente di quella superiore (16.1% - valore nettamente inferiore a quello nazionale, spesso superiore al 25%); in sintesi, la popolazione locale ritiene di essere più benestante di quella nazionale”.
Come votano i riccionesi: meno della metà si sente tra sinistra e destra. “Non è stato chiesto il partito politico preferito o recentemente votato, bensì si è rilevata l’autocollocazione politica: meno di un soggetto su due si classifica nel continuum sinistra-destra (con il centro-sinistra e il centro-destra su valori percentuali quasi identici, e una lieve superiorità numerica della sinistra sulla destra) mentre è molto ampia la parte di chi si dichiara lontano dai partiti o non interessato (22.7%) e di chi segue la politica ma non si sente da una parte o dall’altra (11.7%)”.
Al crescere della classe sociale autoattribuita “ci si sposta dall’apolitico verso il centro allargato (con centro-sinistra o centro-destra) e, meno intensamente, verso destra. Il ‘picco’ della destra è tra i 45-54enni, quello della sinistra tra i 18-34enni. Uomini più moderati (33% per il centro allargato), donne più apolitiche (28%). Non sono rilevanti, invece, le differenze tra le quattro aree geografiche in cui il comune è stato suddiviso”.
I riccionesi vogliono dire la loro. “Ricordando che al primo turno delle Comunali 2017 si recò ai seggi il 61.8% degli aventi diritto (il 71.2% alle precedenti), sembra esserci un grandissimo desiderio di partecipazione elettorale visto che il 77.4% è intenzionato a votare (e un ulteriore 13.1% è incerto). C’è da attendersi un risultato minore come capita in molti comuni italiani (soprattutto se la campagna elettorale locale sarà percepita come confusionaria e deludente dai cittadini). I cittadini che si sentono di sinistra sono più intenzionati a recarsi alle urne (88%) di quelli di centro (85%) e di destra (78%). Da notare che anche coloro che si sentono apolitici spesso pensano di recarsi ai seggi (65%)”.
La pagella per Renata Tosi. “L’operato del sindaco è valutato in modo convintamente positivo (bene o molto bene) dal 22.9% e convintamente negativo (male o molto male) dal 17.6%. Prevale, dunque, un giudizio intermedio (così così o abbastanza bene: 52.9%). Ma non mancano alcune sorprese: l’8% degli elettori di sinistra è convintamente positivo, ma il 14% di quelli di destra è convintamente negativo (e i pienamente soddisfatti presso questa area politica sono solo il 36%), ulteriore segno di un indebolimento dell’appartenenza politica ‘aprioristica’ e, al contrario, di una valutazione concreta dell’operato dei politici”.