Sicurezza: Riccione chiede i rinforzi estivi
(Rimini) Attuazione dell'Ordine del giorno sulla sicurezza approvato all'unanimità dal Consiglio comunale e calendarizzazione delle prossime scadenze a partire dalla richiesta di rinforzi estivi e attuazione del tavolo di confronto. Sono stati questi i principali temi affrontati questo pomeriggio dall'assessore alla Sicurezza del Comune di Riccione, l'onorevole Elena Raffaelli, il presidente del consiglio comunale Gabriele Galassi e i rappresentati di tutte le categorie economiche del territorio comunale. "Un incontro molto costruttivo quello di oggi - ha detto l'assessore Raffaelli - che apre un lavoro importante. Andiamo avanti con l'attuazione dell'ordine del giorno a partire dalla richiesta che presenteremo in Prefettura per l'ottenimento dei rinforzi estivi, già a partire dai primi weekend primaverili e di grande afflusso turistico. Siamo assolutamente d'accordo con i nostri operatori nel volere che questo tavolo di confronto sia sempre operativo e quindi stiamo ipotizzando il prossimo incontro tra due settimane. Ho trovato estremamente pertinenti le osservazioni che sono arrivate da molti operatori economici di Riccione perché credo che si sia compreso fino in fondo che il problema sicurezza, soprattutto legato ai gruppi di minorenni, è un problema nazionale. E' per questo motivo che abbiamo voluto convocare le categorie proprio nel giorno in cui a Milano il ministro degli Interni Lamorgese sta affrontando lo stesso tema che preoccupa noi. Finalmente per Milano dopo le aggressioni da parte di ragazzini a Capodanno, il ministro ha annunciato che le Forze dell'Ordine aumenteranno fino a 255 uomini. Personalmente credo che nei periodi in cui le città si svuotano e le mete balneari invece si affollano bisogna avere l'elasticità mentale di spostare dove servono anche le misure di sicurezza. Occorre una visione di insieme, a Riccione stiamo facendo squadra amministrazione e categorie, ma serve l'intervento della Regione, come già chiesto dal sindaco Tosi, e dello Stato come chiesto da tutti i Comuni balneari del G20 spiagge. I rinforzi devono essere automatici all'inizio di ogni stagione estiva. Infine credo che i nostro operatori abbiano ragione quando dicono che la nostra utenza, i nostri turisti, i fruitori giovani devono essere coinvolti. Riccione deve dare ai ragazzi un'alternativa positiva al solo bighellonare in strada in gruppo. Ecco perché stiamo studiano un piano di azione che metta insieme la possibilità di creare questa alternativa".
Confcommercio: meno burocrazia e più controlli per dare fiducia al settore
(Rimini) “Bar e ristoranti continuano ad essere ostaggi della burocrazia, che ci sta sommergendo e sta togliendo alle persone la voglia di socialità . A farne le spese, ancora una volta, è in particolare il settore dei pubblici esercizi che più di molti altri è un comparto che si regge sul piacere di stare insieme, di trascorrere momenti spensierati davanti ad un caffè o a un buon pasto. Da anni ormai stiamo percorrendo una strada in salita e ancora, nonostante i vaccini, i green pass, le mascherine e la discesa di contagi e ospedalizzazioni il nostro percorso non accenna ad appianarsi. Il clima di fiducia tra le persone è ai minimi termini e così quello degli operatori, che non riescono a vedere la luce". Dura attacco di Gaetano Callà, presidente di Fipe-Confcommercio della provincia di Rimini.
Durante l’ultimo consiglio direttivo nazionale "è venuta fuori con forza la richiesta di un intervento di razionalizzazione e semplificazione delle norme da parte del governo per restituire fiducia e ridare una prospettiva alle nostre città che, in molti casi, stanno vivendo un lockdown di fatto. Abbiamo approvato un ordine del giorno per chiedere al governo di intervenire su più fronti proprio con l’obiettivo primario di ricostruire un clima positivo, che possa accendere questa ripartenza che al momento leggiamo solo sui report statistici. Chiediamo prima di tutto di sollevarci dall’adempimento del controllo del Green Pass all’ingresso a tutti i nostri clienti, che continua a penalizzare in modo pesante le nostre attività. Si pensi a chi entra solo per un caffè: è più il tempo perso a controllare il Green Pass che quello che serve a fare, servire e bere un espresso. Chiediamo che anche per i pubblici esercizi venga introdotto un controllo a campione all’interno dei nostri locali".
Ci sono "troppe situazioni paradossali, come quella relativa ai turisti stranieri, che per entrare in Italia devono aver fatto un ciclo vaccinale riconosciuto, ma anche chi si è vaccinato con vaccini non riconosciuti (ad esempio lo Sputnik) può comunque venire in Italia ed entrare nei nostri locali presentando un tampone. Così ad esempio per i turisti russi varrà una sorta di green pass base mentre per gli italiani sarà valido il green pass rafforzato e per i cittadini dei Paesi UE il green pass europeo ma, se più vecchio di 6 mesi, serve pure un tampone per accedere a bar e ristoranti. E noi siamo in mezzo a questo labirinto, rischiando di scontentare le persone, di non lavorare e anche di avere pesanti sanzioni. Ci rendiamo conto? Dobbiamo avere il coraggio di venirne fuori, ma tutti insieme. Perché Sanremo è Sanremo, ma tenere due pesi e due misure non va bene".
Oltre alla "necessaria semplificazione normativa, è ancora più urgente un programma di nuovi ristori economici, così come una proroga dei debiti contratti durante questa pandemia e ancora misure urgenti e decisive per contrastare un’inflazione che sta andando alle stelle, prezzi delle materie prime e dell’energia con rincari a tripla cifra. Tutto questo sta compromettendo la ripartenza dei consumi. Occorre quindi intervenire subito per tenere sotto controllo i costi e per semplificare le regole, con l’obiettivo di far ripartire l’economia e il turismo. Al contrario saremmo davanti ad un bivio: tirare giù la serranda oppure tirare su i prezzi. Un gioco al massacro in entrambi i casi”.
Aggiornamento coronavirus: 452 positivi, 3 decessi. Open day: 580 ragazzi vaccinati sabati
(Rimini) Sono 452 i nuovi positivi al coronavirus tracciati oggi nella provincia di Rimini. Si tratta di 216 pazienti di sesso maschile e 236 pazienti di sesso femminile. Si possono stimare in circa 435 le guarigioni. Oggi sono stati comunicati 3 decessi: due donne di 77 e 93 anni residenti a Rimini e un uomo di 84 anni di Verucchio.Dall'inizio dell'epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 1.112.384 casi di positività, 5.203 in più rispetto a ieri, su un totale di 26.506 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 9.664 molecolari e 16.842 test antigenici rapidi.
Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 19,6%. Si tratta di un valore non indicativo dell'andamento generale visto il numero di tamponi effettuati, che nei giorni festivi è inferiore rispetto agli altri giorni e soprattutto i tamponi molecolari vengono fatti prioritariamente su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.
Vaccinazioni. Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 9.888.211 dosi; sul totale sono 3.721.797 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 92,6%. Le terze dosi fatte sono 2.485.795.
Open day regionale 5-19 anni. Nell'Open day regionale di sabato 5 febbraio, dedicato alla popolazione in età scolare (5-19 anni) e organizzato da Regione e Aziende sanitarie sono state effettuate 7.162 vaccinazioni da Piacenza a Rimini: 4.243 somministrate a bambini e bambine tra i 5 e gli 11 anni, 2.919 a ragazzi e ragazze tra i 12 e 19 anni. In particolare, a Piacenza sono state somministrate 130 dosi, tutte a bambini tra i 5 e gli 11 anni, 448 Parma (tutte nella fascia 5-11), 770 a Reggio Emilia (di cui 522 ai bambini), 1.057 a Modena (di cui 527 ai bambini), 2.016 a Bologna (di cui 1.302 ai bambini), 52 a Imola (di cui 29 ai bambini), 461 a Ferrara (di cui 313 ai bambini), 910 a Ravenna (di cui 480 ai bambini), 438 a Cesena (di cui 132 ai bambini), 300 a Forlì (di cui 110 ai bambini), 580 a Rimini (di cui 250 ai bambini).
Ricoveri. I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell'Emilia-Romagna sono 144 (+1 rispetto a ieri, pari allo 0,7%), l'età media è di 62,5 anni. Sul totale, 82 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 61,1 anni), il 56,9%; 62 sono vaccinati con ciclo completo (età media 64,3 anni). Un dato che va rapportato al fatto che le persone over 12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna superano i 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto: la percentuale di non vaccinati ricoverati in terapia intensiva è quindi molto più alta rispetto a chi si è vaccinato.
Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.463 (+50 rispetto a ieri, 2,1%), età media 73,7 anni.
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 6 a Piacenza (+1), 14 a Parma (-1); 11 a Reggio Emilia (numero invariato rispetto a ieri); 23 a Modena (+1); 42 a Bologna (-1); 11 a Imola (invariato); 10 a Ferrara (invariato); 8 a Ravenna (+1); 3 a Forlì (invariato); 3 a Cesena (invariato); 13 a Rimini (invariato).
Contagi. L'età media dei nuovi positivi di oggi è di 36,6 anni.
La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 1.117 nuovi casi (su un totale dall'inizio dell'epidemia di 226.024), seguita da Modena (813 su 173.960) e Reggio Emilia (714 su 122.444); poi Ferrara (483 su 74.866), Rimini (452 su 110.826) e Ravenna (441 su 101.982); quindi Forlì (295 su 53.014), Cesena (284 su 63.205), Piacenza (208 su 61.556) e Parma (206 su 89.819); infine il Circondario imolese, con 190 nuovi casi di positività su un totale da inizio pandemia di 34.688.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 138.188 (-17.497). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 135.581 (-17.548), il 98,1% del totale dei casi attivi. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all'andamento dell'epidemia in regione.
Guariti e deceduti. Le persone complessivamente guarite sono 22.663 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 958.838.
Purtroppo, si registrano 37 decessi: 2 in provincia di Piacenza (una donna di 88 anni e un uomo di 86 anni); 4 in provincia di Parma (tutte donne, rispettivamente di 74, 89, 90 e 96 anni); 1 in provincia di Reggio Emilia (una donna di 85 anni); 5 in provincia di Modena (tre donne: una di 88, una di 89 anni il cui decesso è stato registrato dall'Ausl di Bologna, e una di 98 anni; due uomini, rispettivamente di 75 e 87 anni); 5 in provincia di Bologna (quattro donne, rispettivamente di 83, 86 il cui decesso è stato registrato dall'Ausl di Imola, una di 87 il cui decesso è stato registrato dall'Ausl di Ferrara, una di 93 anni, e un uomo di 68); 6 in provincia di Ferrara (quattro donne: una di 80, due di 91 e una di 99 anni e due uomini: uno di 61 anni, il cui decesso è stato registrato dall'Ausl di Ravenna, e uno di 80 anni); 5 in provincia di Ravenna (tre donne, due di 88 anni e una di 97, il cui decesso è stato registrato dall'Ausl di Ferrara, e due uomini: uno di 53, il cui decesso è stato registrato dall'Ausl di Cesena e uno di 85 anni); 6 in provincia di Forlì-Cesena (due donne di 84 e 92 anni e quattro uomini di 78, 91, 92, 96 anni); 3 in provincia di Rimini (due donne di 77 e 93 anni e un uomo di 84 anni). In totale, dall'inizio dell'epidemia i decessi in regione sono stati 15.358.
Gianfreda: definire linea politica per sostenere i giovani
(Rimini) "Le statistiche Istat degli ultimi vent'anni e le elaborazioni realizzate dal Sole 24 Ore del lunedì, fanno emergere un quadro molto problematico sul crollo della natalità nel nostro Paese, primo in Europa per crisi delle culle nella prima parte del terzo millennio. Un problema che attanaglia tutti i territori italiani, nessuno escluso, compresa la provincia di Rimini, che stando infatti all'analisi del quotidiano economico rispetto all'inizio del millennio registra un decremento delle nascite del -33,3%". la riflessione è dell'assessore alla salute del comune di Rimini Kristian Gianfreda.
Se si guardano i dati del solo Comune di Rimini, la variazione risulta più contenuta con una flessione del -26,47% tra i nuovi nati nel 2002 e i nuovi nati del 2021, che sono passati da 1258 a 925. Negli anni c'è stato un rialzo nel 2008, con 1456 bebè, mentre dal 2011 un progressivo arretramento che ha raggiunto poi il culmine nell'anno appena passato.
"Una questione che riguarda tutto il nostro Paese, che da tempo è ultimo in Europa per numero di nuovi nati rispetto ai residenti", sottolinea Gianfreda. "Io penso sia arrivato il momento di aprire una riflessione molto seria sul tema, perché queste statiche non si consumino nel giro di un comunicato stampa e dichiarazioni di intenti, ma si concretizzino in una presa di consapevolezza reale, che sostituisca alle politiche mordi e fuggi a cui siamo abituati delle politiche strutturali per accrescere l'occupazione e sostenere le famiglie, con particolare riguardo alle donne, sulle quali, nella stragrande maggioranza dei casi, grava ancora il peso della conciliazione casa-lavoro. Esempi positivi in questo senso li troviamo anche vicino: la Germania è riuscita a invertire la curva negativa della natalità con politiche di welfare molto più attente, articolate e concrete rispetto a quelle spesso dispersive e a singhiozzo del nostro Paese. Questo è un compito di cui deve prendersi carico la politica, senza soluzione di schieramenti: la denatalità è una delle zavorre che mette fortemente a rischio il futuro dell'Italia, come e più dei mancati obiettivi del Pnrr. Bisogna averne consapevolezza per non essere 'distratti' dalla realizzazione di un Paese infrastrutturalmente nuovo ma definitivamente abbandonato e vecchio".
E poi, "al di là delle considerazioni più politiche, ci sono altri fattori che hanno inciso. Più nascosti, più sociali. Alle difficoltà oggettive delle famiglie e dei giovani, che vedono davanti a loro un futuro incerto e con tanti punti interrogativi, c'è anche forse una componente che ha a che fare con contesti che spingono alla centralità dell'individuo piuttosto che della famiglia. È forse anche una componente egoistica, questo almeno il mio pensiero. Da qualche decennio, in Italia, si è affermata una cultura che ha messo fuori dall'orizzonte delle priorità i figli. Nell'ansia collettiva in cui viviamo, nella competizione crescente nell'ambito del lavoro, sono posti un po' in secondo piano nella gerarchia delle 'urgenze', sebbene non manchi la voglia di famiglia".
Quello che "possiamo fare noi, come comunità, come amministrazione locale, è però dare una linea politica definita alle nostre scelte, tenendo come 'bussola' una determinata visione di città: una città che si riadatta e ripensa in base ai bisogni e alle nuove istanze dei cittadini, a partire dai più giovani. È una precisa direzione di futuro che ci siamo dati, e di cui il programma di legislatura da poco presentato ne è una dimostrazione. La gratuità degli asili nidi per le famiglie con redditi annui medio bassi (sotto i 26 mila euro), l'introduzione di nuovi criteri di accesso alle scuole di infanzia. Le misure volte all'inclusione sociale, le strutture a supporto degli adolescenti e dei genitori, il sostegno all'abitare, all'handicap e quello rivolto alle famiglie più numerose, attraverso bandi specifici. Per non dimenticare, poi, gli investimenti sull'istruzione e sul diritto allo studio, ben consapevoli che è dalle scuole, dalle università e dai luoghi del sapere che si può riattivare l'ascensore sociale, ormai troppo arrugginito, e si possono cominciare a combattere le diseguaglianze. Tutto questo però da solo non basta, se non c'è un ripensamento anche su scala nazionale e globale di società, che metta al centro una cultura capace di dare spazio e di riscoprire il valore delle relazioni e della pluralità".
Una tematica "che deve richiamare l'attenzione di tutti quegli organi che rappresentano un punto di riferimento per le comunità per dare vita a un ragionamento più integrato, fatto di più voci, perché questa questione non cada nel vuoto ma si trasformi in un impegno per il futuro".
San Patrignano, mostra online con 'Art attac'
(Rimini) Quarantadue opere in mostra, altrettante storie di vita dei ragazzi e delle ragazze di San Patrignano raccontate da loro stessi attraverso l’espressione artistica. E’ Art Attack, il progetto che ha coinvolto gli ospiti della comunità invitandoli a realizzare dipinti, sculture, grafica, oggetti di waste art utilizzando i materiali a disposizione nei vari settori: oggetti di uso comune, pezzi di recupero, rimanenze delle lavorazioni dei laboratori di artigianato… Ne è nata una collezione in continuo ampliamento, in esposizione a San Patrignano, in cui ogni pezzo è unico, proprio come è unico ogni autore e autrice, e racconta quali mani, cuore e pensieri gli hanno dato vita.
“Da sempre a San Patrignano l’arte, in tutte le sue forme, è un elemento imprescindibile del percorso di recupero dalle dipendenze, della riscoperta del proprio sé più autentico e del ritorno ad una vita piena - spiega Sandro Pieri, responsabile del Design Lab della comunità -. L’arte è infatti un potente mezzo espressivo, capace di dare voce ai sentimenti più profondi, di raccontare ciò che le parole non riescono talvolta a comunicare. Il linguaggio artistico è universale, diretto, e ha importanti proprietà terapeutiche”.
Art Attack nasce da questa esperienza e consapevolezza. Il progetto intende coinvolgere anche il pubblico: sul sito www.sanpatrignano.org/project/art-attack/ ognuno potrà visitare virtualmente l’esposizione, conoscere meglio i ragazzi e le ragazze di San Patrignano attraverso le immagini e le descrizioni delle loro opere, e - sino alla fine di febbraio - votare con un clic quella che preferisce.
Sadegholvaad: basta scienziati mediatici
(Rimini) L'intenzione del ministro Roberto Speranza di dare il via a una nuova fase di normalità all'insegna della convivenza con il virus raccoglie l'appoggio del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, che però si domanda: "come convive la 'nuova fase' con le 'vecchie abitudini' di fughe in avanti mediatiche"?
Nrll'ultimo fine settimana "membri e consulenti del Cts, sull'intero arco della stampa nazionale, si sono sbizzarriti in vaticini per i prossimi mesi. Abbiamo il consulente ministeriale che dichiara 'green pass anche in estate... non è il caso di riaprire le discoteche', al membro del Cts che fa eco 'obbligo di green pass anche dopo giugno'. La scienza deve discutere e confrontarsi. Ma quando gli scienziati, gli esperti salgono alla ribalta mediatica evidentemente perché considerati dagli organi dì informazione 'voce del Governo', ecco che qualcosa non va e non torna. Le misure di contrasto al virus sono graduate a seconda dell'andamento dei contagi, all'allargamento della campagna vaccinale, alla pressione sui reparti ospedalieri: questa è la bussola a cui, ognuno di noi, individualmente e per il ruolo pubblico che ricopre, si è costantemente e responsabilmente attenuto".
"Vaccinare, vacciniamoci, rispettiamo le prescrizioni: lo dico e scrivo tutti i giorni, dal primo giorno in cui sono diventato sindaco. Ma allora cosa sono queste dichiarazioni degli esperti? Se così è, quali sono i dati a disposizione per chi parla e dichiara in vece del Governo, anticipando misure primaverili e estive di quella portata? Qual è, secondo il Governo, il sentimento, lo stato d'animo di cittadini, famiglie e soprattutto imprese oggi già in ginocchio per la 'tempesta perfetta' all'incrocio tra Covid, costi dell'energia, chiusure obbligate in questi primi mesi del 2022, davanti a 'anticipazioni' di tale impatto e portata per la vita e il tessuto socioeconomico di tutti i territori italiani?"
Le imprese giovanili crescono: +2,3% nel riminese
(Rimini) Al 31 dicembre 2021 in provincia di Rimini si contano 2.497 imprese giovanili attive, che costituiscono il 7,2% del totale delle imprese attive (7,3% in Emilia-Romagna e 9,2% in Italia). Nel confronto con il 31 dicembre 2020 si riscontra un incremento delle imprese giovanili del 2,3%, sostanzialmente in linea con l'aumento regionale (+2,2%) e superiore alla stabilità nazionale (-0,1%). Nel dettaglio, la crescita tendenziale nel 2021 rappresenta il punto di svolta, nel senso che inverte l'andamento a segno meno degli ultimi dieci anni.
I principali settori economici sono il Commercio (28,0% delle imprese giovanili), le Costruzioni (17,5%), l'Alloggio e ristorazione (15,0%), le Altre attività di servizi (in prevalenza servizi alle persone) (6,2%), l'Industria Manifatturiera (5,5%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (4,6%), le Attività professionali, scientifiche e tecniche (4,4%) e l'Agricoltura (4,4%). Rispetto al 31 dicembre 2020 aumentano le imprese giovanili nella maggior parte dei principali settori: +0,9% nel Commercio, +5,3% nelle Costruzioni, +2,0% nelle Altre attività di servizi, +13,2% nel Manifatturiero, +0,9% nel settore Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese e, soprattutto, +24,7% nelle Attività professionali, scientifiche e tecniche. Calano, invece, l'Alloggio e ristorazione (-3,9%) e l'Agricoltura (-2,7%).
I settori con la più alta incidenza percentuale delle imprese giovanili sul totale delle imprese attive risultano, nell'ordine: Attività finanziarie e assicurative (11,7%), Altre attività di servizi (10,4%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (9,8%), Costruzioni (8,6%), Attività professionali, scientifiche e tecniche (8,5%), Informazione e comunicazione (8,3%) e Commercio (8,1%).
Riguardo alla natura giuridica delle imprese giovanili, prevalgono nettamente le imprese individuali (73,6% del totale), seguite, a distanza, dalle società di capitale (16,9%) e società di persone (8,8%); in termini di variazione annua si riscontra, da un lato, l'aumento delle imprese individuali (+2,7%) e delle società di capitale (+2,2%), dall'altro, la diminuzione delle società di persone (-1,8%).
In un contesto di analisi territoriale, poi, si evidenzia come la maggioranza delle imprese giovanili provinciali si trova nel comune di Rimini (46,5%), classificato come "Grande centro urbano"; buona anche la presenza nei comuni di Riccione (11,0%), Bellaria-Igea Marina (6,4%), Santarcangelo di Romagna (6,0%) e Coriano (2,8%), ossia nei cosiddetti "Comuni di cintura" (totale 26,2%), e di Cattolica (6,1%), Misano Adriatico (4,2%) e San Giovanni in Marignano (1,9%) ("area del Basso Conca", totale 12,2%). Ad essi si aggiungono i comuni di Morciano di Romagna (2,2%), Montescudo-Monte Colombo (1,3%) e San Clemente (1,2%) (Valconca), Verucchio (2,5%), Novafeltria (1,8%) e Poggio Torriana (1,4%) (Valmarecchia).
Infine, i comuni con la più alta incidenza percentuale delle imprese giovanili sul totale delle imprese attive sono Gemmano (10,0%), Montefiore Conca (8,6%), Verucchio (8,1%), Casteldelci (8,1%), Poggio Torriana (8,0%), Morciano di Romagna (7,7%), Rimini (7,6%), Pennabilli (7,5%), Novafeltria e Saludecio (7,3% per ciascuno).
Tamponi ai dipendenti ogni 48 ore, Palazzo Garampi boccia la proposta
(Rimini) Questa mattina in commissione si è discussa la proposta presentata attraverso una mozione dal consigliere Matteo Angelini di sottoporre i dipendenti anche vaccinati a tampone molecolare ogni 48 ore a carico dell'ente, come misura di prevenzione da contagio da Covid 19.
“Rispetto all'esempio portato dal consigliere Angelini sull'attività di screening condotta dall'Amministrazione Comunale di Bellaria Igea Marina”, spiegano dal comune, “va evidenziato che Bellaria ha dato la possibilità di fare uno screening mensilmente. Si tratta quindi di una facoltà per i dipendenti e con cadenza mensile e non un obbligo ogni 48 ore come proposto dal consigliere Angelini. Una proposta a carico del Comune che oltre ad essere poco funzionale ci esporrebbe ad un aggravio ingestibile, in termini di costi e di attività degli uffici”, spiega l’assessore Francesco Bragagni.
Il Comune di Rimini “ha da sempre rispettato tutte le disposizioni legislative in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro e la prevenzione dei rischi di contagio. Misure che ci hanno consentito di evitare il verificarsi di focolai all'interno degli uffici, così come abbiamo riscontri che nella stragrande maggioranza dei casi il contagio sia avvenuto in contesti diversi da quello di lavoro".
Smartworking: 800 dipendenti comunali hanno lavorato da remoto durante il lockdown
(Rimini) Durante la fase acuta dell'emergenza sanitaria, nella primavera del 2020 “l'introduzione dello smartworking è nato da un'esigenza urgente e prioritaria: quella di garantire il distanziamento sociale ed evitare la diffusione della pandemia”. Lo ha spiegato oggi in commissione comunale l'assessore Francesco Bragagni. “Questo ha consentito il lavoro da casa per oltre 800 dipendenti, senza ripercussioni sull'operatività dell'ente in considerazione della drastica riduzione nelle richieste di servizi nel periodo di lockdown”.
Con l'allentamento delle restrizioni e la ripresa delle attività, “si è tornati gradualmente al lavoro in presenza, in grado di poter garantire l'adeguata risposta ai bisogni dei cittadini. Ad oggi il ricorso allo smartworking è limitato ed è richiesto in via temporanea, per pochi giorni, dai dipendenti che per quarantena o per isolamento precauzionale non possono prestare servizio in presenza".
Gran parte dei servizi ai cittadini “che eroga il Comune richiede necessariamente il lavoro in presenza per essere pienamente funzionale – aggiunge l'assessore Bragagni – ma l'Amministrazione sta investendo per l'innovazione digitale e lo sviluppo. Credo che, terminata l'emergenza, non si possa pensare ad un rientro al mondo pre-Covid, ma a modalità più smart di organizzare il lavoro e offrire i servizi, ottimizzando risorse".
Giorno del ricordo, Renzi chiede commemorazione al giardino dedicato alle vittime delle foibe
(Rimini) Il 10 febbraio è il tradizionale giorno di commemorazione delle vittime delle foibe, Giorno dle ricordo, si dice. "L’Amministrazione Comunale commemora il Giorno del Ricordo, alla Biblioteca di Pietra, sul Molo di Rimini, ma continua ad ignorare il Giardino, intitolato alle Vittime delle Foibe (ex Piazzale Carso), con approvazione dell’Ordine del Giorno, presentato dal sottoscritto, nel Consiglio Comunale del 25/11/2004", ribadisce il consigliere di Fratelli d'Italia gioenzo Renzi. "Chiedo, pertanto, all’Amministrazione Comunale di deporre, nel Giorno del Ricordo, una corona di alloro sulla targa del Giardino Vittime delle Foibe, che non può essere considerata solo una semplice indicazione stradale. E’ compito delle Istituzioni e dell’Amministrazione Comunale di Rimini, onorare il ricordo di migliaia di Italiani Martiri delle Foibe, per troppo tempo dimenticati, con la presenza nel giardino a loro intitolato".