(Rimini) Approvata giovedì in consiglio comunale la Prima variazione di bilancio di previsione 2021-2023. Diciannove i voti favorevoli, dodici quelli contrari. La manovra deve tener conto di 1,9 milioni di maggiori entrate (date dall’incasso dell’imu per la ex nuova questura, dall’incremento dell’irpef e da altre voci) , ma anche di maggiori uscite pari a 3,3 milioni, tra cui 1,2 milioni per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, 723mila euro per il piano occupazionale, 205.700 euro per aumento delle indennità degli amministratori, previsto dalla legge nazionale, 1,1 milioni per il Metromare, che potrebbe trasformarsi in un pozzo senza fondo

La maggiore spesa per il Metromare arriva a fronte “di un impegno previsto del comune di Rimini per il trasporto pubbblico locale di 3,6 milioni. Adesso siamo di fronte a questo nuovo costo”, fa subito notare durante il dibattito Gioenzo Renzi di Fratelli d’Italia. Se il consigliere del Pd Luca Cancellieri fa notare che i maggior costi “dipenderanno anche dall’aumento del costo dei carburanti e dall’adeguamento dei contratti di lavoro”, l’assessore al bilancio Iuri Magrini chiede maggiore responsabilità alle “società partecipate, che dovranno rivedere alcune scelte fatte, e rimodularle anche tenendo conto dei tempi cttuali”. 

“Sono in questo consiglio dal 2016 e faccio fatica a ricordare il numero esatto delle variazioni di bilancio che abbiamo dovuto votare per andare a coprire spese non previste relative al trasporto pubblico locale”, attacca anche Matteo Zoccarato della Lega. “E’ inutile nasconderselo: la stragrande maggioranza di queste variazioni derivano dal Metromare”, sottolinea ricordando anche che per l’opera “è previsto un ulteriore sviluppo del percorso”, quello fino alla fiera già finanziato dal ministero con 49 milioni di euro. 

“E’ vero che l’infrastruttura è realizzata con fondi statali, ma poi sono i riminesi, di tasca propria, a dovere mantenere il servizio”. Ragion per cui Zoccarato, che ne è presidente, anticipa in consiglio comunale l’intenzione di convocare la commissione controllo e garanzia allo scopo di “approfondire come l’amministrazione intenderà gestire la partita e soprattutto quale percorso seguiranno i filobus. Quello di cui parlano i giornali sembra, non solo a me  ma anche ad alcuni addetti ai lavori, troppo impattante. E’ importante fare chiarezza anche sul periodo di cantierizzazione, che si prevede essere di anni, e sulla compromissione della viabilità a cantieri conclusi che potrebbe risultare disastrosa”. Più in generale sul trasporto pubblico locale, secondo Zoccarato “bisogna comrpendere se la gestione a livello di area vasta stia portando benefici a Rimini oppure no”. 

Per Nicola Marcello di Fratelli d’Italia, il tracciato del nuovo tratto del Metromare potrebbe risultare adirittura “pericoloso”. “Sventra mezza città e poi, superato San Giuliano, dalle Celle in avanti, lungo la via 23 Settembre e la via Emilia correrà in mezzo alle due corsie di auto, in uno spazio troppo ravvicinato”. “Sarebbe stato meglio pensare a un tracciato lungo la ferrovia”, ribadisce anche Renzi.

Tornando alla questione dei costi di servizio del Metromare, “ci troviamo in un momento particolare”, spiega l’assessora Roberta Frisoni. “Con l’entrata in esercizio del metromare nel corso del 2021 non era possibile riorganizzare l’assetto di tutte le linee del trasporto pubblico, in particolare della 11, anche perché gi abbonamenti del servizio scolastico, per esempio, erano già stati venduti. In vista di settembre, quindi, sarà necessario provvedere alla riorganizzazione del servizio, perché ad impattare sui costi è stata la sovrapposizione che si è venuta a creare tra Metromare e linee. C’èda dire, comunque, che Amr non ha ancora elaborato il suo preventivo per gli enti: quindi noi per la variazione abiamo fatto un calcolo cautelativo”.

(Rimini) “Si riparte, ma  lo stato d’animo non è dei migliori". Lo sottolinea il presidente del sindacato dei locali da ballo, da oggi, in teoria, riaperti. "Saranno circa il 30-40% i locali dell’Emilia Romagna che riusciranno a presentarsi puntuali a questo appuntamento, ovvero quelli in grado di ripartire in poco tempo, quelli che ci hanno sperato e ci hanno creduto mantenendo la macchina oliata e pronta ad accendersi nonostante i costi. Aprire dall’oggi al domani non fa parte del nostro lavoro: non è così che funziona per i locali, che hanno come necessità primaria quella di programmare". 

Nonostante il via libera del governo "le aspettative non sono rosee: chi apre oggi lo fa solo per riprendere con il lavoro, per rimettere in piedi lo staff, con l’auspicio che le restrizioni vengano gradualmente ma velocemente eliminate. Ammesso e non concesso che le persone tornino subito in pista: nell’animo della gente c’è voglia di libertà, divertimento e spensieratezza, ma la situazione attuale va in tutt’altra direzione. L’impennata dell’inflazione che non si vedeva da decenni, portata in alto dal costo spropositato dell’energia e purtroppo anche da quello dei beni di prima necessità, fanno scivolare indietro le possibilità di spendere per divertirsi. Con stipendi sempre uguali mentre il prezzo della vita sale, quello del divertimento sarà un capitolo di spesa ad essere sacrificato: gli indicatori ci dicono che non ci sarà la corsa ai locali da ballo. L’unico vantaggio per chi apre oggi è che aprono in pochi e magari riuscirà a coprire le spese della serata". 

Se nelle case "arrivano bollette triplicate, non va certo meglio alle nostre aziende che stanno ricevendo fatture inimmaginabili. Per tutto questo, è pura utopia pensare che un locale possa reggere per molto tempo una capienza al 50%. Il differenziale tra costi di apertura, spese e incassi sarà a saldo negativo. Come associazione continueremo dunque a pressare il governo attraverso tutti i nostri canali per tenere un faro acceso sul nostro settore anche da domani, quando magari si sarà spenta qualche telecamera perché abbiamo riaperto. Invece le problematiche così complesse non si cancellano in un attimo: il nostro comparto resta in grave difficoltà, come tutta l’economia”.

(Rimini) Sono 451 i nuovi positivi al coronavirus tracciati oggi nella provincia di Rimini: si tratta di 219 pazienti di sesso maschile e 232 pazienti di sesso femminile. Si possono stimare in circa 580 le guarigioni. Oggi sono stati comunicati 8  decessi: 6 pazienti residenti a Rimini (2 donne di 84 e 92 anni e 4 uomini di 51,54,76 e 80 anni), un uomo di 72 anni di Pennabilli e un uomo di 77 anni di San Giovanni in Marignano.

Dall'inizio dell'epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 1.135.689 casi di positività, 5.371 in più rispetto a ieri, su un totale di 43.064 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 20.143 molecolari e 22.921 test antigenici rapidi. Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 12,5%.

Il calo della curva epidemica è testimoniato anche dai dati settimanali validati dal ministero della Salute: l'incidenza settimanale dei nuovi casi ogni 100mila abitanti scende a 1.116 da 1.886,9 di sette giorni fa; l'Rt regionale a 0.85 (da 1.11); il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva al 16% (rispetto al 17%) e quello di occupazione dei posti letto ordinari nei reparti Covid al 25% (rispetto al 30%).

Vaccinazioni. Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 9.966.149 dosi; sul totale sono 3.733.014 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 92,9%. Le terze dosi fatte sono 2.537.788.

Ricoveri. I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell'Emilia-Romagna sono 132 (-3 rispetto a ieri, pari al -2,2%), l'età media è di 64 anni. Sul totale, 64 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 65,5 anni), il 48,5%; 68 sono vaccinati con ciclo completo (età media 62,5 anni). Un dato che va rapportato al fatto che le persone over 12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna superano i 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto: la percentuale di non vaccinati ricoverati in terapia intensiva è quindi molto più alta rispetto a chi si è vaccinato.

Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.147 (-32 rispetto a ieri, -1,5%), età media 74,4 anni. Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 7 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 14 a Parma (-1); 10 a Reggio Emilia (+1); 20 a Modena (-3); 35 a Bologna (+2); 12 a Imola (-1); 10 a Ferrara (invariato); 10 a Ravenna (+2); 2 a Forlì (-1); 3 a Cesena (invariato); 9 a Rimini (-2).

Contagi. L'età media dei nuovi positivi di oggi è di 37,6 anni.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 1.146 nuovi casi (su un totale dall'inizio dell'epidemia di 230.971), seguita da Modena (779 su 177.267); poi Reggio Emilia (583 su125.091), Parma (550 su 92.289), Ravenna (505 su 104.200) e Ferrara (497 su 76.754); quindi Rimini (451 su 112.859), Cesena (287 su 64.345), Piacenza (222 su 62.508.); infine Forlì (197 su 54.011) e il Circondario imolese, con 154 nuovi casi di positività su un totale da inizio pandemia di 35.394.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 105.897(-10.083). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 103.618 (-10.048), il 97,8% del totale dei casi attivi. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all'andamento dell'epidemia in regione.

Guariti e deceduti. Le persone complessivamente guarite sono 15.412 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 1.014.287. In totale, dall'inizio dell'epidemia, i decessi in regione sono stati 15.505. 

Purtroppo, si registrano 42 decessi: 2 in provincia di Piacenza (una donna di 79 anni e un uomo di 76 anni); 5 in provincia di Parma (una donna di 93 anni e quattro uomini di 77, 83, 87, e 95 anni); 1 in provincia di Reggio Emilia (un uomo di 71 anni); 2 in provincia di Modena (una donna di 96 anni e un uomo di 91 anni); 14 in provincia di Bologna (dieci donne di 55, 77, 83, 84, 86, due di 91, una di 93, due di 94 e quattro uomini di 66, 88, 90 e 91 anni); 3 nel Circondario Imolese (tutti uomini di 85, 88 e 93 anni); 3 in provincia di Ferrara (due donne di 86 e 88 anni e un uomo di 90 anni); 1 in provincia di Ravenna (una donna di 95 anni); 3 in provincia di Forlì-Cesena (tutte donne, rispettivamente di 77, 87 e 91 anni, il cui decesso è stato registrato dall'Ausl di Cesena); 8 in provincia di Rimini (due donne di 84 e 92 anni e sei uomini di 51, 54, 72, 76, 77 e 80 anni).

(Rimini) Confartigianato Imprese Demaniali valuta positivamente il progetto di riforma del demanio marittimo proposto dal senatore Gian Marco Centinaio della Lega. "Da tempo auspicavamo un documento che facesse da guida per discutere in maniera costruttiva ad un tavolo tecnico fra Governo, parti sindacali e amministrazioni", commenta il presidente Mauro Vanni. "Auspichiamo un dialogo che, nel rispetto dei trattati, delle normative e delle sentenze nazionali ed Europee, ponga al centro quelli che sono principi inderogabili dei trattati comunitari, quali la salvaguardia, la promozione e la difesa delle PMI e micro imprese, le quali hanno da sempre operato nel settore demaniale del turismo turistico balneare, contribuendo in modo sostanziale alla crescita e allo sviluppo di tale settore produttivo Italiano".

I bagnini di Cofartigianato ritengono "indispensabile una riforma generale del Demanio Marittimo che superi il Codice Della Navigazione, questo strumento risulta non più adeguato alle esigenze contingenti. Per operare tale riforma risulta necessaria una mappatura puntuale dello stato di fatto e di utilizzo di tutto il territorio demaniale ad uso turistico ricreativo balneare, marittimo, lacustre e fluviale. Fondamentale per operare una seria riforma, capire la disponibilità dei beni ed il loro valore concessorio. Per fare ciò, necessita al più presto la revisionare ed l' aggiornare del SID".

E' "fondamentale considerare il valore commerciale delle imprese che ad oggi hanno operato in modo legittimo, nel rispetto e nel diritto di leggi nazionali, che in funzione di tali norme hanno impegnato nell'impresa tutte le loro forze ed energie, al fine di poter offrire sempre un ottimo servizio di accoglienza turistica. Tali garanzie risultano indispensabili anche perché in futuro, i concessionari continuino ad investire nella loro impresa, al fine di migliorare sempre la qualità dei servizi turistici balneari e poter competere sui mercati internazionali. E' dunque necessario riconoscere il danno subito dalle imprese balneari, che in maniera legittima hanno creato, investito e promosso la loro attività, a costo di grandi sacrifici, facendo affidamento su una norma del codice della navigazione che garantiva loro continuità imprenditoriale e che ora vedono annullare ogni loro prospettiva di continuità".

E' "doveroso riconoscere la professionalità di migliaia di imprese a gestione familiare che per decenni hanno gestito e custodito quotidianamente il bene demaniale anche nell'interesse pubblico in collaborazione con enti, regioni e comuni, acquisendo una competenza tecnica che è patrimonio prezioso della nazione. Riteniamo che il canone demaniale debba essere riformato e revisionato per rispondere in maniera più equa allo sfruttamento economico del bene demaniale e che non debba essere elemento di trattativa, ma resti a discrezione dello stato che deve liberamente e in autonomia decidere l'importo più equo e produttivo nell'interesse pubblico".

"Riteniamo, inoltre, che la gestione in forma di partenariato pubblico-privato delle imprese demaniali sia fortemente pericolosa e dannosa per le imprese stesse, e che risulti più idonea una gestione imprenditoriale libera, orientata alla massima economicità nella maggior resa di servizi. E' auspicabile, tuttavia, la partecipazione delle medesime a progetti di gestione di interesse pubblico, come ad esempio la sicurezza in mare e sulle spiagge di giorno e di notte, la cura e la gestione, delle spiagge e del verde".

"Riteniamo importante modificare l'applicazione dell'IVA alle imprese demaniali comparandola a quelle turistico ricettive, per avvicinare il settore alla concorrenza comunitaria che applica IVA agevolata e anche l'IRPEF agevolata per imprese stagionali. Le concessioni demaniali devono essere regolamentate da un sistema di autorizzazione unico. Ringraziamo per la proposta augurandoci che, urgentemente sia elemento di discussione al tavolo tecnico con il Governo e le Regioni".

Venerdì, 11 Febbraio 2022 10:29

11 febbraio

Bulli e bullizzati | Bollette alle stelle | Don Fantasy

(Rimini) Sono 482 i nuovi positivi al coronavirus tracciati oggi nella provincia di Rimini: si tratta di 210 pazienti di sesso maschile e 272 pazienti di sesso femminile. Si possono stimare in circa 360 le guarigioni. Oggi sono stati comunicati 10  decessi: 5 pazienti residenti a Rimini (4 donne di 74, 84, 66, 88 e un uomo 71 anni), un uomo di 98 anni di Morciano di Romagna, un uomo di 91 anni di Montescudo-Montecolombo, una donna di 78 anni di San Giovanni in Marignano, una donna di 87 anni di Novafeltria e un uomo di 84 anni di Riccione.

Dall'inizio dell'epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 1.130.327 casi di positività, 5.947 in più rispetto a ieri, su un totale di 36.306 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 14.998 molecolari e 21.308 test antigenici rapidi. Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 16,4%.

Vaccinazioni. Continua, intanto, la campagna vaccinale anti-Covid. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 9.948.779 dosi; sul totale sono 3.730.485 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 92,8%. Le terze dosi fatte sono 2.526.163.

Ricoveri. I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell'Emilia-Romagna sono 135 (-2 rispetto a ieri, pari a -1,5%), l'età media è di 64,2 anni. Sul totale, 71 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 62,4 anni), il 52,6%; 64 sono vaccinati con ciclo completo (età media 66,2 anni). Un dato che va rapportato al fatto che le persone over 12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna superano i 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto: la percentuale di non vaccinati ricoverati in terapia intensiva è quindi molto più alta rispetto a chi si è vaccinato.

Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.180 (-62 rispetto a ieri, -2,8%), età media 74,4 anni. Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 7 a Piacenza (dato invariato rispetto ieri), 15 a Parma (-1); 9 a Reggio Emilia (-2); 23 a Modena (-1); 33 a Bologna (-1); 13 a Imola (+1); 10 a Ferrara (+2); 8 a Ravenna (+1); 3 a Forlì (invariato); 3 a Cesena (invariato); 11 a Rimini (-1).

Contagi.L'età media dei nuovi positivi di oggi è di 37,7 anni. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 1.291 nuovi casi (su un totale dall'inizio dell'epidemia di 229.829), seguita da Modena (880 su 176.488) e Reggio Emilia (796 su 124.508); poi Ravenna (552 su 103.695), Parma (506 su 91.743), Rimini (482 su 112.408) e Ferrara (448 su 76.258); quindi Cesena (286 su 64.058), Circondario Imolese (244 su 35.240), Forlì (236 su 53.814) e, infine, Piacenza con 226 nuovi casi di positività su un totale da inizio pandemia di 62.286.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 115.989 (-8.937). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 113.674 (-8.873), il 98% del totale dei casi attivi. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all'andamento dell'epidemia in regione.

Guariti e deceduti. Le persone complessivamente guarite sono 14.841 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 998.875.
Purtroppo, si registrano 43 decessi: 1 in provincia di Piacenza (una donna di 91 anni); 3 in provincia di Parma (tutte donne di 85, 94 e 97 anni); 3 in provincia di Reggio Emilia (una donna 93 e due uomini di 78 e 84 anni); 4 in provincia di Modena (due donne di 80 e 84 anni e due uomini di 82 e 87 anni); 5 in provincia di Bologna (due donne di 77 e 91 anni e tre uomini di 85, 87 e 93 anni); 2 nel Circondario Imolese (due donne di 89 e 92 anni); 4 in provincia di Ferrara (tre donne di 85, 86 e 92 anni e un uomo di 74 anni); 8 in provincia di Ravenna (una donna di 93 anni e sette uomini rispettivamente di 38, il cui decesso è stato registrato dall'Ausl di Forlì, 75, 76, 81, 83, 88, 98 anni); 3 in provincia di Forlì-Cesena (una donna di 94 anni e due uomini di 75 e 91 anni); 10 in provincia di Rimini (sei donne di 66, 74, 78, 84, 87, 88 anni e quattro uomini di 71, 84, 91 e 98 anni). In totale, dall'inizio dell'epidemia i decessi in regione sono stati 15.463.

 

(Rimini) Si è svolta questa mattina la commemorazione istituzionale della città di Santarcangelo per il Giorno del Ricordo presso la targa dedicata alle vicende del confine orientale al Musas. Proprio al Museo Storico Archeologico, fino al 27 marzo negli orari di apertura del museo, sarà possibile vedere la video intervista realizzata dall'Anpi di Santarcangelo a Vittorio D'Augusta, esule e artista fiumano creatore della "Biblioteca di pietra" di Rimini, disponibile anche online.

"Il Giorno del Ricordo nasce per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani nell'esodo giuliano-dalmata, delle vittime delle foibe e delle vicende storiche del confine orientale. Una ricorrenza che ci invita, come e più di altre, all’approfondimento storico di una pagina poco conosciuta del Novecento europeo, sulla quale il lavoro di ricerca storica è ancora in corso di svolgimento", ha detto il sindaco Alice Parma. "Negli ultimi anni, a Santarcangelo, abbiamo avuto diverse occasioni per conoscere più da vicino le vicende del confine orientale, grazie alla presenza di esperti e testimoni che ne hanno delineato l’evoluzione. L’aspra contesa sul confine orientale italiano nasce all’indomani della Prima guerra mondiale, creando i presupposti per violenze e soprusi in continuo crescendo fino all’escalation nel periodo intorno alla Seconda".

Nel secondo dopoguerra, poi, "si consuma il dramma dell’esodo giuliano-dalmata, che vede migliaia di persone costrette ad abbandonare le proprie case per trovare riparo in altre parti d’Italia. Credo che una storia del genere insegni soprattutto quanto è pericoloso, e in ultima analisi anche sbagliato, litigare per i confini, pretendendo che questi rispecchino fedelmente chissà quale identità nazionale. La diversità e la promiscuità hanno da sempre rappresentato una ricchezza delle regioni di confine, che però proprio per questo si sono ritrovate più esposte al fuoco alimentato dal vento del nazionalismo. Può sembrare assurdo, ma in fondo è la stessa cosa che vediamo accadere anche oggi, quasi un secolo dopo, al confine tra Russia e Ucraina, dove sta andando in scena una riedizione della Guerra fredda che tiene tutto il mondo con il fiato sospeso", ricorda il sindaco.

"In nome di rivendicazioni identitarie più o meno plausibili e di interessi geopolitici che comunque non devono mai giustificare alcun conflitto, vediamo un popolo, quello ucraino, che si ritrova sull’orlo del baratro. Un popolo peraltro già martoriato da una guerra civile che dura dal 2014 nella parte orientale del Paese, che come in passato ha rappresentato il primo passo verso la situazione attuale. Imparare dalla storia, lo dicevo anche qualche giorno fa in occasione della Giornata della Memoria, è qualcosa che non possiamo esimerci dal fare se non vogliamo ripiombare in quel clima di odio tra i popoli che così tanto male ha prodotto nel corso del Novecento. Quindi il nostro auspicio per quanto riguarda la situazione ucraina non può che essere una risoluzione pacifica dei contrasti attuali, attraverso lo strumento prezioso e insostituibile della diplomazia".

Il Giorno del Ricordo "ci insegna che quando le persone si abbandonano all’odio non c’è più ritorno, e che in queste situazioni chi alimenta l’odio per i propri fini – magari convinto di poter mantenere il controllo – rappresenta un fattore decisivo per l’esplosione dei conflitti. L’intero territorio dei Balcani, e non solo, ha continuato per mezzo secolo a subire le conseguenze di quanto accaduto durante la Seconda guerra mondiale, il che dimostra che la Storia non è altro che un concatenamento infinito di cause ed effetti. Per questo dobbiamo continuare a essere vigili, e fare la nostra parte affinché le prove di forza per il controllo dei confini siano sostituite, ovunque, da uno spirito di collaborazione e fratellanza tra i popoli".

(Rimini) Venerdì 11 febbraio riaprono le discoteche e le sale da ballo in tutta Italia, ma solo per chi avrà il green pass "rafforzato" (vaccinati o guariti). A fine 2021, il settore, uno dei più penalizzati dalle restrizioni sanitarie per contenere la pandemia conta, nel territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, 110 locali, tra discoteche e sale da ballo e impiega mediamente 448 addetti con una variazione negativa rispetto all'anno precedente del -33,8%. Dall'analisi - a cura dell'Osservatorio economico della Camera di commercio della Romagna - dei dati relativi a imprese e addetti di discoteche e sale da ballo, a fine 2021, emerge l'idea di un settore in difficoltà, al momento visibile non tanto nella numerosità delle imprese, che hanno cercato in tutti i modi di non cessare l'attività, pur con ingenti perdite di fatturato, quanto in quella dei relativi addetti.

Nella provincia di Rimini al 31 dicembre 2021 sono 78 le discoteche e sale da ballo risultanti "attive", in aumento di 3 unità rispetto all'anno precedente. Sono gestite soprattutto sotto forma di società di capitale (63 imprese su 78), seguite dalle società di persone, con 11 imprese attive, e dalle imprese individuali, con 3. Per la maggior parte si tratta di micro imprese (0-9 addetti) e piccole imprese (10-249 addetti), nella cui fascia rientrano, rispettivamente, 41 e 35 imprese attive; solo 2, invece, risultano essere le medie imprese (50-249 addetti).

A livello comunale, le 78 discoteche e sale da ballo sono così distribuite: 25 a Rimini, 23 a Riccione, 14 a Misano Adriatico, 5 a Cattolica e a Santarcangelo di Romagna, 3 a Bellaria- Igea Marina, 1 a Coriano, a Novafeltria e a Poggio Torriana. A fine 2021 gli addetti delle discoteche e sale da ballo, calcolati come media annua, ammontano a 339 unità, in netto calo rispetto alle 459 unità del 31 dicembre 2020 (dati sempre di media annua): -26,1% la variazione 2021-2020, dovuta sia alle mancate o ridotte assunzioni di personale sia ai licenziamenti.

 

Giovedì, 10 Febbraio 2022 16:27

Accoltellamento all'Alberti (lettera)

Gentile Direttore,
il drammatico fatto accaduto ieri alla Scuola Superiore 'Alberti' merita molto più che una riflessione pigra, un commento di pancia, la classica e fuorviante divisione tra 'colpevolisti' e 'giustificazionisti' che emerge nella rappresentazione superficiale. Qui le vittime sono due, come due sono le famiglie sconvolte a atterrite da un episodio di violenza inaspettata. Avvenuto a scuola, il luogo dell'educazione, la stanza del futuro individuale e collettivo.
Non siamo di fronte, per intenderci, a scenari di emarginazione o di disagio estremo. Quelle coinvolte sono famiglie normali e studenti con una traiettoria scolastica adeguata, se non addirittura buona. Una scuola in prima linea per favorire l'inclusione e contrastare il disagio giovanile, con docenti coinvolgenti e stimolanti e una dirigente che negli ultimi anni ha fatto un grande lavoro didattico, organizzativo e di relazione. Ecco allora che questa apparente normalità rende ancora più urgente un interrogativo, una domanda e, contemporaneamente, l'esigenza di una presenza, di una risposta. Per tutto questo quanto accaduto riguarda l'intera comunità riminese, al di là delle formali competenze amministrative di una Provincia o quelle didattiche del corpo docente.
È la comunità riminese a doversi fare carico di quanto accaduto e interrogarsi perché davanti abbiamo non un colpevole e una vittima ma ragazzi, compagni di banco, adolescenti, poco più che bambini ai quali è accaduta ieri una cosa che non potranno più dimenticare. E così per le loro famiglie. Vanno aiutati entrambi, vanno sostenute le famiglie. Così ho fatto anche io questa mattina., personalmente. Condivido le parole della preside Berardi, che ho sentito lungamente ieri. Parole però che rischiano di perdersi nel frullatore che è già partito, con commenti e opinioni che non riescono a uscire, se non raramente, da uno stereotipo evidentemente facile da comprendere.
Avventurarsi nei meandri di un gesto choc non è compito di nessuno e mai nessuno vi riuscirà ma, credo, le uniche parole pubbliche che oggi vale la pena di ascoltare sono quelle della preside. Sono parole di una insegnante, di una donna, di una mamma che non vogliono togliere aria alle responsabilità che toccherà alla Legge naturalmente accertare, ma configurare l'accaduto per quello che è, dalla voce della scuola. Oggi le parole che contano, che devono contare sono queste. Il dovere nostro, della comunità di Rimini è di capire. Davanti a noi ci sono due ragazzi, allo stesso modo vittime di una cosa più grande e drammatica di loro. Sono loro che dobbiamo aiutare.

Chiara Bellini 
Vicesindaca di Rimini

(Rimini) È di circa 2,5 milioni di euro il valore degli interventi che interessano le infrastrutture stradali cittadine che la Giunta comunale ha candidato ai finanziamenti messi a disposizione dal Ministero dell'Interno con decreto dell'8 gennaio scorso destinati ad investimenti per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio. Tre gli assi di interventi: una prima richiesta di finanziamento riguarda la manutenzione straordinaria di alcune infrastrutture stradali per cui la manutenzione ordinaria non è più sufficiente: nel dettaglio si tratta delle vie Santa Aquilina, Via Amola, Via Covignano, Via Marecchiese, Via Barattona e Via del Volontario, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro, individuate sulla base delle valutazioni condotte da Anthea.

La seconda richiesta di finanziamento riguarda invece la "manutenzione straordinaria di rilevati e scarpate", che prevede interventi di consolidamenti strutturali sempre per un valore circa 1 milione di euro. In questo caso le infrastrutture viarie interessate sono Via San Martino in Riparotta (cavalcavia Via Emilia), lo svincolo Via Emilia - centro commerciale I Malatesta (cavalcavia Via Emilia), Via Verenin, Via San Paolo, Via Consorziale, Via Montepulciano e Via Marignano.

Il terzo filone di intervento riguarda invece la manutenzione straordinaria delle barriere di sicurezza stradali, con la sostituzione dei guard rail non più funzionali e con l'installazione di nuove barriere. Le strade oggetto dell'intervento candidato per un finanziamento di 500 mila euro, sono Via del Capriolo, Via San Martino in Riparotta, Via Tonale, Via Predil, Via Barattona, Via del Deviatore, Via Popilia / Via Rolfini, Via Popilia / svincolo SS.16, Via Orsoleto / svincolo SS.16, Via Carpi, Via Maceri, Via Amola.

"Candidiamo ai finanziamenti statali una serie di interventi puntuali – sottolinea l'assessore ai Lavori pubblici Mattia Morolli - diffusi su tutto il territorio comunale e con una particolare attenzione alle zone attraversate da strade particolarmente trafficate e alto scorrimento e nelle aree del forese, individuate grazie ai periodici rilievi effettuati dai tecnici di Anthea. Confidiamo di poter accedere ai finanziamenti statali per continuare nel miglioramento diffuso del nostro patrimonio stradale, una delle priorità indicate nel piano dei lavori pubblici di questo triennio".

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