2Rimini | Il Senato mette mano alla riforma del catasto

 

Venerdì la commissione finanze del Senato ha approvato il decreto attuativo della riforma del catasto. Oggi nella sua analisi della riforma attesa dai riminesi, il Sole 24 ore ha preso in esame la distanza tra il valore catastale dell’immobile e i valori di mercato. Rimini è risultata all’ottavo posto per il divario percentuale che incorre tra il valore catastale e il prezzo di mercato, pari al 217%. Nel dettaglio la sperequazione si attesta al 267% per gli immobili in categoria A/3, i più diffusi sul nostro territorio, mentre ‘scende’ al 108% per gli immobili in categoria A/2.


"Con il riordino del catasto, ancora lontano dall’essere definito e in capo allo Stato e all’Agenzia delle Entrate, si va quindi verso un riordino delle rendite, che saranno maggiormente allineate ai valori che detta il mercato", spiega l'assessore al bilancio del Comune Gian Luca Brasini. "L’obiettivo della riforma quindi è quello di eliminare o almeno ridurre le sperequazioni esistenti e che incidono quindi sul calcolo di Imu e Tasi non solo tra le varie aree del Paese, ma anche tra zone limitrofe".


La riforma non porterà, chiarisce subito l'assessore, "un maggior prelievo fiscale a carico dei cittadini. Anche nel momento in cui la riforma andrà in porto e sarà possibile avere a disposizione le nuove rendite, non si tradurrà in un aumento delle tasse a carico dei proprietari degli immobili, tutto questo a prescindere dal fatto che nel decreto venga o meno introdotto un ‘tetto’ massimo al gettito che i Comuni potranno ricavare".


Un limite il Comune di Rimini se lo è già imposto, spiega l'assessore. "Così come è stato per il bilancio 2014, attraverso il quale abbiamo ridotto il gettito proveniente dalla tassazione sugli immobili di 2,4 milioni rispetto al 2012, anche nel prossimo bilancio l’intenzione è quella di mantenere invariato, o ancora meglio tendere ad una diminuzione, tale gettito". La strategia del Comune, già in atto, prevede invece "un’attenta redistribuzione del carico fiscale" attraverso l'utilizzo di tutte le leve contributive "e non solo quelle immobiliari", "usando del fattore “compliance” anche nella fiscalità per una reale partecipazione del cittadino alla gestione della cosa pubblica", ma soprattutto mettendo in campo "una efficace opera di spending review, che va dall’estinzione dei mutui alla riduzione degli incarichi esterni, dimezzati negli ultimi tre anni".


Anzi, secondo Brasini "avere rendite più aderenti con i valori di mercato ci consentirà di agire con maggiore precisione sulle aliquote nel momento in cui saremo chiamati a definire la manovra tributaria, in modo da rendere la stessa ancora più equa di quanto lo sia adesso".

tortora-scuroRimini | Sanità, l'Istat promuove Rimini 

 

Sanità. I dati Istat elaborati dal Ministero della salute, e pubblicati oggi dal Sale 24 ore, indicano come a Rimini, a fronte del 21,2% di pazienti provenienti da altre regioni di Italia (quanto inciderà la presenza di milioni di turisti nei mesi estivi?), sia solo del 5,5% la percentuale di pazienti locali che si curano fuori dal proprio territorio di residenza.


"Terzi in Italia e primi in Emilia Romagna", fa notare il vicesindaco Gloria Lisi. "Sarebbe stato impensabile appena 15 anni fa", aggiunge ricordando come "alla fine degli anni Novanta Rimini faceva ancora registrare un sensibile segno meno, a descrivere flussi di pazienti in uscita maggiori di quelli in entrata. Rimini oggi è invece tra i principali poli di “attrazione” sanitaria in Italia. In un lasso temporale limitato (15 anni) si è dunque completamente ribaltato il rapporto tra immigrazione e emigrazione ospedaliera, passando da gap da colmare a plus".


Lisi sottolinea come questo sia "un segnale importante in ottica di area vasta, nella quale dobbiamo svolgere un ruolo da protagonisti, consapevoli delle eccellenze che portiamo in dote e che siamo disponibili a condividere, ma solo a patto che vengano valorizzate e sviluppate ulteriormente".

1Rimini | Tributi, insediata la commissione per il di ritto di interpello

 

Tributi, insediata la commissione che avrà il compito di vagliare, e dare risposte, ai contribuenti "su questioni aventi contenuto giuridico e valenza generale, ed in materia tributaria, l'interpretazione dell'amministrazione comunale sull'applicazione di singole norme di legge o regolamenti concernenti i tributi locali", vale a dire l'esercizio del 'diritto di interpello'. La commissione, che riceverà le domande dei contribuenti dal dirigente comunale, a cui dovranno essere indirizzate in carta semplice, si è insediata pochi giorni fa ed è composta da Fabio Pranzetti in qualità di presidente, il vice Adriano Leardini, Simona Garattoni, Rita Turci, Claudia Zangheri.


La Commissione, spiegano dal Comune "è il supporto all'amministrazione comunale ed ai dirigenti responsabili dei tributi comunali nell'esame di problematiche di interesse generale nella specifica materia ed ha lo scopo di rendere sempre più funzionale e trasparente il rapporto dell'ente locale con i cittadini contribuenti". Per ulteriori info scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

5bAeradria Rimini, i risultati poco apprezzabili del fallimento

 

Nel flusso di notizie sull’aeroporto di Rimini nelle ultime settimane, principalmente volte a identificare i soggetti imprenditoriali che stanno dietro alle quattro cordate ammesse al bando, una notizia è passata via liscia, senza alcun approfondimento. Ed è la notizia che è andata deserta la gara indetta dal curatore fallimentare Renato Santini per il patrimonio dell’aeroporto e il personale, che aveva una base d’asta di 10 milioni. Nella somma sono compresi i  beni non devoluti (cioè attrezzature, impianti di condizionamento idraulici, elettrici, mobili, pc, etc.) valutati circa 6,6 milioni. Il professor Santini si è limitato a dichiarare che se l’aspettava. Perché se l’aspettava? Questa domanda è rimasta senza risposta.

 

Perché la gara di Santini è andata deserta
Ha pesato l’illusione di Santini che ha ritenuto di poter avere da guadagnar di più con un fallimento anziché con un concordato: infatti pensava di gestire in prima persona il bando di vendita a favore del fallimento. L’illusione è durata fino a maggio, quando l’Enac ha rimarcato che, sulla base dell’art 703 del Codice della Navigazione è previsto che in caso di fallimento della società concessionaria, i beni (cioè l’aerostazione) vengono devoluti gratuitamente allo Stato (cioè all’Enac) e ridati in concessione dallo Stato al nuovo concessionario. Al curatore Santini non è rimasto altro da fare che indire un bando per l’acquisto dei beni non devoluti (cioè le macchine da scrivere, gli impianti di condizionamento idraulici, elettrici, mobili, pc, etc.) valutati circa 6,6 milioni. Ma nessuna delle quattro offerte fatte all’ENAC ha previsto un’offerta per Santini
Il curatore fallimentare si trova così al momento a non avere i fondi necessari per pagare i creditori allo stesso modo previsto dalla proposta di concordato preventivo in continuità.
Quella che proponiamo è una lettura della vicenda sulla base di dati e osservazioni di una fonte attendibile.

 

Cosa prevedeva il concordato
Il concordato preventivo prevedeva:
•    Il pagamento integrale dei crediti cosiddetti “prededucibili” (stimati all’epoca in 790 mila Euro);
•    Il pagamento integrale dei crediti privilegiati (personale, INPS, Erario etc., stimati inizialmente in  7,14 milioni, incluso un “fondo rischi” di 500 mila Euro ma a Ottobre ricalcolati in 6,8 milioni);
•    Il pagamento in denaro al 50% dei creditori cosiddetti “strategici”, stimati inizialmente in 1,4 milioni e quindi pagati per 707 mila euro
•     Il pagamento in denaro al 30% dei crediti aventi importi inferiori a 1 milione di Euro, stimati inizialmente in 10,9 milioni e quindi pagati per 3,27 milioni + un fondo rischi eventuali per 500 mila Euro;
•    Il pagamento in azioni Aeradria al 56% dei crediti di importo superiore a 1 milione di Euro pari a circa 28 milioni di Euro e quindi pagati in azioni per 15,8 milioni di euro.
Per sostenere i pagamenti e il rilancio della società Aeradria, erano stati trovati  capitali freschi così strutturati:
•    Un aumento di capitale per cassa per Euro 5,3 milioni (già sottoscritto alla presentazione della domanda di concordato a Luglio 2013)
•    Un’emissione di cd “minibond” per 3,3 milioni di Euro, sottoscritti nel mese di Novembre 2013 da alcune banche riminesi, di cui una che non aveva alcun credito verso Aeradria.
La necessità di trovare altri 3 milioni di cassa subito era stata richiesta da Santini ad Ottobre 2013 perché aveva forti riserve su 2 punti: l’incasso di un credito verso Ryanair, che la società aveva contestato in Tribunale; la necessità di avere a disposizione una riserva di cassa per far fronte alle richieste di danni già minacciate dal curatore fallimentare di AIR, appena dichiarata fallita.

 

Si poteva rilanciare Aeradria
La validità del piano era stata testata dal Commissario Giudiziale dott. Santini (nominato poi curatore fallimentare) sulla base dei dati consuntivi di traffico ed economici dei mesi di agosto, settembre, ottobre e novembre, ed era stato rafforzata dai risultati ottenuti dal nuovo direttore generale Paolo Trapani che in poco meno di 60 giorni aveva riorganizzato e ridotto il personale ottenendo risparmi per oltre 2 milioni di Euro. Da dicembre 2013 ad oggi, il piano di riduzione dei costi è andato avanti con ulteriori risparmi messi a regime da Trapani, tanto è vero che oggi la gestione provvisoria produce cassa ogni mese e dal punto di vista economico non perde più.

Quindi tutti i creditori, per una somma pari a circa 49 milioni, ricevevano un rimborso molto al di sopra della media dei concordati che oggi si fanno in Italia; i creditori privilegiati, cioè l’Agenzia delle Entrate, gli Enti Previdenziali e i lavoratori venivano pagati integralmente in pochi mesi;  la società otteneva oltre 8 milioni di Euro di risorse fresche per continuare; i grandi creditori – quelli che venivano più sacrificati perché non ricevevano denaro, ma azioni, diventavano azionisti della società risanata; la società disponeva inoltre di una riserva di cassa 3,6 milioni da utilizzarsi in caso di perdita della causa del curatore di AIR; la società aveva avviato le azioni di responsabilità verso gli amministratori precedenti con l’impegno di destinare il ricavato a favore dei creditori per incrementare il loro recupero.
Quella che abbiamo descritto è la situazione che aveva portato a formare la nuova Aeradria, quella presieduta dal professor Tucci, con i maggiori creditori entrati come azionisti.

 

Le conseguenze del fallimento
Come sappiamo il Tribunale non ha accettato il concordato preventivo e ha dichiarato il fallimento. Con il fallimento il curatore deve invece realizzare l’attivo, cioè vendere tutto quello che ha, fare conto in modo fondamentale sulle azioni di responsabilità verso gli amministratori, e recuperare denaro da creditori attraverso le cosiddette  “revocatorie” ordinarie e fallimentari.
Inoltre i creditori con il fallimento hanno incrementato le richieste di rimborso che son salite a 59 milioni (interessi legali, richiesta danni, TFR che è andato a scadenza, etc.)

Pertanto il curatore Santini si trova nella necessità di trovare almeno 12 milioni di cassa per dare lo stesso trattamento previsto per i creditori pagati in denaro a vario titolo (privilegiati, strategici, etc) e in più dovrebbe dar qualcosa anche ai creditori di importo superiore a 1 milione, pari nominalmente a circa 28 milioni.
Come fa adesso a recuperare la somma, visto che nessuna delle quattro offerte presentate conteneva una proposta di acquisto dei beni di proprietà della società fallita?

 

Dove trovare i soldi per i creditori?
Restano le azioni di responsabilità verso gli amministratori (quanto riuscirà a recuperare e quando?); c’è l’azione di risarcimento danni richiesta a Carim per aver contribuito con nuovi finanziamenti a deteriorare ulteriormente il patrimonio di una società già decotta, azione che avrà i suoi tempi, sicuramente molto superiori ai 12 mesi con cui i vari creditori sarebbero stati pagati, e l’esito positivo tutto da verificare;  c’è la proposta di esclusione di alcuni creditori perché, secondo Santini, i crediti sarebbero da contestare in quanto sorti in modo illecito, affermazione anche questa tutta da dimostrare in Tribunale.

Ad oggi, si può dire che non ci sono soldi neanche per pagare al 100% i privilegiati, cioè lo Stato (Agenzia delle Entrate e Enti Previdenziali) e i lavoratori.

La domanda è perché di fronte ad un evidente concorso del sistema riminese per salvare Aeradria, da cui tutti ne uscivano con le ossa rotte, ma vivi, si è di fatto passati ad un’ecatombe?
Secondo la nostra fonte le risposte si possono ipotizzare analizzando in una serie di comportamenti specifici quali:
•    La dichiarazione di fallimento di AIR, controllata da Aeradria e quindi la necessità per il curatore di AIR di trovare denaro per coprire i propri creditori e quindi la minaccia di richiesta danni a Santini
•    La tempestiva dichiarazione di fallimento di RDR Promotions, società dichiarata fallita dal Tribunale di Rimini in meno di 15 giorni (caso raro in Italia) e 10 giorni prima dell’ultima udienza pre-fallimentare di Aeradria. Va considerato che RDR Promotions non aveva alcun legame azionario con Aeradria, e non c’era nessun amministratore delegato o presidente in comune, ma il curatore fallimentare di RDR ha dichiarato che la gestione era svolta in sudditanza di Aeradria e quindi, secondo lui, era come se fosse stata controllata al 100% da Aeradria e quindi tutti i debiti di RDR dovevano finire in capo ad Aeradria. È la dichiarazione del curatore, tutta da dimostrare in Tribunale…..
•    La presenza, il giorno dell’ultima udienza pre-fallimentare in Tribunale, del Procuratore Capo che ha fatto pesare fortemente il suo ruolo e il ruolo della procura nel perseguimento di reati in cui la politica potrebbe aver contribuito in modo importante. Va però tenuto conto che anche sotto concordato i reati di bancarotta rimangono perseguibili, quindi non era necessario dichiarare il fallimento e la Procura poteva tranquillamente fare le sue indagini e perseguire giustamente chi ha compiuto dei reati.

In ogni caso, al momento attuale, il risultato ottenuto puntando sul fallimento di Aeradria sembra essere solo quello, poco apprezzabile, di allontanare in un tempo indefinito e incerto la possibilità di pagamento dei creditori.

 

 
 
Lunedì, 04 Agosto 2014 10:51

sagra musicale malatestiana

Al via domani alle 21,30 nella suggestiva cornice dell’Abbazia di Santa Maria Annunziata Nuova di Scolca (San Fortunato), a Covignano, la Sagra musicale malatestiana, dedicata quest'anno a Monteverdi. L’Ensemble Melodi Cantores, per la direzione di Elena Sartori, eseguirà la Selva Morale e Spirituale

Lunedì, 04 Agosto 2014 10:31

giornalaio, 4 agosto 2014

giornalaioPantani è stato ucciso? L'indagine riparte da Rimini. Fiumi di droga per lo sballo del sabato sera

 

Pantani è stato ucciso. Questo dimostrerebbero i documenti contenuti nel fascicolo che attende sul tavolo dal rientro dalle ferie, a settembre, il procuratore di Rimini Paolo Giovagnoli e il pm che si occuperà del caso. Lo ha fatto arrivare Antonio De Rensis, il legale della madre del Pirata che da sempre ipotizza l'omicidio (ilCarlino). "Uno degli aspetti messi in luce dall’esposto riguarda anche i tabulati ricavati dai cellulari degli spacciatori che fornivano la cocaina a Pantani: un traffico molto fitto tra le 13 e le 20 del 14 febbraio 2004, quando il campione era già morto, ma il corpo non era ancora stato scoperto" (ilCarlino).
I dubbi dell'amico. A non credere alla versione ufficiale dei fatti è anche l'amico riminese di Marco Pantani, l'ex ciclista Maurizio Semprini. Tutto iniziò nel 1999 a Madonna di Campiglio, quando al campione fu trovato l'ematocrito al 52%. "Lì ha capito che volevano farlo fuori", racconta Semprini. "Perché era un personaggio scomodo, perché attirava troppa gente, più della nazionale di calcio, dava fastidio a troppi, ad un mondo di interessi più grandi di lui" (ilCarlino).
Sei volte oltre la dose letale. Tanta cocaina trovò nel corpo del Pirata, Giuseppe Fortuni, lo specialista a cui fu affidata l'autopsia. Il professore esclude però sia l'intento suicida, sia l'omicidio, ovvero l'ipotesi caldeggiata dalla famiglia (Corriere). Ma per il perito della famiglia, Francesco Avato, Marco fu costretto a bere cocaina (Corriere).


(S)ballo del sabato sera. In 15mila in fiera a Rimini per il deejay Hardwell. In diversi ne hanno approfittato per fare commercio, di stupefacenti. I carabinieri ne hanno sequestrato un chilo. Hanno arrestato tre persone e ne hanno denunciate sette (ilCarlino).


Un tesoro sprecato.Secondo l'esperto di marketing turistico Alfredo Monterumisi la Romagna pur avendo grandi potenzialità sotto il profilo del turismo enogastronomico non riesce ad intercettarne i flussi perché "continua ad offrire un balneare non rinnovato, ci si affida ai parchi divertimento che si possono realizzare ovunque, allo sballo tipo discoteca, e si trascurano le unicità che offre il territorio" (LaVoce).

4bAvanti con le fogne. Breve riassunto dei progetti e dei lavori

 

Vedete? Alla faccia di gufi e rosiconi il progetto va avanti. Il sindaco di Rimini ha chiamato ieri giornalisti, fotografi e telecamere all’inizio del parco Marecchia, di fronte al ponte di legno, per  annunciare che una delle opere previste dal piano è stata portata a termine e per fare il punto sul resto del programma.

Un disastro di fogne
L’antefatto della storia sta nel sistema fognario di Rimini che ha una doppia caratteristica: le reti sono fatiscenti e, soprattutto, sono in prevalenza miste, cioè non c’è la separazione fra acque bianche e acque nere. La conseguenza è quella che tutti conosciamo e che mette costantemente in pericolo la balneazione: quando c’è uno scroscio d’acqua bisogna aprire i varchi a mare (ce ne sono undici in tutto il territorio comunale) perché le tubazioni non riescono a veicolare l’eccesso di liquami.  Da quasi quindici anni a Rimini è attivo un comitato con il  poco politicamente corretto nome di “Basta merda in mare”
La situazione non è omogenea in tutto il comune. A Rimini Nord l’80 per cento delle fogne ha reti separate e solo il 20 per cento è misto. Nel centro storico tutto è misto. A Rimini Sud la situazione è l’esatto contrario che a nord: l’80 per cento è misto e il 20 per cento ha le condotte separate.
La legislatura comunale prima di Gnassi si era conclusa con l’approvazione di un piano fogne che prevedeva la separazione fra acque bianche e nere ovunque. Un rifacimento completo, insomma, che pertanto costava un mucchio di quattrini: quasi un miliardo di euro da spendere in vent’anni al ritmo di 50 milioni all’anno.  Per un po’ di tempo si è discusso se un tale progetto fosse mai realizzabile e dove sarebbero stati trovati i soldi.
Finchè arriva il giugno del 2011 con una “bomba” d’acqua che produsse l’effetto di trasformare via Fiume a Marina Centro in una sorta di cloaca a cielo aperto.
L’estate del 2011 trascorre nel dibattito sulle fogne. Se ne parla anche al Meeting dove il parlamentare europeo Mario Mauro incontrando il sindaco parla della possibilità di attingere a finanziamenti europei, entusiasmi subito spenti dallo stesso sindaco e dall’assessore regionale Maurizio Melucci.
Qualcosa però bisogna fare e visto che il faraonico piano di rifacimento delle fogne non è attuabile, bisogna pensare al piano B.

Piano di salvaguardia della balneazione
E appunto questo il piano predisposto da Hera basato su questa filosofia: se cerchiamo di risolvere il problema della balneazione, raggiungeremo anche gli obiettivi della sicurezza idraulica e della buona gestione. Il piano proponeva di eliminare in cinque anni 8 scarichi a mare su 11: per la zona sud l’obiettivo era limitato alla riduzione del carico inquinante, ma gli scarichi restavano. Erano previsti 131 milioni di investimenti, dei quali solo 43 già finanziati. Le opere finanziate erano il raddoppio del depuratore di Santa Giustina e la realizzazione della dorsale nord, ovvero della condotta che da Bellaria (dove il depuratore sarà chiuso) all’impianto di Santa Giustina. Un intervento, quest’ultimo, che più che altro rispondeva alle esigenza di economie di scala di Hera.
Era evidente che tale piano non poteva mettere a tacere problemi e inquietudine, anche perché il grosso dei lavori era senza finanziamenti e, soprattutto, non era risolto il problema della zona sud.
È in questa situazione che si inserisce la proposta dell’architetto Marco Benedettini, già funzionario del Comune di Rimini: la realizzazione di una vasca di laminazione lunga e stretta, un budello lungo 7 chilometri da posizionare a confine fra la spiaggia e la sede stradale.  Lo chiama “deviatore di costa”. Questo “serpentone”, perfettamente compattato e isolato, funzionerebbe come vasca di accumulo del sistema fognario delle acque chiare e nere nei momenti di emergenza, e si eviterebbero i soliti, e deprecabili, sversamenti fognari in mare. La vasca avrebbe una capacità di 80 mila metri cubi e, a detta dell’architetto Benedettini, sarebbe anche una soluzione  più economica rispetto a quelle previste da Hera. La soluzione trova l’adesione delle associazioni ambientaliste ma la sostanziale indifferenza delle istituzioni.

Piano di salvaguardia della balneazione ottimizzato
Si arriva così al luglio 2013 quando a Palazzo Garampi viene convocata una conferenza stampa per annunciare il varo del piano di salvaguardia della balneazione ottimizzato (Psbo). Le novità annunciate sono che entro il 2020 saranno eliminati tutti gli scarichi a mare (compresi quindi quelli della zona sud), un incremento degli investimenti e un’accelerazione dei tempi. Già nel 2016 il 60 per cento degli scarichi sarà eliminato.
Vediamo i dettagli. Sono previsti 11 interventi: raddoppio depuratore Santa Giustina (26 milioni), riconversione del depuratore di via Marecchiese in vasca di accumulo (3,5 milioni), realizzazione dorsale nord (17 milioni), completamento della separazione delle reti fognarie della zona nord di Rimini (25 milioni), realizzazione dorsale sud (9,6 milioni), collegamento dei bacini fognari già separati della zona sud alla dorsale sud (4,4 milioni), realizzazione condotta sottomarina e impianto idrovoro bacino Ausa e vasche (36,4 milioni), realizzazione vasca di laminazione ospedale  (5 milioni), potenziamento sollevamento mediante ricostruzione condotta premente (3,5 milioni), interventi strutturali delle fosse Rodella, Colonnella I e Colonnella II (19,6 milioni), risanamento fognario Isola, zona fra Marecchia e deviatore (4 milioni). Per la soluzione del problema della zona sud, oltre al potenziamento della vasca Ausa, si realizzeranno altre due vasche al Rodella e alla Colonnella, per una capacità totale di 100 mila metri cubi, più o meno la stessa quantità del “deviatore di costa” di Benedettini. In totale fanno 154 milioni, di cui al luglio 2013 finanziati solo i soliti 43 milioni del depuratore e della dorsale nord e 100 mila euro per la progettazione dell’intervento sull’Isola.

Lo stato dell’arte
La conferenza stampa di sabato mattina è stata convocata in occasione della chiusura del cantiere in zona Isola che servirà a ridurre il fenomeno del rigurgito delle acque, l’allagamento delle strade, i riversamenti in mare. In verità il Comune ha appena emesso un bando di appalto per un impianto in via Carlo Zavagli che ha gli stessi obiettivi, ma probabilmente non fa parte del Psbo. Il sindaco Gnassi e il direttore di Hera Roberto Barilli non ne sapevano nulla. A ottobre 2014 ci saranno i collaudi e ad inizio 2015 entrerà in funzione il nuovo depuratore, a fine settembre termineranno i lavori della dorsale nord, entro il 2015 si concluderà la separazione fra reti bianchi e nere a Rimini nord, è appena partito il cantiere per il primo stralcio (2,5 milioni su 9,6) della dorsale sud, a giorni l’incontro definitivo per la progettazione della vasca di piazzale Kennedy.  Il Comune di Rimini è impegnato per circa 25 milioni: nel corso dell’ultimo anno sono stati trovati 7,5 milioni del Piano città, 8,8 milioni dal ministero dell’Ambiente, 7,8 milioni dalla vendita delle reti del gas. Il direttore di Hera assicura che al momento attuale i lavori sono finanziati al 96 per cento. Ciò che non mette il Comune, lo mettono Hera e Romagna Acque con un’anticipazione che poi sarà recuperata in tariffa.

Quanto pagano i cittadini
Si andrà quindi verso un aumento delle tariffe? E’ in arrivo l’ennesimo salasso? Comune e Hera assicurano di no. Gli aumenti dovrebbero attestarsi su una media annua del 4-5% a partire soltanto dal 2015 e si protrarranno per la sola durata dei lavori, vale a dire 7/8 anni. Se adesso si pagano 1,9 euro a metro cubo, si arriverà a regine a pagare 2,5 euro, quanto già pagano i vicini di Ravenna, Forlì e Cesena. Facendo i conti della serva, Comune ed Hera sostengono che una famiglia media non pagherà più di 9 euro all’anno. Per la prova del nove, non resta che aspettare la prima bolletta con i rincari.

 

Sabato, 02 Agosto 2014 10:27

giornalaio, 2 agosto 2014

giornalaioTurista multata in spiaggia. Via dal delfinario i leoni marini. Regionali, il Pd ammorbidisce le regole delle primarie

 

Beccata con le mani sulla borsa taroccata. Sulla multa da staccata ieri per una turista bergamasca in vacanza sulla spiaggia di Miramare, dopo l'acquisto di una pochette contraffatta Chanel da un vu cumpra che è stato denunciato, è già polemica. Non tutti ritengono di dover combattere il commercio abusivo in spiaggia ad ogni costo: anche quello estremo di multare i turisti (ilCarlino).
"E' giusto sanzionare anche chi compra ma sicuramente questa multa non farà bene al turismo", dice il titolare dello stabilimento balneare. "La legge è legge, ma non diamoci la zappa sui piedi", è più categorica Patrizia Rinaldis di Aia. "Certi turisti è meglio perderli che trovarli", soddisfatti i volontari dell'associazione Miramare da amare che nelle scorse settimane avevano distribuito volantini tra i turisti avvisandoli delle possibili multe (ilCarlino).
"Mai più in vacanza qui a Rimini", è il commento della signora multata, che spiega: Se io non posso comprare questa borsetta, questa borsetta qui non ci deve stare (LaVoce).


I turisti crescono nel primo semestre del 2014: più 2,9% nel numero di turisti e un più 0,2% nel numero di pernottamenti. Le incognite restano, però, sul luglio piovoso (Corriere). "Analizzando il periodo gennaio-giugno la crisi economica è evidente, soprattutto nei comportamenti d’acquisto da parte dei turisti, non più solo italiani". Calano infatti gli stranieri (LaVoce).


Elezioni, primarie del Pd per le regionali, ma il partito taglia le firme necessarie a Bonaccini per succedere a Errani. Il Pd ha deciso di allargare le maglie della competizione. Per correre alle primarie — le cui date restano il 21 o il 28 settembre, mentre per le elezioni regionali si parla del 16 o del 23 novembre — basterà presentare le firme di circa 2.250 iscritti al partito emiliano romagnolo (il 3% del totale) oppure di 25 componenti dell’assemblea regionale (il 10%).
Gli avvantaggiati: l’ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani; il deputato Matteo Richetti; il sindaco di Imola, Daniele Manca e anche regionale all’Istruzione, Patrizio Bianchi (ilCarlino).


Nemmeno i leoni marini vanno bene. Nuovo stop del ministro per il delfinario di Rimini. Rispondendo ad una interrogazione parlamentare Gian Luca Galletti ha annunciato di aver diffidato chi ha affittato le tre otarie all’acquario riminese, intimando di farle tornare subito nella struttura d’origine: lo Zoo safari di Fasano. La vasca di piazzale Boscovich dopo un percorso lungo un anno aveva riaperto il 7 luglio. Da allora il delfinario è stato sottoposto a diversi controlli fino a quello che ha portato alla multa da 30mila euro comminata la scorsa settimana dalla Guardia forestale (ilCarlino).

Un mostra 'sui generis' per il Poverello di Assisi. Da domani al 31 a Villa Verucchio, nel riminese, nel chiostro del Convento dei Frati Minori, al patrono d'Italia sarà dedicato un itinerario originale che rilegge la sua storia attraverso le 'strisce' dei fumetti. La mostra - 'Nostro fratello di Assisi. San Francesco a fumetti' - è organizzata da Cartoon Club e propone comics di tutto il mondo. Un excursus che parte dal fumetto italiano del Dopoguerra per arrivare a 'St.Francis, brother of universe' della Marvel fino ad Altan (Ansa)

tortora-scuroSaludecio | Prelevate reliquie del beato Amato

 

Prelevati due frammenti d'osso, ieri, alle spoglie mortali del beato Amato Ronconi. L'urna conservata nella chiesa di San Biagio e contenente i resti del saludecese che verrà proclamato santo il 23 novembre prossimo è stata aperta alla presenza di Roberto Bartoli che ha effettuato il prelievo, padre Angelo Paleri ovvero il postulatore, del vicario del vescovo don Luigi Ricci e di don Giuseppe Tognacci, Rettore del Duomo di Rimini.
Dei due frammenti prelevati uno andrà a Roma, sarà la reliquia della messa di canonizzazione in programma il 23 novembre, dopodiché rimarrà custodita negli archivi del Vaticano insieme con le reliquie di tutti gli altri santi. L'altro sarà conservato dalla parrocchia di Saludecio. "Lo abbiamo richiesto - spiega don Mauro Angelini - considerato che non possediamo reliquie del Beato".