15 10 2014| Rimini| Elezioni regionali,è corsa contro il tempo per la sottoscrizione delle liste
Rimini | Elezioni regionali, è corsa contro il tempo per la sottoscrizione delle liste
Gli uffici del Comune di Rimini resteranno aperti anche al sabato "al fine di assicurare la sottoscrizione delle liste dei candidati e gli adempimenti relativi alla presentazione delle candidature per le elezioni regionali del 23 novembre 2014". Nel dettaglio, l'Ufficio elettorale di via Caduti di Marzabotto (civico 25 - telefono 0541-704798) rimarrà aperto al pubblico nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 8 alle ore 13 e nel pomeriggio dalle ore 15 alle ore 18; martedì e giovedì dalle ore 8 alle ore 16 con orario continuato; sabato dalle ore 8,30 alle ore 12,30.
Le liste dovranno essere presentate entro sabato 25 ottobre a mezzogiorno. Per questo l'Ufficio elettorale sarà aperto venerdì 24 ottobre dalle ore 8 alle ore 20 e il giorno seguente dalle ore 8 alle ore 12.
15 10 2014| Rimini| Elezioni regionali, Lombardi:Bloccata passerella degli assessori sul sito istituzionale
Rimini | Elezioni regionali, Lombardi: Bloccata passerella elettorale degli assessori su sito istituzionale
Ha vinto una prima battaglia al Corecom, il consigliere regionale di Forza Italia Marco Lombardi, contro la pubblicazione di documenti da lui definiti di propaganda in favore dell'amministrazione uscente del Pd sul sito istituzionale della Regione Emilia Romagna. "Contando sul periodo di generale distrazione in merito alla attività della giunta, il presidente Errani ed i suoi assessori avevano predisposto sulla home page del sito ufficiale della Regione, una comunicazione pseudo istituzionale sul resoconto di questa legislatura. Tale attività, a mio avviso vietata in periodo pre-elettorale, veniva tra l’altro illustrata, non senza enfasi propagandistica, anche con messaggi video di tutti gli assessori", ricapitola Lombardi.
Da qui l'opportunità di depositare "un esposto al Corecom dell’Emilia-Romagna per sottoporgli la questione. Il mio intervento al Comitato di controllo, ha intanto ottenuto che dalla comunicazione fossero cancellate le interviste degli assessori, e la questione nel suo complesso è stata poi rimessa all’Autorità Garante per le ulteriori decisioni di merito".
E' stato "il ricordo di ciò che fece il Pd quando il Governo Berlusconi, lontano dalla campagna elettorale, volle informare i cittadini di ciò che il Governo aveva fatto in ottemperanza a ciò che aveva promesso, mi ha spinto ad intervenire", sottolinea Lombardi. "Allora - precisa - si trattava di rendere conto agli elettori che le promesse fatte in campagna elettorale vanno mantenute e ciò era una cosa positiva per la Politica nel suo complesso. Ora la Giunta Errani prova a nascondere il fallimento non tanto amministrativo ma politico di un modello ormai contestato anche al suo interno, con una propaganda impropria ed a mio avviso illegale".
15 10 2014 | Bellaria | Provincia, Ncd festeggia l'elezione del sindaco Ceccarelli
Bellaria | Provincia, Ncd festeggia l'elezione del sindaco Ceccarelli
Si dichiara "soddisfatto" del risultato ottenuto alle elezioni provinciali di domenica scorsa il Nuovo Centro Destra di Bellaria Igea Marina. La lista sostenuta, con a capo il sindaco Enzo Ceccarelli ha visto, infatti, l’elezione di quattro consiglieri provinciali. Uno è proprio il primo cittadino di Bellaria, "sempre fortemente sostenuto dal nostro partito e ritenuto il maggior esponente del centrodestra a livello provinciale", spiega il presidente del circolo Ncd di Bellaria, Stefano Campisi. L'altro è il "consigliere comunale riminese di Ncd, Nicola Marcello, che ha ottenuto il miglior punteggio della lista grazie ai voti ponderati. La soddisfazione è massima per queste elezioni in quanto sono stati raggiunti gli obiettivi che come partito c’eravamo prefissati", conclude Campisi, augurando "buon lavoro anche agli altri due eletti della lista di centrodestra, il sindaco di Riccione, Renata Tosi, e il consigliere provinciale uscente, Giorgio Ciotti".
giornalaio, 15 ottobre 2014
Lambiasi scuote Rimini. Aeroporto a rischio. Ebola, falso allarme per il bimbo
Degrado urbano e famiglia al centro del discorso alle autorità del vescovo in occasione del patrono Gaudenzo. Lambiasi scuote Rimini. Viverci è diventato faticoso e disagevole, dice. L’amministrazione s’impegna, ma deve fare di più, incoraggia. Parlando di centro storico e apprezzando i recenti lavori di restyling il vescovo osserva che ciò non basta ad arginare il degrado e che forse occorrerebbe sciogliere i vincoli che scoraggiano nelle ristrutturazioni delle abitazioni maggiormente onerose. Il vescovo parla anche di viabilità, immigrati e gioco d’azzardo (Corriere, LaVoce). E cita il drammatico omicidio-suicidio di due settimane fa a Cattolica.
Aeroporto. Ricomincio da tre. Tanti sono gli appuntamenti in programma oggi a Rimini per sciogliere il nodo della proroga dell’esercizio provvisorio dell’aeroporto di Rimini, necessaria per permettere allo scalo di funzionare tra il 31 ottobre, data di scadenza dell’esercizio, e l’arrivo dei nuovi gestori. Due incontri in prefettura con il curatore fallimentare e le istituzioni e le categorie economiche. Uno in tribunale, da cui si attende una sentenza. Il rischio che non si raggiunga un accordo è di ora in ora più alto. Intanto, ieri una delle cordate sconfitte da Air Riminum, la russa Novaport, ha ottenuto un primo accesso agli atti, per poi eventualmente presentare ricorso in merito all’esito del bando Enac per la gestione (Nuovo Quotidiano, LaVoce).
Ebola, falso allarme. Il bimbo (non bimba, come si pensava ieri) di origini nigeriane sta meglio, ma soprattutto gli esiti degli esami effettuati con la massima urgenza allo Spallanzani di Roma, arrivati la notte scorsa, hanno spazzato via ogni dubbio: non si tratta di ebola, e nemmeno di malaria (ilCarlino).
Economia, il gruppo Maggioli ha acquisito il 25 per cento della società Marketing informatico srl, specializzata nel web marketing, nell’e-commerce e nella consulenza strategica. Nei progetti del gruppo l’acquisizione di altre web agency (LaVoce).
I funerali di Dasi. Collegiata piena di gente per l’ultimo saluto al padre del Centro Pio Manzù. Solenne, ma semplice la cerimonia officiata da don Stefano Bellavista, parroco della Collegiata, e da don Renzo Rossi, parroco di San Fortunato, messaggi di cordoglio dall’Onu e dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il ricordo degli amici attraverso le parole a lui dedicate da Tonino Guerra. In lui percezione della totalità del divino, ha detto Luca Cesari. Nessuna fatica a riconoscervi il “matto che urla le parole della Bibbia, un ritratto visivo e uditivo del Gerardo che non imputridisce” (ilCarlino).
Domani in tribunale l’udienza per Loris Stecca, l’ex pugile accusato di tentato omicidio per aver aggredito con delle forbici l’ex socia, nella gestione di una palestra, e amante. E’ successo il 27 dicembre scorso. Gesto da condannare, ma non ero in me, spiega. Pagherò per quello che ho fatto, ma non per quello che non ho fatto, precisa. Non volevo uccidere, aggiunge nella lettera inviata alla conduttrice televisiva Barbara D’Urso. Rischia tra i 10 e i 14 anni (ilCarlino).
Pantani, diffuso un video della scena del crimine durante i rilievi di dieci anni fa. Lo ha fatto la rete Sport Mediaset scatenando una serie di polemiche. Anche l’ex capo del Ris di Parma, il generale Garofalo , parla di “scena del delitto compromessa” (ilCarlino). Sulla scena una bottiglia mai analizzata, da cui si sarebbe potuto estrarre, spiega Garofalo, del dna.
Parla anche il medico legale Fortuni, l’esperto chiamato ad effettuare l’autopsia, per chiarire l’orario della morte. Suo il fax del 16 febbraio che indicava le 17, inviato per permettere la sepoltura del campione, spiega Fortuni. Ma successivi complessi esami hanno permesso di fissare con maggiore precisione l’ora tra le 11,30 e le 12,30 (ilCarlino).
Riccione, trovato in una cassetta di sicurezza sul Titano il tesoretto (pari a 650mila euro) dell’ex gestore del Green bar di viale Ceccarini, sequestrato e confiscato a titolo preventivo in estate perché in odore di mafia (Corriere).
Che bravo Pironi: perché non l'hanno ricandidato? L’ex sindaco di Riccione chiamato in campo nel gioco delle parti tra maggioranza e opposizione in consiglio comunale. La Regione ha sbloccato 899mila euro del patto di stabilità e l’amministrazione lo ha comunicato ieri ai giornali, con dirigente e assessore e a sottolineare quello che è un successo. Aspettate un momento, alza l’indice il Pd. Quei soldi sono arrivati perché la precedente amministrazione ha aderito alla sperimentazione del bilancio armonizzato (contro cui alcuni attuali amministratori hanno votato), scelta “lungimirante” così come la riduzione del debito e delle spese per il personale (Corriere).
12-58 è l’ambulanza pediatrica che la Croce rossa vuole acquistare in collaborazione con la Fondazione Marco Simoncelli. Il progetto è stato presentato ieri ed è già partita la raccolta fondi (info su www.cririmini.it). Testimonial della campagna è il centauro Mattia Pasini (Corriere).
Green economy, presentati a Roma gli Stati generali, che si svolgeranno a Rimini 5 e 6 novembre prossimi. Il ministro Galletti in conferenza stampa: E’ l’unico settore in crescita (Corriere). A Galletti sarà affidato il taglio del nastro, il ministro dello sviluppo economico Guidi sarà in fiera il giorno successivo per la sessione conclusiva (Nuovo Quotidiano).
Don Oreste beato, vanno avanti le ‘deposizioni’ dei testimoni. Il primo, don Romano Migani, ‘ha parlato’ il 6 ottobre. Il ‘giudice’ don Giuseppe Tognacci sentirà quasi certamente l’ex presidente della Provincia Stefano Vitali (è stato per anni portavoce e segretario di Benzi), don Elio Piccari, Giampiero Cofano, Stefano Paradisi e altri fedelissimi del fondatore della comunità Papa Giovanni, prova a indovinare ilCarlino.
Rimini | Reagire alla rassegnazione, il discorso del vescovo alle autorità
Rimini | Reagire e dialogare, il discorso del vescovo alle autorità
Nel suo discorso alle autorità civili, consuetudine attesa nella ricorrenza del patrono Costanzo, il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, inizia ricordando quanto avvenuto tra Chiesa riminese a amministrazione comunale pochi giorni fa in occasione della ricorrenza del beato Alberto Marvelli, quando "proprio in sua memoria qualche giorno fa abbiamo firmato con il sig. Sindaco, dott. Andrea Gnassi, la Carta dell'Amministratore, ispirata agli ideali e alle virtù cristiane e civiche del nostro beato. Queste ricorrenze non sono meramente celebrative, ma inducono a una severa revisione degli orientamenti, dello stile e della prassi che si sta perseguendo per il 'risorgimento' di Rimini e del Riminese".
Chiarito questo il vescovo Francesco passa ad analizzare le criticità di Rimini, città in cui vivere "è diventato faticoso e disagevole" a causa di "quel malessere della 'città' e nella 'città', radicato e sempre più diffuso, che si respira anche altrove. Aumentano le situazioni di difficoltà e di sofferenza, e le aree della povertà, del pericolo, dell'insicurezza si vanno estendendo in misura crescente e allarmante. Le persone che soffrono per deficit di relazioni umane significative e appaganti sono sempre più numerose. Si manifestano forme di separazione che non riguardano solo le identità etniche, culturali o religiose, ma semplicemente le età e le generazioni".
Alla domanda su quanto sia umanamente abitabile "la nostra città", Lambiasi apprezza lo "sforzo dell'Amministrazione nella risistemazione della rete fognaria, nelle nuove pavimentazioni e con un arredo stradale più curato. Ma occorre anche riconoscere che nel centro storico e nei borghi molti edifici documentano un progressivo degrado". Troppi vincoli, ipotizza Lambiasi, "forse" "scoraggiano dall’operare ristrutturazioni onerose e senza corrispondente ritorno economico".
Non condivide, il vescovo, "l'immagine della “città dei servizi”" perché "tradisce una concezione del cittadino come utente, come semplice cliente, come fruitore o consumatore di servizi, e non certo come persona con una sua inalienabile dignità. Solo una città attenta ai bisogni veri della gente, a cominciare dalla povera gente, diventa 'decente', ossia “buona da viverci”". Ed è "della vivibilità della Città devono farsi carico innanzitutto le sue Autorità civili, militari e anche religiose".
Il vescovo, torna sui temi cari al pontefice e ai vescovi, ovvero famiglia, lavoro, immigrati.
Parte dalla tragica vicenda di Cattolica dove un padre ha ucciso due settimane fa la madre dei suoi due gemellino con efferatezza. "Quando la cronaca riporta tanti fatti analoghi, il problema esiste, e forse vale la pena ricominciare proprio dai ‘fondamentali’, che forse erroneamente diamo per scontati: l'amore è dono reciproco, è la gioia di vedere l’altro, di camminare insieme, nella sorte felice e nei periodi difficili. Non ha nulla a che vedere con la pretesa di possedere l'altra persona, di volerne impedire la crescita umana e la piena realizzazione". Evoca poi il tema del calo delle nascite parlando di 'inverno demografico'.
Drammatica è la questione “lavoro”. Il vescovo porta sul tavolo i risultati del fondo lanciato lo scorso anno proprio a San Gaudenzo, che "sono stati senz’altro positivi, sia sul piano della comunicazione che della raccolta fondi (oltre 315mila euro)". Risultati per cui il vescovo stesso si dichiara stupito ringraziando tutti gli attori coinvolti. Adesso, spiega Lambiasi, "stiamo cercando di perfezionare e finanziare anche la seconda fase del progetto: la promozione di nuove professionalità, sia con incentivi economici che con un accompagnamento iniziale". E Lambiasi ammette di guardare con interesse anche agli incubatoti di impresa.
Gli immigrati. "Come stiamo messi noi qui a Rimini con questo capitolo? Leggo da un giornale locale un report sull'ennesima operazione anti-degrado svolta dai nostri carabinieri: “Un appartamento trasformato in dormitorio-formicaio con ben 17 letti stipati in ogni angolo. Situazioni di illegalità, come quella dell'affitto pagato dagli stranieri ai proprietari italiani, fino a 1.500 euro in nero, tre volte di più di quanto previsto nel contratto”. Ma è la “visione dello straniero” che deve essere sottoposta ad onesta e severa revisione critica".
Il vescovo conclude con un tema ricorrente in tutti i suoi ultimi incorsi alla città, il contrasto al gioco d'azzardo, sollecitando ulteriori interventi. "La nostra Città si colloca al 12esimo posto in Italia per spesa al gioco, con una media di 1.384 euro pro capite. Giocatori patologici sul territorio provinciale si stima che siano almeno 2mila! Secondo i dati più aggiornati (al 24.1.2014) nel solo comune di Rimini si contano 927 slot-machine, 211 esercizi con apparecchi slot, 222 VLT in 18 sale collaudate". Guarda con i migliori auspici, quindi la promozione di un marchio di qualità 'SlotfreE-R' "che dà l’opportunità ai cittadini di poter scegliere autonomamente di usufruire di una attività libera dal gioco e che dunque dà il proprio contributo, piccolo ma indispensabile, per contrastare un fenomeno di dimensioni sempre più preoccupanti".
Le ultime raccomandazioni ai riminesi riguardano la necessità di "reagire alla rassegnazione", e ai politici dice: "occorre riattivare il dialogo, ma costruttivo, sulla cosa pubblica. Dialogo che deve essere incoraggiato, promosso e voluto dalle Autorità amministrative a tutti i livelli, ma che deve fiorire anche dalla società civile".
C'è anche una parola da riscoprire, "esiliata dal nostro vocabolario", è la parola generosità.
Il testo integrale
Reagire alla rassegnazione. “La Città non risorgerà, se non insieme”
Discorso del Vescovo alle Autorità Cittadine, in occasione della Festa del patrono
Rimini, Residenza Vescovile, 14 ottobre 2014
Due ricorrenze caratterizzano la festa di san Gaudenzo nella presente edizione: i 70 anni dalla liberazione di Rimini e i dieci dalla beatificazione di Alberto Marvelli. Anche se distanziati nel tempo, i due anniversari sono avvicinati non solo dal fatto di essere avvenuti nello stesso mese, ed è per questo che sono stati celebrati nello scorso settembre a distanza di pochi giorni. Questi eventi risultano interconnessi soprattutto perché ambedue intrecciati al nome dello stesso personaggio - appunto Marvelli - in quanto, oltre ad essere il servo di Dio beatificato a Loreto il 5 settembre 2004, l'ingegnere-manovale della carità è stato uno dei principali artefici della ricostruzione morale e materiale della nostra Città. E proprio in sua memoria qualche giorno fa abbiamo firmato con il sig. Sindaco, dott. Andrea Gnassi, la Carta dell'Amministratore, ispirata agli ideali e alle virtù cristiane e civiche del nostro beato. Queste ricorrenze non sono meramente celebrative, ma inducono a una severa revisione degli orientamenti, dello stile e della prassi che si sta perseguendo per il 'risorgimento' di Rimini e del Riminese.
1. Oggi per tanti cittadini vivere a Rimini è diventato faticoso e disagevole. Si registra anche da noi quel malessere della 'città' e nella 'città', radicato e sempre più diffuso, che si respira anche altrove. Aumentano le situazioni di difficoltà e di sofferenza, e le aree della povertà, del pericolo, dell'insicurezza si vanno estendendo in misura crescente e allarmante. Le persone che soffrono per deficit di relazioni umane significative e appaganti sono sempre più numerose. Si manifestano forme di separazione che non riguardano solo le identità etniche, culturali o religiose, ma semplicemente le età e le generazioni. Ogni fascia anagrafica vive il suo disagio specifico rispetto alla città: i bambini, i giovani, gli adulti, gli anziani, le donne, i disoccupati, gli immigrati. Si riscontra anche un crescente scollamento tra la città come urbs, ossia come assetto fisico-spaziale, e la città come civitas, come l'insieme organico dei suoi abitanti. Una sorta di scissione tra il corpo e lo spirito di quell'organismo particolare che è appunto la città. Ma soprattutto appare in crescita esponenziale il sentimento di paura e di incertezza verso il futuro, in conseguenza delle minacce, reali o presunte, che si profilano all'orizzonte: dalla paura degli immigrati e dei fondamentalismi settari alla paura di attentati terroristici; dalla paura legata agli episodi di microcriminalità che minacciano la nostra vita privata alla paura di vivere in periferia e di essere esposti a rischi di ogni tipo. A fronte di questi fenomeni emerge un grande bisogno di sicurezza e di legalità, come se la città fosse, di suo, diventata 'ostile' e inospitale, una minaccia da cui proteggersi in qualche modo, in qualunque modo. Ma il primo vero 'ghetto' è quello che si fa strada nel cuore della gente, un ghetto culturale e spirituale, una separazione unilaterale e discriminante, un auto-isolamento distante e appartato.
2. Resta la domanda: quanto è umanamente 'abitabile' la nostra Città? Va apprezzato lo sforzo dell'Amministrazione nella risistemazione della rete fognaria, nelle nuove pavimentazioni e con un arredo stradale più curato. Ma occorre anche riconoscere che nel centro storico e nei borghi molti edifici documentano un progressivo degrado: potrebbe essere utile un censimento delle abitazioni obsolete, inadeguate, a volte disabitate o male abitate; case molto piccole e a volte trascurate accanto a edifici più solidi e dignitosi. Forse i troppi vincoli scoraggiano dall’operare ristrutturazioni onerose e senza corrispondente ritorno economico. Una visione ristretta del problema rischia di rendere meno belle, abitabili e appetibili le zone centrali della Città.
Sappiamo che la vivibilità di una città è connessa anche alla sua viabilità. Merita apprezzamento lo sforzo dell'Amministrazione per avviare a soluzione l'annosa questione della circolazione interna. Occorre però non solo recuperare il tempo perduto, ma accelerare il passo anche in direzione di un vero e proprio progetto di 'coabitazione' e di pacifica 'convivenza' tra le diverse culture ed etnie che stanno popolando il territorio. Non dobbiamo permettere che la possibilità di creare un "giardino culturale" in alcune zone e quartieri degeneri in una sorta di “terreno incolto” in cui si sperimenta l'ostilità piuttosto che l'ospitalità.
3. Ritengo però di poter condividere con voi una certezza, e cioè che la logica prevalente di una città debba essere radicalmente modificata. L'immagine della “città dei servizi” tradisce una concezione del cittadino come utente, come semplice cliente, come fruitore o consumatore di servizi, e non certo come persona con una sua inalienabile dignità. Solo una città attenta ai bisogni veri della gente, a cominciare dalla povera gente, diventa 'decente', ossia “buona da viverci”. Una città è decente se le sue istituzioni non violano la dignità delle persone e i loro diritti, se sa allargare lo sguardo sul mondo assumendo il valore e l'etica della interdipendenza e del sentirsi parte di una famiglia più grande, per trasformare dal basso l'azione politica, coniugando in modo virtuoso il suo essere locale con la dimensione globale (‘glocalismo’). Ma è soprattutto decente se sa vivere la solidarietà come virtù civica.
Ma della vivibilità della Città devono farsi carico innanzitutto le sue Autorità civili, militari e anche religiose. Nella Carta “A. Marvelli” per Amministratori e Politici, sottoscritta l’altro ieri nella sala dell'Arengo a quattro mani dal Sindaco e dal Vescovo si legge al n. 3: L'Amministratore civico “serve senza servirsi”: «Occorre umiliare noi stessi, allontanare l’ambizione, l’orgoglio e la superbia che chiudono gli occhi e il cuore dell’uomo e gli fanno credere di servire e aiutare gli altri, mentre non favorisce egoisticamente che il proprio interesse». Inserisco qui uno spunto che forse può essere utile, come richiamo all'atteggiamento personale, sulla linea del nostro Marvelli. Proprio nel periodo di massima crisi, è il momento di mettere in gioco tutto ciò che si ha e che si è. Invece che sentirsi rassicurati, invece che tentare di chiudere fuori quello che non va, invece che sentirsi ‘a posto’ e giustificati, perché in fondo ciascuno pensa di aver fatto tutto ciò che gli è parso possibile. Ma quando si è fatto tutto il possibile, allora è il momento di fare di più. Di non sentirsi arrivati. Di non sentirsi dalla parte del giusto, anche se ci si è comportati da giusti. Di non sentirsi stanchi, perché è il momento in cui non si può riposare, finché qualcuno è fragile ed è solo davanti alle proprie difficoltà.
Vorrei ora soffermarmi su tre questioni che papa Francesco ha insistentemente riproposto a noi vescovi nel suo intervento in apertura dell'Assemblea annuale della CEI nel maggio scorso: famiglia, lavoro, immigrati.
4. Questione ‘famiglia’. La riflessione in merito mi viene provocata dalla tragedia che si è verificata nei giorni scorsi: l'assassinio della giovane mamma, davanti ai figli piccoli, a Cattolica. Sia chiaro: rifletto sui comportamenti, non mi permetto di giudicare le coscienze.
Quando la cronaca riporta tanti fatti analoghi, il problema esiste, e forse vale la pena ricominciare proprio dai ‘fondamentali’, che forse erroneamente diamo per scontati: l'amore è dono reciproco, è la gioia di vedere l’altro, di camminare insieme, nella sorte felice e nei periodi difficili. Non ha nulla a che vedere con la pretesa di possedere l'altra persona, di volerne impedire la crescita umana e la piena realizzazione. L’amore costruisce nella pazienza e nella stima. E se, fra due persone finisce una relazione, l'amore vero resiste, non si arrende, trova comunque il coraggio per seguire i figli. E non può scomparire, non diventa violenza, sopraffazione, vendetta, distruzione e morte. I fatti di cronaca di cui siamo costretti a leggere, riportano però tanti, troppi episodi di questo tipo, e la cosa giusta è ricominciare dall'educazione. E le famiglie, le scuole, anche la Chiesa, tutti insieme dobbiamo fare la propria parte. Dobbiamo ricominciare a riflettere sull'affettività. Una storia d'amore non è una somma di brividi emotivi; va oltre i soli sentimenti. Vogliamo tornare a riflettere sulla responsabilità che una relazione comporta: per sé, per la persona con cui si condivide la strada, e per i figli che si generano. L’amore apre ad un mondo di felicità condivisa, e una relazione va costruita giorno per giorno con costanza e fantasia, con rispetto e dedizione, con indulgenza e tenacia, con grinta e anche allegria. Sembrano parole dimenticate: buone per i nostri nonni e ormai irrimediabilmente fuori moda. Ma lo sono davvero? Cosa siamo, cos'è ciascuno di noi senza gli affetti intorno, senza la storia che ogni famiglia ha scritto prima di lui, senza i ricordi, senza il calore degli abbracci più veri? Non possiamo fare finta che se succede così spesso, la violenza nelle famiglie non ci riguardi se non ci colpisce direttamente.
Nel capitolo della famiglia merita particolare attenzione anche la questione del calo delle nascite. Anche la nostra Città sembra piombata in un crudo inverno demografico. I dati destano la massima preoccupazione: nel 2013 i nati sono stati 1210, il dato più basso degli ultimi cinquanta anni; nonostante l’aumento della popolazione e l’apporto, anche in fatto di nascite, degli immigrati (18 nati sul totale di 100). Le conseguenze a livello sociale ed economico sono - e saranno - molto gravi; per non dire del risvolto morale e spirituale, rivelando una parallela crisi della famiglia e la riluttanza - o l’impossibilità per motivi sociali ed economici - dei giovani a farsi una famiglia. In molte nostre parrocchie il numero degli anziani - anche molto anziani! - è molto superiore a quello dei bambini, dei ragazzi e dei giovani; e i funerali superano di gran lunga i battesimi. Il problema investe la nostra pastorale.
5. Questione “lavoro”. Mentre la crisi continua a mordere, vorrei accennare a due segnali di speranza che ritengo significativi e promettenti. Il primo riguarda il fondo per il lavoro, lanciato l'anno scorso proprio in questa circostanza.
Va rimarcata con gratitudine l’accoglienza positiva della proposta da parte delle Istituzioni, delle associazioni di categoria, degli ordini professionali, delle parrocchie. I risultati sono stati senz’altro positivi, sia sul piano della comunicazione che della raccolta fondi (oltre 315mila euro). Noi stessi siamo rimasti positivamente sorpresi della risposta, come pure di altre iniziative analoghe. C’è stata poi una buona collaborazione tra la Caritas diocesana, le Caritas parrocchiali, il Centro per l'impiego della Provincia, il patronato Acli, il Centro di solidarietà della Compagnia delle Opere, nella segnalazione delle persone in ricerca di lavoro e nella compilazione della documentazione richiesta: una unità di intenti, che non era obiettivo trascurabile della proposta. Naturalmente si era consapevoli che non poteva essere 'la' risposta ad un gravissimo problema, ma appena un messaggio di speranza e di impegno. Dobbiamo fare i conti con una crisi economica che non recede, un’attività produttiva che stenta a ripartire. Ma che a tutt'oggi una trentina di famiglie possano ricevere, attraverso il loro lavoro, uno stipendio dignitoso per un periodo di almeno 6-12 mesi, più la garanzia di altri tre mesi di mini-aspi, ci fa ritenerlo un risultato realistico, ma positivo. Da aggiungere, come si era detto in partenza, che la somma raccolta è totalmente destinata al finanziamento delle assunzioni, perché le tante persone che hanno collaborato con passione e competenza l’hanno fatto a titolo assolutamente gratuito. Naturalmente ci auguriamo che l'impegno continui da parte di tutti: sia per la raccolta fondi, sia per la ricerca di posti di lavoro o della disponibilità di aziende ad assumere. Stiamo cercando di perfezionare e finanziare anche la seconda fase del progetto: la promozione di nuove professionalità, sia con incentivi economici che con un accompagnamento iniziale.
Un’altra proposta interessante e promettente appare quella del cosiddetto incubatore d'impresa.
La particolare, drammatica situazione economica che caratterizza questo tempo richiede anche a Rimini la capacità di un affronto che, accanto alla dimensione dell’assistenza e della solidarietà, ponga la massima attenzione allo sviluppo in funzione del bene comune. Penso alla prossima nascita a Rimini di uno strumento apposito per sostenere e accompagnare l’avvio di nuove aziende, in grado di canalizzare energie imprenditoriali e giovanili e di creare occupazione. E penso anche alla annunciata apertura di un portale in cui sarà possibile presentare progetti non profit e raccogliere su di essi donazioni economiche da parte dei cittadini. Questo come altri strumenti analoghi, anche se di diversa tipologia, risulta in qualche modo emblematico. C’è una Città che non vuol lasciarsi andare, non vuol cedere alla crisi, vuole reagire, mettendo in campo risorse per la crescita imprenditoriale da un lato, e per lo sviluppo di una cultura del dono dall’altro. Donare non è appena una costumanza filantropica: è affermare che io e l’altro siamo un ‘noi’, che ciò che io faccio e tu fai è un bene per tutti e per questo va guardato con simpatia e va sostenuto. Occorre amplificare questa cultura del bene, perché solo una società più consapevole e più unita potrà far fronte alle difficoltà che stiamo attraversando.
6. Questione ‘immigrati’. Mi faccio portavoce del Papa che a noi vescovi italiani nell’assemblea del maggio scorso ha raccomandato testualmente: “La scialuppa che si deve calare è l’abbraccio accogliente ai migranti: fuggono dall’intolleranza, dalla persecuzione, dalla mancanza di futuro. Nessuno volga lo sguardo altrove. La carità, che ci è testimoniata dalla generosità di tanta gente, è il nostro modo di vivere e di interpretare la vita: in forza di questo dinamismo, il Vangelo continuerà a diffondersi per attrazione”. Come stiamo messi noi qui a Rimini con questo capitolo? Leggo da un giornale locale un report sull'ennesima operazione anti-degrado svolta dai nostri carabinieri: “Un appartamento trasformato in dormitorio-formicaio con ben 17 letti stipati in ogni angolo. Situazioni di illegalità, come quella dell'affitto pagato dagli stranieri ai proprietari italiani, fino a 1.500 euro in nero, tre volte di più di quanto previsto nel contratto”. Ma è la “visione dello straniero” che deve essere sottoposta ad onesta e severa revisione critica. Leggo dal nostro settimanale ilPonte, sul quale, in un editoriale durante gli ultimi ‘mondiali’ di calcio, si osservava come molte squadre europee abbiano titolari con origini africane o comunque siano figli di immigrati. E si piazzava una domanda d’obbligo, per i milioni di tifosi felici che li celebrano: “Se gli stranieri sono utili a migliorare il livello sportivo delle squadre nazionali, chi l’ha detto che non possano giovare anche allo sviluppo sociale, economico e culturale? Sono buoni solo con i piedi?”.
Non dimentichiamo che gli immigrati residenti nella provincia di Rimini sono ormai il 10,9%, pari a 36.521 persone. Coloro che provengono da paesi islamici sono circa 3.200 persone. Nel 2013 le Caritas presenti nella nostra diocesi hanno incontrato 7.455 persone, di cui 5.300 immigrate, in maggior numero 1.500 mussulmane. Con gli immigrati si vede sempre più necessario promuovere un dialogo che favorisca l’inserimento sociale degli stessi e l’accoglienza dei cittadini. Le regole sono necessarie, ma non si può fare solo repressione. Prendendo come esempio il fenomeno dei venditori abusivi, non si può non tenere conto della disperazione di immigrati poveri che si vedono confiscare i loro prodotti, senza alcuna contropartita per vivere.
Non aspettiamo ancora per aprire un tavolo di dialogo, in particolare con gli immigrati di religione islamica.
7. Infine, una questione trasversale: il gioco d’azzardo. È la terza volta che intervengo pubblicamente su questo argomento: la prima fu l'anno scorso in questa medesima circostanza; la seconda volta, in occasione della processione cittadina del Corpus Domini, nel giugno scorso. Nel frattempo si sono fatte ancora più chiare e allarmanti le drammatiche dimensioni del fenomeno. Mi introduco in questo ultimo passaggio con l'attacco di un recentissimo articolo, ritagliato dall'ultimo numero della Civiltà Cattolica (n. 3943): “Il 2003 è l’anno che segna un prima e un dopo nel gioco d’azzardo. La sua liberalizzazione, voluta dalle principali forze politiche di maggioranza e di opposizione, ne ha permesso un consumo di massa che sembra aver trasformato il Paese in un grande casinò a cielo aperto”.
Permettetemi di ricordare i dati riguardanti il nostro Paese, il primo in Europa nel consumo del gioco d’azzardo e il terzo nel mondo. 450mila slot machine sparse nel Paese hanno generato una industria con il terzo fatturato più alto in Italia, composta da una filiera di 5.800 imprese del settore, in cui lavorano circa 120mila persone. Il fatturato annuo legale si aggira intorno agli 87miliardi di euro, con una spesa media che si avvicina ai 1.270 euro all’anno, il 10% della spesa degli italiani, compresi i neonati. Il fenomeno è esploso raggiungendo una raccolta di ben 85 miliardi all'anno, rispetto ai 24 di dieci anni fa. A fronte di questa spesa scellerata, si registrano le cifre spaventose delle vittime del gioco d’azzardo: due milioni di italiani a rischio dipendenza, 800mila malati; ben 400mila bambini tra i 7 ed i 9 anni hanno già puntato dei soldi.
Nel territorio della nostra Provincia viene investita una cifra di circa 200milioni di euro, praticamente qualcosa di simile alla somma di tutti i bilanci comunali dei 27 comuni che la costituivano. La nostra Città si colloca al 12mo posto in Italia per spesa al gioco, con una media di 1.384 euro pro capite. Giocatori patologici sul territorio provinciale si stima che siano almeno 2mila! Secondo i dati più aggiornati (al 24.1.2014) nel solo comune di Rimini si contano 927 slot-machine, 211 esercizi con apparecchi slot, 222 VLT in 18 sale collaudate.
Il 6 ottobre scorso si è tenuta una riunione, alla quale mi conforta molto sapere che tra le associazioni del territorio attive nel campo della promozione della legalità e della formazione abbiano partecipato anche l’Agesci e il Masci. In quella sede è stato presentato il marchio SlotfreE-R che dà l’opportunità ai cittadini di poter scegliere autonomamente di usufruire di una attività libera dal gioco e che dunque dà il proprio contributo, piccolo ma indispensabile, per contrastare un fenomeno di dimensioni sempre più preoccupanti. In questa sede ho già detto e ripeto che la nostra attività educativa - che si svolge nelle parrocchie, negli oratori, nelle scuole paritarie di ispirazione cattolica - può e deve fare di più, per fronteggiare e prevenire il diffondersi della piaga sociale delle ludopatie.
In conclusione, vorrei rilanciare un messaggio che ritengo pressante e particolarmente urgente. Occorre reagire alla rassegnazione. La situazione del Paese e quella particolare della nostra Città sta ingenerando un clima diffuso di rassegnazione: ci si interessa meno e con minore speranza del bene comune; ci si preoccupa piuttosto di superare le proprie difficoltà, individuali o familiari. Quasi scemata la fiducia nei partiti, delusa da promesse e ricette che non hanno prodotto l’effetto sperato, perplessa di fronte a manifestazioni di sterile populismo, scandalizzata dagli indifendibili privilegi di pochi, la maggior parte della gente è portata a chiudersi in se stessa. Occorre riattivare il dialogo, ma costruttivo, sulla cosa pubblica. Dialogo che deve essere incoraggiato, promosso e voluto dalle Autorità amministrative a tutti i livelli, ma che deve fiorire anche dalla società civile. Dal dialogo deve nascere l’unione delle forze, la passione e la speranza per uscire dal clima di rassegnazione e di individualismo, per ri-avviare la vita, per salvare le opere e le attività ritenute più qualificanti e importanti, per promuovere un nuovo sviluppo economico e civile.
La parola da riscoprire, che sembra ormai esiliata dal nostro vocabolario, è la parola generosità. Torniamo ad essere generosi, capaci di non fermarci a contare ad ogni momento se riceviamo abbastanza, se il destino è giusto con noi, se tutti riconoscono adeguatamente quanto valiamo. La generosità ribalta questo modo di vedere la vita, perché non fa conti in tasca, e dà con abbondanza, senza misurare il merito di chi riceve, e non misura con il metro più corto, ma nel valutare le persone, misura con la simpatia verso l’altro, e promuove il bene che c’è in ciascuno. La generosità ci aiuta a guardare ad ogni nuovo giorno con il sorriso, chiedendoci cosa di buono potremo fare per chi ne abbia più necessità.
Da ultimo, in questo anno ‘marvelliano’, ricordiamo che la Città non risorgerà, se non insieme.
Rimini, 14 ottobre 2014
+ Francesco Lambiasi
14 10 2014| Verucchio| Messaggi da Napolitano e dall'Onu per i funerali di Dasi
Verucchio | Messaggi da Napolitano e dall'Onu per i funerali di Dasi
Messaggi di cordoglio da tutto il mondo arrivano a Verucchio nel giorno delle esequie di Gerardo Filiberto Dasi. Anche il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano si è unito al dolore della famiglia e del Centro Pio Manzù. Porta la firma del segretario generale della Presidenza, il messaggio del capo di Stato. “Il presidente della Repubblica - scrive Donato Darra - ha appreso con dolore della scomparsa di Gerardo Filiberto Dasi, fondatore e animatore per oltre quarant’anni del Centro Pio Manzù, al quale lo legavano sentimenti di stima ed amicizia. Personalità di vasta cultura, Dasi ha contribuito come pochi altri a stimolare la riflessione sui grandi temi economici e scientifici di rilevanza internazionale, promuovendo una vasta attività di ricerca che ha coinvolto ogni anno studiosi di diverse discipline e orientamenti, all’insegna del dialogo e del confronto. Ai familiari e a quanti hanno condiviso con lui anni di impegno civile e culturale, il presidente Napolitano esprime le sue più sentite condoglianze”.
Arriva da New York il messaggio dell'alto rappresentante dell’Alleanza delle civiltà delle Nazioni unite, Nassir Abdulaziz Al-Nasser. Al-Nasser, amico fraterno di Dasi, ha scritto di essere “rimasto profondamente rattristato di apprendere della morte del professor Gerardo Filiberto Dasi. I miei pensieri e le mie preghiere sono con tutta la famiglia in questo difficile e triste momento. Ho conosciuto il Vostro benamato, quale persona unica nel suo genere, un uomo cordiale, premuroso e di una reputazione sovrastante tra tutti coloro che sono venuti in contatto con lui. Era altamente dedicato alla causa della pace e della riconciliazione internazionale e ha dedicato il suo tempo, la sua energia e la sua forza a questa grande causa. I valori del Centro Internazionale di Ricerche Pio Manzù da lui fondato, hanno contribuito a creare un ponte di dialogo culturale tra il mondo arabo e l'Europa e una rinascita nel rapporto tra le due civiltà. L'attenzione del Centro per la comprensione e la tolleranza internazionale è stata di grande incoraggiamento per l'Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite. È questo il legame che ci ha portati insieme. Il professor Dasi ha sempre sostenuto la collaborazione che trascende i confini. Ci mancherà lui e il suo lavoro in questo tumultuoso mondo”.
14 10 2014| Rimini| Green economy,il ministro Galletti presenta gli 'Stati generali'
Rimini | Green economy, il ministro Galletti presenta gli 'Stati generali', 5 e 6 novembre in fiera
"Il Governo sostiene questa 'rivoluzione ambientale'" rappresentata dallo sviluppo delle imprese 'verdi' e "vede negli Stati generali il laboratorio privilegiato del cambiamento". Cosi' il ministro dell'ambiente, Gian Luca Galletti, commento la presentazione della terza edizione degli Stati generali della green economy, che si terranno a Rimini il 5 e 6 novembre. L'iniziativa, secondo Galletti, e' "il motore della conversione e quindi politica ed economica, che sta ponendo l'economia sostenibile al centro del progetto-paese". Del resto, "i dati parlano chiaro: in anni di crisi gravissima cresce vigorosamente nel nostro Paese un solo comparto, quello della green economy", conclude il ministro, rilevando che "e' cresciuto il volume d'affari ed e' cresciuta soprattutto l'occupazione (AGI) .
14 10 2014 | Riccione | Consiglio comunale, scatta la spending review
Riccione | Consiglio comunale, scatta la spending review
Il consiglio comunale del 16 ottobre non è stato annullato, ma posticipato, per ragioni dettate dall'esigenza di risparmio. Giulio Mignani, presidente del consiglio di Riccione risponde alle accuse del Movimento 5Stelle che ha puntato nei giorni scorsi il dito con un sindaco "allergico ai consigli comunali".
Il consiglio, spiega il presidente, è stato "solamente posticipato e non di molto essendovi delle pratiche da approvare tassativamente entro i primi giorni di novembre. Spiace leggere le considerazioni del consigliere del M5s Cicchetti che sposta il tiro, non sulla razionalizzazione dei lavori del consiglio, ma sul numero dei dipendenti del Comune e ai relativi stipendi che nulla hanno a che vedere con l'attività consiliare. La chiave di lettura proposta dal Movimento 5 Stelle è assolutamente lontana dal reale motivo per cui si è deciso lo slittamento: non si è trattato infatti, di malafede e incompetenza dei dipendenti, incapaci di approntare tutte le pratiche per tempo, ma di una decisione presa per precisa volontà di risparmio. A tutt'oggi infatti è stata depositata presso la Segreteria una sola pratica di competenza del Consiglio Comunale, che si sarebbe dovuto riunire per discutere di un unico punto all'ordine del giorno, presentato tra l'altro proprio dal Movimento 5 Stelle".
Spiega Mignani che “le adunanze del consiglio comportano costi fissi tutt'altro che trascurabili e non possiamo (e non vogliamo) che queste risorse vengano spese in maniera non razionale”. Da qui la decisione di rimandare la seduta al fine di potere investire le risorse assegnate al consiglio in maniera più efficace. A tal proposito va segnalato come la Presidenza del Consiglio e la Segreteria Comunale, su mandato della Conferenza dei Capigruppo, stia esaminando diverse opzioni di tipo organizzativo, burocratico e tecnologico per abbattere i costi delle riunioni, fornendo al contempo strumenti più semplici e fruibili per la trasmissione e la gestione delle sedute che contiamo di presentare alla Cittadinanza entro l'inizio del 2015. "Ci spiace che il consigliere Cicchetti- conclude Giulio Mignani - ritenga che i dipendenti comunali addetti ai lavori consiliari non abbiano operato in maniera consona, quando in realtà è vero l'esatto opposto: non vogliamo sprecare soldi pubblici e continueremo con questo metodo per tutto il mandato".
giornalaio, 14 ottobre 2014
Air Riminum paga o no? Ebola, un caso sospetto a Rimini. Pantani, il giallo dell’orologio
Air Riminum paga o no? Notizie contrastanti sui giornali stamani in merito all’esito della riunione di ieri a Roma tra Enac, Prefettura, curatore fallimentare e gestore provvisorio dell’aeroporto Fellini di Rimini (Air Riminum, appunto). La situazione sarà più chiara, si spera, domani al termine di due incontri previsti in prefettura, uno con il curatore fallimentare, l'altro con istituzioni e operatori economici locali, e con la sentenza che dovrebbe arrivare dal tribunale in merito alla proroga dell'esercizio provvisorio.
Air Riminum pronta a pagare, titola il Corriere. Non potendo prendere in mano le redini dell’aeroporto Fellini prima di aver versato il capitale sociale, essersi trasformata in società e aver ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, dovrà, probabilmente, comunque mettere mano al portafogli per garantire l’esercizio provvisorio per i due mesi necessari al completamento dell’iter di affidamento della gestione dello scalo di Miramare in via definitiva. Sembra servano sui 180mila euro al mese.
Secondo il Nuovo Quotidiano, invece, il rappresentante di Air Riminum, Corbucci, all’Enac avrebbe assicurato il versamento del capitale sociale di 3milioni, ma avrebbe detto no ad ogni forma di finanziamento della fase transitoria.
Gli altri. Novaport esclude ogni possibilità di allearsi con la vincitrice Air Riminum e studia la possibilità di acquistare quote di scali in Germania, accanto a quella di fare ricorso con la scelta di Enac (ilCarlino).
Allarme ebola. Una bambina di quattro anni, cesenate di origine nigeriana, è stata ricoverata nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Rimini su indicazione del suo pediatra. Nonostante la febbre non alta, 37,5 gradi, è scattato il protocollo perché la bimba era reduce da un viaggio di un mese in Nigeria. Non tutto è filato liscio. Sono stati i genitori della piccola a precipitarsi all’Infermi senza attendere l’ambulanza destinata al trasporto dei casi sospetti. Poi tutto è rientrato nelle procedure definite (ilCarlino).
Ieri a Cattolica, nella chiesa di San Benedetto, i funerali di Ivana Intilla, 27enne madre di due gemellini di tre anni, uccisa da 40 coltellate infertele dal marito che si è subito dopo suicidato. Ci occuperemo dei suoi figli, hanno detto in lacrime i fratelli di lei (ilCarlino). La morte di Ivana ci deve insegnare la cultura del rispetto, ha detto don Biagio nella sua omelia (LaVoce).
L’ultimo saluto allo 'zio Gerardo'. Oggi alle 15 alla Collegiata di Verucchio i funerali di Dasi, padre delle Giornate di studio Pio Manzù. Dallo Zambia il ricordo di Stefano Vitali (Corriere), del deputato Arlotti e della Fondazione Carim. Alle esequie presente il gonfalone del comune di Rimini listato a lutto (LaVoce).
Rottamati, la soluzione del trasferimento del mercato da piazza Malatesta passerà probabilmente attraverso degli indennizzi per la riconsegna delle licenze. Prevista dalla legge del ministro Franceschini quantifica l’importo in base alle ultime 5 dichiarazioni dei debiti, per cifre che a Rimini varierebbe tra i 5 e i 10mila euro a licenza. L’ipotesi è allo studio di Anva Confesercenti che parla di far scendere gli operatori del mercato a un massimo di 300, 320, da un totale di oltre 400. Secondo il Corriere per la manovra serviranno al comune circa 700mila euro.
A bocca asciutta. Centinaia di famiglie non sono riuscite ad accedere alle agevolazioni sulla tassa dei rifiuti del Comune di Rimini. Pagate solo 703 domande su 1.669 pervenute. Si aggira attorno ai 155 euro il valore dei singoli contributi. Fuori dall’aiuto pensionati, famiglie da 9mila euro di isee e disoccupati. Insufficienti i 110mila euro messi a disposizione dal Comune per le fasce deboli (Corriere).
A Riccione cambieranno i giorni di chiusura dei negozi del centro. Non più mercoledì e il mattino del giovedì, ma il martedì e il mercoledì. Questa la proposta di amministrazione, palas e consorzio di Viale Ceccarini per adeguare lo shopping alle esigenze dei congressisti, che in genere arrivano a Riccione il giovedì (Corriere).
Un Rolex fermo alle cinque meno cinque. E’ questo uno dei misteri che stanno venendo alla luce nel caso Pantani, riaperto in settembre dal procuratore Giovagnoli. L’orologio fermo di Pantani mette in dubbio l’ora della morte, tra le 11,30 e le 12,30, perché un congegno del genere non si ferma se non dopo 50 ore, oppure sul momento, a causa di un forte colpo. A sostenere l’ipotesi che Pantani sia morto dopo l’orario indicato anche un fax del medico legale che eseguì l’autopsia in cui, il professionista precisa che l’ora del decesso sarebbe attorno alle 17 (ilCarlino).
Sessantamila spettatori per il matrimonio delle due fiere riminesi dedicate al turismo, Ttg Incontri e sia Guest. L’evento degli operatori turistici e il salone delle attrezzature alberghiere sono cresciute in termini di pubblico del 18 per cento rispetto alla precedente edizione, pari a circa 10mila visitatori, in valori assoluti (ilCarlino).
I redditi dei deputati riminesi. Il più ricco con oltre 99mila euro è l’Ncd Sergio Pizzolante che fa registrare anche un 73 per cento di presenze e 86 voti contro il suo partito. Meno ribelle e più presente è Emma Petitti del Pd con il 91 per cento di presenze, 6 voti ribelli e 85mila euro di reddito. Ancor più presente è il compagno di partito Tiziano Arlotti con il 99,5 per cento e un reddito dichiarato di oltre 88mila euro e 17 voti ribelli (Corriere).
No alle dichiarazioni pubbliche. Il rifiuto è arrivato dal deputato 5Stelle Giulia Sarti, anche se il reddito da parlamentare dovrebbe comunque aggirarsi attorno agli 80mila euro. Lei però, che ha all’attivo 7 voti ribelli, ha restituito 51mila euro tra aprile 2013 e giugno scorso (Corriere).
Incognita. Tutti i dubbi sulla nuova Provincia di Rimini espressi dal presidente Andrea Gnassi. Non si sa su qaunti soldi si potrà contare, non si sa su quali settori si dovrà intervenire. Ma Gnassi sa qual è il nemico da cui guardarsi: Bologna (LaVoce).
13 10 2014| Rimini| Aeroporto,necessari approfondimenti tecnici per scongiurare la chiusura
Rimini | Aeroporto, a Roma "scambi positivi", ma sono necessari approfondimenti tecnici
Parla di "scambi positivi", ma che necessitano di "ulteriori approfondimenti" il prefetto di Rimini, Claudio Palomba, all'uscita dalla riunione di questa mattina a Roma, nella sede della direzione generale di Enac, in merito all'affidamento della gestione dell'aeroporto Fellini. La riunione è stata soprattutto finalizzata a evitare la sospensione delle attività dello scalo a partire dal 31 ottobre, data di cessazione dell’esercizio provvisorio dello scalo. Oltre al prefetto hanno partecipato alla riunione il direttore Sviluppo economico dell’Enac Fabio Marchiandi, l’amministratore di AirRiminum Leonardo Corbucci, società che ha avuto l’aggiudicazione provvisoria della gara per la gestione dell’aeroporto, e il curatore fallimentare di Aeradria Renato Santini.
"Nel corso della riunione - spiegano da Enac - sono state vagliate alcune problematiche e necessità dei soggetti interessati che hanno convenuto sull’opportunità di individuare delle iniziative, ognuno per la propria area di competenza, per garantire il corretto funzionamento dello scalo, possibilmente senza interruzioni di operatività, che verranno presentate all’Enac". Parole che hanno il sapore di un rinvio, a data ancora da destinarsi. "L’Ente vaglierà con attenzione le proposte al fine di garantire la prosecuzione delle attività aeroportuali e di volo, in termini di regolarità, efficienza e sicurezza, sia nell’interesse generale del settore, sia per evitare disagi ai cittadini e al territorio", rassicurano, infine, da Enac.
Detto in soldoni, la situazione è particolare, non semplice sotto il profilo normativo, e necessità di veri e propri approfondimenti tecnici. Si è di fronte a un caso da studiare e ciò è dovuto al fatto che la precedente gestione è fallita e che Aeradria è ora nella mani di un curatore fallimentare. Nelle prossime ore si verificheranno tutti i modi praticabili, a norma di legge, per raccordare la fase attuale a quella della gestione definitiva.
Un primo problema evidente è quello economico. Premesso che tutti gli attori che oggi hanno partecipato alla riunione a Roma concordano nella necessità di non chiudere lo scalo di Miramare, le domande, quelle principali, sono due. Da dove arriverebbero le risorse (la prefettura al momento esclude di ricorrere nuovamente alle categorie economiche, come è avvenuto in primavera)? E chi prendebbe in mano le redini del Fellini?
La gestione non può essere allo stato attuale affidata all'aggiudicatario provvisorio (Air Riminum) perché, appunto, provvisorio e quindi sprovvisto dei requisiti necessari. Non è ancora stata costituita la società che dovrebbe guidare l'aeroporto, né è stato versato il capitale richiesto. L'iter che condurrà Air Riminum all'aggiudicazione definitiva del bando e all'acquisizione, quindi, di tutti i requisiti normativi è lungo e non terminerà prima del prossimo dicembre.
Con gli approfondimenti tecnici si partirà comunque già questo mercoledì con due incontri in prefettura, il primo tra prefetto e curatore fallimentare, il secondo con la conferenza permanente per lo sviluppo economico, che coinvolge istituzioni ed operatori economici.