presentato oggi il calendario dell'arma 2015
03 12 2014 | Rimini | Badanti, c'è il bando da 300mila euro
Rimini | Badanti, c'è il bando da 300mila euro
Trecento mila euro regionali sono stati impegnati in favore delle famiglie che assistono in casa persone non autosufficienti nell'ambito del distretto sanitario Rimini nord. Sarà possibile fare domanda, esclusivamente con isee prodotto entro il 31 dicembre 2014, dal 10 dicembre prossimo, fino al 23 gennaio 2015 (isee prodotti dal 1 gennaio 2015, a causa di modifiche normative, non saranno dunque ritenuti idonei al fine del bando). Bando e graduatoria saranno, per la prima volta, unici per tutto il distretto socio sanitario. Sarà il Comune di Rimini, in qualità di comune capofila del distretto, a stilare, una volta ricevute le liste dalle singole amministrazioni, la graduatoria unica finale. Rimarranno invece ai singoli Comuni le responsabilità dirette sia delle istruttorie che dei pagamenti ai loro cittadini. Le domande saranno raccolte, personalmente o tramite raccomandata A/R, presso Comune di Rimini - Servizio di Protezione Sociale – via Ducale 7 -47921 Rimini; per informazioni tel. 0541/704689.
“Il nuovo ‘bando badanti’ - commenta Gloria Lisi, vicesindaco del Comune di Rimini con delega alla protezione sociale - contiene tre grandi novità. La prima riguarda l'aumento corposo di risorse impiegate che, anche sul solo Comune di Rimini, significherà un aumento rispetto quelle utilizzate nel 2013, La seconda la gestione distrettuale, con una graduatoria unica per tutti i comuni del distretto Rimini nord. L'ultima, a cui tengo particolarmente, riguarda solo Rimini ed è l'avvio della sperimentazione che riguarda i nuovi criteri di verifica per la congruità delle dichiarazioni fiscali da parte dei richiedenti, che verrà d'ora in poi per tutti i bandi della nostra amministrazione. Un modello studiato in collaborazione con l'Università di Trento che permetterà di aumentare l'efficacia dei controlli, per scoraggiare i furbetti e a tutela di tutti i cittadini, garantendo una migliore e più equa distribuzione delle risorse impegnate”.
03 12 2014 | Rimini | Natale, è arrivata la strenna del vescovo
Rimini | Natale, è arrivata la strenna del vescovo
Il vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, ha presentato questa mattina la sua quinta 'storia di Natale', 'Il presepe di Alberto nel primo Natale di Rimini dopo la guerra'. Lo ha fatto con i 120 bimbi della scuola di Sant'Onofrio, nel teatro di via Bonsi, a Rimini. Gli scolari hanno ascoltato insieme a monsignor Lambiasi le vicende di Marvelli e dei suoi amici nel Natale di Rimini appena liberata dalle bombe raccontate dal vivo dalle attrici Emanuela Frisoni e Antonietta Garbuglia (Impronte di teatro) accompagnate dal fisarmonicista Fabrizio.
Il vescovo Francesco al termine della lettura animata si è intrattenuto con i bambini e le insegnanti. Dopo aver cantato 'Tu scendi dalle stelle', il vescovo ha parlato del protagonista della storia. “Un giovane forte, generoso, coraggioso che tra qualche tempo, ne sono certo, sarà proclamato santo. Ha tanto aiutato Rimini e i suoi abitanti a rialzarsi e a ricostruirsi”. Qualche scherzo e i saluti sulle note di Bianco Natal per il finale.
Fresco di stampa, Il presepe di Alberto nel primo Natale di Rimini dopo la guerra (ed. il Ponte, p. 24 + copertina, f.to 20 x 20 cm, colori, euro 5) è la quinta uscita della collana “Storie di Natale”, iniziata nel 2010 da Il quarto Re Magio, proseguita con Quel Natale con Francesco e il lupo di Greccio, Don Oreste e la Capanna di Betlemme e Storia di “Natale”. Il ricavato della vendita sarà donato all’Ospedale “Luisa Guidotti” di Mutoko, Zimbabwe, sostenuto dalla Diocesi di Rimini.
giornalaio, 3 dicembre 2014
Pantani non è stato ucciso | Commercialista arrestata | Airiminum non ha i soldi per la gestione
Aeroporto, il curatore fa ostruzionismo. Ed è colpa sua se lo scalo di Miramare non riaprirà nei tempi sperati. C’è una nuova lettera di Airiminum ad Enac e Ministero. Secondo l’amministratore Corbucci, Santini starebbe ostacolando la riapertura dell’aeroporto. I problemi? Oltre al nodo delle attrezzature, quelle usate fino al 31 ottobre dall’esercizio provvisorio per Airiminum non sono in regola (e la società non parteciperà al bando per la vendita da 2 milioni), c’è anche il fatto che gli uffici sono ancora occupati dalla ex Aeradria (ilCarlino). Oggi vertice in Prefettura.
Santini, invece, fa notare che il bando per le attrezzature non costituisce offerta o promessa, ma solo la volontà di intavolare trattative (Corriere). A buon intenditore…
Allora il vero problema, secondo il Corriere, sono gli 8 milioni che servirebbero ad Airiminum per aprire lo scalo in tempi brevi. Un esempio? Le luci della pista costano milioni e vanno salvaguardate con un contratto di manutenzione obbligatorio che costa tra i 150mila e 200mila euro all’anno, pagamento anticipato. Un altro esempio? La macchina per pulire il piazzale di atterraggio costa più o meno 100mila euro. Allora forse il problema non è tanto acquistare le scalette di Aeradria, quanto trovare i soldi per la gestione vera e propria. Da qui la caccia agli investitori (Corriere).
Noi proveremo a tenerceli stretti i russi. Parola del presidente di Aerdorica, Giovanni Belluzzi. La società di gestione dell’aeroporto di Ancona è in contatto con due tour operator che hanno lavorato anche con Rimini (ilCarlino). In programma viaggi d’affari a Mosca e trattative con Novaport, ma non solo.
Peculato e falso, arrestata la commercialista Roberta Melucci. Avrebbe intascato 350mila euro dai fallimenti San Carlo e Fabima. E’ finita da ieri ai domiciliare perché potrebbe reiterare il reato o inquinare le prove. Sequestrato l’appartamento con garage di piazza Ferrari (ilCarlino).
Il giallo. Melucci è anche curatrice fallimentare di RdR, società satellite di Aeradria, e lo scorso 13 marzo ha subito un furto nel suo studio di corso d’Augusto da cui sono spariti documenti di Rdr, assieme a un libretto bancario legato al fallimento della San Carlo. Lo stesso libretto che di lì a pochi giorni avrebbe dovuto mostrare al giudice fallimentare che, insospettito dalla lungaggine delle procedure della Melucci, aveva chiesto di poter verificare la veridicità delle relazioni annuali della professionista (ilCarlino).
Villaggio di Natale: è troppo rumoroso. Indirizzato ad Arpa e per conoscenza anche a procura e polizia municipale il primo esposto degli abitanti in zona arco d’Augusto. L’ubicazione è stata approvata dalla Soprintendenza, ma a non convincere è il rumore dell’impianto di refrigerazione della pista, sempre acceso, anche di notte (LaVoce). Dal Comune rimpallo tra uffici.
Piazza Malatesta, manovra a tenaglia degli ambulanti contro il trasloco del mercato. Dopo aver impugnato la delibera con cui è stato approvato lo studio di fattibilità per il progetto di riqualificazione della piazza, prima di Natale partirà anche un secondo esposto al Tar. Questa volta contro l’adozione della variante al Piano regolatore generale, con cui l’amministrazione conta di ridisegnare l’area (LaVoce).
Confermata la nuova perizia, dopo le anticipazioni al teatro degli Atti lunedì sera nell’incontro dedicato a Marco Pantani. Il Pirata non è stato ammazzato. Non secondo il professor Franco Tagliaro, l'esperto nominato dalla Procura di Rimini che ha consegnato le sue conclusioni nei giorni scorsi (ilCarlino). Si tratta di ferite compatibili con una caduta o autoinferte nel delirio da overdose (Nuovo Quotidiano).
Non ho mai abbandonato l’idea che mio figlio sia stato ucciso, è la reazione della madre di Marco Pantani, Tonina che punta il dito sui 5 agenti che nei giorni scorsi hanno presentato querela. Si tratta di potenziali testimoni, fa notare l’avvocato dei Pantani, De Rensis, e dovrebbero essere imparziali, cosa poco facile se pensano di aver subito un linciaggio (ilCarlino). Già nei giorni scorsi l’avvocato aveva ipotizzato il trasferimento del caso a un’altra procura.
Il video di De Rensis. Il filmato sul luogo della morte di Pantani presenterebbe 28 tagli da un minuto non spiegati. Ad un certo punto si vedrebbe anche una mano coprire l’obiettivo nel momento in cui viene inquadrata una persona accucciata a terra (Nuovo Quotidiano). L’avvocato dei Pantani si dice pronto a consegnare la testimonianza giurata di un poliziotto.
Alla conquista di Bologna. Vertice serale per i sindaci del Pd della provincia di Rimini. Obiettivo è ottenere dal neo presidente della Regione Bonaccini che mantenga la promessa di mettere in giunta un assessore riminese, ma non si sa se sarà Melucci. Sempre più forte il sentore che l’assessorato al turismo possa emigrare verso il ravennate Andrea Corsini, romagnolo, sì, ma non riminese (ilCarlino).
Rinnovamento nello Spirito, in arrivo da venerdì al palas 4mila animatori del movimento. Sabato ospiti Pippo Franco e Giulio Base (Corriere).
La strenna di Francesco. Questa mattina, davanti a centoventi bimbi della scuola Sant’Onofrio di via Bonsi, il vescovo Lambiasi racconterà la sua ultima storia di Natale, dal titolo “Il presepe di Alberto nel primo Natale di Rimini dopo la guerra” (LaVoce), tra i protagonisti Marvelli e don Oreste.
Cattolica, disperso da lunedì in mare Fabio Franchini, 46enne pescatore di Gabicce, vedovo con quattro figli. Trovate le sue reti tagliate e il 5 metri (con cui era uscito da solo) affondato. Si sospetta sia stato speronato da un’imbarcazione più grande, la Capitaneria ha notato segni di vernice su un peschereccio (Corriere) il cui comandante segnala l’impatto con un tronco in mare nelle ore più buie (ilCarlino). Le reti sono state tagliate, sottolinea il cognato di Fabio. Segno che si era accorto di rischiare l’impatto e voleva cambiare direzione, spiega.
Riccione, una mamma scopre il figlio 16enne con uno spinello e fa partire l’inchiesta, segnalando il fatto al dirigente scolastico. In manette in otto: vendevano erba fuori dalle scuole inducendo i minorenni, anche 14 anni, al consumo e allo spaccio (Nuovo Quotidiano).
02 12 2014 | Rimini | Licenziamenti Cna, Cgil, Cisl e Uil contro Moretti
Rimini | Licenziamenti Cna, Cgil, Cisl e Uil contro Moretti
"Doveroso" è per Cgil, cisl e Uil "fare alcune precisazioni" rispetto alle dichiarazioni del presidente della Cna di Rimini Fabrizio Moretti sulla situazione di crisi dell'associazione di categoria, costretta nell'immediato a 25 licenziamenti e a mettere i rimanenti 108 dipendenti in contratto di solidarietà. "La dichiarazione virgolettata apparsa su alcuni quotidiani relativamente ad un atteggiamento di opposizione tenace delle organizzazioni sindacali a qualsiasi soluzione che comportasse licenziamenti va declinata con assoluta precisione; partiamo dagli atti firmati proprio in Provincia ( nella quale ricordiamo il presidente non era presente), riportando con assoluta fedeltà il testo firmato da tutte le parti: 'al momento non è stato possibile elaborare alcun piano di riorganizzazione che possa prevedere un passaggio dell’azienda e/o uno dei suoi rami, né dai vecchi vertici aziendali è pervenuta una possibile proposta in tal senso che avrebbe potuto, come tale, essere vagliata nel senso della compatibilità della stessa con le finalità garantistiche della procedura di liquidazione volontaria in atto'". Queste parole, spiegano dal sindacato, sono del liquidatore della Cna alle prese con 2 milioni di deficit ereditati dalla precedente gestione.
Da qui alcune domande dei sindacati. "Ora di che cosa stiamo parlando? Questo non sarebbe un dialogo carente? Si pensava forse che le organizzazioni sindacali potessero condividere un percorso di licenziamenti senza sapere quali prospettive per il futuro? Tali prospettive, se al contrario comunicate e discusse, non avrebbero forse potuto evitare quei licenziamenti? Chi può decidere le sorti di una delle più importanti Associazioni datoriali del territorio, con particolare riferimento ai vertici regionali e nazionali, a che gioco sta giocando? Se c’è una cosa alla quale i sindacati si sono opposti, è all’assenza di progettualità futura della Cna di Rimini".
Ricordano i sindacati che "ai lavoratori, è stato presentato ad agosto un piano che oggi non esiste più. Quando alle stesse organizzazioni questo piano è stato illustrato, è stato altresì comunicato che mancava solo il nostro assenso e che tutto il resto del mondo lo aveva già condiviso. Evidentemente così non era".
02 12 2014 | Rimini | Lutti laici, l'ex sindaco Chicchi chiede la sala del commiato
Rimini | Lutti laici, l'ex sindaco Chicchi chiede la sala del commiato
L'ex sindaco di Rimini Giuseppe Chicchi ripropone, a partire dalla riflessione sulla recente scomparsa dell'antiquario Maurizio Balena, il tema della sala del commiato per di Rimini.
"La recente scomparsa di Maurizio Balena, spirito laico e libero, propone una riflessione sul tema del distacco da chi non è religioso", scrive Chicchi. "Quando amministravo la città, negli anni novanta, solo le autorità cittadine defunte disponevano di una cerimonia laica; veniva allo scopo allestita la sala “degli Archi” in piazza Cavour. Non ricordo, in quegli anni, una domanda sociale diffusa di un luogo laico a ciò dedicato, come invece accade oggi".
Spiega l'ex sindaco come, "il commiato non può svolgersi degnamente nella “camera ardente” del Cimitero, come accaduto con Maurizio, né in futuro nel cosiddetto “Tempio crematorio” che, al di là del titolo vagamente cinico, mette insieme una funzione “tecnica”, come la cremazione, ed una civile, come il commiato".
Il cattolicesimo "ha ritualizzato la morte nella convinzione che essa sia un rito di passaggio ad un’ulteriore vita in cui il defunto è premiato se è stato virtuoso. Il rito cristiano inoltre è funzionale all’affermazione del “potere del perdono”: anche chi ha peccato può essere salvo con la mediazione della Chiesa.
Chi credente non è, vede nella morte un ritorno alla natura sotto altra forma chimica. Il premio e il castigo si sono manifestati in vita, nelle virtù o nei limiti della persona scomparsa; il giudizio spetta solamente a chi l’ha conosciuta e a chi l’accompagna alla tumulazione o alla cremazione. Con Leopardi possiamo dunque dire:”…in te morte si posa/nostra ignuda natura”. L’apparente semplicità della concezione laica della morte accentua, se possibile, il valore dei riti di commiato che si concludono in se stessi e sono privi della mediazione di autorità deputate al perdono o alla condanna".
E' per questo che Chicchi sposa "la richiesta avanzata da molti cittadini di disporre nel centro storico, dove si misurano le virtù civili, di un luogo degno del distacco dalla vita di chi è laico. E’ stata di recente liberata dalla funzione di aula del Consiglio provinciale, la sala di Santa Maria ad Nives, in corso d’Augusto, un tempo proprietà del Comune di Rimini, concessa alla Provincia nel lontano 1995 all’atto della nascita. La sala non costa nulla, è centrale, è fornita di servizi, i parcheggi delle Mura e del Ponte sono a due passi ed è degna di ospitare il commiato di chi non sceglie il rito religioso. Esistono altre ipotesi, questa appare però la più praticabile se le civiche istituzioni intendono affrontare il problema con rapidità e consenso".
02 12 2014 | Rimini | Centro storico, via libera ai nuovi varchi
Rimini | Centro storico, via libera ai nuovi varchi
Saranno cinque i varchi d’ingresso al centro storico che nei prossimi mesi saranno controllati attraverso i nuovi impianti per la rilevazione degli accessi, comunemente conosciuti come “vigile elettronico”. La giunta ha autorizzato l’installazione e attivazione di sistemi di controllo automatico per via Santa Chiara, via Fratelli, Bandiera, via Isotta, via Castelfidardo e via Guerrazzi.
"Abbiamo ritenuto opportuno – ha detto l’assessore alla Polizia municipale e alle Attività economiche Jamil Sadegholvaad – questo intervento per una miglior tutela della qualità della vita nel nostro Centro storico".
In sostanza con questo intervento, che accanto all’installazione dei nuovi impianti "si completa con la sostituzione delle apparecchiature installate nel febbraio 2007 ormai obsolete, andiamo a chiudere alcuni vuoti attualmente esistenti che saranno adeguatamente protetti 24 ore su 24 da ingressi non autorizzati. Accanto a questo giro di vite, proprio nelle scorse settimane con la revisione delle modalità d’accesso in area pedonale e Ztl, abbiamo invece ritenuto giusto prevedere la possibilità di un accesso, seppur limitato negli orari, per quegli operatori che in centro storico operano funzionale al miglior svolgimento possibile delle proprie attività".
02 12 2014 | Rimini | Poliziotta aggredita, delegazione Cgil al tribunale
Rimini | Poliziotta aggredita, delegazione Cgil al tribunale
Il 19 dicembre, in occasione dell'udienza all'aggressore, una delegazione della Cgil di Rimini sarà davanti al tribunale insieme all’associazione Rompi il Silenzio e a quanti vorranno manifestare la propria solidarietà nei confronti dell’agente di polizia, iscritta al Silp per la Cgil, picchiata sabato scorso al parco Cervi da tre nordafricani redarguiti perché stavano infastidendo alcune badanti a ora di pranzo.
“Come sindacato di Polizia – afferma Andrea Biguzzi Segretario generale del SILP per la Cgil - ribadiamo la nostra totale fiducia nella Magistratura ma allo stesso tempo rimaniamo perplessi in merito alle misure adottate dalla Procura riminese nei confronti dell’extracomunitario resosi responsabile nella giornata di sabato 29 novembre, all’interno del parco Cervi, prima di molestie nei confronti di tre donne e poi della violenta aggressione ad una poliziotta della Questura di Rimini intervenuta in loro difesa, causandone la rottura del naso. In un momento in cui la cittadinanza chiede più che mai sicurezza, anche alla luce del fatto che Rimini è tra le prime città in Italia considerate “violente”, passa un messaggio difficile da comprendere, difficile da accettare, difficile da spiegare ai nostri figli. Possiamo parlare di lacune a livello legislativo, ma resta il fatto che in libertà vi è un soggetto pluripregiudicato pronto a delinquere nuovamente. Il Silp Cgil esprime la sua solidarietà alla coraggiosa collega ribadendo con forza a tutte le autorità che Rimini non è più il paese dei balocchi ma una città con serie di criticità delinquenziali che assolutamente non sono da trascurare”.
Essere presenti davanti al tribunale nel corso dell’udienza all’aggressore per la Cgil non vuole dunque essere una manifestazione contro il tribunale che ha deciso di mandare a piede libero il picchiatore, perché è immaginabile che questa scelta sia stata dettata dal Codice penale. “Esiste però – a parere del Segretario generale della CGIL di Rimini Graziano Urbinati - un problema di Giustizia e di ordine pubblico nella nostra città con cui le Istituzioni e la Politica devono fare i conti per cercare delle soluzioni. Con la crisi economica sullo sfondo, quella che si percepisce, al di là delle classifiche del Sole 24 Ore, è una società civile sfilacciata, sfiduciata, poco incline alla solidarietà, che non si riconosce più nelle Istituzioni che dovrebbero rappresentarla (vedi per esempio la scarsa affluenza alle urne). Le varie forme di illegalità che persistono, a partire da quella economica e finanziaria, producono abusi e disgregazione che gli eventi legati al tempo libero, per quanto utili alla promozione turistica, non riescono a mitigare, anzi. Così come, leggere la cronaca criminale quotidiana (in particolare quella che si produce nelle “alte sfere”) alimenta sfiducia se non rassegnazione che gli annunci di Riforme epocali da parte del Governo e dei suoi sostenitori locali, continuamente deluse, non fanno che aumentare”.
Giornalista e scrittore di Riccione: perchè ho scelto di vivere nelle baraccopoli di Buenos Aires
Giornalista e scrittore di Riccione: perchè ho scelto di vivere nelle baraccopoli di Buenos Aires
Un riccionese nella villa La Carcova di Buenos Aires. Le villas sono baraccopoli simili alle più note favelas brasiliane. Ma Alver Metalli, 62 anni, non è un volontario di qualche ONG o un infermiere, o un medico, o un assistente sociale. È giornalista e scrittore, ha al suo attivo alcuni saggi (l’ultimo, Il Papa e il Filosofo, è stato presentato la scorsa estate al Meeting) e ben otto pregevoli romanzi. Da qualche tempo gestisce un proprio sito www.terredamerica.com attraverso il quale informa sulla vita della Chiesa e sulla realtà sociale dell’America Latina. È una delle firme di punta del sito Vatican Insider, che informa sull’attualità ecclesiale. In America Latina le prime volte ci è arrivato da inviato speciale per un giornale, poi è diventata la sua seconda patria, girovagando fra Argentina, Messico e Uruguay. Adesso è stabilmente residente a Buenos Aires e da qualche mese vive nella villa dove è parroco padre Josè Maria di Paola, meglio conosciuto come padre Pepe, l’amico fraterno del cardinale Josè Maria Bergoglio, oggi papa Francesco. Nel 2013 padre Pepe è stato uno degli ospiti del Meeting di Rimini dove ha tratteggiato la figura di papa Francesco. Del suo arcivescovo, oggi sul soglio di Pietro, padre Pepe ha detto: «Mai ho sperimentato una compagnia così forte e decisa come quella del nostro vescovo. È sempre stato vicino al nostro gruppo di sacerdoti con semplicità, accompagnando le nostre iniziative, visitando i quartieri e condividendo la realtà della gente del posto senza impartire lezioni, solo per incontrare».
Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
«Quello di fare la Chiesa - così come io l'ho conosciuta nella mia storia personale - in un contesto di marginalità è sempre stata “una provocazione” a cui sono stato sensibile. Il richiamo del Papa in questo senso, l’amicizia con padre Pepe di Paola, che nelle villas c'è da molti anni, hanno permesso questo mio inserimento e collaborazione con lui e la presenza che realizza».
I lettori perdoneranno un ricordo personale. Ho conosciuto Alver Metalli a metà degli anni Settanta, quando ero uno studente di liceo. Con l’amico Ciro Picciano ci fece vedere un filmato sulla vita nei territori già liberati delle ex colonie portoghesi in Africa. Erano i tempi in cui ancora forti erano le suggestioni terzomondiste e da parte dei cristiani si andava alla ricerca, anche con molte ingenuità (con gli occhi di oggi) dei tentativi di liberazione messi in atto dai movimenti popolari. Dopo più di quarant’anni quell’interesse, quella “provocazione” ha prodotto un frutto maturo che sorprende e desta il desiderio di capire meglio, anche perché sembra avere tutti i connotati di un impeto che finalmente trova la sua compiuta realizzazione. Come dice Metalli: “Fare la Chiesa in un contesto di marginalità è una “provocazione” a cui sono sempre stato sensibile”. Inter-Vista aveva già interpellato Alver Metalli all'indomani dell'elezione di Bergoglio, fornendoci un ritratto del pontefice frutto di una conoscenza reale.
Che tipo di villa è quella in cui sei inserito?
«E' una baraccopoli della cintura di Buenos Aires. Si è formata nelle vicinanze di una stazione ferroviaria che si chiama Leon Suarez. Negli anni '40 la ferrovia si è spinta sin lì e attorno all'ultima fermata, al di fuori del perimetro urbano di Buenos Aires, si sono stabiliti anche i primi nuclei di residenti. Poi l'area si è gonfiata di immigranti con ondate successive di argentini che venivano a cercare lavoro da altre provincie povere (Corrientes, Santiago del Estero, Chaco) o semplicemente si spostavano verso la capitale per cercare una vita migliore in quella situazione. A loro si sono aggiunti negli ultimi anni molti paraguayani e una minoranza di boliviani e peruviani. Nel 2001, con il tracollo dell'economia argentina, c'è stata un’altra forte ondata migratoria dalle campagne e Buenos Aires in questo senso è come un aspiratore. Oggi l'area chiamiamola marginale di Leon Suarez conta oltre 30 mila persone, in buona parte concentrate nella villa La Carcova dove vivo da un po' di tempo».
Di cosa vive la gente?
«La villa, nelle speranze di chi la occupa, dovrebbe essere un posto transitorio, in attesa di trovare lavoro e potersi trasferire altrove dove ci sono migliori servizi. In realtà, tranne che per pochi, finisce per essere un insediamento definitivo. Molti vivono riciclando immondizia; c'è un deposito enorme ai margini della villa dove si raccolgono i rifiuti della capitale, e tutto quello che si può recuperare o riciclare viene setacciato da centinaia di ragazzi e uomini della villa; altri sono cartoneros, altri ancora trovano lavoro, generalmente precario, nel settore della costruzione, come manovalanza senza specializzazione; c'è poi un piccolo commercio interno e tante altre cose, lecite e illecite dettate dalla necessità di sopravvivere».
Quali sono i problemi della villa?
«Tanti, quelli di una situazione di marginalità dove la scolarizzazione è precaria, l'assistenza medica altrettanto, ma su tutti in questo momento il più devastante dei problemi è la droga. E' una realtà in forte espansione, che coinvolge, come spacciatori o consumatori una gran quantità di ragazzi; impressiona vedere o venire a sapere che ce ne sono anche di 12, 11 anni. Droga vuol dire violenza per spacciarla e conseguirla, vuol dire degrado umano, vuol dire dissoluzione dei rapporti, vuol dire morte per tanti. Il lavoro di padre Pepe di Paola da questo punto di vista è straordinario. Ha ben chiaro che per tirare fuori una persona da questo buco nero, da questa china autodistruttiva, ci vuole una ragione per vivere, educazione e lavoro. E dissemina la villa di centri e cappelle che in poco tempo diventano dei punti di coagulo che ricreano un tessuto umano nuovo».
Come ti hanno accolto i nuovi vicini di casa?
«Con molta pazienza. La gente guarda con simpatia il mio sforzo di raggiungere quella che per loro é la normalità. Per il resto molta violenza, molta miseria e anche molto squallore assieme allo spettacolo di vedere che quando la fede é proposta, alimentata e approfondita rigenera l'umanità e il modo di trattare i propri bisogni e quelli degli altri».
Nella tua scelta ha influito il pontificato di Francesco?
«Si. Come ho già detto quel suo continuo additare la povertà come un luogo privilegiato per la missione cristiana ha toccato una corda che già era in tensione. E devo dire che sono il primo a ringraziare la gente con cui sto vivendo e padre Pepe che mi ha accolto perché è appassionante vedere come da una massa di gente disgregata alle prese con problemi di sopravvivenza si formi poco a poco un popolo che guarda con altri occhi al futuro, e capisce che può costruirne uno diverso e migliore. La speranza e l'esempio fanno miracoli».
Valerio Lessi
02 12 2014 | Rimini | Commercialista arrestata, avrebbe intascato i soldi dei fallimenti
Rimini | Commercialista arrestata, avrebbe intascato i soldi dei fallimenti
La commercialista riminese Roberta Melucci è stata arrestata questa mattina dai carabinieri di Rimini con l’accusa di peculato e falso. La professionista si sarebbe intascata 350mila euro provenienti dai fallimenti di due aziende di cui era stata nominata curatrice dal tribunale di Rimini: la San Carlo e la FaBiMa. Le indagini sono state curate dal pm Davide Ercolani. A segnalare alla procura la Melucci, agli arresti domiciliari e a cui l'appartamento con garage di piazza Ferrari è stato sequestrato, è stato proprio il tribunale fallimentare.
Crac San Carlo. Secondo l'accusa sarebbero spariti dal libretto bancario legato al fallimento 111mila euro (o poco meno). A causa di prelievi effettuati dalla professionista per fini personali. I fatti di peculato risalirebbero agli anni tra il 1997 e il 2004 quindi sono stati perlopiù prescritti, salvo che per 3.120 euro. Restano in piedi, però, le accuse di falso, dovute a relazioni annuali che la professionista ha continuato a depositare in tribunale anche successivamente, poiché non arrivava mai a chiudere la procedura.
Fallimento FaBiMa srl. Dal conto la Melucci avrebbe sottratto, tra il 1995 e il 2000 (anche qui i fatti di peculato risultano prescritti, dunque) circa 231mila euro. A causa dei tempi lunghi della procedura, 17 anni, i creditori della ditta in questo caso, hanno fatto ricorso alla legge Pinto e hanno ottenuto il riconoscimento di 700mila euro di danni da parte dello Stato.
Il giallo. I sospetti attorno alla commercialista sono cresciuti quando, in occasione di un furto denunciato in primavera dalla Melucci ai danni del suo studio in centro, tra i documenti scomparsi di RdR, società satellite di Aeradria anch'essa fallita e affidata alla professionista, c'è anche il libretto del crac della San Carlo, documento che il giudice insospettito aveva chiesto di poter visionare, per verificare eventuali incongruenze con le relazioni presentate dalla commercialista. Due giorni dopo il giudice ha ricevuto al posto del libretto la denuncia del furto.
E' quindi per evitare l'inquinamento delle prove e il reiterarsi del reato che oggi sono scattate le manette per Roberta Melucci. A domanda gli inquirenti rispondono che sono in corso verifiche anche su altri fallimenti affidati alla commercialista. Su richiesta di entrare nello specifico di RdR non emergono novità. E tuttavia qualche dubbio sulla veridicità dei documenti del fallimento della società figlia di Aeradria possono a questo punto sorgere.