15 01 2015| Rimini| Edilizia, 260 denunce nel 2014, 1.450 i controlli dei vigili
Rimini | Edilizia, 260 denunce penali nel 2014, 1.450 i controlli dei vigili
Sono stati 1.450 gli accertamenti svolti nel corso del 2014 dalla squadra edilizia della Polizia municipale di Rimini e dal Settore controlli edilizi del Comune. L'assessore alla tutela del Territorio, Roberto Biagini, parla di "un lavoro importante e prezioso, mirato a verificare quelle violazioni che vanno a incidere negativamente sul nostro territorio. Una media di oltre 120 accertamenti al mese, che ha portato alla ribalta oltre una mole notevole di violazioni alle prescrizioni in campo urbanistico, sismico, paesaggistico. Sottolineo ancora una volta come la vigilanza al rispetto delle regole e a un utilizzo lecito del bene territorio sia prioritaria per l’amministrazione comunale di Rimini. Il numero di accertamenti svolti è perfetta testimonianza di una precisa volontà".
Nel dettaglio si segnalano 119 indagini svolte a seguito di delega dell'autorità giudiziaria, 770 atti di polizia giudiziaria redatti per l'espletamento ed il completamento delle indagini relative ai reati penali accertati, 260 notizie di reato inoltrate alla Procura della Repubblica per nuovi reati penali relativi alle violazioni urbanistico/edilizie, sismiche, paesaggistiche. Si segnalano anche 18 notizie di reato inoltrate alla Procura per false dichiarazioni. Sono stati 94 i controlli effettuati presso gli stabilimenti balneari e 86 le sanzioni amministrative contestate dalla polizia edilizia, di cui quasi la totalità (80) inerenti al Codice della strada.
giornalaio, 15 gennaio 2015
Santini: Ricorso è atto dovuto | Misano, forse la mente è la donna | Riminesi, popolo di scommettitori
Il ricorso è un atto dovuto. Il curatore fallimentare di Aeradria, Renato Santini, si difende dalle accuse bipartisan che gli sono piovute addosso nei giorni scorsi. Da un lato il sindaco Gnassi, Pd, dall’altro Marco Lombardi, FI, hanno ipotizzato che il suo ricorso al Tar dell’Emilia Romagna contro il bando Enac per la gestione del Fellini non fosse un atto dovuto, ma un modo di mettere i bastoni tra le ruote della ripresa dello scalo riminese. “Aeradria aveva speso oltre 20 milioni per sistemare il Fellini. E adesso non mi pare giusto che la nuova società di gestione, Airiminum, arrivi e si trovi tutto gratis senza sborsare un euro”, spiega Santini. Il motivo del ricorso è proprio questo, la mancanza di una clausola nel bando che obblighi i vincitori a un indennizzo verso Aeradria. “Nulla contro Airiminum”, aggiunge (ilCarlino), né contro Rimini: è per questo che il curatore nel formulare il ricorso non ha chiesto la sospensiva del bando.
Di nuovo sul mercato i beni di Aeradria. Circolano voci. Ora si parla di buoni contatti per l’avvio di una trattativa con Airiminum, dopo abboccamenti tutt’altro che facili tra il curatore fallimentare e i gestori del Fellini. Il prezzo per gli asset dell’aeroporto sarebbe calato a 300mila euro (Corriere, LaVoce).
Doccia fredda dopo la vacanza in Thailandia. L’ex presidente della Provincia di Rimini, Nando Fabbri, ha scoperto ieri di risultare tra gli indagati nell’indagine della Procura su Aeradria. Mai sospettato di essere nel mirino degli inquirenti, mai sentito dai magistrati, dice (ilCarlino, LaVoce, Nuovo Quotidiano).
Piovono anche le interrogazioni. Quella di Bruxelles, indirizzata alla Commissione europea, l’ha firmata l’eurodeputato Marco Affronte (M5S), quelle di Roma, indirizzate al ministro Lupi, sono dei 5Stelle e della marchigiana Alessia Morani, Pd. L’interrogazione europea intende capire le conseguenze per gli enti pubblici coinvolti, quelli che ai tempi dei reati ipotizzati partecipavano in Aeradria. Il deputato marchigiano del Pd, invece, punta il dito contro il declassamento dello scalo di Falconara, che adesso si trova costretto ad assorbire i flussi riminesi (LaVoce).
Bocciate le mozioni per il lavoro. Martedì in consiglio comunale, la maggioranza in accordo con il centrodestra ha bocciato le proposte presentare da Pazzaglia (FareComune), Brunori (Idv) e Tamburini (M5S). Il Pd, da Roma a Rimini, ha scelto di scaricare i lavoratori, spiegano i consiglieri della minoranza (ilCarlino, Nuovo Quotidiano). Il sindaco, invece, ai consiglieri ha promesso che con il jobs act arriveranno nuove assunzioni (LaVoce).
I riminesi puntano sul gioco. Nonostante la crisi dilagante crescono del 30 per cento in pochi anni le sale scommesse e i punti Snai. Il grosso delle scommesse è sul calcio, spiega Gianni Mataloni (titolare di 22 punti Snai, tra cui quello di piazzale Kennedy), sono circa 22 i milioni l'anno raccolti nel riminese, dei quali 17,6 tornati in vincite ai clienti (la legge prevede una cifra pari all’81 per cento). Nel 2007 le sale in totale erano 16, poi c’è stato un bando. Chi ha provato ad investire fuori, visti i risultati, è tornato a Rimini (ilCarlino).
Sfrattati la madre e i tre figli (una è minorenne). Ieri manifestazione di Adl-Cobas davanti l’abitazione della donna, invitata dal Comune a cercare un’altra casa in affitto, rinviando lo sfratto di un mese. Rimini è la città che nel 2013 si è attestata al primo posto per gli sfratti (uno ogni 154 famiglie, la media nazionale è di uno ogni 353) e che ha visto negli ultimi 4 anni un aumento delle richieste di sfratto pari al 30,51 per cento con 1.621 richieste presentate da gennaio a novembre del 2014, che si traducono in una media di 4 al giorno (LaVoce).
Un caffè culturale alla stazione dei treni. All’asta la gestione dell’ex ristorante dei giardini di piazzale Battisti. Il Comune intende affidarlo chi potrà farne un caffè culturale. Le offerte dovranno essere presentate entro il 3 marzo (LaVoce)
A Misano. Sono tre le ipotesi investigative per la strage scoperta l’altro ieri (un 35enne ecuadoregno, la sua compagna 44enne e la figlia di lei trovati morti nella villetta dove abitavano). Non è più certo chi ha ucciso chi. All’inizio si pensava che l’autore dell’omicidio-suicidio fosse l’uomo, che aveva perso il lavoro, ma nelle ultime ore gli inquirenti stanno lavorando anche su altre due ipotesi. La donna, argentina, era una pasticcera molto apprezzata, ma negli ultimi tempi si era messa a fare le pulizie per racimolare qualche soldo in più per andare avanti. Lei avrebbe avvelenato il cane, la figlia e infine se stessa. Lui tornando a casa avrebbe subito il gesto, suicidandosi a sua volta. La terza ipotesi, invece, contempla quella che sarebbe stata una decisione presa, insieme, in famiglia. L’unica cosa certa sembra essere il movente, ovvero la disperazione data dalle difficoltà a tirare avanti. In casa sono stati trovati antidepressivi. Oggi le autopsie sui cadaveri (ilCarlino, Corriere, LaVoce, Nuovo Quotidiano).
A Riccione. Sospeso tre giorni da scuola per le treccine. E’ successo a un sedicenne alla Scuola alberghiera e di ristorazione. L’istituto, appellandosi al regolamento e a motivazioni igienico-sanitarie, ha intimato il ragazzo di cambiare look. Lo studente, però, il giorno dopo è tornato a scuola con le sue treccine ancora in testa ed è scattata la sospensione. Mio figlio è un ragazzo pulito e diligente, ha spiegato la madre. Desiderava le treccine da tanto tempo e alla fine gli abbiamo detto di si, continua, chiedendo alla scuola di pazientare due o tre mesi, ma non è stato possibile (ilCarlino).
Arrivederci. Ieri il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ha seduto per l’ultima volta alla scrivania dorata, ha firmato le sue dimissioni e ha abbandonato il Quirinale a braccetto della moglie. Il sindaco di Rimini Gnassi ricorda la sua visita a Rimini nel 2011, con la mattinata trascorsa in piazza Tre martiri (LaVoce, Nuovo Quotidiano).
Aeroporto di Rimini: guarda un po' che succede in Germania...
Aeroporto di Rimini: guarda un po' che succede in Germania...
Non sappiamo se abbia ragione chi sostiene che dietro le incertezze sulla riapertura dell’aeroporto di Rimini ci siano anche i dubbi di Airiminum sulla sostenibilità economica di uno scalo che proprio in queste settimane (al di là della chiusura forzata per le ragioni note) ha perso gran parte del proprio core business, ovvero i voli provenienti dalla Russia. Adesso ad Ancona atterrano 4 voli settimanali quando nei periodi d’oro i voli su Rimini erano 14 alla settimana. È vero che Airiminum ha annunciato un piano industriale di sviluppo che va oltre i voli dalla Russia. È altrettanto evidente però che in queste settimane la situazione è evoluta velocemente in senso negativo, assottigliando notevolmente lo zoccolo duro di partenza.
A Rimini poi sono ancora acute le ferite provocate dal fallimento di Aeradria, aggravate anche dalle gravi accuse di reato, perfino l’associazione a delinquere, che la Procura ha formulato a proposito della recente gestione.
Ma guardando anche cosa succede intorno a noi e le ultime direttive dell’Unione europea a proposito degli aiuti di Stato agli aeroporti scopriamo che si basano su presupposti che ci interessano da vicino: la struttura dei costi e la loro indivisibilità si traduce per la maggior parte degli aeroporti con traffico inferiore ad 1 milione di passeggeri all’anno nell’impossibilità di coprire i costi di capitale e in buona parte anche quelli operativi. In Europa sono circa 250 gli scali in queste condizioni. Con la nuova gestione di Airiminum l’aeroporto di Rimini esce definitivamente dalla gestione pubblica per approdare integralmente ad una gestione privata. La considerazione fatta dall’Unione Europea non ci interessa qui principalmente per eventuali aiuti di Stato (che in via transitoria continuano ad essere ammissibili per alcuni anni) quanto perché anche Rimini è un aeroporto al di sotto del milione di passeggeri (la recente gestione del curatore Renato Santini ha sfiorato i 500 mila) e quindi con economie di scala che rendono difficile il pareggio di bilancio. Pur tenendo conto che la gestione Santini, grazie anche alla “colletta” fra imprenditori e istituzioni, ha avuto un saldo positivo, ma si tratta appunto del conto economico di un anno, in condizioni particolari, senza investimenti per lo sviluppo.
Tutto ciò è solo una premessa per scoprire cosa succede in Europa quando un aeroporto di piccole e medie dimensioni si trova ad accumulare deficit. Ne dà conto un rapporto dell’Unioncamere presentato circa un anno fa, ricco di non poche sorprese. Il rapporto si sofferma soprattutto sul caso della Germania, un Paese sempre indicato come esempio di saggia gestione delle finanze pubbliche.
Si prenda per esempio l’aeroporto di Dortmund, 1,8 milioni di passeggeri l’anno. L’aeroporto è posseduto dalla città di Dortmund (26%) e dalla municipalizzata locale (74%), la quale a sua volta è posseduta interamente dalla medesima città di Dortmund. Negli ultimi dieci anni ha perso la bellezza di 20 milioni di euro l’anno. Come ha fatto a sopravvivere? Semplice, con i rincari nelle bollette di energia e gas.
Interessante è anche il caso di un piccolo aeroporto, quello di Erfurt-Weimar, posseduto per il 95% dallo stato di Thürringen e dalla città di Erfurt per il 5%. Stato e città hanno investito dalla riunificazione ad oggi circa 220 milioni di euro e continuano a sostenerlo con 4 milioni di euro all’anno.
L’aeroporto di Leipzig/Halle registra in media 2,3 milioni di passeggeri e perde ogni anno 50 milioni di euro. I soci pubblici (stato e città) sono intervenuti con 71 milioni di euro per favorire la localizzazione dell‘hub logistico di DHL e 350 milioni di euro per la costruzione di una nuova pista.
Lo scalo di Frankfurt ‐ Hahn registra ogni anno 2,8 milioni di passeggeri e rappresenta una delle maggiori basi di Ryanair in Europa. Il socio di maggioranza era un privato che però si è sfilato vendendo le proprie azioni agli enti pubblici al prezzo simbolico di 1 euro. Nell’ultimo triennio ha perso circa 8 milioni di euro all’anno. Lo stato della Renania è intervenuto con un prestito di 14 milioni per evitare l’insolvenza e ha pianificato investimenti fino al 2017 per 120 milioni di euro.
Il gestore privato dell’aeroporto di Niederrhein (2,2 milioni di passeggeri) ha ricevuto fra contributi e prestiti circa 10 milioni di euro dalla provincia, nonché la costruzione del collegamento autostradale. Nonostante l’aeroporto generi dei profitti di gestione, l’investitore privato non è stato in grado di ripagare i prestiti della «Provincia» la quale ha accettato di aumentare la propria quota di possesso dell’aeroporto, anziché la restituzione del debito.
L’esempio tedesco documenta che quando un territorio giudica fondamentale e strategica l’infrastruttura aeroportuale non lesina contributi e non esita ad applicare una tassazione diffusa per sostenerla. La crisi della finanza pubblica in Italia e un livello di tassazione già eccessivo rendono impraticabile una simile prospettiva. Però è anche indubbio che i casi citati gettano una luce nuova sulle difficoltà in cui si è dibattuta Aeradria negli ultimi anni e pongono seri interrogativi sulla reale volontà e/o capacità degli enti pubblici (Regione, Provincia, Comune) di sostenere l’aeroporto di Rimini. Cosa è stato fatto oltre le famose e fumose lettere di patronage che oggi si rivoltano come un boomerang contro chi le aveva sottoscritte?
Lo studio citato dell’Unioncamere rivela altri interessanti elementi di riflessione. Nel 2012, dei 23 aeroporti italiani sotto il milione di passeggeri, Rimini era il secondo in ordine di grandezza, con circa 800 mila passeggeri, venendo solo dopo Trieste e prima di Reggio Calabria, Ancona, Pescara e Forlì. Se dovessero chiudere tutti gli aeroporti con meno di 1 milione di passeggeri ci sarebbe un costo (dovuto agli spostamenti per prendere un aereo) pari a 21,5 milioni di euro. La chiusura di Rimini (in questo momento una realtà) era valutata oltre 5 milioni di euro all’anno. Si dirà che a Rimini interessa soprattutto che i turisti ci arrivino in aereo, ma in realtà questo è stato un limite storico: pensarlo solo per l’incoming e non per l’outgoing.
Lo studio analizza anche la ricchezza portata dai turisti che arrivano in aereo. Curiosamente però indica il dato di Forlì e non quello di Rimini. Comunque nel 2011 i turisti arrivati a Forlì hanno speso 37,5 milioni. Giusto per capire, se ce ne fosse bisogno, cosa significa un aeroporto chiuso.
14 01 2015 | Rimini Calcio, i biancorossi ingaggiano l'attaccante del Verona Mazzocchi
Rimini Calcio, i biancorossi ingaggiano l'attaccante del Verona Mazzocchi
L’Ac Rimini 1912 ha ingaggiato Pasquale Mazzocchi, esterno d’attacco classe 1995. Mazzocchi arriva in biancorosso dal Verona in prestito, resterà in maglia a scacchi sino a giugno 2015. Nella prima parte di stagione, il neo biancorosso ha vestito la maglia del Pro Piacenza, formazione di Lega Pro girone B, collezionando cinque presenze. Cresciuto nelle giovanili del Benevento, Mazzocchi è passato poi al Verona nella stagione 2012/13 ed è rimasto con la squadra gialloblù giocando con la formazione Primavera sino al gennaio dello scorso anno quando è approdato al Bellaria (dodici presenze). "Sono felicissimo di arrivare a Rimini - dichiara Mazzocchi - una piazza importante e ambiziosa che gioca per vincere il campionato: ho tanta voglia di fare bene sia per la società sia per me. Arrivo in una squadra molto forte con giocatori importanti in ogni reparto, cercherò di ambientarmi in fretta per riuscire a dare il mio contributo in questa seconda parte di stagione. Dal punto di vista tecnico sono un attaccante esterno, calcio con il destro e posso giocare sulle due fasce: la posizione la deciderà il mister, io sono a disposizione".
14 01 2014 | Rimini | Nazarat, incontro con il giornalista Rodolfo Casadei
Rimini | Nazarat, incontro con il giornalista Rodolfo Casadei
Martedì 20 gennaio alle ore 21,15 a Rimini in Piazza Tre Martiri si rinnova l'appuntamento di preghiera e testimonianza in aiuto ai nostri fratelli cristiani perseguitati e profughi nel territorio curdo del nord Iraq. E’ il sesto incontro ormai tradizionale che, dopo l’ultimo (il 20 dicembre) svoltosi sul sagrato del duomo, torna in piazza Tre Martiri a fianco del tempietto di Sant'Antonio. La testimonianza sarà affidata a Rodolfo Casadei, giornalista forlivese di 57 anni. Ha lavorato al mensile Mondo e Missione dall'85 al 98 occupandosi soprattutto dei temi del sottosviluppo e dell'Africa, dove ha compiuto numerosi viaggi. Dal 1998 è inviato del settimanale Tempi, per cui ha svolto numerosi reportage nei maggiori paesi europei, in Medio ed Estremo Oriente e in America Latina. Ora collabora anche coi quotidiani il Foglio e il Giornale del Popolo di Lugano. E' anche autore di alcuni libri su temi dello sviluppo e di politica internazionale. Tra questi il volume 'Tribolati ma non schiacciati' dedicato proprio alla presenza dell'antichissima comunità cristiana della piana di Ninive che i miliziani dell'Isis stanno cercando di cancellare con la violenza. Il giornalista e scrittore fino a qualche giorno fa è stato nei campi profughi del territorio curdo dell'Iraq, ai confini con la Turchia per il settimanale Tempi.
Colpisce non solo la crudeltà e la violenza della strage di Parigi ma il fatto che questa strage contro la libertà d'espressione e di pensiero venga perpetrata nel nome di Dio. Ma anche che qualcuno ami più la morte di quanti altri amino la vita e che qualcuno non esiti ad ammazzare pur di ‘sottomettere’ gli infedeli. Commentando i fatti di Parigi, il giornalista Rodolfo Casadei ha scritto su Tempi: “Per trovare cristiani indisponibili alla sottomissione bisogna guardare a Oriente, dentro alle tende e ai prefabbricati dei profughi cristiani iracheni che hanno perduto tutto per non rinunciare alla fede. In un reportage di qualche anno fa l’arcivescovo di Mosul rispondeva alla domanda su cosa significava essere pastori di un gregge afflitto da estorsioni, rapimenti, uccisioni dovuti alla sola colpa di credere in Cristo. ‘Significa insegnare che non bisogna aver paura di morire’, rispondeva Amel Nona, successore di Paulos Rahho, che era morto dopo essere stato rapito. ‘Ma per non avere paura di morire bisogna sapere come si deve vivere, con la parola e con la vita noi pastori insegniamo come si deve vivere”.
Con materiale video e fotografico e registrazioni audio il giornalista Rodolfo Casadei, nello stesso pomeriggio del 20 gennaio alle 18,15, nella sala della parrocchia del Primo Maggio (via Montescudo 30), quella in cui è parroco don Tarcisio Tamburini, incontrerà studenti e adulti che vorranno conoscere meglio la situazione dei cristiani in Iraq e Medio Oriente.
nel 2011 la visita di napolitano a rimini
Questa mattina il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, dopo aver firmato la lettera di dimissioni ha lasciato il Quirinale, a braccetto con la sua moglie Clio. Con lei sul colle Napolitano ha vissuto nove anni. Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, ricorda la visita presidenziale dell'agosto del 2011, quando Napolitano, in città per la giornata inaugurale del Meeting per l'amicizia fra i popoli, ne ha approfittato anche per commemorare i tre martiri. "Non è stato facile il ‘lavoro’ del presidente Napolitano nel periodo che ha incrociato la più grave crisi economica del dopoguerra. Eppure le parole, i comportamenti, i modi di interpretare il ruolo hanno rappresentato un punto di riferimento per la comunità e per lo spirito nazionale. Anche a Rimini", ha dichiarato, tra l'altro, Gnassi
14 01 2015 | Rimini | Inchiesta Aeradria, Fabbri si dichiara 'esterrefatto'
Rimini | Inchiesta Aeradria, Fabbri si dichiara 'esterrefatto'
Iscritto dalla Procura di Rimini nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento di Aeradria, ex società di gestione dell'aeroporto Fellini, l'ex presidente della Provincia Nando Fabbri commenta la notifica del tribunale, trovata a casa ieri al suo rientro da una vacanza.
"Ieri sera - racconta Fabbri - sono tornato da una vacanza all’estero e per prima cosa mia figlia mi mostra la notifica del Tribunale di Rimini riguardante i fatti dell’aeroporto di Rimini. Dopo averla letta rimango molto sorpreso, esterrefatto! E i motivi di questa mia sorpresa riguardano ovviamente la gravità dei reati penali ipotizzati, ma nel contempo coinvolgono anche la forma e il merito di una situazione dove mi trovo indagato.
Infatti, in questi mesi non sono mai stato ascoltato né coinvolto da richieste varie d’informazioni o di notizie di mia conoscenza. Non so su quale atto o fatto specifico si stia indagando rispetto al mio ruolo di ex presidente della provincia, non ho nessun riferimento contestato ma mi trovo coinvolto in indagini che prevedono addirittura l’associazione a delinquere! Questo a proposito di forma che non è poca cosa in termini di diritto.
Rispetto alla sostanza della vicenda del Fellini, è necessario, ancora una volta, ricordare che ho svolto il ruolo di socio di riferimento come presidente della provincia fino alla primavera del 2009 e che nell’ultima assemblea della società a cui ho partecipato, 12 maggio 2009, è stato approvato il bilancio consuntivo 2008 con ottimi risultati sia in termini di passeggeri, sia in termini di equilibrio economico. Basta andare a rileggersi il verbale di quella assemblea. Il Fellini navigava in ottima salute. Lo dico con soddisfazione e a voce alta perché la primaria responsabilità della società Aeradria era in capo all’Ente provinciale con oltre il 40% di quote azionarie.
Spero che nei prossimi giorni possa venir messo a conoscenza dei motivi che coinvolgerebbero anche la mia persona nelle vicende del fallimento di Aeradria. E spero anche di dare un piccolo contributo di chiarezza per evitare, se possibile, di fare di ogni erba un fascio.
L’unico dato positivo in questo 'mare di tristezza' è la fiducia nei magistrati della procura di Rimini che hanno preso in carico l’indagine. La loro competenza ed esperienza è motivo di garanzia per tutti, a partire dai cittadini che hanno il diritto capire dove si è sbagliato e chi ha sbagliato".
14 01 2015 | Misano | Cadaveri, forse ha agito la madre
Misano | Cadaveri, forse ha agito la madre
Saranno domani le autopsie sui tre cadaveri ritrovati ieri in una villetta a Misano. Due le ipotesi investigative del inquirenti, entrambe di omicidio-suicidio: una è che a uccidere le due donne sia stato l’uomo, afflitto da problemi economici, che poi si sarebbe suicidato tagliandosi i polsi. L’altra è che a premeditare il suicidio, proprio e della figlia, sia stata la donna, già in cura al servizio di igiene mentale. Quando l’uomo le ha trovate morte avrebbe preferito farla finita (Ansa).
14 01 2015| Rimini| Soprusi in consiglio comunale, la minoranza vuole incontrare il prefetto
Rimini | Abusi e soprusi in consiglio comunale, la minoranza chiede un incontro al prefetto
Dodici consiglieri del Comune di Rimini hanno scritto al prefetto, Claudio Palomba, per chiedere "un incontro urgente". Spiegano i 12, tutti della minoranza tranne Stefano Brunori dell'Idv, che lo scopo dell'incontro è quello di "rappresentare una serie di fatti e comportamenti gravi occorsi durante la seduta di consiglio comunale del 18 dicembre 2014 e ritenuti gravemente pregiudizievoli dei diritti riconosciuti ex lege ai consiglieri comunali". Una richiesta sintetica e generica, nonostante faccia comprendere la gravità di una situazione. Abbiamo chiesto a Fabio Pazzaglia (FareComune) di raccontarci i fatti di cui è stato protagonista.
"E' successo, il 18 dicembre, che un consigliere di maggioranza abbia scarabocchiato il mio emendamento al bilancio, tirando righe per cancellare ciò che non gli andava bene e aggiungendo a penna quanto ha ritenuto opportuno. Poi lo ha fatto approvare come suo: quello è un falso ideologico". Nel corso del dibattito, a dir poco acceso, su Agenzia mobilità, quella stessa sera sarebbero accaduti anche altri fatti fuori dalle regole. "Erano iscritti a parlare tre consiglieri di minoranza quando ad un certo punto è stato chiesto il conteggio del numero legale. Loro non hanno risposto all'appello, perché si erano assentati (volutamente, ndr, per far cadere la seduta e non votare la delibera su Am). Rientrati, non sono potuti intervenire perché il presidente ha cancellato le prenotazioni dichiarando chiuso d'imperio il dibattito. Questa cosa non avrebbe potuto farla: è un abuso di potere".
Se il 'buongiorno si vede dal mattino', vale la pena anche di raccontare l'ingresso di Pazzaglia quella stessa sera in consiglio. "Come avevo annunciato, per protesta contro la mancata convocazione di un consiglio tematico sul Jobs act, mi sono presentato in aula con un bavaglio alla bocca. Ma davanti alla porta mi sono ritrovato davanti un funzionario che ha tentato di impedirmi di entrare. Questa cosa non è possibile. Per regolamento, la stessa polizia municipale può intervenire in aula solo se chiamata a farlo dal presidente".
I fatti del 18 altro non sarebbero che il clou di un menage che va avanti da troppo tempo. Ci sono delibere approvate e messe nel dimenticatoio, ci sono interrogazioni a cui si risponde in ben oltre i cinque giorni canonici e ci sarebbero persino funzionari che impedirebbero ai consiglieri comunali di entrare in aula e consiglieri 'ladri' di emendamenti. Il tutto in Comune a Rimini.
"Da molto tempo - spiega Pazzaglia - ai consiglieri comunali dell'opposizione viene impedito il normale svolgimento della propria attività". Tra gli esempi più noti e citati negli ultimi giorni, quello delle tre delibere sull'edilizia proposte dai 5Stelle e approvate da tutto il consiglio comunale diversi mesi or sono, ma un po' tutti i gruppi di minoranza (e anche dalla maggioranza Stefano Murano Brunori) hanno da lamentare casi simili. "C'è anche il mio richiamo - ricorda Pazzaglia - al presidente del consiglio perché la mia proposta di delibera sulle unioni civili sarebbe dovuta tornare entro trenta giorni in aula per essere votata definitivamente, dopo le verifiche degli uffici. Invece di giorni ne sono passati 40 e non se ne sa nulla".
Il Regolamento del consiglio comunale dovrebbe garantire l'agibilità politica di tutti i consiglieri, tutti sono chiamati a rispettarlo, su di tutti ricadono i diritti sanciti, "ma se il Pd se ne infischia è chiaro che per noi è finita. Questa simbiosi tra Pd e macchina comunale è al di fuori di ogni logica di rispetto: noi rappresentiamo i cittadini e abbiamo il dovere di rispettare il Regolamento".
Per la cronaca: il consiglio tematico sul lavoro è andato in scena ieri. L'esito: "finalmente - è sempre Pazzaglia a raccontare - il Pd riminese è uscito allo scoperto sul provvedimento legislativo del governo Renzi in materia di lavoro, il contestatissimo jobs act. Ebbene il sindaco e il gruppo consiliare del PD (eccetto Bertozzi e Giorgetti) hanno votato insieme ai rappresentanti della destra riminese contro la mozione che intende farsi carico dei pesanti effetti che produrrà il jobs act sul nostro territorio comunale".
giornalaio, 14 gennaio 2015
Inchiesta Aeradria, c’è anche l’ipotesi di truffa | Tre cadaveri a Misano | Centro storico, partono i lavori
Inchiesta Aeradria, parla la Procura. Il capo Paolo Giovagnoli spiega l’ipotesi investigativa: l’esistenza di una ‘cabina di regia’ che avrebbe garantito finanziamenti pubblici, in realtà non dovuti, per tenere in piedi lo scalo, accumulando debiti su debiti, in nome del bene della città, ovvero con i soldi di tutti. Non è data per scontata la consapevolezza degli indagati di agire fuori dalla legge. La Procura esclude anche che gli indagati abbiano intascato dei soldi per arricchirsi personalmente. Ma, fa notare Giovagnoli, sarebbero lo stesso responsabili nel momento in cui gli inquirenti riuscissero a provare che i soldi pubblici siano stati usati per ripianare una situazione ormai evidentemente insanabile. Nove dei 36 indagati devono rispondere dell’accusa di associazione per delinquere. Tra i reati anche l’abuso d’ufficio, il ricorso fraudolento al credito e la truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche non dovute. (ilCarlino, Corriere, LaVoce, NQ).
Niente Capanna di Betlemme a Vergiano. Il Tar approva il ricorso di un privato contro la variante al piano regolatore passata in Comune. In pratica palazzo Garampi aveva concesso nel 2011 alla Diocesi un aumento delle cubature con la possibilità di edificare fino a 1.800 metri quadrati. L’obiettivo era quello di dare una sede definitiva alla Capanna di Betlemme, la realtà dell’associazione Papa Giovanni che ospita i senzatetto. Ma il proprietario del vivaio accanto ha fatto ricorso e ha vinto. Il progetto non è regolare, ha sostenuto. Il tribunale gli ha dato ragione. L’area, infatti, sarebbe agricola e non basterebbe per edificare il fatto di costruire un edificio ad utilizzo pubblico, come ha tentato di spiegare il Comune ai giudici. Adesso la Diocesi ha chiesto indietro al Comune i 143mila euro anticipati per gli oneri (Corriere).
Centro storico, lavori di riqualificazione da 1,9 milioni di euro. Restyling per via Castelfidardo, il sagrato di Santa Rita, via Cairoli e la piazzetta davanti a Sant’Agostino. Via i parcheggi da Piazzetta ducale, sostituiti da un’area sosta per i pedoni (Corriere).
Concessioni balneari, ieri incontro a Roma al Ministero: il governo chiederà ad Anci i dati sulle concessioni per il dossier da portare a Bruxelles così da “tutelare la tipicità italiana”. Bruxelles intanto ha risposto alla petizione dei balneari italiani, assicurando loro che “la durata di ogni nuova concessione deve essere stabilita, caso per caso, dalle autorità italiane, tenendo conto di garantire l’ammortamento degli investimenti e la remunerazione dei capitali investiti da chi la ottiene” (Corriere, Nuovo Quotidiano).
Cliniche, la Procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna, Carlo Lusenti, per Tiziano Carradori, attuale direttore generale alla Sanità, e per la dirigente cervese Bruna Baldassarri. L’ex assessore e Carradori sono accusati di falso, i due dirigenti (Carradori e Baldassarri) di concussione. Secondo il pm Plazzi, Lusenti e i due dirigenti avrebbero favorito, nelle procedure di accreditamento per l’Alta specialità, alcune cliniche del gruppo Gvm Care&research (tra cui Villa Maria Cecilia a Ravenna) a scapito della clinica modenese Hesperia Hospital (Corriere, LaVoce).
Orrore a Misano. Il presunto assassino suicida è un uomo di 35 anni, l’ecuadoregno Alvaro Cerna Cedeno, trovato morto con le vene dei polsi recise. Aveva perso il lavoro. Sul letto, abbracciate e senza segni apparenti di violenza, Adriana Stadie 44enne argentina, compagna di Alvaro , nota e apprezzata pasticcera, e sua figlia 15enne, Sophie Stadie. Sembra la avesse ipotizzato di tornarsene in Argentina.
La scoperta ieri alle 18,30 circa. Un carabiniere insospettito dalla preoccupazione della figlia, compagna di classe di Sophie al Belluzzi di Rimini, ha alzato la tapparella esterna della villetta e ha intravisto un corpo mummificato. E’ dal 20 di novembre che i tre non si erano più visti. I vicini pensavano fossero andati in Sudamerica per le feste (ilCarlino, Corriere, LaVoce, NQ).
I fatti di Parigi. LaVoce intervista il professore emerito di Semiotica Paolo Fabbri, che per anni ha frequentato la capitale di Francia, per chiarire soprattutto due cose.
Uno: non c’è complotto internazionale. “Erano dei poveracci. Degli sfigati rintronati dal rap, eccitati dal principio di morte, incapaci di vedere al di là del loro atto. Sono i cosiddetti ‘attori miopi’”, spiega. E aggiunge: “L’imbattibilità attuale del terrorismo è data proprio dall’assenza di capi”.
Due. Perché a molti non piace il linguaggio di Charlie Hebdo? “Noi non abbiamo avuto il surrealismo”, spiega Fabbri. “I surrealisti erano sguaiati, violenti, atei, bestemmiatori. Noi avevamo i futuristi, che però sono scesi a patti con il potere. E la Chiesa cattolica, che ha contenuto gli aspetti più grossolani. E’ assurdo stupirsi che siano dissacranti le vignette di Charlie Hebdo come è stupido stupirsi che in un libro giallo ci sono degli omicidi”.