giornalaio, 16 ottobre 2015
Paura al distributore per lo scherzo di Halloween | Calcio, De Meis rassicura i tifosi | Riccione, Tosi silura Colombo
Lo scherzo di Halloween. Nove giovani riminesi con i volti coperti da maschere di animali, soprattutto maiali, e armati di asce, seghe e bastoni, si sono presentati al distributore di via Coriano l’altra sera, poco dopo le 21. Trasportavano un cadavere insanguinato, o almeno è quello che è sembrato ai clienti del distributore. Subito è scattata la segnalazione alle forze dell’ordine. I ragazzi, smascherati e portati in questura, hanno spiegato che si era trattato di uno scherzo: volevano girare un video da caricare su Youtube per Halloween. Otto maggiorenni e un minorenne, riminesi di buona famiglia, ora rischiano la denuncia (ilCarlino, Corriere).
“Non date credito alle chiacchiere”. Lo dice il presidente del Rimini 1912, Fabrizio De Meis, circa le voci che si stanno diffondendo tra i supporter dei biancorossi. Voci che parlano di stipendi non pagati, pignoramenti, decreti ingiuntivi. “Per ora abbiamo pagato gli stipendi con una settimana d’anticipo. Se ci saranno problemi, lo dirò io alla città”, ha sottolineato De Meis. Il Rimini, comunque, resta sempre a caccia di nuovi soci (ilCarlino).
Agenzia mobilità dice sì. Ieri l’assemblea dei soci ha approvato la scissione nelle due società Amr e Pmr, propedeutica alla creazione dell’Agenzia romagnola per la mobilità dalla fusione delle attuali tre (ilCarlino).
La maggioranza salta sulla variante per Santa Giustina. Ieri il consiglio comunale a Rimini per l’ennesima volta ha avuto uno stop anticipato, poco dopo le 21,30. Assente Samuele Zerbini, usciti Savio Galvani (Fds) e Simone Bertozzi (Pd), la maggioranza si è vista costretta ad ammettere ancora una volta la ristrettezza dei propri numeri (LaVoce).
L'unione fa la forza. Banca di Rimini e Banca di credito cooperativo Valmarecchia stanno per unire le loro forze in un nuovo istituto che si chiamerà Rimini Banca (LaVoce). Fabio Pula sarà presidente e Gianluca Conti direttore generale. Ieri la riunione decisiva, l’8 novembre l’assemblea.
Alla sbarra quattro rom. Il tribunale di Rimini li processerà perché sembra gestissero il racket delle elemosine. Il 12 luglio del 2013, la banda attirò una elemosinante in casa di un’amica con l’intento di chiederle 10mila euro, in quanto guadagnati con l’elemosina. Lei si rifiuta. Loro la legano e picchiano. Poi chiamano il figlio, gli mostrano la madre e minacciano: se non trovi i soldi non la rivedrai viva. Lui scappa, vede una pattuglia e racconta tutto, gli agenti fanno irruzione nell’appartamento e fermano tre aguzzini, poco tempo fa l’arresto del quarto complice (ilCarlino).
Noi riccionesi e FI silurano Beatriz Colombo. A dare il colpo di grazia all’ormai ex presidente della commissione Pari opportunità del comune di Riccione (sostituita da Barbara Bassan, Corriere) è stato lo stesso sindaco, Renata Tosi. “Siamo stati fatti fuori”, commenta il portavoce provinciale di An- FdI, Federico Brandi. Retroscena: la destra riccionese si è ultimamente scissa ed è nato un nuovo gruppo consiliare, Destra per Riccione, rappresentato dal consigliere comunale Maria Grazia Gravina, a sostegno della maggioranza. Nessuna rappresentanza, quindi, per FdI (ilCarlino, Corriere).
Trc, c’è conflitto d’interesse? E’ la domanda che il deputato del Pd Tiziano Arlotti intende porre al ministro Graziano Delrio, visto che il consulente del comune di Riccione, chiamato ad avvalorare la variante al tracciato proposta dal sindaco Tosi, è proprio dipendente del suo Ministero (Corriere, LaVoce). La lista civica Noi riccionesi invece fa notare: Am ha già modificato il tracciato senza sottoporre le modifiche all’approvazione del Comitato territoriale (ilCarlino).
Acqua pubblica. Il Consiglio d’ambito regionale a Bologna ha deliberato sulla scelta della forma di gestione del servizio idrico integrato nel bacino di Rimini: gara europea. “Non hanno chiesto il parere del consiglio locale di Atersir”, protestano i sindaci di Riccione e Coriano, Renata Tosi e Mimma Spinelli. Il comitato Acqua bene comune punta il dito contro il presidente di Atersir, il sindaco di Misano Stefano Giannini (LaVoce).
Il Consiglio d’Europa boccia San Marino. Nel mirino del commissario Nils Muinieks ci sono editoria, diritti gay e diritto all’aborto. Temi su cui, secondo lui, il Titano dovrebbe fare di più. “E’ necessaria un’azione più decisa per garantire la libertà dei media e aumentare la parità di genere”, sostiene il commissario che chiede anche la depenalizzazione del reato di diffamazione e maggiore attenzione “sulla prevenzione delle gravidanze indesiderate” (ilCarlino, Corriere).
‘Uccelli di rovo’ sul Titano. E’ durata quattro anni la storia d’amore tra una donna riminese e un anziano sacerdote della diocesi del Montefeltro, finita non senza conseguenze per entrambi. Lei lo ha lasciato definitivamente due mesi fa convinta che lui flirtasse con altre donne, raccontando tutto alla diocesi. La donna ora è in terapia, per curare le ferite di una relazione impossibile. L’uomo è stato costretto a lasciare il suo incarico, non potrà più fare il parroco a San Marino, anche se continuerà a indossare l’abito talare (ilCarlino).
si lavora al romeo neri
Avanza il restyling dello stadio Romeo Neri a Rimini. I lavori comprendono il rifacimento, dopo 54 anni di attività, del campo di calcio per un costo di 650 mila euro. Il manto sintetico è stato completato nonostante il maltempo degli ultimi giorni. Completati i lavori all’interno degli spogliatoi, intervento di circa 120 mila euro che ha visto la tinteggiatura delle pareti, la sostituzione di tutti gli apparecchi igienico sanitari, la posa di una nuova pavimentazione e la sostituzione delle porte in legno, la revisione degli impianti e la fornitura di nuovi arredi. Oggi saranno effettuate le ultime verifiche impiantistiche e saranno perfezionati gli ultimi dettagli. Nella prossima settimana vertice fissato dalla Prefettura sulle misure di sicurezza
15 10 2015 | Rimini | Lavori pubblici, 50milioni di interventi nel 2016: 25 per il Parco del mare
Rimini | Lavori pubblici, 50milioni di interventi nel 2016: 25 per il Parco del mare
Ammonta a circa 50 milioni di euro il valore delle opere pubbliche pianificate dall’amministrazione comunale per 2016. L’elenco degli interventi è stato approvato dalla giunta comunale nell’ultima seduta insieme allo schema di programma triennale dei Lavori Pubblici 2016-2018 (una novantina di interventi per il valore di circa 123 milioni di euro), che costituirà parte integrante del prossimo bilancio di previsione.
Per il 2016, attenzione e risorse saranno dedicate alla viabilità e ai parcheggi, su cui saranno investiti oltre 34 milioni di euro. Tra le opere finanziate l’attuazione del Parco del mare (Lungomare nord Torre Pedrera e Lungomare sud) per complessivi 25 milioni, la pista ciclabile via Coriano – Villaggio San Martino (1 milione), la sistemazione di via Serra-Marignano (300 mila euro), la nuova strada di collegamento agli impianti di Santa Giustina (1.260.000 euro), a cui si aggiunge l’impegno per la manutenzione del patrimonio stradale per 1,5 milioni. Un altro milione e mezzo sarà invece destinato alla riorganizzazione della viabilità cittadina: alla rifunzionalizzazione degli assi di penetrazione e della circonvallazione urbana e il completamento dell’Anello verde.
Si conferma anche nella prossima annualità l’impegno per l’edilizia scolastica (2,6 milioni) con gli interventi alle scuole XX Settembre, Ferrari e infine il completamento del Leon Battista Alberti, dedicato alle attività universitarie. Oltre un milione sarà destinato alla manutenzione, adeguamento e ampliamento degli impianti sportivi del territorio, mentre proseguono gli interventi di ampliamento per i cimiteri del forese, ovvero san Vito, San Lorenzo in Monte, San Lorenzo in Correggiano, Corpolò, Santa Cristina, Santa Aquilina, San Martino in Venti (2.950.000 a carico del bilancio comunale, 3,1 milioni in project financing).
15 10 2015 | Riccione | Trc, Arcuri: Arlotti fa confusione
Riccione | Trc, Arcuri: Arlotti fa confusione
“L’onorevole Tiziano Arlotti, fa fatica ma prova a trovare una serie di punti fermi per ribadire, da una parte l’assoluta insussistenza di ogni possibilità di variazione al progetto dell’opera infrastrutturale e dall’altra grida al paradosso, richiamandosi ad una sorta di conflitto di interessi che ricadrebbe addosso all’ingegnere Henry Del Greco che in quanto funzionario del Mit non potrebbe esercitare alcuna consulenza su un’opera già approvata dal Mit, non avendo, secondo l’onorevole Arlotti, nemmeno le competenze professionali a farlo”. Lo sostiene il segretario della lista civica Noi riccionesi, Natale Arcuri.
“Ma l’onorevole Arlotti - sottolinea Arcuri - fa un po’ di voluta confusione. Sicuramente pro domo sua. Dice che ogni variante deve passare cosi come ha stabilito il Consiglio di Stato, dalla valutazione del Comitato di coordinamento. E che dunque nessuno, nemmeno il Ministero, può introdurre varianti all’opera senza l’unanime approvazione del Comitato. Tutto vero. Così si è espresso il Consiglio di Stato. Ma l’onorevole Arlotti dimentica che le varianti che devono essere suggellate da un parere favorevole del Comitato di coordinamento sono solo quelle “sostanziali”, forse non cogliendo il fatto che quella presentata dal Comune di Riccione è di fatto, e dall’ingegner Del Greco ribadito, una variante non essenziale”.
Lo dice il fatto, spiega Arcuri, “che la variante prospettata dal comune di Riccione insiste sullo stesso tracciato, non altera i tempi di percorrenza medi, fa risparmiare oltre 7 milioni di euro”.
Per Noi riccionesi, quindi, “Arlotti avrebbe fatto bene a ricordarsi e a ricordare ad Am che la variante 01, quella sì realizzata senza essere, ancora, passata al vaglio del Comitato di coordinamento, era invece una variante “sostanziale” perché non solo si allontana dal tracciato previsto, cambiando anche i materiali di realizzazione del ponte sul Marano, ma allunga i tempi di completamento dell’opera di un anno e soprattutto ne fa aumentare i costi”.
15 10 2015 | Rimini | Servizio idrico, gara europea per la getione. Riccione e Coriano protestano
Rimini | Servizio idrico, gara europea per la getione. Riccione e Coriano protestano
Il 29 settembre il Consiglio d’ambito regionale a Bologna ha deliberato sulla scelta della forma di gestione e avvio della procedura di affidamento del servizio idrico integrato nel bacino territoriale di Rimini. Il tutto “nel totale silenzio e senza alcuna convocazione del consiglio locale di Atersir”, fanno notare i sindaci di Riccione e Coriano, Renata Tosi e Mimma Spinelli.
Il Consiglio d’ambito ha deliberato la concessione a terzi da selezionare tramite procedura ad evidenza pubblica, quindi gara europea. A meno che entro il fine anno il consiglio locale Atersir di Rimini deliberi una differente proposta di gestione del servizio.
Tosi e Spinelli rendono noto che “nell’ultimo consiglio locale del 27 luglio fu presentato un studio comparativo sulle tre diverse modalità di affidamento ma in quell’occasione non fu votato né deciso nulla”. Una soluzione “che di fatto rende impossibile qualsiasi altra forma di affidamento, se non quella già deliberata di affidamento tramite gara ad evidenza pubblica europea in quanto predisporre la documentazione necessaria per le valutazione di competenza di Atersir non è un processo che si può concludere entro la fine dell’anno”.
Tempo fa, i Comuni di Riccione e Coriano hanno chiesto uno studio di fattibilità economico-finanziaria sulle diverse modalità di affidamento del servizio idrico integrato senza ottenere alcuna risposta. “Ogni consiglio comunale della Provincia di Rimini - sottolineano Tosi e Spinelli - è stato bypassato non permettendo alle amministrazioni di votare le modalità di affidamento di un servizio così importante per la collettività”.
15 10 2015 | Santarcangelo | Il Comune entra nel coordinamento Cittaslow
Santarcangelo | Il Comune entra nel coordinamento Cittaslow
Il Comune di Santarcangelo entra a far parte del coordinamento di Cittaslow, eletto pochi giorni fa nel corso dell’assemblea riunitasi all’Expo. Hanno partecipato oltre 60 amministratori locali. L’assemblea è stata presieduta da Stefano Pisani, sindaco di Pollica (Salerno) e presidente di Cittaslow International, l’associazione con sede a Orvieto diffusa in 30 paesi con oltre 200 municipalità associate.
Nel corso del dibattito sono stati ribaditi i fondamenti di Cittaslow, “un metodo applicativo per lo sviluppo locale” che sembra riscuotere successo in tutto il mondo, dagli Usa alla Cina, dalla Corea del Sud alla Colombia e a tutta l’Europa. I sindaci hanno inoltre potuto fare il punto su quanto fatto fino ad oggi a livello nazionale e traguardato nuovi obiettivi a breve e medio termine che verranno messi in essere dal nuovo Coordinamento.
In Italia, in oltre 15 anni di attività, sono maturate nelle Cittaslow centinaia di esperienze e progetti di eccellenza, le famose buone pratiche delle Cittaslow che fanno scuola in molti settori: i temi, come hanno ribadito il presidente Stefano Pisani e il segretario generale Pier Giorgio Oliveti sono quelli dei beni comuni, materiali e immateriali, della pianificazione strategica urbana e territoriale in senso sostenibile, dell’educazione, della scuola e del turismo slow, rispettoso delle identità e del patrimonio ambientale e culturale, che gode di un trend in costante crescita.
Il nuovo coordinamento di Cittaslow Italia per il triennio 2015-2018 è dunque composto da 20 Comuni: Acquapendente (Vt), Altomonte (Cs), Amalfi (Sa), Asolo (Tv), Caiazzo (Ce), Castel San Pietro Terme (Bo), Castelnuovo Berardenga (Si), Chiavenna (So), Città Sant’Angelo (Pe), Gravina in Puglia (Ba), Montefalco (Pg), Orsara di Puglia (Fg), Santa Sofia (Fc), Santarcangelo di Romagna (Rn), Suvereto (Li), Forgiano (Pg), Zibello (Pr), Tolfa (Rm), Trevi (Pg), Vigarano Mainarda (Fe). Coordinatore della rete nazionale di Cittaslow è stato eletto Fausto Tinti, sindaco di Castel San Pietro Terme (Bo).
15 10 2015 | Rimini | Perizia Trc, Arlotti interroga Delrio: Chi ha autorizzato Del Greco?
Rimini | Perizia Trc, Arlotti interroga Delrio: Chi ha autorizzato Del Greco?
Da un lato il Ministero delle infrastrutture e trasporti si costituisce in giudizio insieme ad Agenzia mobilità e alla Regione Emilia-Romagna opponendosi al Comune di Riccione sulla questione delle modifiche al Trc. Dall’altro autorizza un suo funzionario ad avere un incarico dallo stesso Comune per verificare i lavori e la possibilità di varianti o miglioramenti. C’è bisogno di fare chiarezza secondo il deputato del Pd Tiziano Arlotti, che parla di “paradosso evidente” e ha interrogato il ministro Graziano Delrio.
“Ogni eventuale modifica al Trc – ricorda Arlotti - escluse naturalmente quelle che il codice degli appalti riserva alla stazione appaltante Agenzia mobilità, può essere decisa esclusivamente in sede di Comitato di coordinamento del Trc, composto da Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comuni di Rimini, Misano Adriatico e Riccione, e dalla stessa Agenzia mobilità. Già nel maggio dello scorso anno l'allora ministro Maurizio Lupi, in occasione di una sua visita istituzionale a Riccione, aveva ribadito come il Trc si potesse modificare solo a condizioni che eventuali varianti fossero approvate dal Comitato di Coordinamento, il quale in luglio ha respinto le proposte di modifica avanzate dal Comune di Riccione”.
Nella serie di ricorsi che ne sono scaturiti, il Ministero si è sempre costituito a favore di Agenzia mobilità, evidenzia il deputato. “Quando il Comune di Riccione ha promosso l’impugnazione al Tar della decisone del Comitato di coordinamento, il Mit si è costituito in giudizio contro l’annullamento insieme ad Agenzia mobilità e Regione Emilia Romagna. E quando il Comune di Riccione, soccombente al Tar, ha proposto appello in secondo grado al Consiglio di Stato, anche in quel caso il Mit si è costituito con Am e Regione”.
Il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello proposto dal Comune di Riccione l’11 febbraio 2015, ma il 21 settembre la stessa amministrazione comunale ha affidato all'ingegnere Henry Del Greco l'incarico professionale per la redazione di una perizia tecnica sulla corretta esecuzione dei lavori del Trc e per verificare possibili varianti o miglioramenti al progetto. “L'ingegnere Henry Del Greco - osserva Arlotti - risulta essere dirigente di seconda fascia presso il Ministero delle infrastrutture e trasporti, Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche, nonché dirigente ad interim dell'ufficio tecnico per le Dighe di Milano. Ho chiesto dunque al ministro se ritenga opportuno l'affidamento Del Greco, dirigente dipendente del Mit, di una consulenza per la verifica di un'opera che è finanziata dallo Stato, approvata e realizzata sotto il controllo del medesimo ministero, e se non ritenga che si possa configurare un conflitto di interessi fra i ruoli che il professionista riveste. Inoltre mi pare quantomeno da valutare se Del Greco con il proprio curriculum rappresenti una professionalità adeguata all'incarico affidato, e da verificare infine chi abbia autorizzato l’ingegnere all'incarico professionale affidatogli dal Comune di Riccione”.
15 10 2015 | Rimini | Am, Tosi: Pmr inutile e dannosa
Rimini | Am, Tosi: Pmr inutile e dannosa
Parla di “totale pressapochismo” nella “definizione dei nuovi assetti societari” il sindaco di Riccione Renata Tosi uscendo dall’assemblea dei soci di Agenzia mobilità Rimini.
Il tema caldo è quello della trasformazione della società consortile Am in Am srl e della nascita della nuova società degli asset, Pmr. “Pur considerando che la Corte dei conti - deve ammettere Tosi - ha dato una chiara risposta al quesito posto dal Comune di Riccione ritenendo che non vi sia alcun contrasto tra la Legge di stabilità e la trasformazione del consorzio in una srl consortile, resta da parte del comune di Riccione l’assoluta perplessità a dare vita ad una nuova società che come ha pienamente riconosciuto anche oggi in riunione il neopresidente di Am, Monica Zanzani, avrà solo il compito di gestire i pali della filovia, le pensiline e il servizio di gestione e di manutenzione del Trc”.
Tosi non ha mai fatto mistero dei suoi dubbi sulla Pmr, la società che erediterà il patrimonio di Am, ovvero il Trc, su richiesta delle altre Agenzie di mobilità romagnole che si andranno a fondere tra loro. “Continuo a pensare che la Pmr sia una società inutile e in prospettiva dannosa - ha dichiarato Tosi, al termine dell’assemblea - non solo perché va contro il Piano Cottarelli, sulla revisione della spesa pubblica, fatto proprio dal Governo, proprio nella parte che regola la nascita di nuove società a capitale pubblico, ma anche perché presuppone una furbata che metterà in ginocchio molti comuni del territorio”.
Come emergerebbe da una “più attenta” valutazione sembrerebbe che “i debiti della nascitura Pmr, che come tutti sanno nasce già con 1 milione di euro di debito strutturale l’anno, dovranno essere coperti da tutti i Comuni soci. Va da sé che sia il comune di Riccione, sia quello di Bellaria, di Coriano e quello di Montefiore hanno detto no, ritenendo che questa sia solo una manovra che trasferisce sui piccoli comuni soci un aggravio, per tutti loro insostenibile, che dovrebbe invece essere assunto direttamente da chi gestisce il trasporto pubblico locale di ambito”. Una decisione che secondo Tosi penalizzerà i Comuni.
giornalaio, 15 ottobre 2015
Vescovo: Il turismo non tira più | Mercato: ‘fila dritto’ il trasloco | Trc, gli albergatori di Riccione scrivono a Delrio
“Non cedere alla tentazione di puntare sull’effimero”. Ieri in curia a Rimini, il vescovo Francesco Lambiasi ha incontrato le autorità cittadine nell’ormai classico appuntamento di san Gaudenzo. Alle istituzioni Lambiasi ha chiesto, tra l’altro, la rinuncia a feste di massa spendendo denaro pubblico per lanciare un’immagine trasgressiva, quanto piuttosto di puntare al bello nella promozione della città, recuperandone la vocazione culturale. “Il turismo non tira più. Mare, lungomare, spiaggia: tutto a Rimini appare superato da altre località in Italia e all’estero”, dice anche Lambiasi (ilCarlino, Corriere). Dedicata all’educazione, una parte corposa dell’intervento (LaVoce).
“Chi ha evocato disastri ha perso e ha vinto Rimini”, è il commento del sindaco Andrea Gnassi alla prima volta del mercato bisettimanale nelle nuove aree dall’arco d’Augusto alle ex Padane. Per lui, che a mezzogiorno si è concesso una passeggiata tra i banchi, “giudizi positivi superiori a quelli negativi”. E ora pensa al futuro, lanciando l’idea di un mercato che duri fino a sera e pensando alla riqualificazione di piazza Malatesta (ilCarlino, Corriere, LaVoce).
“E’ andata bene”, ha risposto ai giornalisti la gran parte dei venditori del mercato ambulante. I clienti sono arrivati nonostante la pioggia, i fatturati non sembrano essere crollati. C’è però chi è rimasto più isolato, come gli ambulanti posizionati alle ex Padane. “La gente gira solo nei viali”, dice qualcuno da piazzale Gramsci. Disorientati i clienti: c’è chi ci ha messo tre ore per trovare tutti i banchi. “Aspettiamo di vedere cosa accadrà sabato mattina”, rilancia il presidente del Comar, Pier Paolo Mazzotti. Il comitato ha presentato quattro ricorsi contro il trasloco da piazza Malatesta (ilCarlino, Corriere, LaVoce). Anche un’ambulanza è passata senza problemi tra i banchi (ilCarlino, LaVoce).
Scarcerato Marco Cappelli, ’Pucci’ per i più. Coinvolto nell’inchiesta Ubris su un giro di prostituzione legato al night La Perla di Riccione, Pucci era ai domiciliari, revocati ieri dal giudice per le indagini preliminari Cantarini che lo ha rimesso in libertà, con obbligo di firma tre volte a settimana (Corriere, LaVoce).
Compra un padre. Una trentacinquenne di origine sudamericana residente nel riminese è stata arrestata dai carabinieri su disposizione della procura per aver pagato un uomo, marito di una sua amica, affinché riconoscesse la paternità del figlio di lei, ora in età prescolare. Grazie a questo espediente la donna ha ottenuto il permesso di soggiorno in qualità di familiare di un cittadino dell’Unione europea. Si è regolarizzata cioè aggirando le regole sull’immigrazione (ilCarlino, Corriere).
Italiani si nasce. Via libera alla Camera dei deputati per lo ius soli: il diritto di cittadinanza per chi nasce sul suolo italiano. Nella provincia di Rimini i figli nati da immigrati sono arrivati a quota 6.887, di età compresa tra zero e 17 anni, di cui 3.268 a Rimini, 587 a Riccione, 582 a Bellaria, 334 a Santarcangelo, 322 a Cattolica (Corriere).
“Stop al Trc, prima che sia tardi”. L’Associazione albergatori di Riccione ha scritto al ministro per le infrastrutture Graziano Delrio per chiedere “una parola di chiarezza e fine a questo intervento così devastante per la città” (ilCarlino, LaVoce).
Dichiarazione da film per il campione del baseball Alessandro Maestri. Lui è il migliore lanciatore italiano, gioca in Giappone dal 2012, è riminese. Lei è una ballerina di tango, argentina. Si chiama Gema Morales Espinosa. Si sono conosciuti a marzo dello scorso anno in un locale. Martedì lui le ha chiesto di sposarlo con un video che è stato proiettato in una sala del multiplex di Rimini, tra le pubblicità, prima del cartone ‘Inside out’. La sala ha applaudito. Lei in lacrime ha risposto sì (ilCarlino, Corriere).
14 10 2015 | Rimini | San Gaudenzo, via alla missione straordinaria. Lambiasi: Usciamo per offrire a tutti la gioia del vangelo
Rimini | San Gaudenzo, via alla missione straordinaria. Lambiasi: Usciamo per offrire a tutti la gioia del vangelo
In occasione della solennità di san Gaudenzo, patrono della città e della diocesi di Rimini, il vescovo Francesco Lambiasi nel corso della santa messa delle 17,30 in cattedrale ha pronunciato la seguente omelia, dedicata all’apertura della missione diocesana straordinaria
Il fuoco e la cenere: missionari di misericordia “formato san Gaudenzo”
“Le cose di ogni giorno raccontano segreti / a chi le sa guardare ed ascoltare”. Per fare un fuoco ci vuole una fiamma; e per fare una fiamma ci vuole una scintilla. Per fare un fiore ci vuole una gemma; e per fare una gemma ci vuole un seme. Ma cosa c’è voluto per far nascere la comunità cristiana dell'antica Ariminum? C’è voluto niente meno che un santo: Gaudenzo, santo perché missionario pastore martire, e martire pastore missionario perché santo. Di lui sappiamo poco, troppo poco. Eppure questo “poco” è più che sufficiente per decodificare il codice segreto della sua fecondità apostolica. San Gaudenzo non avrebbe potuto generare la nostra Chiesa se, appunto, non fosse stato un santo: un cristiano al 100%. E non sarebbe stato un cristiano santo se in lui non avesse palpitato un cuore bruciato dall'amore.
1. Quando Gaudenzo arrivò a Rimini, molto probabilmente dovette trovare un gruppo di cristiani che vi si erano stabiliti, provenienti da altre parti, o di nativi “Ariminensi” che si erano convertiti al cristianesimo, ma ancora non erano stati battezzati. Si veniva dall'editto di Milano. Guidata dal giovane pastore, la comunità cristiana ben presto si sviluppò, e ben presto si ammalò. Due furono i virus che ne aggredirono la fedeltà dottrinale e la coerenza morale.
Il primo fu il virus della mondanità. Spenta con Costantino la violenta vampata dell'ultima, il farsi battezzare diventava la condizione appetibile per qualunque rampante volesse dare la scalata a un vertiginoso cursus honorum nell'impero. Molti si facevano cristiani non più per scelta libera e gratuita e per solida convinzione, ma per convenzione e per meschini interessi di carriera e di cassetta. Non li impauriva più la minaccia del martirio, ma li allettava il miraggio del successo. Il vescovo Ilario di Poitiers, di qualche decennio più giovane del nostro san Gaudenzo, riassumeva in queste battute il rapido mutamento avvenuto, e lanciava il grido di allarme: “C’è all'orizzonte un persecutore insidioso, un nemico che ci lusinga. Non ci flagella la schiena, ma ci accarezza il ventre. Non ci confisca i beni, ma ci fa ricchi. Non ci imprigiona spingendoci verso la libertà, ma ci onora nel palazzo riducendoci alla schiavitù. Non ci stringe i fianchi con catene, ma vuole il possesso del nostro cuore. Non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro, il potere, il successo, e con i primi posti nella società”.
La vasta fioritura della nascente comunità cristiana ariminense corse un altro rischio mortale, ma, mentre il primo, quello della mondanità, l’aggrediva dall'esterno, questo secondo germinava dall’interno stesso della comunità: era il virus dell’eresia ariana. Secondo Ario, Gesù era una creatura: per quanto buono e santo, il Nazareno era da considerarsi certamente l’uomo più vicino a Dio, ma non era vero Figlio di Dio. Tradotto nel linguaggio di oggi, il messaggio dell'arianesimo si potrebbe formulare così: Cristo sarebbe come la “testa di serie” di tutte le creature umane, il primo dei profeti e dei santi, ma non il “fuori-serie”, Dio da Dio, luce da luce, generato non creato. Gli ariani separavano ciò che, nella persona di Gesù, Dio stesso aveva unito: la natura umana e la natura divina. Affermavano che “Gesù è uomo, e in ciò si dimostravano cattolici; ma negavano che fosse anche Dio, e in ciò erano appunto eretici” (Pascal). Anche se con formule ancora non del tutto precise, per san Gaudenzo, invece, la verità cattolica era quella che, un secolo dopo, il concilio di Calcedonia avrebbe definito con la formula: “una persona, due nature”. Infatti Gesù è veramente e perfettamente Dio e, insieme, veramente e perfettamente uomo. In altre parole, Gesù Cristo è “tutto dalla parte di Dio e tutto dalla parte dell’uomo” (s. Leone Magno). Se così non fosse, non ci potrebbe salvare: difatti, se non fosse vero Dio, non potrebbe essere il nostro salvatore unico e universale; se non fosse vero uomo, non potrebbe essere il mediatore tra Dio e noi (cf. 1Tm 2,5). Sono parole, queste, dure e gelide come pietre, ma di quelle pietre da cui si sprigionano le scintille, poi dalle scintille si accende la fiamma, e dalla fiamma si appicca il fuoco.
2. Così siamo tornati all'inizio, alla metafora del fuoco. Ora domandiamoci: qual era il fuoco che bruciava nel cuore di san Gaudenzo? Era l’amore per Gesù. Pensate, sorelle e fratelli miei, che la prima scomunica scagliata nel NT si legge in san Paolo: “Se qualcuno non ama Gesù, sia anàtema2 (1Cor 16,22). Terribile! Nel corso dei secoli sono state pronunciate, a proposito di Cristo, tante scomuniche: contro chi negava la sua umanità, contro chi respingeva la sua divinità, contro chi separava l'umanità e la divinità, contro chi le confondeva... Ma forse non si è posta sufficiente attenzione al fatto che il primo anatèma della cristologia, pronunciato da un apostolo in persona, è contro coloro che non amano Gesù Cristo. Ma come l'apostolo Paolo, il vescovo Gaudenzo poteva dire del suo Gesù: “Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,20). “L’amore del Cristo – scriveva ancora san Paolo – ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti” (2Cor 5,14). Come a dire: l’amore di Cristo per Paolo e di Paolo per Cristo segnala il segreto di tutta la vita intima dell'apostolo e dell'intero volume del suo apostolato. E' da questo amore che Paolo si sente “posseduto”: afferrato, avvolto, abbracciato, stretto e come “costretto”.
In un discorso rivolto ai vescovi nella sua recente visita pastorale negli U.S.A. (23.9.2015), papa Francesco ha affermato: “Ciò che è più decisivo per un pastore è consegnarsi alla certezza che le braci della presenza (del Risorto), accese al fuoco della passione, ci precedono e non si spengono mai. Venendo meno tale certezza, si rischia di diventare cultori di cenere e non custodi e dispensatori della vera luce e di quel calore che è capace di riscaldare il cuore (cfr Lc 24, 32)”. Ma tale affermazione è estensibile, pari pari, a tutti gli evangelizzatori: vescovi o preti, persone consacrate o laiche.
Di qui la conseguenza inesorabile: un sacco di cenere non accende nessuna fiamma, ma allo Spirito del Risorto basta una sola fiamma per accendere il fuoco del cenacolo. Mille candele spente non ne accendono nessuna. Due, tre candele accese ne accendono cento e perfino mille. Ecco l’essenziale della nostra missione straordinaria: è ravvivare il fuoco dell’amore di Gesù nel nostro cuore e nelle nostre comunità. È rituffarci nel nostro battesimo. È lì che Gesù ha effettuato in noi il trapianto del suo cuore e la trasfusione del suo sangue. Se lasceremo ardere il fuoco dell'amore di Gesù nelle nostre vene, supereremo il test di attendibilità della fede cristiana: l’amore verso i poveri e tra di noi. E gli altri ci riconosceranno come “cristiani-cristiani” (!) e diranno: “Guarda come si amano!”.
No, noi non siamo i custodi di gelide urne cinerarie che conservano resti di paure, avanzi di angosce, scorie di tristezze. Noi siamo poveri discepoli, feriti dallo sguardo d'amore del Maestro e accesi dal fuoco del suo vangelo. Noi non siamo chiamati per una mission, ma per la missione: una mission si organizza; la missione si genera. Noi non siamo facchini ingaggiati per riempire granai con sacchi di noia. Siamo missionari: inviati speciali, mandati a piantare semi di letizia e a mietere covoni colmi di gioia. E sarà il vangelo della gioia a farci ardere senza bruciarci. Questo è il succo concentrato del Giubileo, formulato con l’appello insistente di Francesco: “Usciamo per offrire a tutti la gioia del vangelo!”.
+ Francesco Lambiasi