Operazione Mirror, in nove a processo
(Rimini) Sono nove le persone rinviate a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Rimini Fiorella Casadei nell’ambito dello stralcio riminese dell’inchiesta ‘Mirror’, che nell’aprile del 2013 ha portato all’arresto di ventinove persone su ordinanza della Direzione distrettuale antimafia di Bologna. Due i locali notturni sequestrati per l’uso di prestanomi allo scopo di aggirare i divieti alle misure di sicurezza per proprietario reale, il napoletano Francesco D’Agostino, tra essi un avvocato del foro di Rimini a cui si contestaanche la ricettazione di un assegno ricevuto da D’Agostino. Il processo partirà il 15 novembre.
Assolti carabinieri ‘spacciatori’
(Rimini) Dopo otto anni sono stati assolti i tre carabinieri (ufficiale, sottufficiale e appuntato), all’epoca dei fatti in servizio a Rimini, processati con rito abbreviato per acquisto e detenzione di 900 grammi di cocaina, favoreggiamento, falso ideologico, abuso e omissione di atti d’ufficio. Il giudice dell’udienza preliminare Sonia Pasini ha stabilito che non sussite il possesso di droga e che i tre non hanno commesso tutti gli altri reati per cui sono stati imputati. I tre militari secondo le ipotesi da cui sono stati scagionati e i racconti di uno spacciatore albanese avrebbero usato un informatore come ‘agente provocatore’ per individuare gli spacciatori più grossi con lo scopo di aumentare il proprio prestigio. Sarebbero così finiti a minimizzare gli indizi o sviare i sospetti a carico di chi li aiutava nelle loro indagini.
29 giugno
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Dissequestro quote biancorosse, De Meis: Molti hanno alimentato l’odio
(Rimini) “Oggi è la fine di un incubo”, sono queste le prime parole di Fabrizio De Meis, presidente dell’associazione calcistica Rimini 1912, alle lettura dell’ordinanza con cui il tribunale di Bologna ha si annulato il sequestro del 30 per cento delle quote societarie, che per circa un anno ha bloccato diverse possibilità di manovra per migliorare le condizioni economiche del club, “con effetti devastanti sulla società che rappresento”.
De Meis rende pubblici alcuni pezzi delle motivazioni che hanno portato i giudici a decidere.
"Pertanto, l'atteggiamento serbato da Luukap - è scritto nel documento - si è connotato, oltre che per un non condivisibile rifiuto di adempimento degli accordi negoziali intervenuti tra le parti, per contrasto con il canone di buona fede nell'esecuzione del contratto ed induzione di confusione circa le intenzioni effettive del cessionario, legittimando dunque appieno, quanto meno nell'apprezzamento sommario consentito nella presente fase cautelare, l'iniziativa, presa dalla società odierna reclamante, di assumere ogni provvedimento diretto a far contrastare l'inadempimento degli accordi negoziali medesimi e alla sistemazione, di conseguenza, degli assetti societari, gravemente compromessi, in uno all'immagine, anche in vista dell'imminente campionato, sistemazione assolutamente essenziale per l'economia e la conservazione della società stessa”.
Già la scorsa estate, “e quindi per tempo, ci eravamo resi conto - continua De Meis - che, dopo l'enorme sforzo economico sostenuto per vincere al primo colpo il campionato dilettanti, la società aveva bisogno di una maggiore solidità, diventata poi necessità primaria dopo le tristi vicende che nel luglio scorso hanno colpito il nostro gruppo. Abbiamo perciò cercato dei partner incappando in quello sbagliato, che non ha adempiuto un contratto nonostante la nostra, anche a volte eccessiva, disponibilità, e compromettendo poi con una serie di azioni giudiziarie (tutte) infondate e temerarie il futuro stesso della società. Il sequestro delle quote, in particolare, ci ha sostanzialmente impedito di poter valutare altre offerte e la macchina denigratoria messa in moto contro la Rimini Calcio e il suo Presidente ha spaventato non solo potenziali sponsor ma anche chi aveva intenzioni serie di partecipare o di rilevare il nostro ambizioso progetto sportivo”.
Una lotta senza sostegni esterni. “Abbiamo lottato praticamente da soli, registrando solo l'appoggio dei nostri tifosi più affezionati. Molti altri hanno alimentato una campagna di odio nei nostri confronti, con superficialità, nella migliore delle ipotesi, con complicità in altri casi. Ogni nostra trattativa per rinforzare la società è stata annullata, contaminata da questa strategia probabilmente ipotizzata sin dal primo contatto, e che ha trovato humus favorevole in una parte dei media, dei tifosi, di professionisti locali, di potenziali soci in cerca di pubblicità gratuita, sino ad arrivare con parvenza innocente a sedersi al tavolo dell'amministrazione dettando condizioni e diffamando la società”.
Oggi il Tribunale di Bologna, “dice che avevamo ragione noi e invece di essere un giorno felice è un giorno amarissimo, perché quello che ci rimane dopo questo lungo periodo di totale blocco delle attività e d'impossibilità di muoversi serenamente sul mercato dei potenziali interessati, è solo una piccola speranza: solo pochi giorni per salvare la squadra della nostra città”.
Le speranze sono poche. “Sinceramente non ci aspettiamo molto, ma se nella coscienza di chi oggi sente di aver sbagliato qualcosa in questa vicenda, anche semplicemente voltando le spalle, esiste un briciolo di amore per i colori che rappresentano Rimini, questo è il momento di fare qualcosa per non darla vinta a chi ha lavorato per distruggerci”.
Farmacie in sciopero, adesione totale. Federfarma: Ci fermeremo solo quando otterremo equità
(Rimini) “Siamo molto contenti, non per lo sciopero in sé, che avremmo evitato assolutamente, ma per il fatto che i cittadini hanno capito che c’è un problema da risolvere”, spiega Daniele Raganato, presidente Federfarma. “Abbiamo dato un po’ di disagio, ma non eccessivo e questo si è rivelato un buon metodo per sensibilizzare la Regione sul problema e raccogliere il sostegno dei clienti e delle stesse farmacie comunali che hanno scelto di sostenerci sospendendo per solidarietà il servizio Cup in questi tre giorni (da ieri a domani, ndr). Le persone hanno capito perfettamente il senso della nostra protesta”.
Le ragioni dello sciopero riguardano la distribuzione diretta dei farmaci che, nelle farmacie ospedaliere nel riminese, risulterebbe “eccessiva”, la “più elevata in Italia”.
Un primo risultato è stato ottenuto. Domani in Regione Federfarma potrà riproporre le proprie ragioni. “Sono fiducioso, credo che anche la Regione abbia l’esigenza di risolvere il problema, spero una volta per tutte. Anche se devo ammettere che la situazione persiste da anni e nelle precedenti occasioni d’incontro alla fine non si è fatto nulla e abbiamo dovuto riprendere posizione”, annuncia Raganato.
“Chiediamo giustizia per i cittadini e non ci fermeremo fino a quando non l’avremo ottenuta. Che la situazione dell’Emilia Romagna mostri tali disparità è incomprensibile e intollerabile. Per esempio, nella nostra area vasta c’è Ravenna dove la distribuzione avviene ‘per conto’, cioè la Asl acquista i medicinali e le farmacie li distribuiscono, permettendo di mantenere inalterato anche i rapporto dei pazienti con i loro medici. C’è poi Forlì-Cesena, dove il metodo è misto, con l’introduzione di una fortissima distribuzione diretta. C’è Rimini dove questo metodo è applicato in maniera esasperata”.
Da Federfarma segnalano casi in cui “i medici sono assolutamente invitati a mandare i loro pazienti presso le farmacie ospedaliere muniti di ricette bianche con il loro timbro anche nel caso abbiano prescritto farmaci di classe A”. E ancora: “Se diciamo che ci sono pressioni - sottolinea Raganato - è perché abbiamo documenti che lo testimoniano. Ci sono delle ricette che prescrivono ai pazienti di ritirare i farmaci per un anno solo in ospedale”.
L’appello delle 71 farmacie del riminese, tutte quelle iscritte a Federfarma, che hanno aderito in maniera massiccia allo sciopero, è rivolto alla Regione perché “riteniamo che sia la politica a dover risolvere la questione e non il singolo direttore generale delle Asl. E’ diritto di tutti i cittadini dell’Emilia Romagna avere accesso alla salute allo stesso modo. Chiediamo regole trasparenti e certe per tutti. E’ una questione di giustizia sociale. Così non va bene”.
Fino a domani ancora quindi nelle farmacie riminesi i pazienti con esenzione pagheranno i farmaci (quelli segnalati in un apposito elenco che tiene conto delle patologie, delle età e del reddito dei pazienti) fino a 5,16 euro, quelli senza esenzione pagheranno i farmaci fino a 25,80 euro.
Spiagge, le Regioni chiedono un incontro al ministro Costa
(Rimini) Un incontro urgente prima del 14 luglio, giorno in cui è attesa la sentenza della Corte di giustizia europea di Strasburgo che si dovrà esprimere sulla validità delle proroghe fissate al 2020 delle attuali concessioni per le spiagge.
Lo chiedono le Regioni costiere italiane al ministro per gli Affari regionali Enrico Costa, riunite a Roma per fare il punto sulla situazione delle concessioni demaniali.
“Il tempo sta per scadere - ricorda Andrea Corsini, assessore regionale al turismo dell’Emilia-Romagna - ed è assolutamente urgente che il governo convochi Regioni, Anci e associazioni nazionali di categoria, per discutere nel merito il contenuto della legge delega di riordino delle concessioni demaniali a finalità turistico-ricreative”.
Secondo l’assessore emiliano-romagnolo, “il testo messo a punto dal governo è un buon punto di partenza perché contiene alcuni elementi e principi, politici e di sostanza, che da tempo la Regione Emilia Romagna poneva come assolutamente fondamentali e prioritari”.
Tra questi, il riconoscimento del valore commerciale dell'impresa, la tutela degli investimenti, della professionalità e dell'esperienza degli operatori, un nuovo metodo di calcolo dei canoni non basato sui criteri dell’Osservatorio del mercato immobiliare, la durata delle concessioni.
Per Corsini, quindi, “è necessario potenziare il testo base del governo in alcuni punti e affrontare il problema di chi è stato penalizzato dall’applicazione di canoni eccessivi. Così come è necessario introdurre il tema dei porti turistici”.
Contestualmente all'avvio del l'iter per l'approvazione della legge delega, conclude l’assessore al turismo, “va riattivato il negoziato politico, non tecnico, con la Commissione europea per definire un congruo e adeguato periodo transitorio e per definire modalità concordate che garantiscano e tutelino gli attuali concessionari, evitando una situazione di caos legislativo, soprattutto nel pieno della stagione turistica”.
Sala scommesse abusiva sequestrata dalla Finanza
(Bellaria) Ieri la Guardia di finanza di Rimini ha sequestrato preventivamente delle strutture informatiche per scommesse on-line (attraverso broker estero) presso un esercizio commerciale di Bellaria Igea Marina. Il provvedimento è del tribunale di Rimini, a seguito delle indagini del pubblico ministero Elisa Milocco sulla base di precedenti controlli in coordinamento con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per il contrasto dell’esercizio abusivo di raccolta scommesse.
Dalle indagini è emerso che il gestore del centro scommesse di Bellaria - Igea Marina operava la raccolta delle giocate degli scommettitori in assenza della concessione dell’amministrazione dei Monopoli di Stato e della licenza di pubblica sicurezza, rilasciata dal questore, necessarie per promuovere la raccolta di scommesse in Italia.
Rimini calcio, dissequestrate quote societarie
(Rimini) Rimini calcio, dissequestro definitivo per il 30 per cento delle quote della società biancorossa. La notizia arriva direttamente dal club che rende noto come “in data odierna” sia “stato pubblicato dal Tribunale di Bologna il provvedimento che non solo accoglie in via definitiva l'istanza di dissequestro ordinando la cancellazione di ogni iscrizione e trascrizione inerente, ma nelle motivazioni fa piena luce sull'intera vicenda protratta per quasi un anno dalla Luukap ‘in contrasto – si legge nel dispositivo - con il canone di buona fede’”.
Commercio abusivo, giro di vite per i pallinari
(Rimini) Sono stati 75 dall’inizio dell’anno i pallinari multati dalla polizia municipale di Rimini, di servizio durante le ore serali, in particolare nella zona di Marina centro e sui viali delle Regine, potenziato grazie al lavoro del nucleo antiabusivismo commerciale.
“L'attività dei pallinari - spiegano dal Comune - si svolge con due generi di attori: una figura è l'organizzatore ed è quello che si occupa di muovere le campanelle sotto gli occhi dei turisti; attorno all’organizzatore ci sono i ‘complici’, coloro cioè che partecipano al gioco e fingono di vincere, con l’obiettivo di invogliare i passanti ad avvicinarsi e provare la sorte. L'insieme di questa ‘squadra’ è definita dagli agenti “batteria” ed è composta generalmente da un massimo di 4/5 persone”.
Se individuare l'organizzatore è semplice, “è necessaria più attenzione per individuare i partecipanti. Gli agenti si avvicinano in abiti civili alla batteria fingendosi interessati, rimangono in osservazione per alcuni minuti parlando anche con il pubblico intorno alla batteria per capire meglio e selezionare i complici e poi intervengono. Solitamente si posizionano in luoghi dove è presente un flusso di turisti elevato e dove l’illuminazione è meno forte”.
Pantani, Arlotti: S’indaghi su Camorra e scommesse e venga reso l’onore al campione
(Rimini) “Confido nella presidente Bindi perché si sveli definitivamente quanto accaduto e vengano resi onore e verità alla memoria del campione”. Lo ribadisce il deputato del Pd Tiziano Arlotti all’indomani dall’archiviazione in tribunale a Rimini dell’inchiesta per omicidio volontario del campione di ciclismo Marco Pantani, il 14 febbraio 2004. Arlotti nei mesi scorsi ha chiesto alla Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, presieduta da Rosy Bindi, di “mettere in atto tutte le iniziative tese a ristabilire la verità su quanto accaduto da quel 5 giugno 1999 al campione”, il giorno in cui fu squalificato per doping, su cui c’è una richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Forlì per prescrizione dei reati, pur in presenza di alcune intercettazioni che proverebbero l’interesse della Camorra alla squalifica del campione, perché sualla sua vittoria al Giro d’Italia avevano puntato in moltissimi nel giro delle scommesse clandestine. Per la camorra, Pantani doveva perdere.
“Sulla base di questo e di quanto venuto alla luce sul complotto che ci sarebbe stato ai danni di Pantani, con il coinvolgimento della camorra e il giro di scommesse clandestine, confido nella presidente Bindi perché si sveli definitivamente quanto accaduto e vengano resi onore e verità alla memoria del campione”.
Non a caso, “le recenti vicende di arresti legati a partite truccate e scommesse clandestine gestite dalla camorra, confermano che la malavita organizzata ha sempre avuto interessi nelle scommesse sportive. L'ipotesi del ruolo della criminalità organizzata, anche nel caso della fine di Marco Pantani, non è sicuramente da scartare e quindi va indagata a fondo”.