(Rimini) “Adesso promettono sfracelli, ma il problema vero è che il ‘caso’ del capo ufficio stampa di Apt rappresenta la punta dell’iceberg di un sistema che sembra consentire, e non da oggi, certi abusi e certe storture da parte della rete di collaboratori, consulenti, amici, aziende, enti, pubblici e parapubblici, che in qualche modo interagiscono con la Regione e con il partito di maggioranza”. Lo afferma Jacopo Morrone, segretario della Romagna della Lega Nord, commentando il caso che ha visto coinvolto il capo ufficio stampa di Apt.
“Fanno bene, oggi, a promettere seri provvedimenti, peccato che noi non ci crediamo. Perché, infatti, l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini non ha subito avviato un’inchiesta quando il M5s ha sollevato il problema dei soggiorni pagati da Apt a giornalisti invece di dire che tutto andava bene? Perché il segretario regionale del Pd si preoccupa solo oggi che il comportamento del capo ufficio stampa di Apt possa rischiare di mettere in cattiva luce tutta la pubblica amministrazione, come riporta la stampa? E perchè i vertici della stessa Azienda di promozione turistica sembrano svegliarsi bruscamente solo oggi da un lungo torpore?”.
La verità, per Morrone, “è che il sistema messo in piedi dall’amministrazione regionale, da lunghissimo tempo in mano allo stesso partito, è marcescente. Vincono la nebulosità e la scarsa trasparenza, le amicizie e le parentele e i giochi di potere nelle scelte e la meritocrazia è qualcosa di astruso”. Ribadisce Morrone, “il ‘caso’, se accertato dopo le opportune verifiche, è grave e bene ha fatto il capo ufficio stampa di Apt a dimettersi, ma quello che più sorprende è la superficialità e il senso di impunità con cui è stato perpetrato, che significano un’usualità del comportamento, un agire considerato, per così dire, normale nel sistema amministrativo/burocratico della Regione, dove enti, aziende, associazioni che in qualche modo fanno rete con l’ente regionale sembrano avere regole proprie, di cui si deve rimanere all’oscuro. Ed è tanto vero quello che affermo quanto si avverte la supponenza e l’evasività con cui gli assessori regionali, i sindaci o i vertici amministrative che orbitano intorno al Pd rispondono a interrogativi dell’opposizione o a segnalazioni dei cittadini su questo come su altri temi”.

(Rimini) Si avvia a conclusione il completamento della ‘Casa dei matrimoni’, lo spazio comunale polivalente realizzato a piazzale Boscovich dedicato alle attività turistiche, culturali, sociali della città.
La Giunta comunale ha infatti approvato il progetto esecutivo per l'installazione di una struttura a vela che renderà maggiormente fruibile l'intera struttura. Quella che sarà realizzata sarà una tensostruttura della superficie di circa 120 mq costituita da cinque vele fisse in tessuto forato colore avorio. Una struttura, leggera e removibile, che sarà sostenuta da quattro pali in ferro zincato verniciato di colore bianco e capace offrire protezione dai raggi solari rendendo così maggiormente fruibile la pedana in legno composito, autorizzata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e realizzata nelle scorse settimane da Anthea.
La soluzione progettuale della tenda a vele, che completerà l'allestimento delle strutture a servizio del manufatto realizzato a confine con la spiaggia libera e di fronte alla darsena, è stata scelta dai progettisti perché capace d'armonizzarsi con l'estetica della 'marina' e delle piccole ma caratteristiche strutture balneari di presidio in area portuale.
Il fabbricato esistente è adibito ad uso ufficio comunale e la realizzazione della tensostruttura "a vela" integrerà, ampliandone le possibilità d'utilizzo, l'attività di carattere istituzionale, promozione turistica, presidio, ufficio eventi, iniziative sportive, proprie del progetto.
Il costo dell'intervento è di circa 25.000 euro.

(Rimini) Libero accesso al mare, adeguamento dei canoni, gestione di qualità, trasparenza e legalità sono i punti focali della nuova legge di riforma demaniale allo studio del parlamento. E’ quanto sostiene Goletta verde.
Legambiente chiede “subito una legge sulle concessioni demaniali marittime e lacustri per garantire ai cittadini il diritto a spiagge accessibili e libere dal cemento consentendo agli imprenditori onesti di lavorare dentro un quadro di certezze che premia chi punta sulla qualità e la sostenibilità. Una legge basata su cinque punti: fissare una quota minima di spiagge libere pari al 60 per cento; premiare la qualità della gestione come criterio di aggiudicazione della gara; canoni adeguati e risorse da utilizzare per la riqualificazione ambientale; trasparenza nella gestione attraverso un portale nazionale delle concessioni; controlli e legalità lungo la costa”.
Appena lo scorso mese la Corte di Giustizia europea ha bocciato la proroga automatica decisa dall'Italia per le concessioni demaniali marittime e lacustri fino al 31 dicembre 2020. Un’anomalia tutta italiana delle concessioni senza controlli e limiti di tempo.
“La sentenza europea – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - non lascia più spazio a nessuna possibilità di rinvio e, sulla questione demanio, è ora urgente e fondamentale che l’Italia dia il via ad una riforma che punti su trasparenza, legalità e libero e gratuito accesso e transito al mare. Servono regole chiare per garantire che almeno metà delle spiagge siano libere e nuovi criteri per gare pubbliche che premino coloro che rispettano l'ambiente, puntando su un turismo di qualità e sostenibile. Solo così si potrà porre fine a questo far west selvaggio che non fa bene al Paese. Occorre ripristinare la legalità e la trasparenza in questo settore restituendo così ai cittadini una parte di mare troppo spesso negato”.
Da Legambiente auspicano “da subito un confronto con gli operatori balneari per individuare regole che, oltre a premiare le imprese che investono su qualità e sostenibilità, valorizzino quelle a conduzione familiare. Non si pensi di trovare scorciatoie per mettere in salvo qualcuno, né con l’idea di privatizzare la costa, perché stavolta serve davvero un confronto serio e che guardi al futuro nell'interesse degli imprenditori onesti, dei sindaci interessati a garantire accesso alla spiaggia ai propri cittadini, di tutti coloro che hanno a cuore le coste italiane. Solo in questa prospettiva, infine, si potrà dare risposta ai problemi di cui soffre il sistema costiero italiano, come l’erosione, e che diventeranno sempre più rilevanti con gli effetti dei cambiamenti climatici”.

(Rimini) In ottobre sarà consegnato il cantiere per Acqua arena, il polo sportivo pubblico, con tre piscine, che nascerà in via della Fiera. Ieri la Giunta comunale ha approvato il progetto definitivo e entro un anno dalla consegna dei lavori tutto dovrebbe essere completato. Il progetto definitivo (da cui emerge un quadro economico di circa 7 milioni di euro, di cui 5 milioni a carico del Comune di Rimini) è stato sottoposto alla Giunta dopo essere passato all’esame di tre conferenze dei servizi e aver ottenuto il parere favorevole degli enti partecipanti.

Mercoledì, 10 Agosto 2016 14:13

Campi nomadi, Pdf chiede la chiusura

(Rimini) Il Popolo della famiglia - Rimini ritiene che “l'unica soluzione possibile per giungere sia ad un miglioramento delle condizioni di vita delle persone di altre etnie sia ad una serena convivenza tra culture e tradizioni diverse presenti sul territorio sia l'integrazione, intesa come "antidoto" ai due opposti estremismi, ovvero il razzismo, da una parte, ed il multiculturalismo ideologico, dall’altra”. Lo sostiene l’esponente del Pdf Daniele Ridolfi intervenendo nell’acceso dibattito di questi giorni sui campi rom (il Comune vorrebbe aprirne due nuovi, a Gaiofana e alla Grotta rossa, per decongestionare quello di via Islanda).
“Non possiamo non far notare come i campi Rom rappresentino uno strumento inadatto a perseguire l'integrazione delle persone di etnia Rom nel tessuto socio-cultural-economico cittadino, in quanto perseguono una logica "segregazionista", che è in antitesi con l'esigenza di raggiungere l’integrazione”. Ridolfi parla di “approccio razzista”.
Poi entrando nello specifico dice che “i campi Rom sono spesso aree degradate, precarie, pericolose sotto il profilo igienico-sanitario. Tra i minorenni residenti nei campi Rom la dispersione scolastica è generalmente molto elevata, e questo rappresenta uno dei maggiori problemi”.
Infine, “i campi Rom pongono problemi di ordine pubblico e generano tensioni sociali”. Per questo il popolo della famiglia chiede di “eliminare i campi Rom ed integrare l'etnia Rom nel tessuto sociale riminese, secondo il modello sperimentato con successo in Germania e Spagna da alcuni anni, dove i campi Rom sono stati del tutto eliminati e le persone di etnia Rom continuano a risiedere nel territorio ma in vere e proprie case, svolgono attività professionali, frequentano le scuole, hanno una migliore situazione igienico-sanitaria, vivono in mezzo agli altri cittadini e non segregati, ragion per cui anche i problemi di ordine pubblico e le tensioni sociali si sono ridotti di molto”.

(Rimini) Sabato tornerà a Rimini il Corona sunset festival, a partire dalle 17 con musica a tutta birra sulla spiaggia libera di piazzale Boscovich. A Rimini l’unica tappa europea 2016 del Festival. Sul palco principale si alterneranno vari artisti, su tutti Duke Dumont, famoso per i suoi maggiori successi “Ocean Drive” e “The Giver”.
In occasione del Corona Sunset Festival, dalle ore 7 di sabato 13 agosto alle ore 7 di domenica 14 è disposta la chiusura totale temporanea del lungomare Tintori dalla rotonda del Grand Hotel a piazzale Boscovich.
Oltre al lungomare Tintori, saranno chiuse alla circolazione via Destra del porto, da piazzale Boscovich a via Colombo, via Busi, via Bianchi, via Dudovich. Istituito inoltre, nello stesso periodo e sulle stesse strade interessate dall'ordinanza, il divieto di sosta con rimozione coatta.

Mercoledì, 10 Agosto 2016 13:19

Deejay on stage, in scena i 78 Bit 2.0

(Riccione) Dopo il ritorno sulle scene nazionali avvenuto lo scorso 23 luglio in occasione di Riccione Moda Italia, per i 78 Bit 2.0 molte cose sono cambiate: tanti gli appuntamenti in programma, le collaborazioni con le emittenti locali (San Marino RTV e Radio Veronica), grande il successo testimoniato dai dai like sulla loro pagina facebook (https://www.facebook.com/78bit/) e moltissimi i fan in arrivo da tutta Italia in piazzale Ceccarini per riascoltare live "Fotografia", la canzone con la quale si sono aggiudicati il 6° posto al Festiva di Sanremo 2002.
Mercoledì 17 agosto i 78 Bit 2.0, il gruppo musicale composto nella versione unplugged da Mario Fucili e Manuel Mancini Monteiro, riccionesi doc, si esibirà nel mood band (Marco Paio Paiardini alla batteria, Luca Angelici al basso e Alessandro Scandellari alla chitarra) sul palco Deejay on Stage, il ricco calendario di concerti proposto nel mese di agosto da Radio Deejay e, lancerà in anteprima nazionale il nuovo singolo dal titolo "Selfie".
"Sarà un grande ritorno a casa, siamo carichi e pieni di energia" dichiara emozionato Mario Fucili che prosegue "abbiamo appena finito di registrare il pezzo nello studio di Ravenna, abbiamo ricevuto tantissime mail dai nostri vecchi fans che ci aspettano ai piedi del palco di piazzale Roma per ascoltare l'inedito che andremo a proporre... un brano molto estivo, una "Fotografia" versione 2016, un pezzo che testimonia i tanti cambiamenti avvenuti da quando nel 2002 presentammo il successo che ancora gira in molte radio ".
I 78 Bit 2.0 arriveranno a Deejay on Stage con la voce già calda, nella stessa giornata dalle ore 19.00 in versione unplugged, saranno infatti ospiti del Superdry Store di Viale Ceccarini. In un piccolo palco allestito per l'occasione, Mario Fucili e Manuel Mancini Monteiro proporranno alcuni brani musicali.
Mario Fucili e Manuel Mancini Monteiro sono due riccionesi doc, se il primo è l'ossatura dello storico gruppo 78 Bit, il secondo è la new entry. Una new entry di tutto riguardo sia per il talento musicale che è in grado di esprimere sia per la parentela illustre con il più famoso Gianluca Grignani di cui è cugino e per cui ha lavorato durante Mexico Tour del 2010, Romantico Rock Show Tour del 2011 e come assistente studio durante le registrazioni di Natura Umana 2011/2012.

Mercoledì, 10 Agosto 2016 13:09

Meeting, arrivano oggi i primi volontari

(Rimini) Arrivano oggi i primi volontari che lavoreranno al Pre-meeting per allestire i padiglioni della fiera per la manifestazione. Saranno circa 500, dai 19 ai 74 anni, provengono da diverse parti d’Italia e dall’estero. In maggioranza si tratta di studenti universitari (306).
I più numerosi arrivano dalle università milanesi di Brera, Leonardo, Bovisa e Politecnico. Quest’anno un gruppo arriva anche da Lugano (Svizzera). Numerosi (122) anche i volontari che provengono dalle facoltà emiliano-romagnole di Bologna, Modena, Ferrara e naturalmente Rimini. Giocano in casa anche 36 adulti riminesi ai quali si aggiungono 25 studenti delle scuole superiori della città.
«I turni di lavoro sono intensi» - spiega l’ingegner Franco Casalboni, che coordina i volontari nella fase di allestimento. «Come negli anni precedenti si parte alle 8.45 con un momento di preghiera insieme e poi si lavora dalle 9.00 alle 13.00. Pausa pranzo e si ricomincia dalle 14.15 alle 18.45. La cena è per tutti nella parrocchia di S. Giuseppe al Porto, una bella occasione di condivisione».
Sono tante le mansioni che svolgeranno i volontari. «Ognuno ha il proprio compito – dice Casalboni –
molti lavorano nei laboratori grafici per la creazione dei pannelli, ma c’è anche chi si occupa della lavorazione del legno, ci sono imbianchini e gli elettricisti professionisti, a cui i volontari fanno da supporto. Ci sono poi i cantieri delle mostre, che prevedono anche lavori artistici degli studenti dell’Accademia di Brera, c’è chi si occupa della gestione del magazzino, chi supporta l’organizzazione degli spettacoli, dei convegni e chi fa le foto per l’ufficio stampa».
I 500 volontari spesso lavorano sodo per un’opera che poi non vedono concludersi, perché devono tornare nelle proprie città, i giorni di ferie finiscono o incombono gli esami universitari. Ma non è questa la cosa fondamentale. «Provare a servire, nel piccolo, un evento che riconosci essere così importante e interessante per i temi che vengono proposti, ma soprattutto per lo sguardo e l’approccio che ha», spiega Giovanni, laureando di Relazioni Internazionali a Milano, «è molto gratificante e spunto di molte riflessioni». Il gusto, insomma, è già nel lavorare gratuitamente per un’opera che si riconosce di grande valore.
In occasione dei giorni del Meeting, ci sarà il cambio della guardia, con l’arrivo di altri 2300 volontari provenienti da ogni parte d’Italia e dal mondo con gruppi in arrivo da Brasile, Stati Uniti, Paraguay, Lituania, Inghilterra, Francia, Portogallo, Spagna, Svizzera.

(Rimini) Dodici i sacerdoti che hanno concelebrato insieme al vescovo Francesco Lambiasi oggi alle 15,30 nella chiesa di San Raffaele a Rimini, le esequie di Francesco Perez. Incapace, la chiesa, di contenere le centinaia di persone accorse a rendere l'ultimo saluto terreno a Franco.
Francesco Perez, nato a Rimini nel 1956, insegnante di religione al Liceo delle Scienze umane G. Cesare Valgimigli e all'Istituto Superiore di Scienze religiose "A. Marvelli" (di cui è stato vicedirettore per quattro stagioni), è stato uno dei primissimi laici insegnanti di religione della Diocesi di Rimini.
All'inizio degli anni '80 è stato presidente della cooperativa riccionese Comunità Aperta, che aveva fra le sue espressioni anche radio Icaro. Nel 1981 organizzò con i giovani della cooperativa la prima festa nazionale degli obiettori e del volontariato femminile, lui che si era congedato come ufficiale dell'esercito. Capace, in ogni occasione, di dialogo e di confronto, dalla fine degli anni '70 ha iniziato la sua lunga, feconda e ininterrotta collaborazione a ilPonte, partecipando al Comitato di redazione e interessandosi, con grande competenza, in particolare alle tematiche a lui care della scuola e dell'educazione. Direttore responsabile della rivista nazionale Anir dal 1989, ha collaborato con l'Ufficio catechistico diocesano e ha scritto La notte della religione. Le false promesse di maghi, santoni e... truffatori (edizioni il Ponte, 2003) oltre a diversi saggi.
“Franco è stato uomo del servizio”, ha detto Lambiasi nella sua omelia. “si è dedicato anima e corpo alla famiglia, al lavoro nella scuola come insegnante di religione, al servizio volontario nella comunità parrocchiale e nel centro diocesano, come collaboratore dell'Ufficio Catechistico e docente all'Istituto superiore di Scienze religiose. Ma si è dedicato anche al servizio della causa della pace, come promotore del primo convegno nazionale per il servizio civile e il volontariato femminile. E' stato anche uno dei primi collaboratori di radio Icaro e del nostro settimanale diocesano ilPonte. Ma Francesco Perez si è impegnato anche nel promuovere la libertà e la dignità delle donne (circola ancora su Internet una sua intervista sulla triste piaga del fenomeno della prostituzione a Rimini)”.
"Non temere, piccolo gregge". Queste primissime parole del testo sacro “aprono una finestra nel cielo e ci spalancano le porte del cuore. Quante volte le pagine della Bibbia vengono scandite da questo ritornello martellante: "Non temere, Abramo. Non temere, Mosè. Non temere Davide. Non temere, Elia. Non temere, Israele". Un rabbino ne aveva contate ben 366 ricorrenze nell'AT e aveva concluso che questo invito pressante - Non temere ! - è come il buon giorno di un papà (Dio) ad ognuno di noi suoi figli, per ognuno dei 365 giorni dell'anno solare, con uno in più per il 29 febbraio dell'anno bisestile. Sì, il nostro Dio non è il Dio della paura e del terrore, non è un inguaribile guastafeste, un insaziabile mangiafuoco. No, non è un Giove neroniano, fiscale e implacabile, bizzarro e perennemente incavolato, con un bel fascio di saette in mano, pronto a scagliarle a suo capriccio e piacimento. Gesù ci ha aiutato a non sbagliarci su Dio, e ci ha detto che Dio ha il braccio forte di un babbo e il cuore ardente di una mamma. E il suo biglietto da visita porta impresse queste due semplicissime parole: Non temere!". Questo messaggio di fiducia, per il vescovo, “è la password che ci apre i portali delle reti indispensabili per vivere una vita all'altezza della nostra umanità. E ci raggiunge nella solitudine del dolore, nei giorni della fatica e della festa, nelle notti del successo e del fallimento. E' come se il Padre dei cieli ci dicesse: Non temere, figlio mio: il dolore è il travaglio del parto, non è il rantolo dell'agonia. Non temere, figlia mia: la fatica non sarà per sempre, e basta a ogni giorno la sua pena. Non temete, figli miei, la festa quaggiù prima o poi finirà, ma se la vivrete come un anticipo della festa senza fine, non vi lascerà con il retrogusto dell'amaro più amaro in bocca. Non temere, tu sorella, tu fratello mio, dice Gesù, neanche il giorno della morte, perché anche se in un istante verrai privato dei doni del Donatore, questo avverrà per poter essere arricchito per sempre dall'abbraccio con il Donatore dei doni”.
Il vescovo si sofferma sulle sfide dei tempi attuali. “Infatti ci viene rilanciato in questo tornante della storia, sempre più buio e violento, in cui mentre tanto sangue "occidentale" viene versato, l'immagine del nostro Occidente continua ad essere inquinata da pregiudizi, ipocrisie, violenze tanto più odiose quanto più subdole. "E' insensato che l'Occidente insiste nel difendere volgarità, maldicenze, pornografia, pornolalia, blasfemie, bestemmie, invocando la libertà di pensiero, come se non si sapesse che in tal modo si umiliano le profonde ragioni della libertà". E' assurdo che si vogliano far passare per retrogradi e oscurantisti quanti non si rassegnano ad accettare il principio stesso del matrimonio "egualitario". E' ridicolo che nell'epoca della globalizzazione si pretenda di cambiare usi linguistici plurimillenari di parole semplicissime come "moglie" e "marito", "padre" e "madre", sostituendole, con un'ambiguità irriducibile, con parole come genitore n. 1 e genitore numero 2. Questo non significa legittimare il terrorismo contro l'Occidente. Significa semplicemente che non si può rispondere alla cultura del terrore con la cultura del niente”.
Per Lambiasi, “non c'è niente da fare: il migliore solvente della paura non è la cultura del niente, ma la fede la cui ala vola insieme con quella della ragione. Perché non è vero che chi crede non pensa e chi pensa non crede”.
Franco “ha imparato a gestire la fatica della sua malattia: meglio morire da vivi che vivere da morti. Noi siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli”. La paura più seria “non è che la vita possa finire, ma che possa finire senza aver mai cominciato a vivere veramente”.
Quando si parla “di questa necessità di vigilare e di stare pronti, si può cadere facilmente in un equivoco: quello di pensare che tutto ciò si riferisca alla venuta finale di Cristo, quella che si realizzerà alla fine del mondo e, per ognuno di noi singolarmente preso, nella nostra morte. Ma se c'è una venuta di Cristo che avverrà nell'ultimo giorno, ce n'è una che avviene ogni giorno. E' la venuta silenziosa in cui il Signore viene, ma non bussa discretamente alla nostra porta con la sua parola, con una ispirazione, un avvenimento, una sofferenza”.
Il vescovo ricorda “di aver visto nella cattedrale di san Paolo a Londra un famoso quadro che raffigura Cristo che bussa ad una porta, davanti alla quale sono cresciuti rovi ed erbacce. E cristo continua da aspettare. Pare che qualcuno abbia fatto notare al pittore, in genere molto preciso e meticoloso nei dettagli, che c'era tuttavia un errore nel suo quadro. In effetti si vede il buco della chiave, ma non c'è traccia di maniglia. Il pittore avrebbe risposto: "Ma io l'ho fatto apposta. La maniglia c'è ma è all'interno". Voleva dire che dobbiamo essere noi ad aprire a Cristo che bussa per entrare, ma non sfonda la porta”.
Spesso Gesù “si presenta in incognito, o addirittura travestito. Non come lo si vede nel quadro descritto prima, con i capelli alla nazarena, la corona di spine, il manto regale, ma nei panni del povero, del bisognoso del sofferente”.
Quindi Lambiasi si avvia alle conclusioni. “Caro Franco, tu oggi ci consegni l'immagine clamorosa che solo Gesù ha osato, di Dio nostro servitore, che solo lui ha mostrato cingendosi ai fianchi un asciugamano, chino davanti ai nostri piedi. Questo Dio è il solo che tu hai servito in noi - familiari, amici, colleghi, poveri - tutti i giorni e tutte le notti della tua vita. Tu oggi ci dici: Il Dio che ho servito si è fatto servitore della mia gioia e si farà servitore anche della vostra gioia, per sempre". Parola di Franco, sorelle e fratelli miei. Grazie, Franco, per avercelo ricordato”.

Martedì, 09 Agosto 2016 17:43

Apt e pranzi truccati, si dimette Grassi

(Rimini) Il capo ufficio stampa di Apt Servizi, Fabio Grassi, si è dimesso dopo l’articolo pubblicato oggi dal Corriere di Bologna in cui la giornalista Anna Budini raconta di come le avesse chiesto di confermare “la presenza a due pranzi, ai quali non era stata neppure invitata, per poter giustificare i rimborsi degli stessi”, scrive il Corriere nella versione online.
“Ho accettato le dimissioni volontarie del capo ufficio stampa e responsabile della Comunicazione Fabio Grassi, motivate dalla volontà di tutelare l’immagine dell’azienda e dell’intera attività di comunicazione turistica condotta fino ad oggi, dichiara il presidente di Apt Liviana Zanetti rendendo nota la notizia.
“Crediamo che un semplice esposto alla Corte dei Conti non sia più sufficiente”, commenta la consigliera regionale Raffaella Sensoli. “Nei prossimi giorni ne presenteremo un altro anche alla Procura della Repubblica, anche se alla luce di quanto riportato dalla stampa sulle ammissioni del capo ufficio stampa di Apt, crediamo ci siano tutti gli elementi perche’ la magistratura possa muoversi autonomamente”. sotto l’aspetto politico i 5Stelle chiedono “l’azzeramento di tutti i vertici di Apt Servizi”.