Mercoledì, 10 Agosto 2016 13:09

Meeting, arrivano oggi i primi volontari

(Rimini) Arrivano oggi i primi volontari che lavoreranno al Pre-meeting per allestire i padiglioni della fiera per la manifestazione. Saranno circa 500, dai 19 ai 74 anni, provengono da diverse parti d’Italia e dall’estero. In maggioranza si tratta di studenti universitari (306).
I più numerosi arrivano dalle università milanesi di Brera, Leonardo, Bovisa e Politecnico. Quest’anno un gruppo arriva anche da Lugano (Svizzera). Numerosi (122) anche i volontari che provengono dalle facoltà emiliano-romagnole di Bologna, Modena, Ferrara e naturalmente Rimini. Giocano in casa anche 36 adulti riminesi ai quali si aggiungono 25 studenti delle scuole superiori della città.
«I turni di lavoro sono intensi» - spiega l’ingegner Franco Casalboni, che coordina i volontari nella fase di allestimento. «Come negli anni precedenti si parte alle 8.45 con un momento di preghiera insieme e poi si lavora dalle 9.00 alle 13.00. Pausa pranzo e si ricomincia dalle 14.15 alle 18.45. La cena è per tutti nella parrocchia di S. Giuseppe al Porto, una bella occasione di condivisione».
Sono tante le mansioni che svolgeranno i volontari. «Ognuno ha il proprio compito – dice Casalboni –
molti lavorano nei laboratori grafici per la creazione dei pannelli, ma c’è anche chi si occupa della lavorazione del legno, ci sono imbianchini e gli elettricisti professionisti, a cui i volontari fanno da supporto. Ci sono poi i cantieri delle mostre, che prevedono anche lavori artistici degli studenti dell’Accademia di Brera, c’è chi si occupa della gestione del magazzino, chi supporta l’organizzazione degli spettacoli, dei convegni e chi fa le foto per l’ufficio stampa».
I 500 volontari spesso lavorano sodo per un’opera che poi non vedono concludersi, perché devono tornare nelle proprie città, i giorni di ferie finiscono o incombono gli esami universitari. Ma non è questa la cosa fondamentale. «Provare a servire, nel piccolo, un evento che riconosci essere così importante e interessante per i temi che vengono proposti, ma soprattutto per lo sguardo e l’approccio che ha», spiega Giovanni, laureando di Relazioni Internazionali a Milano, «è molto gratificante e spunto di molte riflessioni». Il gusto, insomma, è già nel lavorare gratuitamente per un’opera che si riconosce di grande valore.
In occasione dei giorni del Meeting, ci sarà il cambio della guardia, con l’arrivo di altri 2300 volontari provenienti da ogni parte d’Italia e dal mondo con gruppi in arrivo da Brasile, Stati Uniti, Paraguay, Lituania, Inghilterra, Francia, Portogallo, Spagna, Svizzera.

(Rimini) Dodici i sacerdoti che hanno concelebrato insieme al vescovo Francesco Lambiasi oggi alle 15,30 nella chiesa di San Raffaele a Rimini, le esequie di Francesco Perez. Incapace, la chiesa, di contenere le centinaia di persone accorse a rendere l'ultimo saluto terreno a Franco.
Francesco Perez, nato a Rimini nel 1956, insegnante di religione al Liceo delle Scienze umane G. Cesare Valgimigli e all'Istituto Superiore di Scienze religiose "A. Marvelli" (di cui è stato vicedirettore per quattro stagioni), è stato uno dei primissimi laici insegnanti di religione della Diocesi di Rimini.
All'inizio degli anni '80 è stato presidente della cooperativa riccionese Comunità Aperta, che aveva fra le sue espressioni anche radio Icaro. Nel 1981 organizzò con i giovani della cooperativa la prima festa nazionale degli obiettori e del volontariato femminile, lui che si era congedato come ufficiale dell'esercito. Capace, in ogni occasione, di dialogo e di confronto, dalla fine degli anni '70 ha iniziato la sua lunga, feconda e ininterrotta collaborazione a ilPonte, partecipando al Comitato di redazione e interessandosi, con grande competenza, in particolare alle tematiche a lui care della scuola e dell'educazione. Direttore responsabile della rivista nazionale Anir dal 1989, ha collaborato con l'Ufficio catechistico diocesano e ha scritto La notte della religione. Le false promesse di maghi, santoni e... truffatori (edizioni il Ponte, 2003) oltre a diversi saggi.
“Franco è stato uomo del servizio”, ha detto Lambiasi nella sua omelia. “si è dedicato anima e corpo alla famiglia, al lavoro nella scuola come insegnante di religione, al servizio volontario nella comunità parrocchiale e nel centro diocesano, come collaboratore dell'Ufficio Catechistico e docente all'Istituto superiore di Scienze religiose. Ma si è dedicato anche al servizio della causa della pace, come promotore del primo convegno nazionale per il servizio civile e il volontariato femminile. E' stato anche uno dei primi collaboratori di radio Icaro e del nostro settimanale diocesano ilPonte. Ma Francesco Perez si è impegnato anche nel promuovere la libertà e la dignità delle donne (circola ancora su Internet una sua intervista sulla triste piaga del fenomeno della prostituzione a Rimini)”.
"Non temere, piccolo gregge". Queste primissime parole del testo sacro “aprono una finestra nel cielo e ci spalancano le porte del cuore. Quante volte le pagine della Bibbia vengono scandite da questo ritornello martellante: "Non temere, Abramo. Non temere, Mosè. Non temere Davide. Non temere, Elia. Non temere, Israele". Un rabbino ne aveva contate ben 366 ricorrenze nell'AT e aveva concluso che questo invito pressante - Non temere ! - è come il buon giorno di un papà (Dio) ad ognuno di noi suoi figli, per ognuno dei 365 giorni dell'anno solare, con uno in più per il 29 febbraio dell'anno bisestile. Sì, il nostro Dio non è il Dio della paura e del terrore, non è un inguaribile guastafeste, un insaziabile mangiafuoco. No, non è un Giove neroniano, fiscale e implacabile, bizzarro e perennemente incavolato, con un bel fascio di saette in mano, pronto a scagliarle a suo capriccio e piacimento. Gesù ci ha aiutato a non sbagliarci su Dio, e ci ha detto che Dio ha il braccio forte di un babbo e il cuore ardente di una mamma. E il suo biglietto da visita porta impresse queste due semplicissime parole: Non temere!". Questo messaggio di fiducia, per il vescovo, “è la password che ci apre i portali delle reti indispensabili per vivere una vita all'altezza della nostra umanità. E ci raggiunge nella solitudine del dolore, nei giorni della fatica e della festa, nelle notti del successo e del fallimento. E' come se il Padre dei cieli ci dicesse: Non temere, figlio mio: il dolore è il travaglio del parto, non è il rantolo dell'agonia. Non temere, figlia mia: la fatica non sarà per sempre, e basta a ogni giorno la sua pena. Non temete, figli miei, la festa quaggiù prima o poi finirà, ma se la vivrete come un anticipo della festa senza fine, non vi lascerà con il retrogusto dell'amaro più amaro in bocca. Non temere, tu sorella, tu fratello mio, dice Gesù, neanche il giorno della morte, perché anche se in un istante verrai privato dei doni del Donatore, questo avverrà per poter essere arricchito per sempre dall'abbraccio con il Donatore dei doni”.
Il vescovo si sofferma sulle sfide dei tempi attuali. “Infatti ci viene rilanciato in questo tornante della storia, sempre più buio e violento, in cui mentre tanto sangue "occidentale" viene versato, l'immagine del nostro Occidente continua ad essere inquinata da pregiudizi, ipocrisie, violenze tanto più odiose quanto più subdole. "E' insensato che l'Occidente insiste nel difendere volgarità, maldicenze, pornografia, pornolalia, blasfemie, bestemmie, invocando la libertà di pensiero, come se non si sapesse che in tal modo si umiliano le profonde ragioni della libertà". E' assurdo che si vogliano far passare per retrogradi e oscurantisti quanti non si rassegnano ad accettare il principio stesso del matrimonio "egualitario". E' ridicolo che nell'epoca della globalizzazione si pretenda di cambiare usi linguistici plurimillenari di parole semplicissime come "moglie" e "marito", "padre" e "madre", sostituendole, con un'ambiguità irriducibile, con parole come genitore n. 1 e genitore numero 2. Questo non significa legittimare il terrorismo contro l'Occidente. Significa semplicemente che non si può rispondere alla cultura del terrore con la cultura del niente”.
Per Lambiasi, “non c'è niente da fare: il migliore solvente della paura non è la cultura del niente, ma la fede la cui ala vola insieme con quella della ragione. Perché non è vero che chi crede non pensa e chi pensa non crede”.
Franco “ha imparato a gestire la fatica della sua malattia: meglio morire da vivi che vivere da morti. Noi siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli”. La paura più seria “non è che la vita possa finire, ma che possa finire senza aver mai cominciato a vivere veramente”.
Quando si parla “di questa necessità di vigilare e di stare pronti, si può cadere facilmente in un equivoco: quello di pensare che tutto ciò si riferisca alla venuta finale di Cristo, quella che si realizzerà alla fine del mondo e, per ognuno di noi singolarmente preso, nella nostra morte. Ma se c'è una venuta di Cristo che avverrà nell'ultimo giorno, ce n'è una che avviene ogni giorno. E' la venuta silenziosa in cui il Signore viene, ma non bussa discretamente alla nostra porta con la sua parola, con una ispirazione, un avvenimento, una sofferenza”.
Il vescovo ricorda “di aver visto nella cattedrale di san Paolo a Londra un famoso quadro che raffigura Cristo che bussa ad una porta, davanti alla quale sono cresciuti rovi ed erbacce. E cristo continua da aspettare. Pare che qualcuno abbia fatto notare al pittore, in genere molto preciso e meticoloso nei dettagli, che c'era tuttavia un errore nel suo quadro. In effetti si vede il buco della chiave, ma non c'è traccia di maniglia. Il pittore avrebbe risposto: "Ma io l'ho fatto apposta. La maniglia c'è ma è all'interno". Voleva dire che dobbiamo essere noi ad aprire a Cristo che bussa per entrare, ma non sfonda la porta”.
Spesso Gesù “si presenta in incognito, o addirittura travestito. Non come lo si vede nel quadro descritto prima, con i capelli alla nazarena, la corona di spine, il manto regale, ma nei panni del povero, del bisognoso del sofferente”.
Quindi Lambiasi si avvia alle conclusioni. “Caro Franco, tu oggi ci consegni l'immagine clamorosa che solo Gesù ha osato, di Dio nostro servitore, che solo lui ha mostrato cingendosi ai fianchi un asciugamano, chino davanti ai nostri piedi. Questo Dio è il solo che tu hai servito in noi - familiari, amici, colleghi, poveri - tutti i giorni e tutte le notti della tua vita. Tu oggi ci dici: Il Dio che ho servito si è fatto servitore della mia gioia e si farà servitore anche della vostra gioia, per sempre". Parola di Franco, sorelle e fratelli miei. Grazie, Franco, per avercelo ricordato”.

Martedì, 09 Agosto 2016 17:43

Apt e pranzi truccati, si dimette Grassi

(Rimini) Il capo ufficio stampa di Apt Servizi, Fabio Grassi, si è dimesso dopo l’articolo pubblicato oggi dal Corriere di Bologna in cui la giornalista Anna Budini raconta di come le avesse chiesto di confermare “la presenza a due pranzi, ai quali non era stata neppure invitata, per poter giustificare i rimborsi degli stessi”, scrive il Corriere nella versione online.
“Ho accettato le dimissioni volontarie del capo ufficio stampa e responsabile della Comunicazione Fabio Grassi, motivate dalla volontà di tutelare l’immagine dell’azienda e dell’intera attività di comunicazione turistica condotta fino ad oggi, dichiara il presidente di Apt Liviana Zanetti rendendo nota la notizia.
“Crediamo che un semplice esposto alla Corte dei Conti non sia più sufficiente”, commenta la consigliera regionale Raffaella Sensoli. “Nei prossimi giorni ne presenteremo un altro anche alla Procura della Repubblica, anche se alla luce di quanto riportato dalla stampa sulle ammissioni del capo ufficio stampa di Apt, crediamo ci siano tutti gli elementi perche’ la magistratura possa muoversi autonomamente”. sotto l’aspetto politico i 5Stelle chiedono “l’azzeramento di tutti i vertici di Apt Servizi”.

(Santarcangelo) Le note di Liszt, Chopin e Rachmaninov risuoneranno venerdi 12 agosto (ore 21,30) nella suggestiva pieve romanica di Santarcangelo, nel primo appuntamento della Sagra musicale malatestiana di Rimini, la rassegna che dal 1950 ospita i più prestigiosi direttori, solisti e orchestre del panorama internazionale. Per questo primo appuntamento, che rientra nel programma collaterale della Sagra, riflettori su un duo di rango internazionale, quello di Enrico Pace, pianista affermato sui grandi palcoscenici ma che a Rimini ha le sue radici, e Sung–Won Yang, violoncellista di grande valore, entrambi con alle spalle un'intensa attività come solisti e musicisti da camera.
“Quanti e importanti artisti ci son passati dinanzi in questi ultimi anni, quanti ne possediamo noi stessi che per parecchi rispetti stanno a paro di Liszt, già sappiamo: ma per energia e audacia essi devono tutti lasciargli senz’altro il posto(…). Come esecutore Chopin può stare al paro di Liszt e non gli cede in nulla, almeno per ciò che riguarda fantastica delicatezza e grazia; ma ben più vicini gli stanno Paganini e, come donna, la Malibran; dall’arte loro, infatti, Liszt stesso riconosce di aver profittato di più”, scrisse il compositore tedesco Robert Schumann.
Il concerto è in collaborazione con il Comune di Santarcangelo e l'Associazione Musicale ClassicAllMusic nell'ambito del II Campus Internazionale di Musica-Santarcangelo di Romagna.
Ingresso: 8 euro. Il programma: Franz Liszt (Romance oubliée, Die Zelle in Nonnenwerth, La lugubre gondola), Fryderyk Chopin (Sonata per violoncello e pianoforte in sol minore op. 65), Sergeij Rachmaninov (Sonata per violoncello e pianoforte in sol minore op.19).

(Verucchio) Oltre 5mila gli spettatori dell 32esima edizione del Verucchio music festival. Tante le presenze registrate nei nove appuntamenti del 2016 con la rassegna musicale diretta da Ludovico Einaudi. Al direttore artistico il compito, come da tradizione, di chiudere il Festival con il concerto sul Sagrato della Chiesa Collegiata (tappa dell' "Elements Tour", tournée che sta toccando le più prestigiose piazze italiane ed internazionali) che quest'anno ha richiamato 1.238 persone, registrando il "sold out" nella piazza. Piazza gremita anche per il concerto di Cristiano De André (1.082 persone) e per i Kula Shaker (877), ma non sono mancate le sorprese come il concerto del pianista Remo Anzovino, spostato dalla Rocca al Sagrato per la crescente richiesta di biglietti, con il risultato finale di 518 spettatori presenti.
La kermesse verucchiese si conferma come uno degli appuntamenti musicali di spicco dell'estate, caratterizzato da originalità di proposte e scelte artistiche non convenzionali, con i concerti che si trasformano in veri e propri eventi, per la sentita partecipazione del pubblico e per l'indubbio fascino scenografico di Verucchio, ogni estate luogo ideale per soddisfare le passioni musicali più disparate.

Martedì, 09 Agosto 2016 15:30

Negoziante morto, rintracciati turisti russi

(Rimini) Rintracciati i due turisti russi ricercati da domenica sera dalla polizia per far luce sulla morte di Serafino Sammarini, negoziante 74enne di Rimini. Sull’episodio, avvenuto l’altra sera, la procura ha aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale.
La coppia, 50 anni lui e 43 lei, è stata rintracciata nell'albergo dove alloggiavano. Domani mattina sul corpo di Sammarini sarà effettuata l’autopsia.
Il russo sarà ascoltato dalla polizia per capire le sue eventuali responsabilità nella morte del negoziante a seguito di un diverbio nella profumeria che gestiva a Marebello.

Martedì, 09 Agosto 2016 15:19

Gusto latino, arrestato uno spacciatore

(Rimini) Un 37enne di origini senegalesi è stato arrestato ieri sera perché trovato in possesso di 50 grammi di hashish all’interno di un locale di Marebello (“il Gusto Latino”, già oggetto nei giorni scorsi di altri controlli nel corso dei quali si era accertata la presenza al suo interno e nelle immediate adiacenze di pregiudicati o persone non in regola con il permesso di soggiorno). A stanare il senegalese è stato il fiuto dei cani antidroga. Lo spacciatore è stato arrestato, nei confronti del locale, invece, scatteranno delle sanzioni.

(Rimini) “Pranzi truccati per avere rimborsi”, è il titolo dell’articolo pubblicato oggi dal Corriere di Bologna. A tema la strana richiesta da parte del capo ufficio stampa di Apt Servizi a una giornalista. Lui avrebbe usato il suo nome per ottenere i rimborsi di due cene, avrebbe detto che lei era con lui, l’editore Mugavero, Dario e Jacopo Fo. Ma lei seduta a quei tavoli non c’era e racconta tutto, nero su bianco sulle pagine del Corriere. Si tratta di cene, spiegherebbe Fabio Grassi, “cene che io non potevo giustificare perché non mi passano queste pierre (pubbliche relazioni, ndr) qui. Per questo ho usato il tuo nome”. Cene di marketing che quindi avrebbe fatto passare come qualcos’altro: “Puoi sostenere questa tesi che siamo andati a mangiare insieme per parlare dei problemi di Cesenatico?”.
Sulla pubblicazione dell’articolo è intervenuto l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini.“Chiedo ad Apt Servizi di verificare immediatamente se i fatti riportati stamani da un quotidiano bolognese rispondano a verità”, commenta a caldo Corsini.
“Se le risposte che arriveranno – spiega Corsini – dovessero confermare le rivelazioni fatte dal quotidiano, mi aspetto che nei confronti di chi è stato protagonista della vicenda vengano assunti i provvedimenti disciplinari del caso. Perché, e ci tengo a chiarirlo, la Regione Emilia-Romagna, di cui Apt Servizi è strumento operativo in tema di turismo, ha tra i propri principi guida innanzitutto quello dell’onestà e della trasparenza, e su questi principi siamo assolutamente intransigenti”.
“Aspetto in tempi rapidissimi, e non ho dubbi che sarà così, risposte da Apt su questa vicenda”, conclude l’assessore Corsini. “Perché non è pensabile che una Amministrazione come la nostra, che dal giorno dopo essersi insediata ha varato uno straordinario piano di taglio dei costi- sia di funzionamento della macchina amministrativa, sia di cosiddetti costi della politica- possa tollerare eventuali comportamenti che gettino discredito sull’Istituzione e sulla corretta gestione delle risorse pubbliche”.

Lunedì, 08 Agosto 2016 21:06

Negoziante morto, ricercati due stranieri

Due turisti dell'Est europeo, un uomo e una donna di probabile origine russa, sono ricercati dalla polizia di Rimini in seguito alla morte di un commerciante riminese di 74 anni che aveva avuto un acceso diverbio con la coppia di stranieri. I fatti risalgono alla serata di ieri, verso le 20,30 in una profumeria in viale Regina Margherita di proprieta' del 74enne. Dopo la lite i due stranieri si sono allontanati. La polizia ha raccolto le testimonianze di alcuni cittadini che hanno descritto l'uomo come di corporatura robusta con capelli corti brizzolati, e la donna dalla corporatura normale ed i capelli castani a caschetto. E' in fase di elaborazione da parte della polizia scientifica il video estrapolato da una telecamera di sorveglianza di un esercizio commerciale in cui si notano i due soggetti (Agi).

(Rimini) “Paragonare alcuni consiglieri comunali ai rom solo perché nati fuori comune è ragionamento frutto di uno scellerato modo di pensare di chi fa e ha fatto dell’arroganza un metodo di dialogo politico”. E’ il commento del consigliere leghista Marzio Pecci alle dichiarazioni del piddino Massimo Allegrini, entrando nelle polemiche attorno alla proposta del Comune di Rimini di dividere i nomadi ospitati nel campo di via Islanda utilizzando aree già individuate in via della Lontra e via dei Maceri.
“Mi auguro, invece, che il consiglio comunale - spiega Pecci - sappia svolgere un dibattito ed un confronto politico in modo civile fra anche con chi ha idee diverse, ma ha a cuore la crescita della città. Le dichiarazioni dell’Allegrini, per questo, non possono che essere respinte e censurate. La delibera comunale sui Rom è inadeguata per la città di Rimini che già vive grandi problemi di sicurezza e criminalità e ciò è tanto vero che proprio all’interno del PD si è aperto un dibattito in cui molti consiglieri della maggioranza condividono quanto la Lega Nord ha affermato in campagna elettorale e che ha ribadito in consiglio comunale con l’intervento della Consigliera Diana Trombetta e con le dichiarazioni pubbliche sul problema degli altri consiglieri”.
I riminesi, continua Pecci, che “vivono il problema del lavoro, della casa e della crisi in generale sono tanti e una amministrazione comunale seria ha il dovere, prima di tutto, di dare risposte concrete ai propri cittadini. Quando l’amministrazione comunale avrà risolto il problema del lavoro, della sicurezza, della casa, della scuola, della sanità dei cittadini riminesi allora, e solo allora, potrà occuparsi degli “altri” ed eventualmente pensare anche ai campi Rom, per il transito”.