‘Dall’amore nessuno fugge’, il Portico tra magistrati e avvocati con la mostra di Avsi sulle Apac
(Rimini) “Qui entra l’uomo, il delitto rimane fuori”, questa la frase che si incontra prima di entrare nelle carceri Apac (Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati) in Brasile, dove le chiavi del carcere sono nelle mani dei carcerati. Un’esperienza eccezionale, che ha dell’incredibile e che abbiamo potuto conoscere meglio, proprio qui a Rimini, grazie ad una mostra allestita al Meeting lo scorso anno e che ora torna in città, su iniziativa del Centro culturale Il Portico del Vasaio, e precisamente nel luogo – il tribunale – che più significativamente vive tutto il dramma di quell’intreccio, complesso e difficile da dipanare, tra colpa, giustizia, possibile o impossibile redenzione.
La mostra sarà allestita presso la Hall del tribunale di Rimini dal 28 giugno, al 7 luglio 2017, con possibilità di prenotare visite guidate, chiamando lo 380/5435230.
L’inaugurazione prevede un incontro, dal titolo “L’esperienza delle Apac in Brasile”, il giovedì 29 giugno 2017, alle ore 16.00 in Aula Falcone – Borsellino, sempre presso la sede del Tribunale di Rimini. Moderati da Samuele de Sio (per il Portico del Vasaio), dopo i saluti di Massimo Di Patria (presidente del Tribunale di Rimini), di Giovanna Ollà (presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Rimini) e di Roberto Brancaleoni (presidente della Camera Penale di Rimini), interverranno Alda Maria Vanoni, presidente della Fondazione Avsi, Alessandro Cappello, sempre per la Fondazione Avsi (che collabora con le Apac brasiliane) e di Giorgio Pieri, responsabile del “Progetto Comunità Educante con i Carcerati” della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Si potrà conoscere meglio, attraverso la voce di Cappello, l’esperienza brasiliana, dove il metodo Apac è nato, ma anche le realizzazioni che si stanno diffondendo in tutto il mondo, e in particolare le esperienze qui nel riminese, messe in atto dalla comunità papa Giovanni XXIII.
Un incontro dai significati molteplici, non solo per l’oggetto trattato, già di portata enorme, come si potrà ben comprendere visitando la mostra, ma anche per i soggetti che si sono dimostrati sensibili al tema.
Il coinvolgimento del Tribunale di Rimini, in tutte le sue componenti e nei suoi stessi vertici, indica quel movimento della libertà della persona, che è all’origine del metodo Apac.
È proprio grazie all’iniziativa di alcune singole persone, infatti, che le Apac sono nate e poi si sono diffuse. A partire dal fondatore, l’avvocato giornalista Mario Ottoboni, per arrivare a Valdeci Ferreira, un avvocato e teologo che per vocazione aveva deciso di dedicarsi ai carcerati, (di cui vi proponiamo una intervista video qui sotto) e che incontra il metodo Apac attraverso un libro (Meu Cristo Chorou no Cárcere – “Il mio Cristo pianse in carcere“). La storia di Valdeci si incrocia con quella di Ottoboni e del pluripregiudicato José de Jesus. Storie di uomini che liberamente si sono messi in gioco.
Grazie all’incontro ed all’appoggio di alcune autorità giudiziarie e politiche (ovvero anche in questo caso uomini cApaci di andare oltre il loro semplice “ruolo”), questa esperienza ha potuto acquisire una dimensione civile di prim’ordine.
L’esperienza di Apac non è, peraltro, un esempio marginale, ma sta cambiando il modo di concepire le carceri in tutto il mondo. Il presidente dell’organismo consulente delle Nazioni Unite Prison Fellowship International, ha detto che “il fatto più importante che sta accadendo nel mondo, per quanto riguarda il sistema penitenziario, è la diffusione del movimento Apac nato in Brasile”.
Ciò che più colpisce di questa realtà straordinaria è la dignità con cui ogni carcerato sconta la propria pena, consapevole del proprio errore, ma allo stesso tempo certo del fatto che ciò che lo determina non è il delitto commesso, ma il proprio essere uomo. Può sembrare un paradosso, ma l´esperienza Apac, basata totalmente sulla libertà di persone che ne sono private da una sentenza del tribunale, genera risultati che parlano da sè. Oggi sono circa 50 gli istituti di Apac, di iniziativa associativa e non dello Stato, che gestisce così circa 3mila “recuperandi”. Una piccola cosa in un Brasile di 750mila reclusi, ma una novità immensa per il suo metodo. “Dall’amore nessuno fugge” non è poesia. Nelle Apac la recidiva, che in Italia si aggira intorno all’70 %, si attesta sul 10 % e il costo di ogni persona ristretta è pari a un terzo di quello statale.
D’altro canto, le Apac non si propongono come obiettivo di essere un’alternativa al sistema comune delle carceri, ma si pongono come un’esperienza esemplare di come si può “recuperare l’uomo rimuovendo il criminale”.
27 giugno
Pd: "Siamo antipatici” | Cade in scooter, grave | Sesso mercenario, 200 mila euro di multe
Castel Sismondo, Rufo Spina (FI) chiede fondi per la tutela
(Rimini) Tra i sostenitori del ritorno di Castel Sismondo in gestione al Comune (domani il consiglio comunale voterà per la risoluzione della convenzione con Fondazione Carim) il consigliere di Fi Carlo Rufo Spina è intervenuto stamani in commissione ribadire come “gestione significa sia onori che oneri. Non possiamo più pensare che per eventi, sovvenzioni e assistenzialismo si trovino sempre i soldi (milioni, non spiccioli) e mai neanche i fondi minimi per la tutela e la conservazione ordinaria del nostro patrimonio storico-artistico. Ho richiamato anche oggi sulla gravità della situazione di degrado delle mura del castello, di quelle di cinta medievali, dei bastioni, dell'anfiteatro e del ponte romano di San Vito, infestati da cespugli, erbe rampicanti, alberi e altre sterpaglie che hanno causato vistose crepe e stanno causando la rovina di questi monumenti, che sono invece fonte di turismo qualificato e di notorietà internazionale per Rimini”.
Spina ha richiamato “l'attenzione sulla mozione da me presentata (e di prossima discussione in consiglio) inerente lo stanziamento nel prossimo bilancio di un apposito capitolo di spesa di 400mila euro finalizzato agli interventi di manutenzione dei monumenti sopra ricordati”.
Anche i dirigenti, sostiene Spina, “concordano sull'urgenza di questi stanziamenti stanziamenti. Vedremo se ci sarà la volontà politica: non serve a nulla avere e gestire direttamente dei monumenti se li si manda in rovina”.
Molo e Notte Rosa, la protesta dei poliziotti: Rinforzi arriveranno il 20 luglio
(Rimini) E’ arrivata un’altra estate e la segreteria provinciale del sindacato di polizia Siap di Rimini, “sente ancora una volta l’obbligo di sensibilizzare i cittadini, le autorità nazionali, provinciali e locali sulle condizioni lavorative dei poliziotti riminesi. Ci addolora constatare che giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, i problemi legati agli organici della Questura di Rimini non vengono mai risolti. La mortificazione che noi abbiamo come rappresentanti della categoria non riguardano solo e prettamente gli operatori della sicurezza, ma maggiormente le ripercussione negative che possono generare la percezione di sicurezza sui cittadini. Dobbiamo constatare che da parte dei parlamentari locali, non si è mai riscontrato un sincero impegno a risolvere una volta per tutte le problematiche legate alla logistica e al personale della Questura di Rimini. Non possiamo piu’ continuare a tollerare l’indifferenza totale su questioni che riguardano tutti. Non vorremmo trovarci nuovamente a riscrivere che la sicurezza non ha più energie”.
Cosimo Dipaola, il segretario provinciale del Siap, si dichiara sorpreso e amareggiato “che per scelte legate alla spending review l’arrivo dei rinforzi estivi sono previsti solo per un mese, ovvero dal 20 luglio al 20 agosto. Non contestiamo il numero dei rinforzi (80 unità), tra l’altro pressappoco identiche a quelli previsti negli ultimi anni, ma il periodo esiguo. Paradossalmente arriveranno dopo i grandi eventi che richiamano una grande affluenza di pubblico come la molo Street Parade (24 giugno) e la Notte Rosa (7 luglio). Doveroso è mettere in evidenza che se si è riusciti a garantire il buon esito della manifestazione della Molo Street Parade sotto l’aspetto dell’ordine pubblico, lo si deve al senso di responsabilità e di abnegazione dei poliziotti riminesi e di tutte le forze dell’ordine in servizio in questa provincia”.
“Non possiamo più tollerare che il controllo del territorio nelle 24 ore sia solo demandato a solo due equipaggi delle volanti composte da due operatori. Servono uomini, mezzi ed equipaggiamenti adeguati. Per garantire la sicurezza ed il sereno svolgimento delle innumerevoli manifestazioni che si susseguono tutto l’anno nella provincia di Rimini, il personale della Polizia di Stato è costretto, per senso del dovere, ad effettuare doppi turni di servizio, per colmare la carenza di personale, di contropartita, non vengono pagate le ore in eccesso di straordinario (mediamente vi sono tagli del 60-70%), ed oltre la beffa anche l’inganno, al personale in servizio non vengono neanche garantiti i rimborsi per i pasti nei tempi dovuti. Siamo esausti. La sicurezza è solo quella di non avere più energie”.
Dig awards, tutti i vincitori
(Riccione) Sabato 24 giugno a Riccione, con una cerimonia in piazzale Ceccarini, sono stati proclamati i vincitori dei DIG Awards 2017, premi internazionali destinati alle migliori inchieste video e ai migliori reportage video della passata stagione. Sei le categorie di concorso, con oltre 220 concorrenti e 23 opere finaliste, prodotte tra Europa (Italia, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia), Nord Africa (Egitto, Tunisia), Asia (Siria, Iraq, Cina) e Stati Uniti. I premi sono stati assegnati da una giuria internazionale, presieduta da uno dei più affermati reporter americani, Jeremy Scahill, cofondatore del sito d'inchiesta The Intercept. Alla selezione dei vincitori hanno partecipato giornalisti e importanti addetti ai lavori di sette paesi europei: Riccardo Chiattelli, Pino Corrias, Corrado Formigli, Alberto Nerazzini, Andrea Scrosati (Italia), Alexandre Brachet, Marco Nassivera (Francia), John Goetz (Germania), Maggie O'Kane (Regno Unito), Morten Møller Warmedal (Norvegia), Hans Peterson Hammer (Svezia) e Margo Smit (Paesi Bassi).
La cerimonia di premiazione, condotta da Vicsia Portel e inserita nel programma del DIG Festival, si è aperta con la sezione Investigative Long, riservata ai lungometraggi d'inchiesta. Ad aggiudicarsi questa categoria è stata la regista cinese Nanfu Wang con Hooligan Sparrow, documentario di produzione americana in cui si raccontano le persecuzioni subite da una delle più agguerrite attiviste cinesi per i diritti umani.
Nella sezione Investigative Medium (mediometraggi d'inchiesta) il premio è andato a Saada Abd Elkader e Najoua Hammami, coautori di Upside Down, inchiesta sul triste epilogo delle primavere arabe di Egitto e Tunisia, dove le famiglie dei "martiri della rivoluzione" democratica e i giovani eroi del 2011 sono stati abbandonati al loro destino.
Nelle categorie Reportage Long e Reportage Medium, la giuria ha invece premiato rispettivamente: lo statunitense Craig Atkinson per Do Not Resist, documentario sulla massiccia militarizzazione della polizia americana; il fotografo siriano Issa Touma e i giovani videomaker olandesi Floor van der Meulen e Thomas Vroege per Greetings from Aleppo, opera che attraverso una serie di surreali e toccanti video-cartoline racconta la vita quotidiana in una città devastata dalle bombe.
Tra le opere brevi (sezione Short) ha vinto invece Il caso Provolo, inchiesta italiana realizzata per Fanpage.it da Sacha Biazzo: un lavoro che in soli 12 minuti riesce a condensare lo scandalo dei preti pedofili dell'Istituto Provolo, accusati di decenni di abusi sessuali su bambini sordomuti, a Verona e in Argentina. Dal racconto, attraverso testimonianze esclusive, emergono anche nuovi e preziosi elementi di indagine.
La premiazione è culminata con la categoria più prestigiosa, DIG Pitch, che assegna un contributo allo sviluppo di 20.000 euro al miglior progetto di inchiesta. Come da tradizione, il vincitore è stato scelto dopo un'intensa sessione di pitch, svoltasi nel pomeriggio di venerdì, durante la quale i finalisti hanno potuto presentare il proprio progetto alla giuria e a un pubblico di produttori e distributori internazionali. Con questa formula innovativa, negli ultimi due anni ben sei progetti (vincitori o finalisti) si sono trasformati in inchieste prodotte da network come Sky, Canal+ o Mediaset. Quest'anno il premio di produzione è andato a Hunting the General, di Lorenzo Tondo, Saul Caia, Rosario Sardella, Vincenzo Rosa. L'obiettivo del progetto è rintracciare uno dei trafficanti di essere umani più ricercati del pianeta, l'eritreo Medhanie Yehdego Mered, conosciuto come "il Generale". Nel giugno del 2016, la Procura di Palermo annunciava il suo arresto in Sudan dopo un'operazione di polizia internazionale. Peccato che si trattasse di un clamoroso errore di persona: del vero Generale si sono perse le tracce.
I vincitori di tutte le categorie – destinatari di contributi da 1000 a 20.000 euro – sono stati premiati con le "zappenne", opere dell'artista Claudio Ballestracci. Vista l'alta qualità dei lavori finalisti, la giuria ha attribuito anche due menzioni speciali, con la consegna di due tavole originali di Zamoc, artista che ha realizzato l'immagine di questa edizione del festival. Entrambe le menzioni vanno a due inchieste provenienti dal mondo arabo, premiate "per il coraggio e la rilevanza sociale del tema trattato": Behind the Doors of Silence dell'egiziano Ahmed El Shamy e Project No. 1 degli iracheni Asaad Al-Zalzali e Thaer Khalid Ibrahim. La prima delle due opere, finalista nella sezione Investigative Medium, rompe un vero tabù per la società egiziana denunciando per la prima volta il dramma degli abusi sessuali in ambito familiare. La seconda, finalista nella sezione Short, svela i responsabili di un colossale caso di corruzione, la scomparsa di 200 milioni di dollari stanziati dal governo di Baghdad per la costruzione di 1700 scuole in tutto l'Iraq: opere mai realizzate.
Durante la cerimonia sono stati infine premiati Carmen Vogani ed Emanuele Svezia, autori di Aisha e Zamira. Noi ragazzine Rom. L'opera, trasmessa da Nemo (Rai 2), si è aggiudicata la menzione "Carta di Roma" riservata a storie di migranti e minoranze.
La serata ha avuto come ospite d'onore Evgeny Morozov, uno dei massimi esperti di comunicazione digitale e libertà d'espressione, che ha proposto al pubblico di piazzale Ceccarini un intervento speciale dal titolo Internet non salverà il mondo, accorata difesa del giornalismo investigativo e della fondamentale funzione democratica. Il programma del DIG Festival si concluderà domenica con altri ospiti internazionali e con un fitto calendario di corsi della DIG Academy, talk show, proiezioni e spettacoli, tutti a ingresso libero, ospitati tra il Palazzo del Turismo e l'antistante piazzale Ceccarini. Tra i tanti appuntamenti in programma: un brunch sul giornalismo digitale con i reporter Jeremy Scahill, Jeff Larson e Philip Di Salvo (ore 11); la prima assoluta di Terre impure, documentario di Raffaella Maria Cosentino sulla 'ndrangheta (14); un talk sulla crisi del Sole 24 Ore con le testimonianze esclusive dei giornalisti Nicola Borzi e Giuseppe Oddo (19). Chiude il festival Aldo Morto (21.30), spettacolo teatrale sul rapimento e l'assassinio di Aldo Moro, scritto diretto e interpretato da Daniele Timpano.
Grand Hotel, arriva ‘Cuochi, fuochi, passioni’: il cooking show dei grandi chef
(Rimini) Sei grandi chef, due piatti ciscuno (che fa dodici imperdibili ricette), la cornice elegante del Grand Hotel di Rimini per ‘Cuochi, Fuochi, Passioni’. Domani, il cinque stelle del Gruppo Batani Select Hotels, aprirà per l’occasionela storica terrazza del ristorante ‘La dolce vita’ al tour itinerante di show cooking live ‘Rimini la spiaggia più bella del mondo’. “Cuochi - spiegao gli organizzatori - sta per grandi chef, fuochi intesi come elementi primordiali asserviti alle esigenze della cucina, passioni come insieme di emozioni, sensazioni e creatività”.
Di assoluto prestigio i nomi degli chef che “daranno vita alla serata gourmet più gustosa dell’estate”. Claudio Di Bernardo, chef del ristorante ‘La dolce vita’ del Grand Hotel Rimini, padrone di casa, sarà affiancato da Paolo Bissaro chef del ristorante ‘La Canonica’ di Castel di Mezzo (PU), Omar Casali chef del ristorante ‘Marè’ di Cesenatico, Daniele Succi chef del ristorante ‘I Fame’ dell’Hotel I Suite di Rimini, Silver Succi chef del ristorante ‘Quartopiano’ di Rimini e Fabio Rossi chef del ristorante ‘Vite’ di San Patrignano. Ognuno avrà a disposizione una postazione a vista, “sei isole del gusto con cucina live per un fantastico viaggio a 12 mani che racconterà la spiaggia più bella del mondo”. Ogni chef, infatti, preparerà due piatti speciali “che attualizzeranno, con opportune rivisitazioni, la tradizione culinaria della Riviera romagnola”. Al termine seguirà una degustazione di Champagne Pommery. Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 0541 56000.
Castel Simondo torna al Comune, domani vota il consiglio comunale
(Rimini) Parere favorevole dalla IV e V commissione, riunite oggi pomeriggio in sede congiunta, alla riconsegna al Comune di Rimini del Complesso della Rocca Malatestiana da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini (19 favorevoli e 9 astenuti per la IV, 22 favorevoli e 9 astenuti per la V). La proposta di delibera, che arriverà all’esame del Consiglio Comunale domani sera, prevede “il ritorno del castello nella disponibilità dell’Amministrazione, andando a risolvere la convenzione stipulata 19 anni fa con la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. Nel 1998 infatti il Comune deliberò l’assegnazione del bene alla Fondazione fino al novembre 2030, per la promozione, il sostegno e il coordinamento delle attività culturali anche turistiche, una convenzione pienamente e correttamente osservata negli anni. La riconsegna della Rocca malatestiana al Comune – un complesso che si estende su un’area di circa 2mila metri quadrati - arriva a seguito della volontà manifestata da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini di anticipare la risoluzione della convenzione e alla conseguente intenzione del Comune di non fermare il programma di iniziative culturali previste l'estate, come la rassegna di spettacoli nella corte e nelle sale espositive interne. Inoltre si consentirà la fruizione al pubblico del Castel Sismondo in un anno particolarmente importante, data la ricorrenza del seicentesimo anniversario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta le cui celebrazioni sono partite la scorsa settimana”.
La risoluzione della convenzione rappresenta anche “un passaggio importante verso l’attuazione della realizzazione del progetto del Museo Fellini, che ha nel Castello uno dei principali luoghi di attrazione e sviluppo. Tornando in possesso dell’intero complesso sarà possibile predisporre gli spazi da mettere a bando per avviare i lavori nell’estate del 2018. Il progetto del Museo Fellini prevede che le sale rinascimentali siano valorizzate e trasformate in botteghe e set felliniani; l’Ala di Isotta sarà dedicata a call di artisti internazionali chiamati a rievocare e rielaborare temi e atmosfere dei film di Fellini”.
Elezioni, Vescovi a Tosi: ricostruiamo il senso di appartenenza dei riccionesi
(Rimini) “Più che la sconfitta in sé in questo momento mi preoccupa il bene di Riccione, la nostra città. Ed è per questo che lavoreremo, anche dall’opposizione. Con lo stesso atteggiamento serio, corretto e costruttivo che ci ha contraddistinto e che sarebbe stato tale anche in caso di vittoria. Certo lo dovremo fare con una diversa forza rispetto a quella che avremmo potuto avere”. Così Sabrina Vescovi, candidata del Pd, sconfitta ieri al ballottaggio da Renata Tosi, Noi riccionesi, che è tornata ad essere sindaco di Riccione.
“Ma Renata Tosi dovrà anche riconoscere che ora si ritrova a governare con un vantaggio di 450 voti. Uno scarto davvero contenuto in una città di quasi 28.700 potenziali elettori. Una città che pur dimostrando ancora una sua voglia di partecipazione, distinguendosi in positivo (con un 10% in più) rispetto al quadro nazionale delle affluenze, è chiaramente fiaccata. Ora più che mai plasticamente divisa in due”.
Una situazione che “purtroppo ben rappresenta quel che andiamo sostenendo da tempo. C’è bisogno di una ricucitura forte, che sia territoriale, relazionale, anche sentimentale. E’ questa la grande lezione di questi mesi di campagna elettorale in mezzo ai cittadini”.
Insieme agli “auguri di buon lavoro, oggi vorrei consegnare a Renata proprio questo mio appello: ricostruiamo il senso di appartenenza alla nostra comunità. Sarebbe stato il mio primo impegno in caso di elezione, ora mi piacerebbe fosse il suo. Basta con i veleni, i colpi bassi, le scorrettezze. Chissà poi se quelle che abbiamo segnalato agli organi competenti abbiano pesato anche su questo risultato finale? E’ il solo dubbio che ancora oggi, a risultato fresco, mi concedo. Ma da domani basta. Basta con certi picchi di violenza a cui abbiamo assistito in questa campagna elettorale. Voltiamo pagina, facciamolo tutti nell’interesse di Riccione”.
“La nostra squadra, che non so davvero come ringraziare, ha già dato una nuova importante prova di condivisione. Ed è da qui che ripartiremo. Qui a Riccione il Pd ha saputo costruire un progetto di città insieme ad una forza fresca come Immagina Riccione e ad un laboratorio politico come SiAmo Riccione. Insieme abbiamo davvero lavorato tanto in questi mesi. E’ stata un’esperienza straordinaria, umanamente prima ancora che politicamente. Sapevamo bene di partire da una situazione di svantaggio, ma non ci siamo risparmiati arrivando a buttare il cuore oltre l’ostacolo. E ci è mancato davvero poco, quei 450 voti lo raccontano bene. Non era facile né scontato riuscire a riportare al ballottaggio gran parte degli elettori del primo turno, intercettando anche un sostegno più trasversale - 1.700 voti in più - rispetto al centrosinistra. Ma ci siamo riusciti. Un effetto combinato ottenuto con una candidatura credibile e un progetto di città che ha colto nel segno. Come e dove abbiamo mancato per raggiungere quel poco di più che bastava lo capiremo meglio nei giorni che verranno. Certo non abbiamo giocato sui personalismi, restando sempre su programmi e contenuti”.
“Prendiamo atto che questa sconfitta che s’inserisce anche in quadro nazionale punitivo per tutto il Partito democratico. Una situazione su cui andrà aperta più di una riflessione, un ragionamento approfondito e allargato. Che si sia inceppato qualcosa nella nostra capacità di essere rappresentativi dei cittadini è evidente. E poco importa se il Pd oggi a Riccione si conferma il primo partito se poi si ritrova all’opposizione. Ai riccionesi, ci tengo davvero, rinnovo fin da ora il mio impegno al servizio della città, garantendo che il nostro sarà un nuovo mandato all’insegna della responsabilità”.
Mercoledì sarà ‘shopping night’ in centro storico
(Rimini) Negozi aperti fino a tardi per festeggiare il centro e lo shopping con vetrine animate e tematizzate, dj set e concerti, menù pensati per la serata, sfilate, consulenze di shopping, prezzi speciali ed eventi unici: fra i grandi appuntamenti del porto e di Marina centro, anche il Centro storico si ritaglia il suo spazio nell’estate riminese con la Rimini Shopping Night, in programma quest'anno mercoledì 28 giugno.
Alla sua terza edizione estiva, la Rimini Shopping Night conferma il suo format di successo che punta a “mettere in sinergia tutti gli esercizi commerciali per rendere, grazie a iniziative e vitalità, il centro vivo ed appetibile anche d’estate e far sì che l’esperienza dello shopping diventi un evento memorabile”, come spiegano i promotori del comitato Centopercentro.
Protagonisti sono tutti gli esercizi commerciali del centro storico, dalle botteghe ai grandi mono brand, dai negozi storici ai bar e ai ristoranti: in totale più di 150 attività che aprono le loro porte oltre gli orari consueti e che organizzano micro eventi e promozioni speciali per allietare i loro clienti.
L’iniziativa prenderà il via alle 17 e proseguirà sino alle 23: un’apertura straordinaria per fare acquisti sino a tarda ora, anticipando i saldi ormai alle porte e assecondando i ritmi più blandi dell’estate.
Ma mercoledì sera lo shopping non sarà l’unica attrazione del centro: in tutto il centro sono almeno quindici gli spazi dedicati alla musica: si va dalla A.B. Rimini Big Band in piazza Cavour fino a Filippo Malatesta in concerto in piazzetta San Gregorio, passando per gli Angry Gentleman in via Garibaldi o per il jazz-swing piano e voce di Evelyn Prioli e Simone Migani in via IV Novembre.
Via Tempo Malatestiano è blues con i Bed & Breakfast, mentre a intrattenere il pubblico in piazzetta San Bernardino ci saranno Francesco Mussoni e Simone Oliva e in Largo Giulio Cesare il trio Tebataki; e poi ancora il dj set di Boldro in piazza Ferrari, Massimo Modula e Giacomo de Paoli in via Sigismondo, Matteo Perazzini in via Bertola, dj Fabiana in piazza Malatesta, l’esibizione del gruppo di ballo Le sirene danzanti in piazza Tre Martiri e quella della Rimini Desk Company in via Mentana. Si suona e si balla anche in via Soardi, in via Cairoli, in via Giordano Bruno, in corso d’Augusto e in via Michele Rosa.
Spazio anche alle iniziative delle singole attività: Felici Nove ad esempio in largo Giulio Cesare organizza “Aperitivo con parrucco”, una dimostrazione di acconciature da spiaggia, mentre Ducale 54 promuove in piazzatte Ducale, dalle ore 18, il percorso olfattivo “Dire Fare Profumare”.
“L’idea è quella di aprire tutti gli esercizi commerciali del centro facendoli dialogare fra loro e creare punti di ristoro e piazzole d’intrattenimento musicale e performativo- concludono gli organizzatori- così da creare un percorso sensoriale che alterni gusto, estetica, spettacolarità, leggerezza per offrire il volto compatto di una città che cambia, che si apre ai mood europei e non si chiude alle abitudini provinciali”.
Ballottaggio Riccione, Arlotti: Nel Pd sia vittoria sia sconfitta hanno padri e madri
(Rimini) “I risultati di queste elezioni amministrative richiedono un’attenta e approfondita valutazione sia a livello locale, sia nazionale”. E’ il commento dopo il risultato del ballottaggio a Riccione del deputato del Pd Tiziano Arlotti.
“A Riccione non siamo riusciti a vincere il ballottaggio nonostante Sabrina sia stata una lottatrice e, soprattutto nelle due settimane tra primo turno e il ballottaggio, lei e la coalizione abbiano saputo risvegliare l’interesse (anche se solo parzialmente, anche se non è bastato) degli elettori di centrosinistra e del Partito democratico”, spiega Arlotti.
Detto questo “i risultati locali ci consegnano un quadro di un Pd in evidente difficoltà, in linea peraltro con quanto sta accadendo a livello nazionale. Abbiamo perso Riccione, Morciano e Coriano e, se si conta la tornata amministrativa del 2016, non siamo andati meglio a Cattolica, Pennabilli e Novafeltria. Le uniche eccezioni sono state Rimini, ed è una grande eccezione evidentemente, e Montescudo Montecolombo”, sottlinea Arlotti.
“Ce ne è abbastanza non tanto per aprire una fase di polemiche, di ricerca di capri espiatori, di notti di lunghi coltelli. No, questo assolutamente no, sarebbe sterile e anche incomprensibile. Si tratta semmai di aprire una fase di analisi a 360 gradi, sincera, senza ipocrisie, anche cruda se è necessario, in cui mettere in fila i motivi di questo chiaro arretramento del nostro messaggio e della nostra proposta alle città e al Paese”.
Arlotti evidenzia “come sia lampante che dove pensiamo di essere autosufficienti, di bastare a noi stessi, di non aprirci a pezzi nuovi di società interessati come noi al riformismo, andiamo incontro a brutti risultati. Non è il tempo di processi, ma di analisi serie sì, perché di lotte intestine e correntismo credo ne abbiamo tutti abbastanza. Dobbiamo invece aiutarci, perché ormai siamo giunti molto vicini a un punto di non ritorno. Basta questioni personali, basta litigi, che in molti casi hanno radici lontane”.
Per questo Arlotti chiede a breve la convocazione della direzione provinciale del partito “per discutere onestamente del risultato del turno amministrativo dell’11 e del 25 giugno. Poi va gestita la fase precongressuale, ammesso e non concesso che i congressi sul territorio si tengano entro la fine dell’anno. La mia proposta è quella di accompagnare questa fase attraverso un’iniziativa politica allargata e condivisa, proprio perché il senso di tutto deve essere che il PD (a differenza degli altri partiti e movimenti) sa prendersi le sue responsabilità collegialmente. Nel Pd sia vittoria sia sconfitta hanno padri e madri: non siamo certo quelli che fanno finta di non riconoscere il proprio bambino".