Tangentopoli San Marino, 8 ex ministri condannati
(Rimini) Pesanti condanne per molti dei big coinvolti nell'inchiesta sul 'Conto Mazzini' della Banca commerciale sammarinese, la tangentopoli del Titano. Nove anni di "prigionia" per Giuseppe Roberti, che fu ai vertici dell'istituto di credito oramai chiuso nel quale fu acceso il libretto al portatore intestato a "Giuseppe Mazzini", nome fittizio ovviamente, su cui transitarono i soldi per le tangenti. All'ex ministro Dc Claudio Podeschi, che fu arrestato con la compagna, 8 anni. All'ex ministro socialista Fiorenzo Stolfi, anch'egli per un periodo agli arresti, 7 anni e 6 mesi.
Agli ex ministri Pier Marino Menicucci 4 anni e 3 mesi, Pier Marino Mularoni 5 anni, Giovanni Lonfernini 4 anni e 3 mesi, Gian Marco Marcucci 5 anni e 3 mesi. A Pietro Silva, amico di Podeschi, 7 anni e 6 mesi. A Luigi Moretti, 6 anni. Al banchiere Gian Luca Bruscoli 9 anni e 6 mesi, a Nicola Tortorella 8 anni.
Pene più lievi poi per gli ex consiglieri Psd Stefano Macina e Claudio Felici, 2 anni di prigionia, pena sospesa (Ansa).
‘Cuochi, fuochi, passioni’, grandi chef al Grand Hotel
(Rimini) L’eleganza fresca e delicata di un girotondo di tortelli alla curcuma e fiori di borragine, il tuffo del popcorn croccante nel mare vellutato di albicocca, il pancotto con gelato al parmigiano ospiti al solenne sposalizio dei crostacei, l’estrema simpatia appetitosa di un pomodoro scolpito attorno a un cuore di mozzarella e basilico, l’omaggio a Fellini con i vitelloni preziosamente tonnati, la virile intensa robustezza di un filetto alla Rossini . Grandi chef al Grand Hotel di Rimini, l’altra sera con ‘Cuochi, fuochi, passioni’.
La serata gourmet ha coinvolto sei cuochi di prestigio: Claudio Di Bernardo, chef del ristorante ‘La Dolce Vita’ del Grand Hotel Rimini, Paolo Bissaro, chef del ristorante ‘La Canonica’ di Castel di Mezzo (PU), Omar Casali, chef del ristorante ‘Marè’ di Cesenatico, Daniele Succi, chef del ristorante ‘I Fame’ dell’Hotel ‘I Suite’ di Rimini, Silver Succi, chef del ristorante ‘Quartopiano’ di Rimini, e Fabio Rossi, chef del ristorante ‘Vite’ di San Patrignano.
Atmosfera rarefatta e informale, sorrisi e sospiri, profumi e sapori, colori e forme, luci e suoni, la voglia di volersi bene, allo show cooking live ‘Rimini la spiaggia più bella del mondo’. Ospiti nella cornice accogliente della terrazza del Gran Hotel di Rimini anche l’olio extravergine d’oliva fragrante e sano delle colline riminesi, formaggi francesi, salumi romagnoli, gin della riviera e champagne d'oltralpe, la canapa (quella che fa bene e non sballa), pani da grani antichi.
Castel Sismondo, si lavora al giardino
(Rimini) Comincia a prendere forma l'intervento di riqualificazione sulla Corte a mare di piazza Malatesta. Uno sviluppo dei lavori che già all'occhio prefigura quello che sarà il risultato del progetto finale dell'intervento elaborato dai tecnici della Direzione Lavori pubblici del Comune di Rimini lungo il perimetro della "corte a mare" di Castel Sismondo delimitata dalla falsabraga costituita dal bastione poligonale che si interpone tra l'ingresso del castello e l'antico fossato. Prosegue inoltre la valorizzazione dei reperti archeologici con la continua sorveglianza e collaborazione della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti.
La posa degli elementi di divisione fra le aree verdi e i percorsi pedonali, del cordolo perimetrale che ricalca l'andamento del bastione della corte mare, nonché delle panche che delineano i bastioni che caratterizzavano il perimetro della suddetta corte, sta infatti restituendo la bellezza unica dell'antica fortezza voluta da Sigismondo Pandolfo Malatesta, di cui proprio qualche giorno fa è ricorso i sesto centenario della nascita.
A quello in corso sulla Corte a mare si aggiungeranno a breve quelli previsti dal secondo lotto, che interesserà la parte più a nord della piazza racchiusa dalle mura che prevede la sistemazione a verde e arredo urbano dell'area, la realizzazione di un anfiteatro naturale destinato agli spettacoli, di un percorso sopraelevato panoramico e di percorsi pedonali, con l'obiettivo di favorire una nuova fruizione di uno dei luoghi più carichi di storia della città.
Solidarietà, da Rimini for Mutoko a Rimini for Montigallo
(Rimini) Rimini for Mutoko diventa un po’ Rimini for terremotati. Al via la quindicesima edizione del torneo targato Rimini For Mutoko: due settimane di sport, divertimento, ma soprattutto solidarietà per aiutare l’ospedale di Mutoko in Zimbabwe, diretto da Marilena Pesaresi e Massimo Migani e con una novità per quest’anno. I fondi raccolti saranno destinati anche alla popolazione del comune di Montegallo colpita dal terremotodello scorso anno con un progretto per contribuire alla rirpesa delle attività economiche.
“Ogni anno - spiegano gli organizzatori - ci prefiggiamo un nuovo obiettivo ed elaboriamo dei progetti che gestiamo nella massima trasparenza, perché per noi è importante che chi ci aiuta veda dove e come vengono utilizzati i fondi raccolti”.
Rimini For Mutoko è diventato oramai un appuntamento fisso dell’estate riminese ed uno degli eventi sportivi a scopo benefico più importanti anche a livello nazionale, cresciuto nel tempo e sempre più atteso e partecipato con oltre 350 iscritti ai tornei lo scorso anno, dei quali 70 ragazzi under 16, giocato più di 1200 partite di beach tennis, beach volley e foot volley disputate su oltre 30 campi, tra il bagno 28 e il 45 di Rimini Marina Centro, tra il 1° e il 10 luglio; sono stati venduti tutti i 12.000 biglietti della lotteria, con estrazione finale il 16 Luglio in Piazza Cavour, durante il torneo di Burraco al quale hanno partecipato ben 300 giocatori.
Tonerà la novità dello scorso anno ovvero la RunRise, una camminata ludico-motoria all’alba la mattina dell’avvio del torneo. Per i più mattinieri è confermata sabato 15 luglio 2017 la seconda edizione con inizio alle 5,41.
Oltre 100 ditte e tanti privati cittadini hanno contribuito alla raccolta di 67.000 euro “con i quali abbiamo proseguito il progetto iniziato l’anno precedente per contribuire a ridurre la mortalità e la morbosità causate dall’HIV-AIDS nel distretto di Mutoko – ne hanno potuto beneficiare 1000 persone - e abbiamo sostenuto le spese di viaggio per portare in Italia 20 bambini con gravi patologie che necessitavano di essere operati al cuore”.
Per il 2017 l’obiettivo “è quello di raccogliere fondi per l’acquisto di medicinali per l’ospedale di Mutoko (il budget è di circa 55.000 euro) e portare in Italia altri 20 bambini sempre nell’ambito del progetto Operazione cuore”.
A luglio si svolgerà il consueto torneo di beach tennis, quest’anno con una nuova formula – femminile e maschile giallo open e over 40 - in un solo giorno il 16 luglio. Sabato 15 luglio ci sarà il torneo misto a coppie fisse. Durante la settimana si sfideranno i ragazzi under 12 e 15 e si giocheranno i tornei di beach Volley adulti, di Foot volley, il volley per ragazzi e il torneo di bocce in spiaggia. Tutte le categorie inizieranno a sfidarsi già dal 7 luglio in avanti, per poi completare le fasi finali domenica 16 nel pomeriggio.
Turismo in Emilia Romagna, 5 milioni di arrivi nel primo semestre 2017
(Rimini) Turismo col segno più in Emilia-Romagna e con sempre maggior forza importante fattore di sviluppo per l’economia regionale. Il settore chiude infatti il primo semestre 2017 con oltre 17 milioni di presenze, +7,6% rispetto ai 16 milioni registrati nello stesso periodo del 2016, mentre gli arrivi superano i 5 milioni, +8% sui circa 4,8 milioni della prima metà dell’anno scorso. In aumento sia la clientela nazionale (+8,3% gli arrivi e +7,4% le presenze) sia quella internazionale (+7,2% gli arrivi e +8,5% di presenze).
Complessivamente, poi, il valore aggiunto delle attività turistiche in Emilia-Romagna, cioè l’incidenza della filiera sull’economia regionale, raggiunge quota 14,6 miliardi, pari all’11% del totale regionale e l’occupazione turistica riguarda circa 160 mila persone, pari al 9,8% del totale in regione. Numeri che tengono conto sia del contributo delle attività direttamente riconducibili al turismo (alloggio, ristorazione, attività agenzie viaggio e tour operator) sia di quello indiretto e afferente ad altre attività che beneficiano della spesa turistica. Tradotto, significa che ogni 100 euro spesi in attività turistiche dirette se ne generano altri 85 a vantaggio di attività che beneficiano dei flussi turistici stessi.
E’ quanto si ricava dalla ricerca dell’Osservatorio turistico regionale di Unioncamere Emilia-Romagna e Regione Emilia-Romagna sull’andamento del settore nei primi sei mesi del 2017. Dati che confermano quanto si va affermando da tempo, e cioè che la crescita del turismo in regione passa sicuramente dal rendere sempre più competitiva l’offerta della Romagna e delle aree a forte vocazione turistica, ma anche dalla capacità di valorizzare quei territori dell’Emilia che, sia direttamente che indirettamente, hanno le potenzialità per generare elevati valori di ricchezza turistica.
“Sono numeri che parlano da soli- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- e che si inseriscono in una tendenza di crescita della nostra economia e dell’occupazione, +1,4% il Pil regionale nel 2016 e disoccupazione scesa sotto il 7% dal 9% di inizio legislatura, che pongono l’Emilia-Romagna al vertice a livello nazionale e che ne fanno un territorio in grado di competere con le aree più avanzate a livello europeo e internazionale. E sono numeri che dimostrano che non ci sbagliavamo quando dicevamo che il turismo può valere il 10% del Pil regionale, come si vede dai dati sul valore aggiunto del settore, che incide per l’11% sull’economia emiliano-romagnola. Per non dire dell’aumento di arrivi e presenze nei primi sei mesi di quest’anno. L’aver puntato sulla valorizzazione complessiva dei territori, con la nuova legge sul turismo, su brand che ormai ci rappresentano nel mondo (Motor Valley, Food Valley e Wellness Valley), e sulla collaborazione tra istituzioni e imprenditori invece che sulla competizione fra aree geografiche, sta pagando. Stiamo rendendo l’Emilia-Romagna una regione sempre più attrattiva- chiude Bonaccini- una strada sulla quale insisteremo con ancora più forza”.
Per l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, “con questi dati il turismo si conferma un’industria strategica della nostra regione e un pilastro per la crescita economica e il raggiungimento della piena occupazione. Abbiamo infatti superato il 10% del Pil regionale, che era uno degli obiettivi politici di questa legislatura. Ora continuiamo a lavorare per far crescere ulteriormente il settore, anche nelle aeree storicamente meno vocate ma oggi fondamentali per aumentare l'attrattività regionale perché ricche di eccellenze, di Destinazioni e di prodotti con un forte profilo internazionale".
La prima metà di quest’anno vede infatti una crescita praticamente di tutti i comparti: la costa con 2,5 milioni di arrivi (+8,4%) e 10,7 milioni di presenze (+6,6%), le città d’arte con 1,5 milioni di arrivi (+8,2%) e 3,4 milioni di presenze (+11,5%), l’appennino con 141mila arrivi (+4,4%) e 583mila presenze (+2,8%). E che il turismo emiliano romagnolo goda di ottima salute viene confermato anche dalla voce “Altre località”, introdotta nei monitoraggi dal 2016, che comprende i comuni che non rientrano, per le loro caratteristiche, nei prodotti turistici tradizionali, come ad esempio Carpi e Fidenza, oppure Sassuolo e Imola (questi ultimi dall’anno scorso promuovono congiuntamente il nuovo prodotto turistico Ceramic Land): 835mila gli arrivi (+8,7%) e 2,1 milioni le presenze (+11%). E anche per le terme sono in crescita gli arrivi - 176mila, +0,6% -, seppur le 493mila presenze facciano registrare l’unico calo, -1,6%.
L’occupazione nelle attività turistiche in Emilia-Romagna coinvolge circa 160 mila dipendenti, il 9,8% dell’occupazione totale regionale. Rimini è la prima provincia regionale per incidenza dell’occupazione turistica (32,6%). Al secondo posto si colloca Ravenna, dove un dipendente ogni cinque trova occupazione nella filiera turistica. In Romagna l’occupazione turistica supera il 22% mentre in Emilia, dove forte è la vocazione manifatturiera, sfiora comunque il 6%.
La distribuzione riscontrata nei dati occupazionali presenta andamento analogo per quanto riguarda il valore aggiunto. Complessivamente l’incidenza della filiera turistica nell’economia regionale è pari all’11%, composta per il 54% da attività dirette (alloggio, ristorazione e altro) e per il 46% da attività indirette (trasporti, commercio, attività di intrattenimento, servizi alla persona). Significa che ogni 100 euro spesi in attività turistiche dirette se ne generano altri 85 a vantaggio di attività che beneficiano dei flussi turistici.
Al primo posto della graduatoria regionale si colloca Rimini, dove oltre il 36% del valore aggiunto afferisce alla filiera turistica. Valori elevati anche a Ravenna e Forlì-Cesena: complessivamente oltre un quarto del valore aggiunto dell’area Romagna è riconducibile alla filiera turistica. A Bologna l’incidenza turistica arriva a sfiorare il 9% del valore aggiunto provinciale, una quota elevata se si tiene conto della rilevanza degli altri comparti industriali e del terziario nella provincia bolognese. Ferrara presenta un’incidenza del 14,5%, valori inferiori per le altre province emiliane, caratterizzate da una forte specializzazione in altre filiere produttive.
Il tributo riminese a Vasco Rossi diventa prodotto turistico
(Rimini) From Modena Park to Rimini Beach, sale la febbre per il 1 luglio: una data che rimarrà scolpita nella storia della musica. Vasco Rossi a Modena per il concerto/tributo ai suoi 40 anni di attività artistica, la Summer Beach Arena sulla spiaggia libera di Rimini con i suoi maxi schermi per seguire in diretta il mega evento sold out. Nasce così #5:31 Albachiara, Vasco from Modena Park to Rimini Beach, il grande evento - tributo ai 40 anni del rocker di Zocca che si svolgerà nell'arena sulla spiaggia libera di Rimini.
Si inizia alle ore 19 con la musica dal vivo in attesa della diretta dal parco Enzo Ferrari: a portare sullo stage della Summer Beach Arena tutta la loro passione per Vasco ci saranno i ’Kom’, la Vasco Rossi Tribute band più accreditata d’Italia che eseguirà dal vivo una selezione di pezzi tra vecchi e nuovi, fino all’inizio del collegamento con Modena dai maxi schermi posizionati sulla spiaggia. Lungo un ampio tratto di spiaggia libera si potrà seguire tutto il concerto durante il quale Vasco canterà 40 canzoni per 40 anni di militanza sul ‘Fronte del Palco’ con brani selezionati dalle diverse fasi della sua carriera, dalle note più malinconiche ai suoni più rock. Dopo la diretta da Modena, sul palco della Summer Beach Arena di Rimini sarà la volta della Notte dedicata a Vasco a cura di Radio M2o con dj set che vedranno alcuni dj di punta della radio alla consolle re-mixare i più grandi successi di Vasco che, come tutti sanno, ha iniziato la sua carriera proprio facendo il deejay. Insieme ai dj, tra rock "remixato" e happy music, in un contesto di musica ambient e lounge, si alterneranno altri artisti.
Il grande canto corale del popolo di Vasco prosegue fino all’alba quando il pubblico presente intonerà “Albachiara”, tutti insieme ad alcuni membri della band di Vasco, i cui nomi saranno annunciati domani sul sito ufficiale di Modena Park. I musicisti in arrivo sulla spiaggia di Rimini direttamente da Modena suoneranno dal vivo sul palco della Beach Arena, nel chiarore di una luce non riproducibile altrove, per la più evocativa e indimenticabile fra tutte le albe possibili.
E il calore del pubblico si fa già sentire. "Tantissime le telefonate di richiesta di informazioni agli uffici di informazione turistica - commenta il Presidente di Rimini Reservation Ivan Gambaccini. La promozione dell'evento #5:31 Abachiara Vasco From Modena Park to Rimini Beach in pochi giorni ha totalizzato più di 250.000 fans di Vasco informati dell'evento e la risposta è stata sopra ogni aspettativa: telefoni degli uffici Iat roventi, passaparola, richiesta di camere sia tramite la piattaforma web di Emilia Romagna Welcome sia tramite quella di Rimini Reservation. Lo stesso trend lo si è potuto vedere sulle altre Olta (on line travel agency) con un'accelerata dell'occupazione delle camere disponibili".
Riccione apre ai migranti, il sindaco Tosi: Lo impone la Prefettura
(Rimini) Dal comune di Riccione precisano subito che la novità arriva “su sollecitazione della Prefettura di Rimini”. La novità è questa: l’amministrazione ha dovuto dire sì all’“accoglienza in emergenza di 12 migranti, temporaneamente sistemati presso soggiorni provvisori ma che, entro la prossima settimana, conclusesi le fasi di riqualificazione, andranno ad occupare i tre centri predisposti all'accoglienza umanitaria di viale Toscana, viale Puglia e viale Piemonte”.
Anche il sindaco Renata Tosi ribadisce il ruolo della Prefettura nell’arrivo degli immigrati a Riccione. “Come tutti sanno la Prefettura predispone l'arrivo di cittadini stranieri nel territorio comunale - sottolinea Tosi - a seguito di una decisione presa unilateralmente dal Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione del Ministero dell'Interno, per cui siamo costretti a ricevere nel nostro territorio queste persone senza poterci opporre in alcun modo". Occorre “considerare, quindi – continua il sindaco - che tali situazioni emergenziali sono caratterizzate dalla imprevedibilità, che spesso non ci consente la preventiva adozione delle conseguenti misure, in quanto si opera in una condizione di urgenza e necessità volta alla salvaguardia della vita e della dignità di esseri umani. Noi sindaci - precisa ancora Renata Tosi - siamo i più concreti referenti dei nostri cittadini, siamo i soggetti deputati a garantire coesione ed equilibri sociali sui territori. L'accoglienza dei migranti è possibile solo quando ha davanti a sé la concreta prospettiva della sostenibilità e dell'integrazione di cui troppo spesso non si tieneconto. E così facendo, le comunità si trovano spesso spiazzate e, oggettivamente, crescono così malumore e problemi".
Sulla questione interviene anche la Lega Nord. “Si tratta dell’ultimo ‘regalo’ lasciatoci in consegna dal commissario prefettizio. Riccione - ribadisce la consigliera Elena Raffaelli - ha sempre dimostrato la propria contrarietà al marcio circuito dell’accoglienza e alla ripartizione coatta di presunti richiedenti asilo. Adesso ci ritroviamo, nostro malgrado, a gestire l’inattesa eredità prefettizia ma non per questo ce ne faremo una ragione. Riccione è una località turistica il cui valore e vocazione non possono essere compromessi dall’arrivo di immigrati clandestini”. Da qui l’intenzione del Carroccio di “incontrare subito il prefetto di Rimini per scongiurare l’invio di altri profughi”.
Pd, i sindaci Gnassi, Drei e Lucchi: “Aperti al civismo sociale”
(Rimini) Arriva oggi l’appello di tre sindaci romagnoli per il Pd. Davide Drei, Forlì, Andrea Gnassi, Rimini, e Paolo Lucchi, Cesena, non possono fare a meno di “registrare una evidente battuta d’arresto per il Pd” nella “recente tornata amministrativa”, ma prima ancora segnalano “una rottura crescente nel rapporto tra i cittadini e la partecipazione. Una rottura ancor più pesante, poiché si concretizza durante il momento fondante della democrazia rappresentativa: l’espressione del proprio voto”.
Da questo punto di vista, “più che esercitarsi sulle cartine geografiche contando chi abbia vinto e chi abbia perso, facendo analisi in relazione al proprio tornaconto di posizionamento politico, occorre avere l’onestà intellettuale di ammettere che nel rapporto tra cittadini e partecipazione abbiamo perso tutti e che il dato elettorale pone in evidenza come, tra l'altro, che chi è chiamato a ruoli di governo locale sia molto spesso, di fatto, espressione di una minoranza della propria comunità”.
I tre sindaci sentono “la necessità di partire da questa frattura, evitando le astratte analisi politologiche che oggi dominano la riflessione pubblica. Si è rotto qualcosa di più profondo del legame tra qualche partito e parte del proprio elettorato”.
I tempi cambiano. “Chi ha su di sé la responsabilità di governo di una città, sa bene che quello odierno sia il tempo di un radicale cambio d’epoca, non certo e solo di una crisi economica. E sa bene come senza interpretare il cambiamento con profondità e visione strategica - al contrario pensando di sostenerlo con prassi e logiche culturalmente e politicamente semplicemente derivanti da decenni passati - il risultato, per una città, sia l’arenarsi nelle secche dell’immobilismo e della mediazione, virata alla pura conservazione di molteplici status quo”.
Per il Partito democratico, “nato nella ‘culla’ del Lingotto, riformismo non significava la semplice sintesi di grandi culture politiche provenienti dal passato o, peggio, la sommatoria delle rispettive correnti. No, quel Pd venne fondato per essere un partito popolare del tutto nuovo, in termini di identità e di capacità di ascoltare ed essere interlocutore delle istanze di pezzi nuovi di una società in epocale mutamento”.
Oggi, ancor di più di allora, “siamo testimoni ed attori di una società mutevole, più gassosa che liquida. La divaricazione è quella tra esclusi ed inclusi e travolge ogni considerazione legata ad ideologie o appartenenze politiche tradizionali: la tecnologia che elimina lavoratori, le guerre che spingono immigrazione, le paure generate dagli stessi flussi migratori, i muri veri e metaforici che costellano ogni angolo del nostro cammino quotidiano”.
Il “populismo” ed il “neoprotezionismo” delle destre, “parlano e ricevono consensi a destra ed a sinistra. Il populismo parla, amplificando nel Paese e nelle città le preoccupazioni, le ansie, i timori raccolti in questa tornata elettorale dal centrodestra apparso più credibile che nel recente passato”.
Il campo delle culture progressiste, democratiche e riformatrici, invece, “balbetta”. “Dunque o il progetto riformatore del Pd è radicale di fronte alla radicalità dei temi, oppure non è. O il Partito democratico è innovativo e determinato di fronte alla radicalità dei temi posti da una società ipergassosa, o lascia il campo alla destra o ai populismi”.
Da sindaci lo misurano “ogni giorno nelle città che abbiamo l’onere e l’onore di guidare: essere radicali nel governo di una realtà territoriale o di un intero Paese, vuol dire costruirsi un’identità, una riconoscibilità, una nettezza su proposte che alla base devono avere il coraggio delle scelte. Coraggio delle scelte, ad esempio, su un nuovo stato sociale, riconoscendo che tra i bisogni delle persone e lo Stato, non ce la fa più ad esserci solo lo Stato, ma ci può essere un welfare di comunità, uno stato sociale di comunità; coraggio delle scelte sulla riconversione di un modello di sviluppo non centrato sul consumo di territorio, ma sui grandi motori della cultura, dei servizi e delle tecnologie su cui si formano e trovano occupazione i nuovi lavoratori; coraggio delle scelte sull’accoglienza delle persone, che implica solidarietà, ma anche fermo rigore verso chi non si vuole integrare e non sta alle regole”.
A parere dei tre, quindi, “serve un progetto riformatore centrato sul coraggio delle scelte, come quello che stiamo cercando di armonizzare per la realizzazione dell’area vasta della sanità romagnola. Un progetto per il quale non abbiamo fatto accordicchi, messo qualche pezza o cercato mediazioni al ribasso. Al contrario, abbiamo concretizzato un progetto difficile ma dichiarato, fortemente riformatore, sul quale abbiamo investito superando i campanili, cercando di garantire la migliore sanità ed i migliori medici ad ogni cittadino, senza distinzione di censo e reddito, in una fascia territoriale di 100 chilometri ed al massimo a 40 minuti da casa di ciascuno”.
O come il recente processo di unificazione delle agenzie della mobilità e del trasporto pubblico romagnolo, “realizzato per dare al futuro della mobilità un ambito adeguato e prospettico per gli investimenti ecocompatibili e per continuare a garantire la fruibilità nei territori più disagiati e per le fasce sociali meno autonome”.
Questi sono “i primi processi di politiche di integrazione di area vasta che ad esempio, con la cinquantenaria esperienza di Romagna Acque, ha garantito con lungimiranza il presidio ieri e oggi di un bene pubblico come l’acqua”.
Un progetto “di chiara identità riformatrice non deve parlare alle comode (per fini politici) categorie della politica: non sono sufficienti le evocazioni di un “nostro popolo” (“torniamo a parlare al popolo di sinistra”) da un lato e dall’altro l’evocazione de “i moderati” (“torniamo a parlare al popolo dei moderati ”); un progetto di chiara identità riformatrice non deve parlare al solo mondo della rappresentanza tradizionale, anch’esso peraltro attraversato potentemente dalle difficoltà di rappresentare “gli esclusi” e che spesso si concentra solo sulla legittima tutela degli inclusi. No, un progetto fortemente riformatore deve parlare ad una pluralità di cittadini singoli, che di fronte alle grandi questioni dell’oggi - lavoro, protezione sociale, sicurezze - si sentono soli ed appartenenti alla categoria degli esclusi”.
Drei, Gnassi, Lucchi pensano “quindi ad un Partito democratico perno di un progetto radicalmente riformatore e che, sulla base di questo, coltiva e cerca relazioni e alleanze sociali profonde e non alleanze di ceto politico. Un PD perno di un progetto riformatore che si allarga, da un lato a sinistra a un civismo sociale e dall’altro, con coraggio, curiosità e lungimiranza, ad un civismo dell’intraprendere, dell’impresa, delle professioni. Un allargamento non centrato su alleanze politiciste o accordi elettorali immediatamente percepiti come ‘di plastica’ e dunque con scarsa o nessuna capacità espansiva, ma centrato su idee dichiarate di città e di Paese, capaci di dialogare e includere forze dinamiche e attive nelle nostre comunità”.
Il Pd “che pensiamo è un partito che lavora senza sosta per possedere una vocazione maggioritaria di un’idea di società, di città e di Paese e non per essere un contenitore maggioritario con un indistinto tutto dentro, il cui unico fine è il governo”.
Il Pd dei sindaci “non ha nulla a che fare con un partito autoreferenziale, un partito con la mitologia della purezza e che al massimo può aprirsi solo a un dialogo con forze riferibili ai perimetri politici delle coalizioni di sinistra del passato. Duro o no che sia, quei perimetri non leggono e contengono la società di oggi, i non protetti, gli esclusi, che hanno guardato prima ai 5stelle e, in queste elezioni, al centrodestra”.
Il Pd “nasce per alimentare risposte a bisogni che vengono da un campo largo di cittadini non rappresentabili con la fotografia della società del Novecento, ma con quella di oggi. Lo misuriamo ogni giorno nelle nostre città, alle prese con le ricadute locali di problemi enormi, internazionali e locali”.
La “chiarezza” degli intenti, l’ancoraggio a “valori netti e percepibili”, un “progetto riformatore radicale che non rinuncia allo ius soli ed è consapevole della burocrazia che uccide imprese e lavoro, sono l’unica base su cui ricomporre quel circuito virtuoso della rappresentanza che reclama forme diverse di coinvolgimento e partecipazione non più esauribili nello stesso necessario confronto sociale con i tradizionali “corpi intermedi”: serve quindi - assieme ed in fretta - passare dalla ormai poco utile concertazione, alla dinamica e coinvolgente condivisione strategica”.
Non è infatti “affidandoci alle vecchie liturgie od alla semplificazione ambigua del web, che si rinsalda un legame di fiducia con chi non guarda più al Pd. Ma è con la profondità di un progetto fortemente riformatore, ancorato sul coraggio di proporre idee robuste, radicali, capaci di includere chi è tagliato fuori, che il Pd, unica forza popolare e democratica in Italia, saprà ricostruire quella relazione di fiducia e lealtà con i cittadini. In Romagna, a Ravenna, Rimini, Cesena e Forlì, questo cammino è avviato e sicuramente, consolidandosi, sarà un punto di riferimento credibile per tutti i romagnoli ed esperienza innovativa a disposizione del Paese, se ci sarà chi vuole guardare ad essa con curiosità”.
Cocoricò entra nell’estate con Luciano Nicolet
(Riccione) Con il primo fine settimana che segna l'ingresso nel cuore dell'estate il "Coricò", e la sua nuova società di gestione diretta da Fabrizio De Meis, presentano una due giorni all'insegna di sonorità solari e coinvolgenti e che esprimono in pieno le nuove scelte artistiche e di intrattenimento del locale icona della notte italiana.
Venerdì (30 giugno), performance del format di maggiore successo nel nostro Paese e nel nostro continente. La Piramide apre le porte alla seconda tappa riccionese del tour estivo di "Mamacita". Uno spettacolo nato nel 2011 a Lignano Sabbiadoro e subito diventato brand dell'intrattenimento hip-hop, Reggaeton e R&B in tutta la penisola e in Spagna. "Mamacita" è anche un programma radiofonico in onda tutti i week end su Radio 105, una compilation e una linea di abbigliamento. Dj e mc della serata al "Cocoricò" sono artisti quali: Max Brigante, Andrea Pellizzari, i Roc Stars, Latin lovers e Tormento.
Sabato (1 luglio), la consolle si accende, invece, per Luciano Nicolet (nella foto). Dj Luciano, nato in svizzera ma cresciuto artisticamente e musicalmente in Cile, è arrivato al successo internazionale grazie a due straordinari Dj quali Ricardo Villalobos e Dandy Jack. Sono loro a scoprirlo nei club cileni e a portare in Europa, nei primi anni duemila, le sue rivoluzionarie sonorità, giocate fra house, techno e minimal. Il tutto reso assolutamente unico e senza precedenti, da una sorprendente e innovativa influenza di ritmi melodici latini e soprattutto andini.
Suoni che di incrocio e contaminazione di linguaggi, di una fusione tra l'influenza della corrente techno europea – svizzera e tedesca – e quella della cultura musicale della cordigliera andina, fanno la sua cifra musicale più evidente e apprezzata. Luciano dai suoi vinili o dal suo tracker estrae tracce legate da un grande denominatore comune: il piacere e la condivisione di una musica che unisce e diverte. Ovvero, il vero cuore del palinsesto della "Riviera Summer Season 2017" del "Cocoricò".
Castel Sismondo da oggi torna al Comune. Gemmani: Con le grandi mostre a Rimini 500mila visitatori
(Rimini) È stato sottoscritto oggi, tra Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e Comune di Rimini, l’atto consensuale di risoluzione della convenzione siglata tra le due parti nel 1999 per il ripristino e la gestione di Castel Sismondo. Significa, in soldoni, che la rocca malatestiana ritorna nella disponibilità della proprietà comunale.
La convenzione del 1999 aveva permesso (attraverso l’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio) il restauro ed il pieno recupero della quattrocentesca rocca malatestiana, abbandonata da anni ed in grave stato di degrado dopo essere stata utilizzata anche come carcere.
Non solo. A termini di convenzione, la Fondazione si era assunta anche l’onere della gestione del Castello, rendendolo da un lato fruibile al pubblico (la stragrande maggioranza dei riminesi non lo aveva mai visto all’interno), dall’altro sede di eventi culturali via via sempre più rilevanti.
In tal modo, Castel Sismondo è stato restituito alla città sia come complesso storico-monumentale (uno dei più importanti e significativi di Rimini), sia come luogo di cultura e fulcro di attività di grande impatto che hanno contribuito non poco a rivitalizzare ampia parte del centro cittadino.
Al Castello si sono alternate grandi mostre di livello nazionale e internazionale (dalla Signoria dei Malatesta al Trecento Adriatico, da Cagnacci a Baronzio, fino alle esposizioni di Linea d’Ombra che hanno portato a Rimini oltre 500.000 visitatori in tre anni) ed eventi di valorizzazione di espressioni artistiche locali, con un notevole indotto in termini di crescita della fruizione culturale della città da un lato, e di benefici economici dall’altro (una ricerca dell’Università di Bologna, sede di Rimini, ha stabilito che la mostra “Da Vermeer a Kandinsky” del 2012 ha prodotto, da sola, un effetto complessivo sul territorio di Rimini e provincia di valore compreso fra 5,8 e 7,3 mln di euro).
I 18 anni di gestione della Fondazione hanno permesso di svolgere, sviluppare e portare a termine con esiti molto positivi un ampio ciclo culturale a servizio della città, facendo al tempo stesso maturare un solido avviamento del Castello come prestigiosa e collaudata sede di attività ed eventi espositivi; condizione, questa, che apre ora la strada in modo ottimale ad una nuova fase, che sarà probabilmente caratterizzata da importanti progetti preannunciati dal Comune di Rimini nel più ampio ambito di un processo di riqualificazione urbana del centro storico.
“La convenzione del 1999 è stata un esempio molto significativo di partnership pubblico/privato per il raggiungimento di finalità d’interesse generale”, osserva Linda Gemmani, Presidente della Fondazione.
“Siamo orgogliosi”, aggiunge Gemmani, “di aver contribuito in misura determinante, intervenendo sul Castello, al recupero e rilancio di una parte così significativa del centro città. In questi anni, tra restauro e gestione del complesso, nonché realizzazione di eventi al suo interno, la Fondazione ha investito molti milioni di euro, ma ciò ha costituito un essenziale volano, come accadde negli anni ’90 con il grande intervento al Tempio Malatestiano, per mettere in moto processi di più ampio respiro a vantaggio della città e della comunità locale”.
“Ci auguriamo”, conclude Gemmani, “che Castel Sismondo rimanga un cuore pulsante del fare cultura a Rimini”.