Riccione apre ai migranti, il sindaco Tosi: Lo impone la Prefettura
(Rimini) Dal comune di Riccione precisano subito che la novità arriva “su sollecitazione della Prefettura di Rimini”. La novità è questa: l’amministrazione ha dovuto dire sì all’“accoglienza in emergenza di 12 migranti, temporaneamente sistemati presso soggiorni provvisori ma che, entro la prossima settimana, conclusesi le fasi di riqualificazione, andranno ad occupare i tre centri predisposti all'accoglienza umanitaria di viale Toscana, viale Puglia e viale Piemonte”.
Anche il sindaco Renata Tosi ribadisce il ruolo della Prefettura nell’arrivo degli immigrati a Riccione. “Come tutti sanno la Prefettura predispone l'arrivo di cittadini stranieri nel territorio comunale - sottolinea Tosi - a seguito di una decisione presa unilateralmente dal Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione del Ministero dell'Interno, per cui siamo costretti a ricevere nel nostro territorio queste persone senza poterci opporre in alcun modo". Occorre “considerare, quindi – continua il sindaco - che tali situazioni emergenziali sono caratterizzate dalla imprevedibilità, che spesso non ci consente la preventiva adozione delle conseguenti misure, in quanto si opera in una condizione di urgenza e necessità volta alla salvaguardia della vita e della dignità di esseri umani. Noi sindaci - precisa ancora Renata Tosi - siamo i più concreti referenti dei nostri cittadini, siamo i soggetti deputati a garantire coesione ed equilibri sociali sui territori. L'accoglienza dei migranti è possibile solo quando ha davanti a sé la concreta prospettiva della sostenibilità e dell'integrazione di cui troppo spesso non si tieneconto. E così facendo, le comunità si trovano spesso spiazzate e, oggettivamente, crescono così malumore e problemi".
Sulla questione interviene anche la Lega Nord. “Si tratta dell’ultimo ‘regalo’ lasciatoci in consegna dal commissario prefettizio. Riccione - ribadisce la consigliera Elena Raffaelli - ha sempre dimostrato la propria contrarietà al marcio circuito dell’accoglienza e alla ripartizione coatta di presunti richiedenti asilo. Adesso ci ritroviamo, nostro malgrado, a gestire l’inattesa eredità prefettizia ma non per questo ce ne faremo una ragione. Riccione è una località turistica il cui valore e vocazione non possono essere compromessi dall’arrivo di immigrati clandestini”. Da qui l’intenzione del Carroccio di “incontrare subito il prefetto di Rimini per scongiurare l’invio di altri profughi”.
Pd, i sindaci Gnassi, Drei e Lucchi: “Aperti al civismo sociale”
(Rimini) Arriva oggi l’appello di tre sindaci romagnoli per il Pd. Davide Drei, Forlì, Andrea Gnassi, Rimini, e Paolo Lucchi, Cesena, non possono fare a meno di “registrare una evidente battuta d’arresto per il Pd” nella “recente tornata amministrativa”, ma prima ancora segnalano “una rottura crescente nel rapporto tra i cittadini e la partecipazione. Una rottura ancor più pesante, poiché si concretizza durante il momento fondante della democrazia rappresentativa: l’espressione del proprio voto”.
Da questo punto di vista, “più che esercitarsi sulle cartine geografiche contando chi abbia vinto e chi abbia perso, facendo analisi in relazione al proprio tornaconto di posizionamento politico, occorre avere l’onestà intellettuale di ammettere che nel rapporto tra cittadini e partecipazione abbiamo perso tutti e che il dato elettorale pone in evidenza come, tra l'altro, che chi è chiamato a ruoli di governo locale sia molto spesso, di fatto, espressione di una minoranza della propria comunità”.
I tre sindaci sentono “la necessità di partire da questa frattura, evitando le astratte analisi politologiche che oggi dominano la riflessione pubblica. Si è rotto qualcosa di più profondo del legame tra qualche partito e parte del proprio elettorato”.
I tempi cambiano. “Chi ha su di sé la responsabilità di governo di una città, sa bene che quello odierno sia il tempo di un radicale cambio d’epoca, non certo e solo di una crisi economica. E sa bene come senza interpretare il cambiamento con profondità e visione strategica - al contrario pensando di sostenerlo con prassi e logiche culturalmente e politicamente semplicemente derivanti da decenni passati - il risultato, per una città, sia l’arenarsi nelle secche dell’immobilismo e della mediazione, virata alla pura conservazione di molteplici status quo”.
Per il Partito democratico, “nato nella ‘culla’ del Lingotto, riformismo non significava la semplice sintesi di grandi culture politiche provenienti dal passato o, peggio, la sommatoria delle rispettive correnti. No, quel Pd venne fondato per essere un partito popolare del tutto nuovo, in termini di identità e di capacità di ascoltare ed essere interlocutore delle istanze di pezzi nuovi di una società in epocale mutamento”.
Oggi, ancor di più di allora, “siamo testimoni ed attori di una società mutevole, più gassosa che liquida. La divaricazione è quella tra esclusi ed inclusi e travolge ogni considerazione legata ad ideologie o appartenenze politiche tradizionali: la tecnologia che elimina lavoratori, le guerre che spingono immigrazione, le paure generate dagli stessi flussi migratori, i muri veri e metaforici che costellano ogni angolo del nostro cammino quotidiano”.
Il “populismo” ed il “neoprotezionismo” delle destre, “parlano e ricevono consensi a destra ed a sinistra. Il populismo parla, amplificando nel Paese e nelle città le preoccupazioni, le ansie, i timori raccolti in questa tornata elettorale dal centrodestra apparso più credibile che nel recente passato”.
Il campo delle culture progressiste, democratiche e riformatrici, invece, “balbetta”. “Dunque o il progetto riformatore del Pd è radicale di fronte alla radicalità dei temi, oppure non è. O il Partito democratico è innovativo e determinato di fronte alla radicalità dei temi posti da una società ipergassosa, o lascia il campo alla destra o ai populismi”.
Da sindaci lo misurano “ogni giorno nelle città che abbiamo l’onere e l’onore di guidare: essere radicali nel governo di una realtà territoriale o di un intero Paese, vuol dire costruirsi un’identità, una riconoscibilità, una nettezza su proposte che alla base devono avere il coraggio delle scelte. Coraggio delle scelte, ad esempio, su un nuovo stato sociale, riconoscendo che tra i bisogni delle persone e lo Stato, non ce la fa più ad esserci solo lo Stato, ma ci può essere un welfare di comunità, uno stato sociale di comunità; coraggio delle scelte sulla riconversione di un modello di sviluppo non centrato sul consumo di territorio, ma sui grandi motori della cultura, dei servizi e delle tecnologie su cui si formano e trovano occupazione i nuovi lavoratori; coraggio delle scelte sull’accoglienza delle persone, che implica solidarietà, ma anche fermo rigore verso chi non si vuole integrare e non sta alle regole”.
A parere dei tre, quindi, “serve un progetto riformatore centrato sul coraggio delle scelte, come quello che stiamo cercando di armonizzare per la realizzazione dell’area vasta della sanità romagnola. Un progetto per il quale non abbiamo fatto accordicchi, messo qualche pezza o cercato mediazioni al ribasso. Al contrario, abbiamo concretizzato un progetto difficile ma dichiarato, fortemente riformatore, sul quale abbiamo investito superando i campanili, cercando di garantire la migliore sanità ed i migliori medici ad ogni cittadino, senza distinzione di censo e reddito, in una fascia territoriale di 100 chilometri ed al massimo a 40 minuti da casa di ciascuno”.
O come il recente processo di unificazione delle agenzie della mobilità e del trasporto pubblico romagnolo, “realizzato per dare al futuro della mobilità un ambito adeguato e prospettico per gli investimenti ecocompatibili e per continuare a garantire la fruibilità nei territori più disagiati e per le fasce sociali meno autonome”.
Questi sono “i primi processi di politiche di integrazione di area vasta che ad esempio, con la cinquantenaria esperienza di Romagna Acque, ha garantito con lungimiranza il presidio ieri e oggi di un bene pubblico come l’acqua”.
Un progetto “di chiara identità riformatrice non deve parlare alle comode (per fini politici) categorie della politica: non sono sufficienti le evocazioni di un “nostro popolo” (“torniamo a parlare al popolo di sinistra”) da un lato e dall’altro l’evocazione de “i moderati” (“torniamo a parlare al popolo dei moderati ”); un progetto di chiara identità riformatrice non deve parlare al solo mondo della rappresentanza tradizionale, anch’esso peraltro attraversato potentemente dalle difficoltà di rappresentare “gli esclusi” e che spesso si concentra solo sulla legittima tutela degli inclusi. No, un progetto fortemente riformatore deve parlare ad una pluralità di cittadini singoli, che di fronte alle grandi questioni dell’oggi - lavoro, protezione sociale, sicurezze - si sentono soli ed appartenenti alla categoria degli esclusi”.
Drei, Gnassi, Lucchi pensano “quindi ad un Partito democratico perno di un progetto radicalmente riformatore e che, sulla base di questo, coltiva e cerca relazioni e alleanze sociali profonde e non alleanze di ceto politico. Un PD perno di un progetto riformatore che si allarga, da un lato a sinistra a un civismo sociale e dall’altro, con coraggio, curiosità e lungimiranza, ad un civismo dell’intraprendere, dell’impresa, delle professioni. Un allargamento non centrato su alleanze politiciste o accordi elettorali immediatamente percepiti come ‘di plastica’ e dunque con scarsa o nessuna capacità espansiva, ma centrato su idee dichiarate di città e di Paese, capaci di dialogare e includere forze dinamiche e attive nelle nostre comunità”.
Il Pd “che pensiamo è un partito che lavora senza sosta per possedere una vocazione maggioritaria di un’idea di società, di città e di Paese e non per essere un contenitore maggioritario con un indistinto tutto dentro, il cui unico fine è il governo”.
Il Pd dei sindaci “non ha nulla a che fare con un partito autoreferenziale, un partito con la mitologia della purezza e che al massimo può aprirsi solo a un dialogo con forze riferibili ai perimetri politici delle coalizioni di sinistra del passato. Duro o no che sia, quei perimetri non leggono e contengono la società di oggi, i non protetti, gli esclusi, che hanno guardato prima ai 5stelle e, in queste elezioni, al centrodestra”.
Il Pd “nasce per alimentare risposte a bisogni che vengono da un campo largo di cittadini non rappresentabili con la fotografia della società del Novecento, ma con quella di oggi. Lo misuriamo ogni giorno nelle nostre città, alle prese con le ricadute locali di problemi enormi, internazionali e locali”.
La “chiarezza” degli intenti, l’ancoraggio a “valori netti e percepibili”, un “progetto riformatore radicale che non rinuncia allo ius soli ed è consapevole della burocrazia che uccide imprese e lavoro, sono l’unica base su cui ricomporre quel circuito virtuoso della rappresentanza che reclama forme diverse di coinvolgimento e partecipazione non più esauribili nello stesso necessario confronto sociale con i tradizionali “corpi intermedi”: serve quindi - assieme ed in fretta - passare dalla ormai poco utile concertazione, alla dinamica e coinvolgente condivisione strategica”.
Non è infatti “affidandoci alle vecchie liturgie od alla semplificazione ambigua del web, che si rinsalda un legame di fiducia con chi non guarda più al Pd. Ma è con la profondità di un progetto fortemente riformatore, ancorato sul coraggio di proporre idee robuste, radicali, capaci di includere chi è tagliato fuori, che il Pd, unica forza popolare e democratica in Italia, saprà ricostruire quella relazione di fiducia e lealtà con i cittadini. In Romagna, a Ravenna, Rimini, Cesena e Forlì, questo cammino è avviato e sicuramente, consolidandosi, sarà un punto di riferimento credibile per tutti i romagnoli ed esperienza innovativa a disposizione del Paese, se ci sarà chi vuole guardare ad essa con curiosità”.
Cocoricò entra nell’estate con Luciano Nicolet
(Riccione) Con il primo fine settimana che segna l'ingresso nel cuore dell'estate il "Coricò", e la sua nuova società di gestione diretta da Fabrizio De Meis, presentano una due giorni all'insegna di sonorità solari e coinvolgenti e che esprimono in pieno le nuove scelte artistiche e di intrattenimento del locale icona della notte italiana.
Venerdì (30 giugno), performance del format di maggiore successo nel nostro Paese e nel nostro continente. La Piramide apre le porte alla seconda tappa riccionese del tour estivo di "Mamacita". Uno spettacolo nato nel 2011 a Lignano Sabbiadoro e subito diventato brand dell'intrattenimento hip-hop, Reggaeton e R&B in tutta la penisola e in Spagna. "Mamacita" è anche un programma radiofonico in onda tutti i week end su Radio 105, una compilation e una linea di abbigliamento. Dj e mc della serata al "Cocoricò" sono artisti quali: Max Brigante, Andrea Pellizzari, i Roc Stars, Latin lovers e Tormento.
Sabato (1 luglio), la consolle si accende, invece, per Luciano Nicolet (nella foto). Dj Luciano, nato in svizzera ma cresciuto artisticamente e musicalmente in Cile, è arrivato al successo internazionale grazie a due straordinari Dj quali Ricardo Villalobos e Dandy Jack. Sono loro a scoprirlo nei club cileni e a portare in Europa, nei primi anni duemila, le sue rivoluzionarie sonorità, giocate fra house, techno e minimal. Il tutto reso assolutamente unico e senza precedenti, da una sorprendente e innovativa influenza di ritmi melodici latini e soprattutto andini.
Suoni che di incrocio e contaminazione di linguaggi, di una fusione tra l'influenza della corrente techno europea – svizzera e tedesca – e quella della cultura musicale della cordigliera andina, fanno la sua cifra musicale più evidente e apprezzata. Luciano dai suoi vinili o dal suo tracker estrae tracce legate da un grande denominatore comune: il piacere e la condivisione di una musica che unisce e diverte. Ovvero, il vero cuore del palinsesto della "Riviera Summer Season 2017" del "Cocoricò".
Castel Sismondo da oggi torna al Comune. Gemmani: Con le grandi mostre a Rimini 500mila visitatori
(Rimini) È stato sottoscritto oggi, tra Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e Comune di Rimini, l’atto consensuale di risoluzione della convenzione siglata tra le due parti nel 1999 per il ripristino e la gestione di Castel Sismondo. Significa, in soldoni, che la rocca malatestiana ritorna nella disponibilità della proprietà comunale.
La convenzione del 1999 aveva permesso (attraverso l’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio) il restauro ed il pieno recupero della quattrocentesca rocca malatestiana, abbandonata da anni ed in grave stato di degrado dopo essere stata utilizzata anche come carcere.
Non solo. A termini di convenzione, la Fondazione si era assunta anche l’onere della gestione del Castello, rendendolo da un lato fruibile al pubblico (la stragrande maggioranza dei riminesi non lo aveva mai visto all’interno), dall’altro sede di eventi culturali via via sempre più rilevanti.
In tal modo, Castel Sismondo è stato restituito alla città sia come complesso storico-monumentale (uno dei più importanti e significativi di Rimini), sia come luogo di cultura e fulcro di attività di grande impatto che hanno contribuito non poco a rivitalizzare ampia parte del centro cittadino.
Al Castello si sono alternate grandi mostre di livello nazionale e internazionale (dalla Signoria dei Malatesta al Trecento Adriatico, da Cagnacci a Baronzio, fino alle esposizioni di Linea d’Ombra che hanno portato a Rimini oltre 500.000 visitatori in tre anni) ed eventi di valorizzazione di espressioni artistiche locali, con un notevole indotto in termini di crescita della fruizione culturale della città da un lato, e di benefici economici dall’altro (una ricerca dell’Università di Bologna, sede di Rimini, ha stabilito che la mostra “Da Vermeer a Kandinsky” del 2012 ha prodotto, da sola, un effetto complessivo sul territorio di Rimini e provincia di valore compreso fra 5,8 e 7,3 mln di euro).
I 18 anni di gestione della Fondazione hanno permesso di svolgere, sviluppare e portare a termine con esiti molto positivi un ampio ciclo culturale a servizio della città, facendo al tempo stesso maturare un solido avviamento del Castello come prestigiosa e collaudata sede di attività ed eventi espositivi; condizione, questa, che apre ora la strada in modo ottimale ad una nuova fase, che sarà probabilmente caratterizzata da importanti progetti preannunciati dal Comune di Rimini nel più ampio ambito di un processo di riqualificazione urbana del centro storico.
“La convenzione del 1999 è stata un esempio molto significativo di partnership pubblico/privato per il raggiungimento di finalità d’interesse generale”, osserva Linda Gemmani, Presidente della Fondazione.
“Siamo orgogliosi”, aggiunge Gemmani, “di aver contribuito in misura determinante, intervenendo sul Castello, al recupero e rilancio di una parte così significativa del centro città. In questi anni, tra restauro e gestione del complesso, nonché realizzazione di eventi al suo interno, la Fondazione ha investito molti milioni di euro, ma ciò ha costituito un essenziale volano, come accadde negli anni ’90 con il grande intervento al Tempio Malatestiano, per mettere in moto processi di più ampio respiro a vantaggio della città e della comunità locale”.
“Ci auguriamo”, conclude Gemmani, “che Castel Sismondo rimanga un cuore pulsante del fare cultura a Rimini”.
Carim, i soci approvano bilancio 2016
(Rimini) I soci di Banca Carim hanno approvato il progetto di bilancio relativo all’esercizio 2016 e preso atto dell’informativa sulle Politiche di remunerazione e incentivazione, nel corso dell’assemblea ordinaria e straordinaria che si è svolta ieri pomeriggio in sala Manzoni. L’assemblea dei soci ha anche confermato Stefano Bagli nel cda, rimarrà in carica fino all’approvazione del bilancio dell’esercizio che chiuderà il 31 dicembre 2017.
Per la parte straordinaria l’assemblea ha deliberato la proposta di riduzione del capitale sociale, conseguente alla copertura della perdita, nonché la relativa modifica dello Statuto Sociale ed ha approvato la proposta inerente la mancata ricostituzione delle riserve da rivalutazione in sospensione d’imposta.
29 giugno
Gessica: Mi aveva avvisata | Mps, salvataggio Carim a rischio | Odio razziale al centro estivo
Ragazza sfregiata, Gessica racconta l’aggressione
(Rimini) Gessica Notaro ha raccontato oggi davanti al giudice la sua versione dell’aggressione con dell’acido subita il 10 gennaio scorso. Per il fatto è imputato il suo ex fidanzato, Edson Tavares. Tutti e due sono stati presenti questa mattina in tribunale a Rimini. Un paravento ha separato vittima e imputato durante la deposizione di Gessica.
Nei mesi precedenti all'agguato Gessica aveva denunciato l'ex per stalking, per i suoi attegiamenti alla fine della loro relazione. A Tavares era stato quindi imposto il divieto di avvicinarsi alla ragazza, ma il provvedimento non lo ha fermato.
“Ero tornata a casa dopo aver cenato con il mio compagno e me lo sono trovato davanti. Quando ho visto cosa aveva in mano ho capito subito”, ha raccontato Gessica sicura di averlo subito riconosciuto. “Non l'ho guardato negli occhi ma l'ho visto in faccia. E solo lui poteva fare una cosa del genere con quella velocità felina. Me lo sentivo che poteva succedere. Quando stavamo insieme avevamo parlato del caso di Lucia Annibali. Tavares mi aveva inoltre messa in guardia da alcune persone sue conoscenti che avrebbero potuto tirarmi una secchiata di acido”.
Nel corso della deposizione, Gessica Notaro ammette: “Tavares è stato l'amore più grande della mia vita. Nonostante i tradimenti e le difficoltà nel rapporto per via dei suoi atteggiamenti, non riuscivo a lasciarlo. Quando ho iniziato a vedere le cose con lucidità ho preso forza e mi sono decisa a lasciarlo”.
Gessica Notaro è arrivata in tribunale senza la benda all'occhio sinistro, gravemente compromesso dall’acido, per mostrare i segni dell'aggressione.
Riccione, il sindaco Tosi alle prese con matrimoni e passi carrai
(Rimini) Poco dopo aver indpssato nuovamente la fascia tricolore da sindaco di Riccione, Renata Tosi si è fatta fotografare con un pennello in mano nell’atto di imbincare le strisce blu di un posteggio in strada, mettendo fine ad una delle fasi più complicate della recente campagna elettorale. Questo è successo ieri. Oggi, il sindaco Tosi ha sposato la seconda coppia che a Riccione contrae matrimonio in spiaggia, nuova location proposta al bagno 7 di recente dal Comune. Si tratta di una coppia proveniente da Imola, di cui la sposa di origine brasiliana.
Successivamente il sindaco ha sospeso il termine previsto per il 30 giugno per il pagamento della tassa sui passi carrai. A breve verrà rinviata ai cittadini una nuova comunicazione, dopo aver effettuato, a partire dalla prossima settimana, tutti i controlli necessari relativi al ricalcolo sulle singole posizioni Cosap.
Bellaria, sequestrati 2 chili di cocaina
(Rimini) Questa notte, i carabinieri di Bellaria Igea Marina hanno arrestato in flagranza di reato per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, un pregiudicato 37enne di origini albanesi.
I militari hanno sorpreso il pregiudicato a spacciare una dose di circa un grammo di cocaina ad un uomo che è stato segnalato in prefettura.
Nel corso delle perquisizioni alla persona e al domicilio dell’arrestato i carabinieri hanno sequestrato circa 2 chili di cocaina, suddivisi in quattordici dosi e denaro contante per circa 1.145 euro, ritenuti guadagni illeciti, oltre a materiale per il confezionamento delle dosi e diversi cellulari verosimilmente utilizzate per concordare le vendite con gli acquirenti e sui quali nei prossimi giorni saranno svolti i relativi accertamenti tecnici.
Complesso Alberti, definitivo il progetto per gli esterni
(Rimini) Leon Battista Alberti, il Comune approva il progetto definitivo per l’area cortilizia, ultimo tassello della ristrutturazione della cittadella universitaria. “Ad oggi - spiegano da palazzo Garampi - cinque edifici dell’intero complesso sono stati ristrutturati, mentre sono in via di ultimazione i lavori per gli ultimi due stabili, destinati ad ospitare uffici, aule e locali tecnici. L’intervento sull’area cortilizia del complesso storico Leon Battista Alberti rappresenta quindi l’elemento di raccordo con quelli già realizzati e si presenta come più di una semplice riqualificazione, con l'ambizione di diventare un nuovo percorso urbano, in continuità con ‘L'Anello delle Nuove Piazze’ e inserendo quindi la cittadella Universitaria in un dialogo sempre più aperto con la città”.
Verranno realizzati una piazzetta pubblica attrezzata per ospitare eventi e manifestazioni, un’area verde dove i “pini ammalorati" saranno sostituiti con querce, un’area ciclo pedonale, che collegherà i due ingressi esterni e gli accessi agli edifici.
I lavori per la realizzazione di questo ultimo tassello del generale progetto di riqualificazione del Complesso del Leon Battista Alberti - dal valore complessivo di circa 7,9 milioni come previsto nel protocollo Comune-Università - dovrebbero iniziare entro la fine dell’estate, una volta espletate le procedure di gara e in accordo con l’Ateneo. Sempre entro l’estate saranno completati i lavori degli ultimi due edifici che compongono il complesso e che quindi potranno essere pienamente utilizzati per le attività didattiche del nuovo anno accademico.