13 luglio
Trc prima corsa nel 2019 | Notaro, la difesa vuole il film | Ladri di pensioni
Sicurezza, mille agenti in campo nei primi week end estivi
(Rimini) Si è concluso in sicurezza il secondo dei fine settimana dell’estate 2017. Merito anche dei piani messi a punto dal prefetto di Rimini, Gabriella Tramonti e dal questore di Rimini, Maurizio Improta, a partire dallo schema generale ideato dal capo della polizia Franco Gabrielli a seguito degli attenti terroristici che si sono succeduti in diverse capitali europee, per gli eventi che hanno segnato l’apertura della stagione: Molo street parade, #5:31 Albachiara, Notte rosa.
Imponente è stato lo schieramento delle Forze di Polizia impiegato: sulla terraferma e in mare, in divisa e in abiti civili. Sono stati infatti circa 680 le donne e gli uomini della Polizia, a cui il Questore di Rimini esprime il suo più vivo ringraziamento di Stato per gli ottimi risultati conseguiti durante gli articolati servizi predisposti ed espletati per garantire la sicurezza e la tranquillità di cittadini e turisti che hanno invaso la Riviera Romagnola. Oltre al personale in servizio presso la Questura di Rimini, 320 sono state le unità dei Reparti mobili di Senigallia, Bologna e Firenze, 140 gli uomini del Reparto Prevenzione Crimine di Bologna, quasi un centinaio il personale del Reparto a Cavallo della Polizia di Stato. Vanno inoltre considerati il personale delle unità cinofile impiegato per effettuare bonifiche, sopralluoghi e ricognizioni. A questi numeri vanno aggiunti i contingenti dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale, impiegato dal Questore di Rimini per ogni singolo evento.
Durante gli ultimi 15 giorni la polizia di Stato ha proceduto ad arrestare 31 persone, a denunciarne 69, a identificarne 3162. Nei complessivi 160 posti di blocco, predisposti per tutelare la sicurezza degli utenti della strada, anche con l’utilizzo di alcol test, sono stati inoltre elevate sanzioni amministrative per diverse migliaia di euro e ritirate decine di patenti.
La costante e capillare presenza sul territorio, oltre ad imprimere un costante impulso all’attività repressiva, con un conseguente aumento complessivo del numero di reati scoperti, ha consentito di svolgere una efficace attività di prevenzione generali dei reati, in costante calo negli ultimi due anni; l’analisi comparativa dei dati relativi alla Provincia di Riminidel primo semestre del 2015 e quelli dello stesso periodo del 2017 conferma il trend in diminuzione, già riscontrato nel 2016, con un decremento del numero totale dei reati commessiche quest’anno supera il 15%. In netto calo sono, in particolare, i furti in abitazione(con un calo che sfiora il 25%), i furti in esercizi commerciali (il calo è di circa il 12%), i furti di autovetture (con un calo che sfiora il 15%)e i furti con destrezza, grazie anche ai numerosi servizi espletati da personale della Polizia di Stato a bordo dei bus diretti verso le principali mete turistiche.In netto calo sono anche i delitti di ricettazione (-35%), di truffa e frodi informatiche (-31%) e i delitti informatici (-34%).e i danneggiamenti, diminuiti di circal’85%.
Se il numero delle persone tratte in arresto dalla Polizia di Stato nel medesimo periodo è pressoché analogo, circa 150, è aumentato il numero delle persone denunciate in stato di libertà (761), per cui è sensibilmente aumentato il numero dei reati scoperti (sia quelli commessi in questa Provincia che quelli commessi fuori provincia).
Cartoon Club, protagonisti i Simpson
(Rimini) I gialli Simpson sono protagonisti a Cartoon club, a Rimini dal 17 al 23 luglio. Nel foyer del teatro Galli sarà allestita la mostra ‘The Simpsons: l’arte dietro le quinte’ con oltre 100 bozzetti e originali utilizzati per produrre il serial della Fox. L’appuntamento celebra il trentennale de I Simpson e consente di scoprire gli atti creativi degli artisti che dal 1987 creano le storie del serial Tv dei record (obiettivo ormai nel mirino: stagione numero 30 e 669 episodi) inventato dal cartoonist californiano Matt Groening - di cui la mostra presenta vari originali autografati - e animato sin dal primo episodio dal regista David Silverman.
La mostra curata da Federico Fiecconi, amico storico del Festival Cartoon Club di Rimini, è realizzata dall’agenzia milanese di graphic design GraFFiti Media Factory, ed è stata preparata d’intesa con i Fox Studios: la grafica approvata dalla casa madre annuncia la mostra con un sonante “D’oh! Che mostra!” di Homer, a cui fa eco l’irriverente Bart che sbotta in un caratteristico “Ciucciati la mostra!”.
La mostra sarà a ingresso libero e gratuito ed è visitabile senza bisogno di prenotazioni.
San Patrignano a scuola: 32 diplomati, 3 cento
(Rimini) Sono 32 in totale i ragazzi della comunità di San Patrignano che, tra giugno e luglio, hanno sostenuto e superato l'esame di maturità. In 3 hanno preso 100: Federico Tossani e Cristiano Frassineti, iscritti al professionale ‘Versari – Macrelli di Cesena, il primo all'indirizzo grafico e il secondo al sociale, e Andrea Bortoletto, iscritto all'alberghiero ‘Savioli’ di Riccione.
"Il superamento dell'esame rappresenta un traguardo importante, il compimento del percorso di cambiamento che hanno intrapreso all'interno della Comunità. Inoltre è stata un'esperienza gratificante per tutti. Entrambi gli istituti sono rimasti sorpresi e hanno voluto complimentarsi perché hanno trovato studenti preparati e soprattutto entusiasti”, racconta Marlina Madeddu, una delle responsabili del Centro Studi di San Patrignano, la struttura interna alla comunità dove i ragazzi recuperano gli anni scolastici perduti.
Infine, non bisogna dimenticare che per molti di questi neo-diplomati la maturità non è una tappa conclusiva, ma solo l'inizio di un nuovo e affascinante percorso. Infatti, sono diversi i ragazzi che, durante il periodo di riabilitazione, hanno riscoperto la passione per lo studio e che ora hanno intenzione di intraprendere un percorso di studi universitario.
Riccione, no al Summer pride. Tonti (Arcigay): Tosi schiava di partiti omofobi
(Rimini) Il sindaco di Riccione Renata Tosi ha negato la richiesta di patrocinio al Summer pride del 19 luglio prossimo a Rimini. Per Renata Tosi “in base al Regolamento comunale la concessione del patrocinio formalizzata con deliberazione della giunta, si può concedere per iniziative di tutta la comunità locale, per le quali si renda opportuna l’adesione istituzionale. Per le iniziative che si svolgono fuori dal territorio comunale può essere concesso solo se hanno rilevanza per la città in quanto ne promuovono l’immagine, il prestigio, la cultura, l’arte e le tradizioni”.
Per il presidente del club Arcigay di Rimini, Marco Tonti, le motivazioni del sindaco di Riccione sono “pretestuose”.
Nel suo comunicato “Renata Tosi, rinnovata sindaca di Riccione, mostra come di rinnovato non ci sia proprio niente nel suo atteggiamento a disillusione di chi ci aveva creduto. Si trincera dietro motivi pretestuosi evitando accuratamente di dire qualsiasi cosa sulla sostanza delle cose”.
Secondo Tonti, “avere vinto le elezioni grazie all Popolo della famiglia rende questo micropartito oscurantista catto-talebano l'ago della bilancia che condizionerà ogni singola decisione di Renata Tosi, anche quando queste andranno contro l'interesse della città come in questo caso. E l'interesse è chiaro vista l'ampia e positiva risposta di quasi tutti gli altri comuni della Riviera romagnola e le prospettiva del tavolo regionale sul turismo lgbt”.
Una Riccione che “respinge con tanta autoritaria solerzia un'iniziativa positiva e gioiosa come il Summer Pride è una Riccione che sconfessa la sua tradizione ormai secolare di apertura, di colore, di modernità e di rispetto: da una delle capitali europea del turismo gay a città grigia, chiusa e schiava dei partiti omofobi".
Export, crescono distretti riminesi abbigliamento e macchine legno
(Rimini) Prosegue la crescita (+6,1%) dell’export dei distretti dell’Emilia Romagna nel primo trimestre del 2017, sostanzialmente in linea con quello del totale dei distretti italiani (+6,4%), ma inferiore a quello del sistema manifatturiero regionale (+9,2%).
Sono questi i principali dati che emergono dal monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna curato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo.
“Si possono osservare risultati positivi - commenta Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – sia nei mercati maturi che, in particolare, nei mercati emergenti: sono stati trainanti la Spagna, la Germania, la Francia e la Polonia. Il mercato russo, che ha registrato una crescita dell’export del 23,4%, grazie alle vendite dell’abbigliamento di Rimini e delle macchine per l’imballaggio di Bologna, torna ad essere un mercato con buone opportunità per l’export dei distretti emiliano romagnoli. Bene il flusso di export verso Cina e Hong Kong specialmente per le piastrelle di Sassuolo e per la food machinery di Parma”.
Dall’analisi per singolo distretto emerge un quadro positivo: hanno chiuso il trimestre in crescita 15 distretti su 19 monitorati.
E’ proseguito il trend positivo del distretto delle piastrelle di Sassuolo che ha messo a segno una crescita del 7,7%, beneficiando del buon andamento su quasi tutti i mercati esteri, in particolare negli Stati Uniti e in Germania. Luci e ombre nel settore della meccanica: ai risultati molto positivi dei distretti delle macchine utensili di Piacenza (+37,3%), delle macchine per il legno di Rimini (+16,1%), delle macchine per l’imballaggio di Bologna (+13,5%) e delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+4%), si è contrapposto il calo della food machinery di Parma (-8,5%), dei ciclomotori di Bologna (-22,6%) e delle macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (-3% secondo i dati Acimac).
Sostanzialmente positivo, invece, il settore alimentare. Hanno registrato una crescita quasi tutti i distretti, con performance brillanti soprattutto per i salumi di Parma (+9,6%) e del modenese (+8,1%); è proseguita invece la tendenza negativa per i salumi di Reggio Emilia. Molto bene i due distretti del lattiero caseario di Reggio Emilia (+16,6%) e parmense (+4,1%), e anche l’ortofrutta romagnola (+5,3%). Sostanzialmente stabile, invece, l’alimentare di Parma (+0,7%).
Ottima performance per il sistema moda, con una crescita generalizzata nell’export dei distretti: maglieria e abbigliamento di Carpi (+8,7%), calzature di San Mauro Pascoli (+7%) e abbigliamento di Rimini (+12,1%). Continuano i segnali di ripresa per l’export dei mobili imbottiti di Forlì che inizia il 2017 in crescita (+7,4%).
Hanno chiuso il primo trimestre 2017 in lieve crescita le esportazioni dei poli tecnologici regionali, con risultati decisamente inferiori rispetto alla dinamica nazionale (+0,5% versus +8,3%). Ancora trainante il polo ICT di Bologna e Modena (+9,6%) che evidenzia un trend di sviluppo sostenuto su alcuni mercati come Stati Uniti, Cina e Giappone. Bene anche il polo biomedicale di Bologna (+6,6%) con ottime performance in particolare sui mercati tedesco, francese, spagnolo e cinese. Ha chiuso invece in negativo il polo biomedicale di Mirandola (-14,2%), confermando il trend negativo del 2016, dovuto soprattutto alla diminuzione delle vendite su alcuni mercati come Germania, Francia, Regno Unito, Svezia, Svizzera e Repubblica Ceca; positivo invece l’andamento in Belgio, Stati Uniti, Austria e Cina. L’andamento negativo è però imputato a operazioni intercompany delle multinazionali, che oggi controllano business ed esportazioni di Mirandola, non a problemi nella salute del comparto.
Prostituzione, in strada trans peruviani pendolari dalla Lombardia
(Rimini) Sono state ventisei le sanzioni ad altrettanti clienti di prostitute effetuate nelle notti tra lunedì e martedì dalla polizia municipale di Rimini. Ad essere applicata per l’occasione è stata l'ordinanza sindacale contingibile e urgente, entrata in vigore a maggio, che prevede una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 500 euro, previsto dall'ordinanza per prevenire e contrastare i pericoli derivanti dai comportamenti connessi all'esercizio della prostituzione di strada.
Dai controlli in strada si passerà presto ad altro. "A breve, insieme alle altre Forze dell'ordine, intensificheremo - promette l’assessore Jamil Sadegholvaad - anche la cosiddetta fase due, che prevede controlli nei residence e negli appartamenti".
I controlli delle scorse notti sono stati effettuati nella zona sud di Rimini, in particolare tra Marebello e Miramare, dove si sono evidenziate nuove dinamiche relative al mondo della prostituzione. In particolare l'emergere del fenomeno dei transessuali di origine peruviana, provenienti per lo più dalla Lombardia, che ormai fanno concorrenza alle prostitute provenienti dall'est. Una sorta di prostituzione ‘di giornata’, visto che i transessuali scendono in riviera solo per pochi giorni e passano poche notti o in appartamenti di privati o in residence, per poi tornare nelle zone di provenienza. Nell'ambito dei controlli effettuati è emersa anche la presenza di prostitute nigeriane nella zona delle Celle.
Python, convention mondiale al palas
(Rimini) Nerd da tastiera a convegno a Rimini fino a domenica. La community mondiale di programmatori che lavora allo sviluppo di Python si è data appuntamento al Palacongressi per sette giorni di lavori, che vedono la presenza di oltre 1.200 partecipanti. In programma più di 200 presentazioni, interventi in sessione plenaria dei keynote speakers del meeting, training per principianti e sessioni di livello più avanzato per esperti o operatori del settore.
Da 20 anni Python è il linguaggio di programmazione avanzata più diffuso e utilizzato nel mondo dell'industria, della ricerca scientifica e in un numero infinito di applicazioni: dal desktop, al web, allo sviluppo di videogiochi e scripting di sistema. La sua caratteristica più importante è quella di essere un free software. È completamente gratuito, ed è possibile modificarlo e redistribuirlo con le regole di una normale licenza open-source. Per le sue qualità, Python è diventato in questi anni una delle tecnologie utilizzate ogni giorno da centinaia di milioni di utenti e da colossi della rete come Google, Facebook e ILM. Mentre, "YouTube" lo utilizza all'interno della sua piattaforma ogni volta che guardiamo o scarichiamo un filmato.
La manifestazione non si rivolge, però, solo a esperti o professionisti. "Tutti coloro che sono interessati a Python possono trovare spazio in questa conferenza, anche chi ha solo voglia di apprendere a usarlo – spiegano gli organizzatori del congresso – questo linguaggio garantisce lo sviluppo rapido, e divertente, di applicazioni di qualsiasi complessità in tutti i campi. I confini tra utenti e sviluppatori sono stati superati grazie all'utilizzo di un linguaggio semplice, che permette di sviluppare soluzioni a problemi complessi, anche senza avere grande esperienza di programmazione".
Carceri, Ollà: C'è bisogno di chi ha passione per l'umano
“L’impatto visivo è l’uomo. Ci sono quei grandi pannelli. Su ognuno l’immagine di un volto, di quel volto, talmente evidenziato che si percepisce la sfumatura di un sentire. Quello che trasmette la mostra è l’attenzione all’uomo. E’, di fatto, un percorso molto semplice da cui si capisce che al centro c’è l’uomo”.
Così a BuongiornoRimini Giovanna Ollà, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Rimini, racconta la mostra ‘Dall’amore nessuno fugge’. Proposta lo scorso anno dall’associazione Avsi al Meeting per l’amicizia fra i popoli, la mostra è stata allestita in tribunale a Rimini nei giorni scorsi e racconta del metodo adottato in Brasile che prevede, per reati minori, il recupero sociale dei detenuti ospitandoli in carceri senza sbarre: le Apac. L’iniziativa è stata promossa dal centro culturale ‘Portico del vasaio’, Meeting, Avsi e sposata da Tribunale, Ordine degli avvocati e Camera penale, che in occasione del taglio del nastro hanno proposto alla città un convegno in cui si è presentata, tra l’altro, un’esperienza simile alle Apac, tutta italiana, che ha visto la luce nell’entroterra riminese, quella della casa ‘Maria, madre del perdono’ dell’associazione Papa Giovanni XXIII.
“Quello del recupero delle persone condannate è uno dei temi verso cui l’avvocatura è sensibile, anche nell’obiettivo dell’affermazione del suo ruolo sociale. E’ per questo che tendiamo a uscire dalle aule di giustizia, magari aprendoci alle scuole con programmi specifici di educazione alla legalità, per dare un contributo culturale al rilancio della società. Ed è così che abbiamo aderito all’iniziativa, che per noi è valsa come formazione professionale”, spiega il presidente Ollà. “Non crediamo al recupero sociale attraverso il carcere. L’esperienza presentata ci piace perché dà l’idea di un recupero possibile, fuori dalle sbarre, a misura di uomo, un metodo che ricostruisce un cittadino.”
Ci sono dei vantaggi che derivano dai metodi alternativi alla detenzione?
“Il dato è che in questa esperienza alternativa la recidiva è pari zero. Mentre con la modalità tradizionale, la reclusione in carcere, il rischio di recidiva resta una quota piuttosto rilevante. C’è una ragione: dipende dalla contaminazione di frequenza a cui una persona messa in un carcere va per forza incontro. Se, per esempio, una ragazzo si becca tre anni per la ricettazione di un motorino e va in carcere, si trova a contatto con altri reclusi che possono essere lì per motivi più gravi, con storie peggiori alle spalle, con un vissuto molto più provato. Mettere a contatto materiale umano così lontano in un ambiente difficile come quello del carcere significa correre il rischio di una ‘contaminazione’ tra anime diverse”.
Nelle Apac la contaminazione ambientale invece è diversa?
“Quello che accade all’interno delle Apac è innazitutto una condivisione di amicizia, che deve avere un tempo di fiducia e attività comuni e tanto lavoro in ambienti umani che favoriscono il recupero e che in carcere non c’è”.
Per questo il titolo della mostra, ‘Dall’amore nessuno fugge’, “è molto importante”. Al contrario, nella quotidianità, ci scontriamo con una “concezione populistica del recupero di chi ha commesso un reato. Non c’è dubbio che questa persona vada condannata ma oggi non si guarda più a nient’altro, si guarda un reato più o meno grave e si inneggia subito alla forca”.
E’ per questo che “si deve generare, prima ancora della cultura della legalità, una cultura della comprensione e della volontà del recupero sociale. Prima di tutto perché la cultura della vendetta è contraria al nostro ordinamento, poi perché è pericolosa a livello sociale”.
Cosa accade invece nelle Apac?
“Nelle Apac i detenuti sono messi a contatto con persone di cui si possono fidare e allora lì a quel punto qualche cosa può accadere”.
L’Apac è un ambiente “dove si riproduce quel modello familiare, in senso allargato, che queste persone (o la maggiorparte di esse) non hanno mai vissuto, una familiarità che nasce dalla condivisione di un’esperienza. Perché accada è fondamentale trovare operatori che a questi progetti credano”.
Osservare modelli simili “serve anche a noi avvocati a ricordare quali sono i principi che ci devono governare”, che sono quelli fondamentali della “presunzione d’innocenza e del rispetto del processo”. Di fronte a un reato “non è sempre semplice nemmeno per noi avvocati (soprattutto se ne siamo vittima) tenere fermi questi principi che oggi sono a rischio anche a causa dell’esposizione mediatica dei presunti colpevoli già al momento dell’arresto che per l’opinione pubblica corrisponde spesso con la condanna”.
Cosa l’ha colpita del percorso tracciato dalla mostra?
“Mi ha molto colpita la storia del ragazzo che arrivato nella Apac è stato aiutato a lavarsi da un compagno di ‘cella’. Da lì è partito un percorso di fiducia verso un ambiente circostante che quindi potrebbe anche non venire più percepito come ostile”.
Il “valore dominante” di “quel metodo è l’attenzione all’uomo, un valore da riscoprire, un valore di recupero. Chi arriva in una condizione di detenzione è qualcuno che quel valore lo ha messo da parte, la sfida è che lo recuperi, che si ritrovi l’umantà di quell’uomo”. Così, nei casi reali presentati dalla mostra, si vede come “per molti di loro quella figura umana oscurata dal delitto possa essere corretta e vada trovata. Ci vuole impegno, va voluto”.
Ne vale la pena?
“Dico di sì se anche semplicemente vogliamo guardare all’aspetto importante, che non deve essere messo da parte, che è l’azzeramento del rischio di recidiva”.
Sostenere il recupero di una persona significa anche aiutarla a volersi bene, un percorso che “nel carcere non è possibile. Bisognerebbe umanizzare i trattamenti sanzionatori. Per via del nostro ordinamento non possiamo fare a meno delle carceri, ma è chiaro che una persona, messa in cella con altre dieci, ha prima altre priorità”.
“Quello del recupero sociale della persona condannata - ricorda il presidente dell’ordine degli avvocati - è un tema costituzionale, in cui io da penalista credo molto. La pena deve tendere alla risocializzazione della persona. Il problema è capire come: altrimenti la norma rimane vuota. L’esperienza che viene proposta, che è estrema perché non ci sono sbarre, è qui da noi un modello forse utopico perché richiede una formazione culturale che in Italia non abbiamo. In Italia abbiamo una legislazione che è sempre più emergenziale. Per esempio: ci sono molte donne uccise o maltrattate? Allora il nostro sistema reagisce inasprendo le pene per i reati legati alla violenza sulle donne”.
Lei ha detto che qui da noi è utopico, ma in Italia c’è un’esperienza simile che funziona. Si tratta dell'esperienza del Progetto Comunità Educante con i Carcerati della Comunità Papa Giovanni XXIII, guidato da Giorgio Pieri, che ha partecipato al convegno di presentazione della mostra con un gruppo di 30 ragazzi ammessi alla pena alternativa.
“Si ad essa sono ammesse persone con pene che non superano i 4 anni. Si tratta di un’esperienza che può certamente funzionare per alcuni tipi di reati, con in alcuni casi un passaggio carcerario. In altri casi, più gravi, non è possibile”.
La casa della Papa Giovanni “funziona perché quel luogo ha un obiettivo che non è appena quello della contenzione. Mi spiego: metto una persona in carcere perché non nuoccia fuori. In queste strutture, invece, c’è un valore aggiunto che è quello del recupero della persona e c’è poi la preoccupazione che, una volta rimessa nella società, possa tornarci pienamente”.
La preoccupazione di questo metodo è legata alla conservazione e salvaguardia della società o c’è altro?
“C’è la preoccupazione per il recupero della persona come valore in sé. Quei ragazzi sono oggetto di uno sguardo diverso su di sé, che è anche favorito dalla forma della pena. In un carcere è facile garantire la sicurezza, in una struttura aperta la sicurezza la si deve garantire provocando consapevolezza. Penso che chi abbia questo obiettivo sia animato da una grande passione che lo porta a credere nell’umano”.
Ior, nel 2016 1,8 mln investiti nella lotta contro il cancro in Romagna
(Rimini) Trasparenza, condivisione, rendicontazione: sono queste le tre parole chiave che incarnano lo spirito con cui l’Istituto oncologico romagnolo, come ogni anno, rende noti i dati di investimento e le iniziative svolte grazie alla sua attività di raccolta fondi a chiunque, in modo particolare a coloro che queste attività hanno sostenuto per mezzo di donazioni (consultabile e scaricabile direttamente dal sito internet ufficiale dello Ior ).
“Si tratta di un documento importantissimo per noi – spiega il direttore generale, Fabrizio Miserocchi – perché, grazie ad una precisa ed esatta rendicontazione, risponde ad una duplice esigenza: quella della trasparenza, valore fondamentale verso cui oggigiorno le persone mostrano giustamente una sensibilità sempre maggiore, e quella di spiegare nei fatti le attività concrete che abbiamo portato avanti nel 2016. L’obiettivo è dimostrare che tutto ciò che il territorio generosamente ci dona viene restituito al territorio sotto forma di ricerca scientifica, di assistenza gratuita ai pazienti, di programmi di prevenzione: tre aspetti di un’unica mission, che è quella della lotta contro il cancro in Romagna. Al suo interno sarà possibile trovare non solo numeri che spiegano la portata di cos’abbiamo fatto nel 2016, ma anche dati cumulativi riguardanti la nostra attività dal 1979 ad oggi e cifre che spiegano che cos’è la nostra organizzazione. In questo senso è particolarmente degno di nota, secondo me, il dato relativo ai nostri Volontari operativi: ben 510, un numero enorme che ritengo abbia davvero pochi eguali in Italia”.
Sfogliando le pagine, si evince come nel corso del 2016 l’Istituto Oncologico Romagnolo abbia investito nella causa della lotta contro il cancro qualcosa come 1.769.541 euro così ripartiti: 817.711 euro in ricerca scientifica; 785.855 euro in assistenza e servizi; 165.975 euro in programmi di prevenzione. In totale, dal 1979, gli investimenti effettuati sul territorio salgono così a 66.541.120 euro. Particolarmente corposi i contributi volti alla realizzazione del Centro risorse biologiche presso l’Irst Irccs, unica biobanca per tessuti oncologici approvata dalla Regione Emilia-Romagna, per un totale di 100.000 euro; e per la Casa Accoglienza San Giuseppe “Antonio Branca”, foresteria sorta a poche centinaia di metri dall’Irst Irccs volta ad offrire ai pazienti il meglio dal punto di vista logistico e assistenziale, per un totale di 199.172 euro.
Grandi numeri anche per quel che riguarda i servizi gratuiti alla persona. Sono 358 le donne che hanno usufruito del Progetto Margherita, con cui lo Ior fornisce parrucche gratuite alle pazienti che, in seguito alle terapie, affrontano il delicato momento della caduta dei capelli: quasi una al giorno. Particolarmente apprezzato anche il servizio di accompagnamento, rivolto a tutti coloro che devono sottoporsi ai trattamenti ma non hanno nessuno che possa accompagnarli da casa ai luoghi di cura e ritorno: i 52 Volontari autisti dello IOR hanno percorso nel 2016 qualcosa come 172.000 km, trasportando 618 pazienti romagnoli in 4.620 visite.