Martedì, 25 Luglio 2017 19:25

Bimba 5 anni morta, forse peritonite

(Rimini) Teresa, la bimba di 5 anni morta giovedì scorso a Cattolica dopo essersi sentita male in casa dei nonni, aveva la peritonite. Potrebbe essere questa, se confermata dall'autopsia affidata dalla Procura di Rimini alla dottoressa Donatella Fedeli, la causa più probabile del decesso.
La Procura e la squadra mobile, che hanno avviato un'indagine per omicidio colposo - al momento senza iscritti nel registri degli indagati - hanno affidato al consulente tecnico d'ufficio, una serie di quesiti che serviranno a stabilire non solo le cause della morte, ma anche eventuali responsabilità in chi l'ha vista ma non l'ha curata adeguatamente. La bimba infatti stava male già due giorni prima del decesso, accusando vomito, febbre, nausea e dolori addominali. Sintomi compatibili con appendicite e peritonite (Ansa).

Martedì, 25 Luglio 2017 19:00

Porto e lungomare Colombo, lavori in vista

(Bellaria) Riqualificazione del porto canale e lungomare Colombo, soo tre i progetti presentati ieri alla cittadinanza.
Interessano il porto una serie di opere, dalla passeggiata sulla sponda Igea Marina che conduce al nuovo museo presso l’ex Macello al Mercato Ittico, dal ponte mobile all’ampio restyling completato nella Borgata Vecchia, dall’intervento lungo tutta via Uso al nuovo raccordo all’incrocio con via Ravenna ultimato proprio in questi giorni. Con questi cantieri l’amministrazione sta concretizzando la ‘mission’ ricordata dal Sindaco Ceccarelli: “Rendere il porto il vero centro di una Bellaria Igea Marina finalmente unita, cuore pulsante della città e cerniera rispetto a due lungomari, quello di Bellaria e quello di Igea Marina, realmente moderni, altamente fruibili e ricchi di attrattiva in chiave turistica”.

Interventi cui si aggiungerà presto la nuova bretella tra via dei Saraceni e via Ravenna, un’opera strategica che migliorerà il raggiungimento del porto canale e di via Ferrarin, decongestionando alcuni nodi critici in fatto di viabilità, come l’incrocio tra la ‘vecchia statale’ e la stessa via Ferrarin. I lavori sono già iniziati, così come è stato avviato l’iter per la realizzazione di nuove banchine a monte della linea ferroviaria, funzionali all’ormeggio delle barche da diporto e per la piccola pesca.

A tutto questo si aggiunge, ovviamente, la riqualificazione del porto a mare della ferrovia, con il progetto del lato Bellaria come uno dei piatti forti della serata di ieri. Come ha avuto modo di ricordare il Primo cittadino, “Un progetto peculiare ma armonico rispetto all’intera zona del porto”, a partire dall’analoga riqualificazione in programma sulla sponda opposta: presentato proprio un anno fa, l’intervento sul lato Igea Marina ha visto completato il proprio iter ‘burocratico’ e vedrà l’inizio dei lavori subito dopo la stagione estiva; “l’aggiudicazione è avvenuta in questi giorni e segnaliamo con piacere che l’opera sarà realizzata da aziende del territorio”, ha sottolineato il Sindaco.

Anche a Bellaria, i lavori porteranno un adeguamento delle altezze delle banchine e un consolidamento delle sponde sotto il profilo idrico. Lungo via Rubicone si alterneranno spazi di aggregazione e piazze (ottenuti anche grazie alla rimodulazione delle strutture oggi presenti sul lato porto della strada), con una camminata lungo la banchina e un percorso pedonale più interno che condurrà in sicurezza in direzione ‘mare’. Anche qui, come sul lato opposto, sorgeranno una serie di terrazze a servizio delle attività commerciali e di ristorazione, mentre sarà conservato il doppio senso di marcia, una sorta di ‘scelta ‘obbligata’ per consentire la fruizione di tutta la zona turistica di Bellaria; l’investimento previsto per la riqualificazione della sponda Bellaria si assesta al momento sul 1,5 milioni di euro.

L’asse pedonale in prolungamento del lungomare Colombo sarà un’opera coerente rispetto al progetto preliminare svelato alla cittadinanza nel 2015, che consegnerà anche alla zona Nord della città un lungomare in prosecuzione a quel viale Colombo che oggi si interrompe in piazzale Kennedy. La nuova strada avrà natura pedonale e ciclabile, ma non di meno consentirà il passaggio ai mezzi di soccorso, alleviando un problema di accesso alle vie ‘a pettine’ in zona Cagnona ben noto a Bellaria Igea Marina. L’opera si estenderà per una lunghezza di circa un chilometro e mezzo ed avrà un costo complessivo di circa 3,5 milioni di euro.
Così il Sindaco: “Si tratta di una grande opera pubblica legata a doppio filo all’attuazione del piano dell’arenile, ricordando che lo stesso documento stabilisce alcuni punti fermi entro i quali gli operatori potranno agire in piena autonomia estetica e stilistica, con premialità volumetriche previste per chi sceglierà la strada degli accorpamenti. Le stesse modalità di realizzazione dell’opera ed i tempi della stessa sono legati alla pubblicazione delle evidenze pubbliche che riguarderanno le concessioni.”

(Rimini) Progetto Tiberio, il comitato dei residenti dissente a quanto riferito dal dirigente comunale Daniele Fabbri circa i lavori alle mura del porto canale per la creazione di una passerella che ermetterà a turisti e riminesi di raggiungere San Giuliano dal porto senza incrociare il traffico delle auto. La protesta si è scatenata quando sono stati realizzati dei buchi per permettere il montaggio di una delle passerelle. Residenti e partiti d’opposizione hanno urlato alla scandalo per i fori nella storiche mura malatestiane, la Soprintendenza, però ha sempre confermato in ogni sopralluogo la regolarità dei lavori e ieri in commissione il dirigente comunale Daniele Fabbri ha anche affermato che le mura bucate sono state realizzate nel 1700 e non risalgono all’epoca malatestiana. Alcuni dei borghigiani non sono d’accordo.
“Noi del Comitato ‘In difesa del Ponte’ non capiamo se si stia tentando di giustificare a parole, agli occhi dell'opinione pubblica, un fatto che desta molte perplessità o se il grado di conoscenza delle norme sia veramente quello prospettato. Premesso che un muro del 1700 non è esattamente un muretto di Lego, il manufatto in questione è comunque il restauro delle Mura Malatestiane”, spiegano i residenti. “Ed proprio in questo concetto che viene disatteso il Decreto Legge 42 del 22 Gennaio 2004, che tutela i beni culturali e i beni paesaggistici. Le Mura, anche se restaurate nel 1751 e consolidate nel dopo-guerra, fanno parte del medesimo patrimonio e profilo storico assieme ad un ponte di 2000 anni fa e un'altra murata dell'800 (sinistra del porto canale)”.

Secondo i residenti, che contro i lavori hanno già presentato un esposto, “ol restauro di Castel Firmiano, che si cita come precedente a giustificazione della passerella, è stato condotto secondo principi che qui non pare siano seguiti. Le rovine devono aver la precedenza rispetto agli interventi nuovi. Va preservato il carattere di rudere della fortificazione. Il profilo esterno deve restare inalterato, le nuove costruzioni devono avere carattere temporaneo, in modo da poter essere rimosse in qualsiasi momento”.

Gli elementi di istallazione temporanea “non le toccano le mura del castello, altroché asole"ì, che poi sono finestre 50x50 tagliate con il flessibile ad acqua, quando non col martello pneumatico. In ogni caso vorremmo sottolineare come le mura malatestiane siano soggette a fenomeni propri della fisica quantistica, infatti a seconda di chi le osserva cambiano datazione. Nel non lontano 2009 l'assessore ai lavori Pubblici, Paola Taddei, nei comunicati stampa le definiva ‘Bastioni Medievali’”.

Inoltre “dalle perizie eseguite dalla ditta AdArte, sotto la direzione scientifica del Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, emergeva che: "Nel primo tratto stradale, prossimo al Ponte di Tiberio, le mura furono realizzate con un sistema di ancoraggio caratterizzato dalla presenza di setti murari interrati e ortogonali al prospetto principale del muro. Tale operazione è databile al XV secolo”.

(Rimini) Da via Pomposa a via dello Scoiattolo solo bici e pedoni. Un nuovo passaggio senza auto a servizio della Grottarossa sarà realizzato in attesa del sottopassaggio ciclopedonale in programma.
“La decisione di realizzare questo collegamento – ha spiegato oggi in commissione l’assessore Frisoni – nasce dalla volontà di dare una soluzione immediata ed efficace alle sollecitazioni dei residenti. Grazie alla collaborazione con i privati possiamo contribuire a favorire una nuova mobilità, sicura e razionale, nella zona della Grotta Rossa, in attesa che prendano il via i cantieri sulla SS16 per le opere di completamento e compensazione sulla viabilità connessa all’ampliamento sull’A14, attualmente in capo a Società Autostrade e che confidiamo possano partire nel giro di pochi mesi. Sperimentiamo quindi questo collegamento anche in previsione della consultazione pubblica che faremo a settembre sul Pums, con il quale faremo il punto sullo stato dell’arte e sulle prospettive della mobilità ciclabile del nostro territorio”.

Il progetto prevede la realizzazione del collegamento ciclopedonale attraverso la costituzione di una servitù di passaggio gratuita e temporanea su una strada privata. Il progetto rappresenta “una soluzione temporanea - precisano dal Comune - in previsione della realizzazione delle opere infrastrutturali destinate a superare in maniera definitiva le fratture determinate dalla Statale 16 e che prevedono entro la realizzazione di un sottopasso ciclopedonale in prossimità dell’intersezione a rotatoria con Via della Fiera (in sostituzione del semaforo pedonalizzato) e nel medio-lungo termine la creazione di una pista ciclopedonale sulla porzione di terreno comunale destinato al nuovo tracciato della Ss16”.

Il collegamento “sarà ad uso promiscuo, su una porzione di strada già asfaltata ampia un metro e mezzo e di proprietà privata. Al Comune spetterà il compito di occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria di strada e marciapiedi, mentre il costo dell'illuminazione della strada resterà a carico dei privati”. La delibera, che ha ottenuto parere favorevole dalla quinta commissione, prevede la costituzione del diritto di servitù attiva gratuita per 5 anni.

(Rimini) “Il ‘Rimini summer pride’ non è solo una sorta di folcloristica e colorata esibizione dell’orgoglio gay ma come tutti i ‘gay pride’ anche quello nostrano vuole lanciare un preciso messaggio politico”. Così il ‘Popolo della famiglia’ di Rimini interviene dopo la presa di posizione della diocesi di Rimini, che ieri si è smarcata sia dal Summer pride sia dalla processione promossa dal Comitato Scopelli.
“Il tema con cui si cerca di fare breccia nelle coscienze è sempre quello della discriminazione verso le persone omosessuali e transgender e la carta che si cerca di giocare è in primo luogo quella del vittimismo. Oggi il vittimismo riveste un ruolo importante in politica: si tratta di supporsi innocenti e perseguitati rivendicando il diritto pubblico al risarcimento. Le vittime si moltiplicano insieme ai soggetti che ne devono assicurare la rappresentanza e la difesa. E’ proprio di questi giorni la notizia che in Calabria una coppia gay si è vista rifiutare un contratto di affitto per un appartamento. Titoli a tutta pagina sui giornali, ovviamente. Ma per ogni coppia gay, quante famiglie si vedono rifiutare una casa in affitto perché hanno bambini piccoli o perché straniere? Questi casi non fanno notizia ma sono di gran lunga i più numerosi”.

In realtà, prosegue il Pdf, “la discriminazione basata sull’orientamento sessuale nel nostro paese è irrilevante e il vittimismo gay è funzionale a tutta una serie di rivendicazioni politiche che vanno dal matrimonio omosessuale, con annesso diritto all’adozione dei figli anche attraverso la pratica dell’utero in affitto; all’educazione sessuale nelle scuole che contempli anche l’educazione all’omosessualità, riconosciuta come variante naturale al pari di qualsiasi altra inclinazione; al diritto a definire la propria identità sessuale in modo assolutamente libero e svincolato dal dato corporeo e naturale, obbligando tutti a riconoscerlo per legge”.

Il Popolo della famiglia esprime “gratitudine” per le parole del vescovo Lambiasi che come “pastore accogliente, in sintonia con papa Francesco”, si dice “disponibile all’accompagnamento di omosessuali e trans ma ribadisce con le stesse parole del pontefice il dissenso nei confronti della teoria del gender quale colonizzazione ideologica”.

(Rimini) Diecimila i partecipanti alla prima edizione del Rimini Summer Pride il 30 luglio del 2016. Quest’anno la parata per i diritti gay si svolgerà il 29 luglio sul lungomare da piazzale Benedetto Croce a piazzale Fellini. Ma la manifestazione “inizierà già martedì, con incontri culturali, attività sportive in spiaggia, concerti e dj set in piazzale Fellini e giovedì la prima Summer Pride Run”, spiegano gli organizzatori.

Il titolo della manifestazione di quest'anno è ‘Summer of Love, Summer of Pride’ per “ricordare, a esattamente 50 anni di distanza, la ‘Summer of Love’ del 1967 a San Francisco. Allora si radunarono centinaia di migliaia di giovani, di hippy, di figli dei fiori in un clima di spensieratezza, di fratellanza e di allegria per assistere a centinaia di concerti, spettacoli, dibattiti, gettando i semi del sentimento rivoluzionario che produsse i cambiamenti sociali e culturali del '68 e del ’69".

Il manifesto degli organizzatori recita: “Le migliori rivoluzioni sono quelle che si fanno con allegria come avvenne per la Summer of Love. Così sarà per noi una Summer of Pride. La disposizione d'animo è quella di chi guarda lontano verso la fine del nostro percorso, guarda a quando ci sarà una società libera e aperta, con diritti e tutele riconosciute per tutti e tutte. Il Summer Pride vuole combattere queste battaglie con il sorriso, con la nobile arma del rendersi visibili per come si è qualsiasi cosa si sia (o quel giorno si "decida" di essere), con lo spirito intensamente leggero di chi è consapevole del valore inestimabile e incomprimibile della libertà di ogni persona”. Secondo gli organizzatori “i Pride sono ancora necessari (oggi come ieri, qui come altrove) per mostrare che una società diversa esiste, ed è fatta di persone che vogliono il rispetto e i diritti per tutti e tutte. È un messaggio di accoglienza e di speranza che viene mandato a chiunque si senta discriminato per il suo essere Lgbti, perché nessuno deve essere costretto a rinunciare alla propria serenità per colpa dei tanti pregiudizi di cui è ancora impregnata la nostra società".

(Rimini) Avviare un tavolo permanente con gli attori istituzionali e cooperativi della spiaggia, in modo da coordinare al meglio le azioni di contrasto all'erosione, e un progetto pubblico per la ricerca scientifica e il monitoraggio del fenomeno.

Lo chiede Legacoop Romagna alla Regione, che “in questi anni è stata disponibile al confronto, con risorse e progetti messi a disposizione dell'attività di manutenzione delle spiagge che hanno consentito anche quest'anno di affrontare sostanzialmente in tranquillità la stagione”, afferma Stefano Patrizi, responsabile del settore balneazione per Legacoop Romagna.

“In diversi incontri con le cooperative degli stabilimenti balneari – prosegue Patrizi – è emersa una seria preoccupazione per la diminuzione nel 2017 delle risorse regionali dedicate: è fondamentale un recupero al più presto, anche al fine di risolvere alcune questioni locali che non possono più essere procrastinate. L'attuale instabilità meteorologica, purtroppo crescente a causa dei cambiamenti climatici, mette infatti sempre più a rischio anche la costa”.

Occorre, quindi, conclude Patrizi, “proseguire senza cali sulla manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere a difesa del litorale, seguendo una programmazione costante e adeguata, valorizzando quanto già messo in campo nel 2016 col grande ripascimento del ‘Progettone 3’”.

(Rimini) Continua a persister a Santa Giustina il problema dei cattivi odori provenienti dall'Impianto di depurazione. La setimana scorsa il comitato locale ha organizzato una riunione nel corso della quale “è stata sottolineata la persistenza delle emissioni odorigene che, come lo scorso anno, stanno letteralmente ‘impestando’ Santa Giustina, interessando di volta in volta zone diverse del paese secondo l'orientamento del vento. L'odore è insopportabile e i cittadini che ne sono coinvolti debbono necessariamente chiudere le finestre”, spiega a nome del comitato Giuseppe Fabbri.

“Pur avendo segnalato per tempo all'amministrazione comunale e ad Hera la situazione, attraverso il confronto del novembre 2016, non risulta che siano stati realizzati gli interventi necessari sull'Impianto di depurazione in grado di eliminare le cause delle emissioni odorigene".

Il comitato ha incontrato i rappresentanti del comune il 3 luglio 2017 e nell’occasione “non è stata data risposta alle richieste presentate nel novembre del 2016. Vista la disponibilità allora manifestata da Hera avevamo chiesto di essere informati in merito agli interventi sull’impianto per eliminare i cattivi odori, la loro tipologia, i tempi di realizzazione e l’ammontare delle risorse finanziare a questi destinate; avevamo chiesto di conoscere le prescrizioni (ambientali e sanitarie) a cui il Gestore dell'Impianto deve sottostare dal punto di vista delle emissioni odorigene e della qualità dell’aria e le relative sanzioni (se previste) qualora queste prescrizioni non venissero ottemperate; avevamo chiesto che fossero realizzate le analisi in merito alla qualità dell'aria in occasione delle emissioni odorigene per sapere se vi fosse la presenza di componenti nocivi per la salute umana, fermo restando che già la presenza di esalazioni maleodoranti è dannosa per la salute”.

Proprio in in questi giorni Hera ha avviato una campagna di rilevazione delle emissioni tramite i “nasi elettronici” commissionata ad un laboratorio privato. “Già nel confronto del novembre del 2016 non avevamo espresso alcuna contrarietà a tale campagna. Avevamo però sottolineato, come ribadiamo in questa occasione, che le segnalazioni dei cittadini e le relazioni da sopralluogo dei tecnici di Arpae (Ente pubblico istituzionalmente preposto alla vigilanza e al controllo ambientale del territorio), avevano già evidenziato nell'estate del 2016 la presenza di esalazioni maleodoranti. Segnalazioni e relazioni - sottolineano dal comitato - alle quali avrebbero dovuto seguire gli interventi necessari alla eliminazione delle cause. Come si era impegnato lo stesso rappresentante di Hera nell'incontro del 14 novembre 2016”.

Nell’ampliamento dell’impianto di depurazione sono stati investiti “quasi trenta milioni di euro spesi per l'ampliamento dell'Impianto di depurazione, un investimento che, secondo Hera, ha prodotto “una struttura altamente innovativa e all’avanguardia”, “con il controllo dei cattivi odori”. Non abbiamo sufficiente competenza per valutare se si tratta di una struttura altamente innovativa e all’avanguardia, sicuramente possiamo affermare che il controllo dei cattivi odori non è stato realizzato”.

Per fa valere la propria oce i cittadini di Santa Giustina hanno deciso “il presidio dell'impianto di depurazione nella giornata di sabato 5 agosto”.

(Rimini) Il numero delle strutture turistico-ricettive all'asta in Italia è aumentato del 9% in sei mesi: le procedure in corso che riguardano alberghi, bed & breakfast, motel, campeggi e simili sono infatti 237, a fronte delle 217 rilevate all'inizio dell'anno. E' quanto risulta dal Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea, che è stato presentato in Senato.
Stavolta però a determinare la nuova impennata è stata l'area settentrionale del Paese, che ha praticamente raddoppiato il dato: 101 gli immobili in vendita forzata rispetto ai 51 riscontrati in avvio di 2017. Tutte le altre macroregioni hanno invece fatto registrare un calo: -11% il Centro, -21% il Sud, -22% le Isole. I più significativi balzi in avanti sono stati effettuati dal Veneto (34 strutture all'asta rispetto alle 9 di inizio anno), dal Piemonte (passato da 14 a 20 vendite forzate), dalla Lombardia (da 4 a 12), dal Trentino-Alto Adige (da 4 a 8) e dalla Liguria (un unico immobile all'incanto sei mesi fa, addirittura 11 adesso). Nessuna struttura in fase di cessione per Molise e Valle d'Aosta, mentre sia la Sicilia (da 32 a 28) sia la Sardegna (da 22 a 14) hanno fatto registrare decrementi significativi. Il miglioramento più consistente si è però verificato in Campania, regione che al momento conta 13 alberghi all'asta contro i 27 di inizio anno.
A livello di province, invece, comanda nettamente Padova con 20 strutture in vendita: il dato, l'unico a doppia cifra nel panorama nazionale, le consente di primeggiare per distacco nei confronti di tutte le altre. Assai distanti rimangono infatti Salerno, Trento (entrambe ne contano 7), Rimini, Savona, Taranto e Vicenza (tutte con 6).
A pagare dazio sono soprattutto le realtà imprenditoriali di dimensioni contenute: il 54% dei complessi turistico-ricettivi finiti all'asta ha un prezzo inferiore al milione di euro (Ansa).

Martedì, 25 Luglio 2017 08:59

25 luglio

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