(Rimini) In considerazione dell’esito dei ricorsi presentati nel corso degli anni da altri cittadini - tutti respinti sia in I sia II grado – l’Amministrazione Comunale attraverso una delibera di Giunta ha ufficializzato la decisione di ricorrere in appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar di Bologna che nel dicembre scorso ha accolto il ricorso presentato dal privato in merito alla bocciatura di un piano particolareggiato previsto a Santa Giustina. Con la sentenza del 6 dicembre il Tribunale Regionale dell’Emilia Romagna ha infatti annullato il diniego da parte del Consiglio Comunale nel 2013 ad un piano particolareggiato di iniziativa privata, presentato in variante agli strumenti urbanistici allora vigenti.

(Rimini) Domani alle 16 nella sala Muratori della sede centrale dell’istituto alberghiero Malatesta di Rimini sarà celebrata u a messa in ricordo di Fabrizio Aspromonte, il 32enne docente di geografia di origini pugliesi, che da inizio anno scolastico aveva preso servizio a Rimini. Aspromonte, che ha perso la vita l’altro pomeriggio sciando sulla pista nera di Folgarida, era molto amato e stimato da studenti e colleghi e si sarebbe dovuto sposare tra qualche mese.

(Rimini) Axia, l’impresa che in associazione con altre, si è aggiudicata i lavori per la realizzazione del polo natatorio comunale Acqua arena (un bando da 7 milioni di euro), è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Reggio Emilia. E’ per questo che negli ultimi mesi il complesso tutt’attorno è venuto su (supermercato, appartamenti e uffici), ma della piscina nessuna traccia. Anzi, i lavori sono fermi da novembre. A sbloccare la situazione dovrà essere il Comune di Rimini, aprendo un tavolo di confronto con le altre imprese dell’Associazione temporanea di’impresa ‘Acqua Arena Srl’ di cui Axia era capogruppo. Saranno loro a proporre un sostituto capogruppo.

Giovedì, 25 Gennaio 2018 10:26

Avances su minore, denunciata allenatrice

(Rimini) Una allenatrice di pallavolo riminese è stata denunciata dalla madre di una sua allieva minorenne perché sospettata di aver compiuto atti sessuali con la ragazzina. Sono subito scattate le indagini dei carabinieri, mentre il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Rimini Sonia Pasini su richiesta del pubblico ministero Paola Bonetti ha stabilito per la donna l divieto di avvicinamento (un atto dovuto) alla ragazzina (e ai luoghi da lei frequentati) a meno di 500 metri. Vietato anche lo scambio di telefonate, messaggini o altri tipi di comunicazione.
Le indagini sono da poco partite e la veridicità delle accuse è ancora lontana dall’essere dimostrata. La denuncia sarbbe scattata a seguito di avances sospette notate dalla madre della presunta vittima, quando era addirittura minore di 14 anni, fino ad arrivare a sedurla.

Giovedì, 25 Gennaio 2018 09:01

25 gennaio

“Allenatrice molesta” | Acqua arena stop | Meccanico in camicia nera

(Rimini) Dopo il terzo incidente a Santarcangelo nel giro di poche settimane nel tratto di strada da via Mazzini fino al termine di viale Marini, il responsabile della Lega Nord santarcangiolese Fabio Bertozzi sollecita la giunta Parma ad “assumere provvedimenti immediati per garantire più sicurezza ai nostri cittadini”.
“Troppi gli incidenti e i decessi causati dalla pericolosità di attraversamento di questo tratto di strada – commenta Bertozzi – servono dispositivi dissuasori della velocità allo scopo di rallentare la marcia degli autoveicoli e rendere così più sicuro il traffico pedonale”. Il leghista quindi suggerisce all’Ass.re comunale con delega all’urbanistica, Filippo Sacchetti, “la realizzazione di una vera propria "zona 30" in grado di contenere l’impatto del traffico veicolare e ancora la realizzazione di una pista ciclo-pedonale e dispositivi elettronici per limitare la velocità di transito”. Per Bertozzi infine, in un’ottica di maggiore sicurezza e contenimento del tasso di incidentalità nel tratto di viale Marini “andrebbe rivista l'illuminazione pubblica sostituendo gli attuali punti luce con lampade a led più luminose e più efficienti dal punto di vista energetico”.

(Rimini) Rimini celebra il Giorno della Memoria in ricordo di tutte le vittime della deportazione nei campi di concentramento e di lavoro nazisti e della tragedia della Shoah con un ricco programma di iniziative culturali e di approfondimento storico aperto alle scuole e alla collettività.
Il bilancio della tragedia italiana della deportazione fu molto alto: oltre 24.000 furono i cittadini italiani, uomini e donne spesso adolescenti, arrestati sul territorio italiano e internati nei lager dove molti morirono per le dure condizioni di vita. A loro si aggiunsero i 650.000 soldati italiani che dopo l’8 settembre 1943 furono catturati dai tedeschi e imprigionati in campi di lavoro in Germania e circa 9.000 gli italiani ebrei, tra i quali centinaia di bambini e neonati, che dalla Penisola e dal Dodecaneso furono deportati ad Auschwitz-Birkenau, dove il 90% fu ucciso immediatamente, all’arrivo nelle camere a gas. Un crimine nato dalla cultura di odio razziale e di antisemitismo della Germania di Hitler, che fu perpetrato anche con la collaborazione o nell’indifferenza della comunità internazionale e delle popolazioni locali dei Paesi occupati.
Il 2018 è l’anno in cui ricorre l’ottantesimo anniversario della promulgazione da parte del governo fascista italiano delle leggi razziali che segnarono l’inizio della tragedia degli ebrei residenti nella Penisola. Una responsabilità che ricadde sull’Italia come anche la partecipazione di una parte degli italiani alla cattura degli ebrei e alla loro deportazione durante l’occupazione tedesca. Rimini non vuole dimenticare questa tragedia e l’Amministrazione Comunale, fedele ad un impegno assunto nel 1964, ogni anno promuove in stretta collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza, con l’ANPI e con alcune associazioni culturali del territorio, un fitto calendario di appuntamenti con la storia.

Si parte oggi con la programmazione. Alle ore 21 (ingresso libero) al Teatro degli Atti sarà proiettato La liberazione di Auschwitz, il filmato originale girato dai sovietici tra la fine di gennaio e il mese di febbraio 1945 al loro ingresso nel campo di sterminio di Auschwitz: cosa videro i soldati russi e i loro reporter dietro al filo spinato e nelle baracche, tra macerie, cumuli di cadaveri e detenuti moribondi? Lo choc di quella scoperta e l’urgenza di testimoniare le atrocità commesse dai nazisti rese indispensabile girare delle scene da utilizzare anche come propaganda militare. Eppure quel filmato, salvo poche apparizioni pubbliche in URSS, rimase per decenni chiuso negli archivi di Mosca fino a metà degli anni 1980. La proiezione sarà preceduta da un’introduzione storica di Laura Fontana, Responsabile dell’Attività di Educazione alla Memoria del Comune di Rimini, e da un breve commento di Francesca Panozzo, Vice Presidente Istituto per la Storia della Resistenza di Rimini (la visione del film è sconsigliata ai minori di 14 anni).
Il tema della liberazione dei campi su cui si è fondato tutto l’immaginario popolare sul nazismo e sulla Shoah sarà oggetto anche di una lezione magistrale tenuta dal professor Dan Stone, storico britannico con all’attivo numerosi saggi sulla Shoah e direttore dell’Istituto di Ricerca sull’Olocausto presso la Royal Holloway University di Londra. Col titolo Rethinking Liberation. Ripensare la liberazione, Stone racconterà come l’arrivo dei soldati alleati nei lager non coincise affatto con il ritorno alla vita dei sopravvissuti. La conferenza si terrà in inglese con traduzione simultanea (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti) sabato 27 gennaio alle ore 17 alla Sala del Giudizio del Museo della Città.
Il 27 gennaio – data in cui si celebra il Giorno della memoria, in coincidenza con la liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa - alle 10.30 si terrà la cerimonia commemorativa al Parco “Ai Caduti nei Lager 1943-1945” in via Madrid. La cerimonia sarà alla presenza delle autorità civili e militari, dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma e di una rappresentanza di studenti delle scuole di Rimini.

Anche il teatro e il cinema affronteranno il tema della memoria del nazismo e della Shoah. Sabato 27 gennaio alle ore 21 e domenica 28 gennaio alle ore 16.30 (ingresso gratuito) la Cineteca Comunale presenterà il film in lingua inglese con sottotitoli in italiano Otto Frank, padre di Anna di David de Jongh (Paesi Bassi, 2010, 75 minuti). Sopravvissuto ad Auschwitz, nel giugno del ‘45 Otto Frank ritorna ad Amsterdam, dove entra in possesso del diario della figlia Anne, morta solo pochi mesi prima. “Quello che leggo – racconta – è così emozionante, ed è per me una rivelazione: in queste pagine scopro una Anne completamente diversa dalla bambina che ho perso”. Gli amici ne sono profondamente commossi, e insistono perché lo pubblichi. Come unico superstite della famiglia, Otto sente tutta la responsabilità di rendere pubblico il diario: cosa fare delle parti che Anne intendeva restassero private, delle scene sessualmente esplicite, dei diverbi tra Anne e la madre? Attraverso la lettura e l’edizione Otto sviluppa un nuovo rapporto con Anne, consacrando il resto della sua vita alla memoria della figlia, fino a rendere Il diario di Anna Frank uno dei libri più letti al mondo.
Il Teatro Novelli ospiterà da domenica 28 gennaio a martedì 30 gennaio alle ore 21 lo spettacolo Copenhagen di Michael Frayn con tre attori del calibro di Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice (ingresso a pagamento, consultare i prezzi su www.teatroermetenovelli.it). Lunedì 29 gennaio alle ore 17.30 gli attori incontrano il pubblico nella Sala del Ridotto del Teatro. Divenuto un classico della drammaturgia contemporanea, Copenhagen è ispirato ad una storia vera e drammatica che offre l’occasione di riflettere su un tema di grande complessità come il rapporto tra libertà della ricerca scientifica e vincoli morali. In un luogo che ricorda un'aula di fisica si incontrano gli scienziati Niels Bohr (Orsini) e Werner Heisenberg (Popolizio), entrambi considerati i padri della meccanica quantistica, premiati dal Nobel. Insieme alla moglie di Bohr, Margrethe (Lojodice) i due colleghi, amici di lunga data, tentano di comprendere che cosa avvenne nel lontano 1941 a Copenaghen, quando in piena occupazione nazista Heisenberg fece improvvisamente visita al suo maestro Bohr e perché da allora interruppero ogni contatto. La guerra li schiererà poi su posizioni opposte: Heisenberg, tedesco, rimase al servizio del Terzo Reich, dirigendo il programma di sviluppo nucleare per la produzione di armi chimiche, mentre Bohr, danese di madre ebrea collaborerà al programma nucleare sviluppato dagli Alleati da cui nascerà la prima bomba atomica all’uranio che nel 1945 provocherà la catastrofe di Hiroshima. Che cosa si dissero quel giorno del 1941 i due fisici? E qual è il confine tra progresso scientifico ed etica?

Per un mese intero, dal 27 gennaio al 27 febbraio, la Biblioteca Gambalunga promuoverà per il Giorno della Memoria e il Giorno del Ricordo (10 febbraio) una selezione di proposte di lettura e bibliografie ragionate sul tema “Scrivere per raccontare, resistere, sopravvivere”.
Il programma di Attività di Educazione alla Memoria - avviato già dallo scorso ottobre con un seminario di formazione storica intitolato “Non lo saprà nessuno che abbiamo vissuto. La demolizione dell’umano nei lager nazisti” e che coinvolge oltre 200 studenti e studentesse da tutti gli istituti superiori di Rimini - proseguirà fino a maggio con tante iniziative, in particolare dedicate al tema del drammatico esodo giuliano-dalmata dell’immediato dopoguerra, dei Giusti e dei cittadini italiani che salvarono gli ebrei perseguitati al rischio della propria vita e dei poeti russi perseguitati dallo stalinismo, in una prospettiva di studio anche comparata tra lager nazisti e Gulag.

(Rimini) Ammonta a 1,6 milioni il numero dei prodotti sequestrati dalla Guardia di finanza in due negozi di Rimini gestiti da bengalesi. Si tratta di articoli per lo più provenienti dalla Repubblica popolare cinese, considerati pericolosi per la salute del consumatore soprattutto in relazione ai potenziali danni conseguenti al contatto con la pelle di alcuni di questi, quali orologi, bracciali, anelli, collane ed orecchini, composti di materiali diversi tra metallo, gomma e legno, spesso destinati ad un’ampia platea di consumatori minorenni. Sotto sequestro anche batterie non sicure o chiavette USB di incerta qualità e sicurezza tecnica.
Per i due esercenti non in regola, si profilano, oltre alla possibile confisca della merce cautelata dai Finanzieri, le previste sanzioni pecuniarie che saranno applicate dalla Camera di Commercio di Rimini, alla quale gli stessi sono stati segnalati.

(Rimini) Sono bastati solo pochi giorni a raccogliere oltre 500 firme tra Rimini e Riccione per la presentazione della lista del Popolo della famiglia. Capolista alla Camera è il ravennate Mirko De Carli, 33 anni, coordinatore per il centro nord del Pdf. In lista il riccionese Dino Gianpietro Angeli, il santarcangiolese Massimiliano Crivellari, la faentina Elisa Visani. Capolista al Senato è il santarcangiolese Sergio De Vita, 58enne psicologo e consulente del tribunale di Rimini. In lista per il Senato, Sergio Aurelio Perrini di Rimini e Carla Lodi di Forlì.
“Ci posizioniamo a centro per dialogare davvero con tutti. e per dialogare non intendo andare d’accordo con tutti, ma portare a tutti i nostri valori. Su vita, famiglia e libertà, resteremo sempre a schiena dritta. Nin scenderemo mai a compromessi al ribasso, anche se dovesse trattarsi di far cadere un esecutivo o un parlamento”.
De Carli sottolinea che alle ultime amministrative a Riolo, dove è stato eletto consigliere comunale, il movimento politico aconfessionale di ispirazione cattolica (gli attivisti citano don Luigi Sturzo) ha raggiunto il 14%. Su Rimini e Riccione tra l’1,6 e l’1,7% circa. “I numeri confermano che sul nostro territorio è stato fatto un lavoro. Dopo il 4 marzo noi ci saremo - continua De Carli - qualsiasi sarà l’esito delle urne. Il nostro è un lavoro culturale prim ancora che politico. Noi faremo come i radicali, che nonostante gli esiti elettorali sono riusciti a cambiare il paese (loro a mio avviso in peggio). Non siamo in cerca di un posto sicuro. Noi ce la giochiamo. La sfida è quella di garantire una rappresentanza a un popolo che attualmente non la ha”, aggiunge De Carli riferendosi al voto dei cattolici.

Il Pdf “non si presenta in coalizione né col centrodestra né col centrosinistra, i quali daranno luogo ad un’intesa e la prima legge che faranno sarà proprio la Bongiorno-Scalfarotto sull’omofobia che, con i sei anni di carcere previsti all’articolo 1, cercherà di criminalizzare e mettere fuori gioco il mondo pro family”. Il programma del Pdf propone soluzioni alla denatalità e “all’attacco alla famiglia” con investimenti anche su giovani e lavoro. Il Popolo della famiglia chiede l’abolizione dell' Unar e dei programmi gender nelle scuole, e un nuovo patto con l’Europa in fatto di difesa della vita e sicurezza.
“Proponiamo il reddito di maternità (uno ‘stipendio’ di mille euro al mese per le mamme che decideranno di lasciare il lavoro per crescere i loro bimbi, ndr)”, spiega De Carli. E propone anche l’aumento degli assegni familiari, la riforma fiscale detta del quoziente familiare’, l’incremento dei fondi per i 3,8 milioni di disabili italiani. Il programma parla di un “fisco a misura di famiglia”, con riduzione delle tasse in funzione al numero maggiore dei figli e l’introduzione di una ‘no tax area’ a partire dal terzo figlio in poi, il sostegno alle giovani coppie nell’acquisto o nell’affitto della prima casa, la chiusura notturna e festiva degli esercizi commerciali e “il 100% made in Italy”, vale a dire meno tasse per gli imprenditori che scelgano di mantenere tutta la loro filiera creativa e produttiva in Italia.

“La famiglia tradizionale - precisa De Carli - è uno spot creato ad arte affinché alcuni partiti politici potessero fregiarsi del ruolo di difensori, figurare in prima fila al Family day e poi votare contro in parlamento. Per noi esiste solo la famiglia come è definita dall’articolo 29 della costituzione italiana. E la difenderemo sempre, anche perché è il centro propulsore economico del nostro programma”, conclude De Carli riferendosi ad alcuni partiti di centrodestra.

Martedì, 23 Gennaio 2018 18:57

Anna Luna, l’omicida è “seriale”

(Rimini) Nella morte di Anna Maria Stellato, la 24enne ligure, il cui cadavere fu trovato nelle acque di Torre Pedrera (Rimini), il 14 luglio del 2012 "va evidenziata la peculiarità del caso di specie, commesso da un assassinio seriale". Il dato emerge dalle motivazioni, depositate venerdì in Tribunale, della condanna a 30 anni di reclusione, inflitta dalla Corte d'Assise di Rimini a Zakaria Ismaini, 34 anni marocchino, senza dimora, attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Siracusa. Già condannato all'ergastolo a Brindisi per l'omicidio di Cosimo Mastrogiovanni, 63 anni, pensionato di Latiano bruciato vivo il 10 novembre 2014, Ismaini ha confessato l'omicidio della 50enne Letizia Consoli, una vedova uccisa a Catania il 7 febbraio 2015, colpita alla testa e gettata in mare, e il 24 luglio scorso è stato condannato a Rimini a 30 anni, come da richiesta del pm Davide Ercolani.
Nelle motivazioni della sentenza la Corte d'Assise di Rimini, si definisce il comportamento di Ismaini compatibile con la definizione in scienza criminologica dell'assassino seriale per "la ritualità del delitto, quella sorta di celebrazione di una cerimonia orrida ed oscura".
C'è un dato importante, secondo la Corte "la vulnerabilità accomuna poi tutte le vittime di Ismaini - si legge nelle motivazioni -: Letizia Consoli era una vedova cinquantenne, che aveva l'abitudine di vagabondare per le strade di Catania. Cosimo Mastrogiovanni viveva solo da tempo e cercava una compagnia, indifferentemente maschile o femminile e Ismaini si era recato a casa della vittima molto verosimilmente per fornirgli prestazioni di tipo sessuale, a seguito di un contatto su di un sito internet dedicato agli incontri. Infine Anna Maria Stellato era una giovane donna dalla corporatura assai esile, con problemi di tossicodipendenza risalenti nel tempo". Nella sentenza emerge la figura di un uomo conosciuto dalle forze dell'ordine italiane già nel 2008, anno del suo primo arresto a Rimini per resistenza e danneggiamento. Nel 2012 viene interrogato e sospettato dai carabinieri proprio in seguito alla morte della Stellato. Ismaini ricompare a Catania dove nel 2013 si prende una denuncia per aggressione e un anno dopo, nel 2013 uccide Mastrogiovanni a Latiano. In tutti e tre i casi di omicidio, Ismaini fatalmente commette un errore, quello di impossessarsi del telefonino delle vittime e chiamarle nei giorni successivi, quando erano già morte. Chiamate che secondo la sentenza non sono "frutto di un errore bensì di un modus procedendi abituale dell'imputato" che freddamente tenta di crearsi un alibi (ANSA).