(Rimini) Probabilmente non tutti i riminesi sanno, o comunque non molti riminesi sanno, che se Rimini è la capitale della vacanze balneari di italiani e stranieri lo deve a una figura ben precisa, quella di Alessandro Belmonte, l’ufficiale di Marina che fu determinante sui nipoti Alessandro e Ruggero Baldini quando con Claudio Tintori fondarono l'Industria dei Bagni di Mare nel 1843, cinque anni dopo la sua scomparsa.

Alla figura di Belmonte è dedicata l’ultima fatica letteraria di Rosita Copioli e Alberto Silvestro, ‘Alessandro Belmonte (1757-1838). Ufficiale di Marina dall'Armada Real ai porti dell’Adriatico’ edita da Digitalprint 2018 proprio in queste ore. Il libro verrà presentato domani alle 17,30 al museo Tonini dagli autori e dall’editore, Quinto Protti, nell’ambito della rassegna Frontespizio. Presenterà la pubblicazione l’assessore alle arti del Comune di Rimini, Massimo Pulini. Interverranno anche Valeria Cicala, Istituto Regionale Beni Culturali, il Capo del Compartimento Marittimo di Rimini, Capitano di Fregata Fabio Di Cecco, il Delegato Regionale Marinai d'Italia Ammiraglio Angelo Mainardi, il discendente diretto di Alessandro Belmonte, Luigi Lega Baldini.
Cartografo, esploratore scientifico nelle maggiori spedizioni della Marina spagnola, patriota, Belmonte “si occupa dell'industria di mare nel senso più ampio, per il ‘bene della cosa’, del Governo e della società”, spiegano gli autori. “Questa monografia di Alessandro Belmonte esce nella collana di studi intitolata ad Adolphe Noël des Vergers, perché alla famiglia Belmonte appartenne l'attuale Villa des Vergers, acquistata dallo studioso francese nel 1843”.

Belmonte, riminese, figlio cadetto di una importante famiglia - proseguono gli autori - dedicherà “tutta la sua vita al mare, attraverso le forme più diverse di militanza marinara, adeguando la propria passione alle opportunità che i tempi velocissimi gli presentano negli anni traumatici che cambiano il corso del mondo moderno”.
Come scrive Alberto Silvestro, “si preoccupa di tutto quanto concerne quella che egli definisce industria di mare, termine con il quale intende ogni attività che si svolga sul mare e che possa produrre reddito o eliminare sprechi di denaro: pesca, costruzioni navali, porti, uffici marittimi, ecc. Si preoccupa anche del futuro riservato ai vecchi marinai inabili al lavoro e bisognosi d’assistenza”.

(Rimini) Criminalità, “inquietanti” per Carla Franchini, candidata al Senata dal Movimento 5Stelle i datiforniti dal dipartimento per la Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno (quelli pubblicati in ottobre dal Sole 24 ore). “Rimini seconda in Italia per crimini commessi (la prima è Milano): 7203 reati annui qui da noi contro i 7375 di Milano (la media nazionale è di 4105). Il dato è riferito all'incidenza ogni 100mila abitanti (il dato complessivo per Rimini, infatti, è di 24.261 delitti)”. Dati, bisogna ricordare, non calcolati in riferimento all’aumento della popolazione riminese Dati, comunque, “in calo rispetto all'anno precedente”, precisa la stessa Franchini. “Ma questo non lascia comunque tranquillo il cittadino. Anzi lo preoccupa sempre più visto che le politiche del Pd, e le tante promesse fatte dai politici riminesi del Pd, non sono riuscite in tutti questi anni ad arginare questo enorme flusso delinquenziale”. Rimini d'estate raggiunge livelli di presenze turistiche da trasformarla quasi come una città metropolitana, “ma proprio per questo le politiche sulla sicurezza dovrebbero essere più incisive ed efficaci. E non deboli e, quasi, accondiscendenti nei confronti di chi delinque: un fatto inequivocabile è la poca certezza della pena con ladri, rapinatori, borseggiatori che, una volta arrestati, tornano regolarmente in libertà, pronti a commettere nuovi reati dopo appena qualche settimana, al massimo mese”. A pesare è “anche l'arrivo di migliaia e migliaia di stranieri, molti dei quali giunti qui come clandestini, preoccupa e non poco il cittadino. Il dato ufficiale al 2016 racconta di 8493 arrivi stranieri nell'ultimo quinquennio: e si è passati dai 1658 immigrati del 2012 ai 2093 del solo anno 2016. Ma stiamo parlando di immigrati regolari. Quanti sono, invece, quelli clandestini, privi, quindi, di regolare permesso di soggiorno, che per campare devono delinquere?”.


Per Franchini, “nessuno dei Governi di centrosinistra succedutisi in questi ultimi cinque anni sono andati in Europa a ad alzare la voce e chiedere la modifica del Regolamento di Dublino, sottoscritto nel 2003 dal Governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi (con dentro Forza Italia, Alleanza nazionale, l'allora partito della Meloni, e Lega, il partito di Salvini) vera e propria architrave di queste scellerate politiche sull'immigrazione poiché, impedendo la redistribuzione in tutta Europa degli immigrati, obbliga l'Italia a gestire internamente i migranti sbarcati sul proprio territorio (solo a fine 2017 il Parlamento europeo ha iniziato a muoversi verso una modifica del Regolamento)”.  Per Franchini, “noi del M5S abbiamo una precisa proposta politica. Con noi al Governo ci saranno 10mila nuove assunzioni nelle forze dell'ordine (e saranno destinate con dei parametri precisi e agganciati al livello di criminalità sul territorio ed alla popolazione residente o al flusso turistico) e due nuove carceri per dare ai cittadini più sicurezza e legalità. Bloccheremo il business dell'immigrazione grazie alla cooperazione internazionale finalizzata anche alla stipula di trattati per i rimpatri ed a 10.000 nuove assunzioni nelle commissioni territoriali per valutare, entro un mese, così come avviene negli altri Paesi europei, se un migrante ha diritto a stare in Italia oppure no. E su questo adegueremo la giustizia per renderla più rapida, equa ed efficiente; quindi riduzione della durata dei processi e certezza del processo e della pena. Non solo nostro compito sarà anche quello di tutelare, come non è stato fatto fino ad oggi, i risparmi dei cittadini introducendo i risarcimenti ai risparmiatori truffati e creando la Procura nazionale; per i reati bancari faremo la riforma bancaria Glass Steagall act contro le speculazioni”.

(Rimini) Antonio Tinelli, presidente della comunità San Patrignano, interviene sui fatti di Macerata, ovvero la morte di Pamela Mastropietro e i successivi episodi di violenza. “I fatti di cronaca di questi giorni ci spingono a fare una riflessione profonda sulla vicenda di Pamela Mastropietro, una ragazza fragile come tante, con un bagaglio pesante di dipendenza e di disperazione. Se la sua morte poteva essere evitata è una domanda che non possiamo evitare di farci di fronte alla tragedia che si è consumata”, sottolinea Tinelli.
“Quella di Pamela è la storia di una generazione di ragazze interrotte nella spensieratezza della loro adolescenza vuoi per problemi di natura diversa che non hanno trovato risposte o semplicemente ascolto. Ragazze che nel bisogno di colmare un vuoto, hanno scoperto la droga e molto spesso ne hanno subito la violenza, il buio di quartieri e compagnie malfamate, perdendo il rispetto per se stesse, per il proprio corpo”.

La tragedia “è stata subito trasformata nell’ennesimo pretesto per fare campagna elettorale, perdendo per l’ennesima volta l’occasione per fare luce sul dramma della tossicodipendenza, un problema quanto mai attuale. Se sempre più giovani come dicono i numeri, si avvicinano alle sostanze, significa che la normalizzazione del consumo di droga ha preso il sopravvento vincendo resistenze sempre più vacillanti”.
L’essere “rigorosi” nell’occuparsi di un disagio “è un prerequisito che deve fondare la propria solidità su un sistema di leggi chiare e su istituzioni che nella progettualità sociale devono tenere conto dei bisogni dei giovani. Invece ancora oggi ci troviamo a fronteggiare l’emergenza droga attraverso una normativa di circa 30 anni fa, che non fa i conti con il presente, di come il fenomeno sia cambiato negli anni e mancante di pene chiare e specifiche rispetto allo spaccio”.

E’ “indispensabile” rafforzare la lotta alla tossicodipendenza, “favorendo l’orientamento al recupero, in modo da riportare quanti più ragazzi alla vita, introducendo strumenti di verifica rispetto ai risultati dell’impegno delle comunità e abbandonando quell’idea ormai obsoleta di riduzione del danno che spesso si trasforma in eterne terapie di mantenimento. Una lotta alla tossicodipendenza che deve passare per forza per un importante impegno delle istituzioni nella prevenzione, in campagne a sostegno dei giovani e dei corretti stili di vita”.
A San Patrignano “crediamo fermamente che la strada per aiutare questi ragazzi ci sia e lo diciamo forti di un’esperienza di 40 anni in cui siamo riusciti ad accogliere in maniera completamente gratuita oltre 26mila giovani. Un impegno quanto mai attuale che negli anni, oltre al recupero, ha visto crescere sempre più un’importante attività di prevenzione con oltre 50mila studenti raggiunti ogni anno in tutta Italia con il nostro progetto WeFree Ragazzi che spesso cercano solo qualcuno che abbia voglia di ascoltarli e che chiedono solo un modo per amare la vita in tutta la sua pienezza”.

(Rimini) “Una sentenza che lascia l’amaro in bocca”, così commenta il candidato romagnolo della Lega Jacopo Morrone, alla notizia dei nove anni e otto mesi di carcere stabiliti dal tribunale dei minori dell'Emilia-Romagna ha condannato per i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e il 16enne nigeriano accusati di violenza sessuale per gli episodi avvenuti lo scorso agosto a Rimini. Un tribunalche per il leghista è stato “troppo indulgente rispetto alla gravità dei reati commessi”. I minorenni protagonisti dello stupro di una turista polacca nel capoluogo riminese, hanno potuto usufruire dello sconto di pena dettato dalla formula del rito abbreviato, “una possibilità che per determinati reati, come lo stupro e l’omicidio, dovrebbe essere abolita e che la Lega ha tradotto in proposta di legge”. Il testo, promosso dal leghista Nicola Molteni e approvato lo scorso novembre alla Camera dei Deputati “riforma il giudizio abbreviato, eliminando la possibilità di accedere a sconti di pena per gli autori di alcuni reati gravi, come lo stupro e l’omicidio – attacca Morrone – e sarebbe questo il caso perché 9 anni sono sempre troppo pochi per queste ‘bestie’. Il disegno di legge della Lega mira a ridare dignità alle vittime di reati efferati come lo stupro e che hanno subito l’immenso dolore di un crimine violento. Un progetto che riprenderemo in mano per tradurlo in norma esecutiva una volta al Governo – conclude il candidato romagnolo del Carroccio - perché deve essere chiaro che non possono esserci sconti e scorciatoie per assassini e stupratori”.

(Rimini) “Con la sentenza di condanna a 9 anni e 8 mesi da parte del Tribunale dei minori di Bologna la Giustizia mette la parola fine, mi auguro definitiva, su una delle pagine più dolorose della storia recente di Rimini”. Così il vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi, sull’esito del processo ai tre ragazzi minorenni che con Guerlin Butungo hanno partecipato alle aggressioni e al duplice stupro di Miramare, la notte del 26 agosto scorso. “Si mette un punto comunque non aggirabile, dopo nemmeno sei mesi, da quella terribile notte di violenza di fine agosto che vide carnefici protagonisti un gruppo di giovanissimi e un maggiorenne, sconvolgendo brutalmente la vita dei ragazzi polacchi e della peruviana aggrediti. Un fatto drammatico che turbò profondamente anche la comunità riminese. Dopo la condanna a sedici anni dell’unico maggiorenne del ‘branco’, emessa già a novembre, oggi è arrivata la pronuncia nei confronti dei tre minorenni, sulla quale non è mio compito né è mia intenzione entrare nel merito. A nome dell’amministrazione però voglio ancora una volta ribadire la soddisfazione nel sapere che la giustizia ha fatto il suo corso in tempi rapidi, chiudendo così una vicenda che ha visto tutte le componenti della comunità e delle istituzioni stringersi, collaborare, consentendo di rispondere efficacemente alla richiesta di giustizia delle vittime prima e della città poi. E non mi stancherò mai di ringraziare chi, a vario titolo e con il proprio impegno e lavoro, ha consentito di arrivare a chiudere questo capitolo. Scelgo oggi, come immagine simbolica di questi mesi, la determinazione delle due agenti della Polizia di Stato in servizio durante l’arresto dei colpevoli”.

(Rimini) Nelle scorse settimane, a seguito dell’interpellanza presentata in consiglio comunale da Kristian Gianfreda, l’amministrazione comunale di Rimini ha interpellato il management Ieg per chiedere informazioni circa le modalità di accesso dei minori di anni 14 alla manifestazione fieristica ‘The Hit Show’, che si tiene a Vicenza nel mese di febbraio.
“Ieg ha risposto - spiegano dal Comune - con una comunicazione tecnica molto dettagliata, in cui si sottolinea comunque il divieto, inserito nel regolamento della manifestazione, al libero accesso agli under 14 se non accompagnati da adulti, così come al maneggiare qualsiasi tipo di arma sportiva. Risposta corretta ma che, ad avviso di questa amministrazione, non esaurisce del tutto le questioni poste dal consigliere Gianfreda, così come da numerose associazioni di volontariato italiane. Sul tema delle armi, e di una cultura della cosiddetta ‘autodifesa’ che con troppa leggerezza è entrata nel dibattito politico e elettorale, occorre fare molta, accurata attenzione. Anche alcuni tremendi fatti accaduti in questi giorni dimostrano come l’accessibilità facilitata, e non ‘ostacolata’ anche culturalmente, a strumenti atti ad offendere rischi di alimentare un pericoloso circuito la cui deriva finale è la violenza vera, concreta, non simbolica. Su questo argomento dunque occorre esercitare grande sensibilità e responsabilità, consci dei messaggi che si inviano con atti, parole e iniziative soprattutto alle giovani generazioni. L’amministrazione comunale di Rimini, riprendendo il senso e lo spirito propositivo del dibattito consiliare, chiede per oggi e per il futuro che IEG valuti accuratamente ogni questione legata a Hit Show Vicenza e a manifestazioni analoghe, soprattutto inerenti l’impatto e il messaggio rivolto in particolar modo ai minorenni. Siamo certi che ciò avverrà, vista la sensibilità di IEG sempre dimostrata sul versante dell’impegno sociale”.

(Rimini) Così come annunciato nei giorni scorsi, è stato revocato il bando per i servizi di progettazione e allestimento del Museo Fellini, alla luce del nuovo quadro economico e in previsione della pubblicazione del nuovo progetto di fattibilità. Il 20 gennaio scorso, in occasione dell’inaugurazione del cinema Fulgor, primo asse dell’intero progetto museale, il Ministro ai beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha annunciato la concessione di un ulteriore finanziamento di 3 milioni di euro, oltre ai 9 già stanziati, per la ridefinizione, allo sviluppo, all’integrazione e il completamento dei diversi interventi. Questa accresciuta disponibilità finanziaria – che porta a 12 milioni di euro il contributo complessivo erogato dal Ministero – ha dunque consentito di rivedere il progetto: nel nuovo bando di gara, che sostituirà quello appena revocato, si andrà a implementare in particolare l’aspetto che riguarda l’ideazione e la realizzazione dei contenuti tecnologici, innovativi e multimediali. Nell’appalto quindi saranno valorizzati ancora di più questi elementi creativi e artistici, che saranno caratterizzanti del primo museo al mondo dedicato interamente all’opera e al genio del regista riminese e che si propone come luogo di formazione, ricerca, ma anche spazio espositivo spettacolare, poetico e visionario. “Grazie a questa nuova disponibilità economica saremo in grado di presentare un nuovo bando per la realizzazione di una struttura museale unica, innovativa – sottolinea l’assessore alle arti Massimo Pulini - capace di attirare la curiosità di un pubblico internazionale intorno alla figura di Federico Fellini, al cinema e alla capacità della settima arte di relazionarsi con le altre forme artistiche, antiche e contemporanee”.

(Rimini) “L’iniziativa della Cooperativa Bagnini troverà sicuramente al suo fianco l'amministrazione comunale". Così il sindaco Renata Tosi commenta il progetto degli operatori balneari riccionesi di presentare la candidatura per fa sì che la spiaggia diventi Patrimonio Unesco, ai fini di ottenere il riconoscimento della sua peculiarità identitaria.
Poiché la Convenzione Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio culturale intangibile ha introdotto la possibilità di conservare e trasmettere, tra l'altro, le tradizioni e le espressioni orali, le pratiche sociali, la conoscenza, la competenza delle comunità, la Cooperativa ha avviato in questi giorni il progetto per ottenere il riconoscimento, un percorso che passa attraverso una serie di step sia in termini di attività da svolgere, di ricerca, di produzione di materiali e documentazione, che di scansioni temporali.
"E' nostra intenzione metterci subito al lavoro – afferma l'assessore al demanio Andrea Dionigi Palazzi – predisponendo i primi passaggi formali necessari, a partire dalla costituzione di una commissione che vedrà al suo interno il Comune, la Cooperativa Bagnini e l'Università di Bologna, che individuerà le azioni da realizzare, gli strumenti e le modalità di coinvolgimento della comunità locale e dei nostri turisti. Desideriamo infatti che il progetto sia vissuto come proprio sia dai cittadini che dai "residenti temporanei", che evidenzi il forte senso di appartenenza e dia vita ad un processo di identificazione con la partecipazione più ampia possibile".
"I nostri tratti identitari, le nostre peculiarità, riconosciute ovunque e inconfondibili costituiscono quel patrimonio immateriale che va tutelato, salvaguardato e valorizzato – aggiunge il sindaco Tosi - . Il tema forte è raccontare insieme cultura e natura e lo sguardo tutto riccionese tra poesia e contemporaneità, coniugando la nostra tradizione e storia con l'innovazione e il costante saper rinnovarsi e reinventarsi".

(Rimini) Sarà Rimini ad ospitare, sabato 2 giugno in contemporanea con Rimini Wellness, la seconda edizione della ‘Virgin Active urban obstacle race', la corsa a ostacoli promossa da Rcs Sport - Rcs Active Team e Virgin Active, in collaborazione per Rimini con Ieg. L'annuncio ufficiale è stato dato oggi a Milano da Luca Valotta, presidente Virgin Active Europa, e Andrea Trabuio, responsabile area mass events di Rcs Sport ed Rcs Active Team. Testimonial Andrea Lo Cicero, campione di rugby.

Dopo il successo della prima edizione, quando nel maggio 2017 parteciparono oltre mille atleti, l'obiettivo su Rimini è di raddoppiare gli iscritti, contagiando anche i turisti presenti al primo ponte dell’estate.
"Rimini accoglierà con grande entusiasmo questo nuovo appuntamento dedicato allo sport e al benessere - commenta l'assessore allo Sport del Comune di Rimini Gian Luca Brasini - La collaborazione con Rcs Sport ha portato a tre straordinarie edizioni della 'Color Run' che ci ha consentito di offrire una nuova immagine del nostro lungomare, autentica palestra a cielo aperto, piena di vita e di allegria. Un'operazione che si ripeterà per l'Urban Ostacle Race, quando sarà il quadrante urbano compreso tra il Borgo San Giuliano, il centro storico, il parco XX Aprile: luoghi carichi di storia, di arte e di bellezza che meritano di essere scoperti. L'Urban Ostacle Race darà quindi l'occasione di vivere in un modo diverso una città che sta cambiando, in costante movimento, che ha tanto da proporre oltre al mare. Non da ultimo, l'aver inserito questo importante evento all'interno della più importante manifestazione fieristica dell'anno rappresenta un valore aggiunto della nostra offerta turistica in week end, quello del 2 giugno, che di fatto apre la stagione estiva".

La competizione farà parte del programma ufficiale di RiminiWellness 2018 (fiera di Rimini, 31 maggio-3 giugno), la grande kermesse dedicata alla passione adrenalinica per il movimento, in palestra e all'aria aperta. Proprio per l'occasione l'Organizzazione studierà per gli utenti offerte e promozioni diverse in termini di prezzo, nonché uno sconto speciale per i visitatori di RiminiWellness che vorranno partecipare anche alla gara e viceversa.
"RiminiWellness - la dichiarazione di Patrizia Cecchi, Italian Show Director di IEG - è un appuntamento ormai di profilo europeo per tutti coloro che amano il movimento fisico e sperimentano le più innovative tecniche di allenamento. Siamo reduci dagli oltre 268.000 partecipanti dello scorso anno e ci aspettiamo un'edizione in ulteriore sviluppo. Una potente calamita attrattiva sarà la Virgin Active Urban Obstacle Race, che esporterà nello scenario di una Rimini sempre più bella l'adrenalina vissuta nella giornata. Ricordo che il profilo Active del palinsesto fieristico di IEG, arricchito nel 2017 dal debutto di Move! alla fiera di Vicenza, richiama oltre 700.000 presenze e alimenta il brand Wellness Valley, un vero e proprio prodotto turistico".

(Rimini) La testimonianza di Franco Leoni Lautizi ha impreziosito questa mattina il convegno ‘Vittime e conflitti. La dignità negata. Testimonianze dirette a confronto’ organizzato al teatro degli Atti dall'Associazione nazionale vittime civili di guerra. Leoni Lautizi dopo aver perso tutto, amici e parenti, si è trasferito a Rimini, dove si è rifatto una vita.
"Dodici famigliari, duecentosedici bambini, settecentosettanta civili – ha ricordato Leoni Lautizi - furono sterminati tra il 29 settembre e il 5 ottobre del '44, a Marzabotto, dove vivevo con la mia famiglia. Io avevo 6 anni e fui uno dei soli otto bambini scampati a quel terribile massacro dove, però, avevo perso tutti. Ricordo ancora molto bene quei momenti tragici, le truppe tedesche delle SS che iniziano a sparare a raffica; mia nonna, la prima a cadere con una pallottola in testa, io e mia mamma che riusciamo a scappare e nasconderci dietro il pagliaio ma la paglia, purtroppo, non ferma i proiettili. Io ne presi due, ma non mortali, mia madre, in prossimità di partorire il figlio che portava in grembo, e non riusciva nemmeno più a camminare, fu colpita invece proprio al ventre. Non morì subito e quelle ore che passai in solitudine con lei non le dimenticherò per tutta la vita; dalle due e mezza del pomeriggio a sera nessuno poteva infatti venire a soccorrerci – gli uomini erano scappati per resistere nel bosco - e io e mia madre rimanemmo soli. Ho nelle orecchie le sue urla strazianti, che non sembravano nemmeno provenire da un essere umano, un dolore fisico immenso che nulla era di fronte agli occhi che raccontavano la consapevolezza di una persona che aveva perso, e stava perdendo, tutto. Nonostante questo ebbe il coraggio di tenermi per mano, parlarmi e consolarmi, facendomi arrivare vivo fino all'arrivo dei primi soccorsi. Nonostante le terribili ferite riuscivo a sentire la gente che parlava e di fuori, scavare le buche per seppellire mia nonna, mia mamma, e anche me; mi davano per spacciato. Quando mio padre tornò in paese, insieme agli altri uomini, non riuscì a resistere alla vista delle tre buche, credendo di aver perso anche il figlio, oltre la mamma, la moglie e quasi tutti i suoi parenti. Si consegnò allora ai tedeschi che, dopo averlo fatto lavorare per alcuni giorni, lo fucilarono in riva al fiume. Lo ritrovammo un anno dopo, lo riconobbi dai vestiti e da un penna stilografica spezzata in due da un proiettile. Fu il suo ricordo che tenni con me per tanto tempo. Furono giornate di una crudeltà infinita, intorno a noi tutto era distruzione, morte, violenza. Riuscì alla fine a sopravvivere ma le sofferenze non finirono con la fine della guerra. Il dopoguerra fu terribile. La sorella di mio padre a cui ero stato affidato mi trattava malissimo, non mi perdonò mai di essere sopravvissuto alla mia famiglia. Mi picchiava sempre e, alla fine, venni portato in un orfanotrofio. Erano istituzioni tremende allora, con suore formate nel periodo fascista, abituate a far rispettare gli ordini anche alzando le mani. Ricordo una fame atavica, nel dopoguerra non avevamo niente, la miseria più nera. Per natale il regalo più ambito era un mandarino, di cui mangiavamo anche la buccia e ci nascondevamo in tasca i semi, per serbare più a lungo il ricordo del suo sapore.

Ero insieme ad altri centocinquanta orfani ma a me non veniva mai a trovare nessuno, anche una caramella mi avrebbe fatto felice, ma niente e nessuno si occupava di me. Poi, all'improvviso, la svolta. Mi chiamano per un colloquio e vedo questa signora anziana che mi fissa chiedendomi semplicemente se me la sentivo di andare a vivere con lei. Ricordo come oggi la mia risposta:"Si mangia?", solo quello. Non sapevo che era una ricca e facoltosa signora che abitava nelle Marche. Con lei vissi un anno in paradiso, da signore, nel vero senso della parola. Ma l'ennesima beffa del destino era dietro l'angolo. La mia nuova madre si ammala e muore e io, pur regolarmente adottato, vengo espropriato da tutori (fino a 21 anni allora non si era maggiorenni) senza scrupoli di tutta la ricca eredità e sono costretto, ancora una volta, a ricominciare la mia vita da capo”.
“Dopo varie peripezie mi sposo e mi trasferisco a Rimini, dove ancora oggi vivo e dove ho lavorato per tanti anni in Comune, e dove ho messo alla luce i miei sei figli. Dopo anni di silenzio ho accettato di parlare della mia vita e della mia esperienza. Lo faccio sopratutto per voi giovani, per farvi capire cosa sia davvero la tragedia di una guerra. Spesso, soprattutto i più piccoli tra voi mi chiedono come ho fatto a perdonare tanto odio. Io rispondo che con l'odio ho convissuto anche troppo, ma che senza perdono noi non viviamo, portiamo avanti una parvenza di vita. L'episodio da cui nasce il mio percorso di perdono è particolare, quasi insignificante. Arrivato a Rimini incontro un gruppo di giovani tedeschi che avranno avuto all'incirca la mia età, era da noi per il mare, per la vacanza. Fino ad allora odiavo ancora i tedeschi. Guardando quei ragazzi ho capito che loro non c'entravano niente con una guerra che, come a me, sicuramente aveva tolto qualcosa anche a loro. No, l'odio non aveva più senso, cominciai così un percorso interno di perdono e riconciliazione con il mio passato. Incominciai a vivere”.

Gli studenti più attenti, nota Leoni Lautizi, “sono quelli delle scuole elementari perchè il loro cuore e la testa sono più liberi e si immedesimano in me, nella mia storia. Piangono, a volte vengono da me e mi abbracciano, potrei essere il loro nonno. Anche se, forse, sono rimasto orfano nell'anima, ho tenuto di mia madre il ricordo della sua bellezza, più forte del male e della morte. La mia poesia a lei oggi è scritta sui sentieri che accompagnano i visitatori sui luoghi dell'eccidio. La sua dolcezza mi ha tenuto in vita, il ricordo della sua bellezza mi spingono ad essere qui con voi a raccontare e testimoniare la vittoria del perdono, nonostante tutto, sull'odio e sulla morte”.
Il convegno è stato introdotto dal vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi. “Un misto di sgomento, rabbia, paura e commozione mi assale ogni volta che ascolto le testimonianze di chi ha vissuto la guerra sulla propria pelle, in famiglia e negli affetti più cari. Oggi ci aggiungo orgoglio, perchè se Franco Leoni Lautizi, da Marazabotto, ha trovato la forza di raccontare la sua storia, significa che l'uomo ha sempre davanti a se l'opportunità di un riscatto, tramite la condivisione. E il perdono”.