Asp Valloni Marecchia, gestione irregolare: esposto della Lega
(Rimini) Oggi il capogruppo della Lega in consiglio comunale a Rimini, Marzio Pecci, ha depositato alla Corte dei Conti di Bologna un esposto contro l'amministrazione comunale riminese e l'Asp Valloni Marecchia “per la mala gestione del patrimonio dell'ente e per chiedere il commissariamento contabile del primo ed il commissariamento del secondo e per accertare le responsabilità degli amministratori e dei consiglieri comunali che hanno approvato la delibera di bilancio di previsione 2018”, spiega Pecci.
Da un lato, “purtroppo il consiglio di amministrazione dell'Asp Valloni Marecchia, dopo la fusione avvenuta il 1 aprile 2016, è incorso in gravi irregolarità di gestione che hanno causato perdite di bilancio – di cui non si è potuto sapere l'ammontare - che non sono state ripianate". Dall’altro, “il comune di Rimini che detiene il 76% del patrimonio dell'Ente Asp Valloni Marecchia, nonostante fosse a conoscenza della situazione finanziaria non ha vigilato sull'Ente e, fatto grave, non ha esposto nel proprio bilancio di previsione del 2018 gli importi che serviranno a ripianare il debito della Asp”.
Per Pecci, “in questo modo appare chiaro come il bilancio comunale sia privo dei requisiti di veridicità, correttezza e trasparenza che i revisori dei conti, invece, hanno garantito con la loro relazione. Inoltre, fatto ancor più grave, è che nessuno, dal sindaco, al Direttore Generale, al Segretario Generale fino al Presidente dei Revisori dei Conti, ha voluto assumersi la responsabilità di fornire le spiegazioni sulle omissioni contabili e di gestione della ASP”.
La Lega “si è prodigata per ottenere, politicamente, i chiarimenti, ma né l'interrogazione in consiglio né la mozione sono serviti. L'arroganza dei numeri, in consiglio comunale, della maggioranza ha impedito ogni chiarimento. E' facile, dunque, comprendere come questo comportamento non sia diverso da quello tenuto dagli amministratori nella vicenda che ha portato al fallimento Aeradria”. Pertanto “per evitare che si disperda un ingente patrimonio, necessario per la cura dei cittadini anziani, viene chiesta, al Giudice contabile, la verifica sulla legittimità degli atti compiuti”.
Elezioni, Zilli: “Andate a votare”. E rivela le sue preferenze
(Rimini) Consigliere comunale eletto due anni fa con Obiettivo civico, Filippo Zilli lancia oggi il suo appello al voto. “Rimango fedele alla mia idea che l’Italia viva un momento negativo anche, e forse soprattutto, per l’inconsistenza politica dei partiti e dei politici in generis. Incapacità, inadeguatezza, zero cultura, zero valori e facili populismi ci hanno resi fragili in un momento molto difficile a livello economico e sociale nel quale serviva tutt’altro2, spiega. “Ciò non toglie che mi senta in dovere di esprimere una preferenza politica, del tutto personale ovviamente, pur non partecipando attivamente alle elezioni”.
Zilli a questo punto fa la sua dichiarazione di voto, una “preferenza” che “non andrà ovviamente verso un partito o l’altro, ma verso le #persone. Perché sono le persone che fanno la differenza, non il simbolo che hanno alle spalle. E per affrontare il prossimo futuro abbiamo bisogno di persone serie e qualificate che vadano a rappresentare il nostro territorio in parlamento”.
Al Senato Zilli darà il suo “voto al dott. Antonio Barboni, uomo che ha fatto politica in passato ed oggi riconosciuto membro della società civile. Gode della mia stima e della mia amicizia, e prima ancora di quella mio padre. Alla Camera darò il mio voto all’avv. Galeazzo Bignami, già consigliere regionale. Giovane, serio, capace e di gran valore. Lo ritengo una di quelle persone che stanno lavorando per ridare slancio alla politica italiana coniugando futuro e tradizione, e senza mai perdere il senso del realtà”.
Infine, l’augurio più importante, “che si arrivi alla formazione di un Governo stabile, senza inciuci vari, e che si riformi seriamente questo paese che altrimenti sarebbe destinato a sprofondar sempre più. Ricordiamoci che ciò che veramente conta sono le persone, e queste sono di gran valore. Il mio vuole essere un invito nei confronti di tutti ad andare a votare, per chi volete, per chi vi fidate, ma non lasciate ad altri la possibilità di decidere per voi”.
Sanità, 31 nuove aree per l’elisoccorso
(Rimini) Nel corso del 2017 l'elisoccorso di Romagnasoccorso ha effettuato 731 missioni per circa 500 ore di volo. A conferma della costante attenzione e degli investimenti del Sistema Sanitario Regionale nei confronti delle politiche sull'emergenza urgenza, in Romagna sono 31 le nuove elisuperfici individuate dalla Regione Emilia Romagna, al termine di un confronto con l'Ausl e la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, per il decollo e l'atterraggio, anche in orario notturno, delle eliambulanze del sistema di intervento emergenza urgenza 118 Romagna Soccorso, che verrà così fortemente ampliato e rafforzato.
La realizzazione delle nuove aree rientra nel progetto regionale che prevede complessivamente in Emilia Romagna 142 elisuperifici anche notturne nel biennio 2018-2019, di cui oltre la metà in zone montane e un nuovo elicottero dotato di tecnologia NVG (Night Vision
Goggles, visori a intensificazione di luce) che consentirà di utilizzare anche basi di atterraggio non illuminate per arrivare in tempi sempre più rapidi e sempre più vicino alle persone che hanno bisogno di ricevere un soccorso sanitario tempestivo, in condizioni di emergenza, in cui qualche minuto può fare la differenza.
Nel dettaglio, le nuove 31 elisuperfici per l'atterraggio sia diurno sia notturno, che in Romagna si andranno ad aggiungere alle 2 già attivate da giungo 2017(ospedale "Santa Maria delle Croci" di Ravenna e ospedale "Bufalini" di Cesena), per un totale di 33, sono così distribuite: Ravenna - Comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Alfonsine, Lugo, Faenza, Russi, Cervia; Cesena - Comuni di Bagno di Romagna, Sogliano al Rubicone, Cesenatico, Mercato Saraceno e Verghereto; Forlì - Comuni di Santa Sofia, Rocca San Casciano, San Benedetto in Alpe, Modigliana, Premilcuore, Meldola, Forlì (ospedale); Rimini - Comuni di Mondaino, Sant'Agata Feltria, Riccione, Ponte Verucchio, Cattolica, Santarcangelo di Romagna, Morciano di Romagna, Casteldelci, San Leo, Bellaria, Novafeltria, Rimini (ospedale).
Il progetto regionale prevede per i prossimi anni (2020-2021) un'ulteriore estensione sul territorio regionale della rete dei punti di atterraggio anche notturni dell'elisoccorso, in modo da coprirlo in maniera ancora più capillare. Inoltre, grazie allo sviluppo tecnologico - che consente agli elicotteri di nuova generazione di effettuare la navigazione in spazi aerei con livelli di accuratezza sempre più elevata – la Regione ha in programma uno studio di fattibilità per creare rotte dedicate per il volo strumentale a bassa quota. Queste modalità operative, caratterizzate da elevati livelli di precisione ed affidabilità, permetteranno di attivare l'elisoccorso regionale anche in condizioni meteorologiche critiche, tali per cui oggi non è consentito il servizio.
Confcommercio incontra i candidati, a tema la sicurezza
(Rimini) Si è conclusa oggi, giovedì 1 marzo, la serie di incontri nella sede di Confcommercio della Provincia di Rimini tra i rappresentanti dell’associazione di categoria e i candidati alle prossime elezioni politiche che ne avevano fatto richiesta. In questi giorni si sono succeduti al tavolo di Confcommercio provinciale: Elena Raffaelli, Sergio Pizzolante, Mario Erbetta e Antonio Barboni, con i quali si è instaurato un dialogo franco, aperto e costruttivo.
Il presidente Gianni Indino e la Giunta di presidenza hanno presentato ai candidati le proposte su vari temi cari all’associazione, di cui poi si è a lungo dibattuto con tutti i candidati.
I rappresentanti di tutte le categorie hanno posto come punto focale, prima di ogni altro, la sicurezza del territorio, con la richiesta della certezza della pena per chi delinque.
Sul piano economico, si è chiesto innanzitutto lavorare da subito per regolamentare il lavoro occasionale. Il nostro territorio più di ogni altro nel Paese ha bisogno urgente che venga colmato il vuoto generato dall’abolizione dei voucher, che avevano assunto una funzione finalmente apprezzata con l’introduzione dell’occasionalità definita dal massimale economico annuo. Lo chiedono a gran voce le imprese del turismo e dei servizi. Serve uno strumento utilizzabile da tutte le imprese, non solo fino a 5 dipendenti, che sia semplice da attivare, utilizzare, pagare e che sia del tutto tracciabile.
In materia fiscale, Confcommercio chiede l’eliminazione degli aumenti Iva previsti per il 2019, ma anche una riforma dell’Irpef che preveda poche aliquote ridotte e l’introduzione di una “No tax area”. Fondamentale per Confcommercio anche la riduzione e la semplificazione della tassazione locale attraverso l’introduzione di un’unica imposta sugli immobili, che sia totalmente deducibile per gli immobili strumentali delle imprese.
Tema caro e molto dibattuto quello della lotta all’abusivismo in tutte le componenti del settore, nel commercio, nella ristorazione, nell’intrattenimento, nel ricettuvo, nonché nell’esercizio delle professioni, applicando il principio “stesso mercato, stesse regole”.
In primo piano anche il turismo, con la necessità di attuare un Piano strategico di sviluppo con il quale rafforzare anche lo strumento di credito d’imposta sperimentato in questi anni con i provvedimenti a favore della digitalizzazione e della riqualificazione, incrementando le risorse messe a disposizione, anche al fine di ampliare le tipologie di imprese della filiera turistica che ne possono usufruire. Per Confcommercio è altresì colmare il vuoto normativo venutosi a creare in tema di concessioni demaniali ad uso turistico.
Per il mondo dell’intrattenimento, settore che sul nostro territorio valorizza l’impresa turistica tutta facendone da volàno, è necessaria una rivisitazione della fiscalità al momento penalizzante, con un abbassamento dell’aliquota Iva portandola al 10%, al pari di altri settori.
Confcommercio è certa che per sostenere le imprese meritevoli che rischiano di essere fortemente marginalizzate dal mercato del credito, serva rafforzare gli strumenti di microcredito imprenditoriale allargando la platea dei beneficiari, attuare la riforma del fondo di garanzia per le PMI e rilanciare il sistema dei Confidi.
Considerando che la competitività delle imprese e del Paese passa attraverso la diffusione dell’innovazione intesa in senso allargato, è necessario allargare le imprese coinvolte del “Piano Impresa 4.0”, includendo le imprese commerciali e turistiche, con strumenti facilmente applicabili a imprese di piccole dimensioni e in linea con le caratteristiche distintive del nostro territorio e del Paese tutto.
Tutti i candidati incontrati da Confcommercio hanno recepito le proposte fatte accogliendole e facendole proprie, con l’impegno di portarle alla discussione sui tavoli delle istituzioni nazionali.
Emergenza freddo, Lambiasi: “Anche uno solo dei fratelli in difficoltà va sempre accolto e aiutato"
(Rimini) Un’altra notte al caldo è stata garantita alle oltre 30 persone che la Caritas diocesana sta accogliendo in questo periodo. Tanta umanità, cordialità e affetto riempiono queste nottate così faticose per chi non ha nulla. Il pasto caldo garantito, la presenza di operatori attivati per l'occasione con i quali confrontarsi e parlare, aiutano a creare un ambiente ospitale e confortevole che aiuta non poco chi è costretto a rivolgersi alla Caritas Diocesana.
Il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, preoccupato per le tante, troppe persone che vivono sulla strada ha seguito in prima persona, sin dalle prime ore, l'evolversi dell'accoglienza in questo periodo di emergenza freddo andando di persona alla Caritas di via Madonna della Scala ad accertarsi delle condizioni. Per lo stesso motivo, nei giorni scorsi, ha voluto far visita a Casa don Gallo onde verificare che tutto funzionasse per il meglio e per riscontrare se ci fossero eventuali necessità per proseguire nel migliore dei modi l'accoglienza straordinaria di questi giorni.
Preoccupata per il protrarsi delle cattive condizioni metereologiche, e consapevole che i posti aggiuntivi creati per l'emergenza freddo sono tutti occupati, la Diocesi di Rimini metterà a disposizione da oggi uno spazio ulteriore per l'accoglienza, il salone della Casa della Giovane in via Isotta (nel centro storico di Rimini), attrezzato almeno per poter ospitare eventuali nuove persone che, in queste ultimi notti di freddo, dovessero trovarsi senza un luogo dove poter dormire.
"Con questi nuovi, ulteriori posti, che saranno attivati al bisogno, - spiega il direttore della Caritas, Mario Galasso - siamo un po' più sereni e convinti che nessuno sarà lasciato sulla strada".
Il Vescovo Francesco Lambiasi: "Occorre che la Chiesa riminese faccia del suo meglio perché anche uno solo dei fratelli in difficoltà va sempre accolto e aiutato, soprattutto in questa situazione di emergenza per il maltempo".
Fiere, Ieg alla conquista degli States
(Rimini) Gli Stati Uniti rappresentano il 43% del mercato fieristico mondiale con uno sfondo economico che lascia intravvedere ulteriori spazi di crescita. E lo specifico comparto degli allestimenti e dell’exhibition design vale, sempre negli USA, oltre 14 miliardi di dollari.
Un mercato che ora ITALIAN EXHIBITION GROUP presidia direttamente con l’acquisto di FB International Inc., www.fbinternational.com, società di allestimenti fondata nel 1988 dall’imprenditore italiano Fabrizio Bartolozzi e che ha due sedi operative: una ad Oakland, in New Jersey, in grado di coprire tutta la costa Est, dal Canada a New York fino a Miami, e una a Las Vegas, in Nevada, per la costa Ovest, includendo il Messico.
FB international opera quindi nelle aree più interessanti per lo sviluppo dell’attività fieristica: New York – dove nei giorni scorsi è stata perfezionata l’operazione di acquisto da parte di IEG - e Las Vegas, la principale piazza fieristica degli Stati Uniti. FB, grazie a importanti brevetti, ha sviluppato prodotti di proprietà innovativi, evidenziando una costante redditività e un portafoglio clienti di grandi gruppi internazionali come Reed Exhibitions, GL Events, Emerald Expositions e alcune delle più autorevoli fiere tedesche.
“Abbiamo acquisito il 51% di FB International - illustra il Presidente e AD di IEG, Lorenzo Cagnoni -, una realtà in grado di fornire servizi di general contracting e soluzioni allestitive specializzate e «taylor made», preziose per i grandi operatori. L’operazione si concretizza con la costituzione di una New.Co 100% Italian Exhibition Group che si chiamerà IEG USA e diventerà lo strumento operativo per nuove iniziative di business, anche con altri poli fieristici italiani. Abbiamo infatti già in vista nuove acquisizioni”.
“Si tratta di un’operazione molto importante che va valutata nel suo valore complessivo - commenta il Direttore Generale di IEG, Corrado Facco - Una presenza integrata e operativa del nostro Gruppo in un mercato fieristico di primario interesse, qual è quello USA, è strategica anche per l’esportazione dei nostri prodotti fieristici top negli Stati Uniti e per attirare buyer della maggior economia del mondo alle nostre Manifestazioni. Inoltre, FB International, che vanta tra i suoi clienti oltre a quelli americani i principali organizzatori fieristici europei e internazionali, ci pone ancor più al centro di relazioni determinanti, nuove partnership e prossime joint ventures”.
“Dopo aver lavorato per 30 anni sull’eccellenza del servizio - conclude Fabrizio Bartolozzi - ed essere riconosciuti leader per la cura del dettaglio, il design e la logistica, abbiamo trovato in IEG il giusto partner per garantirci quell’assetto di gruppo forte ed autorevole che ci permetterà di crescere con rinnovato slancio e di esaltare al meglio il well done made in Italy avviando nuovi ambiziosi progetti di sviluppo”.
FB International avrà nel suo top management Fabrizio Bartolozzi come CEO, mentre Corrado Facco ne assumerà la Presidenza. A Carlo Costa, vice Direttore di IEG, viene affidata la presidenza di IEG USA.
La nuova Valleverde comprerà scarpe all’est
(Rimini) L’azienda Valleverde, nata a Coriano nel 1970, abbandona definitivamente la provincia di Rimini. La notizia arriva dalla Cgil. All’apice del successo, la Valleverde contava 270 dipendenti con 1.700 punti vendita nel mondo, con una produzione di circa due milioni di calzature.
La crisi. “Tutto questo incomincia a frantumarsi nel 2009, quando la crisi internazionale, con la conseguente riduzione dei consumi, diventa motivo, o meglio pretesto, per presentare un piano di rilancio basato sul ridimensionamento del personale dipendente e una politica di delocalizzazione; questo si legge nei documenti del piano industriale Valleverde 2008/2011: “…si ridurrà l’incidenza della produzione interna diretta e si incrementerà la produzione indiretta delocalizzata sia in Italia, sia soprattutto all’estero...” e ancora: “...si è avviato un piano di contenimento dei costi, in virtù di un processo di ristrutturazione produttiva rivolto ad un deciso incremento delle produzioni delocalizzate all’estero...”. Anni in cui il valore della produzione era passato da 112 milioni di euro del 2002 a 74 milioni di euro del 2009”.
È trascorso davvero tanto tempo da quando i”n tv la scarpa comoda era pubblicizzata da Kevin Kostner, Julia Roberts, Miss Italia o Pelè; quasi 7 milioni di euro erano investiti in pubblicità nel 2007, pari all’8% del fatturato. Dal 2009 sono accadute tante cose, perdite consistenti di posti di lavoro, cessione d’azienda, fallimento societario, processo penale nei confronti del patron Armando Arcangeli, gestione da parte del Tribunale di Rimini, sino all’acquisto fuori asta avvenuto nel maggio del 2015 da parte dell’azienda Silver 1 Srl costituitasi il 6 maggio 2015”.
In questi oltre otto anni “ognuno, a suo modo, ha colto del marchio Valleverde tutto ciò che poteva, a discapito dei posti di lavoro, che abbiamo difeso strenuamente, a discapito del territorio e anche dei piccoli artigiani indiretti. Ognuno ha pensato di potersi appropriare della sua linfa vitale senza pensare alle disastrose conseguenze. Ognuno si è arricchito a danno del più debole, di chi in quest’azienda e per quest’azienda pensava di poter onestamente lavorare”.
La trattativa. "La Filctem Cgil e la Femca Cisl si sono ritrovate per oltre tre mesi a trattare al tavolo istituzionale presso la Regione Emilia Romagna il ritiro della procedura di chiusura dello stabilimento di Coriano da parte della Silver 1, dopo solo due anni e mezzo dall’acquisto. Certamente lo stabilimento produttivo non ha più la grandezza di un tempo e non ci sono più gli oltre 200 dipendenti ma 33 tra operai e impiegati, eppure per noi che l’abbiamo vista nascere negli anni 70, è difficile dover ammettere che quel progetto di delocalizzazione produttivo all’estero iniziato nel 2009, oggi potrà definitivamente essere attuato, trasformando la scarpa Valleverde in un prodotto che non potrà più essere definito “made in Italy”. La Silver 1 non era certamente presente nel piano industriale Valleverde di otto anni fa, ma può ritenersi “soddisfatta” nell'aver portato a compimento un disegno che parte da lontano”.
Nella lettera di apertura dei licenziamenti collettivi da parte di Silver 1 “si legge: “...l’attività aziendale è articolata per il 92% in attività commerciale e per il restante 8% in attività produttiva. L’attività commerciale consiste nell’acquisto della calzatura da uomo e da donna, prodotte soprattutto in paesi dell’Est Europa e in Estremo Oriente e nella vendita al dettaglio di questi prodotti assieme agli articoli della produzione di Coriano”.
Si tratterebbe di conseguenze del Job's Act. “Con amarezza occorre costatare che il marchio fa gola più dei posti di lavoro e più del rilancio della produzione nello stabilimento di Coriano. Ad aggravare la situazione è la rabbia per le conseguenze del Job's Act e quindi del contratto a tutele crescenti a cui appartengono tutti i 33 dipendenti attuali della Silver 1”. Recentemente il giudice Maria Giulia Cosentino del Tribunale di Roma, sezione lavoro, nell'ambito di una sentenza, “si è espressa sul Job's Act sostenendo che “le norme in esso contenute, non rivestono carattere compensativo né dissuasivo, avendo anche conseguenze discriminatorie”. Sostiene, inoltre che “...al diritto al lavoro, valore fondante della Carta Costituzionale, viene attribuito un controvalore monetario irrisorio e fisso, eliminando la discrezionalità valutativa del giudice. Purtroppo i licenziamenti illegittimi, disposti in seguito allo sgravio contributivo, costituiscono un “affare” per il datore di lavoro... visto che la gravità dell’illegittimità è fissa ed equivale ad un’indennità immodificabile”.
La vertenza sindacale è terminata il 15 febbraio 2018 “con un accordo presso l’Agenzia per il Lavoro della Regione Emilia Romagna. L’accordo prevede il mantenimento presso lo stabilimento di Coriano di 8 dipendenti e, per i restanti, un risarcimento economico tre volte superiore a quello che avrebbe previsto il Job's Act in giudizio, un investimento economico da parte dell’impresa sulla politica attiva di ricollocamento di ciascun dipendente fuoriuscito e il diritto di precedenza per i prossimi 24 mesi qualora la società dovesse effettuare delle assunzioni. Nonostante la certezza di aver utilizzato tutti gli strumenti a disposizione del sindacato, grazie anche al sostegno che non è mai mancato della Regione Emilia Romagna e del Sindaco di Coriano, dobbiamo però constatare che per alcuni imprenditori la tutela dei posti di lavoro e la valorizzazione del territorio non hanno alcun peso”. “La Valleverde, come l'Embraco, come tante altre aziende che hanno puntato tutta la loro competitività sui costi di produzione delocalizzando e sfruttando la manodopera a basso costo, dovrebbero interrogare la nostra classe dirigente su quanto siano inutili gli incentivi a pioggia nei confronti delle imprese, mentre il vero investimento dovrebbe essere rivolto al lavoro stabile e di qualità”.
1 marzo
Ancora neve | Viserba, Hera paga | Bancarotta a Misano
Elezioni, i vaccini secondo Leu
(Rimini) Per Liberi e uguali è “eccessivo” lo “zelo con cui il Comune di Rimini tratta la questione dei vaccini. Francamente la denuncia nei confronti dei no-vax per la diffusione del loro punto di vista, sembra dettata più dalla necessità di salvaguardare l'immagine della ministra Lorenzin, autrice del "decreto vaccini" e dei suoi seguaci riminesi, piuttosto che dalla necessità di un corretto rapporto con l'opinione pubblica su una materia delicata come la salute della gente”. Per Leu ci sarebbero “altri "dibattimenti" aperti dove sarebbe stata utile la costituzione d parte civile a tutela del pubblico interesse”.
“Noi non siamo contro i vaccini, né vogliamo rischiare di essere confusi con coloro che sono contro le vaccinazioni. Pensiamo che queste siano uno degli interventi più efficaci e sicuri a disposizione della sanità pubblica per la prevenzione delle malattie infettive. Proprio per questo, il dibattito su un tema così importante per la salute, in particolare dei bambini, non deve ridursi ad un argomento di lotta politica o peggio diventare strumento per una battaglia ideologica basata su facili slogan, ma va ricondotto nell'ambito di una discussione seria e serena entro i confini delle migliori evidenze scientifiche e del buon funzionamento della sanità pubblica”.
Alcuni esempi. “Sarebbe stato utile un periodo transitorio di 6-12 mesi nel corso del quale gli italiani potevano essere informati sul reale stato di necessità di un obbligo così drastico e ravvicinato, tipico delle situazione di epidemia diffusa o delle economie di guerra. L' obiettivo del 95% della popolazione vaccinata ( "immunità di gregge"), che in ogni caso rappresenta un traguardo di civiltà da raggiungere, per avere maggiore efficacia e presa nella popolazione (anche e soprattutto in quella dei dubbiosi) necessitava (e necessita) di una maggior informazione complementare ad un maggior coinvolgimento”.
Per chiarire le motivazioni, “legittime”, di una decisione così “perentoria”, sarebbe stato “utile” un “confronto scientifico dedicato ai non pochi casi di intolleranza che vengono qua e là denunciati, alle priorità circa i vaccini da somministrare, alla consistenza degli allarmi sanitari segnalati. Il canale privilegiato di tale diffusione informativa devono essere (e avrebbero dovuto essere) i pediatri e questi ultimi devono tornare a parlare con i pazienti togliendo i tanti dubbi presenti. Anziché andare su Google ad informarsi (e disinformarsi), bisogna ripartire nel conferire autorevolezza alla figura del medico, che deve spiegare con onestà e correttezza l' utilità dei vaccini. Un lusso che non tutti i Paesi possono permettersi”. Nel periodo transitorio “sarebbe stato meglio gestibile” il confronto con i genitori portatori di dubbi e incertezze. “Confronto che, quando richiesto, si è trovato di fronte a centralini intasati, appuntamenti rinviati, difficoltà di dialogo, ecc”.
Infine, “il confronto con i cittadini, avrebbe forse superato la norma che consente di monetizzare il rifiuto del vaccino pagando la sanzione pecuniaria, realizzando ancora una volta una discriminante fra chi può permettersi di pagare e chi no”. Lo Stato quindi – o più correttamente il legislatore – “può imporre trattamenti sanitari obbligatori negli ambiti e nei limiti precisati più volte dalla Consulta. Ma l'imposizione, abbiamo visto, abbisogna di una legge. Tutte le storiche leggi sulle vaccinazioni erano leggi ordinarie. L'operazione ha utilizzato, per la prima volta, lo strumento del decreto legge che deve avere, come caratteristica, di essere adottato in casi "straordinari di necessità e urgenza".
Questo processo partecipativo, o quanto meno di ascolto, è stato aggirato (o quanto meno fortemente ridotto) con la decretazione d'urgenza. Si è messo in piedi frettolosamente il più grande piano collettivo di trattamento sanitario obbligatorio con l'improprio strumento del decreto legge in materia dell'unico diritto dichiarato come "fondamentale" dalla Costituzione: il diritto alla salute. Il decreto vaccini non riguarda però il solo diritto costituzionale alla salute ma interferisce con l'altro fondamentale diritto all'istruzione sempre costituzionalmente tutelato. Come abbiamo precisato non è in discussione la necessità di una efficace strategia vaccinale. Quella che è in seria discussione è la politica messa in atto con questo decreto legge e la sua attitudine a risolvere problemi”.
Per queste considerazioni Leu valuta “il Decreto Lorenzin, nel metodo prima ancora che nel merito, come una forzatura ingiustificata, manifesto di una concezione preoccupante del rapporto fra cittadini e Stato, fra cittadini e comunità scientifica”.
Allerta neve, Comuni provincia battono cassa
(Rimini) Questa mattina, nella sede di piazza Bramante a Novafeltria, si è svolta una riunione indetta dal Presidente della Provincia di Rimini Andrea Gnassi e dal presidente dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia Marcello Fattori, per fare il punto sulla situazione creata dal maltempo nel territorio provinciale e in particolar modo in alta Valmarecchia.
Alla riunione, presieduta dal Presidente della Provincia, erano presenti gli amministratori dei Comuni della Valmarecchia e rappresentanti della Questura di Rimini, del Comando provinciale Carabinieri, del Comando di P.M. Valmarecchia, dell’Agenzia Protezione Civile-Servizio area Romagna e dell’Ufficio Unificato Segnalazione Allerte di Rimini.
Il territorio provinciale nel suo complesso, negli ultimi dieci giorni, è stato colpito da eventi meteorologici intensi, prima forti piogge poi le nevicate e il gelo di questa settimana. Le precipitazioni nevose, in particolar modo intense in alta Valmarecchia e in parte dell’alta collina della Valconca, dopo la parziale tregua di oggi sono attese nuovamente nella giornata di domani.
Nel corso della riunione, sono state esaminate le difficoltà incontrate e le criticità da affrontare nei prossimi giorni.
Non sono state rilevate grandissime criticità né per quanto riguarda la viabilità né per quanto concerne la popolazione (ci sono soltanto alcuni casi isolati che riguardano la stabilità del tetto di abitazioni e capannoni). Questo, anche grazie all’opera di manutenzione del personale stradale della Provincia, coadiuvato dai mezzi di ditte private, che dopo aver operato nello scorso weekend soprattutto per chiudere le buche e rimuovere le frane provocate dalle forti piogge, questa settimana è intervenuto con i mezzi spazzaneve e spargisale. Secondo un primo resoconto, sono state impiegate finora 2.900 ore per rimuovere la neve e 590 ore per lo spargimento del sale; il sale sfuso usato ammonta a 660 tonnellate, quello in sacchi usato a 250. La spesa finora sostenuta per questi interventi è pari a circa 374mila euro (spesa per neve 280mila euro, spesa per sale 94mila euro).
I Comuni, a fronte degli interventi effettuati in questi giorni, hanno manifestato la necessità di risorse economiche di cui faranno richiesta alla Protezione civile della Regione Emilia-Romagna.
Preoccupa infine l’allerta meteo di domani in relazione all’apertura dei seggi elettorali nei Comuni maggiormente interessati dal maltempo, poiché il personale degli stessi in caso di nevicate copiose potrebbe essere impegnato nella pulizia delle strade senza poter così garantire l’operatività dei seggi.
La segnalazione in via preventiva di questa possibile criticità, insieme al fatto che durante lo svolgimento delle operazioni di voto il Comando dei Carabinieri potrà garantire la presenza di una sola pattuglia sul territorio dell’alta Valmarecchia, è stata oggetto di una nota indirizzata al Prefetto.