(Rimini) Da Corpolò a via Cesare Pavese, è un ‘fiorire’ di cassonetti ricolmi e sacchetti dell’immondizia rotti sull’sfalto. Il consigliere comunale di Forza Italia Nicola Marcello ha interrogato il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, e l’assessore Anna Montini, “circa la criticità della raccolta rifiuti largamente segnalata in tutto il forese ed anche in alcuni punti molto popolati della città”.
Nel dettaglio, “in via Cesare Pavese, zona lagomaggio, a Rimini, i cassonetti risultano troppo insufficienti in ragione del numero di utenti e per di più sono sistemati troppo a vicino a delle abitazioni, rendendo insalubre la vivibilità del giardino antistante, oltrechè pericoloso in quanto, spesso i rifiuti posati ai lati vanno a fuoco per opera di malintenzionati mettendo a rischio anche l’incolumità dei residenti. Per tale motivo chiedo un pronto intervento degli addetti di Hera con un adeguata sistemazione dei raccoglitori ed un monitoraggio dei fenomeni pirici”.

Criticità segnalate anche in zona Padulli, “specie in via della Carmen la situazione, come ho già segnalato da me circa un anno fa, e da dei cittadini su alcuni quotidiani nei giorni scorsi, la situazione di degrado regna sovrana con sacchi di rifiuti, polistirolo e mobili che invadono frequentemente la carreggiata stradale. Chiedo pertanto un aumento del numero dei cassonetti ed un più costante servizio di ritiro”. E’ a Corpolò, tuttavia, che “la situazione si è acuita nell’ultimo periodo”,“proprio nelle vicinanze della via Cupa, dove ieri avete deciso in Giunta di tirare dritto e di collocare una micro-area”, sottolinea Marcello.

Inoltre, fa notare il consigliere azzurro, “al 15 maggio è iniziata da parte di Hera la distribuzione di Kit per plastica, cartone e vetro, con l’indicazione di usare la chiavetta negli appositi contenitori metallici presenti. Successivamente sono stati distribuiti i contenitori per organico ed indifferenziato per la raccolta porta a porta da fine maggio negli appositi giorni . Fino alla data del 5 giugno tutte le abitazioni site sulla via Marecchiese dalla prima rotatoria fino alla piazzetta del Tituccio, sono rimaste abbandonate ed un furgone addetto alla raccolta è giunto solo dopo numerose segnalazioni al numero verde 800.999.500. Tutti segnalano che la sostituzione di contenitori grandi con dei più piccoli per la raccolta differenziata ha visto aumentare il numero dei rifiuti sparsi in alcune zone tipo Cimitero e Campo sportivo (foto 3 e 4). Essi sono anche facile preda di animali che li disseminano nelle vicinanze creando cattivi odori ed aumento di insetti. Tutti chiedono un maggior turn over della raccolta porta a porta ed un numero maggiore di cassonetti”.

(Rimini) Oggi alle 17,30 al cinema Fulgor Sergio Zavoli presenta la sua nuova raccolta di poesie ‘La strategia dell’ombra’. L'introduzione di Rosita Copioli

L’ombra è una realtà centrale, in tutti i libri di Zavoli. Lo era già - in una meravigliosa e metamorfica declinazione di ogni suo senso e metafora - ne La parte in ombra (Mondadori, 2009), che avrebbe potuto chiamarsi anche Il mestiere dell’ombra). Ma in questo ultimo, bellissimo La strategia dell’ombra (sesta raccolta di poesia con Mondadori e quarta nella collana dello «Specchio», pp. 100, € 18), ne diventa protagonista assoluta.

Aveva scritto ne L’orlo delle cose (Mondadori, 2004): «Non m’imprimo su nulla, / vivo come di lato, / all’ombra del mio corpo; / se mi scosto lo perdo, non so più dove sono. / Io e me, che fatica». Perché il rischio dell’ombra è quello di esserne assorbiti, di perdersi definitivamente. Ne L’orlo delle cose l’ombra aveva anche la cifra dell’attenzione, del rispetto, della discrezione, della prudenza nel giudicare, dello sguardo cauto, che avevano improntato il tono di Un cauto guardare (fu il titolo del primo libro di poesia, Mondadori, 1995). La sobrietà dello stile è una virtù imparata da un retaggio antico, da un padre e da una madre che Zavoli ha continuato a indicare come il fulcro della propria eredità morale. A loro appartiene l’insegnamento di una eleganza e di un rispetto memori della tradizione di civiltà sobria che faceva parte della nostra cultura salda al Vangelo: «A dirlo fu mia madre quando nacqui, / tienti al poco che serve, non scialare, / e ancora cerco un alito di me annidato / a quella pace chiara, taciturna. // Torna a essermi madre, libera la mia voce / Prima che a divorarla sia il silenzio, / ho rispettato quel lontano patto, / come allora sto all’orlo delle cose.».

All’ombra appartiene dunque il velluto dell’oscurità, la protezione, il manto notturno materno che era quello di Iside e di Maria. Sebbene l’ombra possa essere ben altro. Tenebra incombente, totale estraneità, generatrice di mostri, minaccia perenne: Male. Nella dialettica del «ciò che non siamo, ciò che non vogliamo», che ha improntato il vangelo laico assunto da Montale, il retaggio antico della opposizione al male, la direzione e la scelta sono diventati in Zavoli il nucleo costante dell’investigazione e della domanda, di volta in volta riproposte per capire il senso di ciò che siamo, il nostro destino. Che cosa è la parte di ombra con cui conviviamo? Come ne domiamo la terribilità? Perché l’ombra si allontana ma ci precede, legata all’eco o sembianza-alterità, come continua a chiedere La strategia dell’ombra?

Nel suo estremo Elogio dell’ombra (1969), Jorge Luis Borges, alla ricerca dell’altro/se stesso, la riconosceva come origine: «Forse la sorgente è in me. / Forse dalla mia ombra / sorgono, fatali e illusori, i giorni». Qui Zavoli ne è vicino, ma le domande restano inalterate. Continuando a ripeterle, Zavoli coinvolge anche l’amico Federico Fellini sugli interrogativi cruciali che riguardano il nostro essere «ombra». Come negli altri libri, l’ombra fa parte del vissuto: gronda di storia, delle testimonianze atroci del secolo, di teneri ricordi familiari, di memorie spinose o tragiche, delle esperienze di lavoro. Alle prime dieci poesie che percorrono i capisaldi del libro, ne seguono altrettante, memorabili, di ricordi della guerra a Rimini, che non solo qui ha determinato i mutamenti più epocali; poi due sull’entità della pace di un affidamento paterno che è simbolo, come se il vissuto nella guerra dei padri possa venire placato soltanto dalle mani di padri e madri che stringono il tempo, nei passi verso casa; quindi scorrono volti e luoghi, le persone amate, le prove, le rinunce, le impossibili utopie, le domande estreme - come quelle a Federico Fellini -, le hybris di scienza e potere, le invocazioni per la pace e alla pietà: testi bellissimi come quello sul bambino spiaggiato, che fra i tanti, il mare dondola e consegna. In congedo la speranza delle lucciole nuziali, «il simbolo che dica / vincerà la vita».

Ma lo spessore, la profondità e oscurità addensati nella poesia per l’ombra contenuta nel vissuto, sono stati illimpiditi da una luce che tesse una trama superiore. Da un lato si tratta di un’alta qualità stilistica, sintesi e culmine in continuità di un passato già espresso intensamente, con «forza e grazia, ironia e gravità». Lo aveva previsto Carlo Bo: lunga sarebbe stata la maturità della sua vocazione poetica, messa in risalto dalla nitida coerenza tra pensiero e linguaggio. Il «padrone di tante voci umane – maestro del “mestiere di chiedere”», senza «alzare i toni» la trae anche dalla propria lealtà di fronte alla sfida dell’«infinito bivio», che sempre gli suscita un «sacro allarme». Zavoli traduce l’incessante riflessione sull’essere e sulla storia in rigore di stile, sostiene il prestigioso impegno comunicativo e il civismo con elevata immaginazione e coscienza del reale. Unisce ad essi nella parte “in ombra” della rivelazione poetica «una sfida consapevole e libera, mostrandosi con il suo volto tutto rischiarato, in una luce ancor più dichiarata e pura».

Dall’altro si tratta del nuovo riferimento della superiore tessitura di luce, che si è manifestata. Gli occhi si sono distaccati, e tornano a posarsi senza peso su tutto ciò che è stato ed è: la “selva oscura” da cui Zavoli è partito nel dopoguerra per il suo esilio laborioso, il qui e ora, dal cratere dove ciò che conta non è solo cercare se stessi, ma vivere con la guida dell’amore: occhi simili a due farfalle che «dopo la battaglia, / si posino indifferenti sui vinti uccisi / e i vincitori addormentati».

Strategia dell’ombra-poesia è ora collocarsi nell’«ombra della luce vivente» secondo l’immagine di Ildegarda di Bingen: farsi riflesso per riflettere. È imitare - docilmente - l’inattingibile “equidistanza” di chi fa sorgere il sole sui malvagi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e gli ingiusti (Mt 5,43-5). Così operano le bianche farfalle effimere degli orti, che si confrontano con il marmo del Tempio e il chiarore della Luna.

Sarà giusto dire, per l’occasione, che tornando oggi nella sua Rimini, Sergio Zavoli compie un gesto simbolico. Rinnova al Fulgor il rito tra luce e ombra che è l’essenza del cinema da cui è stato avvinto proprio lì con Federico Fellini. Lo rievoca in una delle due poesie dedicate all’amico nell’inquietudine del nostro essere «ombra», ne La strategia dell’ombra:

«(a Federico e al Fulgor) Tutto accadeva altrove, e noi eravamo / avvinti dalle storie animate / da un fascio luminoso, / finché ci scendeva sugli occhi un telo nero / con la scritta the end, che detestavi, / quando alle tre del pomeriggio si an dava / a vedere un film d’amore, una vita ogni volta / lunga un’ora e mezzo.».

Rosita Copioli

           

 

Giovedì, 07 Giugno 2018 09:20

7 giugno

Record di rapine | Via Islanda, chiusura approvata | Roulotte a Covignano

(Rimini) Il Romeo Neri si prepara per il ritorno nel calcio professionistico. Si è svolto questa mattina in Questura un incontro tra Amministrazione Comunale e Rimini calcio per concordare il piano di interventi da realizzare allo stadio, in modo tale che sia pronto per il prossimo campionato di Lega Pro. Su precisa indicazione della questura infatti è stato deciso di dare priorità ai lavori per adeguare l’impianto alle necessità della sicurezza e della tutela dell’ordine pubblico: durante l’estate quindi Anthea si occuperà degli interventi di messa a punto del campo, dell’illuminazione e la revisione dell’impianto di videosorveglianza. Durante l’incontro è stato quindi deciso di comune accordo tra le parti di posporre al 2019 gli interventi già progettati alla copertura della tribuna centrale e di posticipare di qualche mese (dopo aver verificato la compatibilità del cantiere con l’attività agonistica) quelli alla facciata storica: uno spostamento obbligatorio alla luce delle esigenze prioritarie espresse dalla Questura e dai parametri richiesti dal campionato di serie C, evitando in questo modo che la realizzazione dei lavori al fronte e alla copertura intralciasse l’avvio della stagione calcistica previsto per la fine dell’agosto. Con questa soluzione la Rimini calcio potrà utilizzare da subito lo stadio della città.

(Rimini) Da Miramare a Torre Pedrera, passando per il centro fino il forese e la collina, saranno quarantasei gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria messi in campo per l'edilizia scolastica. Con la fine dell'anno scolastico e l'avvio delle vacanze estive, entra nel vivo la serie di interventi che l'Amministrazione comunale ha pianificato nelle tante strutture scolastiche del territorio. Si tratta di lavori -già in corso o che partiranno a breve - la cui conclusione è prevista prima dell'inizio delle lezioni del prossimo anno. Gli interventi sono ad opera di Anthea per un investimento complessivo di circa 550 mila euro.
Tra le opere in programma l'adeguamento delle palestre scolastiche, la realizzazione di nuovi giardini in sintetico, l'adeguamento dei locali mensa, l'installazione di tendaggi, la tinteggiatura interna e la manutenzione dei terreni e dei muretti esterni, la creazione di gazebi e zone d'ombra, installazione di impianti di condizionamento, potenziamento dell'illuminazione.

Saranno inoltre realizzati due nuovi interventi di messa in sicurezza sismica (gara attualmente in corso) a Santa Giustina e a Corpolo' per circa 500.000 Euro finanziati dalla Regione Emilia Romagna.
"L'edilizia scolastica - è il commento di Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – rappresenta per l'amministrazione un punto irrinunciabile di impegno, dodici mesi l'anno. Stiamo intensificando nei mesi estivi, così come abbiamo già fatto durante le vacanze invernali, gli sforzi principali, per ottenere il massimo risultato con il minimo disturbo per la normale attività educativa. Con questi interventi andiamo anche a dare risposta alle sollecitazioni e suggerimenti che durante l'anno, da tutto il territorio comunale, ci vengono da insegnanti, famiglie e personale. In particolare l'outdoor education, investendo sugli spazi esterni, ma anche l'innovazione. A breve saremo infatti in grado di allargare ad altre classi la felice sperimentazione del progetto "la scuola senza zaino".

(Rimini) Nelle stesse modalità con cui la polizia municipale è intervenuta nell'area adiacente alla nuova Questura, nei pressi dello stadio comunale, sono state allontanate nella giornata di ieri le roulotte e i camper che avevano scelto i parcheggi del centro commerciale Le Befane per la sosta. Anche qui gli operatori della municipale hanno persuaso i conducenti ad allontanarsi dal luogo e, dopo aver constatato che ciò avvenisse, hanno provveduto a rendere inaccessibile i parcheggi alle roulotte e ai camper col posizionamento di new jersey sulla sede stradale. Nella mattinata di oggi sempre sullo stesso argomento, la polizia municipale è intervenuta anche in un'area adiacente via Covignano chiedendo ai proprietari dei tre mezzi in sosta di allontanarsi, cosa che sotto la vigilanza degli operatori avverrà nel primo pomeriggio di oggi. "Nel parcheggio di quello che fu l’assassino ora sorge un campo nomadi. Quando dicevo che quell’attività non era solo un fruttivendolo ma anche, e soprattutto, un presidio del territorio. Ora la situazione è questa. Il comune si è subito attivato insieme alla polizia municipale ed entro oggi/domani si procederà allo sgombero", ha avvisato su Facebook il consigliere comunale Filippo Zilli, residnete a Covignano, che ieri ha pubblicato le foto nel nuovo accampamento.

(Rimini) Secondo i dati diffusi da Tecnocasa, nel secondo semestre 2017 a Rimini la maggior parte delle transazioni immobiliari riguarda l’abitazione principale (77,4%), seguono gli acquisti per investimento (13,2%) e le compravendite di case vacanza (9,4%). Si vende soprattutto per reperire liquidità (76,9%) ed in seconda battuta per migliorare la qualità abitativa (17,3%).
Nell’area di viale Tripoli e del Centro storico il numero di richieste è in crescita ma permane una forbice ampia tra la disponibilità di spesa dei potenziali acquirenti ed i prezzi richiesti dai proprietari. In genrale i prezzi sono calati del 2,3% nel periodo di riferimento dell’analisi. Il Centro storico è particolarmente ambito dagli investitori grazie alla presenza delle facoltà universitarie. Non manca la domanda da parte di turisti per la casa vacanza, nei pressi del Centro storico sono attivi alcuni cantieri per la realizzazione di nuovi condomini, in questo caso i valori degli immobili variano tra 3200 e 3600 euro al metro quadro. Buona la domanda di immobili in zona Lagomaggio. La maggior parte delle richieste riguarda la prima casa e proviene da famiglie in cerca di soluzioni ampie con doppi servizi. La presenza dell’ospedale, della caserma e del centro studi determina un buon numero di acquisti per investimento. Quotazioni ancora in lieve calo nelle zone di Bellariva, Marebello, Miramare e Rivazzurra. Il calo è determinato in parte da un’alta offerta alta di immobili in vendita, molti dei quali provenienti da aste giudiziarie a carico di costruttori. Qui si registra anche qualche richiesta di case vacanza in particolare da parte di turisti francesi e svizzeri.

La tipologia più richiesta è il trilocale, scelto come obiettivo della compravendita dal 56,3% dei potenziali acquirenti, mentre la disponibilità di spesa si concentra nelle fasce di spesa tra 120 e 249 mila euro.
Nell’ultimo semestre i canoni di locazione dei trilocali sono leggermente aumentati rispetto a quelli registrati un semestre fa segnalando +1,2%, stabili invece i canoni dei bilocali. Il canone medio di un bilocale è di 520 euro al mese, se invece si sceglie il trilocale bisogna mettere a budget 630 euro al mese.
In provincia di Rimini (escluso il capoluogo) nel 2017 sono state vendute 1.589 abitazioni (+5,2% rispetto al 2016), mentre a Rimini città le transazioni sono state 1.248, in aumento del +5,9% rispetto al 2016.

Mutui, in provincia di Rimini nel quarto trimestre 2017 sono stati erogati volumi per 63 milioni di euro con una variazione di -8% rispetto allo stesso periodo del 2016. Nell’intero anno sono stati erogati 257,4 mln, in calo del -4,7 rispetto al 2016.
Nel secondo semestre 2017 l’importo medio di mutuo nella provincia di Rimini si è attestato a circa 126.900 euro. La durata media del mutuo è pari a 26,3 anni. La tipologia di mutuo più stipulata è quella a tasso variabile (39,5%). L’età media di accesso al mutuo è di 40,2 anni.

(Rimini) Getulio Giuseppe Tamburini, soldato della 268esima Compagnia Mitraglieri Fiat, fu con molta probabilità uno dei tantissimi militari catturati (o andati allo sbando) all’indomani della disfatta di Caporetto; conosciuta altresì come la 12a Battaglia dell’Isonzo e che vide contrapposto (dal 24 ottobre 1917 al 7 novembre 1917) il Regio Esercito alle forze austro-ungariche e tedesche.
Secondo le fonti storiche disseminate nel web - è sufficiente scandagliare il materiale pubblicato attraverso i principali motori di ricerca - la “Commissione parlamentare d’inchiesta sulle violazioni del diritto delle genti commesse dal nemico” (i cui lavori terminarono nel 1920) stimò i prigionieri italiani finiti nelle mani degli austriaci e, dopo Caporetto, dei tedeschi in circa 600.000.
Ma ancora più impressionante risultò la cifra dei caduti: 100.000 i soldati che perirono nei campi di concentramento. Un numero, per stessa ammissione degli ex nemici, da considerare per difetto poichè dal computo vennero esclusi quanti trovarono la morte nelle compagnie di lavoro, disseminate in ogni angolo dell’Europa Centrale.

Nato a San Clemente il 18 luglio 1892, in via Cabernarducci 109 A, dall’unione dei coloni Luigi Tamburini (fu Francesco) e Palma Baratti, Getulio Giuseppe Tamburini muore, per malattia (tubercolosi? edema da fame?), il 13 luglio 1918 - 5 giorni prima del suo 26° compleanno - forse rinchiuso in campo di prigionia della Bassa Slesia o di un’altra zona orientale della Germania. Ed è qui che il giovane soldato è inizialmente sepolto: accanto ad altri compagni di trincea vinti dagli stenti e dal freddo.
Solo il 2 novembre 1928 - trascorsi ormai 10 anni dalla fine del conflitto - i resti del mitragliere sanclementese trovano collocazione definitiva nel Cimitero Militare Italiano di Breslavia (oggi Wroclaw) fatto costruire dall’allora Governo nell’area del Parco Grabiszynski. Un’opera voluta allo scopo di ridare dignità a 1.016 caduti sotto il segno del tricolore.
Da allora, a ricordare il suo estremo sacrificio rimane una piccola lapide in pietra carsica sulla quale, complici alcuni errori di trascrizione, il nome di Getulio Giuseppe è stato ‘storpiato’ in Catullo Tamburini (errata pure la data di nascita: 17 luglio 1894).

A ‘ritrovare’ - ad un secolo esatto dalla morte - quell’umile sepolcro ha contribuito Mario Turis - 51 anni, originario della Sardegna - infaticabile studioso e ricercatore della Prima Guerra Mondiale.
A lui si deve l’invio dell’immagine in cui è riprodotta la lapide. E sempre a lui si deve il contatto con l’Amministrazione comunale di San Clemente con l’unico intento di far sapere ai possibili, eventuali parenti/discendenti - qualora non ne fossero a conoscenza - dell’esistenza della tomba. “E affinché - aggiunge nel messaggio spedito alla Sindaca Mirna Cecchini - il caduto venisse commerato nel paese di provenienza”.
“Non conosco di persona il Signor Turis - dice la Sindaca Mirna Cecchini - ma devo ammettere che la storia di questo soldato merita, senza ombra di dubbio, la nostra attenzione e un’ulteriore opera di ricerca e verifica documentale. Raccolgo, pertanto, l’invito alla pubblicazione, attraverso i canali informativi di cui può disporre il Comune, della foto della tomba custodita nel cimitero di Breslavia. Ciò nell’auspicio e nella speranza di favorire un’ampia divulgazione e, se possibile, un incontro con gli eventuali parenti/discendenti del mitragliere. Le informazioni raccolte e qui riportate - e di ciò ringrazio per primo il signor Turis e poi i miei collaboratori - credo possano facilitare il percorso d’identificazione. Al giovane militare sanclementese, vittima nella Grande Guerra del 15-18, l’Amministrazione di San Clemente vorrebbe - se nulla osta l’intedimento - poter dedicare, anche in memoria di tutti gli altri soldati che hanno dato la loro vita per difendere il nostro Paese e riaffermare il valore della libertà dagli oppressori, un momento ufficiale già nel prossimo mese di novembre”.

Mercoledì, 06 Giugno 2018 12:36

La piadina di SanPa alla conquista di Milano

(Rimini) Farina, strutto, bicarbonato, sale e acqua. Pascoli la definì “il pane, anzi il cibo nazionale dei romagnoli”, oggi è conosciuta più comunemente come piadina. All’olio o tradizionale, integrale o farcita, è annoverata tra gli street food italiani per eccellenza. San Patrignano, da sempre impegnata nella valorizzazione del proprio territorio, ha inaugurato ieri la nuova piadineria Solidarietà con gusto: uno scorcio di Romagna nel cuore di Milano in cui gustare prodotti tradizionali come lo squacquerone D.O.P., il pecorino, la caciotta o i taglieri di prosciutto crudo da accompagnare a un calice di vino.
Tutte le materie prime arrivano rigorosamente da San Patrignano, così come tutto quello che esce dalla cucina passa dalle mani dei ragazzi della Comunità.

Un locale per un pranzo veloce, una merenda, un aperitivo o una cena d’asporto, presso il centro commerciale Piazza Portello, dimensioni raddoppiate rispetto al format precedente e una nuova immagine, dagli arredi al layout, grazie al contributo di AFA Arredamenti di Rimini. L’ampliamento dello spazio è stato concesso da Iper, La grande i - insegna tra i leader della grande distribuzione - che per prima ha creduto nella potenzialità dei prodotti di San Patrignano dimostrando nel tempo grande fiducia e sostegno alla sua mission.
“Siamo molto orgogliosi del nuovo spazio al Portello e di come la parola accoglienza che fa parte del nostro essere comunità di vita possa essere oggi ulteriormente sviluppata per creare un clima di straordinaria convivialità. – spiega Roberto Bezzi, Presidente della Cooperativa Agricola di San Patrignano - Proponiamo piatti veloci e genuini, espressione del nostro territorio e dell’amore per le cose fatte bene, capace di valorizzare in versione gourmet anche un cibo considerato semplice, come la piadina”.

Dietro al bancone cinque ragazzi che hanno terminato il programma di recupero e il Training in ambito ristorazione: uno spin off della Comunità ideato per accompagnare le persone nella delicata fase del reinserimento nel mercato del lavoro verso la progressiva autonomia economica.
Circa il 90 per cento dei giovani che conclude il percorso riabilitativo a San Patrignano esce con la certezza di un impiego, garantito dalla rete di associazioni satellite della Comunità e dalle aziende con cui questa collabora.

Mercoledì, 06 Giugno 2018 12:31

Abitare Rimini: piazzale Gramsci può rinascere

(Rimini) E’ Alessandro Franca ad aggiudicarsi la quinta edizione del premio ‘Abitare Rimini’, concorso di idee per spazi urbani promosso dal Rotary Rimini Riviera con il patrocinio della Soprintendenza di Ravenna, il Comune di Rimini e gli Ordini di architetti e ingegneri. Prerogativa del concorso Abitare Rimini è quella di riservare la partecipazione a giovani architetti under 40, secondo il modello del concorso di idee.
Alla presenza di Massimo Pulini, Assessore alla Cultura del Comune di Rimini, la cerimonia di premiazione s’è svolta nel pomeriggio alla Sala del Giudizio del Museo della Città. Menzione anche per la proposta del gruppo di architetti Matteo Maresi, Giulia Ridolfi e Daniele Galassi, oltre a quella presentata da Anton Luca Nannini. Al vincitore è stato consegnato il premio di 2.000 euro.
A tema di questa edizione Largo Antonio Gramsci. Rigenerazione di un non-luogo. In precedenza il concorso aveva riguardato l’area e la pedonalizzazione del ponte di Tiberio (2010), la stazione ferroviaria per superare la storica barriera che divide la città (2012), gli elementi di arredo e la segnaletica nel centro storico (2014) e il recupero del Palazzo Lettimi (2016).

Secondo il Rotary Rimini Riviera, Largo Antonio Gramsci necessita di attribuzione di nuova qualità urbana, al fine di ristabilire relazioni con le emergenze architettoniche presenti nel suo intorno e generare un virtuoso processo di riqualificazione degli edifici prospicienti. “La perdita del costruito storico e la banalizzazione funzionale della piazza ad uso parcheggio nel centro storico di Rimini – spiega l’arch. Alessandro Franca nella presentazione del progetto - pone l’urgenza di un processo di rigenerazione estetico-funzionale e commerciale che passa attraverso l’allargamento della ZTL, un corretto bilanciamento tra la mobilità lenta ciclo-pedonale e quella carrabile; la riorganizzazione spaziale e visiva dell’area con la riproposizione architettonica di parte del costruito perduto; una migliore sostenibilità ambientale e qualità di vita urbana grazie anche al verde specializzato e al trasferimento dell’attuale sede del Mercato Coperto al livello inferiore di Piazza Gramsci”.