mattoneRimini | Nubifragio protagonista del consiglio comunale. Piccari (Pdl) striglia la giunta: Basta 'melina' sulle fogne

 

Nella prima ora di consiglio comunale dedicato alla votazione del bilancio di previsione 2013, questa sera a Rimini, si parlerà certamente anche del nubifragio che ha investito Rimini lunedì scorso, anche sulla scorta di eventuali agevolazioni fiscali che la giunta sembra aver promesso di voler concordare proprio in sessione di bilancio (quella di oggi sarebbe l’ultima occasione possibile).

 
Focalizzata sulle criticità della rete depurativa e fognaria è l’interrogazione presentata dal consigliere comunale del Pdl Valeria Piccari. Innanzitutto, “chiedo con fermezza e con chiarezza quando e come si faranno le fogne a Rimini e che su questo vengano informato tutto il consiglio comunale, non solo le commissioni, con aggiornamento trimestrale”, attacca tanto per cominciare  Piccari. Ma non basta. “Chiedo l’istituzione di un ufficio apposito dove i cittadini possano presentare le varie istanze di richiesta di risarcimento per i danni subiti a causa del nubifragio senza che debbano essere costretti a spendere ulteriori soldi in consulenti e periti. Un ufficio dove operino i tecnici del Comune, che ci sono, per aiutare il cittadino a istruire la pratica”. E, dulcis in fundo, visto che questa sera si voterà il bilancio di previsione 2013, “chiedo sgravi fiscali relativamente alle prossime scadenze (irpef, tares) per quei cittadini o attività che hanno subito i danni e quindi o non possono riprendere a lavorare oppure hanno dovuto gettare via le merci”. 

 

Valeria Piccari si raccomanda, inoltre, “affinché la giunta impegni nella realtà, concretamente, il Governo affinché nel decreto sulle calamità venga inserita Rimini (il decreto cui fa riferimento anche la Regione Emilia Romagna, ndr)”. Soprattutto, dice, non è più tempo di perdere tempo rispetto al rifacimento delle fogne. “Basta fare melina da parte dell’amministrazione. Quando ci siamo insediati nel 2011 c’è stato il nubifragio a Marina centro, una situazione che lunedì si è ripresentata in tutta la città. Noi del Pdl sosteniamo pienamente la risoluzione del problema delle fogne. Ieri faceva male al cuore passeggiare in spiaggia e vedere i cartelli dei divieti di balneazione e quell’acqua nauseante. Sono 60 anni che si rimanda la questione. E’ ora di dire basta: noi lavoriamo col turismo. La storia della chiusura del mare a Rimini mi sembra una barzelletta (che non dovrebbe assolutamente avere riscontri con la realtà, e che invece li ha)”.

 

 

Eraldo Giudici, semrpe del gruppo Pdl, già nei giorni scorsi ha posto i riflettori sulla “doppia questione” riminese, “da una parte il problema degli sversamenti a mare a tutela della balneazione, dall’altra il problema della salvaguardia idraulica della nostra città e del suo forese”.
L’interrogazione di Giudici si fonda sull’analisi “della situazione della rete fognaria e depurativa di Rimini, svolta dall’ingegnere riminese Massimo Solaroli, tecnico di grande esperienza nel settore fognario-depurativo, che si può vantare di aver rimesso in funzione, tra i molti impianti in Italia, il depuratore Marecchiese e quello di Bellaria”, spiega il consigliere che l’esisto dell’analisi lo ha inviato già da mesi all’attenzione del sindaco.


“Nell’analisi – spiega Giudici – erano evidenziate proposte concrete e alcune criticità, che ritengo possano avere rilievo nei fatti degli ultimi giorni: scarichi sulla battigia di collettori di reti miste con sversamento direttamente a mare della quota parte eccedente la portata pari a 3-5 volte la Qnm; utilizzo di fossi tombinati come collettori di fognature unitarie; vetustà delle opere di fognatura; difficile ispezionabilità dei manufatti e delle condotte; approssimazione nella realizzazione dei collettori misti: con mancanza di dispositivi di lavaggio, tratti in contropendenza, mancanza di “savanella” di fondo nei collettori scatolari ecc”.


Secondo il consulente di Giudici, “tali criticità non sarebbero direttamente imputabili alla tipologia di rete fognaria presente (separata o mista) ma intrinseche alla morfologia territoriale ed alla particolarità della situazione e aggravate dalla necessità di un piano di risanamento generale omogeneo e coordinato”. Da qui tutta una serie di soluzioni a partire dall’ispezione del sottosuolo cittadino attraverso georadar. Tra gli interventi proposti quelli di “completare la deviazione delle acque piovane provenienti dal forese verso le aste fluviali principali, per alleggerire la pressione sulla zona urbanizzata; ripristinare, nel tratto urbano, le sezioni delle fosse consortili pregiudicate da un’espansione urbana inconsulta; rimodellare il tombinamento dell'Ausa per evitarvi depositi putrescenti; dotare i sottopassi riminesi di sistemi semaforici automatici di blocco della circolazione in caso di allagamento”.

 

Intanto da Bologna i due consiglieri regionali riminesi Marco Lombardi (Pdl) e Roberto Piva (Pd) sollecitano l'ente ad assicurarsi che il governo inserisca davvero la cura dei danni causati dal nubifragio di lunedì nel decreto emergenze relativo ad altri eventi verificatisi in estate.

tortora-chiaroRimini | Grandi mostre, lo studio di Fondazione e Campus: indotto da 5,8 milioni

 

Grandi mostre, la stima della spesa media pro capite dei non residenti in alloggio, ristorazione e shopping in occasione di Da Vermeer a Kandinsky (a Castel Sismondo dal 21 gennaio al 3 giugno 2012) è stata pari “a circa 60,15 euro, per cui i 96.984 visitatori non residenti della mostra (sul totale dei 130.180 che hanno visitato la mostra) hanno speso direttamente circa 5.819.040 euro. La stima dell’effetto complessivo sul territorio di Rimini e provincia, tenendo conto anche dei possibili effetti indiretti e indotti e quindi in base alla stima dell’effetto moltiplicativo della spesa dei visitatori, è all’incirca compresa fra 5,8 e 7,2 milioni di euro”. Questo l’esito dello studio commissionato dalla Fondazione Carim al Campus di Rimini (Scuola superiore di scienze turistiche) sull’impatto dei grandi eventi sul territorio e che sarà presentato domani a palazzo Buonadrata a Rimini.

 
Più in generale, i numeri della mostra parlano di 130.180 visitatori totali su 135 giorni di apertura, con una media quotidiana di 964 visitatori. La ricerca ha riguardato un campione di 885 persone: non residenti nella Provincia di Rimini: 74,4% ; genere: 58,5% donne, 41,5% uomini; età media 47 anni: 47,3% adulti (41-60 anni) e 31,9% giovani (21-40 anni), 19,1% anziani (over 60 anni), 1,7% giovanissimi (fino 20 anni); titolo di studio: 43,2% laureati, 44,5% diplomati.
La ricerca ha studiato tre aspetti che vanno dal gradimento dei visitatori rispetto alla mostra all’impatto economico sulla città, passando attraverso valutazioni sulla sua capacità di accoglienza.


Alto è stato il gradimento dell'evento, dal momento che il 97,5% degli intervistati tornerebbe a visitare una mostra a Rimini a Castel Sismondo, l’ 80,7% si è dichiarato molto soddisfatto dei contenuti, opere, artisti in mostra (mediamente soddisfatto: 17,1%, insoddisfatto: 2,3%). Molto soddisfatto della qualità percepita a Castel Sismondo come sede di mostra il 95,6% del campione. Tra gli intervistati, alto anche il campione di abituali fruitori di eventi espositivi e culturali, il 69,3 per cento aveva visitato negli ultimi 12 mesi almeno un’altra mostra.
L’allestimento è stato giudicato molto soddisfacente dal 70,9%, mediamente soddisfacente dal 21,9%, non soddisfacente dal 7,1%. Rispetto al prezzo del biglietto (rispetto ai servizi), questo è stato ritenuto giusto dal 75,9% e alto dal 20%.
Nella scelta di visitare proprio quella mostra hanno influito molto la preconoscenza degli artisti e delle opere esposte (molto: 62,4%, mediamente: 25,4%, poco: 12,2%) e la capacità di accoglienza di Rimini (molto: 63,1%, mediamente: 17,9%, poco: 17,2%), poco l’organizzazione complessiva della mostra (molto: 26,2%, mediamente: 9,4%, poco: 58,4%, non ha risposto: 6%).


Rispetto al giudizio sulla città di Rimini, le motivazioni della visita sono risultate: la mostra al 56,6%, un’altra ‘vacanza culturale’ all’8,9%, la visita ad amici e/o parenti: 4,1%.
Rispetto ai costi, il 22,4 per cento dei visitatori intervistati ha pernottato: una o due notti il 18,6%, tre o quattro notti il 3,5%. Il 68% degli intervistati non ha consumato pasti a Rimini (risultato in linea con la percentuale di visitatori extra provincia che non hanno pernottato a Rimini), mentre il 19,7% ha risposto in un ristorante o pizzeria, il 7% in albergo e l’1,7% in un bar. Shopping: il 91,2% degli intervistati non ha effettuato acquisti, il 6,3% ha acquistato libri e giornali, il 2% articoli di abbigliamento (vestiti, scarpe, borse, ecc.) e pochi altri acquisti minori.
Il dato interessante, comunque, è che il 71,3% degli intervistati ha dichiarato che sarebbe nuovamente ritornato a Rimini, che la mostra, cioè, ha ampliato il bacino di turisti per la capitale della riviera (non ha risposto: 25,9%, ha risposto no: 2,8%).
Ancora numeri. Rispetto alla qualità degli hotel: ottima 22,2%, buona 35,9%, discreta/sufficiente 11%. Rispetto alla qualità della ristorazione: ottima 27,2%, buona 51,9%, discreta 5,5%. Rispetto alla qualità percepita dei monumenti e beni culturali di Rimini: ottima 1,8%, buona 19,3%, discreta 3,3%.


Rimini – spiegano gli analisti – risulta agli occhi dei visitatori una città a scarsa vocazione culturale. Il 55% del campione di visitatori fuori provincia, infatti, non ha visitato la città, forse per mancanza di conoscenza dei beni culturali locali, piuttosto che per mancanza di tempo o di interesse. a mappa dei luoghi della città maggiormente visitati (26,4% ha visitato il centro storico, il 6,6% i monumenti, il 4,5% il lungomare e il 4,3% altre mostre o musei), suggerisce che le politiche turistico-culturali dovrebbero rafforzare il legame fra la mostra come “contenuto culturale” e la città come “contenitore turistico” all’interno di un prodotto turistico-culturale complesso come quello offerto dagli attori pubblici e privati della città di Rimini. Il giudizio complessivo nei confronti della città di Rimini è peraltro molto positivo. La grande maggioranza degli intervistati residenti fuori provincia ha intenzione di ripetere l’esperienza di visitare Rimini, che rimane una meta turistica molto ambita con un potenziale di sviluppo proprio nel turismo culturale”.

tortora-scuroRimini | Asili, Miserocchi su dietrofront esternalizzazione: E’ subdola mala-politica

 

Parla di “mala-politica” il coordinatore provinciale del Pdl Fabrizio Miserocchi, riferendosi alla decisione del sindaco di assecondare i consiglieri comunali Savio Galvani (Fds) e Stefano Brunori (Idv) che assieme a Fabio Pazzaglia (Sel) hanno chiesto di stralciare dal bilancio di previsione 2013 il punto che prevede per il Comune una più ampia possibilità di manovra rispetto all’esternalizzazione dei servizi educativi. “Che delusione – scrive Miserocchi su Facebook - alla fine il presunto sindaco decisionista ha ceduto ad un ricattuccio da bottega. La vicenda tutta riminese della gestione degli asili comunali è l'esempio di come la conservazione sia a danno del cittadino che continua a pagare il prezzo di ideologie sconfitte e minoritarie”.

 
Una mossa “subdola” secondo Miserocchi, quella di Andrea Gnassi nel tentativo di ricompattare la maggioranza (che in commissione è andata sotto proprio nella votazione del bilancio), “scaricando il prezzo su un Asp Valloni che è un esempio virtuoso nella città, nato dalla carità di quei privati (tanto osteggiati) che hanno donato patrimoni, passione e dedizione al welfare cittadino”. In pratica, l’esigenza del Comune di esternalizzare gli asili Cerchio magico e Bruco verde deriva dal fatto che i costi sostenuti dall’amministrazione dovranno negli anni aumentare (ad oggi si parla di 5.200 euro a bambino, nelle sezioni gestite da Asp, per un contributo annuale sui circa 500mila euro, 8.800euro il costo a bimbo nelle sezioni gestite direttamente dal Comune), con conseguenze però incerte per la stabilizzazione dei contratti di 15 insegnanti (che, per via della legge Fornero, dovranno passare dal tempo determinato a quello indeterminato, a questo punti a spese di Asp).


Il Comune di Rimini – sostiene Miserocchi – aveva intrapreso la strada giusta: garanzie sul progetto educativo di qualità. Non si capisce perché con gestioni extra-comunali non lo sia. E’ come se ci fossero insegnanti di serie A quelli statalizzati garantiti e quelli di serie B tutti gli altri. Qui si parla, invece, semplicemente della possibilità, nel rispetto delle leggi, di gestioni meno onerose e costose. E' solo uno stop and go, torneremo a discutere del tema, noi non faremo mancare il nostro sostegno a questo tipo di scelte, la politica serve la realtà buona non le rendite”.

5bAlla Regione interessa ancora l’aeroporto di Rimini?

 

Nella nuova domanda di concordato presentata da Aeradria si prevede una ricapitalizzazione per 6 milioni di euro e un minimo di 15 milioni di crediti convertiti in quote azionarie, su un totale di 47 milioni. In attesa che il Tribunale di Rimini si esprima sulla sua ammissibilità e, insieme, sull’istanza di fallimento richiesta dalla Procura per la società di gestione dell’Aeroporto internazionale di Rimini e San Marino ‘Federico Fellini’, una domanda resta. C’è una porta a cui Aeradria può bussare per chiedere aiuto? Che ruolo può o, meglio, potrà giocare la Regione Emilia Romagna qualora il Fellini sopravviva al pozzo di debiti scavato dal management?
Secondo l’associazione Cuore di Rimini all’istituzione regionale toccherebbe, se non per piacere almeno per dovere, una parte da protagonista. Infatti, ci spiegano, “abbiamo spulciato alcuni dati relativi alla politica delle infrastrutture della Regione Emilia Romagna e l'impressione che ne abbiamo ricavato è che gli investimenti su servizi universali, come il trasporto pubblico locale e le ferrovie, sono in realtà presenti esclusivamente su sola parte della Regione, quella emiliana. L'idea che ci è venuta sarebbe quella di richiedere strumenti di compensazione per i territori non giustamente interessati in particolari settori. Nel caso di Rimini facciamo riferimento all'aeroporto cittadino”.


Il lavoro di ricerca dell’Associazione ha riguardato in particolare le società Fer (Ferrovie Emilia Romagna), Sfm (il servizio ferroviario metropolitano di Bologna), People mover (il servizio che unirà la stazione con l’aeroporto di Bologna) e la fusione tra Atc e Fer per la nascita di Tper (Trasporto pubblico Emilia Romagna): ma cosa è emerso nel dettaglio?


Ferrovie Emilia Romagna (Fer). Sulla rete ferroviaria della regione è in corso di attuazione un piano straordinario di interventi, “che prevede importanti azioni per rinnovare il parco rotabile e per potenziare e rendere più moderna la rete regionale. Per la loro attuazione si fa ricorso sia a risorse già disponibili, sia ad altre fonti di finanziamento statali, oltre che a specifici stanziamenti regionali, per un totale di oltre 400 milioni di euro, destinati per circa il 50 per cento a interventi sulle infrastrutture e per la quota restante al rinnovo del materiale rotabile”.
I principali interventi infrastrutturali riguardano l’armamento ferroviario, l’elettrificazione di alcune linee, il miglioramento dell’accessibilità e delle condizioni funzionali di interconnessione in alcune stazioni, l’eliminazione di passaggi a livello e la messa in sicurezza della rete.
Ora, Cuore di Rimini fa notare che “la rete ferroviaria regionale è presente con le sue linee solo in Emilia” e segnala anche “che sono stati previsti due interramenti della ferrovia (a Ferrara e a Bologna di 42 milioni di euro ciascuno)”.


Servizio ferroviario metropolitano di Bologna (Sfm). “Il progetto prevede la trasformazione degli otto rami ferroviari ora esistenti in quattro linee passanti e una linea attestata a Bologna centrale, la costruzione di sedici nuove fermate di cui otto nel comune di Bologna, la riqualificazione delle fermate ferroviari esistenti, orari regolari e scadenzati”.
La gestione del servizio è regolata dalla Regione Emilia-Romagna, attraverso un Contratto sottoscritto nel luglio 2008 con il Consorzio trasporti integrati (costituito da Trenitalia e da TpER), gestori del servizio a seguito di gara di affidamento. Ma a questo proposito ci sono anche tanti dubbi: “tali servizi sono in perdita? Se sì, Rfi (la Rete ferroviaria italiana) li recupera attraverso l’incremento di biglietti su altre linee regionali?”.
La città di Bologna, fanno notare inoltre da CdR, “è riuscita anche a far girare i fondi a suo tempo previsti per la metrotranvia (ora accantonata) proprio sul Servizio ferroviario metropolitano. Le risorse previste per il completamento del Servizio e la filoviarizzazione delle linee portanti del trasporto pubblico urbano bolognese arrivano così a 362 milioni di euro, di cui 225 milioni costituiti dai finanziamenti nazionali stanziati a suo tempo per il progetto della metrotramvia, 126 messi a disposizione complessivamente dagli enti territoriali regionali (126 sono previsti come cofinanziamento da parte di Regione, Comune, TpER e Sfm) e quasi 11 milioni da parte di Rfi. Altra domanda: quali saranno i contributi a carico di Regione e TpER (che è una partecipata regionale)?”.


Infine, per People mover “la regione prevede un finanziamento a fondo perduto di 30 milioni di euro. Inoltre, secondo i patti parasociali, la società TpER dovrebbe acquisire entro il 2020 il controllo della società che sarà destinata a gestirebbe il People Mover come da bando. Anche se ci risulta che questa operazione sia stata stoppata dalla stessa authority degli appalti pubblici. Questo di fronte a un’opera che non è nelle condizioni di garantire alta capacità ed alta frequenza”.
In ogni caso la fusione Atc–Fer (da cui TpER) “è avvenuta con il bilancio non approvato dalla società di revisione esterna e dal collegio sindacale; ma, altra domanda che sorge, è avvenuta con un costo per la Regione?”.


Tanti interrogativi cui Cuore di Rimini vorrebbe rispondere anche grazie all’aiuto chiesto ad assessori (Maurizio Melucci) e consiglieri regionali (Roberto Piva, Pd, e Marco Lombardi, Pdl), a cui ha scritto e si è appellata, in attesa di risposte (qualcuna è arrivata). Certo è che, a giudicare dai numeri esposti, un aiutino al Fellini non dovrebbe essere un gran problema per le casse regionali. A patto di contare qualcosa in Regione.

Giovedì, 27 Giugno 2013 09:49

GIORNALAIO 27.06.2013

giornalaioBomba d’acqua a Rimini, la procura apre due inchieste. Bilancio, oggi in consiglio comunale vince la linea statalista sugli asili. Le aziende barattano. Negozi aperti in centro il venerdì sera

 

La tempesta. “LA PROCURA apre due fascicoli sul nubifragio che ha messo in ginocchio la riviera. Il primo vede come ipotesi di reato nientemeno che il disastro colposo, per ‘alluvione e attentato alla sicurezza dei trasporti’. Il secondo è invece per omicidio colposo e riguarda la terribile morte di Florida Bernabè, l’anziana signora annegata in casa sua a Santa Cristina. Per ora sono entrambi a carico di ignoti. A DECIDERE di andare a fondo e capire se ci siano o meno responsabilità per questo disastro, è stato lo stesso procuratore della Repubblica, Paolo Giovagnoli. Fermo restando che si è trattato di un evento eccezionale, la magistratura vuole accertare se il sistema fognario era stato predisposto nel modo giusto, se erano state prese le necessarie precauzioni in vista di una tempesta annunciata, e se la manutenzione ordinaria e straordinaria era stata fatta. Insomma, non può essere stata tutta colpa del ‘cielo’ se siamo finiti sott’acqua fino a questo punto”, ilRestodelCarlino (p.4).
I dubbi sulla vicenda sono tanti anche tra i riminesi. “Dopo l’alluvione arrivano gli interrogativi per capire se, data comunque l’eccezionalità dell’evento, è stato fatto tutto il possibile per cercare di evitare che l’intera città finisse sotto la marea di acqua e scarichi fognari. Particolarmente critico il presidente del comitato ‘Basta merda in mare’, Sergio Giordano, che si interroga su quanto fatto da Hera nel regolare l’apertura delle paratie. Per Giordano, infatti, l’apertura delle 17.35 dello scarico Ausa non coinciderebbe con l’effetto ‘risucchio’ arrivato solo verso le 20 nella zona del Club Nautico. Oltre a questa discordanza dei tempi, il presidente del comitato chiede con forza ad Hera se «le paratie a mare degli scarichi, già prima del violento acquazzone previsto, erano libere dalla sabbia accumulata davanti ad esse o se, una cattiva manutenzione degli sbocchi, ha rallentato il deflusso dell’acqua». Per questo, Giordano, invoca una conferenza dove Hera, in presenza di tecnici esterni alla multi utility, spieghi ai cittadini se l’apertura è stata tempestiva su tutti gli scarichi”, NuovoQuotidiano (p.3).
Intanto il Comune di Rimini chiede il riconoscimento dello stato di calamità naturale. “«Ad un evento eccezionale serve una risposta eccezionale»: con questo spunto palazzo Garampi, lasciandosi alle spalle l’iniziale cautela espressa all’indomani del nubifragio, ha presentato ieri al governo e alla Regione «ufficiale richiesta dello stato di calamità naturale, confidando anche nel supporto dei parlamentari riminesi»”, LaVocediRomagna (p.14). E si inasprisce lo scontro sugli eventi realizzati economicamente a scapito dei lavori alle fogne. Se i cittadini attaccano, le categorie difendono le politiche del sindaco. “AIA, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti hanno reagito ieri con una nota congiunta: «Rimini si piega ma non si spezza», affermano le categorie unite, «quello che non dobbiamo fare in questo momento è mettere in discussione le politiche turistiche legate ad eventi e manifestazioni e altro, che rappresentano uno strumento mediatico per attirare presenze sul territorio. Tutti coloro che pensano di risolvere il problema con azioni di puro dileggio stanno solo facendo del male al nostro sistema; non dimentichiamo che in una stagione così difficile la nostra ancora di salvezza sono proprio le presenze che riusciamo ad attirare. La stessa forza lavoro operante nel nostro territorio è strettamente collegata con i milioni di presenze che si riversano sulla riviera»”.

 
Oggi in consiglio comunale si vota il bilancio di previsione. “Asili ai privati, quasi in extremis arriva l’emendamento grazie al quale il bilancio di previsione 2013 potrà essere approvato questa notte in consiglio comunale. Assicurato alla vigilia il voto favorevole dei dissidenti Galvani (Fds) e Brunori (Idv). I due consiglieri comunali avevano posto una sorta di veto. In sintesi: il bilancio concede alle Asp la possibilità di affidare a privati servizi pubblici come gli asili. Tutto il caso è nato intorno alle strutture Bruco verde e Cerchio magico. Brunori e Galvani in commissione si erano astenuti, facendo bocciare la finanziaria. Ora con questo emendamento la partita viene rinviata. E il bilancio va”, CorriereRomagna (p.8).
Intanto, a fare bene i conti, si scopre che “quella di Rimini è la provincia più “statalista” dell’Emilia-Romagna sugli asili: il sindaco Andrea Gnassi (Pd), che attende oggi il via libera in Consiglio comunale al bilancio 2013 dopo aver congelato la questione dei nidi con un emendamento ad hoc, cerchi l’intesa con l’opposizione invece che con una sinistra “anacronistica”. Lo propone, dati alla mano, il consigliere regionale del Pdl riminese, Marco Lombardi, che ha diffuso le cifre riportate ieri in commissione regionale dall’assessore ai Servizi sociali di viale Aldo Moro, Teresa Marzocchi. La provincia di Rimini, rileva Lombardi, ha il dato più basso per numero di Comuni con servizi per la prima infanzia: il 59,3% contro l’81,3% di media regionale. Il numero di nidi d’infanzia presenti in provincia (53) è inferiore a quelli di tutto il resto della regione, e l’indice di copertura posti in percentuale sulla popolazione/bambini è a sua volta il più basso (23,3% contro una media del 32,7%). I nidi pubblici a gestione pubblica sono a Rimini il 60,7% contro una media regionale del 51%. I nidi pubblici a gestione privata sono il 22% contro un 23,5% di media, ma “il dato più sconvolgente” per il consigliere Pdl è che “i nidi privati a gestione privata con convenzione sono appena l’1,1%, di gran lunga il dato più basso in regione on la provincia di Forlì-Cesena al 22,8%, di Ravenna al 19% e di Bologna all’11%”. Infine, i nidi privati a gestione privata senza convenzioni, completamente a pagamento, sono sul territorio il 16,2%”, LaVoce (p.16).


Aziende, torna il baratto. “Aumentare gli scambi economici fra le aziende del territorio riminese attraverso forme di transazione non monetarie, con l’obiettivo di creare un “circuito del baratto” che generi impatti economici per l’economia locale. Questa l’essenza della rete d’imprese Quinc (dall’antica moneta di bronzo Quincunx), un progetto presentato ieri alla Camera di commercio di Rimini. Per garantire un idoneo assortimento di prodotti e servizi, e raggiunta la soglia minima di settori rappresentati, sarà avviata una prima fase di sperimentazione con un meccanismo di buoni sconto. Ogni azienda, in sostanza, potrà vendere i propri prodotti o servizi alle aziende aderenti al circuito applicando uno sconto volontario. Uno sconto che non corrisponderà a una perdita di valore per l’azienda, ma che sarà quantificato in unità di conto virtuali (Quinc) utilizzabili all’interno del circuito per l’acquisto di beni o servizi”, LaVoce (p.16).
UN ESEMPIO concreto. Un’impresa di software vende un’applicazione a una tipografia, che effettua il pagamento in parte in euro e in parte con i buoni sconto. Incassati i buoni sconto (i ‘Quinc’, appunto), l’azienda di software potrà riutilizzarli per poter comprare ad esempio materiale di cancelleria, carta, o qualsiasi servizio di consulenza presso le altre aziende che fanno parte della rete del baratto. TRA LE CENTO imprese che hanno aderito alla sperimentazione ci sono aziende dell’artigianato, del commercio, ma anche alberghi”, ilCarlino (p.7).


Commercio, in centro storico (via Mentana e via Tempio Malatestiano) negozi aperti al venerdì sera in estate, LaVoce (p.17).

tortora-scuroBologna | Nubifragio, Regione: Chiesto a Governo inserimento danni Rimini in decreto in dirittura d'arrivo 

“Dopo l’approvazione da parte del Governo del “decreto emergenze” – spiega Paola Gazzolo, assessore regionale alla sicurezza territoriale – siamo in attesa del decreto che affronti i danni causati dalle frane e dalle piene dei fiumi del marzo e aprile scorsi, e dal tornado dello scorso maggio. Abbiamo chiesto al Governo che anche l’evento accaduto a Rimini sia ricompreso nel provvedimento, e su questo stiamo lavorando in queste ore”, così la Regione Emilia Romagna che oggi si è vista recapitare, così come il Governo nazionale, la richiesta da parte del Comune di Rimini del riconoscimento dello stato di calamità naturale a seguito della bomba d’acqua di lunedì pomeriggio.

neroRimini | Nubifragio, secondo Petitti strumentalizzazioni inaccettabili

 

"A leggere le dichiarazioni di chi ha subito colto la palla al balzo per accusare l'amministrazione comunale di Rimini, presente e passata, di essere la responsabile del nubifragio che si è abbattuto sulla città viene da pensare che la capacità di analisi di certuni sia ferma al livello di “Piove, governo ladro!”. Sarà dunque bene mettere in fila alcuni fatti”. Non ci sta il deputato del Pd Emma Petitti a state zitta dopo aver letto e sentito i commenti e le accuse piombate sulle amministrazioni riminesi, l’attuale e le precedenti, di colore come la devastante bomba d’acqua su Rimini lunedì.
“A chi accusa l'amministrazione di non stare facendo nulla per le fognature rispondono i numeri: 110 milioni di euro investiti nei dieci anni dal 2001 al 2011, 11 gli interventi del piano di salvaguardia della balneazione, di cui oltre un quarto per quasi 50 milioni già partiti”, sottolinea Petitti. “ A chi pone l'alternativa fogne/trc chiedo – precisa – perché mai qualità dell'acqua e qualità dell'aria dovrebbero essere due impegni in concorrenza fra loro. Tra l'altro non è pensabile di poter trasferire i fondi del trc ad altri interventi: chi lo propone non sa o finge di non sapere”.
E’ infine “strumentale e pretestuoso confondere le scelte fatte dall'amministrazione sul fronte della promozione del turismo e degli eventi (indispensabili per ogni località ad alta vocazione turistica) e quelle compiute per le infrastrutture. Vorrei ricordare ad esempio che non solo la ruota panoramica non c'entra nulla con le fognature, ma anzi, oltre a non costare alcunché alle casse pubbliche permetterà di finanziare pure gli eventi della Notte rosa”.

Mercoledì, 26 Giugno 2013 18:56

il rock è tratto

Nella foto di Elisa Moro Tre allegri ragazzi morti. La rock band sarà a Savignano sul Rubicone in occasione della fase finale della manifestazione "Il rock è tratto", in programma il 29 e 30 giugno 2013

tortora-scuroRimini | Volley, niente serie A per il Viserba

 

Volley, il Viserba non potrà iscriversi al campionato di serie A2 femminile per la stagione 2013/14 per mancanza di soldi. “La società - si legge in una nota -  deve purtroppo prendere atto della difficoltà di fare sport di squadra ad alto livello nella Provincia di Rimini, cosa ormai attuabile solo con l’apporto di proprietari e imprenditori che possano intervenire in prima persona e non aspettandosi aiuti consistenti dal tessuto connettivo economico e sociale del nostro territorio”. Per le ragazze nemmeno ci saranno altri “campionati nazionali”. Per le ragazze nemmeno ci saranno altri “campionati nazionali. Se neppure la promozione in serie A è riuscita a sensibilizzare coloro che potrebbero aiutare lo sport a Rimini, pare evidente come non abbia più senso proseguire su questa strada”.

 
Non è risultata sufficiente la campagnia di sottoscrizioni rivolta agli appassionati a raggiungere quota 250mila euro, il minimo indispensabile per pensare di poter mettere piede in campionati di un certo livello. Né in soccorso sono arrivati enti e istituzioni pubblici o nuovi sponsor privati, cui la società si è comunque appellata. Una realtà sportiva, quella del Comune di Rimini, che ha costretto il Viserba alla resa, l’ennesima bandiera bianca che si leva dallo sport della città. “Oltre 10 anni di lavoro, 4 campionati vinti e l’accesso in serie A non sono stati sufficienti a reperire le risorse necessarie alla gestione di una squadra di tale portata”.  Il Viserba Volley Rimini però non cede, avvisano le ragazze, e “si dedicherà ai suoi bambini, ai suoi giovani ed al suo sociale. Auspichiamo che generazioni successive alle nostre possano prendere in mano il timone di questa società, magari ricordandosi che da piccoli avevano visto la loro squadra andare in serie A. Nella speranza che qualcuno di loro ci riesca”.

Mercoledì, 26 Giugno 2013 18:09

RIMINI, dopo la salvezza quale futuro?

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Terminata la stagione 2012/13 con la conquista della salvezza arrivata attraverso i play out, il Rimini dovrà risolvere molti problemi per affrontare al meglio il prossimo campionato di Lega Pro. Sarà una stagione complicata la prossima, quella che porterà il calcio di Prima e Seconda Divisione alla Lega unica della stagione 2014/15, con tre gironi da venti squadre. Un anno senza retrocessioni dalla Prima Divisione mentre in Seconda ci sarà una vera mattanza, con ben nove retrocessioni tra i dilettanti per girone. Per salvare il calcio professionistico, il Rimini dovrà arrivare tra le prime otto mentre dalla nona alla dodicesima posizione si disputeranno i play out per staccare l’ultimo biglietto e salire sulla nuova Lega Pro. Cambieranno anche le regole relative ai contributi federali, che nella stagione appena finita si basavano sull’impiego di almeno tre giocatori nati dal 1992 in su, per far scattare i minutaggi e accedere ai soldi erogati dalla Lega. In questa stagione infatti, al posto dei tre 1993 sarà la media tra i giocatori in campo (gli undici più i giocatori subentrati) a rappresentare lo spartiacque per accedere ai contributi. Nei giorni scorsi in una frizzante riunione in Lega è stata proposta una bozza e l’età media per la Seconda Divisione dovrebbe essere quella dei 24 anni. L’ufficialità arriverà però tardi, verso fine luglio, perché soltanto le formazioni iscritte potranno deliberare il nuovo regolamento. Si dovrà quindi attendere l’ultimo vincolante responso della Covisoc sulle domande d’iscrizione che arriverà il 18 luglio, il giorno dopo si riunirà il Consiglio Federare, quindi sarà convocata l’assemblea delle società. L’attenzione del calcio di Lega Pro è quindi tutta per la domanda d’iscrizione che dovrà essere presentata entro il 1° luglio, allegando circa 40.000 euro più una fideiussione che per la Seconda Divisione ammonta a 400.000 euro. Negli anni passati molte società (più di cinquanta) non sono riuscite ad attraversare questo passaggio, reso quest’anno ancora più stretto da parametri economico finanziari sempre più rigidi, per contrastare i tanti problemi del calcio di terza e quarta serie, scanditi in questi anni da penalizzazioni in classifica a causa delle varie inadempienze. Il Rimini ha pagato regolarmente gli stipendi relativi ai mesi di marzo e aprile entro la data utile del 25 giugno e questo era il primo parametro da rispettare per presentare regolare domanda d’iscrizione, adesso si sta lavorando per passare lo scoglio del primo luglio. Dalla società trapela un certo ottimismo, anche se i problemi economici che hanno accompagnato l’ultima travagliata stagione restano sul tavolo e al momento non s’intravede un serio progetto di risanamento. Il Rimini è una società poco patrimonializzata con molti debiti con banche, personale, fornitori e solo una nuova iniezione di denaro fresco potrebbe ridare ossigeno alle casse di Piazzale del Popolo. Il presidente Biagio Amati durante la stagione ha aperto diversi tavoli di trattativa ma sino a questo momento nessuno è andato a buon fine con situazioni come quella della Jet Set di Roman Lutz o quella con Antonio Esposito, attraversate da una preoccupante scia di superficialità. In questi giorni si formulano diverse ipotesi, tra queste l’incontro di qualche giorno fa con l’avvocato rappresentante di un’azienda estera con interessi anche in Italia: un semplice abboccamento più che una trattativa. Resta poi sempre in piedi l’idea di convogliare su Rimini imprenditori della zona impegnati nel calcio romagnolo. L’ultima è quella che vedrebbe una fusione tra Rimini e Bellaria, con l’ingresso anche di altri soci come Cristiano Protti presidente della Sammaurese. Ne sapremo di più nei prossimi giorni ma l’impressione è che sarà l’ennesima estate calda del calcio biancorosso.
Francesco Pancari

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