Ravenna 2019, arriva il giorno del giudizio
Ravenna 2019, arriva il giorno del giudizio
Domani sarà il primo vero giorno del giudizio per Ravenna 2019. Dopo l’audizione della delegazione ravennate di oggi al ministero dei beni culturali si saprà finalmente se la candidatura a capitale della cultura per il 2019 sarà accettata. E partirà la sfida vera con le altre città in lista. Alla trasferta romana ha partecipato col sindaco Fabrizio Matteucci e l'assessore comunale alla cultura Ouidad Bakkali, anche il coordinatore Ravenna2019 Alberto Cassani, oltre a una decina di altri delegati. A lui abbiamo chiesto come si sia arrivati partendo dalla capitale bizantina a una candidatura che valorizzasse l’intera Romagna.
“Sin dal primo momento abbiamo pensato che la candidatura di Ravenna dovesse essere di tutta la Romagna perché ci sembrava che fosse il modo più naturale per rafforzare la proposta culturale. La Romagna ha comunque elementi di omogeneità, le distanze sono relativamente brevi, nel raggio di 50 chilometri si sviluppa tutto un territorio che possiede alcune caratteristiche di base culturali simili, che è in grado di garantire coesione ma mantenendo aspetti di pluralità. Insomma, abbiamo individuato alcuni caratteri comuni che ci sono sembrati un dato naturale finalizzato al rafforzamento della nostra candidatura”, spiega Cassani.
Ma cos’è che culturalmente e storicamente corrisponde al filo rosso che lega le città romagnole e le rende credibili con Ravenna alla candidatura per il 2019? “Il filo rosso è legato alla storia della Romagna dai tempi dei romani e al perché questa terra si chiama Romagna”.
Nella scelta di Rimini come partner ha contato il patrimonio alberghiero della riviera? “Assolutamente sì. Sotto l’aspetto pratico, il candidarsi a capitale della cultura ha significato compilare un formulario con delle domande che riguardavano anche la ricettività e l’accessibilità. Per questo noi abbiamo considerato il bacino della riviera e le infrastrutture presenti. Se riusciremo a vincere ci sarà un incremento rilevante di flussi turistici non solo per tutto il 2019, ma anche negli anni precedenti e in quelli a seguire. E sulle infrastrutture prevediamo interventi non solo per Ravenna , ma anche nel miglioramento dei collegamenti tra Ravenna e Rimini”.
Come hanno risposto i territori alla vostra richiesta di condividere la candidatura? “Da subito abbiamo trovato l’interesse delle altre amministrazioni e il tutto si è concretizzato in un protocollo istituzionale e in un lavoro sul campo che ha visto nascere i comitati artistici organizzativi locali che, infine, hanno sviluppato dei progetti”. Non essendo Ravenna una metropoli, al pari di Roma o Milano, sia a livello di infrastrutture sia a livello di offerta culturale, c’era bisogno di creare una rete che facesse massa critica? “Sì è una scelta che hanno fatto molte città candidate insieme a Ravenna, ma i primi a pensarci siamo stati noi, grazie anche al sostegno della Regione (visto che in Emilia Romagna siamo candidati solo noi)”.
14 11 2013 | Rimini | Frontalieri, il Csir chiede modifiche alla legge di stabilità
Rimini | Frontalieri, il Csir chiede modifiche alla legge di stabilità
Il Consiglio sindacale interregionale San Marino Emilia Romagna Marche si è riunito ieri per chiedere la modifica alla legge di stabilità italiana “nel senso di una maggiore equità sociale e rilanciando l’esigenza di un più forte intervento per il rilancio dello sviluppo in grado di generare maggiore occupazione”. Necessario, inoltre, “un forte riequilibrio fiscale a favore dei pensionati e lavoratori dipendenti e delle loro famiglie che in questi anni hanno maggiormente pagato la crisi”.
Soprattutto, l’incontro è servito per affrontare la questione della franchigia fiscale a favore dei lavoratori frontalieri, perché, se “nella Legge di stabilità 2013 varata dal Parlamento è stata riconfermata per il 2013 la franchigia fiscale di euro 6.700 in favore dei lavoratori frontalieri”, in verità i sindacati restano in “attesa di una legge ordinaria o convenzione in grado di regolare definitivamente tutta la materia”.
I sindacati puntano anche ad arrivare a una specifica disciplina legislativa (che allo stato attuale manca) “in grado di riconoscere pienamente il valore e l'importanza del lavoro frontaliero per il contesto economico e sociale delle aree territoriali ove è presente”, perché di fatto “diversi provvedimenti governativi adottati negli ultimi anni hanno ignorato la specificità dello status di lavoratore frontaliero”. Opportuno quindi al più presto approvare uno statuto dei lavoratori frontalieri che definisca un quadro di diritti e doveri chiari legati a questa peculiare condizione di lavoro e dia soluzione ai problemi in essere, generati principalmente dalla mancanza di una regolamentazione specifica.
“Il Csir, infine, chiede che si attivi il tavolo unico di coordinamento sui temi della nostre aree transfrontaliere richiesto nelle scorse settimane alla Prefettura di Rimini”.
Aeroporto, Lombardi assolve Aeradria
Aeroporto, Lombardi assolve Aeradria
Alla luce di quanto è accaduto (voragine di debiti, inchieste della magistratura, continuazione dell’attività appena al filo di una decisione del Tribunale), forse era meglio accettare il tanto vituperato piano regionale degli aeroporti? Forse era meglio che lo scalo di Miramare accettasse il ruolo di terminale per i charter turistici? Era un ruolo limitato, ma forse l’aeroporto avrebbe avuto un futuro. O no?
Sono domande che spesso emergono nel dibattito sul destino drammatico dell’aeroporto. Marco Lombardi, consigliere regionale del Pdl, ritiene anche oggi che si sia fatto bene a rispedire quel piano al mittente. “Quando si parlava di collaborazione con Bologna, in realtà si voleva un’annessione di Rimini all’aeroporto Marconi. Il nostro scalo si sarebbe ridotto a funzionare d’estate con qualche volo charter. Tanto che è vero che Bologna poi ci fece la guerra “creando” l’aeroporto di Forlì. Se Rimini avesse accettato quell’impostazione, sarebbe morta, esattamente come sta avvenendo adesso”.
Possibile che non ci fosse margine per una trattativa? Si accettava di stare nel piano regionale e si chiedeva in cambio un ruolo più corposo. “Forse i margini per una trattativa ci potevano essere dopo che Rimini, rivendicando la sua autonomia, aveva cominciato a crescere. Ma sulla collaborazione fra aeroporti o fiere ho fatto qualche scoperta…”.
E quale? “La collaborazione fra realtà di questo tipo è impossibile. Due aeroporti nella stessa regione sono per forza di cose concorrenziali. Si prenda il caso del vicino Veneto. Venezia e Treviso collaborano, perché? Perché Venezia ha talmente tanto traffico che quando capita un nuovo volo è costretta a dirottarlo su Treviso. Bologna non è in queste condizioni: se gli capita una nuova tratta, se la tiene, non la passa di certo a Rimini. È come la storia dei due Palacongressi di Rimini e Riccione”.
Eppure avremmo visto un’altra storia e un altro film se quindici anni fa si fossero fatte scelte diverse. Lo riconosce anche Lombardi: “Quindici anni fa si poteva accettare per Rimini il ruolo esclusivo di aeroporto per i charter e i cargo, se nel contempo la Regione avesse promosso investimenti per collegare con una linea ferroviaria ad alta velocità Rimini con l’aeroporto di Bologna. Ma erano cose da fare quindici anni fa. Nel frattempo la politica di Bologna ha portato Forlì alla chiusura e anche Rimini oggi corre seri rischi”.
Diciamo pure che oggi la situazione è drammatica: “Certamente, però bisogna essere consapevoli che la gestione dell’aeroporto di Rimini non era in deficit o per lo meno non aveva un deficit enorme. Per portare traffico e per supplire alla partenza dei militari, l’aeroporto ha dovuto fare grandi investimenti, i soci avevano garantito che avrebbero pagato e invece non sono stati in grado di farvi fronte”.
Però questa storia è stata in qualche modo smentita da Eurafrica Merchant, la società di consulenza ingaggiata dalla Provincia per capire i problemi dell’aeroporto: a parte i russi, nessun altro traffico internazionale, nessuna tratta nazionale, spese eccessive per portare i voli low cost, traffico cargo in caduta libera, pochi ricavi dal non aviation. Ci sono quindi responsabilità anche nella gestione di Aeradria degli ultimi anni, non crede? “Ai dirigenti di Aeradria si possono rimproverare mille peccati veniali, ma il peccato grave che ha determinato la crisi di oggi sono i mancati pagamenti di chi li aveva promessi. Facendo tutto ciò che si doveva e poteva fare, si poteva magari ridurre il deficit di gestione, ma non pagare gli onerosi investimenti che sono stati compiuti”.
14 11 2013 | Rimini | La Camera di commercio dopo Maggioli, presidenza alla Cna
Rimini | La Camera di commercio dopo Maggioli, presidenza alla Cna
Camera di commercio, c’è l’accordo per il dopo Maggioli. La Presidenza dell’Ente camerale 2014-2019 in base all’accordo raggiunto sarà assegnata all’artigianato (ovvero alla Cna, presieduta a Salvatore Bugli, attuale vicepresidente), mentre la vice presidenza spetterà al turismo (settore rappresentato da Aia e dal presidente Patrizia Rinaldis).
“Questo accordo unitario, raggiunto per la quarta volta su quattro nella storia dell’Ente, è frutto di un percorso condiviso e non scontato, che conferma il senso di responsabilità delle associazioni imprenditoriali che rappresentano il mondo economico locale”, sottolineano dall’ente di via Sigismondo.
La giunta sarà formata da otto membri, oltre al presidente chiamati (uno per ogni categoria economica: industria, agricoltura, artigianato, commercio, turismo e cooperazione) e c’è già anche una prima definizione delle linee guida per il nuovo corso della Camera che sarà, precisano subito, “di naturale continuità con il passato: oltre venti anni nei quali la Camera di commercio di Rimini ha interpretato un ruolo importante per la promozione delle imprese del territorio, cercando anche in questi ultimi tempi strade nuove e innovative per aiutare le aziende ad affrontare e superare la crisi”.
La promozione e lo sviluppo delle maggiori infrastrutture del territorio è al primo punto in programma perché “ha portato in passato alla realizzazione di opere importanti come Palacongressi e Fiera: investimenti che, a livello regionale, vedono l’ente di via Sigismondo al secondo posto tra gli enti camerali a livello regionale, solo dopo la Camera di commercio di Bologna, per quanto riguarda l’entità delle risorse investite”.
Si continuerà anche nel solco del sostegno alle imprese promuovendo “agevolazioni per l’accesso al credito, la conferma degli stanziamenti per i Consorzi Fidi, la spinta per l’internazionalizzazione delle imprese, l’incentivazione alla partecipazione a Fiere in Italia e all’Estero, la valorizzazione delle filiere e dei prodotti tipici, l’integrazione fra costa ed entroterra, la costruzione di un rapporto sempre più propositivo con l’Università, la promozione della cultura della Responsabilità Sociale d’Impresa”.
GIORNALAIO 14.11 2013
Rimini, variante anticemento: lo stop del consiglio di Stato. Pd a congresso, l’annuncio di Gnassi: Non sono renziano ma voto Renzi. Grillini all’attacco di Rai e Meeting. Sergio Funelli e le ore di straordinario
Variante anticemento, accolto il ricorso del piano particolareggiato di via Secchiano. Il consiglio di Stato mette uno stop al taglio degli indici edilizi votato in consiglio comunale a Rimini in primavera. “I cinque giudici di palazzo Spada, in composizione collegiale, hanno discusso martedì 12 novembre il ricorso d’appello presentato loro da sei cittadini e tre aziende immobiliari e di costruzioni, titolari di un piano particolareggiato di via Secchiano, che si erano visti respingere ai primi di agosto dal Tar dell’Emilia-Romagna la richiesta di sospensiva. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso rinviando gli atti a Bologna per la fissazione dell’udienza. L’effetto dell’ordinanza romana è quindi la sospensione in via cautelare della variante urbanistica fortissimamente voluta da Gnassi e votata dal consiglio comunale la notte fra l’11 e il 12 aprile scorso”, LaVocediRomagna (p.17).
Indagine Aeradria. “Cinque ore di interrogatorio davanti al pm Gemma Gualdi per Massimo Vannucci, vicepresidente di Aeradria. Il funzionario difeso dall’avvocato Alessandro Catrani, ha ribadito quali erano i compiti che svolgeva all’interno della società, definendosi un braccio più che altro operativo mentre ad altri erano lasciate le incombenze più propriamente burocratiche. Ha spiegato di non avere neppure il potere di firma per quanto riguardava i contratti e altra documentazione sotto il profilo gestionale. L’uomo indagato per falso in bilancio e ricorso fraudolento al credito verrà di nuovo sentito dal pm all’inizio della prossima settimana”, LaVoce (p.11).
Congresso Pd. “«Ho sostenuto Bersani pur non essendo un bersaniano. Oggi sostengo Renzi ma non sono renziano». Il sindaco Andrea Gnassi alla vigilia delle primarie del Pd sceglie di dichiararsi apertamente, provando a cancellare le etichette. Nel frattempo non può fare a meno di contestare il “regolamento assurdo” congegnato per arrivare alla designazione dei candidati alla segreteria nazionale. Lui stesso ieri ha provato ad informarsi, senza capirci gran che”, LaVoce (p.13).
Ponte di via Coletti, il circolo Pd di Celle è preoccupato. “A suscitare preoccupazione sono in primis i problemi che dovranno affrontare residenti e non che si spostano normalmente a piedi o in bicicletta. «Per loro infatti la chiusura del ponte –spiega Giovanni Casadei, membro del direttivo - significherà dover allungare a dismisura i percorsi in una zona – ricordiamo – in cui sorgono tante attività e anche una scuola. Cosa estremamente disagevole che di fatto obbligherà tanti o almeno chi può all'uso dell'auto con il risultato che le arterie alternative, già sature di traffico, saranno ai primi dell'anno ancora più intasate». Che cosa allora il Comune dovrebbe fare secondo Casadei per garantire la continuità ciclopedonale? «Noi abbiamo indicato diverse proposte - sottolinea Casadei – che secondo noi si dovrebbe prendere in considerazione per verificarne la fattibilità anche dal punto di vista economico. Ad esempio costruire un ponte ciclo-pedonale di legno»”, NuovoQuotidiano (p.3).
Spiagge, ieri scambio di idee a distanza tra Pd e Pdl sulla sdemanializzazione. Il centro destra in conferenza stampa al Senato ha confermato la volontà di andare avanti con l’emendamento alla legge di stabilità. “Presente anche il presidente di Oasi Confartigianato Giorgio Mussoni: «Abbiamo rilevato la volontà del Pdl di andare avanti con l’iniziativa intrapresa, va ricordato, dai partiti che sostengono il Governo e dal Governo stesso. Credo sia stata fatta chiarezza sulla portata dell’intervento, che non privatizza la spiaggia come qualcuno vuol far credere, ma sostanzialmente cede i sedimi presenti ad imprese che in larga parte da decenni gestiscono la spiaggia. Le categorie sono unanimi nel ritenere positiva questa soluzione, pur molto onerosa»”, LaVoce (p.17). Dal Pd parla Maurizio Melucci. “«La proposta del Pdl prevede la vendita di strutture già date in concessione ai privati e che non comprendono il demanio indisponibile dello Stato”. Quindi, chiede Melucci, «cosa propongono di vendere, dato che le concessioni comprendono solo aree del demanio indisponibile dello Stato? Evitiamo almeno di prendere in giro gli italiani e gli operatori balneari». Dichiarazioni che hanno scatenato le critiche dei balneari, sia della Romagna sia della Toscana. Contestazioni a cui Melucci replica in diretta: «La vostra morte la vuole chi vi fa proposte impraticabili e demagogiche»”.
Pizzolante punta il dito contro Petitti, presente alle prime riunioni promosse dal Ministero dell’economia proprio per studiare l’ipotesi di sdemanializzazione. “«Se ne è accennato— ammette la Petitti —. Baretta annunciò che voleva affrontare la questione. Era un percorso in itinere. Quando in seguito sono state incontrate le categorie balneari io non ho partecipato». A differenza di altri del suo partito. «Le riunioni di Baretta coi parlamentari Pd e Pdl non sono un’invenzione — scriveva ieri mattina accendendo le polveri Pizzolante su Facebook in un post indirizzato all’assessore regionale Melucci —.E le riunioni Pd, Pdl con le categorie per spiegare le proposte di Baretta e Scalera sulla sdemanializzazione degli arenili neppure. E con la Petitti c’erano anche Cirillo e la Velo, che coordina i parlamentari Pd sulle spiagge. Dai bisogna essere seri. C’è anche un documento del tuo gruppo a prima firma Velo che ricalca la proposta Baretta»”, ilRestodelCarlino (p.4).
Grillini all’attacco di Rai e Meeting. “«Ieri mattina( ndr: martedì) ho presentato in Commissione Vigilanza Rai il quesito sull'offerta di 700 mila euro (per 3 anni) che la Rai avrebbe fatto a Comunione e Liberazione per ottenere l'esclusiva del Meeting estivo di Rimini». Ad annunciarlo è il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S). «Chiedo ai vertici Rai - prosegue su Facebook - se l'accordo esiste e quali sono le ragioni che hanno portato l'azienda radiotelevisiva pubblica a presentare questo tipo di offerta agli organizzatori dell'evento che fa capo a CL»”, NQ (p.7).
Caso Funelli, la giunta ha declassato il capo di gabinetto del sindaco da categoria D a C, ma i soldi che perderà dalla porta gli rientreranno dalla finestra, ilCarlino (p.5). “Nella delibera di giunta del 5 novembre che - dopo le osservazioni della Corte dei Conti - cancella l’indennità ad personam di 38mila euro l’anno, mantenendo la retribuzione contrattuale di 23mila, c’è una ‘sorpresa’. Ovvero il Funelli ‘Serie C’ viene inquadrato come tutti gli altri dipendenti comunali, con una lunga serie di bonus e benefit aggiuntivi al contratto base (indennità di comparto; indennità specifiche per 2.500 euro l’anno; indennità art. 17 comma 2; incentivo produttività di 4.000 euro; voci accessorie in base ai risultati, valutati dal sindaco ecc.). Ma - diversamente dagli altri 1.150 ‘dip’, più i 28 in arrivo - Funelli potrà fare straordinari a volontà. Ovviamente, retribuiti ora per ora. Tutto secondo la legge. La possibilità di straordinari ‘illimitati’ è prevista dalle normative per i soli dipendenti che svolgono ‘servizi di assistenza a organi istituzionali’ (giunta, consiglio ecc.). Si tratta di cifre orarie contenute, dai 12 ai 15 euro”.
Sanpa in crisi. “LA CRISI economica non risparmia nessuno, nemmeno la comunità di San Patrignano. Anche a Sanpa è scattata da oltre una settimana la cassa integrazione. Le trattativa con i sindacati sono procedute e alla fine per una ventina di dipendenti sono scattati gli ammortizzatori sociali”, ilCarlino (p.7).
13 11 2013 | Rimini | Maltempo, prosegue la conta dei danni. Casteldelci in isolamento telefonico
Rimini | Maltempo, prosegue la conta dei danni. Casteldelci in isolamento telefonico
Continua in Provincia a Rimini la raccolta dei dati sui danni causati dal ciclone Venere ai 27 comuni. Il tutto per arrivare ad chiedere alla Regione di inoltrare l’istanza per lo stato di calamità. Al momento attuale sono un centinaio gli interventi effettuati dal coordinamento di Protezione civile di Rimini (il 90% per piante spezzate e ripristino della viabilità, il 10% per sgombero di acqua e messa in sicurezza di imbarcazioni nei porti di Rimini, Bellaria e Riccione). Tra i Comuni che hanno subito i maggiori danni San Giovanni Marignano, Bellaria Igea Marina, Talamello, Verucchio, Gemmano, Misano Adriatico e Rimini. Lungo il litorale si segnala soprattutto una forte erosione delle coste, nell’entroterra danni hanno subito le strade invase da piante e materiale franoso e sommerse da acqua.
Tra i danni agli edifici si segnala la chiusura di una scuola a Cattolica, il crollo dei controsoffitti del municipio di Coriano, una frana di 300 metri lungo la ciclabile di Torriana. A Montefiore la via Ventena risulta allagata in più punti dall’omonimo fiume, mentre a Montegridolfo ha ceduto la strada comunale via San Giovanni vicino al rio Caltente. Rotte le fognature in località Cà Lavacelli a Talamello e nessuna informazione da Casteldelci perché il comune si trova ancora in isolamento telefonico.
13 11 2013 | Rimini | Spiagge, il Pdl non ritira l’emendamento per la sdemanializzazione. Mussoni (Oasi): L'Europa non ci ha ancora detto di no
Rimini | Spiagge, il Pdl non ritira l’emendamento per la sdemanializzazione. Mussoni (Oasi): L'Europa non ci ha ancora detto di no
Nessuno vuole vendere le spiagge ha detto a gran voce oggi a Palazzo Madama il Pdl riunito in conferenza stampa con i rappresentati delle imprese balneari. Il maggiore partito del centrodestra italiano ha anche confermato che non ritirerà il suo emendamento alla legge di stabilità in favore della sdemanialzzazione delle aree urbanizzate delle spiagge. Il Pdl calcola che con l'emendamento potrebbero esserci introiti per 5 miliardi di euro da vincolare al 50% a sostegno del turismo con un fondo di garanzia. Assieme ai senatori Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, Antonio d’Alì, relatore della legge di stabilità, e Anna Cinzia Bonfrisco, anche il deputato Sergio Pizzolante e il capogruppo alla Camera Renato Brunetta, nonché i rappresentanti delle associazioni di categoria.
Il politico riccionese ha precisato in particolare come sulla questione delle spiagge “stiamo lavorando da alcuni mesi restando dentro i principi dell'Unione europea. L'emendamento non tratta della vendita delle spiagge, ma della sdemanializzazione, cioè del passaggio dal demanio pubblico al patrimonio dello Stato solamente dell'area dove ci sono gli immobili, non la spiaggia dove ci sono gli ombrelloni. Queste zone con i manufatti saranno vendute col diritto di opzione ai concessionari attuali. L'arenile verrà assegnato sempre con una gara ma con un diritto di prelazione per chi ha fatto gli investimenti”.
Pizzolante ricorda anche come da una strategia bipartisan e condivisa a cui "abbiamo cominciato a lavorare prima dell'estate dopo una riunione con il sottosegretario Baretta, il direttore dell'Agenzia del demanio Scalera e parlamentari sia del Pdl che del Pd ed esponenti del settore” si sia di punto in bianco passati a un niet quando “il ministro Orlando in Consiglio dei ministri ha posto il veto e la misura non è entrata nella legge di Stabilità. Infine ieri c'è stata la definitiva retromarcia del Pd”.
Anche Giorgio Mussoni presidente di Oasi ha partecipato alla conferenza stampa dei senatori del Pdl. “Abbiamo rilevato la volontà del Pdl - ha detto Mussoni - di andare avanti con l’iniziativa intrapresa, va ricordato, dai partiti che sostengono il Governo e dal Governo stesso. Credo sia stata fatta chiarezza sulla portata dell’intervento, che non privatizza la spiaggia come qualcuno vuol far credere, ma sostanzialmente cede i sedimi presenti ad imprese che in larga parte da decenni gestiscono la spiaggia. Le categorie sono unanimi nel ritenere positiva questa soluzione, pur molto onerosa. Auspichiamo davvero che chi mostra ripensamenti comprenda che si tratta di una soluzione che risolve un problema annoso, garantisce alle imprese una prospettiva di programmazione economica, crea fondi per investire sulla qualità della proposta turistica, contribuisce ad abbassare il debito pubblico e non inficia il sostanziale controllo dello Stato sulla spiaggia. InfinE, è una proposta che fin qui non ha incontrato pareri contrari dell’Unione Europea”.
Gasparri in apertura ha sottolineato come l’emendamento non preveda la messa in vendita delle spiagge. “Questo è un luogo comune ripetuto ossessivamente figlio di una disinformazione molto grave, ha detto il vicepresidente del Senato che ha anche chiarito: “Siamo contro ogni speculazione, nessuno edificherà grattacieli. Vogliamo dare certezza al settore delle concessioni". Il relatore D'Alì ha spiegato come sia “massima” la “determinazione del nostro gruppo al varo di questa manovra”, che resta “questione prioritaria” nonostante il Pd abbia ritirato il suo emendamento. “Se governo e Pd fanno una retromarcia clamorosa - ha detto Anna Bonfrisco - il Pdl andrà avanti per la propria strada”. Se l’emendamento fosse inserito nella legge potrebbe rivelarsi una “misura positiva per l'economia - ha spiegato Brunetta - che permetterebbe vantaggi straordinari perché dà certezza a 30 mila imprese balneari e porta gettito all'erario che potrebbe andare a finanziare investimenti dedicati al turismo”.
Arturo Martini a Faenza. Armonie, figure tra mito e realtà
Arturo Martini a Faenza. Armonie, figure tra mito e realtà
In questi giorni si è inaugurata a Faenza una mostra di Arturo Martini nata dalla collaborazione tra la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e la Fondazione del Museo Internazionale delle Ceramiche.
E proprio nel museo di Faenza è di scena la ceramica di Martini che prende le mosse dalle opere giovanili e giunge alle terrecotte di piccole dimensioni dell’età matura ma non solo; perché Martini, giovane artista irrequieto, è capace di passare dal legno intagliato con piglio espressionista al bronzo di sintesi quasi simbolista, dal gesso patinato al libro d’artista di impronta futurista come in Contemplazioni (nato nel periodo dell’esperienza faentina) e dalla formella in bassorilievo alla riedizione formale del vaso smaltato.
Sono gli anni a cavallo della grande guerra quando l’artista trevigiano è a Faenza per un breve periodo sulle tracce delle origini materne (la madre è infatti di Brisighella). Per l’esattezza, siamo nel ‘diciassette e Martini, che è arruolato, è in licenza per problemi di salute.
Così egli stesso ricorda nei suoi colloqui con Gino Scarpa, pubblicati postumi, le sue origini romagnole: ”(…) Mia madre, romagnola bellissima e analfabeta, voleva scrivere un romanzo. Invece faceva le creme. Ma tutto il suo sogno era l’arte, scrivere e morire seguita dalla musica. Voleva la celebrità, avrebbe voluto essere un personaggio. Io sono l’emanazione di mia madre, ho l’impeto romagnolo e il romagnolo, che non ha che impeti, è impastato di errori. E’ mio padre che mi salva. L’impeto mi serve per liberarmi velocemente degli errori, e farmi rimanere creatore veneto, veramente. (…)”.
E proprio quel carattere romagnolo, quell’impeto indomito e un poco anarchico, intessuto di poesia, che scorre in parte nelle vene di Martini, ci riporta alla memoria un altro grande poeta che dalle vallate del fiume Lamone irrompeva in quegli anni sulla scena della cultura italiana, Dino Campana. E alla poesia stralunata e geniale di Dino pare guardare Arturo Martini in alcune opere di quegli anni presentate in mostra, come se nei temi e nelle figure retoriche degli eroi e delle puttane cercasse l’humus e gli ideali della sua poetica per quelle sue prime creazioni, tra le quali ricordiamo appunto La fanciulla piena d’amore (1913) e l’ Icaro (1910-11) ancora intessuti di spiriti secessionisti fino a La lussuriosa (1918), dove riprenderà come già nel ’14 il tema della meretrice di la puttana, dove il tema letterario della donna perduta caro a certa letteratura di quegli anni è ripreso in sintonia con gli artisti del gruppo di Cà Pesaro a Venezia e da Mario Sironi già attivo a Milano, come in La venere dei porti.
Ma il tema serve a spalancare le porte ad altre figure mitologiche o letterarie, cariche di passione popolare e tra queste come non menzionare opere come La pulzella di Orleans (1920), con il giovane artista impegnato, con un’intonazione primitivista e quattrocentesca, a rendere onore alla figura eroica della pasionaria francese, assurta a paladina della Francia e della Chiesa intera, imponendo già a quest’opera giovanile la negazione della retorica monumentale, vuoi per le dimensioni (26 cm), vuoi per la posa della Santa, eretta sul cavallo abbracciata alla base della testa dell’animale con un atteggiamento più da amazzone impettita che da “santa vergine”.
Opera impegnativa è poi La Pisana, se pur nel frammento e nella sua versione iniziale in terracotta, che già anticipa per sensibilità classica la forza delle grandi sculture realizzate negli anni trenta, proprio in continuità con un sentire che progressivamente si avvicinerà al classico e alla scultura etrusca. La Pisana è anch’essa eroina, ma in questo caso letteraria, uscita dalla libera interpretazione della protagonista femminile di Racconti di un Italiano, di Ippolito Nievo. Figura classica questa, nella forma, ma realistica nell’impatto, con una forza anch’essa tutta popolare e romantica espressa grazie alla carica sensuale del nudo dormiente.
Donne del mito e della realtà, così come le figure domestiche che si fanno largo in gesti semplici, in atti comuni, come in Donna alla finestra, splendida e poetica soprattutto nell’idea di figura aggittante che si appoggia sullo stipite della finestra mostrando il volto, mentre la rotondità dell’accenno architettonico suggerisce, anzi obbliga, lo spettatore a ruotare attorno alla scultura mentre la figura intera si spiega di spalle; appare così non più una scultura statica ma quasi una sequenza cinematografica.
Ci sono poi, Maternità e Donna sdraiata, La Nena tutte in terracotta, belle e rigorose nella sintesi formale e per concludere altre figure del mito : la Leda con il cigno nella versione in pietra del ’26 e la testa di Medusa in legno, con gli occhi già cristallizzati nel suo riflesso.
Alessandro Lamotta
13 11 2013 | Rimini | Spiagge, lettera dei balneari ai senatori
Rimini | Spiagge, lettera dei balneari ai senatori
Le firme in calce sono quelle di Fiba Confesercenti, Oasi Confartigianato, Assobalneari, Coordinamento Cna, Sib Confcommercio che difendono le proposte di sdemanializzazione delle costruzioni sugli arenili nate a suon di emendamenti a destra quanto a sinistra nell’ambito della discussione sulla legge di stabilità. Destinatari i senatori della V commissione.
La lettera parte con dalla constatazione che “questi emendamenti (quello del Pd è stato ritirato ieri, ndr) sono stati oggetto, tranne poche e lodevoli eccezioni, di un vero e proprio festival di dichiarazioni allarmistiche e di banalizzazioni tanto ironiche quanto superficiali che rischia di impedire di comprendere il senso e la portata degli stessi oltre che di criminalizzare un comparto economico cruciale per il sistema turistico dell’intero Paese”.
A non tornare il fatto che “si è gridato alla “vendita delle spiagge” quando non verrebbe in alcun modo toccato ciò che riveste ancora i caratteri della demanialità e nel mentre è stabilito il prezzo di mercato per la cessione di quelle limitate porzioni di aree che, al contrario, hanno perso definitivamente la destinazione ai pubblici usi del mare. Si è urlato di una lesione dell’ambiente nel mentre la disciplina ambientale del litorali è minuziosamente disciplinata da leggi, regolamenti e innumerevoli strumenti di pianificazione demaniale, ambientale e urbanistico dalle Regioni agli enti locali, oltre che al parere vincolante delle Sovrintendenze, alla quale tutti, sia i titolari attuali che eventualmente i proprietari futuri, si attengono o dovranno attenersi”.
Strumentalizzazioni e forzature, attacchi “grossolani”, da un lato e “legittime preoccupazioni” dall’altro, hanno stoppato quel percorso ipotizzato settimane fa dal Ministero dell’Economia per strappare le spiagge italiane alla Bolkestein. Invece, “l’oggetto della ipotizzata vendita non sono né le spiagge, né il demanio marittimo ma solo quelle aree che, formalmente ancora classificate tali, non rivestono più i caratteri della demanialità per la irreversibile loro trasformazione a seguito delle opere che siano state regolarmente assentite dalla Pubblica amministrazione (è, infatti, ben acrobatico e surreale riconoscere la permanenza della destinazione a un “pubblico uso del mare”, ad esempio, di un ristorante realizzato oltre un secolo fa su quello che era allora demanio e che formalmente e anacronisticamente continua ad essere qualificato tale ancora oggi)”, spiegano i balneari.
A maggior ragione, fanno notare, che “il provvedimento di ‘sclassifica’ del demanio marittimo è, del resto, già previsto dal nostro codice della navigazione sin dal 1942 che, infatti, con l’articolo 35 dispone che “le zone demaniali che dal capo del compartimento non siano ritenute utilizzabili per pubblici usi del mare sono escluse dal demanio marittimo con decreto del ministro per le comunicazioni di concerto con quello per le finanze”. Ciò è avvenuto da decenni e senza scandalo alcuno in centinaia di casi e ogni qualvolta si è in presenza di un allontanamento del mare e conseguente costruzione, sui cd relitti del mare, di interi quartieri cittadini o di infrastrutture (strade, piazze, lungomari, ecc.) puntualmente e giustamente sdemanializzati e ceduti, a titolo gratuito, agli Enti pubblici (da ultimo, qualche settimana fa, al Comune di Rimini) o a titolo oneroso ( addirittura qualche isola) , ai privati”. E’ stato sbagliato, inoltre, parlare di “svendita”, “o di“regalo ai concessionari” in quanto le cessioni dovranno avvenire ai correnti prezzi di mercato”.
13 11 2013 | Rimini | Edilizia scolastica, risolse straordinarie per 488mila euro da decreto del fare
Rimini | Edilizia scolastica, risolse straordinarie per 488mila euro da decreto del fare
In tutta la regione arriveranno ben 7 milioni di euro per l’edilizia scolastica. Si tratta di risorse straordinarie previste dal decreto del fare per la messa in sicurezza, la ristrutturazione e la manutenzione delle scuole. “Garantire sicurezza e vivibilità ai nostri ragazzi – spiega l’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi – mentre sono a scuola è indispensabile, per questo ci siamo attivati immediatamente. Il riparto alle Province è stato determinato in base al numero complessivo degli alunni iscritti e del numero di edifici scolastici presenti, la Regione ha inoltre attribuito alle Province la competenza a stilare gli elenchi degli interventi necessari, graduati in ordine di priorità e tenuto conto delle diverse specificità territoriali”.
A Rimini arriveranno 488.600 euro. Nel dettaglio ecco la destinazione dei fondi: Provincia di Rimini RN ITC Valturio, Palestra Gobetti-De Gasperi, Liceo Serpieri, ITIS Da Vinci, Palestra ITT Marco Polo 150mila euro; Bellaria I.M. primaria Pascoli - IC Bellaria 25.550 euro; Rimini elementare e materna Raggi, elementari Rodari, Lambruschini, Montessori, Batulli, Case Nuove, San Fortunato, De Amicis - media, Bertola 49.897 euro; Torriana Pinocchio - IC Verrucchio 15mila euro; Sant'Agata Feltria infanzia, primaria e secondaria Primo grado S. Agata Feltria 57.636 euro; Saludecio secondaria primo grado Albini - IC Mondaino 42mila euro; Montescudo primaria e secondaria primo grado Rosa Spina - IC Coriano 43mila euro; Riccione secondaria Primo grado Fratelli Cervi - IC n. 2 Riccione 40.600 euro; Maiolo infanzia e primaria Maiolo - IC Pennabilli 11.252 euro; Talamello primaria - IC Nova Feltria 15mila euro; San Leo primaria e secondaria primo grado San Leo Pietracuta - IC Nova Feltria 38.654 euro.