19 11 2013 | Rimini | Rinforzi estivi, la Questura cerca l’oste
Rimini | Rinforzi estivi, la Questura cerca l’oste
Rinforzi estivi, la Questura cerca l’oste. In pratica, in vista della stagione 2014 e dell’attesa di personale aggregato per far fronte alla mole di turisti, è stata avviata un’indagine conoscitiva rivolta alle associazioni di categoria di Rimini, Riccione e Bellaria Igea Marina per cercare e trovare strutture alberghiere idonee ad ospitare i poliziotti nei mesi più caldi. Gli interessati potranno rivolgersi al numero telefonico 0541-449935 entro il 10 dicembre prossimo.
19 11 2013 | Rimini | Scappano dal bar senza pagare e ferendo i proprietari, arrestati due tunisini
Rimini | Scappano dal bar senza pagare e ferendo i proprietari, arrestati due tunisini
Due tunisini pluripregiudicati sono stati denunciati in stato di libertà ieri sera. Sono ritenuti responsabili di danneggiamento, lesioni ed insolvenza fraudolenta perché, insieme a un altro connazionale, hanno avuto una discussione “accesa” con il gestore di un locale nei pressi della stazione.
In pratica, “dopo aver ordinato alcuni caffè ed una bottiglia di birra - raccontano dalla questura - avevano infatti preteso di consumare nel locale bevande alcoliche che avevano con sé”. Ovviamente capita la situazione il proprietario li ha invitati ad andare via beccandosi un colpo di bottiglia sul braccio. Un po’ meno bene è andata al figlio del titolare che intervenendo in soccorso del padre è stato colpito allo zigomo. I tunisini sono quindi fuggiti senza pagare.
“Nella foga degli eventi sono state infrante numerose bottiglie di birra, un posacenere e alcune tazzine. I titolari del bar si sono recati al pronto soccorso, ma prima hanno fornito una dettagliata descrizione dei tunisini alla pattuglia intervenuta”. Messi subito a lavoro, gli agenti delle volanti ne hanno rintracciati due che hanno inutilmente tentato di fuggire, sono stati identificati ed accompagnati in questura e “riconosciuti senza ombra di dubbio dai titolari del bar, lì presenti per sporgere denuncia”.
19 11 2013 | Rimini | Slot truccate, task force dei carabinieri per un Natale sicuro
Rimini | Slot truccare, task force dei carabinieri per un Natale sicuro
Dipendenza dal gioco e slot truccate, il comando provinciale dei carabinieri di Rimini annuncia una task force per controllare le 4mila slot machine presenti in circa mille attività commerciali nei prossimi due mesi (in concomitanza con il periodo natalizio “quando la mole di giocate aumenta in modo esponenziale”). Il territorio sarà battuto a tappeto dopo la formazione specifica fatta dagli uomini dell’Arma direttamente presso gli uffici dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli di Bologna, allo il territorio sarà battuto a tappeto per scovare apparecchi da gioco irregolari, truccati, non autorizzati o che non rispettano quanto prescritto dalla legge.
Nel frattempo i militari si attiveranno anche con una campagna di sensibilizzazione focalizzata soprattutto “sui minori, che rappresentano, purtroppo, una fetta consistente tra i dipendenti da gioco e per cui è da ritenere decisamente necessario l’intervento in programma mirato anche alla loro tutela”. Allo scopo i carabinieri stanno preparando un vademecum da illustrare non solo nelle scuole, ma anche nelle comunità e al Sert.
Melucci, il turismo dopo la legge 7
Melucci, il turismo dopo la legge 7
Il 29 novembre si terrà a Modena, nella prestigiosa sede di Casa Ferrari, la conferenza regionale sul turismo. Servirà a dare il via alle modifiche della legge 7 che da quasi vent’anni regolamenta il turismo in Emilia Romagna. “Ci sarà un maggiore accento sul territorio rispetto al prodotto”, spiega l’assessore regionale Maurizio Melucci.
Quasi una rivoluzione insomma. Fino a qualche tempo fa parlare delle specificità di un territorio sembrava una bestemmia.
“Quando fu varata la legge 7 non c’erano altre strade. Sulla costa imperavano i campanilismi. Adesso, anche grazie a iniziative di sistema come la Notte Rosa e Riviera Beach Games, si è capito che la competizione non è fra le nostre località ma fra un’area vasta come tutta la Riviera e il resto del mondo”.
Quali saranno le novità?
“Non ci saranno più le attuali Unioni di prodotto (Costa, Arte, Appennino e Verde, Terme) ma un’unica Unione territoriale della Romagna più Ferrara. Dentro questa Unione avranno spazio i vari prodotti. Dopo la conferenza, comincerà la discussione in consiglio regionale”.
E perché non si è pensato semplicemente alla Riviera romagnola?
“Se si intende la Riviera da Ravenna a Cattolica, penso che in molte iniziative promozionali ci chiameremo Riviera romagnola. Anche a Comacchio sono d’accordo.”
Veniamo da una stagione che è stata quasi un disastro, non crede?
“E’ stata una stagione problematica per il turismo italiano e positiva per il turismo estero. Sul mercato italiano la nostra costa da Ravenna a Cattolica perde dal 3 al 7 per cento, a seconda delle zone; in altre zone italiane anche più affascinanti delle nostre si è perso oltre il 10 per cento. È evidente che il turismo balneare italiano la crisi l’ha sentita, però i fatturati rispetto all’anno scorso non sono peggiorati. Lo dice il nostro Osservatorio regionale sulla base di un panel di operatori. La crisi c’è, per questo c’è bisogno di interventi della politica nazionale”.
Cioè più promozione, in particolare all’estero?
“La politica di promo-commercializzazione è solo un aspetto. I punti caldi della crisi sono il rapporto qualità prezzo e l’innovazione di prodotto. Se non ci sono incentivi, gli operatori da soli non ce la fanno. Abbiamo due problemi, uno di questi riguarda anche Veneto, Liguria e Toscana. Dobbiamo ridurre il numero degli alberghi che sono in affitto. Con i margini che hanno attualmente le imprese alberghiere, certi affitti non sono più sopportabili. Ci sono ricadute negative nella gestione: non si pagano i fornitori, i dipendenti, non si garantiscono servizi di qualità alla clientela. Abbiamo quindi bisogno di politiche nazionali che incentivino il passaggio di proprietà agli attuali affittuari.
L’altra proposta è quella di estendere agli alberghi gli incentivi di defiscalizzazione che sono stati realizzati per le abitazioni. Si tratta di indicare un tetto adeguato, certo non uguale a quello delle case, e la possibilità di detrarlo in dieci anni. Con un’operazione del genere avviamo l’innovazione, diamo un giro all’edilizia e non consumiamo territorio perché si agisce sulla riqualificazione. Obiettare che non c’è copertura finanziaria è una risposta stupida perché adesso nessuno ristruttura, quindi non è che si perde il 50 per cento delle entrate fiscali, proprio non entra nulla. Se si facesse l’operazione, si recupererebbe anche una parte di evasione visto che se voglio i contributi devo documentare tutto”.
Ma la Regione non finanzia più l’innovazione e la riqualificazione alberghiera?
“Nei casi indicati si interviene sulla leva fiscale e quindi la competenza è nazionale. La Regione dà circa 4 milioni all’anno ai consorzi fidi per finanziare i progetti di innovazione alberghiera. Per la riqualificazione, quest’anno abbiamo fatto un bando mettendo a disposizione 8 milioni di euro. Si chiedeva un intervento minimo di un milione ed il contributo era al massimo di 200 mila euro. Abbiamo risposto a 45 domande, l’investimento medio delle quali era di 2 milioni. A dimostrazione che se ci sono incentivi gli operatori si muovono”.
I Comuni cosa possano fare?
“Nel limite del possibile possono semplificare le procedure per chi vuole innovare.
C’è legge del 2011 che dà la possibilità di costituire i distretti turistici in fascia costiera, aree dove la burocrazia è ridotta, la fiscalità alleggerita in accordo con l’agenzia delle entrate, il credito facilitato. Noi abbiamo costituito il distretto che va da Cattolica a Comacchio con l’accordo di tutta la parte pubblica, Comuni, Province e Prefetture, e tutta la parte privata, associazioni di categoria e sindacati. Aspettiamo la firma del Presidente del Consiglio”.
Nei mesi scorsi l’assessore provinciale Galli aveva chiesto una revisione delle norme che affidano alle sole agenzie viaggio la formulazione di pacchetti turistici.
“Questa è una legge nazionale. Se io liberalizzo e permetto anche agli albergatori di costruire pacchetti, le agenzie possono chiudere, specialmente ora che soffrono la concorrenza dell’online”.
Il tema è: c’è troppa invadenza del pubblico nel turismo. Non crede?
“Sullo snellimento della burocrazia sono d’accordo. Credo anche debbano essere razionalizzati i controlli: è impensabile che chiunque abbia una divisa in estate vada a controllare se un albergo rispetta le norme. A ciascuno i propri compiti. Per il resto siamo l’unica Regione in Italia che basa la propria politica turistica sul rapporto pubblico privato. Per esempio: noi non facciamo marketing territoriale, facciamo sempre promo commercializzazione”.
A proposito di privati, cosa si deve fare per le spiagge?
“Di vendita non se ne parla perché stiamo parlando di un bene collettivo e come tale inalienabile. Credo che la soluzione debba essere la stessa che è stata presa per gli ambulanti che hanno i posteggi in area pubblica. Abbiamo fatto un accordo che proroga le concessioni fino al 2017 (per le spiagge c’è già fino al 2020), quindi ci saranno le evidenze pubbliche nelle quali gli ambulanti attuali hanno un punteggio derivante dall’anzianità di posteggio pari al 40 percento. Questa idea molto articolata era praticamente quasi conclusa con l’allora ministro Fitto. Su questa linea le associazioni non hanno più tenuto, pressate dagli operatori che dicono ‘usciamo dalla Bolkestein’, cosa che non è possibile. È una posizione che va trattata con l’Europa perché è border line, però garantisce gli operatori”.
GIORNALAIO 19.11.2013
Ex Pdl, in consiglio a Riccione in due per Forza Italia. A Rimini Casadei lascia la Lega. Parlamento, grillini spendaccioni. Province, il Pd le vuole fare fuori
Ex Pdl, in consiglio a Riccione “tre hanno manifestato l’intenzione di seguire l’onorevole Sergio Pizzolante e quindi l’ex segretario Angelino Alfano nel Nuovo Centrodestra: il capogruppo Cosimo Iaia e i consiglieri Alessandro Barnabè e Marco Volpe. Gli altri due consiglieri comunali, Luciano Tirincanti e Manuel Perazzini, stanno invece pensando di “restare” con la nuova Forza Italia”, LaVocediRomagna (p.18). Andrea Usai, ex An eletto con il Pdl, invece, ha deciso di aderire al Pd.
Nei consigli comunali non si riorganizzano solo i consiglieri del Pdl. “Una decisione maturata da tempo, resa pubblica perché era ora che lo fosse. Marco Casadei dal 13 novembre scorso non rappresenta più la Lega Nord in Consiglio comunale. E’ passato ufficialmente al Movimento autonomista che fa capo all’ex ammiraglio Aleardo Maria Cingolani “Noi per la Romagna”. “Non mi riconosco più nella Lega a livello nazionale - commenta Casadei - Questa visione sempre e solo nordista non mi sta bene. Il tema federale”, LaVoce (p.17).
Le spese dei parlamentari grillini. “Nei primi tre mesi della legislatura, da marzo a maggio, la Sarti ha speso circa 13.400 euro, di cui 8.300 rientrano tra le “spese di esercizio del mandato”: si tratta dei soldi usati per stipendiare due collaboratori e per pagare consulenze, ricerche, spese di ufficio eccetera. Per il resto la deputata del M5S ha presentato un rendiconto, sempre nell'arco dei tre mesi, di 4.000 euro per l'alloggio (comprensive di alberghi e caparre durante il periodo di insediamento a Roma) e di poco più di 700 euro per il vitto. Sarti ha anche messo da parte nell'arco dei tre mesi un totale di 10.000 euro di rimborsi da restituire alle casse dello Stato, come è pratica presso gli onorevoli M5S. Si tratta di spese nella norma, soprattutto se confrontate con quelle di altri parlamentari del Movimento”, NuovoQuotidiano (p.4).
Abolizione province, il Pd torna alla carica. “Accorpare se non addirittura abolire le Province: da tanto troppo tempo, anche nell'ambito dell'attuale governo di larghe intese, se ne parla senza mai però arrivare ad alcun risultato concreto. Ora a tornare alla carica sono i parlamentari romagnoli del Pd, a cominciare da quelli riminesi Tiziano Arlotti ed Emma Petitti che hanno inviato a tutti i sindaci romagnoli una lettera, invitandoli a “valutare l’opportunità di proporre, discutere e poi mettere al voto una delibera con la quale i Consigli Comunali possano dare avvio al processo di fusione delle attuali tre province della regione””, NQ (p.3).
Aeradria. "Per salvare il ‘Fellini’ ci hanno messo la faccia, e sono disposti a metterci anche i soldi. "Tutto, pur di scongiurare il fallimento di Aeradria. Perché se Aeradria fallisce, noi chiudiamo i battenti", dicono in coro ora i commercianti e gli esercenti del centro storico di Rimini. Non solo parole: ieri è scattata una petizione, che ha già visto in poche ore l’adesione di un centinaio di attività commerciali", ilRestodelCarlino.
Le tartarughe spiaggiate. “I risultati definitivi delle necroscopie – ad ora più di 20 in Emilia Romagna – effettuate sui corpi delle tartarughe spiaggiate tra lunedì e martedì scorso arriveranno in settimana. Fino a quel momento, preferiamo non sbracciarci e pensare a un’accidentalità. Nelle ultime ore, peraltro, si sono verificati altri sei casi di spiaggiamento sulle coste marchigiane che si aggiungono ai 130 che hanno interessato quelle emiliano- romagnole”. Il presidente della ‘Fondazione Cetacea’ di Riccione, Sauro Pari, è cauto nel confermare le teorie formulate sulle cause di questo “spiacevole e inusuale fenomeno”, quasi cinque volte maggiore rispetto alla casistica del periodo e dell’area. La stessa ‘imputazione’ alla pesca a strascico, che con le sue reti può aver imprevedibilmente imprigionato e trascinato per centinaia e centinaia di metri i poveri rettili, può risultare frettolosa in mancanza di dati sicuri. “Certo è, però, che la violenta mareggiata di lunedì scorso ha portato a riva delle carcasse che per la maggior parte si trovavano in stato di decomposizione avanzata. Segno, questo, che il decesso era già avvenuto parecchio prima””, LaVoce (p.13). E intanto a Genova i delfini sequestrati a Rimini “non stanno affatto bene”.
Asl Romagna, i principi adottati dalle conferenze territoriali, LaVoce (p.3), sono quelli di rappresentanza, collegialità e il principio federale.
18 11 2013 | Rimini | Asl Romagna, le conferenze territoriali approvano
Rimini | Asl Romagna, le conferenze territoriali approvano
Unanimità per la “Dichiarazione di principi e di intenti delle Conferenze sociali e sanitarie territoriali per la costituzione dell’Ausl unica della Romagna”. Il documento è stato approvato questa mattina a Rimini, nella sala del consiglio provinciale, dalle quattro conferenze sociali e sanitarie territoriali della Romagna (Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini).
“Un momento di grande rilevanza – sottolinea il presidente della provincia di Rimini, Stefano Vitali – reso possibile grazie al confronto aperto e costruttivo tra i territori coinvolti. Una scelta non scontata che dimostra come la Pubblica Amministrazione può anche fare scelte in qualche modo innovative e rivoluzionarie, impensabili solo qualche tempo fa. Stiamo dimostrando come, nei servizi di maggiore impatto popolare, come quelli del trasporto pubblico e della sanità, la Romagna si confermi all’avanguardia non solo in Regione, ma a livello nazionale. Speriamo ora che altri ci seguano, non possiamo essere solo noi gli sperimentatori, ora auspico che anche il resto della Regione si uniformi alle nostre scelte coraggiose. Un momento importante che non cancella l’esperienza dei distretti che, anzi, saranno ancora le sentinelle delle comunità affinché tutti i territori, anche quelli più piccoli e periferici, siano protagonisti a tutti gli effetti del nuovo assetto dei servizi.”
E’ stato poi sottoscritto il protocollo con le associazioni sindacali per la costituzione dell’Azienda sanitaria unica romagnola.
“Abbiamo ribadito la centralità di ruolo dei distretti socio-sanitari - ha detto il vicepresidente della Provincia di Forlì-Cesena Guglielmo Russo - e ci impegniamo in un lavoro collegiale che garantisca a tutti i territori equità e universalità dei servizi. Il lavoro è appena iniziato. Occorre ora rafforzare una rete di fiducia necessaria per il buon esito dei successivi traguardi da raggiungere. Intanto possiamo dire di aver collaudato un metodo di lavoro che può diventare modello per tutti gli obiettivi futuri del governo della Romagna”.
18 11 2013 | Rimini | Mirror, infiltrazioni mafiose: sequestrato hotel Miramare
Rimini | Mirror, infiltrazioni mafiose: sequestrato hotel Miramare
Infiltrazioni criminose in riviera. Sequestrato questa mattina a Rimini l’hotel Mutacita di Miramare. L’impresa individuale è infatti intestata ad Alfredo Forte, 51enne casertano da tempo residente in Rimini, prestanome del napoletano Massimiliano Romaniello e del materano Giuseppe Ripoli, entrambi detenuti nell’ambito dell’indagine Mirror.
In pratica, la direzione distrettuale antimafia di Bologna ha guardato con sospetto il fatto che “la società che gestisce l’hotel Mutacita viene acquisita (da un precedente gestore indebitato, ndr) in data 18 aprile 2013, pochi giorni prima dell’esecuzione dell’Operazione Mirror (13 maggio 2013, ndr)” ed è stata intestata al prestanome con un accordo che prevedeva quote del 33 per cento anche per Romanello e Ripoli. I due “erano convinti di poter realizzare dalla gestione dell’attività alberghiera un utile lordo di 250mila euro, che si sostanziava, sempre a loro parere, in un netto di 120mila euro cui dovevano poi decurtare i costi per le maestranze necessarie alla conduzione dell’attività”. Estranea la proprietà dell’immobile.
18 11 2013 | Rimini | Lungomare, ciclabile in commissione: la Regione potrebbe non finanziare
Rimini | Lungomare, ciclabile in commissione: la Regione potrebbe non finanziare
Si è parlato della contestata ciclabile a lungomare a Rimini oggi in terza commissione consiliare. Per scoprire non solo che i costi sono passati da 445 mila a 666 mila euro (221mila in più serviti per allargare la pista, posizionare le luci a terra e la riga rumorosa, spostare illuminazione) ma che la Regione potrebbe decidere di non concedere il già esiguo finanziamento possibile pari al 60 per cento dei 200mila euro che sono serviti per l’asfaltatura a graniglia. Questo perché il Comune ha richiesto i fondi per un certo tipo di progetto, con allungamento del marciapiedi, realizzandone di fatto un altro. Questo l’esito della commissione convocato a seguito delle mozioni di Giuliana Moretti (Pdl), Gioenzo Renzi (FdI) e Luigi Camporesi (5Stelle). Smascherato, dunque il sindaco che in consiglio comunale aveva dati per certi i finanziamenti all’opera. “Dice le bugie”, ha detto a un certo punto Renzi.
Dall’altra parte del tavolo, comunque, l’assessore Jamil Sadegholvaad e i tecnici del Comune hanno cercato di spiegare i motivi del cambio in corso d’opera, dicendo in soldoni che essendo il lungomare un grande cantiere su cui fare diversi tipi di lavori, soprattutto in zona Murri (tra fogne e riqualificazione di superficie), non si è proceduto con il percorso completo fino a Riccione, in attesa proprio che partano alcuni cantieri. "Andando avanti con la progettazione - ha spiegato l'assessore - ci siamo trovati davanti un bivio e abbiamo preferito investire sulla rifunzionalizzazione dellintero asse del lungomare, anziché indirizzare le risorse solo per la realizzazione di un tratto di pista ciclabile. Dopo esserci confrontati con la Regione, abbiamo dunque presentato la domanda con un progetto rivisto sulla base degli interventi fatti".
Rispetto alla sicurezza i consiglieri hanno anche chiesto perché la ciclabile del lungomare sia stata realizzata senza cordoli di protezione. “Ci hanno risposto, da loro interpretazione del codice della strada che in area urbana non è possibile e che si debba usare solo la segnaletica orizzontale”, spiega Luigi Camporesi. Tuttavia i consiglieri hanno studiato e hanno verificato che a Firenze invece la ciclabile del lungo Arno ha il cordolo di protezione.
“Ho portato come esempio - spiega Giuliana Moretti - la pista ciclabile lungo Arno di Firenze della stessa dimensione della nostra (2 metri e cinquanta). Pista ciclabile in sede riservata bidirezionale. Con le dimensioni della nostra pista si poteva realizzarne una bidirezionale come quella di Firenze che è urbana e di passeggiata come la nostra”.
Perché a Rimini no? Hanno pensato che “che fosse più opportuna e non hanno seguito alla lettera la normativa. Del resto anche noi l'abbiamo fatto, per esempio a Viserbella. Del resto nessuno ci fa multe”.
Moretti ha anche chiesto perché per la ciclabile del lungomare si sia usato il fondo “abrasivo” giallo piuttosto del solito rosso. “La risposta è che di quel colore (cioè quello che voleva Gnassi e che fa pendant con le sue strisce) il liscio non si poteva fare”, cioè “pur di avere il colore che più gli piaceva Gnassi ci ha fatto una pista abrasiva”.
Miserocchi parla da ex
Miserocchi parla da ex
Ormai parla da ex. E’ Fabrizio Miserocchi, fino a sabato coordinatore provinciale del Pdl, che ora non esiste più. Adesso è militante di Forza Italia. Tra Rimini e Riccione sono rimasti lui, il consigliere regionale Marco Lombardi, il coordinatore comunale Antonio Barboni. E infatti descrivendosi nella situazione attuale si definisce ‘la piccola vedetta lombarda’, per ora, “ma poi saranno gli elettori a decidere chi rimane” soprattutto a quattro mesi da europee e amministrative.
“Ci sarà bisogno di lavorare per un rinnovamento profondo del personale politico di Forza Italia e le prossime amministrative saranno un’occasione importante. Noi ci adopereremo a sostegno delle liste civiche, come abbiamo sempre fatto (del resto), laddove si presenteranno situazioni interessanti e ci proveremo sinceramente e fino in fondo, per il cambiamento, con una Forza Italia completamente nuova disposta a fare la portatrice d’acqua se necessario”.
Il problema, una volta definito meglio lo scenario del centro destra, sarà il riposizionamento (e quindi la possibilità di essere eletti) dei consiglieri a livello locale. “Sono certo che anche chi aderirà al Nuovo centrodestra sarà al servizio di questo progetto con i suoi uomini e il suo simbolo, l’avevamo già stabilito insieme come Pdl”, dice Miserocchi riferendosi ai casi di Rimini e Riccione dove gli ex Pdl nelle ultime ore sembrano posizionarsi accanto ad Angelino Alfano e Maurizio Lupi.
“Rispetto le scelte personali fino in fondo - racconta l’ex coordinatore - e non ho forzato nessuno. E’ chiaro, sono molto dispiaciuto perché con alcune personeabbiamo parlato e ci siamo chiariti mentre ce ne sono altre con cui non sono neppure riuscito a scambiare due parole e a livello umano, dopo anni di lavoro, questo mi amareggia. Ma vado avanti, oggi le valutazioni devono essere politiche e non in termini di affettività. Rispetto le scelte di ciascuno, faccio l’in bocca al lupo ad ognuno per lo strumento che ha scelto e poi quando ce ne sarà occasione lavoreremo insieme. Ma mi domando: alla fine, se Berlusconi non è il problema, perché arrivare a questa divisione?”. Miserocchi ricorda anche come nel nuovo consiglio dipresidenza ci siano Maurizio Gasparri, Renato Brunetta, Altero Matteoli, Lucio Malan, Gregorio Fontana e Paolo Romani e come fuori siano personalità discusse come Santanché o Verdini.
Comunque allo stato attuale né la nuova Forza Italia, né il Nuovo centrodestra (che ancora non si sa come si chiamerà in realtà) hanno raccolto adesioni formali, ma riunioni tra gruppi di simpatizzanti dell’una o dell’altra parte (come ieri a Riccione quella degli alfaniani, a Rimini ci si incontrerà domani sera). E forse ci vorrà tempo perché si faccia la chiarezza necessaria. Anche in Forza Italia per ora ci si sta riorganizzando solo con i club, senza prevedere alcuna altro forma associativa.
L’idea, comunque, degli ex Pdl è quella di rimanere in coalizione. Sarà per questo che “la linea, almeno a livello locale, qui da noi, è quella di non forzare la mano. Abbiamo tenuto un tono basso, civile, portando ragioni piuttosto che contrapposizioni frontali. Con Sergio Pizzolante ho lavorato per anni insieme senza mai una differenza di analisi a livello locale e oggi dovrei litigare? Per quale motivo? Proprio in questo momento lo scontro non giova a nessuno”.
C’è da dire anche che l’ex Miserocchi perde politicamente l’amico Maurizio Lupi e diversi amici (sempre esclusivamente politicamente) anche a livello locale. “Con lui ci siamo sentiti, sono certo che la diversità di opinione non pregiudicherà la nostra amicizia. Con Mauro, per esempio, siamo ancora amici”.
In pratica si separa dall’area cattolica da cui proviene e su cui la scelta di sabato avrà delle ripercussioni. “Sorrido un po’…Non smetto di essere cattolico, a Dio piacendo, continuo ad esserlo in Forza Italia. Negli ultimi anni l’area cattolica pur essendo minoritaria in questo strumento (il defunto Pdl, ndr) con il suo ruolo di minoranza “qualificata” e la sua cultura ci ha permesso di vedere all’opera una esemplificazione della sussidiarietà clamorosa (un esempio tra tutti il modello lombardo). Oggi abbiamo eroso questa possibilità - parla da cattolico - e ci siamo fatti il partitino (cosa che abbiamo sempre aborrito). E’ sicuramente una sfida che può essere interessante, ma se l’area cattolica ne verrà fuori ghettizzata sarà stato un grande flop”.
Il problema, secondo Miserocchi, è a livello locale. “Soprattutto a Rimini eravamo riusciti a costruire un bel gruppo dirigente(esempio nel 2001- con oltre la metà dei consiglieri di area cattolica su 12, pur in minoranza). “Forse non siamo stati così bravi come in Lombardia, ma non possiamo lamentarci di non aver avuto gli strumenti per operare bene. Adesso per una serie di particolarismi personali, che non riguardano Rimini, ma Roma, si è scelto di tornare nell’angolo, vanificando il lavoro fatto nei territori, dove da dentro il Pdl siamo riusciti a essere rappresentati ovunque. Abbiamo fatto tanta fatica per raccogliere il latte e oggi diamo un calcio al secchio. Dentro al partito riminese nelle scelte importanti siamo stati protagonisti, anche sbagliando, ma mai marginali”. Infine, “Non mi spavento di certo, credo nel progetto politico di Silvio Berlusconi e lo seguirò con rinnovato entusiasmo, anche se dovessi rimanere un semplice iscritto”.
18 11 2013 | Rimini | Spiagge, Lara Comi sui senatori Pd che hanno ritirato l’emendamento per la sdemanializzazione
Rimini | Spiagge, Lara Comi ai senatori Pd che hanno ritirato l’emendamento per la sdemanializzazione
Indegno da parte del Pd aver ritirato l’emendamento alla legge di stabilità sulla sdemanializzazione delle spiagge, “una autentica figuraccia”, dice l’europarlamentare del Pdl-Forza Italia, Lara Comi. “I senatori della sinistra che hanno proposto alla legge di Stabilità degli emendamementi fotocopia a quelli presentati dal Pdl sulla ‘sdemanializzazione’ dei 15 mila stabilimenti balneari hanno poi fatto una vergognosa marcia indietro disattendendo una soluzione che loro stessi hanno condiviso, e che ha trovato il sostanziale consenso dei sindacati, emersa lo scorso ottobre al Tavolo ministeriale coordinato dal sottosegretario Baretta, presenti le associazioni di categoria. Ovvero quella di scindere le strutture commerciali, ai fini della vendita (con diritto di opzione per gli attuali concessionari), mantenendo demaniali le spiagge da riassegnare con le concessioni secondo i diritti di concorrenza. In politica serve coerenza, non si possono ingannare in questo modo i cittadini e gli elettori”. Da qui l'invito caloroso dell'eurodeputato Comi affinché anche i senatori del Pd ci ripensino e votino l'emendamento dell'ex Pdl, o che comunque portino avanti la battaglia intrapresa insieme.