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Rimini, elezioni 2016. Maggioli: qualcosa si è mosso, bisogna accelerare

Lunedì, 15 Febbraio 2016

Rimini, elezioni 2016. Maggioli: qualcosa si è mosso, bisogna accelerare

“Bisogna riconoscere – osserva Paolo Maggioli, presidente di Unindustria Rimini e alla guida anche della federazione romagnola – che dopo anni di immobilismo, durante i quali noi indicavano le urgenze e le priorità, qualcosa si è mosso, si è ingranata una marcia diversa. Sono stati avviati cantieri per le fogne, per il traffico, per il centro storico. Tutti sapevano che erano temi da affrontare, ma per molto tempo non si è mosso niente”.

 

Quindi secondo lei cosa dovrebbe fare il sindaco che uscirà dalle elezioni del giugno 2016?

“Credo che il nuovo sindaco non possa che continuare ed accelerare le opere avviate. Rimini è una città che più di altre ha bisogno di conoscere una nuova stagione di sviluppo. È una città che vive di due economie, turismo e manifatturiero, che più o meno si equivalgono. Sono entrambi due motori che devono riprendere a marciare e l’amministrazione comunale può svolgere un ruolo importante”.

 

Che altro può fare, oltre a ciò che già sta realizzando?

“Penso che una sfida decisiva sia la riqualificazione del lungomare, che può rilanciare il turismo. Abbiamo visto che, anche in modo inaspettato, c’è stato molto interesse da parte degli operatori nei confronti del Parco del Mare. Anche qualche nostro associato ha presentato delle idee. La nuova amministrazione avrà il compito di tradurre questo interesse in fatti concreti. E velocemente”.

 

Ad ogni analisi congiunturale della situazione economica lei non ha mai mancato di sottolineare la crisi dell’edilizia. Dovuta in parte alla crisi generale e in parte anche alla scelta di dire stop al mattone da parte di Palazzo Garampi.

“Non a caso ho citato il Parco del Mare. Penso sia una formidabile occasione per rimettere in moto tutta la filiera legata all’edilizia. Per far ripartire un’economia, l’edilizia è sempre fondamentale. Allo stesso modo è decisivo il tema delle nuove aree industriali. Vediamo come nella nostra regione arrivano ad insediarsi, dove hanno a disposizione le aree, importanti imprese di dimensioni internazionali. A Rimini c’è l’area Apea, vicino a Santarcangelo, che ha urgente bisogno di essere avviata e che potrebbe attrarre nuove imprese”.

 

E per le grandi infrastrutture, aeroporto, Fiera, Palacongressi, cosa dovrebbe fare la nuova amministrazione?

“E’ evidente che per l’aeroporto dovrà avere un’attenzione massima, e sottolineo massima. Le ragioni sono evidenti a tutti. Ma questo vale anche per la Fiera. Vediamo con favore che ha ripreso a guadagnare e che sarà quotata. Così come probabilmente il 2016 sarà per il Palacongressi l’anno del decollo definitivo. Ma tutte queste partite vanno seguite con attenzione”.

 

C’è però chi osserva che la quota di RiminiFiera avviene su un mercato secondario, non su quello principale…

“Tutte le principali quotazioni nel 2015 sono avvenute sul mercato AIM che non deve essere più considerato un mercato di serie B”.

 

E le prospettive di un accorpamento con Bologna come le vede?

“Credo che un polo regionale Rimini-Bologna sia utile e necessario. Altrimenti anche le fiere rischiano di fare la fine degli aeroporti. In generale ormai è indispensabile ragionare in termini di aree più vaste. Come industriali abbiamo imboccato la strada dell’unificazione romagnola. Impossibile gestire tre associazioni, siamo fuori dai tempi. I nostri associati ci chiedono maggiori servizi e minori costi. Specialmente quando si va all’estero, se ci si va come area romagnola si è più forti”.

 

Sembra che da un giudizio critico sulla giunta Gnassi, siate passati ad un giudizio più benevolo, di positiva attesa…

“Noi siamo stati critici sui tempi di realizzazione delle decisioni prese. Se vediamo che con coraggio si passa all’attuazione pratica, non possiamo che essere soddisfatti. Ma c’è un altro grosso tema che ci interessa, anche se non di competenza dell’amministrazione comunale…”

 

Quale

“E’ quello delle banche, di Carim in particolare che è sempre la maggiore banca del territorio. Si sta andando verso un rinnovo degli organismi dirigenti della Fondazione. Questa ha bisogno di uscire dal guscio in cui si è messa, non si è evoluta, il mondo è cambiato ed è rimasta indietro. C’è invece bisogno di un presidente che imprima nuovo dinamismo, che sappia decidere, che sappia sedere sui tavoli che contano e prendere delle decisioni”.

 

Sta facendo il ritratto del suo collega Maurizio Focchi?

“Non sta a me dire Focchi o un altro nome. Rilevo che serve un nome di alto prestigio, che sappia condurre la Fondazione fuori dalle secche in cui si trova. Carim deve essere sempre di più la banca di tutto il territorio. Non dico che deve restare autonoma, anzi servono le alleanze strategiche, ma soprattutto deve essere chiara la strada che porti ad un nuovo sviluppo”.

 

A proposito di nomi, nel toto candidature per le elezioni spesso sono rimbalzati i nomi di imprenditori. Per caso qualcuno lo ha chiesto anche a lei?

“No, assolutamente. Questa degli imprenditori in politica un po’ è una moda, un po’ è la spia di una debolezza della politica. Non credo che un bravo imprenditore possa essere automaticamente un bravo sindaco”.

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