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Ceccarelli: il centrodestra costruisca una mentalità di governo

Lunedì, 06 Ottobre 2014

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Ceccarelli: il centrodestra costruisca una mentalità di governo

È difficile fare il sindaco di centrodestra in una realtà ancora in larga parte dominata dalla sinistra?

Enzo Ceccarelli, sindaco di Bellaria Igea Marina rieletto al primo turno nel maggio scorso, risponde:”Devo dire che io mi sono sempre mosso nel rispetto delle istituzioni e degli altri colleghi, anche se di diverso colore. Ho riconosciuto i ruoli istituzionali e li ho rispettati, non mi sono considerato una repubblica indipendente. Lo stesso rispetto e riconoscimento li ho chiesti per me e li ho ottenuti. Spesso le mie proposte sono accolte, comunque chiedo di essere valutato e giudicato sulla base dei progetti e delle idee e non della casacca di appartenenza. Questo è stato più facile con la Provincia, con gli altri Comuni a volte ho trovato il vecchio antagonismo politico”.

 

Adesso la Provincia, almeno come la conoscevamo, non ci sarà più…

“Temo che sarà un problema, il riferimento all’area vasta non sempre si traduce in termini positivi. Si prenda il caso della sanità: si allontanano i centri decisionali, i costi non diminuiscono e non si vedono i miglioramenti dei servizi. Se parliamo di ambiente, adesso una realtà come la nostra non avrà più voce in capitolo. Per scegliere il rappresentante del territorio nell’Atersir si sono seguite più logiche politiche che l’esigenza di tutelare il nostro territorio. Mi auguro che la nuova Provincia guidata da Gnassi si muova in un’ottica nuova…”

 

A proposito in altre province fra centrodestra e centrosinistra sono stati raggiunti accordi unitari per gestire il nuovo ente intermedio. Perché non si è fatto a Rimini?

“Qualcuno ci aveva pensato ma poi non si sono create le condizioni politiche. Poteva essere una cosa sensata, anche perché il sistema di voto consegna la Provincia nelle mani del Comune di Rimini e penalizza le piccole realtà. Il centrodestra ha scelto di presentare una sua lista per le elezioni ma non un candidato presidente da opporre a Gnassi. Sono convinto che nel passaggio dalla vecchia alla nuova Provincia debba esserci la massima collaborazione fra tutte le forze politiche e fra tutti i Comuni, ragione per cui mi dichiaro disponibile per assumere la vice-presidenza”.

 

Quindi questi sono gli accordi?

“Nessun accordo preventivo, è una proposta che faccio in questo momento”.

 

Torniamo a Bellaria Igea Marina: cosa è cambiato di concreto in questo Comune da quando lei è sindaco?

“Ho chiesto alla politica di fare un passo indietro e di favorire l’impegno e la partecipazione e il protagonismo degli imprenditori, delle associazioni, del volontariato. La politica deve avere un ruolo di garanzia e di incentivo a muoversi, a fare. Faccio un esempio. Ho sostenuto, anche nei dibattiti che ci sono stati in consiglio comunale, che l’ente locale in questa situazione di crisi deve muoversi, investire così da sollecitare anche i privati a fare la loro parte. Le opposizioni hanno invece sostenuto che era meglio stare fermi, perché nuove iniziative avrebbero comportato nuove tasse”.

 

Avete cioè ribaltato i ruoli: il centrodestra che difende la spesa pubblica e la sinistra che la ostacola e si preoccupa di non aumentare le tasse?

“Abbiamo fatto ciò che crediamo utile. E comunque senza tassare i cittadini. Siamo l’unico Comune della provincia che non applica l’addizionale Irpef. E non abbiamo applicato la tassa di soggiorno”.

 

Quella l’avrebbero pagata i turisti. Non sarebbe stato meglio applicarla così da avere un gruzzoletto in questi tempi di magra?

“Non vogliamo applicare la tassa di soggiorno perché vogliamo dare un vantaggio competitivo a Bellaria Igea Marina. Non tanto rispetto alle famiglie o i singoli turisti, ma rispetto soprattutto ai chi deve decidere se organizzare un evento o una vacanza in un posto rispetto ad un altro. Se garantisco al mio territorio questo vantaggio competitivo, riesco a far lavorare tutti di più. Quindi niente tassa di soggiorno, ma ex Imu per le imprese al massimo, perché con la politica che il Comune persegue tutte ricevono indubbi vantaggi”.

 

Senza addizionale Irpef e senza imposta di soggiorno riuscite a rispondere alle esigenze dei cittadini?

“In questi anni per le grandi opere abbiamo sempre cercato finanziamenti che provenissero dall’esterno: ci siamo rivolti all’Europa, allo Stato, alla Regione, alla Provincia. La situazione non è facile: lo Stato diminuisce i trasferimenti e si piglia il 45 per cento dell’ex Imu. L’edilizia con gli oneri di urbanizzazione fornisce un decimo rispetto a un tempo. Poi ci sono i tagli a Regione e Province che a cascata si ripercuotono sul Comune”.

 

Ma c’è qualcosa che distingue la sua amministrazione dalle altre, da quelle di sinistra, per intenderci?

“La diversa imposizione fiscale è già un segno. Abbiamo tolto una miriade di ostacoli burocratici. Se un albergo vuole ristrutturare, entro due mesi ha la risposta. Qualsiasi certificato si può chiedere online, con un click. Abbiamo omogeneizzato gli orari di apertura al pubblica di tutti gli uffici comunali. Abbiamo investito sull’attività di prevenzione dalle infiltrazioni malavitose nel territorio. Passaggi di licenza, acquisti, sono costantemente monitorati. Da noi non c’è abusivismo commerciale”.

 

Cosa si sente di consigliare al centrodestra che nel 2016 affronterà le elezioni a Rimini e negli altri Comuni dove si vota?

“Una cosa sola: costruire una mentalità di governo, altrimenti una volta al potere si continua a fare come faceva la sinistra. Siamo in una situazione drammatica. Non ci sono classi dirigenti. Quelle delle associazioni sono ridotte a zero, la vicenda di Aeradria ha distrutto le ultime. Fra le forze politiche non si vedono nuove leve. A Riccione si è vinto perché erano divisi gli altri, al primo turno il centrodestra era minoritario, così come Gnassi a Rimini. La sfida non è vincere le elezioni, ma costruire una classe dirigente. E questo non lo si può fare a due mesi dal voto. Il cambiamento va costruito prima”.


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