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Sorpresa, il Trc partirà anche con i vecchi bus filosnodati

Martedì, 30 Ottobre 2018

Il Trc partirà non con la flotta dei mezzi ordinata da Pmr ma con bus filosnodati, cioè con gli attuali in servizio sulla linea 11 pur senza filovia? Una frase contenuta nel bilancio di previsione di Pmr e pubblicata su numerose pagine Facebook ha sollevato un vespaio di commenti indignati e di polemiche. Per i cittadini, specialmente di Riccione, contrari all’opera costata oltre 100 milioni di euro, è apparsa come l’ennesima beffa: si sono spesi tanti soldi per far andare i vecchi filobus fra Rimini e Riccione?

Cosa dice esattamente la frase? Eccola. “In attesa del completamento della flotta MetroMare, il sistema di trasporto potrebbe essere reso operativo con il provvisorio utilizzo di altri filosnodati”. Che significa? Ce lo spiega Massimo Paganelli, presidente di Pmr: “La frase va letta bene, tenendo conto del condizionale “potrebbe” e della parola “anche” che contiene. Significa che poiché i mezzi ordinati non arriveranno tutti prima dell’estate, il servizio partirà comunque con quattro mezzi della flotta MetroMare e, per un periodo provvisorio, anche con altri bus, in modo da garantire la completa attivazione della linea”.

Il contratto per l’acquisto dei bus, in costruzione in Olanda, è stato firmato da Paganelli nell’agosto 2017 e i primi tre o quattro sono attesi a Rimini per i primi giorni di giugno. Quindi, chi pensava che il Trc sarebbe partito all’inizio del 2019, come taluni annunci lasciavano intendere, deve ricredersi; il servizio, se tutto andrà bene, partirà solo in estate. “Ho sempre pensato che saremmo partiti con la Pentecoste, che è tradizionalmente il periodo di maggiore afflusso dei tedeschi in Riviera”, spiega Paganelli. E nel 2019 la Pentecoste cade il 9 giugno. In realtà è più probabile che tutto sia pronto a metà del mese. Stando a quanto dichiara Paganelli, tutta la flotta sarà completa non oltre il mese di novembre 2019.

Nell’estratto del bilancio di previsione pubblicato sui social c’è un’altra frase che ha messo in allarme: “L’auspicio è che tutti gli attori interessati (Regione Emilia Romagna, gli altri attori interessati, AMR) collaborino fattivamente affinché si realizzino le condizioni per accendere i motori del MetroMare nei tempi prestabiliti, evitando il concreto rischio di vedere deperire uno dei maggiori investimenti del territorio”. Quindi, non c’è solo il problema che gli autobus arriveranno in ritardo, c’è la necessità che tutti si diano una mossa, e “collaborino”, per evitare che il Trc, costato 100 milioni, vada in malora. La frase in raltà è ancora più preoccupante della prima. Cosa ancora deve essere realizzato perché il Trc possa partire? Perché si invoca la collaborazione di enti locali, Regione e AMR? Cosa c’è che ancora non quadra? “Non si tratta più di un lavoro politico o di ricerca dei finanziamenti – sostiene Massimo Paganelli – ma solo di questioni tecniche e amministrative per completare autorizzazioni necessarie e omologazione dell’impianto. Inoltre AMR (Agenzia Mobilità Romagna) deve fare le procedure per la nomina del soggetto gestore dell’impianto. Nella giornata di mercoledì ci sarà il collaudo tecnico-amministrativo, mentre il completamento dell’impiantistica sofisticata è atteso per la metà di gennaio 2019”.

La nomina del gestore spetta ad AMR. Al 31 dicembre 2018 scade il contratto di servizio fra AMR e Start Romagna per la gestione del trasporto pubblico locale. AMR ha iniziato i preliminari della gara: nel maggio scorso ha emesso un bando per manifestazione di interesse volto a individuare un soggetto che garantisca l’assistenza tecnica per tutte le fasi della gara. Ma stando al sito di AMR la gara vera e propria non è ancora stata indetta.


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